Il quartiere della mia adolescenza è solo un ricordo di un passato morto e sepolto. Intorno all' oratorio Michele Rua solo sporcizia

Quelle domeniche in Barriera non ci sono più

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Ieri una bella domenica di sole in questa bella città. Si va a fare un giro in Barriera rincorrendo i ricordi delle domeniche all’oratorio. Al mattino si giocava a basket ed al pomeriggio il cinema di quinta visione. Pochi spiccioli. Anche per comprare due girelle di liquirizia. Nei momenti di “ricchezza” patatine e bibita. Con l’immancabile colletta. Si mettevano tutti i soldi insieme e ci scappava un biglietto in più e qualche patatina in più. Si era contenti. Non dico felici sempre, ma appagati di ciò che avevamo. Sempre rigorosamente a piedi .Affrontavamo i mezzi pubblici per giocare partite in altri oratori. Domenica sono tornato. Lo stesso sole ma non la stessa Barriera. Barriera di Milano della mia adolescenza è solo un ricordo di un passato morto e sepolto. Intorno all’ oratorio Michele Rua solo sporcizia. Poi via Crescentino. Le foto sono eloquenti. E,  assalito da tristezza, a solo cento metri ecco  via Scarlatti angolo corso Palermo, uno dei centri di spaccio con ripetute chiusure dei locali etnici è stata presenti. Anni fa è scappato uno storico negozio di scarpe e una sezione del Pd è stata irrimediabilmente chiusa. Ragazzi di volere che mi osservano diffidenti e speranzosi nel poter vendere ciò che voglio vendere. Poi la solita pizzeria al taglio. Come va signora? “Male, continuano a bere birra a go go con relative conseguenze del bere tanto”. L’alcol: unica cosa che mette d’accordo slavi e neri che bivaccano. Io non abiterei mai qui. Ecco a cosa penso risalendo in auto. Perché le persone normali sono condannate a vivere in questa Barriera che, nonostante il sole, sembra un girone dell inferno dantesco?
(foto: il Torinese)