GUSTO- Pagina 19

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia

852 cantine selezionate, 9 Premi Speciali, 262 Impronte Go Wine

Undici cantine ottengono per la prima volta il premio de L’Impronta Go Wine

Il costo delle visite in cantina fra le novità di questa edizione della Guida per l’Enoturista

Numeri e dati per indagare scelte e orientamenti delle cantine da nord a sud d’Italia

 

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto lo scorso 30 novembre Milano presso l’Hotel Melià, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, rappresentanti di cantine selezionate nel volume, enoappassionati.

Cantine d’Italia 2024 si presenta con 852 cantine selezionate, 262 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.640 vini segnalati, circa 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, che ha la cantina come riferimento.

Come luogo anche simbolico, oggi sempre più meta di tanti enoappassionati e anche come luogo fisico dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

Una Guida pensata per gli enoturisti e invita a camminare l’Italia del vino, che è una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma anche espressione della capacità di tanti viticoltori che fanno viaggiare in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove i vini nascono.

 

La visita in cantina, il costo

E’ la novità più importante di questa edizione e segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione. Da fattore un tempo basato sullo spontaneismo, da elemento di novità della vita del viticoltore, la visita in cantina si è sempre più affermata come un tema importante caro a tanti enoappassionati e strategico per molte cantine.

Il tema del prezzo si è così inserito, come fattore da conoscere e comunque da monitorare.

Cantine d’Italia 2024 ha così chiesto a oltre 700 cantine di indicare nel questionario il costo di un’esperienza base in cantina ed il costo di un’esperienza più completa.

Lasciando piena libertà nel rispondere, ipotizzando anche la gratuità per un’esperienza base e comunque ponendosi in attenzione per analizzare i dati e il comportamento delle cantine.

Nasce uno screening importante e per certi aspetti unico che rinnova anche nei contenuti il volume e apre un nuovo fronte di analisi e di informazione.

 

Alcuni dati

Hanno risposto oltre 400 cantine; la redazione di Go Wine ha lasciato libertà nel rispondere, anche la non risposta rappresenta una scelta.

Il campione che si rileva è comunque indicativo perché attraversa cantine di tutte le regioni italiane e con differente profilo: ovvero cantine di maggiori dimensioni e più strutturate anche per l’organizzazione del personale.

Ma anche molte cantine di impronta familiare, dove il viticoltore spesso recita più ruoli, compreso quello dell’accoglienza e del racconto agli enoturisti.

Procedendo a calcolare una media, si individua in euro 20,17 il costo medio di un’esperienza baseSale ad euro 49,79 il costo per un’esperienza completa o comunque al top, secondo i parametri che ciascuna cantina individua nel formulare la proposta.

Sul campione selezionato, sono meno di 15 (4%) le cantine che non prevedono un costo “d’ingresso” anche per un’esperienza base, 62 (15%) si collocano a 10 euro o a cifra inferiore.

Per quanto riguarda l’esperienza completa, l’indagine ha rilevato 34 cantine che propongono un costo superiore a 100 euro.

Altrettanto interessante la lettura dei dati nelle varie zone in Italia. Si rileva così che, al nord, la media del costo di un’esperienza base si colloca ad euro 19,41, mentre sale al sud (euro 21,59).

Il riferimento corrisponde anche per un’esperienza più completa, con un costo medio al nord che si assesta su euro 43,25 e sale al sud ad euro 52,97.

Guardando ad alcune regioni, il costo è più alto in Toscana (euro 22,17), rispetto al Piemonte (euro 20,07) per l’esperienza base, idem per l’esperienza al top: Piemonte euro 48,86, Toscana euro 62,82.

Con due distinti simboli il costo della visita in cantina entra così nella nuova edizione di Cantine d’Italia 2024 e segna un altro motivo d’interesse a favore della Guida.

Inserendo di fatto un tema ormai consolidato, alla luce anche dei dati che sono emersi: la visita in cantina fa sempre di più parte di un’attività strutturata per moltissime cantine, in grado di formulare la proposta e dettagliarla spesso anche sul sito internet aziendale, in fase di presentazione della loro attività.

La scelta di Go Wine di evidenziare una sorta di doppio binario – esperienza base, esperienza top – è anche un modo per leggere il tema, offrire un servizio in più al lettore, ma anche incoraggiare un dibattito all’interno del settore.

 

Ci troviamo di fronte da una parte a proposte accessibili, o comunque dai costi non proibitivi; da altra parte a veri e propri eventi top che comportano a volte una spesa significativa se comparata con altre iniziative nel settore.

 

“Comunicazione e accessibilità sono due fattori strategici in questa materia – afferma Massimo Corrado, presidente di Go Wine e curatore della Guida. Comunicare da parte della cantina il costo della visita e indicare quale esperienza si pratica non può che contribuire a rendere sempre più professionale la visita e creare un legame fra il viticoltore e l’enoturista: egli è così in grado di informarsi allo stesso modo con cui legge dei vini della cantina e si informa sul loro profilo, vinificazione ecc…”

Il tema dell’accessibilità è tuttavia altrettanto importante e impone qualche riflessione ulteriore: richiama l’esigenza di costi che possano favorire l’accesso in cantina, nel rispetto del lavoro del viticoltore.

Al concetto del remunerare il servizio e comunque nel rispetto di una qualità che va pagata, si affianca la opportunità di mantenere alcune proporzioni che siano legate al tipo di esperienza e comunque al ruolo insostituibile che l’enoturismo svolge sia per avvicinare molte persone al mondo del vino e sia per consolidare le aspettative dei più esperti.

L’andare in cantina è andare verso la natura, apprezzare il paesaggio, conoscere e dialogare con le persone.

E’ soprattutto percepire il rapporto con la terra e con un ambiente: in questa ottica il fattore prezzo deve inserirsi in armonia. Valorizzando anche nelle quotazioni esperienze straordinarie, ma rendendo con altre formule sempre accessibile la cantina ad un pubblico più vasto. Senza dimenticare che poi, quasi sempre, in cantina si comprano bottiglie e questo rappresenta un altro costo per l’enoturista ed un’opportunità per il viticoltore.

