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Juventus Cagliari 1-1 allo Stadium

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La Juventus campione d’Italia punta al Real

Termina sull’ 1-1 contro il Cagliari l’anticipo di campionato allo Stadium. Pogba celebra con il gol del vantaggio  il ritorno in campo dopo 52 giorni, ma replica Rossettini all’86’. E Sau cerca di dare la vittoria al Cagliari: però, il suo tiro finisce alto. La squadra sarda si avvicina di un punto all’Atalanta. Nulla invece si modifica per la Juventus campione d’Italia,  che punta al Real.

La Juve convince e conquista la semifinale di Champions

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Juventus / Real Madrid 2-1

 

Convince la Juventus  che si conquista meritatamente la semifinale di andata della Champions League con una prova convincente. Già in vantaggio con l’ex Morata dopo appena 8′, la Vecchia Signora è raggiunta al 27′ dalla rete di Cristiano Ronaldo. Traversa di Rodriguez, e il primo tempo finisce pari. Al 12′ della ripresa, il raddoppio bianconero con Tevez  che, atterrato, finisce sul dischetto e sancisce il  2-1. E la Juventus, con Llorente, stava quasi per mettere un altro gol a segno, peccato che la palla  di testa finisce su  Casillas. A Madrid, la prossima settimana i bianconeri che partono in vantaggio per una nuova avvincente sfida.

Monaco, solo 0 a 0: bianconeri sottotono

juventus_logo_black_and_white_I bianconeri accedono alle semifinali di Champions League con una prestazione sottotono, soffrendo e resistendo alla pressione costante dei monegaschi. Una brutta serata europea quella esibita dalla squadra di Allegri che ha auspicato, per il sorteggio di domani, di non “pescare” il Bayer di Monaco. Nel corso della partita non concesso un possibile calcio di rigore per atterramento in area di Kondogbia

 

 La Juventus è fra le prime migliori quattro squadre d’Europa dopo una gara condotta all’insegna della sofferenza, offrendo una prova di resistenza a Monaco. Il risultato finale di 0-0 non può accontentare i raffinati del bel calcio, ma regala al gruppo di Allegri un risultato storico per il calcio italiano degli ultimi anni. Certo, Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid sono di un altro pianeta. Ma tra le grandi d’Europa c’è anche la Juve. Ci entra in semifinale di Champions. Barcollando, questo è quello che conta, contro le previsioni di Conte e gli auspici di Capello: dopo 12 lunghissimi anni, la Signora figura nella elite europea. E’ stata una partita sofferta, giocando male. Il Monaco può recriminare: non solo per non aver segnato ma anche per un rigore non concesso a Kondogbia nel corso del primo tempo, che ci stava. Sommato al penalty dell’andata si può comprendere il disappunto e la rabbia dei monegaschi. Pericolo scampato per la Juve ma che strizza. Il primo squillo di tromba che dovrebbe scuotere dal torpore Madama dormiente arriva già al 2° minuto. Chiellini scivola (ancora!), stavolta fermando la sfera con le mani, da terra, con un intervento stile rugby: ammonito. Subito dopo Bernardo Silva salta netto due bianconeri al 15°, cross basso e Barzagli salva in calcio d’angolo. Trascorso qualche minuto da registrare un tiro di Kondogbia: di poco fuori. La Juve non è quella di Dortmund. Si passa alle maniere forti ma pericolose: al 36°, Vidal e Chiellini chiudono a sandwich Kondogbia fiondatosi in piena area. Lo stadio chiede il rigore a ragione. L’arbitro non è di questo parere. Le squadre ritornano negli spogliatoi. Nella ripresa, al 55°, Vidal con un errato retropassaggio costringe Buffon all’uscita disperata su Berbatov, la Juve è frastornata. Il 3-5-2 di Allegri è troppo basso, non copre bene il campo, il pressing del Monaco è tambureggiante, le punte sono lontane. I bianconeri sbagliano tanto: dalle distanze in difesa ai passaggi di disimpegno. Anche Pirlo sparacchia a caso, Buffon manda in fallo laterale due rinvii. Tevez assiste sconsolato a palloni scagliati in avanti altro che ripartenze ragionate. A salvarsi Barzagli, che ci mette più di una pezza e Marchisio, che lotta contro tutti. Al Monaco manca il bomber che possa risolvere la partita. Negli ultimi venti minuti anche i “principini” alla distanza calano, il ritmo si abbassa e la Juve si alza. Llorente subentra a Morata e tiene meglio il pallone. Anche Pereyra sostituisce Vidal. La punizione di Pirlo che scheggia l’incrocio dei pali sembra ridare speranza ai bianconeri ma è un fuoco di paglia. Che sia un avvertimento per Bayern, Real e Barcellona? La Juve è tornata nell’olimpo del calcio internazionale nonostante una brutta prestazione e questo è quello che conta.

