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Parità retributiva, la proposta del Pd piemontese

Domenico Ravetti (Pd): “Presto in Aula una proposta concreta per il riconoscimento della parità retributiva tra uomini e donne”

Torino – 30 marzo 2020 – “La proposta di legge di cui sono il primo firmatario che ha lo scopo di promuovere la parità retributiva tra i sessi e di sostenere l’occupazione femminile stabile e di qualità è stata licenziata dalla Commissione e sarà presto votata dall’Aula. Il pieno riconoscimento del ruolo della donna nel mondo del lavoro costituisce il parametro per misurare la maturità di una democrazia. Le donne continuano ad essere meno presenti nel mondo del lavoro rispetto agli uomini anche dal punto di vista dell’impegno temporale, sono più coinvolte in lavori con part time involontario, incontrano maggiori difficoltà nella stabilizzazione e, soprattutto nel settore privato, sono soggette a disparità salariali molto evidenti. Una donna lavoratrice nel privato può percepire anche un quinto in meno del suo collega uomo, a parità di mansione e di ore lavorate” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.
“In questo contesto ho ritenuto importante – afferma Ravetti – presentare un provvedimento che, data l’importanza del tema, auspico che il Consiglio regionale discuta e approvi in tempi stretti. La proposta prevede da parte della Regione la creazione di un Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale possono iscriversi le imprese pubbliche e private con sede legale e operanti sul territorio piemontese e con meno di cento dipendenti che attuano la parità retributiva tra donne e uomini. Per queste imprese la Regione prevede, nell’attribuzione di benefici economici, un sistema di premialità e la possibilità di utilizzare una “certificazione di pari opportunità di lavoro”.
“Sono introdotte, inoltre – prosegue Domenico Ravetti – misure per contrastare l’abbandono lavorativo delle donne, in particolare, il fenomeno delle dimissioni in bianco e il licenziamento delle dipendenti nel periodo compreso tra il congedo di maternità obbligatorio e il primo triennio di puerperio, ma anche in caso di adozioni e affidamenti e disposizioni per sostenere e valorizzare le imprese che assumono donne con contratti a tempo indeterminato. Nello specifico la Regione riconosce a queste imprese una riduzione del 50% dell’aliquota Irap per il triennio successivo alla data di sottoscrizione dei contratti e un punteggio aggiuntivo nella valutazione dei progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali”.

Decreto Sostegni, Valle (Pd): “Piemonte ai margini”

“A causa della pandemia il sistema neve ha perso un’intera stagione e il Decreto Sostegni che gli attori del settore attendevano, purtroppo, pur assegnando ben 700 milioni di risorse lo fa in maniera squilibrata, utilizzando le presenze turistiche in albergo come parametro.

In questo modo mentre il Trentino, che usufruisce già di molti vantaggi che derivano dal suo status di regione autonoma, avrebbe 450 milioni di euro guardando ai dati 2018, il Piemonte riceverebbe meno della Valle d’Aosta: 35 milioni da assegnare a chi ha dovuto rinunciare a mesi di lavoro” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle.

“Il turismo piemontese – prosegue Valle – da sempre ha una forte componente di prossimità e di seconde case. Non è corretto, quindi, utilizzare il parametro delle presenze alberghiere. Penso che, nella ripartizione dei sostegni, si debba tenere conto di tanti fattori. Ecco perché se non si correggeranno i parametri di distribuzione il Piemonte riceverà le briciole. Dobbiamo intervenire tutti insieme a sostegno della nostra montagna e di chi ci lavora!”.

Avetta (Pd): “Quali investimenti per le strade del Canavese?”

Alberto Avetta (Pd): “Variante del Ponte Preti, variante alla SP 460 Lombardore-Front, Peduncolo di Ivrea, Traforo di Monte Navale, Ponte Ribes, nodo di Borgofranco e nodo idraulico di Ivrea: questi gli interventi infrastrutturali indispensabili per il rilancio del Canavese.”