 

Insomma l’obbiettivo della Guida non è solo quello di valorizzare la grande accoglienza in cantina, ma di comunicare una visione sociale attenta nel settore e che possa sempre tenere saldi quei fattori – terra, vigneto, vini, persone – che sono alla base dell’enoturismo e di un determinato modo di concepire la viticoltura.

Ecco i 51 ristoranti dove assaporare la cucina piemontese tutto l’anno

MANGÉBIN – IL PIEMONTE IN TAVOLA

Il Piemonte è una terra che vanta un’autentica cultura enogastronomica con prodotti unici ed una sapiente tradizione artigianale profondamente radicata nella sua storia e gente.

Ed è proprio per valorizzare ed esaltare questo patrimonio che nasce “MANGÉBIN – il Piemonte in tavola” un progetto di Città di TorinoTurismo Torino e ProvinciaAscom, Confesercenti con il sostegno della Camera di commercio di Torino e il supporto creativo di MDAComunicazione.

È un circuito di 51 ristoranti della cucina tipica piemontese di Torino e della sua provincia che propongono nei propri menù le ricette tradizionali del Piemonte e i vini regionali con l’obiettivo di offrire ai turisti e ai residenti un’esperienza culinaria autentica.

Alla base del progetto la considerazione di come sia costantemente in aumento il numero dei viaggiatori che scelgono la meta delle vacanze avendo come principale obiettivo l’esperienza enogastronomica. L’enogastronomia è tra i principali driver che sostengono l’immagine del Belpaese a livello mondiale, insieme alla moda ed al turismo, un trend che avvantaggia l’Italia, a patto che si migliori l’accessibilità dell’offerta”.*

E’ un’intelligente azione sinergica tra Enti, Istituzioni e operatori della ristorazione che attraverso un’offerta enogastronomica di qualità e con copertura capillare del territorio torinese consente a turisti e cittadini di scoprire piatti tradizionali ed eccellenze del Piemonte con la garanzia di ingredienti di qualità a chilometro zero – afferma l’assessore al commercio Paolo Chiavarino -. È una preziosa opportunità di stimolo a un consumo di cibo di livello, con ricadute economiche sugli operatori del settore e sul tessuto provinciale torinese.”

Gli esercizi che hanno aderito al progetto – selezionati in collaborazione con le associazioni di categoria Ascom e Confesercenti – garantiscono i seguenti requisiti: almeno il 60% dei piatti offerti dovranno essere tradizionali della cucina piemontese, utilizzando ingredienti locali e almeno il 60% dei vini serviti dovranno essere di provenienza piemontese, di cui almeno il 10% dovrà provenire dalla provincia di Torino.

Come dichiarato da Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino: “Il progetto si basa su un sempre più intenso dialogo tra ristoratori ed esercenti da un lato e produttori enogastronomici locali dall’altro, perché nei menu e nelle carte dei vini siano sempre proposte le eccellenze del territorio: Mangèbin nasce per arricchire l’offerta e segnalare ai turisti una selezione di locali che propongono la tipicità della nostra cucina abbinata ai migliori vini locali, garantendo un’autentica esperienza di gusto piemontese“.

Maria Luisa Coppa, Presidente di Ascom Confcommercio Torino e Provincia sottolinea che “la tipicità è certamente un trend e proprio per questo sono indispensabili regole che tutelino chi lavora bene rispetto a chi segue solo una moda. Quello presentato oggi è un primo nucleo di ristoranti, che potrà ampliarsi, tenendo sempre conto che ‘tipicità’ non vuol dire solo tradizione storica, ma anche innovazione e rivisitazione dei nostri piatti tipici, con l’accortezza di rispettare un disciplinare che, in questo caso, abbiamo costruito insieme“.

L’idea di organizzare un circuito verificato di ristoranti tipici – sottolinea Fulvio Griffa, Presidente di Asso Turismo Confesercenti – è nata da una proposta degli operatori della ristorazione e si propone di presentare ai turisti una ampia scelta di piatti della nostra tradizione culinaria e di vivere un’esperienza unica“.

Il progetto prevede lungo il corso dell’anno la definizione di Weekend Tematici durante i quali verrà celebrato un piatto iconico della tradizione piemontese. Il primo weekend che coincide con il Ponte dell’Immacolata (dall’ 8 al 10 dicembre) sarà dedicato ai Tajarin. Ogni ristorante dovrà quindi proporre la pasta fresca all’uovo dell’antica tradizione piemontese come piatto principe.

Siamo sicuri che tale iniziativa – sottolinea Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – pensata e ideata soprattutto per coloro che giungono in visita nel nostro territorio contribuisca a far conoscere la nostra tradizione e, nel contempo sia garante di qualità dei piatti proposti nel rispetto della cucina tipica piemontese“.

Sul fronte della comunicazione, Turismo Torino e Provincia ha attivato tutti i suoi canali. Il progetto è presente in home page sul sito www.turismotorino.org tradotto anche in inglese e francese; è stata inoltre definita una campagna di comunicazione online e offline per evidenziare il circuito; per i locali aderenti saranno previsti dei corsi di formazione per garantire la conoscenza e la promozione accurata dei piatti e dei vini piemontesi; ogni ristorante sarà riconoscibile attraverso una vetrofania.

