CULTURA- Pagina 52

All’Auditorium Rai lo spettacolo di apertura del Festival delle Regioni

1° ottobre – ore 20.30

Auditorium Rai – Via Rossini 15 – Torino

In allegato anche

– il Villaggio delle Regioni in piazza Castello, 30/09 – 2/10

COMUNICATO

Domenica 1° ottobre si terrà, con inizio alle ore 20.30, nell’Auditorium Rai di Torino uno spettacolo di benvenuto – organizzato dalla Regione Piemonte con il coordinamento artistico di Magalì Berardo di Musicalista – rivolto in particolare alle comunità dei piemontesi di adozione che coinvolgerà, in una serie di esibizioni, gruppi di cultura popolare provenienti da tutta Italia.

L’accesso alla sala sarà possibile, fino a esaurimento posti disponibili, previa iscrizione da effettuare su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-2-festival-delle-regioni-e-delle-province-autonome-692988847297?aff=oddtdtcreator entro le ore 12 di sabato 30 settembre.

L’evento, che prevede una carrellata di esibizioni di vari artisti rappresentativi delle diverse Regioni d’Italia, è nato con l’idea di creare un incontro tra chi è venuto a vivere a Torino e in Piemonte – e ha costruito in questo territorio la sua vita – e la propria regione d’origine. In sala, infatti, saranno presenti esponente delle comunità regionali che per l’occasione potranno incontrare i Presidenti delle regioni e i rappresentanti delle loro comunità.

Per festeggiare l’inizio del Festival andrà in scena il meglio della cultura popolare delle regioni italiane – con la partecipazione dell’Orchestra sinfonica Nazionale della Rai diretta dal Maestro Giuseppe Mengoli – che darà l’avvio alla serata. La Folkestra, ensamble di talentuosi giovani, proporrà musica tradizionale piemontese in una nuova veste e si alternerà a Francesco Demuro, tenore sardo conosciuto in tutto il mondo; il coro trentino della Sosat, attivo dal 1926, che mantiene viva la tradizione della montagna lascerà il posto a un assaggio del ‘Piccolo Opera Festival’ dal Friuli Venezia Giulia; Simone Campa e Angelo Palma proporranno tributi a Lazio, Abruzzo, Campania e Lombardia con un medley di chitarra e tamburo. Il blues di Lino Rufo, si avvicenderà con le parole ironiche dello sceneggiatore Mattia Torre rappresentate dagli allievi dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni – Teatro Stabile del Veneto; la musica folk, proposta anche dal gruppo valdostano Lou Tintamaro e dal duo romagnolo Emisuréla composto dalle sorelle Anna e Angela De Leo, violinista e fisarmonicista, cederà lo spazio alla tradizione più classica, con la Scuola musicale di Fiesole e l’Accademia dell’Opera Carlo Felice Genova e alla all’altoatesino Max Castlunger & the Upcycling Band, il cui progetto green è basato sul riutilizzo di oggetti che diventano strumenti. Il cantautore popolare Mimmo Cavallaro, interprete della tradizione calabrese, si alternerà ai giochi di prestigio di Walter Rolfo, presidente di Masters of Magic e del Campionato del mondo di magia 2025 a Torino. La serata si concluderà con la musica e la danza sfrenata della Notte della Taranta.

PROGRAMMA

Ore 20.30

Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI

Direttore: Giuseppe Mengoli

Programma musicale:

Michele Novaro “Canto degli Italiani” (Inno nazionale)  Gioachino Rossini, Ouverture dal “L’Italiana in Algeri” (durata 9 min circa) (Marche)

PIEMONTE

Folkestra (ensemble folk)

Folkestra è un ensemble musicale che prende forma nel 2009 come sviluppo di un progetto formativo di musica tradizionale d’insieme, sotto la direzione dell’organettista e flautista Simone Bottasso, coadiuvato dal violinista Nicolò Bottasso.

Musica tradizionale rivisitata ed arricchita da un’innovativa veste orchestrale: brani provenienti dalla musica tradizionale del Piemonte e delle Valli Occitane, della Toscana e della Liguria, melodie della cultura francese e composizioni degli stessi musicisti dell’orchestra. Fanno parte dell’orchestra musicisti giovani e talentuosi che propongono strumenti legati strettamente al mondo del folk, come ghironde, organetti, cornamuse, archi, mandolino, ed altri più contemporanei, tra cui flauti, sax, clarinetti, batteria, chitarra e basso. Su una solida base di melodie ed arrangiamenti evocativi si tesse una trama di impegno e passione, di relazioni personali, di momenti seri e scherzosi, di attimi conviviali accompagnati da una sana cucina casalinga, di notti insonni e piedi scalzi, di determinazione, tenacia e grandi soddisfazioni, che crea un tessuto sonoro di grande valore.

SARDEGNA

Francesco Demuro – tenore

Voce & Piano

Nessun Dorma

Originario della Sardegna, debutta nel 2007 a Parma in Luisa Miller. Nel corso degli anni si esibisce sui maggiori palcoscenici italiani e internazionali, fra cui Royal Opera House, Metropolitan Opera, Opera di Parigi, Teatro alla Scala, Staatsoper di Berlino, Opera di Roma, Opera di San Francisco, Opera di Seattle, Opera di Vienna, Teatro Real, La Fenice, Gran Teatre del Liceu, Teatro di San Carlo, Bayerische Staatsoper, Arena di Verona, Théâtre des Champs-Élysées, Maggio Musicale Fiorentino, Chorégies d’Orange, per citarne solo alcuni. Fra i titoli principali del suo repertorio ricordiamo La TraviataRigolettoLa BohèmeLucia di LammermoorFalstaffL’Elisir d’Amore, Les Pêcheurs de PerlesRoberto DevereuxMaria StuardaI PuritaniRoméo et JulietteFaustDon PasqualeCosì fan tutteWertherFaustLinda di ChamounixLa SonnambulaIn concerto, ha collaborato con Berliner Philharmoniker, Berlin Staatskapelle, Orchestra del Teatro alla Scala, Accademia di Santa Cecilia, NDR Leipzig, Hungarian National Philharmonic, Houston Symphony, esibendosi nel Requiem di Verdi, Requiem di Mozart, Petite Messe Solennelle, Nona Sinfonia di Beethoven, Stabat Mater di Rossini. La stagione 2022/23 lo ha visto protagonista all’Opera di Parigi (I Capuleti e i Montecchi, Roméo et Juliette), al Teatro Real (La sonnambula), all’Opera di Vienna (L’elisir d’amore), all’Opera di Amburgo (La traviata), alla Greek National Opera (Werther), alla Staatsoper di Berlino (Rigoletto).

I suoi prossimi impegni prevedono Norma al Teatro de la Maestranza di Siviglia, La bohème al Teatro Lirico di Cagliari, Maria Stuarda al Teatro di San Carlo, Médée al Teatro Real, Beatrice di Tenda al Teatro Carlo Felice di Genova, Lucia di Lammermoor al Teatro Bellini di Catania.

TOSCANA

Scuola Musicale di Fiesole

Giovanni Uscidda accompagnato dal Maestro Matteo Bogazzi

Pierre Max Dubois

Concerto per saxofono contralto e pianoforte

Giovanni Uscidda, saxofono contralto

Allievo del triennio della Scuola di Musica di Fiesole nella classe della Maestra Alda Dalle Lucche

Giovanni (Firenze 23-05-2003) inizia lo studio del Saxofono all’età di 6 anni sotto la guida di Giada Moretti, nell’ambiente de “La Polverosa” a Firenze. Nell’ A.A. 2019/2020 accede alla Scuola di Musica di Fiesole nella classe della Maestra Alda Dalle Lucche, frequentando dapprima il solo corso di musica da camera, l’ambiente trovato lo colpirà̀ a tal punto da prepararsi all’ammissione del percorso accademico triennale, che lo vedrà accedere nell’ A.A. 2021/2022. Dal suo ingresso, numerose sono le iniziative alle quali ha preso parte, a partire dal concerto nell’ambito dell’iniziativa “Dimore Storiche” di Firenze con “BQ – Baritone Sax Quartet” fondato da Alda Dalle Lucche. Vince la “Borsa di Studio-A.A. 2022/2023”, assegnata dalla scuola ai migliori esecutori, che lo ha visto figurare tra migliori premiati, prendendo parte al concerto finale, riservato a questi ultimi. Nello stesso anno vince il primo premio al “23° Concorso Nazionale di esecuzione musicale Riviera Etrusca di Piombino” nella categoria “Solisti”. Viene poi selezionato, sotto la guida della Maestra Alda Dalle Lucche, per collaborare con l’”Orchestra Giovanile Italiana”, con la quale debutterà al Teatro dell’Opera di Firenze, con “Quadri di un’Esposizione” di Modest Musorgskij, nell’orchestrazione di Maurice Ravel. Partecipa, con “BQ – Baritone Sax Quartet” al prestigioso “60° Festival Internazionale di Musica da Camera” di Cervo (Liguria). Parallelamente alla sua attività accademica Giovanni frequenta master-class importanti come quella tenuta dal Maestro Otis Murphy al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Segue poi, i corsi d’insieme tenuti dal Maestro Lorenzo Pusceddu a Villasimius . Nel 2023 si esibisce da solista con il complesso di fiati “La Polverosa” al Teatro dell’Opera di Firenze. Matteo Bogazzi, pianoforte Pianista accompagnatore della Scuola di Musica di Fiesole Nato nel 1992, studia al Conservatorio “G. Puccini” della Spezia dove si diploma in pianoforte con il M° Fabrizio Giovannelli – con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore – e si laurea in didattica della musica con la prof.ssa Donatella Bartolini, compiendo studi di composizione con il M° Andrea Nicoli. Intraprende nel 2015 lo studio della prassi storicamente informata su pianoforte storico con il M° Stefano Fiuzzi, affermandosi con il primo premio nella categoria Fortepiano al 28° Concorso Internazionale Città di Albenga. Si diploma all’Accademia Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola nel 2018, frequenta annualmente i cicli di masterclass Il pianoforte allo specchio alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo e consegue nel 2023 il Master di II livello in pianoforte storico al Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia sotto la guida del M° Costantino Mastroprimiano. Frequentemente attivo come solista e in formazioni da camera su pianoforte moderno e storico, si dedica con passione alla messa in dialogo di linguaggi antichi e contemporanei. Prende parte a masterclasses e laboratori musicali con maestri quali Alexander Lonquich, Stefano Fiuzzi, Pietro De Maria, Jeffrey Swann, Malcolm Bilson, Costantino Mastroprimiano, Pietro De Maria, Arthur Schoonderwooerd, Temenushka Vessellinova e Jörg Demus. Nella primavera del 2023 incide per l’etichetta Da Vinci musiche di Dmítrij Šostakóvič con la violista Giulia Panchieri. Dal 2017 è docente di pianoforte e musica d’insieme all’Istituto di Istruzione Superiore “Alberti-Dante” di Firenze. Dal 2022 è pianista collaboratore alla Scuola di Musica di Fiesole.

