Molti sostengono che Renzi é pronto e con i fedelissimi farà un altro partito di centro. Del resto fanno notare i cattivi: i democristiani e gli ex democristiani non sanno stare lontano dal Potere

I “giocatori di poker” alimentano la vocazione al suicidio del Pd

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
La vocazione al suicidio del Pd si è fatta sistema. Unica giustificazione: l’ indeterminatezza regna sovrana. Continuano i giocatori di poker che nelle loro dichiarazioni dicono di avere carte vincenti che non hanno. Del resto poco ci si poteva aspettare da chi ha vinto le elezioni sulla base di menzogne. Con promesse elettorali irrealizzabili. Demagogia assoluta che non rende meno gravi gli errori del Pd renziano. Rimane la garbata pazienza del nostro Presidente della Repubblica che invitando alla calma cerca nel tempo la possibilità di dare al paese un governo. Necessità sollecitata anche dall’ Europa.  Staremo a vedere, ma il malato più grave continua ad essere chi ha perso le elezioni. La gravità della malattia impone scelte radicali di rottura con il passato. Mi sembrava che la proposta di Chiamparino su nome di Salizzoni andasse in questa direzione. Ma ecco le contestazioni. Il Senatore Mauro Laus non ci sta e contesta il metodo di scelta. Strano, é tra i pochi appagato della sua elezione a Senatore. Da oltre 20 anni il suo principale obiettivo in politica. 20 anni e lui sa aspettare cogliendo il momento propizio.  A chi gli chiedeva: quando a Roma? Rispondeva: a tempo debito. Grande lavoratore. Pensate che immigrato e laureato il suo primo lavoro nella coop Rear assunto come portalettere e uomo tutto fare. Base elettorale lucana, proprio uno che si é fatto tutto da solo. Con i suoi vezzi. Vestiti confezionati da artigiani sarti della sua regione, la Basilicata. E persino uscito indenne da un apposita commissione regionale che doveva appurare se il suo ruolo di presidente della coop Rear fosse incompatibile con il ruolo di consigliere Regionale. Superata questa prova si dimette da presidente ma i bene informati fanno notare che al suo posto sono stati eletti amici e “parenti” . All’ufficio del lavoro si ricordano di lui e della coop, era il più gettonato per cause di lavoro. Ma lui va avanti. 3 volte eletto in consiglio regionale diventa presidente dell’Assemblea. Lascia parte dei suoi sodali lucani e diventa fassiniano doc. Il resto è storia recente. E il Chiampa è infastidito, anzi proprio arrabbiato. Ma qui c’è, almeno per il sottoscritto, la prima vera sorpresa. Telefono e messaggio chiedendo a politici pd nostrani: che succede ? Pensando che le risposte fossero a favore di fatto del Chiampa. Errore. Grande rispetto per la risorsa politica del governatore uscente ma non é più tempo di scelte fatte in solitaria. Insomma Mauro Laus ha ragione. Bene, facciano loro che sono del Pd. Ma quando un’ azienda é sull’orlo del fallimento chiede il concordato preventivo e  il commissario scelto ha ampi poteri. Superata l’ emergenza si può tornare ad una dinamica normale. Penso che non ci sia in tutta la storia repubblicana un caso come quello del Pd che nel giro di 4 anni passi dal 40 % delle Europee al 18 delle politiche. La proposta di Salizzoni era una proposta ottima. Vediamo perché. Innanzitutto perché non è del Pd e non è mai stato del Pd. Secondo, è un luminare, come dimostrato da ciò che ha fatto come chirurgo. Ha rifiutato per tutta un vita offerte a 100 mila dollari ad operazione. Ha rifiutato per essere coerente con i suoi ideali di eguaglianza sociale. Onestà intellettuale e morale. Mi sembrano qualità non da poco. Un azzardo? Fosse anche é ciò d cui ha bisogno un partito che si autodefinisce di sinistra, seppur con venature di centrismo.  E nell’ azzardo ci sono rotture con il passato. Basta con le nomenclatura. Basta con la casta. Un sospetto. Laus è diventato amico politico di Gariglio che ha mal ha digerito la defenestrazione da segretario regionale? Se fosse vero muoia Sansone con tutti i filistei. Un altro sospetto. Molti sostengono che Renzi é pronto e con i fedelissimi farà un altro partito di centro. Del resto fanno notare i cattivi: i democristiani e gli ex democristiani non sanno stare lontano dal Potere.  Il dissolvimento è dietro l’ angolo. Poco importa perdere le elezioni regionali. E dunque poco importa proporre candidati credibili. Oramai a pochi importano le sorti del Pd.
(foto: il Torinese)