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Nuovi arresti per droga

Pusher nel mirino della Squadra Mobile: prosegue l’attività volta al contrasto dell’illecita attività di spaccio di sostanze stupefacenti

Mercoledì 26 febbraio, gli agenti delle pattuglie “Falco” hanno individuato due appartamenti utilizzati dai pusher per occultare e confezionare dosi di droga.

In particolare, in Via Don Bosco, in un appartamento al terzo piano sono stati tratti in arresto due cittadini stranieri provenienti dal Gambia:

  • A., nato nel 1995, titolare di permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Torino;
  • O., nato nel 1995, titolare di permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Lucca.

I due, a seguito della perquisizione domiciliare finalizzata alla ricerca di stupefacenti, sono stati trovati in possesso di 15 involucri contenenti 200 grammi circa di marijuana e due buste più grosse, contenenti ulteriori 500 grammi circa di marijuana.

Nel corso della perquisizione sono stati anche sequestrati un bilancino elettronico di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e la somma in contanti di 1045 euro in banconote di vario taglio.

Contestualmente, altri operatori dei “Falchi” facevano irruzione in un appartamento in Via Cigna 77 dove, al termine della perquisizione domiciliare, traevano in arresto:

  • L., nato in Senegal nel 1989, sedicente, pluripregiudicato e irregolare sul territorio nazionale.

Questi, all’atto dell’irruzione degli operatori nell’alloggio, riusciva a liberarsi di un discreto quantitativo di cocaina che aveva in un sacchetto aperto sul tavolo, lanciandolo nel water; gli agenti riuscivano comunque a recuperare 23 dosi di cocaina già confezionate, oltre a tutto il materiale per la preparazione delle dosi (rotoli di cellophane, forbici, bilancino elettronico) nonché la somma in contanti di 2050 euro.

Il P.M., dr. Roberto FURLAN, ha disposto il trasferimento degli arrestati in carcere.

Donna aizza pitbull contro i poliziotti. Ma il cane non si muove

Arrestata per resistenza a Pubblico Ufficiale

Nel primo pomeriggio di lunedì, viene segnalata agli agenti della Polizia di Stato la presenza di una donna, cittadina italiana di 48 anni, in completo stato di ubriachezza all’interno di un bar in zona Borgo Vittoria.

Dopo aver inveito contro la clientela del locale, la donna entra in auto e si addormenta sul volante. Temendo per l’incolumità della quarantottenne, gli operatori della Squadra Volante richiamano la sua attenzione, bussando al finestrino. Alla vista dei poliziotti, la donna si riprende e scende dall’auto, proferendo frasi ingiuriose nei confronti delle forze dell’ordine. Inoltre cerca di aizzare contro i poliziotti il proprio pitbull, che però non le obbedisce. Passa allora alle vie di fatto e aggredisce con calci e schiaffi gli operatori, sputando contro uno di essi. La donna viene arrestata per resistenza a Pubblico Ufficiale, denunciata per oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto d’indicazioni delle propria identità e sanzionata amministrativamente per ubriachezza molesta.

Identificato cadavere trovato a Bardonecchia

Il 7 settembre 2019, sul greto del fiume Dora, venne rinvenuto un cadavere, sconosciuto, di sesso maschile in avanzato stato di decomposizione

 

Personale della Squadra Sopralluoghi del G.I.P.S. di Torino effettuò specifici rilievi connessi al ritrovamento, riuscendo a recuperare alcune impronte digitali dai resti in decomposizione.

Posto che con il passare del tempo nessuna notizia emergeva a riguardo del nome dell’ignoto, presso l’Area Identità giudiziaria, furono sottoposte a esame le poche impronte recuperate dal cadavere. Dette impronte risultavano riferibili a parziali frammenti del derma, lasciato esposto per possibile avvenuto scollamento dell’epidermide.

 

L’attività di ricerca dei pochi caratteri papillari presenti ha consentito di riconoscere una fotosegnalazione di forte compatibilità con il frammento in esame. Dopo una fase di verifica delle corrispondenze è stato possibile stabilire che la persona ignota era stata fotosegnalata con il nome di BOUHAMDI Mohamed Ali di Mokhtar, nato il 21.5.1982, cittadino tunisino. Un tatuaggio raffigurante la lettera K, presente sulla mano sinistra della salma, risultava altresì indicato su alcune schede dattiloscopiche di precedenti fotosegnalazioni relative al soggetto riconosciuto.

