IL TIRANESE. IL LINK DEL TORINESE SUI BALCANI

Sorpresa Albania, il turismo decolla

sarandatiranese23Istat, mete turistiche 2015. La vera sorpresa è l’Albania

La Croazia è al terzo posto, dietro Spagna e Francia, tra le mete turistiche più gettonate dagli italiani in viaggio nel 2015. Ma la vera sorpresa è l’Albania, spinta anche dai molti cittadini albanesi residenti in Italia, che spunta al sesto posto assoluto. È quanto rivelano le statistiche diffuse dall’Istat sulle destinazioni turistiche più gettonate dagli italiani in viaggio nel 2015. Dai dati emerge che crescono le mete italiane per divertimento passando dal 79,7 all’81,1 per cento, mentre l’estero cala dal 20,3 al 18,9 per cento. La Croazia spicca con l’8,6%, che sale al 10,7% nel periodo estivo. Per l’Albania la percentuale è del 5,7%.

tiranaArchitettura a Tirana, una mostra racconta l’abusivismo degli anni ’90

All’architettura residenziale informale, ovvero all’abusivismo edilizio a partire dal 1991 in Albania, è dedicata la mostra, “Evoked – Architectural Diptychs”. A ospitarla la Fab Gallery-Università delle Arti di Tirana. Organizzata dall’Agenzia Nazionale della Pianificazione del Territorio, Politecnico di Bari e Intbau (International Network for Traditional Building, Architecture & Urbanism) in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, ”Evoked” racconta l’incompletezza delle costruzioni e, in particolare, il processo di occupazione delle strutture che ha comportato una nuova immagine del paesaggio albanese, soprattutto di quello costiero. Partendo da 16 scatti realizzati dal fotografo albanese Albes Fusha, 32 architetti italiani e albanesi hanno elaborato le loro visioni, che daranno vita a un dibattito sul tema dell’architettura informale e sulle potenzialità di questi edifici. L’esposizione rimarrà aperta la pubblico fino a domenica 6 marzo.

Comlek, coniglio all’albanese

CONIGLIOtiranese23In Albania i piatti a base di cacciagione e carne in genere sono molto apprezzati e questo piatto tradizionale è davvero gustoso. Aceto, spezie e cipolle per una ricetta saporita. Ecco come prepararla

Ingredienti

1 coniglio fatto a pezzi
2 cucchiai di passata di pomodoro o 350grammi di pomodori freschi sminuzzati
2 foglie di alloro
4 cucchiai di aceto di vino rosso
150 ml d’olio d’oliva
Mezzo cucchiaino di zucchero
4 spicchi d’aglio pelati
300 ml d’acqua calda
Un pezzettino di cannella
Sale e pepe nero
Spezie da arrosto
700 grammi di piccole cipolle pelate
1 rametto di rosmarino
1 bicchiere di vino rosso

Preparazione

Lavate il coniglio e mettetelo in una ciotola con le foglie di alloro. Irrorate d’aceto e lasciate marinare per almeno due ore (preferibilmente tutta la notte in frigo). Scaldate metà dell’olio in una padella, asciugate i pezzi di coniglio e friggeteli finchè diventano scuri da entrambe le parti, quindi tirateli fuori e metteteli in un piatto.

Quando avete fritto tutti i pezzi di coniglio rimetteteli nella padella con l’aglio, l’alloro, le spezie, il rosmarino e il vino, quindi aggiungete il pomodoro, lo zucchero e l’acqua calda. Mescolate, coprite e cuocete per un’ora.

Intanto, scaldate l’olio d’oliva che è rimasto e soffriggete le cipolle, girando di tanto in tanto, per circa 15 minuti. Aggiungete tutto alla padella col coniglio e mescolate per far spalmare bene le cipolle. Aprite e cuocete per altri 15 minuti. Servite con patate o con riso bianco e un’insalata.

