Macabra scoperta a Cuorgne’ dove un uomo di 74 anni è stato trovato senza vita nella sua abitazione. La vicina di casa, preoccupatasi perché non lo vedeva da un mese, ha dato l’allarme. Sono intervenuti i vigili del fuoco di Ivrea il 118, e i carabinieri che hanno solo potuto constatare il decesso.
Topi nelle cucine dell’ospedale, blitz dei Nas
I carabinieri del Nas – Nucleo Antisofisticazioni e Sanità hanno chiuso la mensa dell’ospedale San Luigi di Orbassano. È stata riscontrata la presenza di escrementi di topo nel corso di un sopralluogo nelle cucine avvenuto dopo una segnalazione.
La Polizia Locale è tornata a scuola a Sauze d’Oulx
SAUZE D’OULX – Cambia solo la location, ma si conferma di grande successo anche la terza Giornata di studio per operatori di Polizia Locale “3° Seminario dei Comuni Olimpici”. La terza edizione del convegno si è tenuta giovedì 25 gennaio sempre presso il Comune di Sauze d’Oulx, ma nella nuova location della sala conferenze dell’Ufficio del Turismo. Un successo dettato dai numeri con un centinaio di adesioni tra Dirigenti ed Agenti della Polizia Locale, cui si sono uniti, come graditi ospiti, i rappresentanti di Carabinieri e Polizia di Stato e con otto stands del settore. Il convegno, organizzato dalla Maggioli Editore in collaborazione con l’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea e con il Comune di Sauze d’Oulx, è stato aperto da Massimo Blanc, Comandante della Polizia Locale dell’Unione Montana Comuni Olimpici Vialattea che, con i suoi colleghi, è anche quest’anno il grande artefice dell’organizzazione e del successo dell’iniziativa. I saluti istituzionali sono stati portati dal Vicepresidente dell’Unione Montana Comuni Olimpici Vialattea nonché Sindaco di Cesana Roberto Vaglio e dal ViceSindaco di Sauze d’Oulx Marco Tintinelli. Un saluto a tutti i partecipanti è poi stato portato in collegamento telefonico dal Piero Gros che ha ricordato il 50° della nascita della “Valanga Azzurra” ed il 50° della sua vittoria in Coppa del Mondo.
Massimo Blanc esprime la soddisfazione per il successo dell’iniziativa e dei ringraziamenti: “Vista l’ottima riuscita delle prime due edizioni abbiamo voluto organizzare questa terza edizione del seminario per le Polizie Locali portando all’attenzione dei partecipanti degli argomenti che sono risultati di notevole interesse per tutte le forze di Polizia presenti. Ringrazio l’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, il Comune di Sauze d’Oulx e la società Maggioli che hanno permesso la realizzazione dell’evento e l’Ufficio Turistico di Sauze d’Oulx che ci ha ospitato. Un ringraziamento particolare va al dottor Alberto Bassani, comandante della Polizia Locale di Alessandria che ha messo a nostra disposizione le sue capacità organizzative nonché ai colleghi della Polizia Locale di Sauze d’Oulx e dell’Unione che si sono adoperati per tutta la logistica. Ringrazio inoltre i Comandanti e gli appartenenti alle Polizie Locali e le forze di Polizia presenti in sala (Carabinieri e Polizia di Stato) che hanno voluto onorarci con la loro presenza”.
La giornata di studio ha quindi affrontato come primo tema “Il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica” con la dottoressa Fiorella Passerini, con nella seconda parte il dottor Giuseppe Greco trattare il tema “Il DL Caivano: indagati minorenni”.
La giornata si è poi conclusa presso il centro sportivo “Pin Court” con il buffet preparato dagli allievi del Formont di Oulx che hanno dato nuovamente prova della loro professionalità.
Coldiretti: da Torino un centinaio in viaggio verso Bruxelles
Sono circa un centinaio gli agricoltori del Torinese che hanno risposto all’appello alla mobilitazione lanciato da Coldiretti per una grande manifestazione di Bruxelles per fermare le politiche europee che minacciano l’agricoltura italiana.
