Sarebbero tre le persone indagate per la vicenda della cassiera di supermercato di 56 anni trovata senza vita nella sua abitazione giovedì scorso a Biella. Si tratterebbe di suoi conoscenti che erano con lei la sera prima del ritrovamento del corpo, quando in casa si era tenuta una festa.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
“Torino 30” scende in piazza
Anche a Torino ci sarà un presidio a sostegno della mobilitazione lunedì 18 novembre dalle 7.30 alle 9.30 di fronte alla Prefettura in Piazza Castello
Riceviamo e pubblichiamo
Anche a Torino si scenderà in piazza, con un presidio lunedì 18 novembre dalle 7.30 alle 9.30 di fronte alla Prefettura in Piazza Castello, organizzato da “Torino 30”, campagna di sensibilizzazione sui benefici di Città 30 promossa da FIAB Torino Bike Pride, Fridays For Future Torino, Future Parade Torino, Acmos, FIAB Torino Bici&Dintorni, Eco dalle Città, Toroller Collective, Extinction Rebellion Torino, Legambiente Metropolitano, Legambiente Molecola, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente GreenTo, Live the Bike , Ecoborgo Campidoglio, Comitato Torino Respira, ProNatura, FIAB Torino Pedaliamo Insieme, Associazione culturale Laqup, Club Monopattini Torino, Amicinbici – Bik&Motion.
La mobilitazione torinese, assieme ad altre decine di città in tutta Italia, segue quella nazionale, che inizierà domenica 17 novembre con un presidio a Roma in occasione della Giornata mondiale in memoria delle Vittime sulla Strada. L’obiettivo della mobilitazione è quello di opporsi alla riforma del Codice della Strada, forte con i deboli e debole con i forti: allenta le regole e i controlli per auto e camion mentre toglie spazi sicuri a pedoni e ciclisti, peggiora la sicurezza per tutti gli utenti della strada, attacca la mobilità sostenibile e toglie autonomia alle città. La mobilitazione è anche contro la Legge di bilancio 2025, che taglia 154 milioni di investimenti su sicurezza stradale e mobilità sostenibile.
La prossima settimana, subito dopo la Giornata Mondiale in memoria delle Vittime sulla strada, è previsto il voto finale al Senato sulla riforma del codice della strada, voluta e blindata nel testo approvato alla Camera dal Ministro dei trasporti Salvini. Le associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme alle associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile e alle organizzazioni sindacali, che già da mesi lo hanno contrastato e bollato come “codice della strage”, lanciano perciò una nuova fase di mobilitazione, con un presidio a Roma domenica 17 novembre e flash mob in diverse città italiane fino a martedì 19 novembre, tra cui Torino
Lo sfregio ai familiari delle vittime di violenza stradale è doppio e inaccettabile. Dopo mesi di impegno e ore di audizioni parlamentari, nessuna delle richieste e degli emendamenti che tutte le più importanti associazioni familiari vittime avevano presentato lo scorso aprile con una lettera unitaria è stata accolta, nonostante quanto continua ad affermare il Ministro: c’è una bella differenza tra far parlare e ascoltare. Per di più, l’approvazione della legge è stata calendarizzata in aula tra il 19 e il 21 novembre, a ridosso della “Giornata mondiale in memoria delle vittime sulla strada”, che quest’anno si celebra domenica 17 novembre.
L’impianto della riforma è molto chiaro: debole con i forti, dando maggiore libertà di circolare ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti, e forte coi deboli, restringendo viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città. E’ una riforma pericolosa: ad esempio, limita gli autovelox invece che la velocità, che è la prima causa delle collisioni con morti o feriti gravi; vieta controlli automatici sulla guida distratta al cellulare, che è fra i primi fattori di incidentalità; introduce una sola multa per più infrazioni, incentivando la violazione delle regole. È una riforma dannosa: rende più difficile creare o proteggere aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città e limita l’azione dei Comuni sottoponendoli a decreti ministeriali.
