natale

Ettore, il gabbiano che salvò il Natale

 

Nel cuore dell’inverno, quando il lago d’Orta era silenzioso, i borghi sulle due rive avvolti dalle luci soffuse del tramonto e le acque calme riflettevano i profili delle montagne innevate prima che il buio della sera calasse il suo sipario, un giovane gabbiano lo sorvolava con ali leggere e occhi curiosi. Non era come gli altri gabbiani: lui non cercava solo pesci o vento, ma storie, luci, e voci nel paesaggio imbiancato. Si chiamava Ettore e amava planare leggero sui moli, fiorare la superficie del Cusio, curiosare nelle viuzze che costeggiavano i lungolaghi e gli imbarcaderi.

Era l’antivigilia di Natale, ed Ettore si era posato sul tetto innevato della Basilica di San Giulio, al centro dell’isola che dormiva come un presepe incantato. Da lassù osservava i lampioni accendersi nei borghi: Orta San Giulio, Pella, Pettenasco, San Maurizio e i piccoli paesi che punteggiavano le rive come stelle da Gozzano fin su a Omegna. Ma c’era qualcosa che mancava. Il lago, pur bellissimo, sembrava triste. Nessun canto allietava l’aria, nessuna barca decorata era ormeggiata, nessun bambino pareva intento a raccontare sogni. Ettore decise allora di portare lo spirito di Natale sul lago. L’indomani volò fino a Omegna, dove trovò un vecchio falegname intento a intagliare una stella di legno. “È per mia nipote,” disse l’uomo, “ma non ho modo di portarla sull’isola”. Ettore la prese con il robusto becco e volò via. Poi raggiunse una bambina a Pettenasco che aveva perso il suo cappello rosso. Il giovane gabbiano lo ritrovò tra i rami di un larice e glielo riportò, ricevendo in cambio un biscotto alla cannella. Così, volando per tutta la giornata del 24 dicembre di borgo in borgo, raccolse piccoli doni, desideri e sorrisi. Quando tornò sull’isola di San Giulio, li posò tutti davanti alla basilica: la stella, il biscotto, un guanto, una letterina, una candela profumata, la vecchia pipa che il pescatore Giovanni aveva perso a Imolo, un pastello colorato dimenticato fuori dal cancello di un asilo. E fu allora che accadde il miracolo. Le acque del lago, nel tardo pomeriggio, si illuminarono di riflessi dorati, come se il cielo avesse deciso di specchiarsi lì. Le campane suonarono da sole, e una barca addobbata di luci apparve dal nulla staccandosi dal molo di Orta con quattro musicisti che iniziarono a suonare dolci melodie natalizie. Ettore, commosso, volò in cerchio sopra l’isola, mentre gli abitanti accorrevano sulle rive, stupiti e felici. Quel Natale, il lago d’Orta non fu solo bello: fu vivo, caldo, e pieno di meraviglia. Da allora, ogni vigilia, un gabbiano solitario sorvola il lago, portando con sé il ricordo di quel giorno in cui il Natale fu salvato da un tenero e puro cuore alato.

Marco Travaglini

La chimica del Natale

Profumi e aromi della festa più attesa dell’anno.

Il Natale ci avvolge con i suoi colori, con le decorazioni, con lo scintillio delle luci. C’è  voglia di festeggiare, di fare i regali e di sentirsi, anche se solo per qualche ora, sospesi dalla quotidiana realtà per entrare in un mondo ideale. Oltre al piacere per la nostra vista, regalato da un tripudio di colori e sfumature oro e argento, il Natale inebria con le sue fragranze e le sue essenze che ci portanodietro nel tempo, a quando eravamo bambini. Esiste, dunque, una chimica natalizia fatta di aromi,  di profumi, di memorie olfattivee gustative che  rendono l’atmosfera ancora più dolce ed evocativa.

Quali sono gli aromi e i sapori tipici di queste festività?

