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Caffè Vergnano parteciperà all’evento celebrando l’ importante Anniversario dei suoi 140
anni, all’insegna della cultura del caffè e di un solido know-how ricco di eccellenza, qualità
e Made in Italy, da sempre ispirato dai valori in cui il brand fortemente crede.
Il 2022 sarà infatti un anno di festa, non solo per Caffè Vergnano ma anche per partner, i
tanti clienti e per tutti gli amanti del vero espresso italiano.
Tra le proposte che verranno presentate in fiera e per brindare insieme in occasione di
questo importante traguardo, tre drink esclusivi firmati da Paola Campana, nominata ai Bar
Awards di Bargiornale, miglior barista d’Italia.
I drink, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità ma tutti accomunati dall’oro come
elemento distintivo e celebrativo di questo anniversario, subito dopo la presentazione in
fiera, si potranno assaporare anche nelle caffetterie a marchio Vergnano sparse sul territorio
italiano ed estero.
Altro protagonista di queste giornate sarà il lancio ufficiale della nuova Limited Edition di
prodotti iconici dell’azienda che, in occasione dell’Anniversario, si vestiranno d’oro.
La collezione, composta da tazzina, moka e lattina di caffè logati 140, sarà presto disponibile
sull’ e-shop di Caffè Vergnano e sarà dedicata a tutti i coffee lovers che vorranno vivere il
piacere di degustare 140 anni di storia in un espresso.
Il bar dello stand 081, presso il Padiglione D1, sarà inoltre gestito dai migliori baristi
dell’Accademia Vergnano, quelli che per affezione, passione e amore verso il prodotto si
sono distinti come i più in linea con i valori aziendali.
Non quindi solo baristi, ma veri e propri Ambassador dell’eccellenza italiana nel mondo.
Sigep si conferma l’occasione perfetta d’incontro tra tutti i partner delle Caffetterie Vergnano
1882, oltre 180 nel mondo e sarà un’ulteriore opportunità per amici e clienti per scoprire
una storia autentica di famiglia fatta di passione, amore e grandi sogni.
Caffè Vergnano
Caffè Vergnano è la più antica torrefazione italiana a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora oggi
guidata dalla famiglia, da 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina
profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza
ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei m
Ha aperto in via XX Settembre angolo via Buozzi la prima pizzeria a Torino del re della pizza napoletana Gino Sorbillo.
Dopo l’ultima apertura, avvenuta qualche settimana fa, nel quartiere Isola a Milano, dopo i tanti locali milanesi, con questo locale torinese Gino Sorbillo ha raggiunto quota venti. L’annuncio dell’apertura risale a quasi due anni fa, ma a rallentarne i lavori è stata la pandemia. Dopo Milano, Roma e New York l’approdo a Torino.
La grande sala di 200 metri quadrati ospita circa 100 posti a sedere, due sono i forni a legna dipinti di verde e di rosso su fondo bianco, per omaggiare la bandiera e la prima capitale del Regno d’Italia. La statua di Gino Sorbillo, colto mentre regge una piazza margherita, si staglia su una parete ricca di motivi floreali e di quadri, quasi una rappresentazione pop della Margherita di Savoia.
Sorbillo fa parte di una delle più antiche famiglie di pizzaioli di Napoli; nel 1935 i suoi nonni, Luigi Sorbillo e Carolina Esposito, fondarono la loro prima pizzeria nel centro antico della città su via dei Tribunali, definita da molti quale la “Via della pizza Napoletana”.
La regina indiscussa della pizzeria di Gino Sorbillo a Torino rimarrà la pizza, tradizionale e di ampia circonferenza. La formula del Menu di Gino Sorbillo sarà quella classica del Lievito Madre inaugurata sul lungomare di Napoli, comprendente 7 antipasti, 7 pizze cotte a legna, 7 pizze speciali, 7 dolci, bibite, 7 birre in bottiglia, 7 vini, 7 bollicine e 7 liquori. Vi saranno anche componenti della tradizione partenopea, come le palle di riso, le crocche’ e le frittatine.
Regina indiscussa della pizzeria di Gino Sorbillo rimane, comunque, la pizza, il cui modello è quello tradizionale di ampia circonferenza, che procede oltre i bordi del piatto. Prodotti campani, farine di agricoltura biologica del Mulino Caputo, ortaggi, aromi e verdure, costituiscono gli ingredienti di queste celebri pizze, tra cui i grandi classici come la Marinara con origano selvatico del Matese; l’antica Margherita con fiordilatte misto con latte di bufala; la Cetara con pomodorino del Piennolo del Vesuvio e la Margherita Gialla, con pomodorini giallo del Vesuvio, Provola misto latte di bufala e conciato romano, che rappresenta uno dei formaggi più antichi d’Italia.