 

Dario Barattin

 

Juve vince di misura: 1-0 sul Monaco

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La Juventus piega il Monaco solamente su un calcio di rigore assai generoso concesso dall’arbitro ceco Kralovec. La trasformazione del penalty, da parte di Arturo Vidal che insieme alle parate del sempre verde Gigi Buffon, sono risultati i migliori bianconeri della serata. Andrea Pirlo e Carlitos Tevez, per una volta, sono stati poco incisivi, il primo rientrava da un lungo infortunio al polpaccio, il secondo, recupeva anch’egli da un problema muscolare

 

 

La Juventus segue alla lettera il consiglio di Massimiliano Allegri, battendo con il risultato di 1 a 0, prezioso o striminzito dipende da come lo si osservi, il Monaco. Partita valida per accedere alle semifinali di Champions League. Decisivo il rigore di Vidal, che dimostra sangue freddo nel momento del bisogno. Sicuramente ai tifosi, all’atto della trasformazione del calcio di rigore, sarà venuto in mente quello sbagliato dal cileno contro l’Olympiacos. Il centrocampista trasforma, togliendosi d’impiccio brutti ricordi e ponendo i bianconeri in una posizione favorevole in vista del match di mercoledì prossimo nel Principato. I monegaschi amano difendersi e ripartire, come sapevamo. Al ritorno non potranno farlo, lasciando spazi preziosi all’attacco juventino. Missione compiuta, contro una rivale inferiore ma che per i primi venti minuti ha messo paura allo Stadium, dimostrando una certa qualità. Per l’occasione Toulalan non recupera, ma la sostanza non cambia. La squadra transalpina ha schierato due linee parallele da quattro giocatori l’una e vicine tra di loro, nobilitate da Kondogbia, con Moutinho alle spalle di Martial e gli esterni Ferreira-Carrasco e Dirar pronti a ripartire velocissimi.

 

L’inizio dell’incontro parla solo monegasco. Pirlo, rientrato dopo cinquanta giorni, ha un inizio gara difficoltoso. Sbaglia 3-4 passaggi di fila, la qualità della manovra di Madama non può che risentirne in negativo. Dall’altra parte del campo, Martial si dimostra un pericolo, Ferreira-Carrasco punta l’uomo e cerca l’uno contro uno con belle finte. E proprio al 10° Buffon è prodigioso sulla conclusione dello stesso Ferreira-Carrasco, messo in porta da Martial. Ancora il numero 17 a impegnare Buffon, poi dopo un sinistro a lato di Moutinho la Juve inizia a giocare. Chiellini marca a uomo Martial, Pirlo e Pereyra si rinfrancano un po’. Pericoli veri non ne arrivano, perché il ritmo bianconero è blando e l’allenatore Jardim si sa difendere benissimo con il raddoppio sistematico. Il primo tempo di Evra e Lichtsteiner non permette di crossare dal fondo, chiave fondamentale per scardinare la difesa del Monaco. La Vecchia Signora chiude la prima frazione di gioco in crescendo: Tevez, al 43° mette una palla di esterno destro per Vidal, che spreca a due passi da Subasic dopo aver controllato bene. Gol divorato. Difficile immaginare un tema diverso nei secondi 45 minuti. Ferreira Carrasco mette ancora i brividi con una galoppata chiusa dall’assist per Bernardo Silva, su cui vigila un Buffon decisivo nei tre interventi della serata. Gigi è tra i migliori della Juve. Al 12°’ l’episodio chiave della partita. Lancio al millimetro del rinfrancato Pirlo in profondità per Morata, che brucia Carvalho sullo scatto ed è scaltro a farsi toccare dal portoghese all’ingresso dell’area.

 

Fallo tanto involontario quanto evidente, ma fuori area. Per l’arbitro Kralovec è rigore. In evidenza le qualità del giovane spagnolo, pur non nella sua serata migliore. Dagli undici metri Vidal non dà scampo a Subasic. Allegri e Jardim cambiano: il tecnico ospite mette Berbatov per Raggi, sfiorando subito il gol di testa da corner. Allegri, a 15 minuti dal termine passa al 3-5-2, con Barzagli per un Pirlo che boccheggiava per mancanza di ossigeno. Quello di Berbatov è l’ultimo brivido della serata, anche se Fabinho è bravo ad anticipare Morata a un passo da Subasic. Il risultato di 1 a 0 è quello che la Juve fortissimamente voleva alla vigilia. Basterà per la gara di ritorno? Tra sette giorni lo sapremo.

