Export Compliance

I rapporti commerciali con l’Iran hanno regole definite

iranL’ accordo che i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti (più Germania), e l’Unione Europea hanno definito con l’Iran, prevede la rimozione di alcune sanzioni politiche ed economiche nei confronti del Paese

 

di Paolo Pietro Biancone *

 

Import/export con l’Iran: al via regole sanzionatorie. Il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPoA), ossia l’accordo che i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti (più Germania), e l’Unione Europea hanno definito con l’Iran, prevede la rimozione di alcune sanzioni politiche ed economiche nei confronti del Paese (nuclear related secondary sanctions), a seguito dell’abbandono del piano di sviluppo di materiale fissile idoneo alla produzione di armi atomiche. Nuove prospettive dunque in un contesto di un volume di import di circa 60 miliardi di dollari registrato nel 2014 di cui circa 10 dall’Unione Europea.

 

I riflessi sull’attività commerciale delle banche e imprese italiane non sono di poco conto. Innanzitutto, Il JCPoA elenca una serie di soggetti iraniani che beneficeranno della rimozione delle sanzioni mentre stabilisce che altri, per via del legame con le attività atomiche del Paese, saranno ancora oggetto di provvedimenti sanzionatori. Inoltre, saranno rimosse solamente le sanzioni secondarie: in sostanza, solo i soggetti che non presentano una connessione significativa con gli Stati Uniti potranno ristabilire rapporti commerciali e finanziari. La definizione della connessione significativa è piuttosto labile ed il Dipartimento di Stato (tramite lo Office of Foreign Asset Control, OFAC) potrà fornire assistenza nell’identificazione dei soggetti abilitati all’attività con l’Iran: esiste, però, un’apertura alle società statunitensi per le transazioni nei settori dell’aviazione civile (Boeing), alimenti e tappeti e quelle transazioni condotte da filiali estere di aziende statunitensi (previa verifica con OFAC). Resteranno comunque vietate le transazioni in Dollari.

 

L’esperienza sul campo conferma che, diversamente da quanto spesso si assume, il commercio estero UE con l’ Iran è libero: è tuttavia opportuno corredare/integrare la documentazione di import/ export con l’  Export Clearance, rilasciata  dall’ European Institute for Export Clearance (www.eifec.org), un’organizzazione con il compito di promuovere la sicurezza internazionale attraverso la conformità delle esportazioni: affianca le aziende, associazioni, organizzazioni, professionisti, etc. nelle transazioni commerciali con i Paesi soggetti a sanzioni (Iran, Russia, Cuba, etc.), al fine dell’adempimento della normativa in materia di import/export. Per quanto riguarda l’Italia, Eiefec ha firmato due accordi istituzionali con l’Università e il Politecnico di Torino, che forniscono servizi di formazione e di ricerca in materia.

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

 

 

Gli scambi: Il mercato globale sottopone le aziende a sfide critiche

imprese

E’ necessario promuovere una Compliance specializzata per l’export che possa essere strumento adottabile ed adattabile in modo proporzionato alla complessità dimensionale e operativa delle aziende coinvolte. Si tratta di uno strumento di tutela specifica per le aziende e il loro management che operano nell’ambito dell’import/export, che richiede professionalità ad hoc che padroneggino le normative internazionali

 

di Paolo Pietro Biancone *

 

Il mercato globale sottopone le aziende a sfide critiche legate alle attività di importazione ed esportazione. Il rischio di sanzioni legali e pecuniarie per la mancata applicazione delle norme internazionali è alto e ha conseguenze rilevanti per la continuità di impresa. Le aziende devono quindi fare i conti con nuovi aspetti professionali legati all’export compliance. Si tratta di un nuovo strumento per ridurre i rischi legati alle importazioni ed esportazioni, che fornisce sostegno fondamentale alle Organizzazioni di qualsiasi dimensione nella gestione del Compliance Risk, ossia il rischio di sanzioni legali o amministrative, perdite finanziarie o deterioramento della reputazione per il mancato rispetto di leggi, regolamenti e legislazione, codici di condotta e best practices (Dual Use, Sanzioni, Dlgs 231 ecc.), per tutte le attività d’importazione ed esportazione. L’Export Compliance nasce dall’esigenza di rispondere a normative a livello internazionale e nazionale sempre più complesse, che richiedono metodi e standard di Governance e di conformità (Compliance) adeguati per tutelarsi dalle pesanti sanzioni legali.

 

Il metodo chiave di Management dei rischi derivanti da una mancata od erronea conformità alle norme, individuato e sviluppato internazionalmente da Università, operatori economici, organizzazioni di standard e certificazione, autorità regolatrici è la Compliance normativa: in un mondo globalmente integrato, la cooperazione a livello europeo ed internazionale è possibile solo con strumenti specializzati ed efficienti conformi alle leggi. Da qui l’esigenza di professionalità che siano in grado di comprendere le diverse normative vigenti nei vari Paesi e siano in grado di formalizzare strumenti di management a tutela del rischio derivante dall’Export Compliance. Il tutto a tutela della governance aziendale che si assume in proprio il rischio di eventuali sanzioni e penalità dovute al mancato rispetto delle norme internazionali in tema di export.

 

In particolare, vi è la necessità di promuovere una Compliance specializzata per l’export (Export Compliance) che possa essere strumento adottabile ed adattabile in modo proporzionato alla complessità dimensionale e operativa delle aziende coinvolte. Si tratta di uno strumento di tutela specifica per le aziende e il loro management che operano nell’ambito dell’import/export, che richiede professionalità ad hoc che padroneggino le normative internazionali e comprendano le peculiarità di ogni singola azienda, al fine di ridurre con strumenti ad hoc il rischio. Per rispondere a questa necessità la risposta strategica individuata e sviluppata in modo collaborativo sia negli USA (BIS) che nella UE è un Framework multidisciplinare (ECF) implementato da EIFEC (l’organizzazione europea che promuove e mantiene il Framework per l’Export Compliance) (www.eifec.eu).

 

Nell’ambito del Framework EU di Export Compliance (ECF) è stato attivato l’EU Universities Network for Export Compliance (EUNIFEC) coordinato dall’Università di Torino e il Politecnico di Torino. Si tratta di un’alleanza strategica tra le principali università tecnologiche e di management europee con obiettivi principali: in primo luogo, integrare a livello nazionale, i principi, gli standards, le best practices, le procedure operative, per permettere un metodo comune a tutti i paesi EU per il controllo delle esportazioni quali strumenti adottabili ed adattabili in modo proporzionato alla complessità dimensionale e/o operativa degli operatori. Importante è essere un supporto tecnico per le decisioni dei Governi ed Autorità nazionali e dei responsabili politici, quali custodi del più alto livello di conoscenza. Così come è opportuno stabilire e mantenere un sistema esperto per assistere le Autorità Nazionali e gli esportatori a valutare e determinare / classificare se un prodotto (per il suo contenuto tecnico) è conforme ai sensi dei Regolamenti ( Dual Use, Sanzioni ecc.). Infine, saranno promossi corsi accademici e master, con oggetto la formazione di qualificati professionisti con capacità di Export Compliance.

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin