La sindaca Chiara Appendino si trova a dover affrontare le prime grane. Poca cosa, in verità, rispetto ai grandi problemi che inevitabilmente si presenteranno sul percorso di un sindaco di una grande città. Visto che di rogne ce ne sono già tante, allora perché cercarsene altre gratuitamente? Si dirà che i pentastellati sono duri e puri e non ricorrono a compromessi. Bene, ma quando si tratta di governare tutta la comunità, anche quella che ha votato per altri candidati, bisogna giungere inevitabilmente a dignitose, legittime e doverose mediazioni: proprio come faceva la politica seria, quella di una volta. La sindaca, oltre a voler mettere a dieta i torinesi favorendo l’alimentazione “vegetariana e vegana su tutto il territorio cittadino”, facendo imbufalire i macellai che – dal canto loro – colgono la palla al balzo e rilanciano la bontà della bistecca, si propone anche di spegnere gli impianti wi-fi, potenzialmente pericolosi per la salute, “riducendo il tempo e la quantità delle emissioni in modo che sia garantita la connettività per lo stretto necessario”, ad iniziare dalle scuole. Questo almeno è scritto nel programma che deve passare all’esame del consiglio comunale per l’approvazione. E’ vero che la sindaca ha poi corretto parzialmente il tiro, dopo che Repubblica ha dato la notizia. : “Si tratta di eliminare le emissioni superflue riducendo tempo e/o quantità delle emissioni in modo che sia garantita la connettività. Non ho mai detto che il wi-fi è nocivo”. Insomma, tanti sogni alla “salviamo il pianeta” – tanto puri quanto ingenui e velleitari – fanno onore a chi immagina di realizzarli. Ma quando si governa è meglio risvegliarsi e fare i conti con la realtà.