Delizie albanesi: ''Tave dheu Ferges"

albania fergess cibotiranese23Ricetta tipica albanese facile da eseguire dal gusto orientale , originaria della citta’ di Elbasan

Una delle prime regole per conoscere un altro paese in modo semplice è gustando le ricette tipiche. Questa proposta è  dell’Albania centrale con forti influenze turche.

Ricetta tipica albanese facile da eseguire dal gusto orientale , originaria della citta’ di Elbasan ,  antica citta’ posta al centro dell’Albania. Questo piatto si chiama “Ferges”

Ingredienti per 4 persone;

250 gr fegato
250 gr ricotta
2 uova
2 peperoni
4 pomodori maturi
Origano
100 gr di burro
olio di semi
sale e pepe
peperoncino

Saltate in padella il fegato di vitello ( il vitello perche’ Elbasan era la citta’ principale dominata per 600 anni dai Turchi ) ridotto a dadini, condito con sale, pepe e origano e nel mentre in un altro tegame saltiamo la dadolata di peperoni e pomodori e li lasciamo cuocere fino a che si incorporano per bene insieme. Aggiungiamo quindi il fegato precedentemente saltato e la ricotta precedentemente amalgamata con le uova. Lasciamo cuocere il tutto fino a che il composto non inizia ad asciugare (circa 30 min a fuoco basso). Distribuiamo ancora calda la nostra Ferges in ciotole/piatti di terracotta. Condiamo con il burro sciolto per aromatizzare. Un‘altra variante prevede che le uova anziché versarle nel composto in cottura, vengano versate alla fine quando abbiamo distribuito nelle ciotoline il composto. L’uovo si cuoce con il calore.

L’Albania salva le foreste: no al taglio di alberi per 10 anni

albero primaveratiranese23Il ministro dell’Ambiente Lefter Koka ha sottolineato che la decisione presa è da considerare “indispensabile per fermare una catastrofe”

Il parlamento albanese ha approvato una proposta del governo che stabilisce una moratoria di dieci anni contro i tagli indiscriminati di alberi nelle foreste. Il ministro dell’Ambiente Lefter Koka ha sottolineato che la decisione presa è da considerare “indispensabile per fermare una catastrofe”. Dal 2002 al 2012 la superficie delle foreste albanesi si è infatti ridotta del 14 % a causa dello sfruttamento degli alberi e dei tagli illeciti: in particolare, nel periodo 2007-2013, sono oltre 216mila gli ettari di boschi distrutti. Il ministro ha ribadito che, a questi ritmi, molto presto l’Albania sarebbe stata spogliata delle aree verdi e ha posto l’accento sulle gravi conseguenze che questa situazione potrebbe avere sull’intero ecosistema del paese. “Le ripetute inondazioni in varie zone del paese sono dovute anche allo sfruttamento incontrollato delle foreste”, ha ribadito Koka. La moratoria prevede che gli unici tagli saranno quelli per garantire la legna per riscaldamento alle popolazioni nelle aree rurali. “Sarà un processo controllato dai Comuni, che provvederanno anche alla distribuzione, mentre gli incassi dalla vendita saranno reinvestiti per seminare nuovi alberi”, ha precisato il ministro.

Quando Rama disse: ''L'Albania? Meglio dell'Italia perché è senza sindacati''

rama papa albaniatiranese23Non ama i giri di parole Edi Rama, premier albanese: è stato sindaco di Tirana, ministro dello sport, artista, scrittore, docente di lettere

 

Ho voluto riproporre un tema della vista fatta a Giugno del 2015 del premier Albanese alla convention di Confindustria Giovani di Santa Margherita Ligure, perche’ l’argomento e ancora attuale: “l’Albania e meglio dell’Italia perche’ e senza sindacati”.

Immaginate se una dichiarazione del genere, fosse fatta da un qualsiasi esponente politico di destra in Italia , apriti cielo….tutta la sinistra in piazza ad urlare allo scandalo….Edi Rama e’ capo del partito socialista albanese oltre ad essere il presidente del consiglio, la sua dichiarazione nasce dalla storia dell’ Albania legata a 50 anni di comunismo. E gli albanesi ,dalla caduta del regime, hanno rifiutato ogni forma di organizzazione che ricordasse i vecchi tempi del regime. In albania non e’ opportuno proporre cooperative o sindacati in pratica si e’passati da un estremo all’ altro.Vi sono i sindacati di categoria ma hanno pochi iscritti e non hanno voce in capitolo e quindi non c’è tutela per il lavoratore.

 

Quello che intendeva il premier albanese con le sue dichiarazioni era riferito al “blocco” delle imprese in Italia da parte dei sindacati e all’alto costo della manodopera che non rende competitive le aziende . Attenzione, da qualche anno in Albania vi sono leggi dello stato a tutela dei lavoratori ,molto è stato fatto , sono stati messi dei limiti economici per le varie categorie come assunzione e regole per i licenziamenti. E la mancanza di sindacati rende piu’ snello l’operare delle aziende che diventano piu’ competitive nei confronti di quelle italiane.

 

Il premier ha dichiarato ,«Quando l’Italia si riprenderà per noi saranno guai. La vostra crisi ci ha avvantaggiato». Non ama i giri di parole Edi Rama, premier albanese: è stato sindaco di Tirana, ministro dello sport, artista, scrittore, docente di lettere che sta cambiando all’Albania. Solo venti anni fa era devastata, reduce dal comunismo più duro, con un pil pro-capite di 760 dollari, che oggi sono diventati quasi 5.000.

 

Come è riuscita l’Albania in questo ultimo decennio a diventare un piccolo miracolo economico? «Facile – rispose Edi Rama -: siamo senza Senato, senza sindacati, senza sinistra radicale e senza comici in politica» in Albania per fare una legge bastano cinque settimane, per aprire un’ impresa bastano otto ore e un euro, le tasse sono basse max 15 %, le leggi sul lavoro a favore delle imprese e sui servizi pubblici ai cittadini siamo più avanti di voi».«Dal censimento del primo semestre 2015 vi sono 20mila italiani che vivono nel Paese delle Aquile, moltissimi studenti italiani che studiano da noi e circa 800-900 imprese che solo lo scorso anno si sono trasferite in Albania »
Rama ha commentato in modo scherzoso l’operato del suo omologo premier italiano :

 

«Renzi è bravo, ma è troppo lento. Io sono più veloce perché sono più anziano e ho meno tempo da perdere». Battute a parte la questione è un’altra: «Partire poveri, per noi, è un vantaggio, perché abbiamo meno corpi intermedi da abbattere».

 

Da Tirana

P. Petromilli

 

A Tirana il Giorno della Memoria

tirana storiatiranese23Instituti Italian i Kulturës ka kënaqësinë të ju ftojë në një seri nismash të promovuara me rastin e DITËS NDËRKOMBËTARE TË KUJTESËS PËR HOLOKAUSTIN Për të mos harruar 

 

L’Istituto Italiano di Cultura di Tirana celebra il Giorno della Memoria con una serie di iniziative culturali

L’Albania fu il solo paese europeo nel periodo 1930-1944 che diede  protezione ai profughi ebraici fuggiti dalla persecuzione nazista. Gli ebrei che furono salvati in Albania sono stati protetti  non solo dagli albanesi musulmani ma anche da quelli  cristiani e da un numero di albanesi scettici verso la religione. La decisione di salvare gli ebrei , da parte degli albanesi non riguarda la religione in sé poiché le virtù del coraggio, della compassione, dell’onore, della tolleranza e del sacrificio, che caratterizzano il codice d’onore albanese sono all’origine dei valori caratteristici della storia di tutto il popolo albanese. Questa caratteristica tipica della cultura tradizionale albanese è stata certamente un contributo di benvenuto agli ebrei in varie epoche della storia.

