GUSTO- Pagina 38

Tutto fa brodo se tutto fatto a mano

Il format fast casual fine dining dell’autentica cucina asiatica

San Salvario, crogiuolo dell’anima meltin’ pop torinese, quella un po’ più moderna ma sempre densa di fascino e portatrice di culture diverse.

In via San Pio V n.8, alle spalle di Porta Nuova, sorge da qualche tempo un locale  gestito e sviluppato da giovani di esperienza negli studi applicati alle sperimentazioni e ai progetti dedicati alla divulgazione del cibo e che ha posto al centro della proposta gastronomica – che rispetta i canoni di una ristorazione di alta cucina ma alla portata di tutti –  l’autentica tradizione gastronomica asiatica e orientale: “Tuttofabrodo”.  
L’elemento che pone il progetto al centro dell’attenzione è l’artigianalità e la manualità nella realizzazione di alcuni fra le più celebri preparazioni orientali: gli Xialongbao, i Dumplings, i Noddles e il Ramen, i cosiddetti ” signature dishes” (piatti iconici) del locale. Tuttofattoamano, dunque: il claim che va proprio letto così, a corollario del nome del locale – Tuttofabrodo appunto – , che rende già l’idea di come l’attenzione e la precisione siano elementi fondanti nella proposta dei piatti. La stessa cucina a vista, davanti alla quale dal bancone,sul quale è possibile consumare, è possibile osservare – quasi rapiti –  gli abili ” sfoglini orientale” utilizzare tanta maestria nel produrre centinaia di ravioli cinesi o dare vita a noodles ( spaghetti orientali) lunghissimi, rappresenta un elemento di originalità che si esprime – appunto –  nella possibilità di imparare, mentre si mangia, la cultura culinaria tipica delle zone asiatiche, che si caratterizzano per modalità operative e manualità sicuramente diverse da quelle occidentali.
Naturalmente, per “Tuttofabrodo” il focus delle ricette è incentrato sulla componente liquida ( ma non solo) delle preparazioni, tipica della cucina orientale e che aiuta a sentire meglio i sapori ( oltre che aiutare a riscaldarci nelle giornate più fredde).
Un viaggio gastronomico, dunque, alla scoperta della cucina asiatica più autentica : il piatto icona del menù sono, come dicevo, i Xiaolongbao, ravioli cinesi ripieni di diverse farciture e immersi nel tipico brodo. Tipici della regione di Shanghai e rari da scovare data la loro complessità di realizzazione, i ravioli   sono cotti nei noti cestini di bambù per un tempo di quattro minuti; non un secondo di più, non un secondo di meno, proprio a sottolineare ancora una volta la precisione e il perfezionismo asiatico.
Diciannove pieghe e ventuno grammi di pasta sono le indicazioni per realizzare il raviolo xiaolongbao perfetto che, attraverso uno sottile strato di pasta rigorosamente fatto a mano, riesce a racchiudere il succulento ripieno. Altro aspetto della cucina di Tuttofabrodo sono le differenti preparazioni che si celano dietro a ogni piatto. Il brodo del ramen, ad esempio, realizzato esclusivamente da polli allevati a terra a pochi km da Torino, è arricchito da verdure e spezie e viene cotto a fuoco lento fino a diventare denso e ricco. Il risultato è un brodo caldo e avvolgente, che sprigiona aromi e profumi capaci di fare trasportare con la mente e con il corpo in Oriente.
Due le novità per il menù dedicato alla cena: presentate due novità nel menu della cena: il Ramen vegetariano e gli Xiao noodles. Entrambe le ricette nascono dalla volontà di inserire in carta piatti dai sapori forti, decisi e più propriamente asiatici. “Sono mesi che io e il mio team” racconta Elisa Neri, giovane proprietaria, testa e cuore del progetto “lavoriamo alla creazione di questi piatti e finalmente, dopo diverse sperimentazioni,siamo pronti a farle assaggiare a chi ci sceglie tutte le sere. Ogni piatto rappresenta per noi un percorso, un’immersione nella cucina orientale con corpo, cuore e mente, un vero e proprio viaggio che ci porta al risultato finale, attraverso uno studio minuzioso degli abbinamenti e dei valori nutrizionali

L’idea di un Ramen vegetariano è nata dalla volontà di accontentare anche le esigenze dei clienti che non mangiano alcun ingrediente di origine animale. Dopo mesi di sperimentazione, ricette e viaggi, per assaggiare le versioni proposte da ristoranti esteri di cucina orientale, si è giunti al risultato desiderato, cioè un ramen dalla consistenza gustosa e corposa, con una base di brodo vegetale, crema di sesamo e latte vegetale e alcuni topping pensati ad hoc, come alga nori, mais, germogli di soia, porri, uovo marinato – per i vegetariani – e olio al peperoncino, per gli amanti del piccante.