La cannella è la fragranza per eccellenza di questo periodo di celebrazioni. E’ utilizzata nelle preparazioni gastronomiche ma anche negli ornamenti; la possiamo sentire nell’aria entrando nei negozi, sorseggiando un te, un infuso o ancora meglio gustando una cioccolata che ne regala il sapore e nel vin brulé. Non esiste Natale senza questa corteccia essiccata del Cinnamomun che si può trovare in polvere o in piccoli cilindri.

Lo zenzero ci fa pensare al gingerbread e ai biscotti che, oltre ad essere buonissimi per il palato, possono sono utilizzati come allegri pendenti per decorare l’albero. Il suo sapore è piccante,intenso e  come aroma è utilizzato in diversi piatti, soprattutto inquelli di origine orientale. Lo troviamo anche in versione essiccata in piccoli cubetti da gustare per merenda o a fine pasto.

I chiodi di garofano con la loro forma appuntita sono utilizzati moltissimo nelle decorazioni natalizie soprattutto con le arance. In cucina sono preziosi sia all’interno pietanze salate ma anche nella preparazione di dolci tipici come il panpepato. Come nel caso della lavanda, se inseriti in piccoli sacchetti di stoffa e sistemati nei cassetti sono degli ottimi profumatori, una balsamica idea regalo.

L’anice stellato, con la sua sagoma a  otto punte che richiama la Cometa, contiene semi oleosi e rappresa un naturale simbolo natalizio. Il sapore, simile a quello della liquerizia, lo rende versatile e può essere usato in vari piatti sia dolci che salati, ma soprattutto è uno dei protagonisti delle decorazioni insieme all’arancia e alla cannella. Si può trovare sulle tavole bandite a festa, ma anche all’interno di candele e di vivaci ghirlande.

La vaniglia nel latte caldo o  all’interno della crema pasticcera è meraviglia pura. Dolce, aromatica e persino calmante, è un  frutto in bacche contenute all’interno di un’ orchidea tropicale. Utilizzata preminentemente per torte, gelati e liquori, è anche la protagonistadeliziosa di bagnoschiuma vellutati, candele e profumi per la persona e per la casa.

MARIA LA BARBERA

Tram, bus e Metro: i servizi e gli orari delle festività di fine anno

Metropolitana

Dal martedì al giovedì, la domenica e nei festivi (escluso Natale) orario di servizio prolungato, con ultime corse dai capolinea di Fermi e Bengasi alle ore 24.00.
Nelle giornate di giovedì 25 e mercoledì 31 dicembre la metropolitana sarà in servizio con orari speciali. Per la vigilia di Capodanno ultime corse dai capolinea alle ore 2.30 del 1° gennaio.
Da mercoledì 7 gennaio la metropolitana sarà in servizio con i consueti orari.

   Inizio
servizio
 Ultima partenza
da Fermi
 Ultima partenza
da Bengasi
Bus sostitutivo
(linea M1S)
Lunedì  5.30 21.30 21.30 22.00 – 00.30*
Dal martedì al giovedì 5.30 24.00 24.00
Venerdì e sabato 5.30 1.00 1.00
Domenica e festivi  7.00 24.00 24.00 5.30 – 7.00
Giovedì 25 dicembre 7.00 21.00 21.00
Mercoledì 31 dicembre  7.00 2.30 2.30 5.30 – 7.00
* Ultime partenze dei bus della linea M1S dai capolinea Fermi e Bengasi alle ore 00.00.

 

Tram e bus

Mercoledì 24 e mercoledì 31 dicembre, vigilie di Natale e Capodanno, il servizio sarà normale, come nelle giornate feriali, per tutte le linee fino alle ore 20.00.

Dopo le ore 20.00, la maggioranza delle linee saranno gestite sempre con orari e percorsi feriali, mentre alcune linee non saranno in servizio.