Ecco alcune delle iniziative organizzate a Tirana per martedì 27 gennaio e nei giorni successivi:

 

 Proiezione del film L’ORO RENDE LIBERI Mercoledì 27 gennaio 2016 – ore 17 Centro Giovanile di Tirana — / — Projektim i filmit L’ORO RENDE LIBERIE mërkur 27 janar 2016 – ora 17, Qëndra Rinore, Rr. e Kavajës, Tiranë 

 

Presentazione della nuova edizione del capolavoro di Primo Levi Se questo è un uomo Lunedì 8 febbraio 2016 – ore 11 Dipartimento di Italianistica,Università di Tirana 

 

Da Tirana

P. Petromilli

   

Gentiloni a Tirana contro la minaccia globale dell' Isis

tiranese23La crisi dei migranti e la minaccia terroristica sono stati due dei principali temi di discussione di questa seconda trilaterale tra Italia, Albania e Serbia, che ha fatto seguito al primo appuntamento tenutosi un anno fa a Roma

 

Migrazioni, radicalizzazione e terrorismo sono stati  al centro della seconda Trilaterale dei ministri degli Affari Esteri di Italia, Albania e Serbia, nei giorni scorsi  a Tirana. La proposta della collaborazione trilaterale è stata lanciata dal governo italiano, che ha ospitato il primo incontro nel gennaio 2015 a Roma, per consolidare la cooperazione tra Serbia e Albania, Paesi chiave per la stabilità dei Balcani e del processo di integrazione europea dell’area.

Oltre agli incontri trilaterali  il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, ha avuto colloqui con Bujar Nishani, presidente della Repubblica di Albania, con il primo ministro  Edi Rama, con il ministro degli Affari Esteri Ditmir Bushati e con il vice primo ministro e ministro degli Esteri serbo, Ivica Dacic.gentiloni a tirana

 Gentiloni durante la visita  a Tirana ha tenuto  una conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri albanese Ditmir Bushati, che  ha sottolineato la sua riconoscenza per il lavoro svolto fin qui dall’Italia per appoggiare l’Albania nel suo percorso europeo e per il lavoro che l’Italia si è impegnata a svolgere le settimane e i mesi prossimi in favore dell’integrazione europea dell’Albania.

“L’esempio di cooperazione adriatica può essere un valido modello per la gestione della crisi dei rifugiati che viene vissuta in questi giorni’, ha detto Bushati. Nessun Paese puo’ sentirsi immune dalla minaccia dei foreign fighters’ e per questo ‘e’ molto importante che ci sia una risposta condivisa, che coinvolga le nostre intelligence in modo comune’,  ha aggiunto Gentiloni, 

Per il ministro italiano ‘La preoccupazione per i fenomeni di radicalizzazione e’ comune ai governi di Italia, Albania e Serbia, e siamo tutti impegnati nei nostri Paesi con nuove leggi. E ‘l’Albania e’ un esempio positivo perche’ in questo Paese convivono religioni diverse e l’impegno di Tirana contro la radicalizzazione costituisce un importante fattore di stabilita’ nella regione’. La crisi dei migranti e la minaccia terroristica sono stati due dei principali temi di discussione di questa seconda trilaterale tra Italia, Albania e Serbia, che ha fatto seguito al primo appuntamento tenutosi un anno fa a Roma. 

Jazz a Tirana, la più europea dei Balcani

jazz rognertirana-4Rogner Hotel Tirana – Koncert Jazz i Enzo FAVATA & Enrico Zanisi

 

Serata Jazz, giovedì 21 gennaio, all’hotel Rogner, tra i più ”in” di Tirana , organizzata dall’ Istituto italiano di Cultura.  Tirana è  sempre piu’ europea.

L’Albania e’ in piena evoluzione ed inizia a fare tendenza, chi l’ha  visitata ha trovato una capitale piena di sorprese, una miscellanea di culture, una città rivisitata, con  i toni di Parigi, Londra, Atene, Roma ,Barcellona, in chiave balcanica. Tirana:  la piu’ europea dei Balcani”.

Il nuovo ambasciatore Cutillo dal ministro albanese per la tassa trasporti

cutillo tiranatiranese23L’abolizione di questa tassa permetterebbe all’Albania  di sviluppare l’export , considerando che il nostro Paese è il primo come fatturato nell’export con lo stato albanese

 

 

Tirana – Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Edmond Haxhinasto, ha ricevuto in una riunione il nuovo ambasciatore italiano, Alberto Cutillo. In quest’occasione, il Ministro Haxhinasto ha chiesto la rimozione, il prima possibile, della tassa fissa in vigore dal 1956, e che pesa sui trasportatori albanesi di merci in Italia, costretti a pagare nove volte di più.

 

L’abolizione di questa tassa permetterebbe all’Albania  di sviluppare gli scambi  , considerando che il nostro tirana-4Paese è il primo come fatturato nell’export con lo stato albanese ed è quindi  giusto abolire la tassa in vigore da quasi 60 anni.L’ ambasciatore Italiano  ha sostituito il suo collega Massimo Gaiani dopo il  suo mandato quadriennale  di rappresentanza in Albania.

 

Alberto Cutillo nè ei ranghi diplomatici dal 198, 53 anni originario di Napoli, ha svolto incarichi in Francia, haxhinasto tiranaArabia Saudita, Svizzera e Stati Uniti. Negli ultimi due lustri si è occupato soprattutto di relazioni multilaterali, con particolare riferimento agli affari umanitari, al peacekeeping, al post-conflict e alle questioni migratorie: impegni che lo hanno condotto anche a New York, dove ha collaborato alla preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite su migrazione e sviluppo. Ad oggi lavora al Ministero degli Esteri, Direzione generale per l’Unione europea, con il grado di Ministro plenipotenziario. All’attività diplomatica alterna, nelle medesime materie, quella di docente universitario presso la Luiss di Roma.

 

da Tirana

P. Petromilli

Italiani di origine albanese che si sono distinti nei secoli

 Antonio  Gramsci : Gli antenati paterni di Antonio Gramsci erano originari della città di Gramsh in Albania, e potrebbero essere giunti in Italia fin dal XV secolo, durante la diaspora albanese causata dall’invasione turca

 

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 Spulciando su internet ecco un elenco di alcuni tra i molti personaggi italiani di origine albanese, distintisi per la loro attività nelle arti, nelle politica e nella società.

 

 

GRAMSCI

Francesco Crispi  : è stato un patriota e politico italiano.Di famiglia originaria dell’Albania, fu battezzato nella fede greco-ortodossa. Figura di spicco del Risorgimento, fu uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò.

 

Nicola Barbato  :  è stato un politico e medico italiano di etnia arbëreshë. Militante socialista, operò nell’area della provincia di Palermo, ed in particolare a Piana degli Albanesi e nei comuni limitrofi all’educazione delle classi lavoratrici ed alla conduzione del movimento contadino. Tra i fondatori e dirigente del movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori, fu tra le figure del socialismo siciliano del secondo Ottocento e i primi del Novecento.

 

Giulio Variboba  : nacque a San Giorgio Albanese nel 1724 e, figlio di sacerdote, in giovane età fu avviato dalla famiglia agli studi ecclesiastici secondo il rito bizantino presso il Collegio Corsini di San Benedetto Ullano, da poco istituito. Terminata la formazione e ordinato sacerdote, in pochi anni, divenne Rettore del Collegio ma, a causa dell’anzianità del padre, arciprete a San Giorgio, ben presto tornò in famiglia, assumendo la funzione di parroco. Per la sua opera catechetica scoprì l’utilità dei canti in lingua arbëreshe perchè più facilmente comprensibili dal popolo, e così, cominciando dal ricordo della nascita di Gesù, si ritrovò a scriverne in diverse occasioni, fino a dare inizio alla composizione della sua opera Gjella e Shën Mërisë Virgjër (La vita della Vergine Maria).

 

Serèmbe, Giuseppe : Poeta italo-albanese (San Cosmo Albanese 1843 – San Paolo, Brasile, 1891). Spirito irrequieto, lasciò che la sua produzione andasse dispersa. Trentanove componimenti superstiti, raccolti dal nipote Cosmo, furono pubblicati nel 1926 in Viershe (“Versi”): scritti in dialetto italo-albanese, di tono elegiaco, contengono versi di suggestiva musicalità che annoverano S. tra i migliori lirici delle lettere schipetare. I manoscritti di 9 poesie, conservati nella biblioteca reale di Copenhagen, sono stati pubblicati da G. Gradilone in Contributo alla critica del testo dei canti di Giuseppe Serembe (1982).

 

BASTA, Giorgio : Conte d’Huszt (Volpiano 1544 – Praga 1607) :Figlio dell’albanese Demetrio, condottiero imperiale ma nato in Italia (a Volpiano nel Piemonte e non come

erroneamente si è sostenuto, a Roccaforzata presso Taranto ovvero a S. Nicola dell’Alto presso Crotone), fu al servizio di Carlo V e Filippo II,prima sul fronte francese, poi (1590) nelle Fiandre sotto Alessandro Farnese. Passato al servizio di Rodolfo, comandò le forze imperiali in Ungheria contro i turchi e poi contro Báthory (1599), il voivoda Michele (1600) e l’armata polacca (1601) per il possesso della Transilvania, che assoggettò ad un regime sanguinario e tirannico, innescando alla fine una rivolta popolare antiasburgica. Fatto contedi Huszt, Basta fu perciò richiamato a Praga, dove reclamò invano il saldo dei suoi crediti e dove scrisse molri manuali militari, tra cui Il maestro di campo generale… (Venezia 1606) ed Il governo della cavalleria leggera.

 

Girolamo De Rada   : Figlio di un papàs della Chiesa bizantina italo-albanese , nato a Macchia Albanese nelle colline della Sila Greca, in provincia di Cosenza, De Rada frequentò il Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano a San Demetrio Corone. Da giovane, sulla spinta del nuovo movimento culturale romantico, cominciò a riscoprire la sua identità albanese occupandosi della raccolta del ricco folklore presente nell’Arbëria (insieme delle comunità arbëreshe) d’Italia . Nell’ottobre 1834, seguendo i desideri di suo padre, si iscrisse alla Facolta di giurisprudenza dell’Università di Napoli, ma il suo principale interesse era il folklore e la letteratura. Nel 1836 a Napoli De Rada pubblicò la prima edizione del suo poema più conosciuto in lingua albanese, i Canti di Milosao sotto il titolo italiano Poesie albanesi del XV secolo – Canti di Milosao, figlio del despota di Scutari. Dovette però abbandonare presto i suoi studi a causa di un’epidemia di colera a Napoli e ritornò a casa in Calabria.Molte scuole, vie e piazze portano il suo nome nei paesi albanesi in Italia, in Albania, in Kosovo e nei paesi albanesi di Macedonia e Montenegro. Nel cortile del Collegio italo-albanese di San Demetrio Corone si conserva il busto bronzeo del vate, dono della Repubblica Popolare d’Albania agli arbëreshë.La sua opera la più popolare in letteratura è il poema lirico Canti di Milosao, conosciuto in albanese come “Këngët e Milosaos”, una ballata romantica che mette in scena l’amore di Milosao, un immaginario giovane nobile nella Scutari del XIV secolo, che ritorna a casa da Tessalonica. Qui, nella fontana del villaggio, incontra Rina, la figlia del pastore Kollogre, e se ne innamora. La differenza di status sociale tra gli amanti impedisce a lungo la loro unione, finché un terremoto distrugge la città e tutto ciò che distingueva le classi sociali. Dopo il loro matrimonio, nasce un bambino. Ma il matrimonio non dura molto. Il bambino e la moglie di Milosao muoiono, e lui, ferito in battaglia, muore su una riva in vista di Scutari. I Canti di Milosao diedero anche forma ad un sistema alfabetico, incentrato sulla commistione di latino e greco, che, a seguito delle critiche mosse sull’Omnibus da Vincenzo Torelli, fu modificato nel 1839 all’interno dei ricordati Canti di Serafina ThopiaGiuseppe Schirò (Zef Skiroi in albanese; Piana degli Albanesi, 10 agosto 1865 – Napoli, 17 febbraio 1927) è stato un poeta, linguista, pubblicista e storico italiano di etnia arbëreshe/albanese, fra le più importanti figure del movimento culturale e letterario albanese del XIX secolo.

