NASCE L'ALTERNATIVA AL TECHNOPOLE MILANESE

Parco della salute, Regione e Università insieme

Secondo gli assessori regionali alla Sanità e alle Attività produttive, non sarà solo un nuovo e moderno ospedale, ma un’infrastruttura nella cui realizzazione si intrecceranno le politiche sanitarie, quelle per la ricerca scientifica e quelle per l’innovazione industriale

molinette2Il giorno dopo il via libera del ministero della Salute allo studio di fattibilità del Parco della Salute di Torino, la Regione Piemonte non perde tempo e presenta il progetto legato alla ricerca. L’assessore alla sanità della Regione Piemonte intervenendo ieri mattina agli “Stati generali della Ricerca sanitaria”, in corso a Roma, ha anticipato parte del lavoro che in questi mesi la Regione Piemonte ha avviato con l’Università di Torino: un approfondimento per definire il progetto organico e dettagliato sulle attività di ricerca e sulle possibili collaborazioni industriali che potranno essere ospitate dal Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino. La prova – secondo gli assessori regionali alla Sanità e alle Attività produttive – che non sarà solo un nuovo e moderno ospedale, ma un’infrastruttura nella cui realizzazione si intrecceranno le politiche sanitarie, quelle per la ricerca scientifica e quelle per l’innovazione industriale: il Parco della Salute con il coinvolgimento delle aziende ospedaliere universitarie di Torino e del San Luigi di Orbassano, in sinergia con la Città della Salute di Novara e l’Università del Piemonte Orientale, doterà il Nord Ovest di un polo di eccellenza in grado di competere e di collaborare alla pari con il futuro Technopole che sorgerà nell’area dell’Expo. universitàLa Scuola di Medicina dell’Università di Torino ha proposto di sviluppare all’interno del Parco della Salute e della Scienza le attività di ricerca focalizzate su tre aree – ricerca e sperimentazione clinica sia di farmaci sia di tecnologie biomediche: ricerca di base e traslazionale, ricerca nell’ambito delle tecnologie biomediche – con il coinvolgimento di almeno mille tra docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo. La ricerca clinica e soprattutto la sperimentazione clinica, sia di farmaci sia di tecnologie biomediche, avverrebbe direttamente all’interno dell’ospedale del Parco della Salute e della Scienza, e per la sperimentazione clinica sarà necessaria la disponibilità di Centri di Ricerca Clinica adeguati alle norme internazionali per arrivare alla sperimentazione di farmaci e tecnologie in tutte le sue fasi. Si dovrebbero poi aggiungere spazi di assistenza clinica implicitamente legati ad attività complementari di ricerca nei settori della biochimica clinica, della anatomia patologica, della microbiologia e virologia, della radiologia/medicina nucleare e radioterapia. Le attività di ricerca di base, pura e traslazionale troverebbero invece spazio nel centro di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute (da tempo operante quale struttura di eccellenza, che ricava quasi il 50% del proprio budget da collaborazioni con l’industria) per attività di ricerca di alto livello scientifico internazionale. Centro da poco qualificatosi come hub per l’Imaging Medico (connesso all’ European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg) nella Large Scale Facility pan-europea per l’Imaging (Euro-BioImaging). In queste sedi di ricerca, pressoché contigue, si prevede di sviluppare i temi di ricerca raggruppabili in quattro principali piattaforme: a) oncologia; b) neuroscienze; c) biotecnologie; d) cardiovascolare ed endocrino-metabolico. In particolare il primo modulo che si intende sviluppare è quello sull’oncologia toracica  e sull’onco-ematologia che rappresenterà un modello da replicare in una seconda area che sarà la clinica cardiovascolare ed endocrino-metabolica. Lo sviluppo, il consolidamento e i risultati del primo modello serviranno da riferimento per ulteriori iniziative.molinette Su tutte e tre le aree di sviluppo è attualmente in corso uno specifico approfondimento per giungere ad un progetto organico e dettagliato delle priorità di ricerca e delle possibili collaborazioni industriali: l’approccio ad un sistema salute integrato in coerenza con quanto previsto sia dalla strategia nazionale sia da quella regionale di specializzazione intelligente, passa attraverso lo sviluppo di un adeguato coinvolgimento del sistema industriale, oltre che naturalmente con la sfera dei comportamenti alimentari, della qualità del cibo e dell’attività fisica, per quanto riguarda la prevenzione. In questo quadro – ricordano i due assessori regionali – anche i fondi strutturali europei (in particolare il POR-FESR) può costituire una leva utile, attraverso le misure di policy fin qui avviate, pensate per l’attrazione di significativi investimenti in ricerca e sviluppo da parte di grandi gruppi internazionali, come la misura per  l’“Industrializzazione dei Risultati della Ricerca”; la qualificazione delle PMI piemontesi, come la misura per i “Poli di Innovazione” (tra cui soprattutto il Polo sulle tecnologie della salute, Biopmed, gestito dal Bioindustry Park “Silvano Fumero”), e quella per “l’innovazione sostenibile dei processi delle PMI”; l’evoluzione dell’ecosistema dell’innovazione piemontese, come la misura per lo sviluppo e la messa in rete delle “infrastrutture di ricerca” aperte, o quella per le imprese start-up e spin-off della ricerca, sviluppate in collaborazione con gli incubatori universitari, senza trascurare le iniziative di policy tese a favorire il raccordo delle attività di ricerca industriale piemontese con quelle di imprese di altri territori d’Europa. Adjusting Google GlassUna risposta concreta anche al progetto milanesi di Technopole, con il quale il Piemonte attraverso il Parco della Scienza di Torino e la Città della Salute di Novara, vuole competere: una riposta concreta per attrarre significativi investimenti in ricerca e sviluppo da parte dei grandi gruppi internazionali, contribuire alla qualificazione delle piccole medie imprese piemontesi e allo sviluppo del sistema dell’innovazione piemontese, che non vuole essere seconda ai ‘cugini lombardi’. Intervenendo nella tavola rotonda sul tema della ricerca finalizzata finanziata dal ministero della Salute tramite appositi bandi, l’assessore regionale alla Sanità ha ricordato come ad ogni bando il Piemonte già oggi presenta di norma più di cento progetti e risulta vincitore con un numero variabile tra gli otto e i dodici, la metà dei quali presentati da giovani ricercatori. Nell’ultimo bando di ricerca del 2013, otto progetti presentati da ricercatori piemontesi di cui tre giovani sono risultati vincitori, per un finanziamento totale di più di 2 milioni di euro.