LIGURIA

Teatro Carlo Felice

Accademia di Alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova

voce e piano Marika Colasanto e Marco Zambelli

Marco Zambelli

Parallelamente agli studi classici, ha intrapreso la pratica del pianoforte a 7 anni. Si è diplomato in Organo al Conservatorio “Paganini” nel 1983 e ha ottenuto il Premier Prix de Virtuosité nella classe di Lionel Rogg a Ginevr nel 1986. Nello stesso anno ha vinto il 2° premio al Orgelwettbewerb di Kaltern. Ha fatto parte di svariati gruppi da camera sia come pianista che come organista/clavicembalista, ha accompagnato recitals di strumentisti e cantanti e ha svolto attività concertistica da solista ininterrottamente fino al 1988. Affascinato dalla polifonia vocale sin dalla più tenera età, nel 1989 è stato nominato Maestro del Coro all’Opera di Lione. Ha avuto il piacere e la fortuna di esser scelto come assistente da eminenti Maestri quali M. Arena, B. Campanella, E. Krivine, N. Marriner e J.E. Gardiner. Senza che la cosa fosse stata pianificata a tavolino, la Direzione d’Orchestra è stato lo sbocco naturale di tutte queste esperienze. Dal 1994 ha diretto repertorio sinfonico e operistico praticamente in tutti i continenti (dai Paesi Scandinavi a Israele, dagli USA all’Estremo Oriente, dalla Nuova Zelanda al Messico) ma soprattutto in Europa, dove è apparso alla testa di Orchestre come la London Philharmonic, la Royal Liverpool Philharmonic, la BBC NOW, la OSPA, la TSO, la Philharmonie de Monaco, la Jerusalem Symphony, la ICO, la Prague Philharmonia, la Radio Ungherese ecc., da solo o in compagnia di artisti quali Julian Lloyd-Webber, Peter Wispelwey, Leo Nucci e Rolando Villazon solo per nominarne alcuni, in sale da concerto come la Philharmonie a Monaco di Baviera, a Berlino e a Colonia, la Gewandhaus, l’Alte Oper di Francoforte, il TCE a Parigi, la Smetana Hall a Praga, l’Auditorium di Tivoli a Copenhagen, Ranieri III a Montecarlo, la National Concert Hall a Dublino, la Tchaikovsky Hall a Mosca, l’Israel Festival, Glyndebourne. In Italia ha diretto al San Carlo, al Regio di Parma e di Torino, alla Fenice, al Festival Donizetti, a Cagliari, Genova, Catania ecc. Ha registrato per la BBC, la TV Nazionale della Repubblica Ceca e Virgin Classics. Ha diretto la prima esecuzione pubblica dal 1838 del “Falstaff” di M.W. Balfe la cui registrazione LIVE, prodotta da RTÉ lyric fm/Naxos, ha ricevuto i più alti riconoscimenti dalla critica internazionale specializzata. La stessa etichetta ha anche pubblicato “For Eternity”, dove Marco Zambelli dirige la RTÉ National Symphony Orchestra e la Soprano Irlandese Celine Byrne nel suo primo CD d’Arie d’Opera con Orchestra. Oltre all’attività direttoriale con i “professionisti”, è profondamente attratto dal rapporto umano e di lavoro con coloro che professionisti lo diventeranno presto e accetta sempre con entusiasmo le proposte di collaborazione che gli giungono frequentemente da Accademie, Conservatori e Orchestre Giovanili di tutto il mondo. In quest’ottica, Marco ha recentemente inaugurato “I Concerti del Gonfalone”, una serie di esecuzioni pubbliche a ingresso libero, dove professionisti e studenti suonano fianco a fianco assieme a un Coro semi-professionista di alto livello, in un magnifico Oratorio del 1643 situato nella periferia “difficile” di Genova, per dimostrare come sia possibile, anzi doveroso, riportare la cosiddetta “musica colta” nel quotidiano della gente comune.

Marika Colasanto

Nasce a Finale Ligure nel 1988 e inizia a dedicarsi allo studio vocale fin da giovanissima, ottenendo ampi consensi e numerosi riconoscimenti nel mondo della musica leggera.

Dopo aver conseguito la Maturità Scientifica, affascinata dal mondo dell’opera lirica, sostiene nel 2007 l’esame di ammissione al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, dove si diploma in canto lirico a pieni voti nel Settembre 2012, sotto la guida del mezzosoprano Maria Trabucco. Conseguito il diploma, studia altri due anni con il mezzosoprano Gloria Scalchi. Intraprenderà̀ poi un importante percorso di perfezionamento con il soprano Mariella Devia. Si esibisce per le trasmissioni televisive RAI I Raccomandati Mezzogiorno in famiglia. Interpreta Bess (Porgy and Bess) sotto la direzione del M° Gian Marco Bosio in occasione del Festival Marenco all’Auditorium Dolci Terre di Novi Ligure. Prende parte allo spettacolo Telecamere su Verdi, ideazione, testo e regia di Roberto Iovino ed Andrea Nicolini, in scena all’Auditorium E.Montale di Genova e al Teatro Shalom di Empoli. Interpreta Cherubino ne Le Nozze di Figaro prima a Bosco Marengo (AL) e poi al Teatro Gustavo Modena di Genova e Norina per il Festival Sorrisi Lirici. Veste poi i panni del Piccolo Principe (cover) alla creazione dell’omonima opera di Alberto Caruso al Teatro Carignano di Torino. L’attività̀ concertistica la porta ad esibirsi in diversi Stati europei ed extra (in Francia al Teatro di Saint-Malo in occasione del Festival Internazionale Si tous les Ports du Monde; in Ungheria, nella Carmen, all’Audi Arena di Györ sotto la bacchetta del M°Attilio Tomasello; a Marrakech al teatro Nazionale; all’Ambasciata italiana a Casablanca; in Bulgaria, Irlanda etc.). Ha debuttato il ruolo di Valencienne ne La Vedova Allegra di F.Lehàr con LTL, l’Opera Studio italiana che mette in scena i suoi lavori al Teatro del Giglio di Lucca, il Teatro Goldoni di Livorno e il Teatro Verdi di Pisa con la direzione di Nicola Paszkowski e la regia di Fabio Sparvoli. Partecipa come solista a due concerti della serie I Concerti Spirituali del Gonfalone diretti dal M° Marco Zambelli (Händel e Vivaldi). Sempre con il M° Zambelli, si esibisce frequentemente anche in duo. Debutta al Teatro Carlo Felice di Genova, nel Gloria di A.Vivaldi, in occasione del concerto di apertura del Congresso Eucaristico Nazionale 2016. Per la stessa Fondazione, veste i panni di Tebaldo nel Don Carlo di G.Verdi al fianco di artisti di fama internazionale, sotto la bacchetta del M° Valerio Galli.Dal 2022 è Direttore Artistico di Masterclass a Cairo, un Corso di alto perfezionamento vocale, nel quale coinvolge docenti di fama mondiale come il tenore Charles Castrovo, il M° Marco Zambelli etc. diretto ai giovani cantanti lirici di ogni nazionalità̀. Di recente, in occasione della presentazione del libro del musicologo Davide Mingozzi “Il Teatro a Genova a fine Settecento”, esegue al Teatro Carlo Felice in Anteprima Mondiale una selezione di arie inedite di Gnecco, Isola, Degola e Cerro. Tra i ruoli interpretati, ricordiamo anche Poppea, Pamina, Frasquita e LaurettaNel 2023 vince il Terzo Premio al Concorso Internazionale “Enzo Sordello” e ancora il Terzo Premio al Concorso.

Internazionale “Città di Monterosso – Cinque Terre”.

TRIBUTO A UMBRIA, LAZIO, CAMPANIA E LOMBARDIA

Simone Campa & Angelo Palma dell’Orchestra Terramadre

Simone Campa, musicista, percussionista, cantante, performer e studioso di Commedia dell’Arte, direttore artistico, ricercatore delle tradizioni musicali italiane, fondatore della Paranza del Geco e dell’Orchestra Terra Madre accompagnato dal polistrumentista Angelo Palma, eseguirà un medley di brani caratteristici delle regioni: Umbria, Lazio, Campania e Lombardia.

EMILIA ROMAGNA

Emisurela Folk Romagnolo – Duo musicale

Emisurela è una band indie folk fondata nel 2021 dalle sorelle faentine Anna e Angela De Leo al violino, fisarmonica e voce.

Appena nate hanno subito vinto il contest Il Liscio nella Retea aprendo loro le porte del mondo del folk e della tradizione romagnola. Oltre 100 le date fatte da allora ad oggi portando il nuovo verbo dei giovani under 25 alla nuova Generazione Z del Liscio diventando colonne della prima edizione di Birichina, il primo festival tutto di giovani artisti alle prese con il nuovo linguaggio del liscio di oggi superando le due precedenti generazioni e aprendo le porte a una terza e nuova generazione del Liscio per darle nuova linfa vitale. Lo show si sviluppa partendo dai balli delle aie contadine di fine ‘800, attraversando la storia del leggendario Maestro Secondo Casadei, per poi espandersi verso la musica kletzmer e le cumbie sudamericane. L’energia rock e l’attenzione alla tradizione musicale del territorio, sono il loro asso nella manica.

VALLE D’AOSTA

Lou Tintamaro

Il gruppo folkloristico e corale “Lou Tintamaro de Cogne”, che ha festeggiato nel 2022 i primi 65 anni di attività̀, è nato nell’autunno del 1957 ed è fondato sul principio della conservazione del patrimonio culturale, musicale e canoro unico del paese di Cogne. Filo conduttore dell’attività del gruppo è l’espressione di una cultura autentica, ereditata dagli antenati che, nei secoli passati, si riunivano durante le “veillà” per cantare i caratteristici motivi musicali. La ricerca dell’autentico e della tradizione è alla base della filosofia de Lou Tintamaro, il repertorio, infatti, è frutto di un paziente lavoro di ricerca sui canti più vecchi e tipici. I canti e i balletti dal ritmo allegro, a volte burlesco, sono accompagnati dai tamburi – “tambur” – fatti con pelle di camoscio ed ornati da nastri coloratissimi, e dalle fisarmoniche, che armonizzano una cornice genuina e vivace. Il costume, che riproduce fedelmente quello portato dai cogneins dal 1600 fino alla metà del secolo scorso, è composto in gran parte da pesante “drap” nero e lana, ornato da dettagli rossi e verdi che richiamano i colori del casato dei Savoia.