 

È stato quindi contattato il Consolato di Tunisia a Genova al fine di reperire notizie circa l’esistenza in vita di prossimi congiunti, così da informare i famigliari del deceduto e far sì che la salma potesse essere restituita ai propria cari. Il Consolato di Tunisia, a fine gennaio, ha trasmesso la “scheda di riscontro di analisi genetica” dei presunti genitori dello scomparso. L’attività di laboratorio di Genetica Forense del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Torino ha accertato la corrispondenza, confermando l’identificazione e la riconducibilità ai congiunti.

 

(foto archivio)

La Polizia: “Attenzione a truffe e fake news sul coronavirus”

In queste ultime ore si sono riscontrate segnalazioni in merito a sedicenti operatori sanitari che propongono visite e tamponi domiciliari per verificare la positività al Coronavirus

A questo riguardo si rappresenta che simili procedure non sono in alcun modo previste da protocolli sanitari e dunque rappresentano un tentativo di truffa. Non esiste, infatti, alcuna autorizzazione a effettuare test medici a domicilio ovvero qualsiasi intervento di sanificazione delle abitazioni. Si raccomanda pertanto la massima prudenza, con l’invito a contattare immediatamente le Forze dell’Ordine per denunciare tali episodi.

Ulteriore fenomeno legato ai primi casi di virus Covid-19 in Italia riguarda la diffusione di notizie false su internet in merito alle modalità del contagio e al numero di soggetti risultati positivi al virus. La Polizia di Stato sta monitorando con attenzione le informazioni che circolano sul web, segnalando tempestivamente alla Polizia Postale le “fake news” volte a creare disinformazione e allarme sociale, per valutare la rilevanza penale di tali condotte.

Fucili rubati e 350 cartucce in cantina

Arrestato quarantacinquenne dagli agenti del commissariato San Paolo

Un cittadino italiano di 45 anni è stato arrestato nel tardo pomeriggio di martedì scorso dagli agenti del commissariato San Paolo per detenzione illegale di armi comuni da sparo.

All’interno della sua cantina gli agenti hanno rinvenuto tre fucili da caccia pronti all’uso, 353 cartucce calibro 12 e 23 cartucce calibro 20.  Immediati gli accertamenti che hanno rivelato la provenienza delittuosa delle armi: si tratta di un furto commesso ai danni di una ditta nel dicembre 2015. Il quarantacinquenne verrà quindi indagato per ricettazione.

Bimba ringrazia i poliziotti per l’aiuto alla mamma picchiata dal papà

E’ pomeriggio, nella sala d’attesa del Commissariato Mirafiori c’è un po’ da attendere: qualcuno deve ritirare il passaporto, altri devono denunciare lo smarrimento di un documento.

 

Tra il pubblico c’è una mamma, siede accanto ai suoi due figli. È lì per denunciare il loro papà.

Sono separati da diversi anni, le cose non sono mai andate bene tra di loro. Lei vive con i suoi genitori da quando ha deciso di lasciare il marito. Fa l’operaia, e con un po’ di fatica, tira avanti. I litigi con lui non sono mai mancati, ma quella mattina, per la prima volta, ha provato paura. Prima la visita inaspettata del marito sotto casa; poi le urla, davanti ai bambini pronti per andare a scuola. Alla fine arrivano le spinte ed un pugno, seguito dalle minacce, ormai tristemente note ai poliziotti di tanti uffici che ricevono le denunce di donne maltrattate.

Mentre la mamma racconta i fatti agli agenti del commissariato, la bambina, rimasta insieme al fratellino ad aspettarla in sala d’attesa, chiede alla poliziotta del corpo di guardia un po’ di fogli, matite e colori. Lei glieli consegna, a volte sono molto utili per i bambini in sala d’aspetto. I poliziotti lì tengono a disposizione per i piccoli accompagnatori, insieme a qualche libro di favole.

Dopo un po’ la mamma esce, e nel riprendere i suoi bimbi, trova i disegni fatti da loro per intrattenersi. Alcuni, sono dei ringraziamenti per le forze dell’ordine che difendono le mamme, per tutti i poliziotti che proteggono le persone. Così, decide di lasciarli in regalo al commissariato.

I piccoli hanno da poco visto il loro papà picchiare la loro mamma. Forse è per questo che la sorellina, oltre al sogno di diventare veterinaria o dottoressa, aggiunge anche quello di fare la poliziotta.