Linee gestite con orario feriale anche dopo le ore 20.00:

  • 2 – 3 –  4 –  4N – 5 – 8 –  9 – 10 – 10N – 11 – 13 – 14 – 15 – 16CS – 16CD – 17 – 18 – 26 – 27 – 30 – 32 – 33 – 34 – 35 – 35N – 36 – 36N – 42 – 43 – 44 – 45 – 46 – 48 – 49 – 51 – 55 – 56 – 58/ – 59 – 61 – 62 – 63/ – 67 – 68 – 69 – 71 – 72 – 74 – 79/ – 81 – 83 – 84 – 132 – CP1 – STAR 1.

Linee non gestite dopo le ore 20.00: 

  • 6 – 12 – 20 – 29 – 38 – 39 – 40 – 41 – 47 – 50 – 52 – 58 – 60 – 63 – 64 – 65 – 66 – 70 – 75 – 76 – 77 – SE1 – VE1. 

Giovedì 25 dicembre (Natale) il servizio sarà gestito:

  • al mattino, dalle ore 7.00 alle ore 13.30, con ultima partenza dai capilinea centrali alle ore 12.45 circa;
  • al pomeriggio, dalle ore 14.45 alle ore 20.30, con ultima partenza dai capilinea centrali alle ore 19.45 circa.

Saranno in servizio sui percorsi festivi le linee:

  • 2 – 3 – 4 – 4N – 5 (con transito solo al mattino dal Cimitero Parco) – 8 – 9 – 10 – 10N – 11 – 12 –  13 – 14 – 15 – 16CS – 16CD – 17 – 18 – 19 – 27 – 30 – 32 – 33 – 35 – 36 – 41 – 42 – 43 – 45 – 46 – 49 – 50 – 55 – 56 – 58/ – 59 – 61 – 62 – 63/ – 67 – 68 – 69 – 70 – 71 – 72 – 74 (con transito solo al mattino dal Cimitero Parco) – 76 – 102 (solo al mattino) – Tranvia Sassi-Superga.

Sempre il 25 dicembre non saranno in servizio le linee:

  • 6 – 7 – 19N – 20 – 26 – 29 – 35N – 36N – 38 – 39 – 44 – 47 – 48 – 54 – 60 – 63 – 64 – 65 –73 – 75 – 79/ – 1 di Chieri – 1 di Nichelino – CP1 – M1S – SE1 – STAR 1 – STAR 2 –  VE1. 

Martedì 31 dicembre, per il concerto di Capodanno all’Inalpi Arena, le linee 4 e 10 saranno potenziate dalle ore 19.30 alle ore 3.00 con gli steward nei punti di partenza: corso Agnelli, corso Galileo Ferraris e corso Sebastopoli. 

 

Servizi turistici

  • Tranvia Sassi-Superga
    Dal 20 dicembre al 6 gennaio la Tranvia sarà in servizio tutti i giorni (anche i mercoledì, normalmente giorno di chiusura settimanale), dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Corse ogni ora dalla stazione Sassi e ultima corsa da Superga alle 18.30.
    Scarica l’orario della Tranvia dal 20 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 (pdf).
    Per tutte le altre informazioni sulla Tranvia a dentiera Sassi-Superga, visita la pagina dedicata.
  • Ascensore Panoramico della Mole Antonelliana
    Nelle giornate di vigilia del 24 e 31 dicembre l’Ascensore chiuderà alle ore 18.00.
    Il 25 dicembre (Natale) e il 1° gennaio (Capodanno) sarà in servizio dalle 14.00 alle 19.00.
    Apertura straordinaria martedì 30 dicembre 
    con orario 9.00 – 19.00.
    In tutte le altre giornate, compreso il 6 gennaio (Epifania) sarà aperto con il consueto orario, dalle 9.00 alle 19.00.
    Come sempre, la cassa chiude 1 ora prima della chiusura. Per tutte le altre informazioni sull’Ascensore Panoramico della Mole Antonelliana, visita la pagina dedicata.
  • Venaria Express
    Il servizio bus Venaria Express collega Torino (autostazione di via Fiochetto) con il Borgo Antico di Venaria, la Reggia di Venaria e il Parco della Mandria.
    Scarica gli orari in vigore nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dal 22 dicembre 2025 e dal 5 gennaio 2025 (pdf)
    Scarica gli orari in vigore il sabato, la domenica e nei festivi (pdf) – Il 1° gennaio 2026 non saranno effettuate le corse previste con partenza da TORINO autostaz. Fiochetto alle ore 8.30 e con partenza da VENARIA Parco alle ore 9.25.Per tutte le altre informazioni sulla Venaria Express, visita la pagina dedicata.