 

Dario Barattin

Parma-Juventus 1-0: Mauri regala l'impresa ai crociati, bianconeri sottotono

parma juveSconcertante prestazione della squadra di Allegri in vista dell’importante confronto per i quarti di finale di Champions League con il Monaco. Rientreranno tutti i big assenti a Parma, unico ancora in dubbio il regista nonché cervello della squadra, Andrea Pirlo

 

Clamoroso al Tardini dove l’ultima della classe sconfigge i Campioni d’Italia. Decide un gol del centrocampista argentino Mauri, naturalizzato italiano, nel secondo tempo. La squadra di Allegri si è resa pericolosa solo in due occasioni ma è apparsa largamente sottotono rispetto alle ultime uscite contro Empoli e Fiorentina. Un club fallito e ultimo in classifica che sconfigge la prima della classe. Questa è la bellezza del calcio, il resto sono solo fantasie. La Juve, lanciatissima verso il quarto scudetto consecutivo, è stata sconfitta meritatamente dal Parma. Dopo l’1-1 a San Siro contro l’Inter e la vittoria per 1-0 contro l’Udinese nel recupero, continua la favola dei ducali che si concedono un successo contro la Vecchia Signora conquistando un bottino di sette punti in una sola settimana. Decide un gol di José Mauri a mezz’ora dal termine dell’incontro. La Juventus ha giocato bene solo nella parte finale della prima frazione di gioco, poi è calato il sipario. E’ probabile che la testa dei Campioni d’Italia era già rivolta all’atteso quarto di finale di Champions contro il Monaco, in programma domani. Allegri ha effettuato quattro cambi rispetto a Firenze: Ogbonna al posto di Bonucci, Lichtsteiner per Evra, quindi Coman e Llorente in attacco. Donadoni, sempre privo dello squalificato Lucarelli, ha schierato il 3-5-2 con Belfodil e Ghezzal in attacco. In regia Jorquera ha preso il posto di Lodi mentre in difesa ha schierato dall’inizio Mendes e Santacroce. Come esterni Varela e Gobbi. E’ stata la Juventus a comandare la partita anche se a ritmi molto bassi, ma il Parma, chiudendosi molto bene non ha concesso grandi spazi di manovra. Coman è stato neutralizzato da Mendes mentre Llorente servito male e fuori area. La prima emozione la produceva Belfodil che al 21° si presentava in area dopo un lancio, saltando Chiellini e poi sparando un sinistro che terminava di poco a lato. Scampato il pericolo, la Juve reagiva spingendosi di più in avanti. Vidal si svegliava e, al 31° minuto, da una punizione di Marchisio, colpiva la sfera in piena area ma Mirante respingeva di piede. Sempre il cileno, ci provava per ben due volte da fuori area ma senza la giusta mira. Al 43° la seconda grossa occasione per i bianconeri: Coman veniva smarcato in area, defilandosi a sinistra, concludendo da distanza ravvicinata. Super Mirante salvava ancora i suoi. Nel secondo tempo Madama non riusciva a costruire chiare occasioni da rete e si affidava ai tiri da fuori con Marchisio e Coman che non trovavano la porta. Al quarto d’ora l’episodio che ha deciso la partita: Belfodil attaccava a destra ed effettuava un perfetto assist al limite per Mauri che giungendo in corsa, di sinistro, infilava la palla all’incrocio dei pali. Allegri decideva di cambiare Pereyra con Morata e poco dopo Coman con Pepe. Deludente la prova del francesino così come quella dell’ex Udinese. Lo spagnolo ci provava subito con un tiro da fuori area che non andava a segno. Donadoni non cambiava nessuno salvo quando costretto. Santacroce e Belfodil accusavano crampi e venivano sostituiti da Cassani e Prestia. Dentro anche Lila al posto di Mauri che riceveva il giusto tributo dei tifosi emiliani. In campo non succedeva più nulla perché la Juventus non era capace di imbastire azioni offensive e il Parma si difendeva compatto, vincendo con pieno merito. Per la Juventus un brutto campanello d’allarme in vista della delicatissima partita di domani contro il Monaco. E’ vero che rientreranno i big, salvo forse Pirlo, ma è necessario cambiare atteggiamento e approccio alla partita altrimenti saranno dolori per tutti.