Lou Tintamaro, cuore musicale di Cogne, continua a trasmettere con passione, attraverso balli, canti, suoni e colori, il messaggio culturale antico ed originale dei cogneins. Dall’anno di fondazione ad oggi, il gruppo ha visto passare tra le sue fila oltre 250 persone ed ha partecipato ad un migliaio di manifestazioni in Valle d’Aosta, in molte città italiane e all’estero (Inghilterra, Austria, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Cecoslovacchia, Giappone). Inoltre Lou Tintamaro ha preso parte a numerosi spettacoli e trasmissioni televisive italiane ed estere e ad un film cinematografico (Grande slalom per una rapina, regia di Vittorio de Sica, con Jean-Claude Killy, 1971).

Lou Tintamaro nell’arco degli anni ha inciso nel 1975 un disco 33 giri ed un audiocassetta alla R.C.A. di Roma, nel 1997 il compact disc “Pin – Pin” e nel 2007 il compact disc “Mélodies retrouvées” con lo studio mobile SMC di Ivrea. All’interno della collana “ Tribù italiche – World Music” è inserito un brano musicale del gruppo. Inoltre il 50° anniversario di fondazione è stato celebrato con il volume “Cogne e il suo cuore musicale. Canti e balli ai piedi del Gran Paradiso“, a cura di Patrizia Guichardaz, che ripercorre la vita del gruppo e dei personaggi che ne hanno fatto la storia. Il coro di voci miste, composto da una trentina di elementi e diretto da Myriam Brocard, partecipa alla ricorrente Assemblée Régionale de Chant Choral organizzata annualmente dall’Assessorato all’Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta nella categoria A (coro o gruppi corali e strumentali a carattere popolare) presentando brani in lingua italiana, francese e patois ed è sempre stato segnalato dalla commissione d’ascolto per rappresentare la regione in manifestazioni corali e folkloristiche in Italia ed all’estero.

TRENTINO

Coro della Sosat (gruppo folkloristico, coro, danze e musica)

Il canto di montagna affonda radici lontane e profonde, sia nel canto sacro sia nella lirica. Il risultato, inaspettato e mirabile – quando il Coro della SOSAT (Sezione Operaia della Società Alpinisti Tridentini), primo fra tutti, esordì nel 1926 – fu la spontaneità fresca e immediata del cantare insieme, che si nutriva di talenti naturali particolarmente versati, benché per lo più digiuni di teoria e conoscenza della musica. In pochi anni il coro raggiunse una grande notorietà, anche a livello internazionale e, nei suoi 97 anni di intensa attività, ha effettuato oltre 2000 concerti in Italia e nel mondo, dando vita ad una bibliografia musicale ed una attività discografica ricca ed apprezzata. Dopo la stagione delle origini – che segna l’inizio di quel movimento imponente che diverrà la coralità trentina – altre ne sono arrivate e, con esse, l’ulteriore apporto di musicisti ed armonizzatori d’eccezione. Dentro questa storia, il Coro della SOSAT è forse quello, tra gli altri, che più ha mantenuto un tenace filo di collegamento con la tradizione che ne segna in maniera indelebile la nascita. È dunque il recupero di una poetica primigenia della montagna e del suo cantarla a rappresentare la motivazione forte che sostiene la nostra attuale cifra artistica. Essa intende interpretare nel presente lo spirito di quel sobrio e potente cantare insieme inaugurato dal Coro SOSAT nel 1926 ed arrivato sino a noi, nella convinzione che esso rappresenti un patrimonio che appartiene ormai a tutti.

BASILICATA

Peppone Calabrese

Giuseppe Calabrese, in arte Peppone è un gastronomo, docente di antropologia del cibo, conduttore Rai1 e direttore artistico di eventi legati allo sviluppo del territorio.

Diplomatosi al liceo classico di Potenza, studia giurisprudenza a Siena e frequenta un master in “organizzazione di eventi, comunicazione e marketing.

Dopo diversi anni di collaborazione al CNR, si dedica alla “cura” della persona formandosi in Terapia del sorriso e grazie a questo fa diverse esperienze tra cui una missione umanitaria in Senegal. Fonda e ne è presidente per molti anni dell’associazione di solidarietà sociale “ Potentialmente onlus, e poi entra nella cooperativa “la mimosa” dove lavora per anni nel centro socio educativo per disabili gravi “ Rothary” a Potenza. Nel contempo diventa socio del caffè gastronomico “Cibó” a potenza dove crea una comunità del cibo costituita da una cinquantina di agricoltori contadini custodi. Viene notato nel suo ristorante da un vicedirettore di rai1 che lo chiama per collaborare prima come inviato per la trasmissione televisiva “ la prova del cuoco” e poi diventa conduttore di “Lineaverde” la storica trasmissione della domenica mattina sempre su Rai1.

Oggi docente di antropologia del cibo e stile del territorio all’accademia “ Incibum” e “ Intrecci”, consulente per consorzi e amministrazioni pubbliche di progetti di sviluppo del territorio. Scrive per “ le frecce” di Trenitalia una rubrica dal titolo “ Genius loci”.

PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO

Max Castlunger & the Upcycling Band (musica sperimentale)

Max Castlunger é un musicista, insegnante di musica nonché costruttore di strumenti musicali altoatesino di madrelingua ladina. Oltre a svolgere un’intensa attivitá concertistica con varie formazioni e progetti musicali (Herbert Pixner, JEMM Music Project, Savana Funk, Sissamba, etc.) organizza workshop, esposizioni e performance di vario genere, usando esclusivamente strumenti musicali costruiti personalmente a mano. Alla base di tutti gli strumenti e le sculture sonore del progetto “Upcycling Music”, si trovano oggetti e materiali usati, quali mobili, bidoni, bombole, tubi di plastica..etc.

La UPCYCLING MUSIC BAND é composta da quattro polistrumentisti della Regione Trentino-Alto Adige, rappresentanti di tutte le 3 lingue ufficiali (tedesco, italiano, ladino), i quali trovano nella musica il miglior linguaggio per la comunicazione. Questo progetto musicale originale, fa uso esclusivo di strumenti e sculture sonore costruite personalmente a mano da Max Castlunger, quali tubofoni, gong, xylofoni, flauti, salterio, batteria, tamburi di vario genere e molti altri. La loro musica si ispira alle diverse culture musicali del mondo e trasporta l’ascoltatore in terre lontane. In scena

vengono utilizzati piú di 50 strumenti musicali unici al mondo e totalmente originali, poiché sapientemente assemblati a partire da materiali di riciclo, in grado quindi di dar vita a suoni unici e inaspettati, quanto la loro natura.

VENETO

Accademia Teatrale Carlo Goldoni (allievi e allieve del terzo anno)

Gola di Mattia Torre da “In mezzo al mare”

sette atti comici a cura di Giorgio Sangati – regista assistente Michele Tonicello

(ACCOLLA Francesca, BISONI Teresa, FOLGONI Elena, PADERNO Lorenzo, PEDINI Simone, POGLIAGHI Natanaele Alessandro, TADDEO Laura, TAMMARO Giuseppe, VANNACCI Stefano, ZANI Andrea)

Un estratto da uno dei monologhi teatrali più divertenti di Mattia Torre, autore capace di restituire sempre con caustica ironia il ritratto di un paese, il nostro, che abbonda di contraddizioni e passioni. Il testo, con un titolo che evoca uno dei sette peccati capitali, sviscera il nostro rapporto col cibo, sacro e bizzarro allo stesso tempo, che ci identifica a livello storico e culturale molto più di quello che pensiamo. Gli allievi e le allieve dell’Accademia daranno vita a un breve intervento corale misurandosi con una scrittura agile e tagliente, immaginifica e concreta allo stesso tempo.

FRIULI VENEZIA E GIULIA

Piccolo Opera Festival

Repertorio (Medley di brani – canto lirico)

il Piccolo Festival è un consolidato e apprezzato appuntamento del cartellone estivo del Friuli Venezia Giulia, di cui arricchisce, con stimolanti ed inedite proposte, l’offerta culturale e turistica, richiamando pubblico anche dall’estero. Ogni anno per un mese la magia dell’opera lirica riecheggia in luoghi carichi di storia ed arte del Friuli-Venezia Giulia ma anche, da alcuni anni, della vicina Slovenia: giunto alla sua 14° edizione, il festival diretto da Gabriele Ribis è infatti diventato transfrontaliero, con un progetto in grado di offrire – come recita il suo claim – un’autentica “Esperienza di Opera senza confini”. Il tutto, avvalorato dal fatto che Nova Gorica in Slovenia e Gorizia

in Italia saranno assieme Capitale Europea della Cultura 2025! Lo spirito del Festival è, da sempre, non adattare il luogo allo spettacolo ma lo spettacolo, in particolare l’opera lirica, al luogo. Un castello, un giardino o una villa diventano quindi un palcoscenico costruito su misura, dove anche il pubblico stesso diventa parte integrante della messa in scena. Il Festival conduce gli spettatori in castelli, antiche dimore, giardini storici (alcuni dei quali aperti eccezionalmente per l’occasione), che fanno da splendido palcoscenico agli spettacoli ed hanno come corollario visite guidate, aperitivi, introduzioni all’ascolto, degustazioni, cene prima e dopo gli appuntamenti musicali. Per un’esperienza che permette di conoscere non solo architetture, storia, paesaggi di queste straordinarie terre di confine, ma anche sapori e vini. Un connubio vincente, apprezzato anche da tour operator italiani e stranieri (principalmente austriaci e della Germania del sud, aree che sono tradizionale bacino del festival, ma anche

francesi e svedesi).

Interpreti:

Daniela Esposito, soprano

Salvatore Angileri, tenore

Sebastiano Zorza, fisarmonica

PIEMONTE

Walter Rolfo

Spettacolo di Walter Rolfo presidente di Masters of Magic e del Campionato del mondo di magia 2025 a Torino. Walter Rolfo, ingegnere e psicologo, coach ed esperto di processi percettivi. Coniuga creatività e innovazione, legate alle sue radici nel pensiero filosofico illusionistico, con la razionalità del pensiero costruttivo, derivante dalla

sua formazione ingegneristica. Docente all’Università di Torino e al Politecnico di Torino, è stato speaker al TEDx Trastevere e speaker al WIRED Next Fest. Autore, conduttore e produttore televisivo per RAI, Mediaset e Sky, con oltre 1.000 programmi all’attivo, è fondatore e presidente di Masters of Magic, società di consulenza nel campo della formazione, del management e della comunicazione. È consulente di grandi aziende come Coca-Cola, Ferrero, Juventus, Milan, Inter, Generali, Philip Morris, FCA, Bayer, CNH Industrial, GoodYear, Pomellato, HP, Robe di Kappa, BNL, Wind|TRE, dove mette a disposizione la sua esperienza e lemetodologie del pensiero illusionistico per

supportare il raggiungimento dei loro obiettivi strategici.