 

Centri di Servizi al Cliente

I Centri di Servizi al Cliente ricevono solo su appuntamento. Per prenotare clicca qui oppure scarica sul tuo smartphone l’app ufirst. 

I Centri di Servizi al Cliente osserveranno le seguenti variazioni rispetto ai consueti orari e aperture:

  • Stazione ferrioviaria Porta Nuova: chiuso nelle giornate festive del 25 – 26 dicembre 2025 e 1° gennaio 2026. Sarà aperto il 6 gennaio.
  • Corso Francia 6: chiuso nelle giornate festive del 25 – 26 dicembre 2025, 1° e 6 gennaio 2026.
  • Piazzale Caio Mario: chiuso dal 22 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026.

La biglietteria presso il Movicentro di Ivrea e la biglietteria di Rivarolo osserveranno i consueti orari di apertura.

Parcheggi

La sosta a pagamento nelle strisce blu sarà in vigore, in tutte le sottozone A, anche domenica 21 dicembre.

 

Malgrado tutto Buon Natale!

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Questo è un Natale speciale, messo in mezzo  a due guerre e due abortiti tentativi di pace. I pacifisti stanno dalla parte di chi fomenta la guerra e riempiono le strade di proteste e di violenza. Gli Angeli si asterranno dallo scendere sulla grotta di Betlemme e staranno nell’alto dei cieli. Chi dovrebbe stare dalla parte della pace sostiene per ignoranza che la forza difende la pace. La forza è parola di difficile definizione. E’  una lettura bignamesca di Machiavelli, priva di qualsivoglia caratura storica e intellettuale perché a tutelare la pace è la buona politica che non c’è più perché è affidata ad improvvisatori, magari dotati  di grossa o minima  corporatura, ma molto carenti di intelligenza politica. La democrazia è in crisi perché mancano i politici e quasi tutto è affidato alle  mani sbagliate di chi non legge, non studia, non conosce, non sa neppure parlare con correttezza sintattica e grammaticale. Il mio vecchio amico Gallino metteva già in luce anni fa che, quando la filosofia teoretica è latitante, anche il normale ragionamento ne risente. Stiamo perdendo il senso della storia e della politica e la pace dipende soprattutto da queste due componenti diventate molto rare. Anche una visione cristiana della vita è in crisi: le banalizzazioni populistiche di Papa Francesco hanno dato un contributo non indifferente ad un laicismo scristianizzante. Tornando al tema di questi giorni, vi confido cosa ho deciso. Per gli eventuali pro Pal, in realtà antisemiti persi, e i filoputiniani ho fatto una scelta molto semplice: ho allentato i rapporti con loro  fino  al punto da renderli inesistenti. Tentare di aprire gli occhi ai sempliciotti  e ai fanatici è impresa troppo onerosa, se non impossibile. Non leggo più le cose che scrivono e che   non meritano neppure mezzo minuto di attenzione. A Torino ci siamo per ora liberati della mina vagante tra il capoluogo e la Valle di Susa. Ho notato che ci sono potenziali facinorosi sostenitori per ora verbali del centro sociale che fa della violenza e del vandalismo la sua  unica ragione di vita. Troppi si sono rivelati a favore di Askatasuna. Anche qui farò lo stesso: chiudere ogni possibile futuro  rapporto. Con gli intolleranti, insegnava Popper,  si deve essere intolleranti. Io aggiungo che con i sostenitori a parole degli intolleranti bisogna essere intollerantissimi. Bisogna partire da certi professori che non possono imitare Toni Negri senza pagare il dazio. E  da certe professoresse indegne di salire in cattedra, sia pure  di scuole medie. Tra i vili sostenitori, magari sottovoce, dei violenti, paradossalmente, preferisco i violenti che offrono il petto agli idranti della polizia, che purtroppo  non riescono a raffreddare le teste calde portate  a delinquere. Certe teste sarebbe interessante sottoporle a Lombroso come se dovessimo fare un gioco perché esse non hanno nessun valore e nessuna utilità. E’ un brutto Natale, ma rifiuto la menzogna dei bottegai che attribuiscono la colpa di un Natale agitato alla Polizia e non al centro sociale che da trent’anni sconvolge la vita pacifica dei torinesi e dei valsusini. Speriamo che a Natale e Santo Stefano facciano tutti festa, astenendosi dai pensieri e dalle azioni abituali. Chissà che possano  recuperare  un po’ di responsabilità. Sarebbe un ottimo risultato che contribuirebbe ad una migliore  convivenza civile.
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Nella foto, la scritta apparsa sulla facciata della Gran Madre a Torino

