“L’emergenza incendi non è finita. Lo stato di massima allerta sul territorio regionale permane. Siamo nella fase emergenziale: i danni e le responsabilità li valuteremo in un secondo momento. Sino a quando non arriveranno due belle giornate di pioggia, saremo costretti a continuare a operare con la più grande attenzione e la totale allerta”. Così l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ha aperto le comunicazioni sull’emergenza incendi, richieste da Francesca Frediani (M5s) e Roberto Ravello (Fdi) nel Consiglio regionale del 31 ottobre.
L’assessore ha ricordato che la situazione climatica di siccità perdurante che si prolunga da diversi mesi fuori da qualsiasi serie storica della meteorologia crea emergenza su tutto il territorio piemontese. “Non è finita ma oggi è sotto controllo”, ha precisato.
Il presidente Sergio Chiamparino, intervenuto a fine dibattito, ha precisato che per queste emergenze “Oltre ai fondi di coesione sociali di 40 milioni per il dissesto idrogeologico, abbiamo a disposizione 82 milioni da portare al Cipe, di cui 40 sono già stralciati per Gtt e il trasporto pubblico: ne restano 42 per intervenire e ragioniamo insieme su come utilizzarli”.
Valmaggia ha continuato ricordando che dal 10 ottobre è stata dichiarata la massima pericolosità, successivamente si sono verificati molti focolai in diverse province. Sino a oggi sono stati contati ben 135 focolai di incendio e altrettanti interventi in quasi tutte le province del Piemonte, in particolare Cuneo e Torino. Il numero di focolai è aumentato nell’ultima settimana.
L’organizzazione dei mezzi aerei in Piemonte ha una flotta di 6 elicotteri con un contratto forfettario annuale. Dall’inizio dell’anno è stato dichiarato lo stato di massima pericolosità per 113 giorni nelle province di Torino, Biella, Vercelli, Novara, Vco e 149 giorni a Cuneo, Asti, Alessandria. “Quindi il budget è stato esaurito dopo sei mesi, per questo la Giunta ha dato copertura economica straordinaria per sostenere gli interventi di spegnimento della flotta”, ha detto Valmaggia.
La situazione climatica, la secchezza e il vento in concomitanza con la temperatura mite hanno facilitato una predisposizione consistente all’incendio. Il vento, oltre a diffondere il fuoco, ha impedito in alcuni casi il volo dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi.
La Regione ha garantito l’utilizzo dei mezzi ogni volta che la sala operativa dei Vigili del fuoco ha segnalato la necessità di intervento. Primo obiettivo è stato quello di garantire l’incolumità delle persone “e devo dire che per il momento non ci sono state vittime o feriti, il secondo quello di salvaguardare le abitazioni e le case: ad esempio a Caprie il fuoco circondava l’abitato ed è stato contenuto”.
“Eventuali doli saranno verificati dai carabinieri forestali”, ha concluso Valmaggia, ringraziando
il personale istituzionale e volontario che in questi venti giorni ha lavorato in modo sinergico, con grande disponibilità anche da parte dei sindaci e dei cittadini, che hanno dato un imprescindibile contributo”.
Si è quindi aperto il dibattito con gli interventi dei consiglieri regionali
Frediani ha detto che si sarebbe aspettata una risposta più esauriente: ci sono diversi punti che non appaiono chiari rispetto alle modalità di intervento. Tutto questo senza considerare le ripercussioni che lo smantellamento del corpo forestale ha causato. Frediani ha ringraziato i volontari, perché altrimenti i danni sarebbero stati ancora più gravi. Ma da quanto ha visto sul campo la consigliera ha sottolineato che gli interventi in Valle di Susa sono stati molto tardivi. L’impressione di Frediani è che la situazione sia stata presa sottogamba e che l’”esageruma nen” spesso ripetuto dal presidente sia stato preso alla lettera con un’azione blanda e poco efficace.
Davide Gariglio (Pd) si è associato al ringraziamento rivolto alle persone che hanno “retto botta” di fronte alle situazione drammatica che ci siamo trovati a fronteggiare. C’è un grande esercito di piemontesi che si è mobilitato e bisogna ringraziarli, così come va apprezzata l’azione della Giunta e di molti consiglieri regionali sul territorio. Una volta affrontata l’emergenza, si deve andare a ricercare e colpire pesantemente coloro che sono stati la causa di questi incendi. Di fronte a un dramma come questo, secondo Gariglio, bisogna invece evitare operazioni di sciacallaggio politico da parte di alcuni che invece di operare sul campo, si mettono su internet a criticare chi sta lavorando.