Accanto alla novità del Ramen vegetariano, la brigata di Tuttofabrodo ha pensato anche agli Xiao noodles, piatto originario di Chongqing, municipalità situata nel sud-ovest della Cina, che si può presentare in molteplici declinazioni. La versione di Xiao noodles di Tuttofabrodo è senza brodo, leggermente piccante e dalle forti connotazioni orientali. L’idea di partenza era di mettere a punto una ricetta dai sapori spiccatamente cinesi: sono da giustificare in questo senso l’utilizzo di aglio, zenzero saltato e pepe di Sichuan, che conferiscono al condimento del primo piatto caratteristiche decise e nette. Gli altri ingredienti sono la carne di maiale, l’olio di sesamo e un brodo di carne, che determina una consistenza della pasta più umida e meno asciutta, come invece “vuole” la cottura in wok. A completamento dei noodles, vi sono un mix di lemongrass e porri ed eventualmente l’olio piccante. Il locale è aperto sia a pranzo che a cena. Disponibile anche il servizio delivery.

Per maggiori informazioni 
  Tuttofabrodo
Via San Pio V, 8 – 10125 Torino
Tel. +39 011 1978 5902 www.tuttofabrodo.eu  
 
 
Chiara Vannini

Verso i 100 anni di piemontesità e di alta pasticceria da Gerla 1927

Gerla 1927 fa parte delle caffetterie storiche torinesi ed è sita in corso Vittorio Emanuele II 88, quasi nell’omonimo largo dov’è situato il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, voluto dal figlio Umberto I, eretto tra il 1882 e il 1899 a opera dell’architetto Pietro Costa e chiamato dai torinesi “il Re sui tetti”.

Gerla dal 1927 è una delle istituzioni della pasticceria torinese – a suo tempo con il nome di “Eccelsa” -, diviene quella che tutti oggi conosciamo con l’avvento dei fratelli Gerla nei primi anni ‘50 portarono la pasticceria al successo, grazie all’eccellenza dolciaria, di cui noi abbiamo assaggiato la monoporzione al cioccolato fondente con base biscottata e ripiena di confettura al lampone.

Accompagnata da un ottimo caffè nato dalle miscele Lavazza e da una panna fatta sul momento, risulta un’ottima merenda per spezzare un pomeriggio impegnativo oppure per coronare una giornata di relax.

Gerla però è anche colazione, con venticinque tipi diversi di brioches fatte a mano e farcite con ottimi ingredienti, pranzo e aperitivo.

Recentemente rinnovata negli arredi rimanendo sempre fedele allo stile di fine anni ‘20 che la contraddistingue, la caffetteria Gerla 1927 rimane un punto di riferimento per prodotti di qualità e per la sua storicità.

Giulia De Sanctis

Il Barolo a Palazzo Barolo

Torino, 25 febbraio 2023: una giornata di degustazioni con i produttori della Strada del Barolo nel cuore della città sabauda

Dopo il successo della prima edizione, la Strada del Barolo e grandi vini di Langa fa ritorno a Torino con una giornata di degustazionipresso il prestigioso e affascinante Palazzo Barolo, una delle più importanti dimore nobiliari barocche di Torino.

Sabato 25 febbraio 2023 una ventina di produttori della Strada del Barolo offriranno al pubblico di wine lovers torinesi unadegustazione di alto livello presso gli eleganti saloni al piano nobiledi Palazzo Barolo, che fu la residenza degli ultimi Marchesi di Barolo, Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert, alla cui lungimiranza e modernità è dovuta gran parte della fama e della fortuna del vino Barolo.

I partecipanti saranno guidati in un viaggio alla scoperta del “Re dei Vini”: il Barolo, che i produttori della Strada del Barolo presenteranno di persona nelle sue molteplici sfaccettature, proponendo in degustazione cru e annate differenti. Le degustazioni saranno accompagnate da assaggi di prodotti agroalimentari di eccellenza presentati da aziende associate alla Strada del Barolo e grandi vini di Langa.