 

Giuseppe Schiro’ Zef : Patriota albanese, studioso e attento raccoglitore delle tradizioni poetiche arbëreshë, fu il primo professore universitario in Italia della Cattedra di lingua e letteratura albanese, presso l’Istituto Orientale di Napoli. È il maggior rappresentante della tradizione culturale e letteraria albanese di Sicilia, uno dei più raffinati maestri di stile della letteratura albanese, che lasciò una vasta produzione letteraria[1]. Tra gli iniziatori di una letteratura albanese rinnovata, sensibile ai modelli letterari colti, fu autorevole ispiratore degli intellettuali del suo tempo ed ebbe un ruolo importante nel movimento della Rilindja/Rinascita albanese e nell’indipendenza dell’Albania, a cui partecipò attivamente insieme alle élite intellettuali albanesi.i particolare importanza sono gli studi nel campo della filologia letteraria e della dialettologia e del tutto eccezionali rimangono gli anni trascorsi a Napoli, dove incaricato quale primo docente di Lingua e Letteratura Albanese presso l’Istituto Regio Orientale, insegnò dal 1900 sino alla morte. In questa veste rilanciò presso gli ambienti culturali e politici italiani l’idea nazionale albanese e si fece promotore di iniziative editorial-pubblicistiche, come Arbri i rii e Flamuri i Shqiperisë, nonché di sostegno politico-culturale come l’invito rivolto ad Ismail Qemal Vlora, l’artefice dell’indipendenza albanese, che raggiunse in visita ufficiale le comunità albanesi d’Italia, e prima fra tutte Piana degli Albanesi, nel periodo dell’indipendenza d’Albania.A lui è dedicata la Biblioteca comunale di Piana degli Albanesi.

 

 Tito Schipa : figlio di Luigi e Antonia Vallone, Schipa nacque a Lecce in una famiglia arbëreshë[1][2] negli ultimi giorni del 1888, venne tuttavia registrato all’anagrafe il 2 gennaio 1889, un ritardo finalizzato a posticipare di un anno la leva militare.Il suo talento vocale fu subito notato dal maestro elementare Giovanni Albani. Nel 1902, con l’arrivo da Napoli del vescovo Gennaro Trama, il ragazzo, già soprannominato “Titu” (piccoletto), entrò in seminario, dove ebbe modo di studiare anche composizione. Dopo l’adolescenza, su consiglio del suo maestro di canto, Alceste Gerunda, Tito si recò a Milano per terminare gli studi insieme a Emilio Piccoli. Il 4 febbraio 1909 fece il suo debutto a Vercelli nella Traviata. Dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d’arte “Tito Schipa” si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane. Parlerà correntemente quattro lingue e ne canterà undici compreso l’aborigeno australiano più, come ripeteva, il napoletano.Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all’estero fu assicurato.Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall’impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago. Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d’Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Ruggero. Da lei avrà due figlie, Elena e Liana. Il 4 dicembre Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Fu un trionfo e l’inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell’indimenticabile Caruso.

