Il testo di Euripide in scena per la regia di Andrea De Rosa

“Le Baccanti” in versione rock al Carignano

Una versione rock delle Baccanti di Euripide è in scena fino al 17 dicembre prossimo al teatro Carignano di Torino per l’originale regia di Antonio De Rosa. Nelle sue regie i tragici e il loro linguaggio antico, capace di parlare alla nostra modernità e alle sue contraddizioni, occupano un posto di assoluto rilievo. “Le Baccanti di Euripide – spiega il regista – rappresentano un testo che pone numerose sfide a chi decida di metterlo in scena, la prima e più importante delle quali consiste nell’essere l’unica tragedia di cui sia protagonista un dio, Dioniso. Nasce così il problema di una sua rappresentazione”. Andrea De Rosa prosegue, così, la sua lunga indagine e il suo lavoro sul mito, mettendo in scena il fallimento degli ideali dell’Umanesimo greco e dello spirito razionalista su cui si fondava la società dell’epoca classica. Come in Fedra, così nelle Baccanti, scritta intorno al 406 a.C., torna l’analisi dei moti dell’animo umano nelle sue infinite sfaccettature e turbamenti. Euripide profetica la necessità di una contaminazione tra Occidente e Oriente, quasi una anticipazione delle necessita’ di rivedere le norme di convivenza tra continenti, così attuali e drammaticamente presenti al giorno d’oggi.

“Dioniso – scrive Antonio De Rosa – è un dio che, da sempre, ci affascina per lo stretto legame che presenta con il senso di perdita di se stessi e con la vertigine che ad esso si accompagna. È un dio difficile da afferrare, fragile e al tempo stesso contraddittorio, insieme uomo e donna, debole e potente, creativo e distruttivo. La posta in gioco è altissima perché egli promette agli uomini, attraverso vino, droga, danza, musica, sesso e morte, la liberazione dal dolore. Le Baccanti da alcuni critici sono state erroneamente considerate come il ritorno di Euripide al divino e il simbolo della sua conversione, dovuto all’approssimarsi della sua morte. In realtà il tragediografo greco demolisce gli ultimi ideali rimasti e spoglia l’uomo delle sue restanti possibilità di redenzione e conforto. Al centro della vicenda è Dioniso, interpretato da Federica Rossellini, il dio dell’ ebbrezza, del vino, della goliardia, nato dallo stupro di Zeus alla tebana Semele, morta poi di parto. Per dimostrare la sua grandezza, il dio, escluso dal cugino Penteo, re di Tebe, induce le donne della città a misteriosi riti di danza, sesso e caccia sui monti. De Rosa cala i riti orgiastici dionisiaci in una ambiantazione da rave party ( con un’eccellente opera di Simone Mannino) mostrando, dietro un telo nero in semitrasparenza, corpi nudi che si muovono sotto luci psicadeliche, a ritmo di musica tecno. Si viene così a creare un parallelo piuttosto riuscito e chiarificatore tra le danze ossessionanti nei boschi di allora e quelle nelle discoteche di oggi.

Mara Martellotta

 

Fino al 17 dicembre 2017 al teatro Carignano

Foto: Marco Ghidelli