L’evento sarà organizzato in due turni, dalle 15.30 alle 18.30 e dalle 19.00 alle 22.00, durante i quali si terranno anche due salotti-degustazione (alle 15.30 e alle 19.00), con gli interventi di alcuni produttori e produttrici che racconteranno la loro esperienza e proporranno in degustazione un vino particolarmente rappresentativo delle loro aziende, non presente nella degustazione principale. Tema degli incontri sarà il confronto tra generazioni, che può avere molte e intense sfaccettature e che talvolta vede convivere due anime all’interno della stessa cantina.

Il costo del biglietto di ingresso è di 40,00 € a persona e include degustazioni illimitate, oltre al calice della Strada del Barolo e la tasca portabicchiere. Per partecipare al salotto-degustazione è previsto un costo extra di 10,00 € a persona sul biglietto di ingresso.

I partecipanti all’evento riceveranno anche un voucher con 2,00 € di sconto sul biglietto di ingresso (intero) al WiMu – Museo del Vino a Barolo e 2,00 € di sconto sull’acquisto de “Il giro del Vinovago”, il kit di visita ludica con cui gli amanti del vino possono mettersi alla prova lungo il percorso di visita al WiMu (prenotazione obbligatoria), entrambi validi fino al 30 aprile 2023.

L’evento è organizzato con il supporto di Turismo Torino e Provinciaed è inserito nel calendario delle manifestazioni organizzate nell’ambito del progetto Vendemmia a Torino – Grapes in Town.

Per informazioni scrivere a comunicazione@stradadelbarolo.it

PRODUTTORI DI VINO (elenco provvisorio):


PRODUTTORI FOOD:


PROGRAMMA:

PRIMO TURNO:

15.30-16.30: salotto-degustazione
16.30-18.30: degustazione “Il Barolo a Palazzo Barolo

SECONDO TURNO:

19.00-20.00: salotto-degustazione
19.00-22.00: degustazione “Il Barolo a Palazzo Barolo

BIGLIETTI IN ONLINE: www.stradadelbarolo.it/11048/palazzo-barolo/#biglietti

Buon compleanno, Guido Gobino!

22 febbraio, un esclusivo tour in fabbrica con degustazione

 

Per festeggiare il suo 65° compleanno, mercoledì 22 Febbraiol’artigiano del cioccolato Guido Gobino aprirà le porte della fabbrica di Via Cagliari 15B a Torino e condurrà in prima persona 22 ospiti attraverso un tour guidato alla scoperta di tutti i reparti del laboratorio. Al tour seguirà una degustazione esclusiva di 22 cioccolatini (inediti e non), accompagnata dal racconto in prima persona del loro ideatore.

Inoltre, in occasione della visita l’artigiano presenterà per la prima volta al pubblico il nuovo giandujotto , recentemente premiato come miglior cioccolato Gianduja con il riconoscimento “Tavoletta d’Oro”, e ne svelerà le caratteristiche e le proprietà aromatiche.

 

biglietti saranno in vendita esclusivamente sullo shop online (linka partire dalle ore 12:30 del 14 febbraio  – San Valentino, il giorno in cui si celebra l’amore in ogni sua forma, Guido Gobino intende celebrare la sua più grande passione: quella per il cioccolato.

Le visite saranno condotte in lingua italiana e organizzate in due fasce orarie, da 11 persone per turno: il primo alle 14:30 e il secondo alle 16:30.

 

Una parte degli incassi del biglietto sarà devoluta a Casa OZ Onlus, un luogo di accoglienza di Torino che ospita i bambini e le famiglie giovani che incontrano la malattia.

Un “dolce” San Valentino in famiglia

Il dolce che lo chef torinese Claudio Vicina propone per la giornata più appassionata dell’anno, è a base dei sapori di famiglia dove l’ingrediente principe è sempre l’amore. 

