Sebastiano Venier durante la battaglia fu ferito a un piede ma continuò a combattere in pantofole sul ponte della galea

ATTACCO CRISTIANO “NEL NOME DI LEPANTO”

FOCUS INTERNAZIONALE / STORIA  di Filippo Re
C’è perfino un richiamo alla celebre battaglia di Lepanto nella strage di musulmani compiuta a Christchurch in Nuova Zelanda da un gruppo di terroristi di estrema destra (almeno 49 morti e decine di feriti). Sui caricatori delle armi usate per il massacro nelle due moschee neozelandesi compaiono anche i nomi di due italiani, considerati dai terroristi “idoli” da seguire nella lotta ai musulmani. Oltre a Luca Traini, il giovane che a Macerata, un anno fa, aprì il fuoco contro alcuni immigrati africani, figura anche il nome di Sebastiano Venier, che fu doge della Repubblica di Venezia per meno di un anno, dal 1577 al 1578, quando morì. Il 7 ottobre 1571 Sebastiano Venier fu uno dei protagonisti della battaglia di Lepanto in cui la grande e invincibile flotta ottomana fu sconfitta dalle forze della Lega santa cristiana. Partecipò attivamente allo scontro militare, pur avendo già 75 anni, e uccise numerosi turchi con la sua balestra che veniva ricaricata da un marinaio perchè il vecchio ammiraglio non aveva la forza sufficiente nelle braccia. Sebastiano Venier viene anche ricordato come il doge che in pantofole sconfisse la flotta del sultano. Durante la battaglia fu ferito a un piede ma continuò a combattere in pantofole sul ponte della galea, sicuro del fatto che con le ciabatte si sarebbe mosso più facilmente sul ponte della “Capitana”, bagnato di acqua e di sangue, rispetto agli stivali da combattimento. Le spoglie del vincitore di Lepanto riposano a Venezia nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (San Zanipolo) accanto a quelle di un altro illustre ammiraglio veneziano, quel Marcantonio Bragadin, scorticato vivo dai turchi a Famagosta, sull’isola di Cipro, nello stesso anno di Lepanto. Se da una parte gli estremisti islamici rivendicano i loro attacchi armati parlando di lotta ai crociati e ai cristiani, gli estremisti cristiani citano volentieri i grandi successi militari della storia contro i turchi che a quell’epoca incarnavano la potenza dell’islam sunnita. Non per nulla, il primo statista a parlare di grave atto terroristico contro i musulmani compiuto in Nuova Zelanda è stato il presidente turco Erdogan che aspira a guidare, da condottiero supremo, l’islam sunnita, come un tempo facevano i sultani della Mezzaluna. I cenni alla storia, anche molto remota, sono frequenti e tornano drammaticamente di attualità.