Gino Sorbillo Lievito Madre si trova in via XX Settembre all’angolo con via Buozzi; ha inaugurato il locale il 9 marzo scorso alle 19. Rimarrà aperto sette giorni su sette, con orario continuatodalle 12 alle 23.30.
Non è prevista la prenotazione.
Mara Martellotta
IL 31 MAGGIO E L’1 GIUGNO IL MONDO DEL CIBO TORNA AL CENTRO DEL DIBATTITO
Punta sui contenuti la settima edizione del Festival del Giornalismo Alimentare che si terrà il 31 maggio e l’1 giugno al Centro congressi del Lingotto di Torino.
L’evento è unico nel suo genere e riunisce nel capoluogo piemontese il mondo dell’informazione e della comunicazione sul cibo insieme al mondo della ricerca, della salute alimentare, dell’economia e della politica legati all’alimentazione.
Nato nel 2016 da un gruppo di giornalisti e comunicatori torinesi è diventato, in questi anni, uno dei luoghi più apprezzati per raccogliere notizie, tendenze, analisi sull’universo alimentare e su un settore del giornalismo che, dalla recensione dei ristoranti si è allargato a tutti i grandi temi presenti nei media dimostrando che il cibo è un argomento trasversale ai generi giornalistici.
Molte le ricerche che verranno presentate all’edizione 2022 del Festival.
Il Festival inizierà con il report “Media & Food”, realizzato da l’Eco della Stampa, la più importante società di rassegne e analisi dei media, dedicato a come giornali e siti web hanno trattato l’alimentazione nel 2021 e in questi primi mesi tra il recedere della pandemia e lo scoppio della guerra.
L’Istituto Piepoli, specializzato in indagini demoscopiche, presenterà un sondaggio per comparare l’offerta di informazione sul cibo presente nei media alle aspettative dei cittadini-utenti.
Allo staff scientifico del master Cibo & Società dell’Università Bicocca di Milano il compito di realizzare un’analisi sulla trattazione da parte delle testate giornalistiche di alcuni macro temi che legano cibo e società.
Dall’Associazione italiana di comunicazione pubblica e istituzionale arriva la seconda edizione del rapporto su Infosfera e narrazioni mediatiche dedicato al cibo, realizzato con Fondazione Italiani, Media Lab dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e altri gruppi di ricerca.
Un’indagine sulla psicologia dei consumi tra l’uscita dalla percezione della pandemia e l’incertezza del futuro sarà presentata dal Monitor di EngageMinds HUB – Consumer, Food & Health Engagement Research Center dell’Università Cattolica di Cremona.
È previsto anche un rapporto di “sentiment analysis” dei consumi proiettato verso il futuro e curato dall’Università di Torino con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
Altroconsumo contribuirà presentando il quadro delle nuove esigenze dei consumatori con rinnovati spunti per scelte consapevoli in un mercato ripensato, descrivendo tendenze che si consolideranno nei mesi a venire.
Dalla Borsa Merci Telematica Italiana arriverà un’analisi dell’andamento dei prezzi delle materie prime alimentari che influenzano in modo così evidente i prezzi dei beni al consumo ma anche l’autonomia di approvvigionamento del nostro Paese
Altre relazioni sono in preparazione, per un Festival ricco di spunti.
Per seguire tutti gli aggiornamenti visitare il sito www.festivalgiornalismoalimentare.it o i canali social del Festival.
FB e IG: @foodjournalismfest
Pochi ingredienti, di alta qualità e ricchi di gusto rendono il tiramisù preparato ogni giorno dagli chef di Eataly un fine pasto immancabile. Ecco i Savoiardi Giovanni Moro fatti a mano, il caffè il Supremo Presidio Slow Food della Cooperativa Sociale Pausa Café, la crema al mascarpone di Golosi di Salute e il cacao in polvere Due Vecchi di Venchi da pregiate miscele del centro e sud America. Un omaggio al dolce italiano più amato al mondo, così semplice ma anche così buono. E dall’8 al 13 marzo ancora più buono: sosteniamo insieme la ricerca!
Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro
La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus è stata costituita nel 1986 per offrire un contributo significativo alla sconfitta del cancro attraverso la realizzazione in Piemonte di un centro oncologico, l’Istituto di Candiolo (Torino), capace di coniugare la ricerca scientifica con la pratica clinica e di mettere a disposizione dei pazienti le migliori risorse umane e tecnologiche.
La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro si occupa di reperire le risorse economiche attraverso attività di raccolta fondi e organizza tutte le iniziative e le manifestazioni necessarie per raggiungere questo scopo.