I LOCALI ADERENTI
Torino
AL GUFO BIANCO / ALBERGO RISTORANTE SAN GIORS / ANTICA BRUSCHETTERIA PAUTASSO / ANTICA TRATTORIA “CON CALMA” / ANTICA TRATTORIA DEL SOLE / ANTICHE SERE / ANTICO BALON /ARCADIA / BALLATOIO – BISTROT DI RINGHIERA / BARBAGUSTO / BISTROT TURIN / BORGIATTINO FORMAGGI / CASA BROGLIA / ENOTECA ROSSO RUBINO / GOUSTO’ RISTORANTE EMPORIUM / GUARINI / I SAPORI DEL PIEMONTE / LA BADESSA / LE FANFARON BISTROT / LE VITEL ETONNE’ /  MARTINET / OSTERIA AL TAGLIERE / OSTERIA LE PUTRELLE / OSTERIA RABEZZANA / PEPINO 1884 / PORTO DI SAVONA / RISTORANTE BELVEDERE / RISTORANTE DEL CIRCOLO DEI LETTORI / RISTORANTE DEL DUOMO BICERIN / RISTORANTE LAROSSA / SAN TOMMASO 10 / TRATTORIA DECORATORI E IMBIANCHINI

Fuori Torino
ANTICA LOCANDA DELL’ORCO (Rivarolo Canavese) / ANTICA TRATTORIA MONVISO (Carmagnola)  / / CA’ PRAUDIN (Valchiusa) / COSTA LOURENS (Torre Pellice) / FERMATA ALPI GRAIE (Groscavallo) / / FORESTERIA DI MASSELLO (Massello), GEAT VAL GRAVIO (San Giorio di Susa) / L’FOUIE (Bardonecchia) / LA LOCANDA DEL CONT (Santena) / LA TABLE DLOUZ AMIS (Oulx) / LES MONTAGNARDS (Balme) / OSTERIA DAL MERLO (Sant’Ambrogio di Torino) / OSTERIA LA CADREGA (Moncalieri) / RISTORANTE CENTRO (Cercenasco) / RISTORANTE HOTEL CELESTINO (Piobesi) / RISTORANTE L’INCONTRO (Valchiusa) / RISTORANTE SAN MICHELE (Avigliana) / TRATTORIA BEL DEUIT (Baldissero Torinese) / SCUDO DI FRANCIA (Agliè)

*Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 curato da Roberta Garibaldi

PER INFO E PRENOTAZIONI
www.turismotorino.org/mangebin

 

A Torino trionfa il consumo di piadine e panini

JUST EAT PRESENTA LA SETTIMA EDIZIONE DELLA MAPPA DEL CIBO A DOMICILIO E RIVELA I SEGRETI NASCOSTI DELLE CITTÀ ITALIANE

Just Eat presenta la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia e rivela un’esclusiva collaborazione con Delivery Valley di Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta, per la creazione di piatti ispirati ai quattro trend che rivoluzioneranno l’esperienza culinaria e il food delivery.

Nell’attuale panorama gastronomico in continua evoluzione, il cibo a domicilio non fa eccezione e attraversa costanti cambiamenti, in Italia come nel mondo. In un’epoca in cui la comodità e la sostenibilità si intrecciano con la voglia di esplorare nuovi sapori e sensazioni, Just Eat (www.justeat.it), parte di Just Eat Takeaway.com, uno dei leader mondiali nel mercato del digital food delivery, presenta la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia. L’ultima edizione non si limita a delineare una panoramica delle tendenze del food delivery, ma offre un’immersione completa nella cucina e nelle preferenze degli italiani, gettando luce su come stiano cambiando le abitudini alimentari nel Bel Paese.

Il food delivery a Torino

Nella nuova edizione dell’Osservatorio annuale di Just Eat, emerge un’analisi dettagliata degli appassionati del food delivery in Italia, esplorando le ragioni alla base delle loro scelte alimentari, ma anche come le abitudini di consumo stiano cambiando nelle diverse città italiane, evidenziando conferme di tendenze esistenti e l’emergere di nuovi comportamenti.

Il food delivery fa ormai parte della nostra vita quotidiana e i dati forniti da Just Eat riflettono non solo l’amore degli italiani per la buona cucina, ma anche la crescente tendenza a integrare il food delivery nelle diverse sfaccettature della vita quotidiana, trasformando ogni occasione in un’opportunità per apprezzare la varietà culinaria comodamente a casa propria: c’è chi preferisce gustare il cibo mentre si guarda la propria serie o film preferiti (29%), in connubio perfetto dopo una giornata frenetica, o chi opta per il food delivery in piacevole compagnia di amici e famiglia (22%), trasformando il pasto in un momento conviviale e condiviso. Ma non solo, il ritorno a casa dopo una giornata di lavoro (16%) diventa l’occasione ideale per concedersi una deliziosa cena consegnata comodamente a casa, perfetto anche durante la visione di eventi sportivi o giocando ai videogiochi (11%).

Ma cosa ordinano i torinesi? Secondo la settima edizione della Mappa del cibo a domicilio, le cucine più ordinate che caratterizzano la città sono la pizza, l’hamburger, apprezzato per la sua versatilità e la capacità di reinterpretarsi in chiave gourmet, la cucina cinese, con la sua ricca varietà di sapori e la maestria nell’uso di spezie, e la cucina giapponese, con la sua eleganza e attenzione alla presentazione.

Accanto ai sapori internazionali, a Torino non si rinuncia alla tradizione italiana, connubio che riflette la diversità della città. La pizza diavola aggiunge un pizzico di audacia, gli involtini primavera donano croccantezza alle giornate e infine la pizza con salsiccia aggiunge un sapore robusto e ricco grazie alla combinazione di formaggio e pomodoro. Questi piatti evidenziano come la città si apra a influenze culinarie globali, pur mantenendo un forte legame con le delizie italiane che la caratterizzano.

La scena gastronomica torinese sta vivendo una rinascita di gusti e sapori, con alcune cucine emergenti che stanno conquistando rapidamente i palati dei torinesi. I panini, tradizionali o reinterpretati in chiave moderna, stanno guadagnando una crescente popolarità, offrendo un’opzione veloce e deliziosa per chi desidera un pasto saporito da gustare in movimento. Le piadine, con il loro richiamo alla tradizione italiana e la loro versatilità nell’accontentare tutti i gusti, diventano una scelta amata per chi cerca un pasto leggero ma appagante. La cucina messicana, con la sua esplosione di sapori piccanti e l’ampia varietà di piatti, sta diventando una tendenza culinaria di grande successo, portando una ventata di vivacità al panorama gastronomico torinese.

Per quanto riguarda i piatti, il trend “Componi il tuo poke” sta guadagnando terreno, offrendo ai torinesi la possibilità di personalizzare la propria bowl con ingredienti freschi e saporiti. Gli spaghetti di riso con gamberi e verdure incarnano l’incontro tra la tradizione italiana e le influenze asiatiche. Il kebab arrotolato, con la sua presentazione creativa e la varietà di gusti intensi, è una scelta sempre più amata per chi cerca un pasto veloce ma sfizioso.

In città, i piatti tradizionali sono veri e propri amori gastronomici, incastonati nel cuore della città come gemme culinarie. Le polpettine in umido al pomodoro custodiscono il segreto della felicità in ogni morso. La farinata, con la sua croccantezza dorata, è un autentico magico incantesimo che conquista i palati torinesi. Gli gnocchi al ragù di salsiccia di Bra, invece, sono come la storia d’amore tra la pasta fresca e un ragù ricco e saporito.

Le quattro tendenze che svelano come gli italiani stanno abbracciando una nuova era del food delivery

Grazie alla collaborazione con WGSN, istituto di ricerca sulle tendenze dei consumi, Just Eat ha infatti scoperto quali sono i nuovi driver che plasmeranno il mondo del gastronomico e del food delivery, e indagato poi in collaborazione con BVA Doxa la risposta degli italiani a questi nuovi trend. Non solo cambiamenti nel modo in cui si nutrono, ma un desiderio di esprimere emozioni attraverso il cibo, di supportare ristoranti sostenibili e di abbracciare l’eclettica diversità culinaria.

  1. Mood food: quando il cibo abbraccia il benessere emotivo

Nel panorama in costante mutamento dei consumatori italiani, le abitudini alimentari sono in continua evoluzione in risposta alle nuove esigenze e ai valori personali. L’ansia e le emozioni legate allo stress, spesso derivate da un equilibrio precario tra lavoro, ambiente e relazioni, stanno plasmando un nuovo approccio al benessere e ridefinendo le priorità.

La nozione di salute non si limita più solamente ai bisogni fisici, ma si sta spostando verso una ricerca di benessere completo, che abbracci aspetti emotivi, spirituali e sociali. Questa nuova prospettiva mette in risalto l’importanza di accostare il piacere ad un’esperienza all’interno dell’equazione del benessere, dimostrando che l’indulgenza può coesistere con la cura di sé e la salute mentale. Sempre più consumatori sono inclini a regolare il proprio stato d’animo attraverso il cibo, riflettendo un crescente interesse per prodotti che promettono di migliorare il benessere emotivo, anche attraverso ingredienti con proprietà benefiche.

In questo scenario, il food delivery gioca un ruolo cruciale. Secondo una ricerca condotta da BVA Doxa per Just Eat, l’atto di ordinare cibo a domicilio è spesso associato a emozioni positive come soddisfazione e relax. Oltre il 90% degli italiani afferma di ordinare un piatto basandosi su emozioni o ricordi positivi, sottolineando la profonda connessione tra cibo ed umore. Interessante notare come il concetto di “comfort food” sia strettamente legato a piatti familiari (40%) e a quelli che possono migliorare il nostro stato d’animo (38%). Tra questi, spiccano pizza e focacce per il 60% degli italiani, ma anche dolci (40%), gelati (38%) e l’immancabile cioccolato (32%). Dopo aver gustato il proprio cibo preferito, le emozioni più comuni tra gli italiani riguardano una sensazione di gratificazione (44%) e felicità (41%).

La curiosità? L’80% degli italiani si dice interessato a provare un alimento progettato per migliorare l’umore.

  1. Zero Heroes: il futuro sostenibile del food delivery

L’importanza della sostenibilità è cresciuta in modo straordinario negli ultimi anni, passando da una semplice tendenza a un pilastro fondamentale che influenza profondamente le abitudini di consumo degli italiani, sia nel presente che nel futuro. La sostenibilità non è più solo un’opzione, ma un valore imprescindibile. Questo nuovo approccio abbraccia una visione completa che sensibilizza i consumatori alla tutela dell’ambiente e promuove stili di vita sostenibili in ogni aspetto delle loro scelte di consumo.

Il settore del food delivery, ormai parte integrante della vita quotidiana, deve adeguarsi a questi valori dei consumatori, offrendo alternative sostenibili e introducendo nuove proposte di prodotti e soluzioni che vanno in questa direzione. In Italia, Just Eat è un esempio di azienda che si impegna per la sostenibilità, collaborando con iniziative innovative come Notpla, il packaging biodegradabile composto da alghe marine, per ridurre l’impatto ambientale e promuovere una consegna più sostenibile.

La recente ricerca condotta in collaborazione con BVA Doxa ha evidenziato diversi aspetti chiave che dimostrano quanto la sostenibilità sia diventata un criterio fondamentale nella valutazione dei ristoranti e dei servizi di food delivery. La provenienza delle materie prime e l’uso di prodotti locali e a chilometro zero (44%), così come l’adozione di iniziative anti-spreco (42%), sono elementi chiave per definire un ristorante come sostenibile.

Per quanto riguarda il food delivery, gli italiani si dimostrano poi sempre più interessati a opzioni di consegna con un minor impatto ambientale: il 65% si dice disposto a pagare di più per una consegna più sostenibile, specialmente la Generazione Z. Inoltre, aspetti cruciali come la tutela dei rider (69%), le condizioni meteo (53%) e l’offerta di frutta e verdura di stagione (54%) influenzano notevolmente le scelte dei consumatori.

La ricerca rivela infine che la sostenibilità incide notevolmente sulle decisioni alimentari, con oltre l’80% degli italiani che considera importante sapere come smaltire in modo responsabile il packaging dopo l’utilizzo.