 
Il ristorante Casa Vicina, già dal nome, evoca atmosfere familiari: effettivamente è così. Il locale, situato all’interno del “supermarket del green” – Green Pea, in zona Lingotto, a fianco di Eataly- si presenta come un’accogliente e grande sala da pranzo, dove la ricerca per un arredamento in stile moderno ( la cantina, in particolare, balza subito all’occhio, per le sue particolari vetrate luminose e a specchio), contrapposto a dettagli di vario genere ricercati ma informali, rendono questo ristorante l’emblema della vera ristorazione stellata capace di raccontare una città, le sue tradizioni gastronomiche e di quelle di una regione, attraverso i sentimenti che si percepiscono sin dai primi assaggi.
Proprio le atmosfere familiari che si respirano a Casa Vicina,  hanno condotto lo chef e la sua pastry chef- la moglie Anna- a ragionare per il San Valentino 2023 su un tema originale ma semplice nella forma più profonda e altruista quale è il significato dell’amore: la famiglia, il nucleo originario dove nasce la prima forma di amore incondizionata che ci si porta nel cuore nelle relazioni con amici e partner nel corso della vita. Protagonista del menù, da degustare durante la giornata di San Valentino,sia a pranzo sia a cena, è la nuova ricetta dello Chef Claudio Vicina: Cuore di mela profumata al bergamotto: un omaggio alle donne di famiglia.
All’assaggio, la morbidezza di questo dolce- nel quale la maestria messa in campo per la sua realizzazione è chiaramente percepibile ad ogni boccone-è un ritorno immediato alla torta di mele fatta in casa, il dolce per eccellenza semplice, veloce e pieno di amore dove ogni ricetta è valida e sicuramente buona. 
“Quest’anno con San Valentino vogliamo festeggiare l’amore incondizionato per eccellenza, quello che per noi rappresenta l’amore per la famiglia.  Questi ultimi anni in generale sono stati intensi e sfidanti a partire dal Covid per cui vorremmo creare un momento per richiamare l’attenzione proprio sulla famiglia. Per questo abbiamo scelto di proporre una nostra versione della torta di mele che rappresenta un esempio di quei dolci semplici e genuini, presenti nei ricordi di tutti, tramandati di generazione in generazione e che hanno il gusto dell’amore. Abbiamo studiato una nuova ricetta il “Cuore di mela profumata al bergamotto”. La presentazione è stata rivisitata, ma l’interno richiama la tradizionale torta della nonna. Un omaggio a tutte le donne della famiglia che attraverso la cucina riuniscono tutti intorno alla tavola” .  Così chef Vicina si esprime per raccontare il suo dolce delicato e pieno di emozioni da regalare e regalarsi: un ripieno di mele e crema pasticcera che si legano in maniera equilibrata, e che trovano una fortunata unione nell’abbinarsi alle note acidule del bergamotto a loro volta stemperate dalla delicatezza di un cioccolato bianco alleggerito dalla sua tipica dolcezza.
Questo dolce celebra l’amore universale che, come tutti i pensieri rivolti ai propri affetti, esalta la semplicità e la spontaneità che si mettono in gioco quando si cucina pensando a qualcuno.  
Buon San Valentino sempre! 
Chiara Vannini

Il pecorino etico solidale Biraghi festeggia il sesto anno di vita

La storica azienda Biraghi,  fin dall’insediamento del suo negozio in Piazza San Carlo, ha saputo ben presto conquistare i nostalgici torinesi , a ricordo delle piccole pezzature di formaggio – i famosi ” biraghini” e non solo – : è stata in grado, in maniera esemplare, di mantenere la sua identità di industria casearia,  ben radicata al territorio piemontese e nazionale, sostenendo la filiera di produzione italiana, raccogliendo e lavorando circa 465.000 litri di latte al giorno, per un totale di 170 milioni di litri l’anno. 

 

In questo lavoro di continuo raccordo con le aziende italiane della sua categoria, con una in particolare si sono create le condizioni per una produzione integrata del formaggio identitario della Sardegna – il pecorino romano – a sostegno dei pastori sardi e del loro appassionato lavoro.
A più di 6 anni dal lancio, il “Pecorino Etico Solidale Biraghi” ha riscontrato  un grande successo: attualmente è distribuito in più di 3.100 punti vendita sul territorio italiano e, a novembre 2022, si è registrata una distribuzione ponderata pari al 35% su tutta Italia. Non solo la Grande Distribuzione, ma anche i consumatori hanno risposto in maniera più che positiva all’iniziativa.

Il Pecorino Etico Solidale Biraghi, frutto dell’accordo tra Biraghi, FDAI e Coldiretti Sardegna a sostegno dei pastori sardi, festeggia il sesto anno di vita con un nuovo record: sono infatti oltre 1.100.000 kg di prodotto (70% di Pecorino e 30% di Gran Biraghi) venduti dal 2017 ad oggi.