 

Dario Barattin

Juventus travolge Fiorentina 3-0

juve fioLa Juventus espugna l’Artemio Franchi travolgendo la Fiorentina con un perentorio 0 a 3. Nonostante le importanti assenze, i bianconeri si impongono con le seconde linee. In finale la squadra allenata da Allegri se la vedrà con il Napoli o la Lazio che si affronteranno questa sera. Note stonate della serata, l’espulsione di Morata e l’ammonizione rimediata da Marchisio: entrambi salteranno la finale di Roma

 

E’ una Juventus inarrestabile che sbriga la pratica Fiorentina con un perentorio ed inequivocabile 0 a 3. Nonostante la presenza in campo di ben cinque giocatori bianconeri solitamente non titolari la Vecchia Signora ha polverizzato i sogni di gloria dei viola. Si conclude così, come a Dortmund, un passaggio assai difficile, temuto alla vigilia dell’incontro, ma che ha visto ancora una volta, la determinazione della squadra allenata dal tecnico livornese Massimiliano Allegri. Si è vista la Signora omicidi scendere in campo vogliosa di dimostrare di essere la padrona assoluta non solo del campionato di serie A, ormai conquistato anche se la matematica non lo certifica ancora, ma l’incontestabile dominatrice in campo nazionale. Una squadra che incute timore, che non arretra di un millimetro dinanzi alle difficoltà e che soprattutto ha ancora fame di vittorie e di conquista di trofei. Priva di Tevez, fermato da un problema muscolare, Allegri sceglie Matri con Morata. Nel riscaldamento Lichtsteiner avverte un fastidio alla coscia: dentro Padoin. Montella risponde con il 3-5-1-1, con Salah a supporto di Mario Gomez. Chi si aspettava una Juve con la testa già alla Champions ha impiegato poco a capire che non era così. I bianconeri al 21° minuto riaccendono le speranze di arrivare in finale: palla persa in mezzo al campo da Borja Valero, Marchisio ne approfitta per servire Pereyra e sul tiro rimpallato dell’argentino Matri segna da vero opportunista.

 

Prima gara da titolare dal suo ritorno in bianconero, primo gol del nuovo corso: Allegri ha azzeccato la scelta. Un gol non basta, la Juve lo sa e per questo riporta il pallone a centrocampo con la foga di chi non ha tempo da perdere. E puntuale arriva il raddoppio due minuti prima dell’intervallo: su tiro insidioso di Morata, Neto respinge sui piedi di Pereyra che, come contro l’Empoli, non si fa pregare: due centri in quattro giorni per l’altro reduce dell’Argentina, che non fa rimpiangere Tevez. Da segnalare un gol annullato a Gonzalo per fuorigioco (è millimetrico ma c’è: bravo il guardalinee Di Liberatore). Ottimo Marchisio, tornato a fare il vice Pirlo in mezzo al campo, Vidal e Sturaro sono due lottatori, Morata sa sempre come essere pericoloso e Pereyra ormai gioca da leader. La difesa, tornata a quattro, corre pochissimi rischi. La Viola aveva iniziato bene ma è stato un fuoco di paglia. Salah ha creato il solito scompiglio nei minuti iniziali, poi poco o nulla. La difesa invece è andata spesso in apnea. Nella ripresa la Fiorentina ha avuto subito due buone occasioni con Gomez e Salah, poi Savic ha rischiato l’autogol di ginocchio su cross di Pereyra. I bianconeri però non demordono: dopo un tiro di Vidal deviato in angolo, su corner di Marchisio Bonucci fa il 3-0 di piede al volo. La festa bianconera è rovinata dal cartellino giallo a Marchisio e all’88’ da Morata che si fa espellere per un brutto fallo su Diamanti: i due salteranno la finale. Montella gioca la carta della disperazione: dentro Diamanti e 4-3-2-1, ma serve a poco. Viola troppo molle e rinunciataria, ci si aspettava qualcosa in più da una squadra che aveva già mezzo piede in finale. Juve invece semplicemente di un’altra categoria.