ABRUZZO

Eleta accompagnata da Samuele Pigliapochi

Scrittrice di flussi di coscienza e compositrice di brani musicali (musica e parole), compone i suoi primi brani all’età di 12. All’età di 16 intraprende lo studio del canto lirico in una scuola di Lanciano (CH) fino all’incontro artistico, 2 anni più tardi, con Franco Potenza, direttore d’orchestra e compositore delle musiche corali del film Il tor

mento e l’estasi che la indirizzò alla cantante lirica Gigliola Frazzoni, cantante lirica che per anni si esibì alla Scala di Milano e all’Arena di Verona.

All’età di 22 anni diviene la voce e l’autrice dei brani del gruppo Rock sperimentale “i Maia”. Caratteristica principale: il fatto di accostare il canto lirico alla musica rock. Con i Maia si esprime nei locali e nei teatri dell’Abruzzo fino ad approdare al concerto del 1 maggio di Vasto (CH), dopo il quale il gruppo si scioglierà. Si trasferisce a Torino dove intraprende un percorso musicale con il gruppo elettronico Noise a.m. con il quale com

pone diverse colonne sonore per corti cinematografici.

SICILIA

Unavantaluna – Cumpagnia di Musica Siciliana

Ensemble di quattro musicisti uniti dalle comuni origini siciliane. Canzoni in Siciliano e voci possenti, strumenti musicali arcaici e storie millenarie, arrangiamenti e nuove sonorità internazionali: un gruppo di sicuro impatto che diviene addirittura trascinante nella propria dimensione più consona, quella dal vivo.

CALABRIA

Mimmo Cavallaro – Artista

Mimmo Cavallaro è, attualmente, il più autorevole interprete della tradizione musicale calabrese. Nato e vissuto nell’area culturale di cui è portavoce, ha da sempre condotto una sua particolare ricerca attraverso “indagini sul campo”, analizzando e registrando la varietà dei connotati stilistici che caratterizzano i diversi luoghi della Calabria.

Il cantato in dialetto e l’utilizzo di strumenti della tradizione, come la lira calabrese, missati a testi e armonie originali, lo rendono tra i principali autori della musica popolare italiana. Il suo progetto artistico nasce ufficialmente nel 2009 con la pubblicazione del primo disco “Sona Battenti”, prodotto da Taranta Power sotto la guida di Eugenio Bennato. La sua musica e la sua tradizione musicale, finora relegata all’ambito locale, viene sdoganata con esibizioni live in diversi festival di rilievo in Italia (Primo Maggio di Roma, Musicultura, Folkest, Notte della Taranta, Roma incontra il Mondo) e all’estero (Stimmen festival, Sfinks festival, Toronto Tarantella Festival).

La forza ipnotica e coinvolgente dei ritmi antichi rivive nella veste innovativa con cui brani vengono resi musicalmente attuali. Nasce spontaneamente un movimento di folk revival di carattere sociale che vede protagonisti musicisti di strumenti popolari,gruppi di musica etnica, liutai e scuole di strumenti e di balli popolari. Cavallaro viene riconosciuto quale principale fautore di questo movimento e il suo approccio stilistico si affaccia credibilmente alla scena nazionale interessando media,piazze ed eventi di rilievo.

CALABRIA

Gruppo Folkloristico – La Voce di Calabria

MOLISE

Lino Rufo, Cantautore

Lino Rufo, cantautore e bluesman bianco, Molisano d’origine, ma sin da giovane si trasferisce a Roma per iniziare la carriera di cantautore. Scoperto da Gianfranco Baldazzi noto paroliere di Lucio Dalla, collabora con Vasco Rossi, Rino Gaetano, i Pooh, Pino Daniele e tanti altri. All’attivo 12 album. Notissimo per la sua sigla per Radio Anch’io dal titolo: Laura G.

PUGLIA

L’Orchestra della Notte dellla Taranta

Ambasciatrice ufficiale della pizzica nel mondo è l’Orchestra Popolare Notte della Taranta, eclettico testimone della rinascita musicale della Puglia. Impegnata nel corso dell’anno in un’entusiasmante tour in Italia e all’estero durante il Festival nazionale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome “L’Italia delle Regioni”, che animerà Torino dal 30 settembre al 3 ottobre, l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta proporrà un affascinante viaggio nella cultura pugliese. Attraverso 2 flash mob, ballerini e musicisti coinvolgeranno il pubblico con l’ipnotico ritmo della pizzica e del suo strumento principe: il tamburello. Un viaggio nella bellezza autentica della Puglia con le sonorità che richiamano i paesaggi mozzafiato e la danza che colora le feste d’estate. L’Orchestra Popolare proporrà poi un medley delle pizziche più conosciute dal pubblico nell’appuntamento previsto nell’Auditorium Rai di Torino.

Profilo letterario. Ana Andreu Baquero

La biografia romanzata su Mafalda di Savoia dal titolo ‘La princesa de Buchenwald’ pubblicato in Spagna dalla editrice Maria Josè de Jaime rappresenta il debutto letterario di Ana Andreu Baquero. Mafalda principessa d’Italia, d’Etiopia e di Albania, secondogenita del re Vittorio Emanuele III° e della regina Elena del Montenegro, passò dagli sfarzosi palazzi al campo di concentramento. Si era recata a Sofia per assistere il cognato Boris III° re di Bulgaria ormai in fin di vita, marito della sorella Giovanna. Nonostante fosse stata informata dalla regina Elena di Romania del disarmo delle truppe italiane dopo il giorno 8-9-1943, rientrò a Roma sicura che i tedeschi l’avrebbero rispettata. Anche se era cittadina tedesca fu subito arrestata, trasferita a Berlino e deportata nel lager di Buchenwald, mentre il marito ufficiale delle S.S. principe Filippo d’Assia era già stato internato per tradimento.

 Ana Andreu si è recata a Gaeta per intervistare l’ultimo sopravvissuto dei sette marinai della Regia Marina Italiana che presero parte alla ricerca di Mafalda dopo il 1945. Nel registro di un piccolo cimitero tedesco trovarono una persona descritta come ‘unbekannte frau’ (donna sconosciuta). Il nome di Mafalda era inciso sul paletto della tomba numerato 262. Dopo la pubblicazione avvenuta nel marzo 2023, Ana Andreu inviò il suo libro al re Simeone II° di Bulgaria, primo ministro dal 2001 al 2005, figlio di Boris III° e nipote di Mafalda di Savoia. L’incontro tra Ana Andreu Baquero e  il re Simeone II° è avvenuto a Madrid il giorno 26-9-2023, mentre il suo libro è stato presentato il giorno dopo a Madrid in Calle Serrano nella libreria Troa Neblí.
Armano Luigi Gozzano

Gli  studenti delle superiori che studiano cinese diventano guide museali 

Gli studenti piemontesi delle scuole superiori che studiano cinese
guideranno i visitatori di Palazzo Reale tra gli oggetti cinesi e le
chinoiseries del Museo. La speciale visita, dal titolo La Cina a Palazzo
Reale, è promossa dai docenti del dipartimento di Studi Umanistici insieme
ai Musei di Palazzo Reale e all’Istituto Confucio dell’Università di
Torino per Unight – Notte Europea delle Ricercatrici e Ricercatori 2023 ed
è prevista per venerdì 29 settembre dalle ore 17 alle 19.
Dopo tre incontri di formazione, studentesse e studenti delle scuole
superiori della regione in cui sono attivi i corsi di lingua cinese sono
pronti a fare da “ciceroni” per guidare il pubblico tra i saloni del
Palazzo, spiegando e descrivendo gli oggetti provenienti dalla Cina o
realizzati ad imitazione di oggetti cinesi. Parteciperanno
all’iniziativa 56 ragazzi dei licei Botta di Ivrea, Porporato di Pinerolo,
Valdese di Torre Pellice, Spinelli e Convitto Umberto I di Torino.
Tra Seicento e Settecento le corti europee condividevano il gusto per le
*chinoiseries* e Palazzo Reale ne custodisce un grande numero. In questa
peculiare occasione, saranno proprio gli studenti a illustrare tale
fenomeno artistico e culturale e a raccontare dell’interesse diffuso per
l’Estremo Oriente ai visitatori, guidandoli alla scoperta degli arredi e
delle collezioni presenti nel Museo.
Il progetto ha l’obiettivo di coinvolgere gli studenti in modo attivo sul
territorio, così che possano utilizzare le competenze acquisite durante gli
studi, mettendole al contempo a disposizione della comunità.

Il mistero del dopo e la memoria degli assenti: torna Torino Spiritualità

Sono il mistero del dopo e la memoria degli assenti a rendere enigmatica la fine; nella sua certezza è però possibile trovare il senso della presenza, di quel cammino che è la vita. In occasione della sua 19. edizioneTorino Spiritualità dedica cinque giorni «Agli assenti. Della morte ovvero della vita», un’opportunità per scrittori, pensatrici, filosofi, artisti e per il pubblico del festival di provare a riflettere sul nostro rapporto con la morte. Il festival, ideato e organizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori, in programma da mercoledì 27 settembre a domenica 1 ottobre tra il Circolo dei lettori, teatri, cinema e luoghi della cultura di Torino, sarà un’occasione d’incontro con la nostra finitezza, tanto necessaria quanto “scomoda” e arricchente.

 

Anteprima e inaugurazione, The biggest Death Café ever

 

Torino Spiritualità si è aperta con l’anteprima di domenica 17 settembre al Teatro Carignano: l’attore e doppiatore Francesco Pannofino legge e interpreta Le intermittenze della morte del Nobel José Saramago accompagnato da un ensemble di musicisti diretti da Simone CampaL’inaugurazione vera e propria della 19. edizione, in programma mercoledì 27 settembre, trasforma la chiesa di San Filippo Neri, la più grande di Torino, in un Death Caféthe biggest Death Café ever. Nati e diffusi nei paesi anglosassoni, i Death Café sono occasioni per riflettere insieme sulla morte e sul morire. Non sono sedute terapeutiche né sessioni di mutuo aiuto ma momenti di limpida condivisione di un’atmosfera informale, in cui i tabù cedono il posto alla convivialità e alla consapevolezza che essere mortali è quanto di più umano ci sia. A introdurre il Death Café di apertura di Torino Spiritualità, il monaco e tanatologo Guidalberto Bormolini; dopo il suo intervento, il pubblico della chiesa di San Filippo Neri viene diviso in 60 gruppi: 600 potenziali persone, 10 per ogni tavolo, guidate da un facilitatore, danno vita a una discussione comune sul perché la morte faccia parte della vita. L’evento è realizzato con la collaborazione di Fondazione Fabretti OnlusFondazione FAROOrdine Psicologi PiemonteScuola Capitale Sociale. Main sponsor SOCREM – Società per la Cremazione Torino.