 

 

Joseph J. DioGuardi  :  è un politico statunitense, di origini italo-albanesi (arbëreshë). Fu membro nella Camera dei Rappresentanti, attraverso la quale rappresenta il 20º distretto congressuale di New York dal 1985 al 1989. Attualmente è presidente della Lega Civica americana albanese.  fa parte del partito repubblicano ed ha lanciato, senza successo, diversi tentativi di riguadagnare un posto nel Congresso. Recentemente, nel giugno del 2007, il suo nome venne accennato come possibile candidato per il 19º congresso del distretto di New York, cosicché affrontò John Hall nell’elezione del 2008.Al Congresso, Dioguardi ebbe l’incarico di direttore finanziario, il quale affidò vari compiti di un CFO ad ogni reparto e all’agenzia del governo americano. Una successiva versione fu passata dal Congresso e firmata dal presidente George H. W. Bush, nel 1990, due anni dopo che Dioguardi lasciò il suo ufficio. Nel 1986, con il membro del congresso democratico Michael Leland, Dioguardi iniziò una legislazione per conferire la Medaglia d’Onore sulla Prima e sulla Seconda guerra mondiale agli eroi militari. Dioguardi fu sconfitto per la rielezione del 1988, dall’attivista liberale Nita Lowey. Gli anni seguenti, Dioguardi fece una serie di campagne deludenti per ritornare al Congresso. Dioguardi vinse come repubblicano primario nel 1992, ma poi perse nell’elezione generale. Ancor peggio furono le corse del 1994 e del 1996, contro la repubblicana Sue Kelly ed il democratico Hamilton Fish V. Fece ulteriori tentativi anche nelle corse del 1998 e nel 2000, ma alla fine decise di ritirarsi durante la corsa.

 

Regis Francis Xavier Philbin : è un conduttore televisivo, attore e doppiatore statunitense. Figlio unico, ha origini irlandesi e, da parte di madre, arbëreshë. E’  stato sposato dal 1957 al 1968 da cui ha avuto due figli: Amy (1961) e Danny (1967) Dal 1970 è sposato con Bette Joy Senese da cui ha avuto altri due figli: Joanna (1973) e Jennifer Joy (1974). Ha preso parte ad un episodio di How I Met Your Mother, il secondo della quarta stagione, Il miglior hamburger di New York.

 Produzioni come attore : Little Nicky – Un diavolo a Manhattan (2000)

Jack e Jill (Jack and Jill), regia di Dennis Dugan (2011)

produzioni come doppiatoreI : Simpson – serie TV, 1 episodio (1998)

Pinocchio (2002) – voce nella versione inglese Shrek terzo (2007)

Shrek e vissero felici e contenti (2010)

 

 Antonio  Gramsci : Gli antenati paterni di Antonio Gramsci erano originari della città di Gramsh in Albania, e potrebbero essere giunti in Italia fin dal XV secolo, durante la diaspora albanese causata dall’invasione turca. Documenti d’archivio attestano che nel Settecento il trisavolo Gennaro Gramsci, sposato con Domenica Blajotta, possedeva a Plataci, comunità arbëreshë del distretto di Castrovillari, delle terre poi ereditate da Nicola Gramsci (1769-1824). Questi sposò Maria Francesca Fabbricatore, e dal loro matrimonio nacque a Plataci Gennaro Gramsci (1812-1873), che intraprese la carriera militare nella gendarmeria del Regno di Napoli e, quando era di stanza a Gaeta, sposò Teresa Gonzales, figlia di un avvocato napoletano di origini spagnole. Il loro secondo figlio fu Francesco (1860-1937), il padre di Antonio Gramsci.[1][2] Le lontane origini albanesi erano conosciute dallo stesso Antonio Gramsci, che tuttavia le immaginava più recenti, come scriverà alla cognata Tatiana Schucht dal carcere di Turi, il 12 ottobre del 1931:

Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia e nel 1926 venne incarcerato dal regime fascista nel carcere di Turi. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, ottenne la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica, dove trascorse gli ultimi anni di vita. È considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo. Nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, Gramsci analizzò la struttura culturale e politica della società. Elaborò in particolare il concetto di egemonia, secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l’obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, comprese quelle subalterne.

 

Da Tirana

P. Pertomilli