«Questo è un esempio concreto di un accordo che fa bene al Sistema Paese, nel quale ogni attore coinvolto ha saputo mettersi a disposizione per creare un prodotto di qualità e competitivo sul mercato» ha commentato Adolfo Giannecchini, Responsabile dei progetti di Filiera Agricola Italiana.

«Un accordo che cresce e si rafforza anche grazie ai nuovi progetti che stiamo mettendo in campo con la Biraghi – afferma il Direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –. Questo ci consentirà di allargare l’accordo anche ad altre realtà locali e crescere nei numeri».

Nel 2020 la collaborazione tra Biraghi e Coldiretti Sardegna si è consolidata con il lancio di un nuovo prodotto da tavola: dopo il Grattugiato fresco “La Nostra Ricetta al Pecorino Biraghi”, l’azienda cuneese, insieme a FDAI e all’organizzazione sarda hanno presentato lo Spicchio di Pecorino Etico Solidale, una fetta da 150 grammi senza crosta laterale, prodotta con 100% latte di pecora sardo, a lunga stagionatura, caratterizzata da un gusto dolce e delicato e acquistabile in una pratica confezione con un vassoio per tenerla in tavola, apertura facilitata e zip “apri e chiudi”.

 

Chiara Vannini

 

 

Nuovo menù al ristorante della Rocca di Arignano

La Locanda della Rocca di Arignano riapre con nuovi orari e nuovi menu.

A partire dal 1 febbraio, infatti, è aperta il venerdì e il sabato a cena, la domenica a pranzo. Negli altri giorni La Locanda della Rocca apre anche a pranzo e a cena ma SOLO per tavoli di almeno 10 PERSONE e SOLO SU PRENOTAZIONE.

Ma la vera novità del 2023 è il nuovo menu. Il nostro chef Lorenzo Careggio ha infatti dato vita a quello che potremmo definire un vero e proprio percorso di degustazione alla scoperta del mondo de La Rocca. Punto di partenza saranno ingredienti semplici e di stagione, principalmente del territorio e molto spesso del nostro orto, che grazie a lavorazioni e combinazioni particolari si trasformeranno in piatti unici. Si potrà scegliere fra un percorso degustazione di tre o cinque portate, declinato in due varianti: una con pesce di lago e carne, una vegetariana.

Anche per gli ospiti dell’hotel il 2023 porta una bella news: la possibilità di cenare o di fare un light lunch all’interno della struttura nei giorni di lunedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica.

Nelle stesse sere, dalle 18 alle 20, per ospiti dell’hotel e non, resta confermato l’appuntamento con gli Aperientes, i nostri aperitivi. Potrete scegliere tra buon cocktail, un buon vino dalla nostra cantina o quello che più vi piace. I drink saranno sempre accompagnati da piccoli stuzzichini diversi di volta in volta, secondo la fantasia della cucina e della stagionalità.

Gerla 1927 ed ENGIM insieme per un nuovo progetto dedicato ai giovani

Gerla Palestro, in corso Palestro 14 a Torino,  è il primo ristorante in Italia che sceglie di affiancarsi ad una scuola di formazione professionale per aiutare centinaia di giovani a costruire il proprio futuro.

Molti sono i casi di scuole alberghiere che hanno aperto il loro locale ma è la prima volta che un grande gruppo della ristorazione sceglie di mettere uno dei suoi locali a disposizione della formazione dei giovani in maniera strutturata e continuativa.

L’obiettivo è trasformare un’esperienza di gusto per i clienti in un’esperienza di vita per i ragazzi. Offrire loro una “palestra” professionalizzante che gli permetta di imparare sul campo dai professionisti, affiancando colleghi di lunga esperienza così da entrare subito nelle dinamiche di un vero ristorante: conoscere le materie prime, gli ingredienti, i tempi della cucina e quelli del servizio, imparare l’accoglienza vivendola in prima persona.

In Gerla Palestro si alterneranno ogni giorno una decina degli oltre 300 allievi ENGIM frequentanti percorsi di formazione nel settore HoReCa, provenienti non solo dall’attiguo centro di formazione Artigianelli di Torino ma anche dalle altre sedi della Fondazione ENGIM Piemonte Ets: Torino San Luca (zona Mirafiori Sud), Nichelino, Pinerolo, Chieri, Sommariva del Bosco e Carmagnola.