«Una chiamata a raccolta organizzata in Europa, dove serve fare sentire, forte, la voce delle nostre aziende agricole – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Una mobilitazione in vista del Vertice europeo che sta avendo una grande risposta da parte dei nostri soci, a dimostrazione di quanto la nostra agricoltura senta sulla propria pelle l’effetto di politiche europee sconsiderate che limitano le funzioni dell’agricoltura preziose per tutta la società: dalla produzione di cibo naturale e non sintetico, fino al presidio contro il dissesto del territorio».
La manifestazione è, infatti, indetta in occasione del Vertice europeo straordinario sul bilancio dell’Ue, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni, dove la Commissione europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica agricola comune (Pac).
L’appuntamento “Non è l’Europa che vogliamo” è per giovedì 1° febbraio alle ore 9 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, dove assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini ci saranno oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne. Un obiettivo che è il risultato della lunga battaglia della Coldiretti insieme alle altre grandi organizzazioni agricole europee a partire dalla francese Fnsea con la quale è stato costruito un fronte comune. Nelle ultime settimane Coldiretti ha intensificato gli incontri con altre realtà europee e con Ministri dell’agricoltura di altri Stati membri.
«Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina, ma ora è necessario sia cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). È una delle eredità dell’era Timmermans, e, come diciamo da anni, è una scelta sbagliata. Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare la protesta contro le follie dell’Unione Europea.
Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale. «Anche per questo – conclude Prandini – serve una decisa svolta nelle politiche Europee per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori».
ANCHE CONFAGRICOLTURA A BRUXELLES
In molti Paesi dell’Unione, tra i quali l’Italia, sono in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo. Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della PAC – Politica Agricola Comune – e del “Green Deal” applicato all’agricoltura.
Scrive Confagricoltura: “Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confederazione, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale rispetto alle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione.
In questo senso, la giunta di Confagricoltura, da poco riunitasi a Palazzo della Valle, ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante della nostra economia che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità.
Le iniziative già avviate potrebbero portare ad un primo risultato già nei prossimi giorni, segnala Confagricoltura, con il rinnovo della deroga all’obbligo di destinare a finalità non produttive una parte dei seminativi.
L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali”.
La Confederazione annuncia un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles, convocata per il 26 febbraio, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC.
Parkinson, più risorse per cura e riabilitazione
«Le risorse destinate alle strutture che si occupano della cura e della riabilitazione dei malati di Parkinson, negli ultimi anni sono state confermate, con un lieve incremento. Nel dettaglio, infatti, gli stanziamenti per la struttura San Camillo di Torino nel 2018 ammontavano a 10.028.820 e nel 2023 a euro 10.064.784; per la struttura Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese nel 2018 ammontavano a euro 12.022.583 e nel 2023 a 12.030.395 euro.
Parallelamente non risultano affatto diminuite le prestazioni erogate per questa patologia in regime pubblico e privato convenzionato: sono state 5.754 nel 2018 e 6.591 nel 2023, quindi 837 in più.
Sono aumentati anche i ricoveri di questi pazienti: dai 581 del 2018 si è passati ai 693 nel 2023, oltre 100 in più. I fondi dedicati consentono una copertura del fabbisogno territoriale e si provvederà ad un adeguamento degli stessi in corrispondenza a nuove evidenze».
Così l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi in risposta all’interrogazione consiliare sulle risorse per la cura della malattia di Parkinson.