In questo modo, la riforma ostacola la prevenzione aumentando anziché abbassare il conflitto e la violenza stradali, che già paghiamo con più di 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno. Riporta l’Italia indietro di 40 anni su mobilità sostenibile e sicurezza stradale, riducendo il livello di tutela della vita umana sulla strada, a danno di tutti, con qualsiasi mezzo di trasporto si muovano. Ci allontana ancora di più dal resto dell’Europa, dove già siamo al 19° posto su 27 per tasso di mortalità, andando in direzione totalmente opposta alle riforme grazie a cui gli altri Paesi lo hanno invece ridotto con successo.
Non solo norme peggiori, ma anche meno fondi per la sicurezza stradale. Alla riforma del codice si aggiungono, infatti, i pesanti tagli della Legge di bilancio 2025, che riduce la spesa per la sicurezza stradale (-4,6 milioni € per interventi di sicurezza stradale e per l’educazione stradale, nella “spending review” del Ministero dei trasporti); azzera gli investimenti per la ciclabilità (-47 milioni € per le piste ciclabili urbane e -31,9 milioni € di euro per le ciclovie turistiche); definanzia il capitolo “mobilità sostenibile e sicurezza stradale” del Fondo per lo sviluppo infrastrutturale del Paese (-70,3 milioni €); non prevede nessuno stanziamento per l’attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, che vale 1,4 miliardi di euro.
Per tutti questi motivi, la piattaforma “Stop al #codicedellastrage” (a cui aderiscono le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, ambientaliste e per la mobilità sostenibile) – che nell’ultimo anno ha promosso senza sosta un videoappello alla presidente Meloni, decine di migliaia di mail e telefonate bombing verso deputati e senatori, manifestazioni in piazze e strade di oltre 40 città, proposte di emendamenti e ordini del giorno – lancia una nuova fase di mobilitazione.
Il voto finale al Senato non fermerà la mobilitazione, che è pronta a ripartire, più forte e diffusa che mai, in vista della successiva discussione dei decreti delegati, che il Governo proporrà nei prossimi mesi al Parlamento, in attuazione della delega contenuta nella legge, per la riscrittura dell’intero codice della strada.
Per questo, la rete “Torino 30”, chiede all’Amministrazione della Città di opporsi con ogni mezzo a questo disegno di legge, come peraltro in parte già fatto in Consiglio Comunale. Non sono più accettabili comportamenti di elogio da parte del Sindaco Lo Russo verso il DDL Salvini e le sue scellerate politiche in tema di mobilità.
Governo e Senato, con questa riforma del codice, votano sulla pelle delle persone: la sicurezza stradale ha un’altra direzione.
Con la finale tra Sinner e Fritz, è calato il sipario sulla quarta edizione torinese delle Nitto ATP Finals. Estremamente soddisfatto il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che nella conferenza stampa di chiusura all’Inalpi Arena ha annunciato che proporrà al Consiglio Comunale di dare la cittadinanza onoraria a Jannik Sinner, sempre più beniamino del pubblico torinese.
“Vogliamo tenere le Finals a Torino per altri 5 anni – ha aggiunto al Sindaco – e abbiamo dimostrato non a parole, ma con tanta concretezza ed esperienza, che l’evento funziona. Ci sono tutte le condizioni perché Torino possa essere ancora la città ospitante, poi deciderà ATP, noi ce la mettiamo tutta”.
Un evento cresciuto anno dopo anno, come ha sottolineato dal presidente FITP Angelo Binaghi: “La manifestazione è cresciuta sotto tutti i punti di vista. Gli spettatori presenti – tra partite, allenamenti e allo show di apertura – sono stati 210.275, con un aumento del 77% rispetto al primo anno. Oggi il pubblico è costituito prevalentemente da italiani, chiaro segnale dell’effetto Sinner”.
Binaghi ha espresso nuovamente grande soddisfazione per i numeri sempre più importanti del torneo: “L’impatto economico sul territorio supera leggermente il mezzo miliardo di euro, vengono creati più di 3mila posti di lavoro, per un impatto economico notevolmente superiore a quello dell’edizione 2023”.
