DA RODARI A DICKENS

L’invenzione del Natale moderno

NATALE1Ma esiste ancora, oggi,  lo spirito del Natale? Quell’essere “più buoni e un po’ meno egoisti” è un ricordo lontano, sfocato

 

“Se comandasse lo zampognaro che scende per il viale, sai cosa di­rebbe il giorno di Natale? “Voglio che in ogni casa spunti dal pavi­mento un albero fiorito di stelle d’oro e d’argento”. In questa fila­strocca di Gianni Rodari è racchiuso, quasi fosse una di quelle palle di vetro con il paesaggio innevato, lo “spirito” del Natale. Ma esiste ancora, oggi,  lo spirito del Natale? Quell’essere “più buoni e un po’ meno egoisti” è un ricordo lontano, sfocato. Il Natale moderno con l’albero, i regali, Babbo Natale, i buoni sentimenti ed i biglietti d’auguri sono un’invenzione anglosassone, d’epoca vittoriana, e il suo principale interprete fu uno dei più grandi romanzieri dell’Ottocento, Charles Dickens. In “Canto di Natale”, suo malgrado, lo scrittore inglese inven­tò gran parte della mitologia che, oggi, costituisce la tradizione natalizia: il pranzo, la famiglia, le vacanze, la neve, i regali, la beneficenza, i canti, i dolci e addirittura il vin brulé.

 

Tutto, o quasi: mancano il panettone o il pandoro e, data l’epoca, l’al­luvione tecnologica di sms ed e-mail, tutte uguali, replicate all’infinito. Con quel libro – che racconta della fantastica storia dell’avarissimo Scrooge che diventa generoso, dopo la visita di tre spettri proprio durante la notte di Natale – pubblicato il 18 dicembre 1843 e venduto in seimila copie nella prima settimana (per l’epoca, un bestseller), Dickens mise in fila i “nuovi valori” che questa festività intendeva rappresentare. Non solo la fami­glia ma anche lo spirito di carità che biasima l’ingiustizia sociale e la povertà, descrivendo a suo modo quell’Inghilterra rurale dell’epoca destinata a fare da sfondo alle cartoline di auguri con i paesaggi innevati. Queste cartoline fecero la loro comparsa nello stesso anno a Londra, quando un uomo d’affari, Henry Cole, incominciò a venderle in un negozio d’arte nella centralissima Bond Street. Si fa risalire a questo momento la nascita di quel Natale “moder­no” che, poi, l’evoluzione consumistica ha adattato, necessaria­mente, ai tempi.

 

(foto: il Torinese)

Marco Travaglini