Gilberto Pichetto (Fi) ha aggiunto che una serie competenze ce l’hanno anche le Province e le Città metropolitane ma la presidente Appendino è stata assente durante tutta la crisi e “ho pensato si fosse dimessa anche lei insieme al suo capo di gabinetto”. Secondo il consigliere sarebbe però stato opportuno l’utilizzo dell’esercito. La Giunta deve chiarire quanto successo e le disfunzioni che ci sono state, anche per guardare avanti. Il Piemonte non può più permettersi d’essere vittima di una situazione per cui chi ha la competenza non è stato in grado di gestire appieno l’emergenza. “In ultimo – ha concluso – chiedo che sia svolta relazione in commissione sulle procedure da adottare in momenti come questo”.
Stefania Batzella (Mli) spiega che il territorio ha subito un danno epocale e molti cittadini hanno subito intossicazioni da fumo. È stata chiusa anche la Torino Bardonecchia, perché non c’era visibilità a causa del fumo. Numerose baite sono state rase al suolo dal fuoco. Occorrono risorse, materiali, formazione dei volontari. La Regione deve insistere perché il governo conceda lo stato di emergenza.
Roberto Ravello (Fdi) è intervenuto chiarendo che non è giusto fare polemiche politiche nel momento dell’emergenza. “Come ex assessore all’Ambiente devo dire che il sistema Aib piemontese ha fatto scuola in Italia. Ho usato il verbo passato, perché forse qualche riflessione sull’attuale sistema degli anti incendi boschivi bisogna farla. Non posso dimenticare le scellerate modalità che hanno portato allo scioglimento del corpo forestale: non basta individuare un organismo con un elenco di competenze contenute in un decreto. Bisogna mettere in condizione di lavorare le persone”.
Gianluca Vignale (Msn) ha riferito che raramente ha visto cittadini tanto arrabbiati come in questa occasione, per aver percepito una lontananza tra i loro territori e le istituzioni che è stata siderale. “Tra i motivi che ci hanno portato a questo, ricordiamo che il 14 ottobre parte della nostra Regione bruciava già: bastava vedere le previsioni del tempo per sapere che ci sarebbe stato un vento caldo oltre i 100 chilometri orari. In quel momento si doveva intervenire con la puntualità e determinazione che si sono viste soltanto alla fine”. Molti roghi hanno origine dolosa, “per questo sarebbe stata importante la presenza dell’esercito sul territorio, anche per prevenire”.
Elvio Rostagno (Pd) dice di aver provato, sul campo, gli stessi sentimenti provati durante l’alluvione: c’era gente che si dava da fare senza polemizzare. Il Piemonte ha dimostrato di essere una comunità che si tira su le maniche e si dà da fare. “Ovvio che ci siano dei problemi, non ricordo un evento catastrofico dove tutto sia andato bene. Dobbiamo richiedere più mezzi. Gli amministratori devono essere formati”.
Federico Valetti (M5s) ha spiegato che alcuni consiglieri sono stati sul campo e non ci sono loro foto che circolano. Altri invece amano fare le passerelle, ma i cittadini non vogliono vedere le istituzioni che fanno passerelle. La settimana scorsa in Consiglio Valmaggia ci diceva che era tutto sotto controllo, ma in val Germanasca era due settimane che assistevamo a incendi. “Sapete cosa dicono gli Aib locali? Che mancava il coordinamento delle forze aree”, ha affermato. Si è sotto controllo quando è tutto spento. Oggi ci sono 2 mila ettari di territorio bruciato.
Claudia Porchietto (Fi) rileva come da sei mesi questo Consiglio regionale assista alla lotta tra due forze politiche che si scambiano continuamente accuse. Forza Italia non vuole entrare in queste polemiche, “ma do un suggerimento al presidente Chiamparino: ogni tanto bisognerebbe essere capaci a chiedere scusa alle comunità. Dobbiamo ammettere che qualcosa non ha funzionato”.
Daniela Ruffino (Fi) aggiunge che “il nostro gruppo ha presentato una mozione chiedendo cose chiare e concrete: l’utilizzo dell’esercito che già presidiano i cantieri Tav, un accordo con il governo per acquisto aerei, la manutenzione delle montagne”. Poi piste tagliafuoco, tutela delle borgate, un piano regionale che sappia dare delle risposte.