TORINO CLICK
Nursing up aderisce a sciopero 20 novembre
Riceviamo e pubblichiamo – Il sindacato degli infermieri italiani Nursing Up, insieme a ostetriche e altre professioni sanitarie regolamentate dalla Legge 43/2006, annuncia la propria adesione allo sciopero nazionale del 20 novembre. La mobilitazione, che vedrà la partecipazione di migliaia di operatori sanitari da tutta Italia, è il frutto di un’esasperazione ormai generalizzata per la cronica carenza di personale, le condizioni di lavoro insostenibili e l’assenza di un riconoscimento economico e professionale adeguato. Anche il Piemonte, regione tra le più colpite dalla crisi del settore sanitario, sarà presente in prima linea. Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up, sottolinea la necessità di un intervento immediato: «Lo sciopero non è solo una richiesta di aumenti salariali: è un grido d’allarme per la sopravvivenza stessa del Servizio Sanitario Nazionale. Gli infermieri piemontesi, come i colleghi di altre regioni, affrontano turni massacranti, ferie negate e uno stress psicofisico insostenibile, mentre le strutture sanitarie vedono un progressivo svuotamento di personale qualificato.»
Attraverso un’indagine condotta dai coordinamenti regionali, Nursing Up ha evidenziato dati allarmanti: la carenza di personale, che supera il 26% rispetto al fabbisogno, grava pesantemente su ospedali e RSA, obbligando gli infermieri a doppi turni e straordinari non retribuiti, con ferie spesso negate. Questa situazione ha portato a livelli di burnout preoccupanti, compromettendo la qualità dell’assistenza ai pazienti e il benessere psicofisico dei professionisti. Sul piano economico, le retribuzioni restano tra le più basse d’Europa, con incrementi previsti solo a partire dal 2025, ma insufficienti a garantire un equo riconoscimento.
Il sindacato chiede al Governo un incremento delle risorse economiche destinate alle professioni sanitarie, con l’obiettivo di raddoppiare l’indennità di specificità infermieristica, estenderla alle ostetriche e garantire un giusto riconoscimento a tutte le categorie coinvolte. È urgente adottare piani di assunzione immediati per rispondere alla crescente carenza di personale, eliminare il vincolo di esclusività e creare condizioni che incentivino i giovani a intraprendere questa professione, restituendo dignità e prospettive. Un altro tema centrale è la sicurezza sul lavoro: è necessario introdurre presidi di pubblica sicurezza presso i pronto soccorso per proteggere gli operatori dalle crescenti aggressioni. Inoltre, il sindacato sottolinea la necessità di valorizzare i percorsi formativi degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, con un riconoscimento economico delle specializzazioni e il loro inserimento tra le attività usuranti.
«Non possiamo più permettere che i nostri professionisti siano trattati come tappabuchi di un sistema al collasso,- prosegue Delli Carri. -Lo sciopero del 20 novembre è il primo passo per portare all’attenzione del Governo e dell’opinione pubblica una crisi che sta distruggendo il nostro sistema sanitario pubblico.»
La situazione in Piemonte, come nel resto del Paese, evidenzia un progressivo deterioramento delle condizioni di lavoro e di assistenza, con ospedali e RSA sempre più in difficoltà. La manifestazione nazionale sarà un’occasione cruciale per chiedere interventi concreti e immediati, necessari a tutelare la salute pubblica e la dignità di chi ogni giorno opera in prima linea. «Il 20 novembre incrociamo le braccia per far valere i diritti di chi garantisce il diritto alla salute, e continueremo a lottare finché non vedremo un cambiamento reale» conclude Delli Carri.
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Operaio muore sotto il braccio di una gru
Questa sera alle ore 20.30, in corso Unità d’Italia 235/3 presso il centro ricerche SMAT si è verificato un infortunio sul lavoro. Un operaio 51 enne e’ rimasto schiacciato da un braccio di una gru mentre stavano eseguendo dei lavori. L’uomo a seguito dell’impatto è deceduto. Sul posto oltre ai carabinieri anche personale SPRESAL
In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la Croce Rossa
Italiana – Comitato di Mappano è lieta di presentare l’evento “Col Senno di Poi”, uno spettacolo teatrale che si
terrà domenica 1 dicembre 2024 alle ore 21:00 presso il Teatro F.lli Cervi di Caselle Torinese.