 

“Più di vent’anni fa, era il febbraio del 2000, vennero individuate le strade da trasferire alle Regioni e agli Enti locali. Finalmente con il DPCM del 21 novembre del 2019, il ministero delle Infastrutture e dei Trasporti ha avviato il trasferimento. Essendo prossimo il passaggio formale ad ANAS di tali tratte stradali, è importante che durante la discussione del bilancio regionale 2021 si affronti il tema: questi interventi infrastrutturali sono indispensabili per il rilancio industriale, economico e sociale del Canavese”. Lo afferma il Consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), che ha presentato un’Interpellanza relativa al trasferimento della rete stradale alla Regione Piemonte e ad Anas. “In particolare segnalo l’importanza della variante alla SP 460 Lombardore-Front per lo sviluppo dell’area dello stampaggio a caldo in alto canavese (opera in attesa di finanziamento, il progetto è affidato alla Città Metropolitana che attende dalla Regione le risorse per aggiornare il progetto definitivo); la Variante del “Ponte Preti” (opera finanziata dal Ministero Trasporti nel 2019 e in fase di progettazione a cura della Città Metropolitana di Torino); il Peduncolo di Ivrea, collegamento tra la SS 26 e la SP 228, e Traforo di Monte Navale (entrambe in attesa di finanziamento); il Ponte Ribes, ricostruzione e adeguamento sulla SP 565 (in attesa di finanziamento); il nodo di Borgofranco (movimenti franosi sulla SS 26) e gestione nodo idraulico di Ivrea (in attesa di finanziamento). Pertanto, ho voluto sollecitare la Regione Piemonte per sapere a che punto è il confronto con Anas e Città Metropolitana di Torino per la futura gestione delle varianti e degli altri interventi infrastrutturali ancora in fase di progettazione, e soprattutto quante risorse si prevede di stanziare in sede di bilancio. E’ bene che la Regione tratti con ANAS le migliori condizioni coinvolgendo fin da subito i sindaci canavesani”.

Salizzoni ritira la candidatura a sindaco

Mesi fa avevo accolto l’invito, ricevuto da più parti, di mettermi a disposizione del centro sinistra per candidarmi a essere il nuovo sindaco di Torino. Incontri, colloqui, presenza nei quartieri per ragionare e scrivere insieme il programma per il rilancio di una città provata da crisi demografica, deindustrializzazione e infine pandemia: ho raccolto l’entusiasmo e la voglia di lavorare di alcuni gruppi politici e di molti esponenti e realtà della società civile, che rappresentano le forze vive di un capoluogo che fatica ad uscire da una fase di declino.

Certo la politica ha le sue regole e le sue dinamiche. Lo sappiamo. Lo so per l’attività e l’impegno che svolgo attualmente in Regione. È a tutti evidente come sia difficile giungere ad una ‘sintesi’ sui diversi nomi in campo pur all’interno di una stessa squadra e come molte siano le variabili da considerare. Infatti, proprio il mio profilo (umano, professionale e di passione civile), che viene visto da molte persone come un fattore di rinnovamento per la politica e per le sorti del nostro territorio, è stato ritenuto da alcune forze politiche (in particolare dentro il PD) come l’elemento di debolezza di una candidatura che non sarebbe adeguata a governare una città complessa. Per cui, di fronte a queste riserve, in assenza di un ampio accordo sul mio nome, non intendo essere di intralcio e preferisco farmi da parte.

Mi auguro che la scelta del candidato o della candidata avvenga coinvolgendo tutte le istanze del centro sinistra torinese, garantisca l’unità della coalizione con una grande apertura alla società civile e alle tante competenze presenti nella nostra società. Occorre incoraggiare e sollecitare chi è disponibile a mettersi in gioco per favorire un cambio di passo dell’azione politica e per costruire una solida visione sul futuro della città e di tutta l’area metropolitana. I tempi ristretti per accedere alle risorse europee non consentono indugi, tutte le forze politiche devono sentirsi impegnate da subito nella individuazione dei progetti migliori per garantire sviluppo e coesione.

Continuerò a fare la mia parte, nel ruolo di vice Presidente del Consiglio regionale.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto, dedicandomi generosamente il loro tempo e la loro attenzione. Ringrazio soprattutto i tanti cittadini che mi hanno scritto, chiedendo di impegnarmi. Sono certo di poter contare sulla loro comprensione ed indulgenza.

Mauro Salizzoni

“Perché bisogna difendere il Pd”

Il Partito Democratico è,quasi quotidianamente,oggetto di attacchi strumentali,maleducati,offensivi e privi di ogni fondamento costruttivo che è la base fondante di ogni democrazia dialettica e propositiva.