Walter Ottria (Mdp) dice che il tema della responsabilità è un tema complesso, spesso i cittadini sono arrabbiati e lo sono a ragione. È indispensabile dopo aver affrontato la fase contingente uscire dalla fase emergenziale, mettere in atto azioni per evitare il ripetersi di queste situazioni. “Dobbiamo inziare a programmare interventi strutturali per mettere in sicurezza il territorio, dobbiamo chiedere risorse al governo”.
Giorgio Bertola (M5s) afferma di aver visto il capogruppo del Pd spazientirsi per le comunicazioni, ma anche l’assessore Valmaggia dire che è tutto sotto controllo e sperare nella pioggia. “Nel gennaio 2017 avevo presentato un’interrogazione per chiedere come sarebbero cambiate le politiche di intervento con la riforma della forestale. Ma questo purtroppo non è un film, è la realtà. Non serve essere allenatori per capire che l’emergenza è stata sottovalutata da Chiamparino”. Inoltre, “chiediamo il rispetto della legge nazionale che prevede il divieto di caccia di 10 anni nelle aree incendiate e la creazione di zone cuscinetto per il ripopolamento della fauna”.
Il presidente Chiamparino, rispondendo a Porchietto di non sentirsi “nella posizione di dover chiedere scusa”, in apertura si è unito “ai ringraziamenti nei confronti di chi ha operato, il presidente Mattarella mi ha chiesto di portare la sua gratitudine a tutti coloro che hanno affrontato questa emergenza, tutta quella comunità che intorno ai loro sindaci ha contrastato quanto è successo”.
Chiamparino, invece, non ringrazia “chi ha voluto strumentalizzare a fini biecamente politici una calamità che ha colpito la nostra comunità. Queste accuse vengono indirettamente rivolte a tutti coloro che avete ringraziato, vigili del fuoco, protezione civile eccetera”.
Ha ripercorso gli eventi ricordando di aver allertato il ministro degli interni, il nuovo capo della protezione civile e aver immediatamente predisposto tutti gli atti perché nessun limite di budget potesse impedire gli interventi. “Per questo, consigliera Porchietto, non ho da chiedere scusa a nessuno”. Si è agito come un sistema ognuno per le proprie responsabilità. Sicuramente qualche riflessione sulla riforma della Forestale andrà fatta.
Non ci sono danni a prime case, non ci sono danni rilevati al momento agli allevamenti.
Nel pomeriggio la seduta è proseguita con gli interventi di altri consiglieri.
Paolo Allemano (Pd) ritiene sia importante non assumere i social network come centro del ragionamento, ma che si debba capire quali siano i veri responsabili di questa emergenza. Esistono due fattori determinanti: da un lato la situazione ambientale, dall’altro il fattore umano. Leggere che un ragazzo di 15 anni avrebbe appiccato un fuoco per vedere i vigili in azione, vuol dire che abbiamo un problema sociale grande come una casa.
Mauro Campo (M5s) dice che si è parlato poco dell’antefatto della situazione creatasi. Era noto che la Forestale fosse stata soppressa e il piano forestale regionale antincendi doveva essere aggiornato, ma non è stato fatto. La mancanza di precipitazioni era prevista, così come la probabilità di incendi. Il problema, sostiene il consigliere, non è stato affrontato con la dovuta attenzione e lungimiranza.
Marco Grimaldi (Sel) afferma che sono questi i momenti in cui il dibattito politico deve essere costruttivo. Da tempo Sel ritiene che la riforma Madia sulla Forestale fosse da ripensare. Quanto all’utilizzo dell’esercito, doveva essere limitato all’incolumità delle persone e in secondo luogo non possiamo dimenticare che siamo di fronte al più grande cambiamento climatico al quale si somma la follia dell’uomo. Grimaldi chiede: “Possiamo dire che forse la presenza di esercito e carabinieri avrebbe dissuaso i piromani e sgravato chi stava tentando di contenere gli incendi?”.
Diego Sozzani (Fi) tornando all’informativa dell’assessore, il consigliere la ritiene abbastanza lacunosa. Si sarebbe aspettato anche un discorso politico sulla funzione della Protezione civile piemontese: e l’attesa della pioggia sembra quasi un anelito religioso. Ci vuole programmazione e uno spirito diverso da quello di andare in Chiesa e pregare la Madonna che faccia piovere. Il consigliere vorrebbe sapere dall’assessore perché la Giunta abbia bocciato decine e decine di emendamenti che chiedevano più fondi per la Protezione civile e per i mezzi.
Antonio Ferrentino (Pd) ricorda che la Protezione civile piemontese è un’eccellenza nazionale. Ricorda che quando fece costruire una pista forestale in Val di Susa fu insultato sui social e accusato di essere un cementificatore, ma le piste forestali sono necessarie per permettere agli operatori di spegnere gli incendi.
