La Grande Fabbrica che rappresenta il corpo e l’anima di Torino è – e sempre sarà – nel bene e nel male, l’unica e indiscussa protagonista. E l’ultima notizia sulla rottura per il rinnovo del contratto non lascia ben sperare
Diversificazione produttiva, turismo, cultura. Ma poi sempre lì si va a finire. La FIAT, sempre la FIAT. La Grande Fabbrica che rappresenta il corpo e l’anima di Torino è e sempre sarà – nel bene e nel male – l’unica e indiscussa protagonista. E l’ultima notizia è quella della rottura tra Fiat e sindacati sul rinnovo del contratto degli 86mila dipendenti. Dopo una lunga e sudata trattativa, non si è trovato l’accordo sull’entità dell’unatantum per i lavoratori Fiat e Cnh, compresi i cassintegrati.
La cronaca, dallo storico quotidiano (ora online) della Cisl Conquiste del lavoro: “Il confronto era ripreso stamattina alle 09:30 dopo una pausa di riflessione di qualche giorno richiesta dalla stessa azienda. Nel precedente incontro di giovedì scorso Fim, Uilm, Fismic e Ugl avevano accettato che per il 2014 gli 86.000 lavoratori di Fiat e Cnh Industrial, cassintegrati inclusi, avessero una ‘una tantum’ anzichè l’aumento in busta paga, ma sulla sua entità le posizioni erano, ed evidentemente sono rimaste, molto distanti: 200 euro per l’azienda, 390 per i sindacati”.
Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, alla vigilia dell’incontro, aveva detto: “Sul contratto ci aspettiamo che l’azienda faccia un passo avanti in direzione della nostra richiesta di 390 euro. Non vorremmo essere costretti a dichiarare una rottura del negoziato con un peggioramento delle relazioni sindacali nel gruppo. Sarebbe una scelta sciagurata subito dopo un importante piano di investimenti e un importante atto di responsabilità del sindacato che ha accettato una mediazione diversa rispetto a quanto richiesto nella piattaforma”. E sciagura fu.
(Foto: il Torinese)