Ecco le grandi sfide da affrontare in rete per assicurare ai pazienti il migliore percorso di cura e di assistenza
30 gennaio 2023 – I bisogni rappresentati dalle epilessie rare sono trasversali al mondo delle malattie rare e riguardano la diagnosi precoce, la complessità, la multidisciplinarietà, la difficoltà e necessità di portare avanti progetti di ricerca e di tracciare percorsi di continuità terapeutica, la realizzazione di raccordi interaziendali, interregionali e ospedale-territorio (per facilitare l’assistenza domiciliare), l’accesso alle nuove terapie e l’assistenza riabilitativa psicologica. Questi bisogni sono stati discussi nell’evento “EPILESSIE RARE: STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA” che ha coinvolto Piemonte, Liguria, Sardegna. L’evento, organizzato da Motore Sanità con il contributo non condizionante di Jazz Pharmaceuticals, si pone diversi obiettivi, in particolare mettere in luce il tema delle epilessie rare, patologie neurologiche croniche ad alto impatto sociale, stigmatizzate e scarsamente attenzionate dai mezzi di comunicazione, provare a dare soluzioni ai bisogni dei pazienti e favorire la conoscenza del mondo delle epilessie al pari delle altre malattie rare.
‘L’evento rappresenta un’opportunità unica per approfondire la diagnosi precoce, il management clinico e la presa in carico dei giovani pazienti con epilessie rare” ha spiegato il professore Pasquale Striano, Direttore Unità Operativa di Neurologia Pediatrica e Malattie Muscolari, IRCCS Istituto ‘G. Gaslini’ e Professore Pediatria Generale e Specialistica Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili (DINOGMI), Università di Genova, che ha condiviso le più recenti scoperte e migliori pratiche in questo campo, fornendo un quadro completo delle sfide da affrontare: “una presa in carico globale, una valutazione e un follow up regolare, una gestione migliore delle situazioni che coinvolgono i pazienti e che sono molto impattanti. Inoltre, ha continuato: “è importante capire quali sono i farmaci che impattano sia in senso positivo sia in senso negativo sul contesto cognitivo del paziente; bisogna comprendere meglio le correlazioni genotipo-fenotipo, quindi offrire degli elementi prognostici e anche gli aspetti di farmacogenomica possono aiutare a capire se un paziente è un metabolizzatore lento o rapido e di conseguenza se un farmaco è più o meno indicato. Questo comporta anche l’innovativo disegno di nuovi trials clinici. Infine, la transizione dall’età pediatrica a quella adulta, che vuol dire assegnare il paziente al medico dell’adulto deve assicurare una presa in carico olistica che comprende anche gli aspetti riabilitativi, sociali e di gestione globale del paziente”.
Sulla complessità del quadro clinico del paziente con epilessia rara è intervenuto Walter Merella, Coordinatore LICE – Lega Italiana contro l’Epilessia per la regione Sardegna. “Il 70% delle persone con epilessia è farmacoresistente e tra di loro un discreto numero è anche affetto da malattia rara – spiega Merella -. La complessità di tali condizioni ha un’influenza negativa sulla qualità di vita generale dei pazienti e dei loro familiari, con elevato rischio di esclusione sociale. La presa in carico globale di queste persone non può quindi che essere multidisciplinare. La risposta alla necessità, imprescindibile, di una presa in carico globale della persona con epilessia si realizza solo attraverso l’adozione di percorsi diagnostico terapeutici (PDTA) al fine di adattare le linee guida alle risorse sanitarie locali. Il PDTA è uno strumento fondamentale per il governo clinico dell’assistenza delle patologie croniche e complesse, ma queste persone devono essere assistite da specialisti (neuropsichiatri infatili, neurologi epilettologi). Il Tavolo tecnico sull’epilessia della Regione Autonoma della Sardegna è stato reinsediato, per la terza volta, un anno fa; ha redatto il PDTA regionale Epilessia e un progetto di Rete integrata di cure dell’epilessia. La RAS è prevista entro il prossimo febbraio”.
La RAS nel 2017 ha stilato la lista dei centri di riferimento per patologia e l’elenco delle malattie rare ove è presente solo una forma di epilessia (l’epilessia mioclonica progressiva). Il Decreto indica gli ambulatori di “epilettologia” neurologici (per minori o adulti) di riferimento per le malattie rare che si associano in misura a epilessia. “La difficoltà ad attuare l’integrazione tra servizi era ed è dovuta all’insufficienza di risorse umane/professionali con competenza “epilettologica”, indispensabili per offrire le cure più appropriate alle persone con malattie rare ed epilessia associata o forme di epilessia “rare” (Dravet, West, Lennox Gastaut, Angelman, GNA01)” ha spiegato Walter Merella.