Dopo l’inaugurazione, alle 21 al Cinema Massimo, Guidalberto Bormolini incontra l’attore e artista Alessandro Bergonzoni; moderati dall’antropologa Cristina Vargas, i due danno vita all’incontro Difficile non morire tutti quando muore qualcuno; sempre alle 21, al Circolo dei lettori, lo storico della scienza Francesco Paolo de Ceglia conversa con la scrittrice Chiara Valerio sul mito dell’immortalità nel dialogo Vampyr. La vita per sempre. Alla stessa ora nella sala Gioco del Circolo il sacerdote, scrittore e cappellano del carcere di Padova Marco Pozza riflette sull’esperienza dell’uccidere: La mia anima è triste fino alla morte.

Dopo aver inaugurato con il più grande Death Café mai realizzato, il Circolo dei lettori ospita altre sessioni di Death Café: giovedì 28 settembre con la tanatologa Marina Sozzi, venerdì 29 con lo psicologo Andrea Bovero, sabato 30 con il tanatologo Davide Sisto, domenica 1 ottobre con Natalia Pazzaglia, fondatrice di una piattaforma online di sostegno al lutto.

 

Ospiti, dialoghi, spettacoli 

 

Tanti gli incontri, le conversazioni, le lectio e gli spettacoli per riflettere. Lo scrittore svedese Björn Larsson conversa con Martino Gozzi, scrittore e AD della Scuola Holden, su orfanità e mancanza, sul rapporto tra autodeterminazione e legami di sangue. Al Teatro Gobetti il drammaturgo Stefano Massini esplora la paura dell’annientamento a partire dalle pagine del suo Manhattan Project (Einaudi, 2023). Lo scrittore e drammaturgo belga Éric-Emmanuel Schmitt, autore tra i più rappresentati sui palchi di tutto il mondo, ragiona sulle contraddizioni materiali e la profondità spirituale di Gerusalemme, a partire dal viaggio in Terra Santa che ha raccontato nel recente La sfida di Gerusalemme (Edizioni e/o, in coedizione con Libreria Editrice Vaticana, 2023). Il filosofo francese François Jullien intreccia pensiero orientale e occidentale per riflettere sulla smisuratezza dell’evento del morire nella lezione La morte: tra comprensione e incommensurabile (al MAO Museo d’Arte Orientale, venerdì 29 settembre, in collaborazione con Unione Buddhista italiana) e conduce, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, un seminario di introduzione al suo pensiero. In Non ai morti si addice la tristezza, la poetessa Chandra Livia Candiani riflette con il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto sui veli oscuri con cui abbiamo reso la morte un’estranea (sabato 30.9 al Teatro Gobetti), mentre il teologo Vito Mancuso tiene una lezione fornendo le Istruzioni per arrivare vivi alla morte (giovedì 28.9 al Cinema Massimo). Domenica 1 ottobre lo psicoanalista Massimo Recalcati è atteso per due appuntamenti: un’indagine sul mistero della resurrezione di Gesù (al Cinema Massimo, ore 15) e una lezione/spettacolo a partire dal celebre Diario di un dolore di C.S. Lewis, con la partecipazione dell’attore Sax Nicosia, in collaborazione con SOCREM – Società per la Cremazione Torino (Teatro Colosseo, ore 18.30). Sulle vite di chi è venuto prima di noi ragiona l’autore islandese Jón Kalman Stefánsson, a partire dal romanzo La tua assenza è tenebra e dalla nuova raccolta di poesie Quando i diavoli si svegliano déi (entrambi Iperborea, rispettivamente 2022 e 2023), insieme al libraio Davide Ferraris. Della sopravvivenza di noi negli oggetti dialogano Massimo Mantellini, esperto di tecnologia e web, Emanuele Trevi, Premio Strega 2021 e autore del recentissimo La casa del mago (Ponte alle Grazie, 2023), e Chiara Alessi, storica del design e voce del podcast del Post Cosa c’entra?. Mantellini incontra inoltre il tanatologo Davide Sisto e la scrittrice Giulia Muscatelli per una conversazione sui social e l’elaborazione del lutto. Al rapporto tra morte e digitale è dedicato anche l’incontro a cura di AFC Torino S.p.A con il giornalista Sergio BellucciAndrea Ciucci della Fondazione Vaticana RenAIssance e la sociologa Maria Giovanna Musso. Nell’incontro Ispirati dalla fine, il fondatore e leader dei Marlene Kuntz Cristiano Godano racconta il sodalizio tra rock e morte (giovedì 28.9 ore 18.30, Circolo dei lettori) mentre lo scrittore Paolo Nori, insieme al clarinettista Mirco Ghirardini, presenta Essendo capace di intendere e di volere, reading a partire dai testamenti olografi dell’archivio notarile di Napoli (giovedì 28 al Teatro Gobetti); lo scrittore e studioso di letteratura russa tiene anche una lezione sulla morte nelle opere di Tolstoj (Circolo, venerdì 29.9). Gabriele Vacis e Roberto Tarasco presentano il progetto teatrale dedicato alla Bibbia (Antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale Torino, giovedì 28.9), insieme alla compagnia PEM Potenziali Evocati Multimediali. Ubbikaai. La madre Muerte è invece lo spettacolo di narrazione dell’antropologo e storyteller Marco Pollarolo, con il suggestivo live painting dell’artista Stefano Giorgi. Il dialogo interreligioso tra il pastore protestante Paolo Ribet e il rabbino Alberto Somekh, moderato dal filosofo Federico Vercellone, si concentra invece sui diversi modi con cui ebraismo e protestantesimo guardano all’esperienza del morire (giovedì 28.9, Circolo dei lettori). Di spettri, medium e case infestate discutono lo studioso Massimo Scotti, la fotografa Nadia Pugliese e il giornalista Luca Castelli, mentre lo psichiatra Vittorio Lingiardi si sofferma sulla dimensione del sogno come aldilà e Gabriella Caramore, in dialogo con il direttore della Fondazione Circolo dei lettori Elena Loewenthal, riflette sulla vecchiaia, ultima stagione dell’esistenza (sabato 30.9, Teatro Gobetti). In La vita succede. Anatomia della restanza, l’antropologa e micologa norvegese Long Litt Woon dialoga con lo scrittore Matteo B. Bianchi di lutti dei propri amati e di vie per superare la perdita, insieme al libraio Giorgio Gizzi. Di attraversamento del lutto parlano anche la copywriter Giulia Andreani, la belonging designer Donatella Caggiano, l’illustratore Gianluca Folì e Natalia Pazzaglia, fondatrice della piattaforma online Lasae, nata per sostenere chi sta facendo i conti con la perdita. Il fondatore della Comunità di Bose e della Casa della Madia Enzo Bianchi tiene una lezione a partire dalla riedizione del suo Vivere il morire (EDB), mentre il sacerdote Luigi Maria Epicoco rilegge La strada, capolavoro di Cormac McCarthy, presentando le riflessioni sulla fine che danno corpo al suo imminente Custodire il fuoco. Vademecum dopo l’Apocalisse (Einaudi, 2023). Il sacerdote e saggista Luca Peyron conversa con il presidente della Fondazione Circolo dei lettori Giulio Biino su astronomia e stelle morte, cieli sereni e luce dal nero. La storia del suicidio vista attraverso filosofia, letteratura e cinema è il fulcro della conversazione Tanto vale vivere, tra la filosofa Ilaria Gaspari e Guido Vitiello, docente di linguaggio cinematografico; la filosofa dialoga anche intorno alla perdita degli animali amati insieme alla psicologa Barbara Alessio e al veterinario Franco Fassola, autori del saggio L’ultima carezza, in collaborazione con Tyche Pet. Sulla morte spiegata ai bambini si confrontano la docente ed esperta di pedagogia Chiara Scardicchio e il neuropsichiatra Stefano Benzoni; Scardicchio discute anche insieme allo psichiatra e scrittore Paolo Milone, autore di Astenersi principianti (Einaudi, 2023), di come si possa guardare la morte con gli occhi degli altri, con letture di Antonella Delli Gatti (sabato 30.9 al Teatro Gobetti). L’attrice Rita Pelusio porta in scena La felicità di Emma, spettacolo delicato, surreale e commovente tratto dall’omonimo romanzo di Claudia Schreiber (Teatro Gobetti, venerdì 29 ore 21), mentre lo scrittore Daniele Aristarco, accompagnato dal musicista Roberto Billi, racconta storie di vittorie e sconfitte, di lotta per la giustizia e sacrificio di sé nel reading Una bella R-esistenza, dedicato agli studenti delle scuole superiori. Don Paolo Scquizzato dialoga con il medico chirurgo Stefano Manera in Ho fatto pace con la morte (Aula Magna Cavallerizza Reale, domenica 1 ottobre). Intorno ai riti dell’ultimo viaggio ragionano il tanatologo Davide Sisto, lo scrittore e cerimoniere funebre Ade Zeno (Stefano Colavita) e la tanatoesteta e scrittrice Simona PediciniDerio Olivero, vescovo e saggista, esplora alcune importanti rappresentazioni pittoriche della morte mentre il latinista Nicola Gardini sviluppa una lezione sul potere necromantico della letteratura, capace di far rincontrare i vivi e i morti, e il filosofo e studioso del pensiero orientale Marcello Ghilardi ripercorre tradizioni e racconti popolari in cui i defunti lasciano tracce nel mondo dei viventi (in collaborazione con Unione Buddhista Italiana, al MAO Museo d’Arte Orientale). La Comunità Religiosa Islamica Italiana esplora il rapporto tra Islam e morte e omaggia la figura di René Guénon in occasione del trentennale della sua fondazione, mentre gli insegnamenti delle antiche fonti indiane sulla morte sono al centro della riflessione dell’indologo Gianni Pellegrini. Sulle scelte di fine vita si confrontano il teologo e bioeticista Carlo Casalone e il vicepresidente della Società Italiana di Cure Palliative Luciano Orsi insieme alla tanatologa Marina Sozzi (in collaborazione con Fondazione Fabretti). Il docente di religioni e filosofie dell’Asia Matteo Cesari dialoga con i monaci zen Dario Doshin Girolami e Elena Seishin Viviani. Il linguista Federico Faloppa e il medico Oscar Bertetto, con la psicologa e terapeuta Monica Seminara, si confrontano sulla difficoltà di dire la morte e sulle parole che aiutano nelle situazioni di crisi; la neuropsichiatra Pia Massaglia tiene una lectio su come sostenere i bambini e i ragazzi nell’esperienza di perdita, mentre la tanatologa Marina Sozzi ci accompagna tra I doni della morte (i tre incontri sono in collaborazione con Fondazione FARO). Resti di umanità. Dialogo sul corpo e la fisicità della morte è invece l’incontro che Frame – Divagazioni scientifiche, Fondazione Benvenuti in Italia, Fondazione Fabretti e SOCREM organizzano con gli storici Giovanni De Luna e Manfredi Merluzzi e la storica delle religioni Maria Chiara Giorda (sabato 30.9, Off Topic) mentre il Polo Culturale Missionario CAM – Cultures And Mission propone una riflessione sul culto degli antenati con l’antropologo Alessandro Gusman, la suora missionaria in Bolivia Stefania Raspo, l’antropologo e sacerdote missionario in Brasile Corrado Dalmonego.

