STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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Anche nella nostra città e nella nostra provincia tutto secondo copione, con il dato politico che i pentastellati non sfondano come al sud. Ma anche a Torino gli sconfitti sono il Berlusca e Renzi con una sinistra sbrindellata che raccoglie le briciole, mentre la Lega Nord esultante supera Forza Italia. Dovrei dire solo Lega, come dovrei dire Salvini batte senza se e senza ma il Berlusca.Con un aspetto, secondo me non sufficientemente sottolineato: il popolo si è espresso votando. Insomma gli indecisi non sono rimasti a casa e votando non hanno premiato i partiti di governo. Rubo un concetto del mio carissimo amico Giusi La Ganga: ma cosa deve succedere perché i dirigenti di questo pd si dimettano? Lapalissiano che il Fiorentino non può aver fatto tutto da solo. Ma non tutto è perduto. Resiste un’ enclave del Pd. Si sentono un po’ come gli assediati di forte Alamo. Soprattutto la riconfermata Anna Rossomando e il professore Andrea Giorgis, protagonista di un personale recupero nel suo collegio uninominale alla Camera. Loro impegnati in una duplice e difficilissima battaglia. Convincere gli elettori a votare un partito con un segretario che non ha la loro fiducia. Con gli epigoni di Grasso che mi sa che non fanno un seggio e mister 3 % Giorgio Airaudo che dovrà tornare a fare il sindacalista. E Mauro Laus e Lepri in Parlamento per il miracolo . In città non tutto è perduto. Il pd batte i pentastellati, complice la totale ignavia della Sindachessa che forse era più adatta nel prendere uno stipendio dalla azienda di famiglia per continuare a fare la consigliera in comune. Perde per una manciata di voti Paola Bragantini e Barriera di Milano è saldamente in mano alle destre, la prima volta da quando si vota. Ma il disastro avanza per la sinistra con Potere al Popolo che racimola uno striminzito 1 per cento. Ovviamente dicendo: voi avete torto e noi abbiamo vinto e da noi riparte la sinistra. Stupidaggini.Il fallimento si registra in modo totale in provincia. Fallimento ovviamente solo ed esclusivamente per la sinistra. Zona ovest. Nessun rappresentante del centrosinistra. Stefano Esposito ha già dichiarato che tornerà a lavorare in Prefettura. Ed anche Umberto D’Ottavio ha il suo posto di tecnico all’ Asl. Anche lì vigono leghisti e compagni. Claudia Porchietto sarà senatrice. Ed una leghista pro tav batte la in Val di Susa la pentastellata no Tav. Anche gli antagonisti arretrano. E nel Canavese sbaraglia tutti Alessandro Benvenuto. Quasi un elettore su due lo vota.
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Proprio così, per il centrosinistra un terremoto riconfermato nel resto del Piemonte dove il centrodestra vince ovunque. Forse il centrosinistra avrà qualche rappresentante con i resti di questa allucinate legge. Le prove generali per le amministrative si sono aperte. Il Chiampa ammonisce e suggerisce di non dare per morta la sua coalizione in Piemonte. Magari ci pensa lui nel fermare gli Unni leghisti. Anche se per il vero il suo appoggio alla Bonino non è stato sufficiente per raggiungere il quorum. Altro dato. Intorno al Pd le liste non hanno raggiunto il raggiungibile. La “patata bollente” passa in mano al Presidente della Repubblica, che ora ha una posizione non invidiabile. Non considerare Di Maio appare impossibile. Ma anche considerare gli altri partiti che dicono mai con Di Maio. E tanto Fratoianni e Grasso si danno al loro sport preferito. Quello di non contare. I seggi alla Camera e Senato sono stati assegnati e al centrodestra mancherebbero 50 voti per fare il governo. Potranno puntare sui 20 pentastellati che non sono più pentastellati, eletti nelle liste pentastellate? Forse. Ma ne mancano sempre 30 e vedo un po’ difficile un appoggio esterno del Pd. Come vedo difficile un appoggio esterno del Pd ai pentastellati che espellendo 20 elementi dal loro movimento ne hanno 20 in meno nel loro gruppo. Misteri di questa nostra strana democrazia. Insomma, la fase due è cominciata con una diffusa non vittoria di Bersaniana memoria. Chi il vero vincitore? Vedremo.