Avranno occasione di fare esperienza in Gerla Palestro gli allievi più giovani dell’obbligo formativo beneficiando dell’innovazione metodologia che permette loro di “staccarsi” dall’aula e fare lezione direttamente nel ristorante, oppure attraverso le ore di stage previste durante l’anno formativo. Gli allievi degli ultimi anni saranno inseriti con la forma più strutturata dell’apprendistato duale e sarà possibile il coinvolgimento anche degli adulti disoccupati e delle fasce deboli attraverso i tirocini. Una vera e propria vetrina della formazione, dell’apprendimento sul campo e dell’apprendistato formativo in particolar modo.

Gerla Palestro, che ha inaugurato il 10 gennaio, è l’ultimo locale aperto da Gerla 1927 in città. Dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 21, il servizio parte con le colazioni, prosegue con il pranzo e termina all’aperitivo. La particolarità del locale è l’atmosfera da “piola” che si respira sin dal mattino. Sul bancone, accanto agli immancabili croissants, vengono servite torte da credenza preparate dalla Pastry Chef Evi Polliotto e a pranzo il menù propone le specialità piemontesi: vitello tonnato, acciughe al verde, insalata russa, battuta di fassona, tajarin, spezzatino…

Nel 2019 – dichiara Roberto Munnia, presidente del gruppo Gerla avevamo già creato con ENGIM la Gerla Academy ma dopo il lockdown ci siamo resi conto che c’è bisogno di qualcosa di più. Bisogna avvicinare i ragazzi al bar, alla sala, alla cucina trasmettendo loro l’entusiasmo che in troppi casi è venuto meno durante il lockdown. I giovani sono importantissimi – il gruppo Gerla ha 170 dipendenti, età media 30. Ed è dovere di noi imprenditori della ristorazione accompagnarli nel loro percorso. Arrivando dal mondo della meccatronica, in passato ho avuto modo di constatare che i ragazzi che avevano frequentato le Scuole Allievi Fiat e Scuola SKF portavano con sé un valore aggiunto, avevano una marcia in più. Ad oggi, anche nel settore della ristorazione nasce l’esigenza di riuscire ad avere a disposizione personale preparato a comprendere cosa significa creare valore nel servizio. Per fare ciò, non è sufficiente insegnare cosa significa lavorare in un ristorante, bisogna viverlo!”

“Il nostro – prosegue la pastry chef del Gruppo Gerla Evi Polliotto – è un mestiere che richiede sacrifici ma sa regalare soddisfazioni incredibili. Dara la possibilità ai giovani di vivere al nostro fianco, da colleghi, ci permette di andare oltre il semplice insegnamento e di far toccare loro con mano il futuro”.

“L’apprendimento sul campo è fondamentale per gli allievi della formazione – spiega Marco Muzzarelli, direttore nazionale di Fondazione ENGIM. Dare la possibilità di sperimentarsi in un vero ristorante sin dai primi anni di formazione, vuol dire facilitare e accelerare il loro processo di apprendimento sia delle competenze professionali, sia di quelle trasversali acquisibili solo on the job.

Come ente di formazione professionale non ci siamo mai tirati indietro di fronte alle sfide di un mondo del lavoro sempre meno stabile e in questi anni ci siamo messi direttamente in gioco avviando imprese formative ENGIM su tutto il territorio italiano. Ma quando capita di incontrare un gruppo leader nel settore food, come Gerla, che in questi anni ha investito energie e risorse insieme ad ENGIM con spirito di corresponsabilità e impegno reciproco, non si p che cogliere al volo l’opportunità di avere la sua fattiva collaborazione per una formazione sul campo di alta qualità, a beneficio del futuro dei giovani lavoratori.