 

Dario Barattin

La Juve con Carlitos Tevez domina allo Stadium

Juventus vs. Atalanta - Serie A Tim 2011/2012juve logo neroLa Juventus si aggiudica la partita del posticipo del sabato sera con un classico 2 a 0. Allo Juventus Stadium si è presentato un Empoli dal gioco compassato ma efficace. C’è voluta l’ennesima prodezza di un Carlitos Tevez che ormai non smette più di stupire non solo i tanti tifosi juventini ma tutti gli appassionati del più bel gioco del mondo. Nel finale Pereyra firma il raddoppio su assist dell’argentino

 

Juventus Empoli 2-0

 

Con un gol per tempo, la Juve sbriga anche la pratica empolese e aggiunge un altro tassello per il raggiungimento del suo 33° scudetto sul campo. Una vittoria firmata ancora una volta da Carlitos Tevez che con il 17° centro stagionale ha reso semplice la conquista della vittoria da parte della formazione di Allegri centrando il 20° risultato utile in campionato. Oltre a ciò, si gode un’imbattibilità difensiva che, in gare ufficiali, è salita a 484 minuti. L’Empoli, al contrario, si è visto costretto a porre fine alla bella striscia che durava da otto giornate ma torna, comunque, a casa a testa alta. La squadra allenata dal tecnico Sarri ha creato parecchi grattacapi ai Campioni d’Italia, sfiorando, nella ripresa, in più di una circostanza, un pari che, per coraggio ed impegno, avrebbe anche meritato. Priva degli infortunati Pirlo, Pogba e Marchisio, la Juve è scesa in campo con un centrocampo corretto, lanciando Padoin in cabina di regia con Sturaro al suo fianco. Poi, in vista della decisiva semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Fiorentina di oggi, ha concesso un turno di riposo a Chiellini e Morata, dando spazio a Ogbonna e Llorente. Sul fronte opposto Sarri, viste le non ottimali condizioni di Tonelli, ha confermato in toto l’undici vittorioso con il Sassuolo. Per quasi un tempo la Juve ha fatto fatica a venire a capo di una squadra spigliata, scesa in campo decisa a giocarsi le proprie carte a viso aperto.

 

I bianconeri si sono ritrovati spesso a dover subire l’asfissiante pressing avversario e a velocizzare l’azione per mettere in difficoltà la retroguardia azzurra. Un obiettivo riuscito rare volte prima per merito di Tevez, che ha saltato con una bella finta al limite due avversari, e poi con un traversone dalla trequarti di Sturaro che ha smarcato in area Lichtsteiner. In entrambe le circostanze, però, Sepe è uscito alla perfezione, chiudendo ottimamente lo specchio agli avanti bianconeri. Si è capito che per sbloccare il risultato la Juve avrebbe avuto bisogno di un episodio e puntuale è arrivato al 43°: su un lancio in area per Sturaro, Giacomelli ha giudicato erroneamente volontario un tocco maldestro in chiusura di Rugani a Sepe e ha decretato la punizione a due. Vidal dal vertice dell’area piccola ha toccato il pallone corto a Tevez che con un gran destro ha infilato il pallone sotto l’incrocio. L’Empoli non si è abbattuto e, con un ottimo avvio di ripresa, ha messo alle corde i bianconeri. Buffon ha dovuto dimostrare tutta la sua classe per fermare uno scatenato Pucciarelli che prima lo ha costretto a un colpo di reni per deviare in angolo un colpo di testa in tuffo e poi ad un intervento risolutore in uscita per carpirgli il pallone dai piedi dopo che l’attaccante si era presentato solo davanti alla porta. La Juve si è limitata a controllare e solo nel finale, con l’ingresso di Morata, è tornata a farsi vedere in avanti.

 

All’81° Vidal sfiorava il palo con un destro dal limite. Con il trascorrere dei minuti, visti anche gli ingressi di Mchedlidze, Zielinski e Verdi, i toscani si sbilanciavano in avanti e i bianconeri finivano per approfittarne. Il gol giungeva al 94°, dopo che gli azzurri si erano visti costretti a proseguire in 10 per un infortunio muscolare occorso a Verdi. Tevez se ne andava via in discesa personale e con un sinistro dal limite costringeva Sepe a respingere il pallone sui piedi del subentrato Pereyra che da due passi infilava in rete. Con questo risultato, a nove giornate dal termine del torneo, risulta quasi impossibile solo pensare che la Juventus possa mancare a conquistare il suo 33° scudetto sul campo.

 

 Dario Barattin

La Juventus piega allo Stadium il Genoa: 1-0

juve stadiumNonostante le fatiche di Champions League i bianconeri battono la squadra di Gasperini, unica ad averli sconfitti dall’inizio del campionato

 

La Juventus, nonostante le fatiche di Champions League profuse in abbondanza contro il Borussia Dortmund, è riuscita con una ennesima prodezza balistica di Carlitos Tevez a sconfiggere il Genoa di Gasperini venuto a Torino con il chiaro intento di portar via un risultato positivo.