La serata, organizzata con il patrocinio dei Comuni di Borgaro, Mappano e Caselle Torinese, intende essere un
momento di profonda riflessione e sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, coinvolgendo la comunità in
un’azione collettiva di consapevolezza. Lo spettacolo sarà condotto dall’attrice e stand-up comedian Serena
Bongiovanni, che con il suo talento offrirà una prospettiva originale e coinvolgente su un argomento di estrema
attualità. Ad arricchire la serata ci sarà anche la partecipazione del gruppo teatrale Col Senno di Poi e di
professionisti esperti in tematiche di genere, per fornire un quadro completo e stimolante su questo tema cruciale.
Per riservare un posto è sufficiente una donazione di 15 euro, che sarà interamente destinata a finanziare
progetti e iniziative sociali della Croce Rossa di Mappano, a favore delle famiglie vulnerabili e delle donne in difficoltà
della nostra comunità nei territori di Borgaro, Mappano e Caselle. Partecipare a questo evento è quindi non solo un
modo per riflettere su un tema importante, ma anche un gesto concreto di solidarietà.
Il Presidente della Croce Rossa di Mappano, Andrea Giorgis, sottolinea l’importanza di questa iniziativa: “La
violenza di genere è una piaga che va combattuta non solo con azioni concrete di supporto, ma anche attraverso la
sensibilizzazione e l’educazione. Con questa serata vogliamo unire la comunità in una riflessione collettiva, offrendo
al contempo un aiuto concreto a chi vive situazioni di vulnerabilità. La partecipazione a questo evento rappresenta
non solo un momento di consapevolezza, ma anche un’occasione per sostenere chi ha bisogno di noi.”
Dettagli dell’evento:
• Data: Domenica 1 dicembre 2024
• Orario: 21:00
• Luogo: Teatro F.lli Cervi, Caselle Torinese
• Prenotazioni: Disponibili su www.cri-mappano.it
• Donazione per riservare il posto: 15 euro
Approfondite le opportunità di collaborazione per istruzione, cultura e turismo
Il sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, ha incontrato in Romania il sindaco di Rus, Cozma Ioan Aurelian, e rappresentanti dell’amministrazione comunale per rafforzare i legami di amicizia e collaborazione tra le due comunità. Negli incontri, che si sono svolti da giovedì 7 a domenica 10 novembre, sono state approfondite le opportunità di cooperazione in diversi ambiti, tra i quali pubblica amministrazione, istruzione, cultura e turismo, oltre a valutare le sinergie tra due Gruppi di azione locale (Gal); il paese di Rus si trova nella provincia del Sălaj, nella regione Transilvania, e la delegazione volpianese ha visitato anche un castello romano, alcuni monasteri e la città di Cluj.
Così il sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli: «È stata una positiva esperienza per intensificare i rapporti tra le nostre comunità, poter visitare il Comune di Rus, conoscere i suoi abitanti e la Transilvania. Oltre al Sindaco Cozma Ioan Aurelian, voglio ringraziare Mihai Bara a cui va il merito dell’organizzazione di questi scambi iniziati due anni fa».
Morto 21enne caduto in un dirupo
Un escursionista di 21 anni è morto dopo essere precipitato in un dirupo sui monti nel territorio di Entracque nel Cuneese. Un compagno di gita del giovane ha chiamato il soccorso alpino intervenuto con l’elicottero. Ma il giovane era purtroppo deceduto. È probabile che sia scivolato su una lastra di ghiaccio.
Contromano in autostrada prende maxi multa
Alla guida di un’auto ha abbattuto un cartello stradale di un cantiere su ll’A26 all’altezzza di Vercelli. Poi il conducente ha imboccato la carreggiata in contromano percorrendo alcune centinaia di metri. Alcuni automobilisti hanno chiamato la polizia stradale che ha fermato l’uomo, multato di 2100 euro. Gli è stata sequestrata la patente.