Gerla 1927 è nato dall’ambizioso progetto di Roberto Munnia che, dopo aver rilevato nel 2012 lo storico locale Gerla di Corso Vittorio Emanuele II a Torino, ha creato, apertura dopo apertura, una realtà imprenditoriale solida ed in continua crescita, ben radicata in Piemonte ma con lo sguardo rivolto al mondo. Oggi Gerla1927 conta 22 locali tra caffetterie, pasticcerie e ristoranti. Visione, fiducia nel valore delle persone e costante attenzione alla qualità delle materie prime e del servizio sono i valori che guidano le scelte del Gruppo, attivo in 3 aree di business: produzione, ristorazione e banqueting, istruzione e formazione professionale. Oltre al Presidente, Roberto Munnia, il gruppo può contare su un team di professionisti le cui abilità ed esperienze si rivelano strategiche per il successo.

www.gerla1927.com

Fondazione ENGIM Piemonte Ets è presente sul territorio piemontese con 7 centri di formazione e 4 sportelli di servizi al lavoro. Le attività coinvolgono quasi 2000 allievi ogni anno in 128 corsi, con un successo formativo che si attesta a 412 qualifiche e diplomi professionali conseguiti, l’avvio di 41 contratti di apprendistato e il 73% degli allievi occupati a due anni dal diploma (dati 2021).

Sul territorio sono operative due imprese formative: BARtigianelli e AgriENGIM. Nato a fine 2020 ed ospitato all’interno del Collegio Artigianelli a Torino, BARtigianelli è gestito dagli allievi del corso di operatore di sala e bar della sede formativa Torino Artigianelli e permette loro di apprendere in un ambito scuola/lavoro. AgriENGIM è l’Impresa formativa della sede di Chieri che impegna gli allievi, tramite borse-lavoro, nella produzione ortofrutticola e florovivaistica e nella trasformazione agroalimentare.

Fondazione ENGIM Piemonte Ets è parte di ENGIM – Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo, che opera in Italia e all’estero nell’ambito della formazione professionale e della cooperazione internazionale come emanazione della Congregazione di San Giuseppe – Giuseppini del Murialdo, fondata nel 1873 per iniziativa di san Leonardo Murialdo. Presente con 30 centri formativi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia, frequentati da circa 9000 studenti ogni anno, ENGIM è accreditata per l’obbligo formativo, la formazione continua, la formazione superiore, l’orientamento e i servizi per il lavoro.

Il Piemonte incontra la Sardegna con il pecorino etico solidale Biraghi

Il Piemonte incontra la Sardegna attraverso il pecorino etico solidale della Biraghi. Il successo della sesta edizione.

Si è tenuto a Torino, il 23 gennaio, la sesta edizione dell’evento promosso da Biraghi, FDAI (Campagna Amica) e Coldiretti Sardegna a sostegno del lavoro dei pastori sardi.

Una bella iniziativa che ha avuto la sua ribalta a Torino presso la Lounge Gattinoni di Via Cesare Battisti.

Il Pecorino Etico Solidale Biraghi viene distribuito in più di 3.100 punti vendita sul territorio italiano e, a novembre 2022, si è registrata una distribuzione ponderata pari al 35% su tutta Italia.

Non solo la Grande Distribuzione, ma anche i consumatori hanno risposto in maniera positiva all’iniziativa. Lo conferma il fatto che, in soli sei anni, il Grattugiato “La Nostra ricetta al Pecorino Biraghi 100g” abbia raggiunto una quota importante di mercato.

Un nuovo record è stato raggiunto con oltre 1.100.000 kg di prodotto (70% di Pecorino e 30% di Gran Biraghi) venduti a partire dal 2017.

I risultati dell’accordo sono stati illustrati da Claudio Testa, Consigliere d’amministrazione della Biraghi S.p.A, Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna, Francesco Carta, Vicepresidente della Cooperativa Pastori Dorgali.

Adolfo Giannecchini, responsabile dei progetti di Filiera Agricola Italiana Spa ha commentato: «Questo è un esempio concreto di un accordo che fa bene al Sistema Paese, nel quale ogni attore coinvolto ha saputo mettersi a disposizione per creare un prodotto di qualità e competitivo sul mercato». 

Soddisfatta anche la parte sarda: «Per la nostra Cooperativa è stata una svolta che ha rafforzato tutto il lavoro che avevamo fatto precedentemente – afferma il Vicepresidente della Cooperativa Pastori Dorgali, Francesco Carta –. Da inizio annata abbiamo la certezza che una parte del nostro formaggio verrà venduto ad un prezzo già stabilito».

All’incontro è seguita una bella esibizione in piazza San Carlo del Gruppo a Tenore, canto dei pastori patrimonio UNESCO Su Cuntzertu De Abbasanta.

TOMMASO LORUSSO

Il menù di Platti è firmato dallo chef Tesse

Grande novità per Platti, senza dubbio uno dei caffè più antichi e affascinanti d’Italia: il menù del locale di corso Vittorio Emanuele II 72 a Torino è firmato dallo chef Fabrizio Tesse.