 

E’ stata una partita, soprattutto nel primo tempo, condotta su altissimi ritmi, imposti soprattutto dagli uomini del Grifone. I bianconeri sono scesi in campo con la difesa disposta a tre, con Barzagli, Bonucci e Chiellini, riproponendo come modulo il 3-5-2. A centrocampo, Vidal, Marchisio, recuperato dall’attacco influenzale e Pereyra. Sugli esterni, Padoin e Lichsteiner. In attacco, oltre al sempre presente Tevez, la conferma di Llorente che ha sostituito per l’occasione lo squalificato Morata. La prima occasione è per i rossoblu, con Niang che non riesce a sfruttare un buco clamoroso di Bonucci. Il tiro da fuori area sfiora il palo della porta di Buffon. Questa sarà l’unica pecca difensiva dell’intero reparto arretrato bianconero per tutta la durata dell’incontro. Si giunge così al 25° minuto di gioco, allorquando l’Apache, su invito di Pereyra, si libera, insinuandosi all’interno dell’area genoana e, liberandosi di tre difensori rossoblu, ha fatto partire un missile terra-aria di inaudita violenza.

 

La sfera, si è infranta prima sulla traversa della porta difesa da Perin per poi terminare la sua corsa in fondo al sacco. Una bomba, sulla falsariga di quella del primo goal di Dortmund, questa volta alla sorprendente velocità di 163 chilometri all’ora. A nulla è valso il tentativo dell’incolpevole Perin che ha dovuto inchinarsi alla precisione millimetrica del tiro dell’argentino più che mai capocannoniere del campionato con 16 centri. Si capisce perché Allegri non rinunci mai al suo campione: sta al tecnico comunque gestirlo nel migliore dei modi perché lui di certo non si risparmia mai. Al 46° la Juventus va vicinissima al raddoppio, ma Chiellinicolpisce la traversa da due passi. Nell’azione i bianconeri reclamano il rigore per un tocco di mano in area di Bertolacci. Si va al riposo con il risultato di 1 a 0. Nella ripresa, il Genoa sostituisce uno spento Niang con Borriello. La sostituzione non dà i frutti sperati.

 

Al 52′ Perin deve lasciare il campo per un problema alla spalla destra accusato già nel finale di primo tempo, al suo posto entra Lamanna. La Juventus comincia ad accusare un po’ di stanchezza e abbassa notevolmente il ritmo ma da un’altra prodezza di Tevez, nasce il rigore, molto dubbio, che può chiudere la partita. Pereyrava giù dopo un contatto con Roncaglia, ma il centrocampista juventino si lascia cadere ingannando l’arbitro. All’inizio del primo tempo per un episodio simile, Di Bello aveva ammonito Perotti per simulazione. Dal dischetto Lamanna para il rigore di Tevez. Col passare dei minuti la Juvecala d’intensità, allora il tecnico bianconero inserisce forze fresche: al 72′ entrano Matrie Pepeal posto di Llorente e Lichtsteiner. Il Genoa resta in partita e cresce nel finale, facendo passare qualche brivido alla Juve ma la partita non si schioda più dal risultato finale: 1 a 0 per i bianconeri che si portano a + 17 sulla Roma.

 

Dario Barattin

 

(Foto: il Torinese)

Parola di Capello: "Bravo Allegri e brava Juventus"

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”In Italia è difficile battere la Juve”

 

Nella trasmissione  Radio Anch’io Fabio  Capello si complimenta con Allegri: ”In Italia è difficile battere la Juve, ha preso coscienza della propria forza e ha raggiunto una maturità che non aveva, Allegri gli è riuscito a dare qualcosa in più. in Champions potrebbe andare avanti, anche se mancherà Pogba che è un giocatore che fa differenza”.

Juve vince 1-0 a Palermo in attesa del Borussia Dortmund

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Ora i punti di vantaggio sulla Roma, in campo lunedì con la Sampdoria, sono 14

 

La Juve sconfigge fuori casa per 1-0 il Palermo. La vittoria con un gol di Morata nella ripresa. Ora i punti di vantaggio sulla Roma, in campo lunedì con la Sampdoria, sono 14. Massimiliano Allegri è soddisfatto per l’esito dell’incontro, mentre si avvicina la sfida di Champions League con il Borussia Dortmund.