 

Laboratori, itinerari, esperienze 

 

Torino Spiritualità propone anche laboratori, itinerari cittadini e appuntamenti di riflessione anche giocosa intorno al tema degli assenti. Il laboratorio esperienziale Le assenze, gli assenti è un’esplorazione psicodrammatica sulla perdita e sul limite, condotto dall’antropologa Cristina Vargas e dalla psicoterapeuta Caterina di Chio (Circolo dei lettori, giovedì 28 settembre, in collaborazione con Fondazione Fabretti). Un giorno morirai, ma tutti gli altri no è un gioco interattivo di gruppo sull’imprevedibilità dell’evento che più temiamo, organizzato da Libreria Therese e condotto da Giulia Muscatelli e Davide Ferraris (Circolo dei lettori, domenica 1 ottobre). La filosofa Laura Campanello conduce il laboratorio Una è la medesima arte del vivere e del morire, mentre lo scrittore Ermanno Cavazzoni presenta un seminario di scrittura di epitaffi, necrologi e coccodrilli. L’artista Stefano Faravelli conduce un laboratorio di contemplazione di ex-voto, lo scrittore Martino Gozzi guida i partecipanti in un’esperienza di scrittura delle proprie catastrofi, il disegnatore Alessandro Bonaccorsi porta al festival un laboratorio di “disegno brutto” a tema funebre, la coreografa Monica Secco dà vita a un’esplorazione fisica del vuoto, mentre è dedicato alle scelte di fine vita il laboratorio proposto dalla tanatologa Caterina Giavotto e dall’avvocato Manuela Ferrari, in collaborazione con l’Unione Buddhista Italiana. Tra le camminate cittadine, gli itinerari condotti dalla storica dell’arte Federica Tammarazio presso il Cimitero monumentale di Torino, la visita artistico-simbolica condotta da Pietre Vive Torino, l’itinerario tra i padiglioni dell’Ospedale Mauriziano a cura del gruppo Stanza del Silenzio e il percorso Memoria d’assenza, marmorea presenza condotto dallo storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa tra i monumenti del centro di Torino. Alle antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale di piazza della Repubblica, don Paolo Scquizzato propone una meditazione guidata con sonorizzazione dal vivo, mentre il polistrumentista Simone Campa e la cantante Irene Rotondale si cimentano nella performance di ascolto e sound healing De profundis. Suoni dal ventre della terra.

 

L’immagine guida del festival, realizzata dall’illustratrice Laura Giorgi, si sofferma sugli “assenti” per tradurre in stravagante visione la loro lontananza e la nostra nostalgia, il loro appartenere a un altrove che non conosciamo ma al quale non smettiamo di volgere gli occhi.

 

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Il programma completo di Torino Spiritualità 2023 Agli assenti. Della morte ovvero della vita è su torinospiritualita.org

 

La biglietteria è su Vivaticket

 

Biglietteria il Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino) 

Da lunedì a sabato ore 9.30 – 19.30

Domenica 1 ottobre ore 9.30 – 20.30

 

Vivi la 19. edizione di Torino Spiritualità anche sui siti e sui social media di Torino Spiritualità e Fondazione Circolo dei lettori.

 

#ToSp23 #TorinoSpiritualità

 

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Francesco Manacorda nominato nuovo Direttore del Castello di Rivoli

Il Consiglio di Amministrazione del Castello di Rivoli annuncia la nomina di Francesco Manacorda quale Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Il nuovo Direttore assumerà l’incarico a far data dal 1° gennaio 2024.

Francesco Manacorda è stato Direttore Artistico della V-A-C Foundation (2017-22); Direttore Artistico della Tate Liverpool (2012-17), Direttore di Artissima (2010-12) e Curatore presso la Barbican Art Gallery (2007-09). Dal 2006 al 2011 è stato Docente presso il dipartimento di Curating Contemporary Art del Royal College of Art, Londra. Ha co-curato nel 2016 la Biennale di Liverpool e nel 2018 l’undicesima edizione della Biennale di Taipei.

Francesco Manacorda è stato scelto al termine di una manifestazione d’interesse pubblica da una commissione giudicatrice presieduta da Francesca Lavazza, Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, e composta da Richard Armstrong, che è stato Direttore The Solomon R. Guggenheim Foundation dal 2008 fino a luglio 2023; Andrea Ruben Levi, collezionista, Amico Benefattore del Castello di Rivoli, membro del Board of Trustees del New Museum di New York; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, collezionista, Presidente dell’omonima fondazione, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT; Sir Nicholas Serota, Presidente Arts Council England, già Direttore Tate.

Francesco Manacorda succede in qualità di Direttore a Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Museo nel 2009 e dal 1° gennaio 2016, che andrà in pensione il 31 dicembre 2023.

Le eccellenze si incontrano in Certosa

Arte, artigianato, natura, cultura e musica. Sono questi i principali ingredienti di “Eccellenze in Certosa”, l’appuntamento organizzato da Fatto-a-mano in collaborazione con Certosa 1515, per il prossimo 1 ottobre.

La giornata si svolgerà nella splendida cornice della Certosa, a metà strada tra i laghi di Avigliana e la Sacra di San Michele.
Nata nel 1515 come convento francescano, nel ‘900 la struttura è stata abitata da suore certosine. Negli anni ’90 il Gruppo Abele avvia un lungo ed impegnativo restauro per conservarne lo spirito originario. Oggi è un luogo di accoglienza aperto a tutti, gestito da un’impresa sociale. Un posto dove rigenerarsi e dove assaporare il valore della bellezza.

Una ventina di artigiani, in gran parte provenienti dalla Val Susa, Val Sangone e dalla Val Chisone, dalle 10 alle 17.30 del 1 ottobre, esporranno le loro produzioni raccontando il loro lavoro e la loro esperienza. Alcuni organizzeranno anche delle dimostrazioni per mostrare dal vivo cosa significa lavorare con le mani.

La giornata sarà poi inframmezzata da alcuni momenti culturali, musicali e dedicati alla natura: la visita all’alboreto della Certosa, la presentazione del libro di Simone Siviero “Mitobotanica” intervistato da Sante Altizio, presidente di Bookpostino.

Ed ancora la musica occitana del gruppo Li Destartavela’ e le sonorità coinvolgenti del Coro GiovanInVivaVoce.

“Questo appuntamento – sottolineano Adelaide Valle e Chiara Caratto del blog Fatto-a-mano – rappresenta per noi un punto di arrivo molto importante. Quando in pieno periodo Covid abbiamo creato questo sito, avevamo l’obiettivo di dare voce ai tanti artigiani forzatamente in silenzio. Poi i tour in bottega hanno significato apertura e coinvolgimento del territorio ed ora questo appuntamento ci aiuta a coniugare artigianato, cultura e bellezza elementi fondamentali del Fatto a mano”.

Castello di Miradolo: Italo Calvino. Immagini e note a piè di pagina

Oltranza Festival, l’arte dell’incontro contro le barriere

 

www.oltranzafestival.it

 

Una giornata per promuovere il tema dell’accessibilità totale dei luoghi e dei contenuti della cultura di Torino

 

I proventi supporteranno interventi concreti volti a migliorare l’accessibilità di circoli e a sovvenzionare una borsa di studio

 

 Una sola missione: quella di promuovere la totale accessibilità dei luoghi e dei contenuti della cultura di Torino. OLTRANZA FESTIVAL torna, per la sua seconda edizione, domenica 24 settembre all’Hiroshima Mon Amour per divertire, aggregare e, soprattutto, per sensibilizzare il pubblico ad agire ogni giorno e contro ogni barriera, riflettendo sull’importanza dell’inclusione. 

 

Un’intera giornata in compagnia di un fitto programma di appuntamenti, fra musica liveconcerti in Lingua dei Segni Italiana (LIS), dj setlaboratori di teatro integratoperformance di live paintingmostre, esposizioni tattililezioni di yoga presentazioni di libri, ma anche talkdibattiti ed interviste ad alcuni dei volti più noti della cultura torinese.

 

La fruizione della cultura è ancora oggi un lungo percorso a ostacoli, che non consente la totale libertà di raggiungere un pubblico senza categorie. Quanti dei luoghi e dei contenuti che frequentiamo si possono considerare accessibili? Da questa e da altre domande nasce OLTRANZA FESTIVAL, per promuovere da un lato l’accessibilità dell’arte affinchè tutte le persone – disabili e non – possano frequentare concerti, teatri, mostre, con la possibilità di godere a pieno di ciò che l’arte ha da offrire, scegliendo in piena libertà le modalità con cui farlo. Dall’altro, il festival intende sensibilizzare il pubblico – tutto – sulla differenza che esiste tra assistere ad uno spettacolo e viverlo.

“La miglior arma contro abilismo, razzismo ed emarginazione è la conoscenza dell’altro”, dichiarano Eleonora Cappelluti e Gigi Cosi, presidenti delle associazioni promotrici del progetto, Soundset Aps e Indiependence, nonché a loro volta cantautori (in arte sono Ella Nadì e Bandini). “Per questo c’è bisogno di luoghi fisici dove poter incontrare il diverso da noi, dialogarci e scoprire che così diverso non è. Speriamo che tanta gente si unisca a noi in questa missione perché più persone saremo, più saremo capaci di migliorare, seppur nel nostro piccolo, il mondo in cui viviamo”.

 

Tutti i proventi dell’iniziativa saranno per questo motivo utilizzati per finanziare una borsa di studio destinata al Master in Disability Management di SAA School of Managementper manifestare la voglia di investire nella formazione di professionisti che sappiano garantire in futuro pari diritti, a tutte le persone. Il restante ricavato sarà inoltre devoluto per sovvenzionare – con interventi concreti  l’installazione di piattaforme di accesso ai circoli e ai luoghi della cultura di Torino.

 

Al centro della giornata di festival c’è l’arte, in tutte le sue sfaccettature: dal dibattito al talk, dai concerti ai dj set, dai laboratori alle mostre, per lanciare un messaggio di cambiamento e trasformare quelli che oggi sono vissuti come limiti, in possibilità di miglioramento. Il festival proverà quindi a riflettere sulle tematiche inclusive in maniera propositiva insieme ai suoi ospiti, intervistati dai microfoni di Radio Baraccone 13, a partire da Eugenio Cesaro (Eugenio in via di gioia) Patrizia Saccà campionessa paralimpica di tennis-tavolo e istruttrice di yoga che ha ideato il Saluto al Sole per persone con disabilità motoria, ma anche attraverso i dibattiti condotti da RBE TV, che esplorerà l’accessibilità degli eventi culturali a Torino, dai percorsi museali, alla comunicazione.  