Polizia di Stato, uno spot per augurare buone Feste

La Polizia di Stato anche quest’anno augura buone feste con uno spot che ha come protagonista la gente.

Donne, anziani, uomini, bambini con in mano un addobbo natalizio della Polizia di Stato si susseguono nelle immagini a ritmo di musica: un’allegoria per dimostrare la vicinanza e l’impegno quotidiano al servizio di tutti cittadini.

Sorrisi e abbracci sono il motivo conduttore del video augurale, che si conclude con uno sguardo al futuro: una bambina che, con l’aiuto di un poliziotto, riesce a raggiungere la cima dell’albero. Un gesto simbolico del #Essercisempre della Polizia di Stato, anche vicino alle nuove generazioni e al loro fianco per la legalità.

Le origini del Natale, la festa cristiana più celebre

PERCHE’  SI CELEBRA IL 25 DICEMBRE?

Il Natale e’ la festa piu’ importante della tradizione cristiana. Il 25 dicembre si commemora l’anniversario della nascita di Gesu’ Cristo, lo sanno tutti, ma non tutti sanno quale e’ la storia che ha portato a scegliere proprio questa data considerato che ne’ il Vangelo, a parte qualche riferimento di Matteo e Luca, ne’ la Bibbia riportano in quale mese nacque Gesu’. Per un periodo ci fu anche un dibattito nel mondo ecclesiastico all’interno del quale furono proposti diversi di giorni per le celebrazioni e alla fine si arrivo’ alla data che tutti conosciamo.

E’ il mondo romano che ci ha portato a festeggiare la nascita del Salvatore proprio il 25 dicembre, infatti questa festa prende spunto da due feste pagane che sono: i Saturnalia e il Solstizio d’inverno.

Saturno era il dio dell’agricoltura e del raccolto che nell’antica Roma si celebrava tra il 17 e il 23 di dicembre, in concomitanza con il solstizio d’inverno, il periodo più buio dell’anno, quando il sole sorge più tardi e tramonta prima. In quel periodo non si lavorava la terra e tutti si riposavano, anche gli schiavi che smettevano di servire i loro padroni. Venivano organizzati banchetti, ci si scambiava visite e regali e si aspettava il nuovo anno. Il solstizio d’inverno, o bruma per i romani, fu fissato da Giulio Cesare (calendario giuliano), nel 45 a.c., proprio il 25 dicembre che corrisponde secondo il calendario gregoriano, quello da noi utilizzato, al 21-22 dicembre. Dal giorno dopo, secondo il culto del Sole Invitto, o Sole vittorioso, le giornate ricominciavano ad allungarsi, si usciva dall’oscurita’.