Il progetto di Rete integrata di cure dell’epilessia, che considera un percorso di cure fondato su centri epilessia di primo e secondo livello (per intensità di cura), prevede: centri per le epilessie esistenti che operanti da anni divengono realtà ufficiale; la necessità di istituire Centri di epilessia di primo livello sul territorio, soprattutto per gli adulti; si riconoscono due livelli di intensità di cura e si prevedono una serie di strumenti che consentano di attuare la Rete dei Centri esistenti (cartella clinica unica regionale, rete telematica informatica, protocollo della transizione, assistenza).
In Liguria il quadro generale è stato presentato dalla professoressa Paola Barabino, Direttore UOC Farmacia dell’IRCCS Gaslini di Genova, la quale ha sottolineato che essere un centro di riferimento consente sicuramente un accesso al farmaco in ospedale veloce e rapido. Inoltre ha evidenziato il ruolo della formazione: “un aspetto fondamentale sia per i neurologi dell’adulto e i neurologi del bambino ma anche per i farmacisti affinché sappiano in quale contesto e in quale patologia si muovono e possano così erogare una dispensazione che sia all’altezza della complessità del quadro clinico del paziente”.
Ha portato l’esperienza piemontese, Simone Baldovino, referente della Regione Piemonte presso il Tavolo interregionale delle Malattie Rare e del Centro di Coordinamento della Rete interregionale per le malattie rare del Piemonte e della Valle d’Aosta, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche Università di Torino, sottolineando che il Piemonte ha istituito una rete organizzata che coinvolge tutti i presidi, sanitari e locali e i grandi ospedali. “L’esempio della rete piemontese che poi si è espansa anche alla Valle d’Aosta – ha ricordato Baldovino – ci fa vedere come il paziente può essere preso in carico in maniera adeguata e più vicina alle sue esigenze, soprattutto se si sviluppa una rete di presa in carico diffusa che riservi agli ospedali hub la gestione delle attività di terzo livello e di ricerca”.
E proprio sulla presa in carico è intervenuta Irene Bagnasco, Coordinatore LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: “la presa in carico delle epilessie rare e complesse deve essere necessariamente di tipo globale sia per quanto concerne le problematiche sanitarie sia quelle socioriabilitative. Con l’avvicinamento all’età adulta le comorbidità neuropsichiatriche possono diventare prevalenti rispetto all’epilessia in sé e questo può comportare difficoltà nel reperire specialisti e operatori di riferimento. Il delicato percorso della transizione deve tenere in conto questi aspetti che differenziano il setting pediatrico da quello dell’adulto, il primo maggiormente orientato ad una comprehensive care e alla multidisciplinarietà spesso sinergica con gli operatori del mondo della riabilitazione e del sociale“.
Aggiornamento dei LEA con riconoscimento delle ESE, Percorsi Diagnostici Terapeutici alla ricerca dell’assistenza, continuità delle cure quindi transizione dall’età pediatrica all’età adulta. Questi, infine, i nodi cruciali portati all’attenzione di Katia Santoro, Presidente dell’Associazione Famiglie LGS Italia e rappresentante dell’Alleanza Epilessie Rare e Complesse. “Manca l’assistenza perché non c’è il collegamento con il territorio – spiega Santoro -, nel PDTA la parte Assistenziale deve essere considerata parte della cura, non “una cosa a parte”. Per quanto riguarda la transizione viene ancora considerata come un momento, ma in realtà essa rappresenta l’inizio di una nuova fase della vita, che non è né transitoria né breve, pertanto deve risultare costruttiva e non riduttiva. Il team multidisciplinare pediatrico deve essere replicato, con i dovuti accorgimenti, anche nella fase adulta perché le cronicità e le comorbidità dei nostri bambini, ahimè, li accompagnano per tutta la vita, non spariscono con la maggiore età, anzi”. Secondo Santoro, è importante che le regioni facciano una mappatura dei sistemi e delle risorse territoriali per monitorare ciò che esiste e ciò che manca, c’è bisogno di fare rete (i vari livelli del sistema sanitario devono comunicare) e quindi gli sforzi di ogni regione andrebbero convogliati verso un fascicolo sanitario elettronico; poi serve uniformare e migliorare la distribuzione e l’accesso dei farmaci.
