Virgilio Martinez, Ferran Adrià, René Redzepi, Massimiliano Alajmo, Niko Romito, Matteo Baronetto, i grandi cuochi e osti dal mondo, dall’Italia e dal Piemonte nella cinque giorni torinese che unisce cibo, arte e bellezza.
Mercoledì 25 ottobre ore 16.30
LA CENTRALE NUVOLA LAVAZZA
Via Ancona 11/A – Torino
inaugurazione
PREMIO BOB NOTO
terza edizione
a
RENÉ REDZEPI
chef del NOMA di Copenaghen
a seguire
TALK “LA CREATIVITÀ IN CUCINA”
con Ferran Adrià, Massimiliano Alajmo e René Redzepi
A questo link la cartella stampa completa della terza edizione di BUONISSIMA
Obiettivo del Premio è ricordare i meriti di Bob Noto in ambito artistico e gastronomico e viene quindi assegnato al cuoco, o ai cuochi, che abbiano dimostrano capacità e doti particolari, nonché qualità ulteriori affini al carattere di Bob Noto quali ironia, senso estetico, irriverenza. Per questo, ogni anno, viene stabilito un tema, o meglio ancora, una caratteristica unica, che rende unico il vincitore.
Dopo quelli consegnati ad Andoni Luis Aduriz per l’irriverenza e a Massimiliano e Raffaele Alajmo per l’ironia, quest’anno il Premio è attribuito dalla Giuria di cui fanno parte Ferran Adrià e Antonella Fassio moglie di Bob Noto, Matteo Bolasco, Paolo Griffa, Sara Peirone, Davide Scabin e BUONISSIMA con Matteo Baronetto, Stefano Cavallito e Luca Iaccarino a René Redzepi chef del Noma di Copenaghen per la creatività.
Per indagare i territori della creatività contemporanea in cucina il premiato René Redzepi con Ferran Adrià e Massimiliano Alajmo saranno protagonisti, dopo la cerimonia di consegna del Premio Bob Noto, di un talk straordinario intitolato “La creatività in cucina”. Cos’è, come nasce, come si alimenta, come si diffonde la cucina creativa?
Chiude l’appuntamento l’anteprima del documentario su Bob Noto diretto da Francesco Catarinolo.


Al ” Caffè San Carlo” di Torino, nel salotto storico dei torinesi di ogni etá, si respirano, da poco più di un anno, le atmosfere di ciò che era il Caffè prima della sua precedente chiusura: il desiderio di ritrovarsi in un ambiente profondamento identitario per la città e dove tutto l’arredamento – soprattutto l’iconico e regale lampadario a soffitto, lasciato in eredità dalla precedente gestione, quasi a omaggio per la fiducia e l’apprezzamento che i cittadini hanno sempre rivolto a questo locale – riporta nella storia della Torino sabauda.
definire ” popolari”. Alzandosi dal tavolo sazi e soddisfatti.

Prima di passare al programma godereccio del “Bollito” domenicale, due notizie storiche a sottolineare l’importanza del “Museo” di via Real Collegio. Intanto sembrerebbe che proprio la “Fëra dij Subièt” rappresenti la più vecchia tradizione popolare piemontese, istituita da Amedeo V di Savoia, addirittura nel 1286, mentre attualmente la collezione moncalierese raggruppa circa 1.500 fischietti, (in terracotta, metallo, legno, canna, osso e plastica), provenienti da svariate regioni italiane, ma anche dagli USA (un fischietto usato dai marines in Vietnam), dal Brasile, dal Perù, dalla Cina, dal Cile, dall’India e dal Congo il più antico, risalente al 1856, apparteneva alle “Guardie Regie” dell’epoca. Sia pure pensando al “Bollito” dell’indomani, il “Museo dei Subièt”, un giro lo merita proprio.