A volte per il troppo amore ed un sano convincimento delle proprie azioni si può anche sbagliare nel prendere decisioni a qualsiasi livello governativo,dal governo nazionale fino a quello circoscrizionale,passando per regioni e comuni,ma ciò non giustifica l’odio di chi rilascia interviste intrise di cattiverie gratuite senza proporre nulla di sensato.
È la stessa democrazia che “chiede ed impone”alleanze fino a poco tempo fa improponibili: d’altronde quando ci sono di mezzo una pandemia incredibile ed il bene del nostro Bel Paese non si può pensare d’andare di corsa al voto lasciando il controllo di una situazione talmente tragica  pericolosa che ha già mietuto oltre 100 mila vittime.Ci vuole un grande senso di responsabilità che il partito democratico ha sempre messo in campo attraverso la sua classe politica e dirigente preparata.È vero che tante volte si litiga ma succede anche nelle migliori famiglie,la sana discussione porta ad un miglioramento dei rapporti ed a correggere i propri errori.Solo chi non lavora non sbaglia mai e questo non succede nel partito democratico che ha una grande caratteristica,difficilmente riscontrabile in altri movimenti e partiti:una notevole  apertura al dialogo coinvolgendo tutti ma proprio tutti! Questa è la democrazia:il resto sono solo chiacchiere e noia.

Vincenzo Grassano

Ma cos’è e dove va il Pd?

Tutti contro Nicola Zingaretti. Ultimamente un po’ deboluccio,  del resto si sapeva che il suo metodo  non era ” sbattere i pugni sul tavolo “.

Nel tritacarne delle incredibili svolte,  lui ci è finito in mezzo. Indubbiamente,  comunque,  ce ne ha messo del suo. Mai con i pentastellati. Governo con i pentastellati, ma almeno senza Conte. Dunque governo con Conte e poi mai al governo senza Conte,  con conclusione quasi ovvia: al governo senza Conte con Orlando che andando al governo deve lasciare la vice segreteria. 90 su 100 verrà eletta una donna. Ogni maggiorente del PD gli sta tirando la giacchetta. Come del resto ha sempre fatto. Ma il vero problema sono i suoi. Facile la vita per Salvini,  tutti i leghisti sono salviniani. Non ne parliamo di Fratelli d’ Italia. Tutti sotto vassallaggio. Per Nicola non c’ è pace. Tutti i suoi divisi in mille rivoli e oramai per un posto ci sono mille pretendenti. Ma cos’è il Pd? Difficile se non impossibile definirlo. Gli ex comunisti contestano gli ex democristiani di essere ancora democristiani e gli ex democristiani accusano gli ex comunisti di essere ancora comunisti. Concretamente il PD è un totale fallimento. Il nuovo orizzonte della ricerca di cultura politica è Giggino (Di Maio) e i pentastellati sono diventati Liberali e Moderati. Tremi nello scriverlo. Non è permesso  stupirsi. Dopo che, chi nel rivendicare di non aver mai letto un libro diventata sottosegretaria alla cultura , tutto è possibile. Del resto Draghi ha rimesso Giggino agli Esteri è non contento un altro pentastellato che colloca Beirut in Tunisia. Tutti dicono che Draghi gli ha dato il contentino e per il resto ci pensera’ lui.  Cominciando da Arcuri che ” spontaneamente ” si dimette. Arriva il Generale Paolo Figliuolo. Vedremo cosa riuscirà a fare. Abituato a prendere ordini e darli. Esempio non casuale.
Per Mario Draghi questo agire è anche identità e se volete filosofia politica. Il buon governo per uscire dalla crisi. Ciò che manca totalmente al Pd sia a Roma come a Torino. Quella Torino che da oltre 150 anni ha dato il suo contributo alle idee giuda per potere e governare il Paese.
Siamo sicuri di non essere smentiti. Torino e Napoli si sono ” inventati ” il nostro liberalismo italico. Culla della del pensiero politico. Ora,  sia ben chiaro,  la crisi di identità della nostra città non dipende solo dalla mancanza di identità politica. Ma ne è un pezzo. Non so, non penso che Draghi e Zingaretti abbiano discusso della disperata situazione di Torino. Sicuramente,  entrambi l’hanno presa a schiaffi. Ed anche,  sicuramente, Torino si è fatta prendere a schiaffi. Prima mille idee. Ora  nulla di nulla.
Non so se manca un’ azione concreta perché mancano le idee o viceversa. So che manca tutto. Anche perché da ormai 40 anni c’ è qualcuno e qualcosa che spinge nell’ andare in una direzione e la realtà va in direzione esattamente opposta. Che fare per Torino e per il Pd? Facile la domanda e difficilissimo se non impossibile rispondere. Direi proprio una missione ( quasi ) impossibile. Le crisi sono crisi,  questa prodotta dal coronavirus è,  indubbiamente epocale e sta alla intelligenza degli individui farla diventare occasione di crescita e sviluppo. Speriamo nell’ intelligenza dei Torinesi per Torino e speriamo nell’ intelligenza dei piddini per il Pd.
Patrizio Tosetto

