A Bruxelles a protestare contro le politiche dell’Unione europea che bloccano l’agricoltura c’era anche una folta delegazione di agricoltori del Torinese guidati dal presidente di Coldiretti Torino, il leinicese Bruno Mecca Cici, la vice presidente Tiziana Merlo, di Argentera-Rivarolo, dalla delegata Coldiretti Giovani Impresa, la rivolese Claudia Roggero, la coordinatrice provinciale di Coldiretti Donne Impresa, Mirella Abbà, di Favria, dal valsusino Sergio Barone, presidente provincia e regionale del movimento pensionati di Coldiretti, oltre ai segretari Coldiretti di zona di Chieri-Carmagnola, Pinerolo, Ivrea-Rivarolo, Ciriè, Torino, Chivasso-Caluso, Rivoli-Bussoleno.
«Siamo stati a Bruxelles perché è in Unione europea che si prendono le decisioni – spiega il presidente Bruno mecca Cici – Coldiretti Torino nelle sue 183 sezioni comunali e nei suoi 12 Uffici di Zona ascolta quotidianamente le ragioni degli agricoltori. Noi stessi siamo coltivatori e viviamo sulla nostra pelle le scelte scellerate che ci impone l’Unione europea. Conosciamo bene le ragioni dei nostri agricoltori. Ed è per questo che siamo andati a Bruxelles. Siamo andati davanti al Consiglio d’Europa mentre si svolgeva il Vertice straordinario dei capi di governo europei perché è in Europa che andava portata la nostra protesta insieme agli altri sindacati europei con cui Coldiretti si coordina da sempre in Europa. Siamo stati in mezzo a quei 1.300 trattori che hanno paralizzato il quartier generale Ue. In serata, il nostro presidente nazionale Ettore Prandini ha incontrato la presidente dell’Unione europea Ursula Von der Leyen e il commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme ai rappresentanti degli altri sindacati europei. Dall’incontro abbiamo ottenuto l’impegno di dare priorità all’esame delle nostre richieste».
Il presidente di Coldiretti Torino ribadisce le istanze portate ai vertici europei con la protesta di piazza di Bruxelles.
«Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Sugli accordi commerciali occorre garantire il principio di reciprocità e in tale ottica è positivo l’annuncio della Commissione Ue sul fatto che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale. Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune anche per investimenti adeguati nella difesa attiva e passiva dai cambiamenti climatici. Vogliamo anche aumentare gli investimenti in agricoltura garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale nel nostro settore. Ma soprattutto serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). Ma l’Europa deve sostenere anche gli accordi di filiera per costruire mercati più equi. La nuova Politica agricola comune dovrà incentivare questo modello che rafforza i rapporti tra produzione, trasformazione e commercializzazione, anche per contrastare le pratiche sleali. Alla presidente Meloni chiediamo di continuare a tutelare gli agricoltori italiani portando in Europa le nostre ragioni. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato. Non ci può essere più spazio per politiche ideologiche che hanno penalizzato gli agricoltori, mettendo a rischio tante filiere anche nel nostro Paese».
Mentre nel mondo politico locale è in corso il dibattito sulla scelta del sindaco di rendere “Bene comune” il centro sociale Askatasuna, nella prima mattina di oggi agenti della Digos della Questura di Torino si sono recati presso la struttura di corso regina Margherita a Torino per notificare una dozzina di misure cautelari ai militanti coinvolti negli scontri con le forze dell’ordine. I fatti si verificarono durante il corteo del primo maggio 2022 nel capoluogo piemontese. I militanti sono destinatari di obblighi di dimora e fogli di via, poiché accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti.
Riaprirà il Golden Palace Hotel di Torino
Riaprirà i battenti il Golden Palace Hotel di via Arcivescovado, in quello che un tempo era il “Palazzo Toro”, vero e proprio modello di architettura del secondo dopoguerra.
Il fondo immobiliare GERAS 2 gestito da REAM SGR ha acquisito l’edificio che manterrà la sua funzione e verrà dato in locazione ad una importante catena alberghiera internazionale.
L’immobile si sviluppa su sei piani fuori terra per una superficie complessiva commerciale di circa 20mila metri quadrati. Sarà oggetto di un importante processo di ristrutturazione, con cui si candida a diventare un punto di riferimento per il settore ricettivo in un segmento di lusso.
“La riapertura del Golden Palace – afferma il sindaco Stefano Lo Russo- è una buona notizia per la Città e testimonia l’interesse crescente per lo sviluppo turistico di Torino. Vogliamo continuare su questa strada e auspichiamo che questi risultati possano consolidarsi nel tempo.”
La figlia di Aldo Moro: uno strumento utile per risolvere atti di bullismo. Il 7 febbraio prossimo
Il 7 febbraio prossimo sarà la giornata nazionale contro il bullismo e Cyberbullismo. Alle 10, presso la World International School, parlerà Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, sulla mediazione come strumento utile per risolvere atti di bullismo.
Decine di scuole da tutta italia, migliaia di ragazzi lavoreranno insieme a Torino il 7 febbraio, giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, per capire come l’importanza di disinnescare i conflitti e imparare a dialogare possa essere una strada vincente per risolvere gli atti di bullismo.
Il progetto è di EssereUmani, movimento di giustizia sociale che opera negli ambienti a rischio di disumanizzazione, da anni impegnato nella scuola anche attraverso azioni contro la dispersione scolastica, laboratori didattici e azioni formative per docenti e non solo.
L’appuntamento è a Torino alla Wins (World international School of Turin) dalle ore 10 del 7 febbraio e per chi non potrà essere presente sarà attivo un collegamento che permetterà ai ragazzi di seguire la mattinata. Sono già una decina le scuole che hanno deciso di partecipare al progetto con le loro classi di Torino, Novara, Ivrea, Vercelli e anche scuole dell’Emilia Romagna.
Ospite d’onore sarà Agnese Moro, figlia dello statista Aldo Moro, assassinato a Roma dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Ricordando l’impegno del padre nella riconciliazione democratica, racconterà ai ragazzi come il dialogo sincero e leale con gli assassini del padre sia stata la strada per risolvere i conflitti, e non la vendetta.
Scegliere la via del dialogo, quella della giustizia riparativa è stata per Agnese Moro “la vera salvezza che si è poi trasformata anche nella strada per la mia salvezza perché mi ha permesso di vedere davanti a me non gli assassini di mio padre, ma le persone, gli esseri umani”. E proprio ai giovani, che Aldo Moro non smetteva mai di definire “la parte migliore di noi” Agnese Moro ha scelto da anni di parlare per aiutarli a capire quanta strada si può fare, anche contro il bullismo, con il dialogo.
Accanto a lei, in dialogo con i ragazzi, Stefano Suraniti, direttore generale dell’USR per il Piemonte, Ylenia Serra, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Piemonte, Claudia Giudici, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia Romagna, Susanna Bombardelli e i peer del progetto per Tommaso, Irene Barbieri, del progetto Mediamente Bullo.
L’iniziativa nasce in collaborazione con insegnanti, educatori e autorità che da anni collaborano alle attività contro il bullismo e Cyberbullismo, per continuare a sollecitare i giovani su questi temi e a farsi promotori di una cultura nuova.
Il 7 febbraio sarà anche l’occasione del Passaporto della Riconciliazione, strumento didattico gratuito per tutte le scuole costruito da EsseriUmani con Agnese Moro sul tema della riconciliazione, mediazione e giustizia riparativa.
Mara Martellotta
Gianduja e Giacometta in visita a Palazzo Lascaris
“In continuità con il lavoro svolto nel corso della legislatura per mantenere vive le tradizioni del Piemonte a livello culturale e identitario, presenterò una proposta di delibera per unificare e riconoscere ufficialmente, sotto un’unica legge, le maschere delle province e dei Comuni piemontesi, i gruppi e le manifestazioni storiche”. Lo ha annunciato il presidente dell’Assemblea legislativa piemontese Stefano Allasia durante l’incontro a Palazzo Lascaris con Gianduja e Giacometta e il gruppo di ballo di Piemonte cultura Ij danseur del Pilon.
Nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte il componente dell’Ufficio di presidenza Gianluca Gavazza e la presidente e il vicepresidente della Famija Turineisa Daniela Piazza e Giancarlo Bonzo, Allasia ha sottolineato quanto fatto dall’Assemblea “affinché tutti i 1.180 Comuni del Piemonte s’identifichino sotto il drapò, che quest’anno compie seicento anni, la Sacra di San Michele, monumento simbolo della regione, la Festa del Piemonte, istituita due anni fa, e in un inno in piemontese nel prossimo futuro”.
Gavazza ha sottolineato come “ogni maschera di Carnevale sia importate per rappresentare la storia e le tradizioni della città di cui è espressione. È importante continuare a far tesoro della memoria del Piemonte e a tramandarla alle nuove generazioni”.
Il programma dell’incontro in biblioteca civica:
È la nuova tendenza che sta prendendo piede tra alcuni giovani, sicuramente non quelli dal quoziente di intelligenza più elevato. Attaccarsi al retro di un autobus per dimostrare chissà quale abilità da postare sui social. È accaduto anche a Torino su un mezzo della linea 12 dal quale due ragazzi si sono fatti trainare. L’episodio ha sconvolto l’assessora alla mobilità Chiara Foglietta che commenta su Instagram: “Due ragazzini si sono appesi al paraurti posteriore di un bus in corsa. Anche un assessore a un certo punto non trova più le parole. Un gesto grave e molto pericoloso. Ogni tanto questo “gioco” – purtroppo – torna alla ribalta, nelle diverse città.”
Oggi si celebra la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo per conservare la memoria delle guerre del passato e per attirare l’attenzione sul dramma che vivono i civili di tutto il mondo coinvolti in guerre e conflitti armati.
Questa mattina in piazza Piemonte si è svolta la cerimonia istituzionale con l’alzabandiera e la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense che ha suonato l’Inno Nazionale in onore delle vittime civili di tutte le guerre.
“E’ importante ricordare tutte le vittime civili delle guerre –ha sottolineato nel suo intervento la vicesindaca Michela Favaro – e lavoriamo nel quotidiano per lanciare messaggi di pace e per fermare i conflitti armati. A Torino abbiamo esempi come il Co.Co.Pa, Coordinamento Comuni per la Pace di cui la Città fa parte e che raggruppa Comuni piemontesi impegnati nella promozione della cultura di pace e della cooperazione territoriale e il Sermig che, con Ernesto Olivero, ha trasformato un arsenale di guerra, una fabbrica di armi, in un luogo di pace”.