  1. Fusion of Cultures: una miscela di sapori da tutto il mondo

Nelle aree urbane, dove culture che una volta sembravano distanti ora si trovano a stretto contatto, il settore alimentare sta vivendo una straordinaria contaminazione culturale. Le tradizioni culinarie di tutto il mondo si mescolano e si influenzano reciprocamente, dando vita a una fusione di sapori e stili di cucina. Questa tendenza può portare alla standardizzazione dei piatti o, al contrario, alla valorizzazione delle autentiche tradizioni culinarie.

In questo panorama, il settore del food delivery e i ristoranti svolgono un ruolo chiave. Da un lato, i consumatori sono alla ricerca di nuovi sapori e ingredienti; dall’altro, chef ed esperti del settore sono influenzati dalle tendenze e dalla domanda di cibi esotici e autentici.

In Italia, è interessante notare un forte interesse per la sperimentazione di sapori intensi e nuovi (22%), soprattutto tra i giovani (25-34 anni), che resta però spesso associata a un forte legame con i piatti familiari (36%). L’interesse per la sperimentazione culinaria diventa particolarmente evidente quando si tratta di piatti difficili da replicare in casa. La maggior parte degli italiani mostra un vivo interesse nell’ordinare cibi e bevande provenienti da culture culinarie diverse a domicilio (34%), ampliando così l’esperienza culinaria grazie al food delivery.

La cucina italo-giapponese è uno degli abbinamenti più apprezzati e sperimentati (47%), mentre i più giovani dimostrano una predilezione per la fusione tra la cucina italiana e brasiliana (46%).

  1. Taste makers: il cibo nell’era dei social media

L’ascesa dei social media ha rivoluzionato il modo in cui le persone interagiscono con il cibo, trasformandolo da una necessità fisiologica in un’esperienza condivisibile, creativa e influenzabile. Le tendenze alimentari possono diffondersi rapidamente attraverso questi strumenti di comunicazione, portando un piatto o uno stile culinario a diventare virali in poche ore grazie alla condivisione di contenuti digitali.

L’analisi condotta insieme a BVA Doxa sulla correlazione tra i social media e l’esperienza culinaria ha rivelato quanto sia stretto il legame tra il mondo digitale e quello gastronomico. Secondo i risultati, il 70% degli italiani ha dichiarato di aver provato almeno una volta a replicare ricette o piatti che hanno visto realizzare da influencer o personaggi famosi attraverso i canali social, mentre il 50% segue almeno un ristorante sui social.

L’ispirazione offerta dagli influencer svolge un ruolo significativo nell’incoraggiare i consumatori a esplorare nuovi piatti e a scoprire nuovi ristoranti. Tuttavia, non è solo la riproduzione di ricette a influenzare le scelte. Anche le immagini dei piatti (57%) e degli ambienti dei ristoranti (50%) dimostrano di avere un notevole impatto sulle decisioni. La vista di un piatto delizioso o di un ristorante accogliente sui social media può spingere le persone a prenotare un tavolo o a ordinare da un ristorante che altrimenti non avrebbero considerato.

Nonostante l’importante influenza dei nuovi mezzi di comunicazione, le esperienze passate (42%) rimangono fondamentali nel condizionare le scelte di ristoranti e piattaforme di cibo a domicilio.

Doppia esperienza gastronomica: in esclusiva su Just Eat i piatti ispirati ai trend firmati Delivery Valley

Per celebrare l’emergere delle quattro entusiasmanti tendenze culinarie in Italia, Just Eat ha collaborato in esclusiva con Delivery Valley, la visionaria iniziativa culinaria di Maurizio Rosazza Prin e Alida Gotta. Insieme, hanno dato vita a quattro piatti ispirati ciascuno a uno dei trend emersi dal report.

Mood Food – La polentina gourmet

La felicità è polenta fumante, formaggio e tartufi! Una delizia che incarna il mood food perfetto, questa polentina gourmet homemade, fritta e croccante, è avvolta in una fondutina di parmigiano e completata da un’irresistibile polvere di tartufo. Un connubio di sapori che farà sorridere a ogni assaggio.

Zero Heroes – Patata veramente bravas

Un piatto che non solo soddisfa il palato ma anche l’etica, dimostrando come la sostenibilità possa essere deliziosa. Le patate veramente bravas sono una creazione a zero spreco che riutilizza le patate arrosto e i fondi dei salumi che altrimenti andrebbero sprecati. Queste crocchette di patate, arricchite da aromi e il famoso “culetto” ancora buono dei salumi, vengono servite con una salsa special. Un piatto che farà sentire bene dentro e fuori.

Fusion of cultures – Falafel good

Un’incredibile fusione di culture culinarie in cui i falafel incontrano un mix di spezie a go go! I falafel di ceci, accompagnati da una maionese alla curcuma danno vita a un piatto che celebra la diversità culinaria in un’armoniosa sinfonia di sapori mediorientali.

Taste makers – Zucake & cheese

Qual è davvero la regina dei social, almeno durante l’autunno? La zucca! Questa prelibatezza è preparata con biscotti amaretto, crema di formaggio, marmellata di zucca e zenzero. Una vera e propria esplosione di sapori che farà breccia nei cuori degli amanti del cibo e dei social media – e ovviamente super instagrammabile.

La collaborazione tra Just Eat e Delivery Valley rappresenta quindi il perfetto connubio tra l’innovazione culinaria e il servizio di consegna a domicilio, offrendo ai clienti un’opportunità unica di esplorare il futuro del food delivery attraverso i sapori dei quattro trend.

I piatti saranno disponibili in esclusiva su Delivery Valley e saranno ordinabili solo attraverso Just Eat fino al 13 dicembre.

Il report completo della settima edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia è consultabile a questo link.

Le ATP hanno reso internazionale la cotoletta alla piemontese

I ristoranti torinesi che han messo nel menu il nuovo piatto della cotoletta alla piemontese hanno avuto la sorpresa di avere un forte aumento di richieste nella  settimana delle ATP Finals. Inglesi, francesi e spagnoli sono stati attratti  dalla novità. Così ci dicono da Pollastrini dove campeggia il poster del piatto ideato da Mino Giachino l’ex sottosegretario ai trasporti nonché leader dei SITAV. I clienti stranieri o di altre regioni sono incuriositi e chiedono della Cotoletta alla piemontese, sapendo che la carne piemontese è la migliore e resa ancora più morbida dalla Toma di una delle nostre Valli. In questo periodo poi la Cena della Cotoletta di Natale sta dilagando, martedì alla Riviera di Riva presso Chieri, domani sera alla Pizzeria da Totò e Peppino di Caselle, Lunedì 4 la Cena di Natale dei SITAV con insalata russa, cotoletta alla piemontese e panettone.

Torino Wine Week  NATURALMENTE VINO 2023

 

“Il vino, specialmente in Italia, è la poesia della terra.”

Mario Soldati

È la poesia della terra quello che Naturalmente Vino porta al centro del racconto nel week end di sabato 9 e domenica 10 dicembre da Combo con il Salone dedicato ai vini naturali, biodinamici e biologici e alle aziende attente alla sostenibilità in vigna e in cantina: più di 30 produttori e oltre 100 etichette in degustazione da tutta Italia saranno i protagonisti della due giorni di talk, degustazioni e masterclass.

 

Storie, terroir, produzioni e lavoro di questi Vigneron, per far conoscere  l’impegno e la fatica nel tentare di salvaguardare la natura e l’ambiente, è la mission di Naturalmente Vino.

 

Un viaggio per l’Italia tutto da raccontare, ma soprattutto da approfondire, scoprendo le forme di vinificazione più alternative. Una manifestazione che chiama a rapporto vignaioli e produttori, selezionati lungo tutto lo stivale, che mettono al centro del loro lavoro in vigna l’attenzione verso l’ambiente.

 

Il prodotto finale e i processi che lo portano ad essere unico sono fulcro del pensiero di un’agricoltura che cerca nei cicli della terra, nei prodotti naturali, nell’assenza di interventi che velocizzino il processo di vinificazione, il fuoco della propria attività e della propria filosofia.

 

La scelta di portare questa manifestazione da Combo – già sede di altri eventi di Torino Wine Week – nasce dall’importanza del lavoro che questo centro culturale sta da tempo portando avanti sul territorio Torinese. Non solo da un punto di vista culturale e di accoglienza turistica, ma anche e soprattutto all’attenzione e alla ricerca legata all’offerta enologica che seleziona all’interno della sua carta vini dedicata la mondo del biologico e del naturale, con cantine giovani e dinamiche ma anche etichette importanti di cantine storiche.

Infine anche un’offerta gastronomica di tapas dedicate oltre al servizio ristornate classico.

 

L’evento è organizzato da Torino Wine Week in collaborazione con Gambero RossoCittà del Gusto e con Wouse.

 

Arriva a dicembre la nuova edizione di CANTINE D’ITALIA

GUIDA PER L’ENOTURISTA

 

A Milano giovedì 30 novembre l’evento di presentazione e premiazione

 

Esce a inizio dicembre Cantine d’Italia 2024, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si terrà giovedì prossimo 30 novembre a Milano presso l’Hotel Melià.

Un evento dedicato alle 852 cantine italiane complessivamente segnalate in Guida.

Nel corso della serata verranno consegnati 9 Premi Speciali; 262 Cantine riceveranno il riconoscimento de “L’Impronta Go Wine”, assegnata a coloro che hanno ottenuto il più alto punteggio complessivo nelle valutazioni su Sito, Accoglienza e Vini.

Esce a inizio dicembre Cantine d’Italia 2024, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si terrà giovedì prossimo 30 novembre a Milano presso l’Hotel Melià.

Un evento dedicato alle 852 cantine italiane complessivamente segnalate in Guida.

Nel corso della serata verranno consegnati 9 Premi Speciali; 262 Cantine riceveranno il riconoscimento de “L’Impronta Go Wine”, assegnata a coloro che hanno ottenuto il più alto punteggio complessivo nelle valutazioni su Sito, Accoglienza e Vini.

 

Una Guida che valorizza la grande accoglienza italiana in cantina e rappresenta un riferimento per i molti enoappassionati e curiosi che non amano solo degustare buoni vini, ma sono interessati a camminare parti dell’Italia per conoscere dove i vini nascono e dove molti uomini e donne realizzano i loro sogni e progetti.

 

La Guida privilegia il tema del racconto per condurre il lettore a conoscere meglio cosa si cela dietro un calice di vino: storie di uomini e donne, storie di famiglie italiane innamorate della loro terra, investimenti lungimiranti da parte di uomini che hanno deciso di dedicare parte della loro vita a favore di un’idea di vino.

 

Qualche anticipazione: Cantine d’Italia 2024 si presenterà con una copertina flessibile rinnovata, numeri in crescita, 600 pagine, 852 cantine complessivamente raccontate; narrando di luoghi e vini di tutte le regioni italiane.

Tutte le cantine sono state selezionate e meritano la recensione; il riconoscimento specifico su cui si caratterizza la Guida è “L’Impronta”: perché indica simbolicamente un “segno”, si collega ad un simbolo del logo di Go Wine, indica il vino che invita al viaggio e che fa camminare le persone.

262 sono le Impronte d’eccellenza per l’Enoturismo assegnate dalla Guida, oltre 4.600 i vini segnalati, circa 1.600 gli indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Il volume, che privilegia il tema della narrazione, si aprirà con nove interviste a uomini e donne del vino, esponenti di cantine selezionate in Guida.

La Guida è distribuita nelle librerie italiane al prezzo di copertina di euro 18,00.