Anpas Comitato Regionale Piemonte per la formazione degli autisti dei mezzi di soccorso si avvale dell’esperienza decennale della prestigiosa scuola guida “Luigi Vigna- Ilario Naretto” di Anpas Piemonte e Croce Verde di Torino che, nel solo 2023, ha organizzato ben 27 corsi divisi in sessioni teoriche e pratiche di guida, formando 258 autisti soccorritori delle associazioni Anpas del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.
Il percorso formativo degli autisti delle ambulanze è molto selettivo e impegnativo e la finalità è quella di migliorare la qualità di guida del conducente, che si traduce in una maggior sicurezza per l’autista stesso, per i pazienti e per gli operatori trasportati, nonché nella riduzione del rischio di incidenti stradali, soprattutto durante la guida in stato di emergenza.
La novità del 2023 è stata l’organizzazione di corsi avanzati di guida plus, nei quali, oltre ai già previsti esercizi, come il percorso lento tra i birilli che simula un tragitto cittadino con paziente a bordo, la frenata d’emergenza per un ostacolo improvviso da evitare, la guida in retromarcia, l’esercizio a otto per imparare a usare correttamente lo sterzo, il freno e l’acceleratore, sono state inserite delle prove di guida più complesse. In particolare, nel corso avanzato, è stato inserito l’utilizzo dello skid car, un carrellino che viene posto sulle ruote posteriori del mezzo simulando la perdita di aderenza, costringendo l’allievo a porre in atto metodi di guida utili a riprendere il controllo del veicolo. Altro esercizio è lo slalom lungo nel quale diventa importante gestire l’acceleratore, la giusta frenata e l’impostazione della traiettoria della curva intorno al birillo.
Grazie a questi corsi si apprendono le tecniche di guida sicura e le peculiarità del mezzo di soccorso, oltre agli aggiornamenti del codice della strada.
“Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nel progetto della scuola guida mezzi di soccorso e che ci hanno sostenuto in questi anni – afferma Massimiliano Manzini, direttore scuola guida per conducente mezzi di soccorso Anpas Piemonte Croce Verde di Torino – un doveroso ringraziamento va ai formatori per l’impegno profuso e la disponibilità in questi anni, dietro a ogni corso vi è una struttura organizzativa complessa che implica un impegno da non sottovalutare. Un ringraziamento ancora Cnh industriale e ai Comuni di Orbassano, Rivalta di Torino, Savigliano e Saluzzo per la messa a disposizione gratuita dei circuiti per le prove di guida in sicurezza”.
Nei dieci anni di attività la scuola guida Mezzi di soccorso Anpas Piemonte e Croce Verde ha formato 1812 autisti soccorritori con una media ei circa 180 discenti l’anno. 40 sono i formatori della scuola guida.
MARA MARTELLOTTA
Con la fine del 2023 sono stati approvati i certificati di regolare esecuzione, che sanciscono in modo formale la fine dei lavori, per 3 Istituti scolastici superiori della Città metropolitana di Torino i cui interventi sono stati finanziati nell’ambito del #PNRR.
Si tratta dell’Istituto Galilei di Ciriè, dove sono stati conclusi sia gli interventi di manutenzione straordinaria ed adeguamento normativo e funzionale (per un importo di 432mila euro) che di adeguamento normativo e messa in sicurezza dei solai (373mila euro); dell’Istituto Fermi, sempre a Ciriè, dove sono stati conclusi interventi di manutenzione straordinaria ed adeguamento normativo e funzionale (per un importo di 400.000 euro) e infine dell’Istituto Europa Unita di Chivasso dove sono stati completati gli interventi di messa in sicurezza delle facciate e di adeguamento normativo e funzionale per un importo di circa 1.193.00 euro.