Il vescovo greco ortodosso Epifanio di Salamina, venerato dalla Chiesa Cattolica, intorno al 226 si rese conto che tra le due tradizioni, quella pagana e quella cristiana, c’erano dei punti di contatto come la metafora della rinascita della luce sulle tenebre; Papa Giulio I, sulla scia di questa corrispondenza, nel 337 stabili’ che il 25 dicembre sarebbe stato celebrato il Natale, probabilmente anche con la speranza di convertire i romani al cristianesimo, e l’ Imperatore Giustiniano nel 529 rese la data festa ufficiale dell’Impero.

La piu’ antica fonte che riguarda il Natale celebrato dalla Chiesa di Roma e’ il Cronografo del 354 che riporta che il Natale Invicti ricorre, appunto, il 25 dicembre nel calendario civile.

Il sole invictus, l’uscita dal buio e dall’assenza di luce, dunque, ha messo insieme l’eliolatria, l’adorazione per questa grande sfera di idrogeno ed elio che e ’il sole, da parte dei pagani romani e la figura di Gesu Cristo che con la sua nascita diventa il simbolo della luce, della speranza e dell’uscita dall’oscurita’.

MARIA LA BARBERA

La felicità era un trenino a Natale

Natale è sempre Natale. A questo Natale ci siamo arrivati “faticanti “. In questa realtà fatichiamo. Guerre, morti sul lavoro e femminicidi e salariati che perdono il posto di lavoro. Ma arriva in soccorso il ricordo. Più è in là questo ricordo, più è dolce come il miele d’acacia. 65 anni fa. 3 anni. Come faccio a ricordarmi. Francamente non so.
Sono cose ancestrali e sinceramente sono frammenti, frammenti di vita, “visioni frasi spezzettate si affacciano alla mia mente…” non sono mie parole e per i pochi che non le conoscono: sono di Francesco Guccini. E per me Natale erano i trenini Marklin. Soprattutto era costruire l’insieme.
Passaggi a livello. Stazioni e tunnel con i binari e relativi scambi. C’era una punlsantiera da dove si governava tutto. Secondo la complessità dei plastici da sei bottoni da pigiare in su. Erano bottoni colorati in diverso modo ed ognuno con funzioni diverse.
Il bello era  ogni anno aggiungere nuove parti “allargando” ogni volta le dimensioni del plastico. La base era di compensato pressato. Ed era divertente accompagnare mio padre dai falegnami. Si trovavano in via Baltea oltre corso Vercelli. Mio padre dava la metratura e tempo 15 minuti era pronto il tutto. Larghe 1metro e cinquanta e lunghe fino a tre metri. Poi mio padre si caricava il tutto fino in via Cherubini 64. Poi quattro piani senza ascensore ed eravamo arrivati.
E l’erba sintetica. Sono dopo si cominciava a fissare i binari. E per l’appunto ogni anno si ingrandiva e almeno ogni due anni si cambiava base. Montato il tutto….sai quanti sogni ci ho fatto sopra. Dopo alcuni anni sono comparsi gli omini. Il capo treno o i passeggeri. Sintesi tra realtà e sogno diventato un film. E dovevi avere tanta ma tanta fantasia. Non potevi e non dovevi ripetere quella del giorno prima. Ti saresti sentito banale e ripetitivo.
Segnando il tempo che passava. Avevi tanto tempo davanti che si chiamava futuro.
Lo immaginavi e poi…diciamocelo…altro che telefonini. La televisione aveva al massimo due canali e dovevi aspettare le 17 40 per  i primi cartoni animati.
Ed il ricordo si trasforma in rimpianto.
Sapevi aspettare. Sapevi costruire. Sapevi inventarti delle storie. O perlomeno ci tentavamo. Qualcosa di indispensabile magari non sufficiente ma sicuramente necessario. La facevano  da padrone le storie tra indiani a cowboy. Ed oltre alla stazione paesi del far West con il Saloon.
Assalti ai treni. Erano i cattivi mentre tu eri sempre dalla parte dei buoni. Ovvio no?
Così Natale tra l’attesa dei giochi e la fantasia che ti riempiva la vita. E poi …dai …si cresceva e la contentezza durava fino all’Epifania. E ci ritroviamo qua 65 anni dopo.
Non è da poco. Addirittura amiche ed amici di allora non ci sono più. Morti troppo presto.
E dopo 65 anni capisci che quei trenini erano una metafora,  in fondo, della vita, della mia e nostra vita. Tra il viaggio per cercare qualcosa o qualcuno al costruire per essere.
Ma bando alle tristezze. Per tutti un buon Natale. Per tutti il diritto di un futuro migliore del presente.