 

Tra i laboratori per bambini e adulti proposti dal festival il più atteso e “SILENT: un viaggio visionario al limite della percezione”, in virtù della presenza di un ensemble vocale costituito da persone sorde al fianco dei solisti, attraverso una sessione di musica elettronica di due ore, aperte a sordi e udenti, dove il suono non viene concepito come un momento d’ascolto, ma come vibrazione attraverso cui fare esperienza. Il progetto d’avanquardia, rompe le barriere tra udente e non udente, attraverso un prodotto artistico pensato appositamente per essere fruito indistintamente da chi può utilizzare l’udito e chi no, e dove – per la prima volta – l’obiettivo non è rendere possibile ai sordi l’accesso al mondo sonoro degli udenti, ma il contrario: entrare nel mondo sonoro dei non udenti. 

 

Un approccio multidisciplinare, per un evento che affronta il tema dell’iclusione da diversi punti di vista attraversando trasversalmente diverse discipline, dal teatro con il laboratorio integrato di improvvisazione “Teatro e Dintorni a cura della compagnia STRANAIDEA, dedicato all’esplorazione delle abilità insite in ognuno di noi, fino alle imperdibili performance di live painting di Francesco Canale che – nato senza braccia e gambe – all’età di soli quattro anni inizia a realizzare i suoi primi disegni con la bocca. Schizzi che rivelano un incredibile talento.

 

Un susseguirsi di eventi lungo tutta la giornata cercherà di accontentare diverse fasce d’età e molteplici interessi attraverso la musica, con djset e concerti che vedranno protagonisti gli Sweet Life Society, gli eclettici Makepop, la cantautrice e nuova rivelazione torinese Omär, e, nel pomeriggio, anche un concerto interamente tradotto in LIS (Lingua dei Segni Italiana) di LEPRE, cantautore romano dal linguaggio attuale, sincero, che presenterà il suo nuovo lavoro discografico “Malato”. Attraverso il corpo, le mani e la traduzione artistica del testo, la musica diventa visiva. Un’ulteriore soluzione per favorire la completa immersione nella musica e nel ritmo delle persone sorde, sarà la distribuzione di palloncini che amplificano le vibrazioni, facendole percepire direttamente attraverso il corpo.

 

Fra le presentazioni di libri non poteva mancare l’ospite più affezionato del festival, Valeria Carletti con la presentazione del suo primo libro “A oltranza (dis)avventure di una vecchia groupie” pubblicato da Miraggi Edizioni nella collana Golem, in compagnia di un altro attesissimo ospite, Guido Catalano per interpretare in un reading il suo libro. Un diario non convenzionale, dove a scandire il racconto biografico non è un calendario, ma una selezione di brani musicali e dove la penna di Valeria Carletti, caustica eppure capace di tenerezza e passione, è estranea al cinismo, ma acuminata quanto basta per insinuarsi negli angoli scomodi delle nostre comfort zone.

L’ispirazione di Oltranza Festival nasce proprio nel 2022 dalle parole di Valeria Carletti, donna, torinese, disabile, affetta da tetraparesi spastica dalla nascita,  appassionatissima di concerti: “La fruizione della cultura è oggi ancora un percorso ricco di barriere, che non consente la totale libertà di raggiungere un pubblico senza categorie. Spesso gli eventi si annunciano rivolti alla comunità, dando per scontato il raggiungimento del valore dell’inclusione sociale. Ma quanti dei luoghi che frequentiamo sono realmente accessibili? La vita è l’arte dell’incontro e la miglior arma contro abilismo, razzismo ed emarginazione è la conoscenza dell’altro, per questo c’è bisogno di luoghi fisici dove poterci incontrare, dialogare e scoprire che così diversi non siamo”.

 

Nel corso del lungo pomeriggio nell’area garden di Hiroshimaistituzioni e le associazioni di promozione culturale si incontreranno e si confronteranno sul proprio campo d’azione per discutere limiti e difficoltà che spesso le persone disabili incontrano nelle strutture e nei contenuti di eventi e spettacoli di vario genere, con l’appuntamento “Good Morning, Oltranza” che vede un tavolo di lavoro a cura di Indiependence, Soundset Aps, Arci Torino, Circoscrizione 8, SAA School of Management. 

 

A corollario dell’intera giornata, si potrà visitare la mostra “I disegni incollati” un’esposizione tattile a cura dell’artista Tizio 0.32 che ha già collaborato con diversi writer della scena milanese e non solo, partecipando a progetti ed esposizioni collettive. A seguito di una retinite pigmentosa, che lo ha privato progressivamente della vista, nel 2018 ha inventato un modo per tornare a disegnare da pressoché non vedente, ritagliando cartoncini di mille e più colori e sovrapponendoli l’uno all’altro. Un QR code accanto alle opere permetterà al pubblico di accedere ad una didascalia audio dei disegni incollati, da lui registrata.

 

Durante tutta la giornata e per tutte le famiglie presenti sono tante le attività mirate, attraverso il gioco e il divertimento, a sensibilizzare i bambini rispetto al tema delle barriere comunicative. Dall’apertura alla chiusura saranno inoltre presenti bancarelle di artisti e artigiani del territorio e sarà possibile mangiare grazie allo stand di SILOS – CUCINA SINCERA, attento alla sostenibilità e a soddisfare le diverse esigenze alimentari.

 

Oltranza Festival è un progetto di Soundset Aps e Indiependence, realizzato con il sostegno di ArciCircoscrizione 8, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e l’agenzia Quattrolinee.

 

Ingresso a partire dalle ore 12:30 al costo di 12€. Gratuito per i bambini fino a 10 anni.

LINK acquisto biglietti: https://www.mailticket.it/manifestazione/TB36/oltranza-festival

 

Siti Unesco, a Torino il Salone mondiale del turismo culturale sostenibile

Prende il via dal Piemonte e dall’Italia – nazione con il maggior numero al mondo di riconoscimenti Unesco, ben 58 – la sfida per la promozione di un turismo sostenibile e consapevole nei siti Patrimonio dell’Umanità in grado di garantire la tutela dei beni stessi.

Dal 21 al 23 settembre sarà il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ad ospitare la 14aedizione del “World Tourism Event – Salone Mondiale del Turismo nei siti Patrimonio Mondiale”.

L’evento è realizzato con il contributo e la collaborazione della Regione Piemonte e il patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero del Turismo. Il patrocinio e la collaborazione di: Enit – Agenzia Nazionale del Turismo; Associazione Italiana Beni Patrimonio Mondiale; Visit Piemonte; Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura; Federazione Italiana Club Unesco; Federazione Europea Associazioni e Club Unesco; Fiavet – Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo; Icomos Italia – Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti Comitato Nazionale Italiano.

La scelta del capoluogo piemontese come sede del WTE è motivata dall’ampia offerta di beni e siti che si fregiano di questi riconoscimento nella città e nel Piemonte: i 5 riconoscimenti Patrimonio mondiale(le Residenze Sabaude, i Sacri Monti, I Siti palafitticoli preistorici, I Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX Secolo), i 4 riconoscimenti immateriali (L’arte della costruzione dei muretti a secco, l’Alpinismo, l’Arte musicale dei suonatori del corno da caccia, Cerca e cavatura del tartufo), le 3 riserve della biosfera (Ticino Val Grande, Monviso, Collina del Po), il Geoparco Sesia Val Grande. Completano il panorama Unesco piemontese le 3 città creative: Alba (Creative Cities per la Gastronomia), Biella (Creative Cities of Crafts&Folk Art) e Torino (Creative Cities per il Design).

«Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta il World Tourism Event a Torino – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Turismo Vittoria Poggio – Un appuntamento importante che ci permetterà di dare visibilità all’incredibile e meraviglioso patrimonio del territorio, ricco di storia, arte, cultura, conoscenza e tradizioni. Stiamo lavorando alla valorizzazione e alla tutela dei beni Patrimonio mondiale, di cui siamo custodi e che abbiamo il dovere di preservare e proteggere per le generazioni future».

«Quest’anno – aggiunge l’assessore – ricorre il ventennale della convenzione per il Patrimonio immateriale. Intendiamo trasmettere questi valori soprattutto ai giovani perché possano farsene, a loro volta, ambasciatori. È a loro che il WTE riserverà una particolare attenzione coinvolgendo le scuole».

Il programma

Il Salone darà vita a una 3 giorni a ingresso gratuito alla scoperta dei siti Unesco dove i partecipanti potranno trovare informazioni sul Patrimonio mondiale e sull’offerta turistico-ricettiva, oltre a entrare in contatto con enti del turismo e operatori per scoprire esperienze da vivere in vacanza.

La Sala Plebisciti e la Sala Codici ospiteranno l’area Eventi ed esperienze, dedicata all’approfondimento e all’animazione con l’alternarsi di dibattiti e confronti su temi di particolare interesse con dimostrazioni e presentazioni di siti Patrimonio mondiale.

All’ampia offerta dei beni e siti piemontesi si aggiunge la partecipazione di 100 siti Unesco di 6 Paesi quali Cuba, Dalmazia (prima volta), Giappone (prima volta), Giordania, Gran Canaria e Svizzera (prima volta) e di 7 regioni italiane. Oltre al Piemonte, infatti, saranno presenti la Campania, la Calabria, il Lazio, la Toscana, l’Umbria, il Veneto e la Sicilia. Si uniscono a queste numerose città d’arte dal nord al sud Italia.

Tra i vari appuntamenti si segnalano:

il 21 un workshop b2b per gli operatori del settore turistico-commerciale con l’incontro tra 50 buyer italiani e internazionali provenienti da Australia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito, Svizzera, Spagna e Stati Uniti – selezionati in collaborazione con ENIT Agenzia Nazionale per il Turismo – e oltre 70 venditori delle aree inserite nella World Heritage List Unesco per conoscerne e acquistarne le esperienze;

– focus specifici dedicati alle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni alla tutela dei beni Unesco e offrire loro nuove opportunità di crescita e di lavoro;

– ‘Fam Trip’ per i buyer organizzati e offerti dalleAgenzie turistiche Locali.

Un evento rinnovato che vedrà un’attenzione particolare al Patrimonio culturale immateriale in virtù del 20° anniversario dell’adozione della Convenzione di salvaguardia. Ricorrenza che verrà celebrata sabato 23 settembre con delle performance all’esterno di Palazzo Carignano.