 

Intervengono alla conferenza di presentazione i giornalisti Richard Baudains (Decanter), Alessandro Regoli (ideatore e curatore di Winenews.it) e Alessandra Dal Monte (Corriere della Sera-Cook); firmano i tre interventi introduttivi alla Guida e converseranno con Massimo Corrado, presidente della Associazione Go Wine, curatore della redazione del volume; a moderare i lavori sarà il giornalista Antonio Paolini (Gambero Rosso). Seguirà la consegna dei riconoscimenti e dei Premi Speciali

A seguire, dalle ore 18.30, la degustazione straordinaria dei vini Top, delle cantine premiate con il riconoscimento de L’Impronta.

 

La degustazione si svolge con prenotazione obbligatoria a stampa.eventi@gowinet.it.

Dove e quando

Milano, giovedì 30 novembre 2023

Hotel Melià – Via Masaccio 19

 

Programma

Ore 17.00: presentazione della Guida e assegnazione dei Premi Speciali

Intervengono: Massimo Corrado, Presidente Go Wine; i giornalisti Richard Baudains, Alessandro Regoli e Alessandra Dal Monte; modera Antonio Paolini, giornalista.

Ore 18.30-22.00: apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati e ospiti dell’evento.

 

Costo della degustazione ai banchi d’assaggio per il pubblico: € 25,00.

Riduzioni: € 18,00 Soci Go Wine; € 22,00 associazioni di settore.

 

L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (l’iscrizione a Go Wine sarà ritenuta valevole sino a tutto il 31 dicembre 2024).

“Pressato” esalta le anime torinesi di caffè ed editoria

 

 
In pieno quadrilatero romano, in via Bellezia 16/b, nasce una nuova realtà che dá voce alla grande tradizione torinese del caffè, declinato nelle sue espressioni piú moderne, insieme al linguaggio che da sempre rappresenta e racconta la bevanda piú consumata al mondo: l’arte dell’editoria grafica o, per dirla con un termine contemporaneo, del visual design.
 
 
Un locale , un simil appartamento, con un arredamento che richiama un po’ quelli realizzati in stile ‘ urban industry’, si direbbe oggi; e che, proprio nella zona del quadrilatero, sono spesso costruiti in questo modo.

Ci troviamo in Via Bellezia, nel silenzio e nel mistero che avvolge ad ogni ora questa porzione di città, rinnovata ormai da parecchi anni ma sempre molto apprezzata dai torinesi.
“PRESSATO “, giá dal nome, evoca la filosofia che ha portato il titolare, Nello Russo, a dare vita alla prima roastery locale: come l’amore per gli strumenti delle antiche stamperie che pressavano le lettere sui futuri giornali ( strumenti, peraltro, esposti e visionabili ) , così il caffè ( per chi ancora, nostalgicamente, usa la moka)  viene “pressato” nella caffettiera. E, non in ultimo, il finale di parola  – TO, non può non omaggiare la città dove storicamente é nato il caffé, Torino. La mitica Faema e61 , ” riesumata” dal passato della famiglia Moriondo, inventori – com’è noto – della prima macchina da caffè espresso, proprio da Pressato, riprende vita: gli specialty coffee vengono preparati  con questa macchina, per assaporare i gusti moderni , é proprio il caso di dirlo, accingendosi ad entrare in una storia avvincente e,  a noi , vicinissima.
Il locale, propone un caffè di altissimo livello, servendosi anche della consulenza del già noto personaggio nel campo della tostatura sostenibile del caffè, Maurizio Galiano. Ad accompagnare questi aromi,  presentano lievitati di pasticceria, mentre, dall’ora di pranzo, sono disponibili toast e bagel con ingredienti sani e delicati, insieme a bevande di qualità quali la Birra ” Biova” , famosa  per essere stata concepita e realizzata con il pane invenduto e recuperato ( Biova Project).
La sezione artistica, seconda anima di Pressato, è frutto dell’incontro fra lo stesso Nello – di origini napoletane e con un passato lavorativo importante come art director in studi di design, case editrici  e agenzie di pubblicitá , e che ha guidato l’Archivio fotografico di Torino –   con Diego Moriondo – professionista nel campo della moda e rimasto molto entusiasta del progetto – : i loro mestieri hanno saputo dialogare fra di loro, facendosi notare negli expertise di cui Torino storicamente è stata pioniera.
La sala dedicata alle varie esposizioni librarie, è ampia, luminosa, dove è possibile degustare caffé o crearsi una piccola postazione per lavorare al pc. I prodotti editoriali e artistici , sono realizzati con tecniche di stampa analogiche e artigianali, come per esempio ” letterpress” .
PRESSATO COFFEE AND BOOKS
Via Bellezia 16 b
Orari di apertura: lunedi, mercoledì,  giovedi e venerdì dalle 8.30 alle 14.30
Sabato 9.30 – 15.30
Chiuso Martedì e Domenica
Chiara Vannini

Due pasticceri meridionali vincono una “Mole di Panettoni”

Francesco Mastroianni

Due pasticceri meridionali vincono con i loro panettoni le rispettive categorie della 12esima edizione di una “Mole di Panettoni”. La kermesse dedicata al protagonista della tavola natalizia, che è tenuta a all’Hotel principi di Piemonte e che ha designato i migliori maestri lievitisti di quest’anno.

Per la categoria “Panettone tradizionale di scuola piemontese”, basso e con glassa, finiscono sul podio:

– Al primo posto, la pasticceria pugliese “Millevoglie” di Alberobello con il maestro lievitista Cosimo Caradonna,

– Al secondo posto, il maestro lievitista Sergio Scovazzo del piemontese “Forno Grano” di Santena;

– Al terzo posto, il maestro Paolo D’Errico della pasticceria torinese “Farina&club bakery”.