L’Istituto di Candiolo è l’unico centro di ricerca e cura del cancro italiano realizzato esclusivamente attraverso il sostegno di oltre 300 mila donatori privati che, grazie alla loro generosità, ne hanno fatto un centro di rilievo internazionale. L’ Istituto di Candiolo è anche l’unico “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” del Piemonte, riconosciuto dal Ministero della Salute, a testimonianza delle importanti scoperte fatte e pubblicate sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali. È inserito nella Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e le sue prestazioni sono fornite in convenzione col Servizio Sanitario Nazionale o in regime di libera professione. Ha iniziato la sua attività nel 1996 e da allora ha sviluppato nuovi spazi e servizi. Oggi si estende su 56.500 mq, di cui circa 10 mila dedicati alla ricerca. A Candiolo lavorano circa 800 persone tra medici, ricercatori italiani e internazionali, infermieri, personale amministrativo e tecnici.
La Fondazione ha previsto per i prossimi anni un importante piano di sviluppo che permetterà all’Istituto di crescere ulteriormente, dotandosi così di nuovi spazi da mettere a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, dei pazienti e delle persone a loro vicine. L’obiettivo è di curare sempre più persone e sempre meglio.
Chiara Vannini
L’omaggio alla pastry ucraina, Dinara Kasko
La ricetta prende spunto dal geometrico dolce AntiPavlova cake della pasticcera ucraina, che sta raccontando la guerra attraverso i suoi canali social, Dinara Kasko, da qui la scelta di chiamare il dolce proprio Supernova. “Ho conosciuto Dinara sui social grazie a questo dessert” – ha dichiarato Noemi Dell’Agnello – “e ho pensato non potesse esserci occasione migliore per proporre la mia versione in omaggio a lei e ai suoi connazionali vittime di una violenza che non ha nulla di umano nella sua genesi”.
L’INIZIATIVA BENEFICA
La scelta di donare, con il proprio lavoro, un contributo alla causa dell’Ucraina è nata in maniera spontanea. “Vista la passione che nutro per i dolci di Dinara da ormai 7 anni a questa parte” – era il 2015 quando creò questa rivisitazione della Pavlova – “ho pensato che anche noi, nel nostro piccolo, potevamo aiutare l’Ucraina sensibilizzando i nostri clienti sul tema” ha detto Noemi Dell’Agnello.
La donazione, pari a 9 € per ogni dolce ordinato, va nelle casse della Croce Rossa Italiana, un’Organizzazione di Volontariato componente della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, che in questo momento si è prefissata l’obiettivo di sopperire ai bisogni che stanno colpendo numerose persone in Ucraina.
“Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e della conseguente emergenza umanitaria” si legge sul sito dell’Organizzazione “la Croce Rossa Italiana lancia un’urgente raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità cui stanno dando risposta senza sosta i volontari della Croce Rossa Ucraina. Manca acqua, cibo, elettricità”. È proprio a questa raccolta fondi che Azotea intende unirsi, con il contributo dei propri clienti che ordineranno il dolce.
LA RICETTA DEL DOLCE SUPERNOVA
La ricetta Supernova è firmata da Noemi Dell’Agnello, che si è ispirata al dolce della pastry chef ucraina Dinara Kasko AntiPavlova cake, in cui sono ben visibili la formazione da architetto della pasticcera ucraina e il gusto estetico davvero singolare, che le ha permesso di innovare un classico della tradizione pasticcera mondiale come la Pavlova, “grazie al lavoro sugli inserti e sulla modalità di presentazione delle meringhe”.
Il dessert contiene inserti di mango e frutti di bosco come nell’analogo ucraino, dal quale si differenzia per alcuni aspetti, come l’utilizzo di latte di cocco al posto del mascarpone. Completano il dessert spikes di meringa alla francese, una mousse al cocco e vaniglia, una dacquoise alla mandorla, un gel lime e della polvere di lamponi, tutte preparazioni che ben si inseriscono nella filosofia di cucina di contaminazione nippo-peruviana che Noemi Dell’Agnello e il suo compagno e co-proprietario Matteo Fornaro propongono nel proprio locale, sia nei piatti che nei cocktail. Ultimo aspetto che non cambia rispetto al dolce originale è l’estetica, che a Noemi ha suggerito il nome da dare al dessert, Supernova. Come la stella, che speriamo illumini presto le menti dei protagonisti di queste due battaglie, la guerra russo-ucraina e la violenza contro le donne.
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PAROLA DI ENRICO MURDOCCO, PIZZA CHEF DI ” TELLIA” A TORINO