Pd Regione: “oltre ai ristori politiche per la montagna”

“Il Gruppo del Partito Democratico ha espresso parere favorevole alla Delibera che prevede l’assegnazione di risorse al mondo dello sci (gestori di impianti, club sportivi, maestri) e alle agenzie di viaggio duramente colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia che ha imposto chiusure e il blocco di molte attività e che ha causato il rinvio dell’apertura della stagione sciistica.

Tuttavia, abbiamo sottolineato che i 20 milioni utilizzati per il sostegno a questi settori provengono totalmente da erogazioni del Governo Conte e la Regione si è limitata a deciderne la ripartizione” affermano laVicepresidente della III Commissione Monica Canalis e il Consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Marello.

“Ci saremmo aspettati che la Giunta regionale non si limitasse a erogare i ristori statali – proseguono i Consiglieri regionali dem – ma che prevedesse misure mirate a far ripartire un mondo economico in grande difficoltà”.

“Vogliamo, inoltre, precisare – concludono Canalis e Marello – che al comparto dello sci non basteranno bonus a pioggia, ma che occorrerà un piano di rilancio perché il sistema neve, come più in generale gli altri settori maggiormente colpiti dalla pandemia, ha bisogno di una politica che ne ridisegni il futuro e di investimenti che consentano la ripresa delle attività appena sarà possibile”.

Ravetti (Pd): “Collaborazione medica per disturbi psicologici”

 Nel suo intervento al Senato il Premier Mario Draghi, esponendo il proprio programma, ha insistito sull’importanza di “rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria), proposta che ha avuto il consenso pieno e totale della Società Italiana di Psichiatria che ha sottolineato l’importanza di rendere possibile la risposta alle gravi minacce del Covid-19 alla salute mentale degli italiani.

“Proprio in questa direzione va l’ordine del giorno da me presentato e che auspico venga approvato nella seduta di domani, che impegna la Giunta regionale, nell’ambito dello sviluppo delle forme di medicina di gruppo e di medicina in rete, a promuovere progetti di collaborazione fra i medici di medicina generale e gli psicologi della salute. Soprattutto in un periodo in cui la pandemia ha inciso, profondamente, sulla vita delle persone, causando e intensificando patologie psicologiche e psicosomatiche, la figura dello psicologo deve essere opportunamente rivalutata, inserendola in una progettualità di prevenzione e intervento nell’ambito della tutela della salute” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“I medici di medicina generale – prosegue Ravetti – sono, infatti, chiamati a intervenire sui sintomi più diversi e il 35% delle richieste di visita nasce proprio da problemi di natura psicologica. Secondo l’Ocse sarebbero oltre 84 milioni i cittadini europei che soffrono di disturbi della salute mentale, attacchi d’ansia, stati di depressione e disturbi bipolari o che sono dipendenti da droghe e alcol. La crisi, inoltre, ha aumentato l’ingiustizia sociale e l’ineguaglianza che sono spesso sfociate in atti di violenza e in episodi di emarginazione sociale”.

“In un contesto tanto allarmante è urgente che la figura dello psicologo venga rivalutata – conclude Domenico Ravetti – e si deve fare in modo che interagisca con i medici di medicina generale per supportare i pazienti, dando loro un’adeguata assistenza psicologica. Sono molti infatti i campi nei quali risultano importanti un aiuto e un sostegno e da numerosi studi è emerso che la cooperazione tra medici e psicologi, nell’ambito delle cure primarie, comporterebbe per i servizi sanitari una significativa riduzione della spesa pubblica”.