Complessivamente su 65 interventi previsti relativi all’edilizia scolastica sono già stati conclusi 8 cantieri e i rimanenti i lavori sono stati consegnati alle rispettive imprese aggiudicatarie e per tutti sono in fase di avvio i lavori.
Inoltre per l’intervento relativo alla nuova scuola di Avigliana succursale del Galileo Galilei, sempre finanziata nell’ambito del Pnrr per un importo complessivo di circa 4 milioni e 900 mila euro ( €. 4.891.399,96) l’impresa aggiudicataria dell’appalto integrato presenterà la progettazione esecutiva entro la prossima settimana e l’avvio dei lavori è programmato il prossimo mese di febbraio.
ℹ http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/comunicati/edilizia-scolastica/pnrr-edilizia-scolastica-conclusi-i-lavori-in-tre-istituti
con Città Di Cirié Città di Chivasso Comune Di Avigliana
Lite tra ragazzi in metro, spunta una mannaia
Verso le 17 di oggi è stata fermata la metropolitana di Torino a causa di una violenta lite a bordo La polizia è intervenuta alla stazione Carducci dove quattro ragazzi due maschi e una femmina italiani e un maschio marocchino stavano litigando. Gli agenti hanno trovato addosso a uno dei quattro anche una mannaia. Spiegheranno alla polizia il perché della lite che ha spaventato i passeggeri.
Definito “un bene comune” dal sindaco Lo Russo, il centro sociale di Corso Regina Margherita 47 si avvia verso una nuova vita nel segno del dialogo e della cultura. Tra i garanti, anche Max Casacci dei Subsonica.
Nonostante ci fosse chi ne auspicasse sgombero e chiusura, all’insegna della cosi detta “linea dura” il sindaco e l’amministrazione Lo Russo hanno approvato un piano per garantire al centro sociale uno spazio dove poter continuare dibattito politico ed eventi culturali. A farne da garante, tra gli altri, Max Casacci che sulla sua pagina Facebook scrive:
“La Città di Torino si oppone allo sgombero dell’Askatasuna: un atto coraggioso, per nulla scontato.
Questa mattina la Città di Torino ha presentato una delibera che avvia un processo di progettazione partecipata, consentendo di considerare lo spazio del Centro Sociale Askatasuna “bene comune” da mettere a disposizione della comunità locale in base a regole condivise.
Questo processo porta alla costituzione di un comitato promotore con il sostegno di personalità garanti, tra le quali figurerà anche il mio nome. Sarò quindi a disposizione dello spazio, insieme ad altri, per co-progettare momenti di cultura, aggregazione e libertà espressiva.
L’iniziativa, in completa controtendenza rispetto a richieste e pressioni conformi all’attuale clima politico nazionale, accoglie anche alcune forti sollecitazioni da parte mondo musicale, che si era espresso con una lettera aperta indirizzata alla Giunta.
Nel documento si invitava la Città a non allinearsi alle richieste di sgombero di uno spazio libero e alle politiche repressive messe in atto con l’insediamento del nuovo Governo.
Questa iniziativa rafforza e sottolinea il valore sociale e culturale di Askatasuna che trovandosi in Vanchiglia -uno dei borghi a più alta densità di creatività della città- potrà rappresentare sempre di più un presidio, un polo aggregativo per linguaggi sotterranei e culture giovanili molto attive in città, elevando il livello di un quartiere identificato troppo spesso con gli effetti del disagio della movida notturna.
Questa scelta coraggiosa, che innescherà innumerevoli attacchi politici a livello locale e nazionale, potrà essere motivo d’orgoglio per la Torino che si riconosce nel pluralismo, nella tolleranza e nella libertà di espressione e quindi anche di dissenso. Almeno per me e per molti musicisti che hanno sostenuto queste posizioni, lo sarà.”
Dialogo, non repressione. E che Torino sia di esempio anche in questo.
Lori Barozzino
(Foto Museo Torino)