Paolo Mighetti (M5s) afferma che si stia facendo confusione. Il problema non è tanto l’intervento, ma la mancanza di preparazione preventiva per affrontare un problema che era prevedibile. La situazione del governo del territorio in Italia non ci conse nte nemmeno di fare le cose più semplici. Come informare i cittadini sul sito della Regione, per esempio.
Alfredo Monaco (Rc) spiega di aver assistito a scene che giudica surreali, come i cittadini che si lamentano sui media di essere stati dimenticati dai media. Su ogni tema ovviamente ci sono stati tanti emendamenti che chiedevano più risorse, però oggi è facile affermare “l’avevamo detto”. La realtà è che in canadair c’erano, però non potevano operare a causa del forte vento.
Davide Bono (M5s) ricorda che la prevenzione incendi è competenza e responsabilità della Regione. Non le abbiamo fatte noi le leggi. La convenzione con il Coordinamento volontario antincendi boschivi è finanziata con un milione di euro. “È sufficiente oppure no? Lo è solo nell’emergenza o anche nell’ordinaria amministrazione? Abbiamo messo in assestamento risorse per il materiale di consumo base e banale?” si è chiesto.
Massimo Berutti (Fi) rammenta che quando succedono situazioni di questo tipo è fin troppo facile voler puntare il dito. Oggi parliamo d’incendi, negli anni scorsi abbiamo parlato di alluvioni. Le scelte devono essere forti quando s’interviene nelle aree boschive. Bisogna essere realisti. Il problema si pone anche per i greti dei fiumi. “Se aspettiamo gli stati di calamità non andiamo da nessuna parte”.
L’assessore Valmaggia ha concluso spiegando che la replica “sarebbe lunga e avremo occasione di approfondire in ambito di Commissione. Dico solo che l’emergenza non è finita ed è ancora troppo presto per un conto obiettivo dei danni”.
Il vicepresidente Aldo Reschigna è quindi intervenuto per la parte finanziaria, chiarendo che la prospettiva è muoversi con i fondi di coesione e si prevedrebbe sostanzialmente di destinare un pezzo per la pulizia fiumi e torrenti e un pezzo alle aree oggetto dell’emergenza incendi per riforestazione e manutenzione di quella parte delle montagne con tagliafuoco. Dovremmo anche nei prossimi mesi affrontare il tema dei bacini di accumulo dell’acqua sia per quanto riguarda l’emergenza idrica sia per quanto le difficoltà di approvvigionamento di queste settimane.
gm – www.cr.piemonte.it
Approvati alcuni documenti per chiedere maggiori risorse per contrastare gli incendi boschivi
Dopo il dibattito conseguente alla comunicazione dell’assessore regionale alla Protezione civile, Alberto Valmaggia, nella seduta del 31 ottobre, sono stati approvati alcuni atti d’indirizzo:
Quello con primo firmatario Elvio Rostagno (Pd) impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo centrale per incrementare le risorse finanziarie a favore: della flotta aerea dedicata allo spegnimento degli incendi; della protezione civile e dei volontari Aib piemontesi; delle moderne tecnologie dedicate alla rilevazione dei focolai d’incendio. L’impegno dell’Esecutivo è richiesto anche per supportare gli Enti locali nell’aggiornamento dei Piani di protezione civile, per collaborare con l’Anci Piemonte sul piano della formazione degli amministratori locali per la gestione delle emergenza, sostenendo l’informatizzazione necessaria e le operazioni di bonifica e ripristino dei suoli, oltre a valutare la possibile interruzione dell’attività venatoria.
Approvato anche quello con primo firmatario Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) impegna la Giunta regionale a garantire le risorse necessarie per i mezzi e le dotazioni agli operatori della Protezione civile.
Passata anche una mozione del gruppo FI, primo firmatario Gilberto Pichetto, impegna l’Esecutivo regionale a valutare la richiesta d’intervento delle Forze armate, considerato che reparti alpini sono già in zona, a lanciare un appello affinché venga rivista la gestione degli ex forestali, a chiedere alla Conferenza Stato Regioni che si attivi per il potenziamento dei mezzi antincendio, velivoli compresi, oltre ad intervenire per preservare la fauna scampata alle fiamme e a valutare la bontà delle procedure attuali.
Respinto un documento presentato dal gruppo M5s, prima firmataria Francesca Frediani, che chiedeva azioni tempestive per far fronte all’emergenza incendi.
ab