In occasione del WTE, il Museo Nazionale del Risorgimento propone in via straordinaria il biglietto d’ingresso ridotto a 8 euro. Un’occasione per visitare il suo percorso espositivo in cui, attraverso oggetti, cimeli e opere d’arte, viene raccontato il processo storico che ha portato alla nascita del nostro Paese.

La scuola di oggi vista dai pittori di ieri

 

Così parlò  il Dio Algoritmo. 

Le procedure per l’assegnazione delle cattedre paiono terminate, molti precari sono già certi del proprio futuro, almeno per quest’anno scolastico, le molteplici istituzioni si sono presentate ai genitori impazienti degli alunni con un corpo docente al completo e tra un orario provvisorio e l’altro è addirittura trascorsa la prima effettiva settimana di lezione.
Settembre è un mese peculiare, segna l’inesorabile passaggio tra l’estate e lo studio, si fa portatore di buoni propositi, si investe dell’onere di nuove avventure, nuove situazioni, nuove esperienze.
Settembre è “l’inizio”, un inizio che fortunatemente ci viene riproposto annualmente e che magari prima o poi riusciremo a sfruttare a pieno.
In questo clima di fermento intorpidito, ho conosciuto anch’io leclassi con cui lavorerò per quest’anno, ho incrociato sguardiindagatori e respirato l’odore di aule e corridoi ancora inesplorati, lo ammetto con un’amalgama di curiosità e malinconia nel cuore, poiché ad ogni volto ancora sconosciuto corrisponde un alunnodel passato, lasciato nelle mani di qualcun altro.
È ovviamente presto per dichiarare le prime impressioni, eppure credo sia il momento opportuno per una piccola riflessione sulla scuola, proprio ora che siamo un po’ tutti rancorosi nei confronti delle vacanze e un po’ tutti annoiati del solito tran-tran che ci risucchierà, volenti o nolenti: ricordiamocelo che tra una sveglia presto, una macchina parcheggiata in seconda fila e un nonno che va a prendere all’uscita da scuola i suoi nipotini, vi è il senso vero e l’importanza effettiva dell’istruzione.

È una battaglia continua, quella che si porta avanti tra i banchi, una lotta perpetua contro l’Ignoranza, contro il non saper pensare, a favore di quel “logos” tanto caro agli antichi e così essenziale oggi, in una società confusa e superficiale che va in un qualchemodo cambiata, modificata, resa più a portata d’uomo.
Non illudiamoci, non saranno di certo gli adulti ad innalzare le barricate –almeno non saranno la maggioranza- ormai troppo egoisti e disattenti, la speranza è tutta nei giovani, nei ragazzi, negli studenti.
È necessario non distogliere lo sguardo, poiché proprio le generazioni future paiono essere le vittime predilette di questo nostro tempo, relegati in un mondo virtuale dove quella fragilità insita nei più piccoli non può venir meno, ma al contrario èamplificata, fino a che –spesso- l’insicuro diviene bullo, il debole non è aiutato, mentre il calderone delle “vittime” si mostra ormai colmo fino all’orlo.
Concordo pienamente con le parole di Massimo Gramellini, riportate anche su “Il Resto del Carlino” : “Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina”.
Del resto, tralasciando il concetto di “paideia” e tutto ciò che riguarda l’erudizione in epoca classica, già lo stesso Carlo Magno aveva ben chiara l’essenzialità della formazione dei giovani, egli per primo infatti si impegna per introdurre nelle corti la figura del precettore, persona a cui è affidato il compito di educare i figli dei nobili, passeggiando sotto i colonnati e osservando il mondo, riprendendo l’esempio dei greci e dei latini.
Da sempre c’è chi sostiene l’importanza dello studio, i “maestri” compaiono in sculture e dipinti dai tempi più remoti, eppure è opportuno non dimenticare i veri protagonisti della vicenda, poiché ad ogni docente corrisponde un allievo o più.
La meraviglia della scuola è questa: è quella cosa che non può cambiare mai, mentre tutto il resto è in movimento. Essa non può che rimanere immobile, perché tale rimane la fugura dello studente: “intelligente ma non si applica”.
Lo testimonia l’opera di Benozzo Gozzoli “Presentazione di S. Agostino alla scuola di Tagaste”, appartenente al ciclo dedicato a S.Agostino, eseguito tra il 1464 e il 1465 nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano, su commissione di fra’ Domenico Strambi. Nella scena, su un tipico sfondo cittadino rinascimentale, si svolge una lezione di grammatica, il maestro declama e gli studenti attorno fingono visibilmente un falso interesse.
Gli atteggiamenti che riscontriamo noi docenti oggi, nelle nostre aule multimediali, tra LIM e corsi di robotica, sono i medesimi che dipingeva Isaac van Ostade nell’opera “Scuola del villaggio” (1642). In un ambiente umile e spoglio, l’unica fonte luminosa pervade la figura di uno scolaro dai capelli biondi, sarà stato il “primo della classe”, oggi l’avremmo definito “secchione”, è il più vicino al maestro, un uomo austero e attento, a sua volta concentrato sul quaderno che lo studente gli sta porgendo. A terra compaiono altri bambini, alcuni intenti a leggere, altri invece incuriositi da un buco nelle calze o dalla tipica mosca che entra sempre svolazzante nelle ore meno apprezzate.
Altre espressioni tipiche si osservano nella tela di Jan Steen, “Maestro di scuola” realizzata nel 1668, in cui un autoritario docente barbuto redarguisce un giovinetto che ascolta la fervente correzione, stropicciandosi un occhio, probabilmente per trattenere una lacrimuccia.  A fianco al povero interrogato c’è chi tenta di copiare, forse per evitare la medesima sgridata, e chi ridacchia”, divertito che la cosa non sia successa a lui.
Diciamoci la verità: abbiamo tutti visualizzato le “nostre” pesti, mentre si passano i fazzoletti, fanno cadere la gomma, starnutiscono e s’improvvisano maestri di yoga acrobatico mentre dalla loro postazione tentano di visualizzare il compito degli altri.
Lo sappiamo, non ci si può distrarre in classe, perché se accade qualcosa è sempre colpa del docente, poiché i ragazzi si sa, sono delle dolci creature che mai si comporterebbero in modo “non adeguato all’ambiente scolastico”. E se i genitori di oggi si sentono forti di tali convinzioni, Jan Steen, con mano lapidaria, immortala una verità assai diversa nel suo quadro “Una classe con il maestro addormentato”del 1672. Un paffuto insegnante, probabilmente sopraffatto dalla stanchezza post-Collegio docenti,si assopisce durante l’ora di lezione e ciò che ci stupisce davvero è come faccia a non ridestarsi in quella evidente bolgia infernale. La tela trasuda il baccano e le sonore risate: tre scolari non perdono l’occasione di vendicarsi dei brutti voti e, armati di calamaio, si apprestano a fare le proprie correzioni sul volto del professore; sullo sfondo un arzillo giovinetto dimostra le sue qualità canore, mentre davanti a lui c’è chi cerca specifiche terminologie sul dizionario, chi porta in aula un roseo maialino e chi invece si diverte ad andare contro il pubblico pudore, urinando nella brocca dell’acqua.
Una situazione similare, ma tutta al femminile, la dipinge Jacob Taanmann, nella sua “Quando il maestro è girato” del 1876. Un ignaro docente volta le spalle alle sue scolare. Potrebbe essere l’incipit” di un racconto dell’orrore, lo sappiamo, mai distogliere lo sguardo da chi non aspetta altro che un nostro passo falso, tuttavia talvolta ci costringiamo a fidarci dei nostri teneri allievi e cadiamo in errore. È andata bene al docente raffigurato, perché le ragazzine dipinte si limitano ad un chiacchiericcio diffuso, ma chissà quante malelingue tra quei sorrisini angelici!
Nell’opera di André Henri Dargelas, “Attorno al mondo” del 1906, sono di nuovo “i vivaci” della classe i protagonisti: un giovane irriverente cavalca un mappamondo, mentre un amico lo aiuta a ruotare la sfera terrestre un altro lo guarda assorto, ammirando il gesto eroico dello sfrontato compagno di classe.

Tutto avviene in primo piano, intanto che sullo sfondo si apre una porticina, dalla quale fa capolino un giovane e inesperto maestro disperato, il quale, incapace di fronteggiare la situazione, si limita ad alzare le mani in gesto di costernazione.
È bene sottolineare che agli scolari disattenti, assonnati e svogliati, ben rappresentati da Gustav Igler, nel quadro “Banco per alunni indisciplinati” del 1882, fanno da contraltare gli allievivolenterosi e impegnati, come testimonia ad esempio l’opera di Paul Louis Martin des Amoignes, titolata “In classe” ed eseguita nel 1886. Il protagonista indiscusso della scena è un giovane studente, si staglia tra i suoi compagni vestiti con il medesimo grembiule di un azzurro sbiadito e logoro, sta ritto sullo scrittoio, alza le dita come se contasse e il suo sguardo assorto rivela la determinazione di raggiungere la soluzione del problema, il luccichio degli occhi rispecchia quello dell’animo volenteroso.  
Anche Nikolay Bogdanov-Belsky decide di soffermarsi su un gruppo di giovani assorti, nella tela “Aritmetica a mente nella scuola pubblica di S. Rachinsky” (1895), l’anziano maestro, impeccabile nei suoi abiti eleganti, sembra decisamente orgoglioso dei suoi alunni, tutti concentrati e pensosi a risolvere l’operazione scritta alla lavagna. Anche qui, ognuno di noi docenti potrà riconoscere i propri scolari: chi è più razionale e si prende il suo tempo, chi invece s’illumina arrivando alla risoluzione, chi invece non osa declamare i propri pensieri, chi si confronta con l’amico e chi è più audace e bisbiglia al professore il risultato.
L’iconografia raffigurante il meraviglioso mondo della scuola è assai numerosa, queste poche opere che ho voluto citare, sono solo alcune delle molteplici creazioni che testimoniano come alcune dinamiche non potranno cambiare, nonostante i banchi con le rotelle, gli ambienti d’apprendimento e tutte quelle novità in ambito pedagogico-metodologico che in realtà sono sempre esistite, solo non indicate con diciture anglofone.
L’arte ancora una volta testimonia la verità. La scuola sarà salva finchè gli studenti rimarrano studenti, fiammelle scoppiettanti, animi birichini e dispettosi, sguardi attenti e bocche annoiate. È il gioco delle parti, il maestro che s’arrabbia e lo scolaro che gli fa i dispetti, il maestro che insegna e l’alunno che non vuole imparare, il maestro che mette i voti e l’allievo che non accetta l’insufficienza, e infine il maetro e lo studente che escono dalla stessa porta, uno vicino all’altro, perché entrambi sanno che questo pezzo di vita lo si affronta insieme.

ALESSIA CAGNOTTO