PATRIZIO TOSETTO

Il regalo sotto la neve

 

Era la vigilia di Natale e il lago sembrava trattenere il respiro. Le acque scure del Verbano riflettevano le luci tremolanti delle case addobbate, mentre una neve sottile cominciava a posarsi sui tetti di Baveno, sulle aiuole del lungolago, sulle barche ormeggiate e sui rami spogli dei giardini nei pressi della riva. L’alito gelato dell’inverno scendeva dal Mottarone e increspava leggermente la superficie lacustre e una nebbiolina avvolgeva le isole del golfo Borromeo.

Carla, insegnante in pensione, viveva da sola in una villetta affacciata sul vecchio molo. Da quando suo marito era mancato, il Natale era diventato un giorno silenzioso, fatto di ricordi e fotografie. Quella sera, però, qualcosa la spinse a uscire. Indossò il cappotto di lana blu che lui le aveva regalato anni prima e scese verso il pontile. Le onde leggere parevano brividi provocati  come d’incanto dalla leggera brezza. E lì, proprio sulla panchina dove si sedevano ogni domenica, trovò una scatola avvolta in carta rossa, con un biglietto scritto a mano: “Per Carla. Il tempo non cancella ciò che è stato. Buon Natale”. Le si fermò il fiato e temette che lo stesso potesse accadere al cuore. Con le mani tremanti, aprì la scatola. Dentro c’era un piccolo carillon in legno, intagliato con la sagoma dell’ isola Superiore, quella dei pescatori. Quando lo attivò, partì la più celebre, dolce e familiare melodia di Natale: Stille Nacht, heilige Nacht – notte silenziosa, notte santa – conosciuta in italiano come Astro del ciel. Era la musica che il marito le suonava al pianoforte ogni vigilia. Carla si sedette, il volto rigato da lacrime calde, mentre la neve cadeva più fitta. Non c’era nome, né firma. Ma il dono parlava di lui, della loro storia, di un amore che il tempo custodiva ancora. Quella notte, per la prima volta dopo anni, Carla accese tutte le luci della casa. Mise il carillon sul caminetto, preparò il risotto al persico che lui adorava, e brindò al cielo, al lago, e a quel misterioso regalo che le aveva restituito uno dei ricordi più belli e il senso del Natale.

Marco Travaglini

Natale al museo. Tutte le aperture e gli orari speciali

Nel giorno di Natale resta aperto il Museo del Cinema, mentre le altre sedi museali prevedono orari straordinari durante le festività.

Il periodo natalizio non rappresenta solo una ricorrenza religiosa o un momento dedicato agli acquisti, ma può trasformarsi anche in un’occasione di arricchimento culturale, grazie all’ampia proposta di musei visitabili a Torino e nell’area metropolitana il 25 dicembre. Tra questi figura il Museo Nazionale del Cinema, che anche quest’anno accoglierà il pubblico nel pomeriggio di Natale. A partire da Santo Stefano, il museo sarà aperto con orario continuato dalle 9 alle 19; la Vigilia di Natale chiuderà invece alle 18. Il 31 dicembre l’orario sarà dalle 9 alle 18, mentre il 1° gennaio l’apertura è prevista dalle 14 alle 19.

All’interno del museo sarà possibile visitare la mostra “Pazza idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni”, curata da Carlo Chatrian insieme a Roberta Basano ed Elena Boux, allestita nell’Aula del Tempio. Spazio anche ai Manifesti d’artista, a cura di Nicoletta Pacini e Tamara Sillo.

Il 25 dicembre resteranno chiusi i musei della Fondazione Torino Musei — GAM, Palazzo Madama e MAO — che apriranno invece il 24 dicembre dalle 10 alle 14 e il giorno di Santo Stefano dalle 10 alle 18. Il Museo Egizio non sarà visitabile né a Natale né a Santo Stefano; sarà aperto alla Vigilia fino alle 14 e in diverse date successive — sabato 27, domenica 28, martedì 30 dicembre, sabato 3 e domenica 4 gennaio — dalle 9 alle 20. Lunedì 5 gennaio l’orario sarà dalle 9 alle 18.30.

La Reggia di Venaria chiuderà il 24 dicembre alle 15 e riaprirà il 26 con il consueto orario; dal 26 dicembre al 5 gennaio sarà inoltre possibile visitarla anche in fascia serale, per vivere un’atmosfera particolarmente suggestiva. Il Museo del Risorgimento resterà chiuso il 24 e 25 dicembre e riaprirà da Santo Stefano con il percorso espositivo dedicato alla mostra “Briganti, storie, immagini dal Risorgimento a oggi”.

Il MAUTO consentirà di ammirare una delle più importanti collezioni automobilistiche al mondo nel pomeriggio di Natale, dalle 14 alle 19. Il 24 e il 31 dicembre l’apertura sarà dalle 10 alle 14, mentre il 1° gennaio dalle 14 alle 19. Le Gallerie d’Italia saranno aperte il 24 dicembre dalle 9.30 alle 18, resteranno chiuse il giorno di Natale e riapriranno a Santo Stefano dalle 9.30 alle 19.30. Il 31 dicembre l’orario sarà dalle 9.30 alle 15, il 1° gennaio dalle 14 alle 19.30 e lunedì 5 gennaio dalle 9.30 alle 19.30. Infine, la Fondazione Accorsi Ometto sarà visitabile il giorno di Santo Stefano dalle 10 alle 19, resterà chiusa il 31 dicembre e riaprirà il giorno di Capodanno dalle 14 alle 20.

Mara Martellotta

Che colore indossare a Natale?

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E’ tradizionalmente il rosso il colore indicato non solo per la tavola di Natale, ma anche per l’abito. Non preoccupiamoci se ci dona o no: il True Red di Pantone, come è il rosso di Natale, rientra tra i colori esistenti in natura e adatti a chiunque. Non a caso, forse, Valentino lo scelse come colore principe delle sue collezioni, tanto da parlarsi di “rosso Valentino”.

Il bianco panna è un altro colore adatto al Natale. Presente da anni non soltanto in montagna ma anche nell’abbigliamento invernale in città, risulta particolarmente raffinato, in inverno, per le persone con capelli biondi o comunque non troppo scuri. A Natale può essere arricchito da qualche dettaglio in oro giallo. Da evitare, invece, l’accostamento rosso-oro.

Il nero, o blu notte, rimane, specie per le serate di festa.  Di tendenza, quest’anno, il testa di moro, in tonalità fredda.

E poi…libertà: un colore che amiamo e ci renda felici, sempre che ci doni!

Evitiamo i colori forti, aggressivi, audaci, sgargianti, anche nei dettagli, come una sciarpa su un cappotto: non si addicono al Natale.

E’ una festa gioiosa, familiare, fantastica in presenza di bimbi. Per gli adulti, riaccende ricordi, spesso commoventi, che intridono la gioia di dolce malinconia. Permettiamo, dunque, che in questo speciale giorno dell’anno ognuno indossi l’abito del colore che lo rispecchia, evitando pacchianerie, nel segno della ricorrenza religiosa.

Buon Natale!

Chiara Prele