La Polfer incontra le scuole

Con l’inizio del nuovo anno e la riapertura delle scuole il personale Polfer, appositamente formato, è già impegnato in incontri nei vari istituti che hanno fatto richiesta di partecipazione al Progetto

Nei giorni scorsi personale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle D’Aosta ha tenuto due incontri formativi con gli alunni dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Galileo Galilei” di Avigliana (TO), per promuovere il Progetto “Train to be … cool”, ideato dal Servizio Polizia Ferroviaria per sensibilizzare gli studenti in merito ai comportamenti corretti e improntati alla legalità in ambito ferroviario.

Al fine di rendere maggiormente piacevole e gradito il programma didattico indirizzato agli alunni di 8 prime classi, il personale ha scelto un approccio che ha creato sin dall’inizio particolare empatia tra le parti, incentrando le lezioni sulla sicurezza e sulla proiezione di slides e filmati relativi a fatti di cronaca accaduti in alcune città italiane che hanno avuto come protagonisti i giovani, rimasti vittime di incidenti ferroviari derivati dall’inosservanza di semplici, ma spesso disattese, norme comportamentali. Tra queste si ricordano gli attraversamenti dei binari o passaggi a livello senza utilizzare gli appositi sottopassaggi, la salita sul treno in corsa, la disattenzione derivante dall’uso di dispositivi elettronici come telefoni cellulari, cuffiette o tablet in prossimità dei binari, che isolano l’individuo dall’ambiente circostante provocando spesso incidenti molto gravi e anche mortali.

Tra i comportamenti che mettono più a rischio l’incolumità personale, vi è il pericolosissimo fenomeno del ‘selfie con il treno in arrivo’, le pseudosfide di coraggio, spesso esibite da video reperibili in rete che mostrano perfomance che sono palesemente dei fake, ma che possono ingenerare pericolosi fenomeni di emulazione.

Insieme agli alunni sono stati analizzati anche i comportamenti contrari alle norme che tutelano la salvaguardia dei patrimoni pubblici, come l’imbrattamento di sale d’attesa, carrozze ferroviarie, gli atti vandalici e il danneggiamento di materiale ferroviario, illustrando le conseguenze cui vanno incontro gli autori di questi gesti, quali denuncia penale e risarcimento danni e le conseguenze per la collettività, che patisce ritardi dovuti a messa in sicurezza o cancellazione del treno danneggiato.

È stata inoltre posta in rilievo la figura centrale del Capotreno e del personale viaggiante FS tutto, Pubblico Ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e primo responsabile della sicurezza a bordo treno, nonché liason indispensabile con le forze di Polizia con cui è costantemente in contatto tramite la Sala Operativa Compartimentale che vigila nell’arco delle 24 ore.

I 191 studenti hanno da subito mostrato interesse, ringraziando il personale intervenuto. Grazie alla sensibilità della dirigenza e dei docenti dell’Istituto Scolastico ed all’attenzione degli alunni, si è potuto sviluppare il concetto di sicurezza e fiducia nelle istituzioni, lavorando insieme su un format condiviso dal Servizio di Polizia Ferroviaria.

Gli incontri proseguiranno anche nei prossimi mesi.

Nascondevano mitra clandestino con cartucce, due arresti

La  Squadra Volante del Commissariato di Ivrea e Banchette ha controllato in Borgata Sanguignolo un’autovettura sospetta con a bordo due soggetti, italiani, che alla vista della pattuglia di Polizia ha tentato di sottrarsi al controllo, non riuscendovi

Alla guida dell’auto vi era un quarantaquattrenne; in sua compagnia, un ventiduenne. Sul sedile posteriore dell’auto è stata rinvenuta un’arma di fabbricazione artigianale, sprovvista di marca e matricola, corredata di un silenziatore di fattura artigianale.

L’arma è altresì munita di gruccia pieghevole in ferro, di un cannocchiale ed aveva il caricatore monofilare inserito, carico di cartucce. Altre cartucce analoghe sono state rinvenute nel giubbotto del quarantaquattrenne. All’interno dell’auto è stato anche rinvenuto un bastone ed una trappola (tagliola) in ferro. La perquisizione domiciliare degli alloggi in cui vivono le due persone ha consentito il rinvenimento di una piccola quantità di hashish e di una scatola contenente altre 26 cartucce identiche a quelle rinvenute all’interno dall’arma. I due cittadini italiani sono stati arrestati per detenzione di arma clandestina; il quarantaquattrenne è stato, inoltre, denunciato per possesso di armi od oggetti atti ad offendere e violazione della Legge sugli stupefacenti.