Tripudio dell’albicocca, quest’anno per la categoria “Panettone creativo” vengono premiati:

– Al primo posto, il maestro lievitista Francesco Mastroianni della pasticceria calabrese “Casa Mastroianni” di Lamezia Terme, con il panettone creativo cioccolato e albicocca;

– al secondo posto il maestro lievitista Roberto Moreschi della pasticceria lombarda Roberto Pastry e Bakery da Sondrio, Chiavenna, con il panettone creativo caffè e albicocca;

– Al terzo posto, il maestro lievitista Enrico Murdocco del forno torinese Tellia Lab, con il panettone all’albicocca e gocce di cioccolato

Nella categoria “Panettone tradizionale di scuola milanese”, alto e con glassa, si distinguono:

– Al primo posto, il maestro lievitista Valerio Giovannozzi della pasticceria marchigiana Crystal di Porto San Giorgio, a Fermo;

– al secondo posto, il maestro lievitista Roberto Moreschi della pasticceria lombarda Roberto Pastry e Bakery di Sondrio, Chiavenna;

– Al terzo posto il maestro lievitista Marco Voci della pasticceria torinese i “Frutti del Grano” di Collegno.

I vincitori della 12esima edizione di Una mole di panettoni sono stati scelti da una giuria di esperti composta da: Giovanni Dell’Agnese, Massimiliano Prete, Giuseppe Gandolfo, Matteo Baronetto, Leo Rieser, Andrea Rastelli, Anna Mastroianni e Franco Ugetti. La Giuria ha assegnato ai panettoni, arrivati in forma anonima, un punteggio da 1 a 10 in base a vari criteri, tra cui: peso di un 1 kg (tolleranza di 100 gr. in eccesso e 50 gr. in difetto compreso il pirottino), aspetto generale, forma, aroma, cromia, alveolatura, palatibilità, acidità, retrogusto e cottura.

 

Sabato 25 novembre alle ore 9.45 all’Hotel Principi di Piemonte avrà luogo il taglio del nastro che inaugurerà la kermesse alla presenza dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino, in rappresentanza del sindaco di Torino. Saranno inoltre presenti altri rappresentanti di istituzioni cittadine, mentre a nome dei lievitisti presiederà il Cavaliere del Lavoro Nicola Fiasconaro. Alle ore 10 si svolgerà invece la premiazione ufficiale.

La Brioche Speciale ATP: Il Cuore Goloso del Grande Torneo a Torino

L’evento tennistico che da tre anni a questa parte- le Atp Finals- sta mettendo la città di Torino non più dietro le quinte del mondo del settore turistico, ma sul palcoscenico delle mete di viaggio più ambite, si sta rivelando particolarmente attrattiva anche per le espressioni gastronomiche e di pasticceria che chef e maitre patissier hanno creato per sottolineare come anche il settore più ” mangereccio” e tradizionale piemontese, ripone entusiasmo nell’accogliere l’importante manifestazione di respiro internazionale.
Per l’occasione del Grande Torneo di Tennis, dunque, il laboratorio di pasticceria della Farmacia Del Cambio – locale ormai nel cuore dei torinesi e dei turisti, considerato emblema della storia culinaria della cittá – si distingue con la creazione della Brioche Speciale ATP. Questa interpretazione unica della classica Veneziana è frutto dell’ingegno e della maestria del nostro team di pasticceria.
Tra le molte storie da narrare, emerge una verità tangibile: la Farmacia Del Cambio, con il suo legame radicato nella storia di Torino, rende omaggio alla città attraverso creazioni culinarie di eccellenza. In occasione di questo straordinario evento, svela una reinterpretazione avvincente e golosa della sua iconica Veneziana: un impasto soffice e avvolgente, custode di una generosa farcitura di crema pasticcera. Un’invenzione che trasforma il gusto in un’esperienza sensoriale unica, da gustare in uno degli scenari più raffinati della città: Piazza Carignano.
La brioche speciale sarà disponibile presso il laboratorio, da gustare sul momento o da asporto, fino al 19 novembre, giornata di chiusura del torneo.
Naturalmente, la produzione della Farmacia del Cambio prosegue giornalmente per addolcire il palato dei più golosi e dei più curiosi: accomodati in ambienti regali e profumati di storia.
Contributor
Chiara Vannini

Il Piemonte in tre giorni. Esperienza tra fritto misto, bagna cauda e bollito

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

24-26 novembre

Venerdì 24 novembre

Al Piemonte, la regione dove si mangia meglio in Italia secondo il Gambero Rosso, L’Osteria Rabezzana dedica tre menu a tema tipici da degustare in tre differenti serate: venerdì 24 novembre fritto misto alla piemontese; sabato 25 novembre bagna cauda e domenica 26 novembre bollito.

Fritto misto alla piemontese

Fegato burro e salvia, rigatoncino trifolato, salsiccia in umido

Milanese di vitello, milanese di pollo, costoletta di agnello, melanzane, zucchine, cavolfiori, funghi porcini, radicchio, animelle, granelle, cervella, filoni, rane

Il dolce fritto dell’Osteria

Costo: 45 euro (vini inclusi)

Sabato 25 novembre

Bagna Cauda

Cestino di verdure crude, verdure cotte, salsicca di Bra, insalata di trippa, uova di quaglia

Bunet

Costo: 38 euro (vini inclusi)

Domenica 26 novembre

Bollito

Antipasto misto alla piemontese: tomino elettrico, acciughe al verde, giardiniera, vitello tonnato, carne cruda battuta al coltello

Bollito piemontese, 7 tagli: muscolo di vitello, coda di vitello, lingua di vitello, scaramella di vitello, testina di vitello, gallina, cotechino, accompagnati con salsa di mele, salsa rossa, salsa verde, rafano e mostarda

Verdure lesse

Bunet

Costo: 45 euro (vini inclusi)

Per i bambini il menu prevede: prosciutto crudo, agnolotto al pomodoro, cremino alle nocciole, acqua o una bibita al prezzo di 25 euro

I menu a tema sono validi venerdì 24 e sabato 25 a cena e domenica 26 a pranzo.

Per l’occasione non si effettua il servizio alla carta.

I vini sono inclusi (una bottiglia ogni due persone): Grignolino, Roero Arneis e Spumante Brut Rabezzana

 

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it