Dopo aver assunto le redini de La Pista, sul tetto del Lingotto, Fabrizio Tesse raccoglie un’altra sfida tutta torinese e porta la sua idea di cucina nel menù di uno dei locali simbolo della città.

Platti è un’istituzione, punto di riferimento sociale e culturale di Torino e d’Italia per tutto il corso del ‘900. La storia del locale inizia nel 1870 quando nella prima capitale apre la liquoreria “Principe Umberto”, poi rilevata da Ernesto e Pietro Platti e ribattezzata Caffè Platti nel 1875Le sue sale liberty sono state il ritrovo di intellettuali, politici, poeti e imprenditori sabaudi che amavano trascorrere qui le loro giornate parlando d’affari e politica e festeggiando le ricorrenze. Sui divani rossi, tra stucchi e specchi, veniva a leggere Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica Italiana, a scrivere Cesare Pavese che incontrava qui l’editore Giulio Einaudi. È d’innanzi alle sue vetrine che, nel novembre del 1897, venne fondata la Juventus FC. Oggi il locale è proprietà di Gerla 1927.

 

Ad aiutare Fabrizio Tesse in questa nuova avventura una brigata attenta e preparata, guidata dallo chef Vincenzo Di Matteo. Responsabile di sala è Marisda Gashi, che si occupa sia del ristorante sia della caffetteria.

Il menù unisce la semplicità di un’offerta veloce, pensata per il pranzo, la piemontesità di ricette che sappiano valorizzare l’esperienza di essere seduti in un vero e proprio salotto del gusto e l’estro dello chef, che da sempre sa stupire il palato dei suoi clienti.

Chi conosce la mia cucina – dichiara Fabrizio Tesse – sa che da sempre mi ispiro al Piemonte e alle Vie del Sale. In questo luogo storico ho scelto di lavorare molto su ricette della tradizione piemontese, sempre interpretate in maniera personale e moderna. Mi piacciono i piatti concreti ma non per questo meno affascinati e ricchi di sapore”.

Il ristorante, al primo piano, è aperto a pranzo dal lunedì al sabato mentre la cena è riservata ad eventi privati.

Al pian terreno, dalla colazione alla cena, Platti offre il meglio della tradizione torinese sabauda, dal bicerin alla pasticceria mignon al tramezzino, in un’atmosfera affascinante.

La colazione da Platti è un rito per tutti i torinesi: al bancone o seduti agli eleganti tavolini in marmo si possono gustare oltre 20 tipi diversi di lievitati, in abbinamento a caffè, cappuccino o al classico Bicerin, la bevanda torinese composta da una mescola di caffè, cioccolato e crema di latte tanto amata dai turisti.

Decisamente imperdibile, oltre che storica specialità della città, la piccola pasticceria. Bignè, chantilly, baci di dama, macaron e biscottini in formato mignon che solo a Torino si fanno così: piccolissimi concentrati di dolcezza. Specialità della casa la storica Torta Platti, un tripudio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta.

Autentico vanto del locale la carta dei tramezzini, i tipici panini triangolari che vedono i loro natali proprio a Torino. Da Platti se ne possono assaggiare più di 25 tipi, dai più classici ai più innovativi, senza dimenticare quelli che omaggiano le specialità piemontesi: peperoni e acciughe, vitello tonnato, lingue e salsa verde, salsiccia di Bra…

Il pranzo è servito nelle sale del ristorante al primo piano con una scelta a la carte oppure che spazio da ricette della tradizione a proposte creative, oppure è possibile optare per il brunch.

Gli amanti del tè sono invitati al nuovo appuntamento pomeridiano del locale: l’Afternoon Tea, il rituale del tè all’inglese rivisitato in chiave sabauda. Tè bianco, verde o nero, speziato, legnoso, fruttato o erbaceo… Diverse qualità di tè da tutto il mondo, rigorosamente in foglia, preparate a regola d’arte e servite in abbinamento alla piccola pasticceria secca e ai tramezzini salati serviti sui vassoi d’argento.

La giornata da Platti si chiude con l’aperitivo, con cocktail preparati dallo storico bartender Piero, vino o champagne.

Caffè Platti – Corso Vittorio Emanuele II, 72 – Torino