 

Agenti feriti, Fsp Polizia: “Noi presenti a causa dei soliti violenti”

“Inquinano persino l’università, sono loro a dover restare fuori”

 

“Dopo gli assurdi e squallidi scontri di ieri avvenuti all’università di Torino, esprimiamo massima solidarietà ai colleghi rimasti feriti ad opera di delinquentelli che indegnamente vorrebbero vestire i panni di persone dedite a difendere la cultura.

Ma esprimiamo solidarietà anche a tutti gli altri colleghi intervenuti solo a causa di quegli stessi violenti che inquinano persino l’università con comportamenti contro legge e privi di qualsiasi rispetto per gli altri, perché come al solito loro malgrado finiscono al centro di polemiche insopportabili. Abbiamo letto con disgusto l’esplicita richiesta di tenere ‘fuori’ la Polizia dall’Ateneo, come si trattasse di qualcosa di negativo e deleterio per i cittadini, e non la necessaria risposta a chi devasta, distrugge, aggredisce. Fuori dagli Atenei dovrebbero restare la prepotenza, la violenza, l’illegalità e la strafottenza di chi pensa di stare un metro sopra a tutto e tutti, e di poter affermare con la forza le proprie ragioni”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo gli scontri tra antagonisti e forze dell’ordine avvenuti ieri all’Ateneo di Torino, che si sono conclusi con tre poliziotti feriti, altrettanti antagonisti arrestati più una quindicina di denunciati, l’aula intitolata a Paolo Borsellino devastata.

“I Poliziotti – rincara indignato il Segretario provinciale Fsp di Torino, Luca Pantanella – svolgono solamente il proprio lavoro al servizio del Paese e in favore dei suoi cittadini, compresi quegli scalmanati che pensano di poter rimestare nel fango di una squallida strumentalizzazione politica anche le nostre divise. Donne e uomini delle Forze di Polizia devono essere lasciati da fuori da assurde strumentalizzazioni, perché sopportare anche questo è davvero troppo”.

 

(foto archivio)

Dopo aver perso il cellulare devasta la casa e picchia la compagna

Domenica, all’ora di pranzo, gli agenti della Squadra Volante intervengono in un alloggio del quartiere Madonna di Campagna per la segnalazione di una lite in famiglia tra una donna e un uomo

Giunti sul posto, gli agenti trovano la donna, con diverse ecchimosi sul volto, a casa della vicina. Quando i poliziotti entrano nell’alloggio della coppia, la casa è a soqquadro, per terra ci sono cocci di vetro e un pezzo di bastone.

 

Addosso all’uomo, il compagno della vittima, gli agenti rinvengono un coltello a serramanico. Nella camera da letto gli agenti, riposti nei mobili, trovano un machete, tre coltelli, un coltellino modello svizzero e due tirapugni.

Dai racconti, gli agenti appurano che, quella mattina, l’uomo, nervoso per aver smarrito il cellulare, inizia a imprecare contro la compagna lanciando per terra piatti e bicchieri. Vista l’aggressività, la donna si rifugia in camera da letto sperando che l’uomo si calmi, cosa che però non accade. Anzi, quest’ultimo pretende che la sua compagna pulisca la cucina dagli oggetti andati in frantumi. Anche se la vittima asseconda la richiesta, il compagno prima l’afferra per il collo poi la spinge facendola cadere per terra e colpisce ripetutamente la donna fino a provocare la rottura dell’ingessatura che la vittima aveva alla gamba. Non pago, prende i cellulari della vittima e con un martello li manda in frantumi.

 

Dopo una pausa apparente, il reo, prima divelle una porta, poi torna ad aggredire la sua compagna. In questa circostanza la donna utilizza contro l’aggressore un taser che la stessa aveva comprato temendo per la propria incolumità, alla luce dei comportamenti del compagno e del fatto che questi collezioni armi. Trovandosi vicino alla porta di casa, la parte lesa urla per chiedere aiuto, riuscendo al contempo ad allontanarsi dall’alloggio rifugiandosi dalla vicina.

Dalle parole della vittima, i poliziotti appurano che il vissuto di maltrattamenti andava aventi da tempo, circa due anni, soprattutto da quanto l’uomo aveva iniziato a fare uso di alcol. Spesso i litigi, per futili motivi, si trasformavano in aggressioni fisiche. In una circostanza la donna era stata lasciata a dormire tutta la notte fuori di casa sul pianerottolo.
L’aggressore, un italiano di 40 anni, per i fatti narrati, viene arrestato dagli agenti della Squadra Volante per maltrattamenti in famiglia.