Coronavirus- Pagina 72

Esperti? Fate altro!

L’università della strada viene rivalutata a fronte delle idiozie di chi prima sostiene che siamo alle prese con una normale influenza e poi ordina a tutti di chiudersi nei bunker e di restarci a vita.

Dunque, secondo gli esperti, spostarsi di 300 km nella stessa regione non crea problemi ma percorrere un terzo della distanza per andare nel proprio appartamento in una regione confinante provoca una strage. Uscire per lavorare 8 ore fianco a fianco con altri colleghi è salutare ma trascorrere mezz’ora al bar con gli amici è un rischio che non si può correre…

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Esperti? Fate altro! La fase 1 bis dimostra incapacità o malafede

Pandemia e diseguaglianze secondo “Repubblica”

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni /  Il cambio della guardia a “Repubblica” è avvenuto nel modo più drastico e brutale con la cacciata, dopo un anno di direzione, di Carlo Verdelli proprio nel momento in era minacciato da attacchi di neofascisti. Non si è concesso al vecchio direttore neppure l’articolo di commiato, un licenziamento in tronco come non si dovrebbe fare neppure con una colf, in barba ad ogni regola sindacale,un atto d’imperio padronale che in passato avrebbe creato un pandemonio in campo sindacale e non solo 

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A sostituirlo è stato chiamato un uomo come Maurizio Molinari che ha una grande storia giornalistica alle sue spalle fin dai tempi della “Voce repubblicana“ e del partito repubblicano di Giovanni Spadolini. Molinari non viene dalla sinistra settaria e conformista e in più occasioni ha saputo dimostrarlo. Anche il suo coraggioso impegno contro il terrorismo islamico, senza gli ovattamenti dei soliti commentatori, è un fatto importante.
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Non è mai stato assiduo frequentatore delle serate televisive in cui tutti parlano e molti vogliono imporsi per il tono della voce più che per il valore delle proprie idee. Il suo è stato un giornalismo lontano da “Repubblica“ e dal “Fatto”. Alla “ Stampa“ Molinari – che era ogni sera al giornale per chiudere le pagine personalmente con un zelo molto raro nei direttori -aveva portato dei cambiamenti importanti rispetto alla grigia gestione di Mario Calabresi ,anche lui cacciato di punto in bianco dalla direzione di “Repubblica“. Molinari ricostruì un giornale, malgrado la crisi di vendite sempre più preoccupante. Ebbe anche la capacità di aprirsi alla città in cui è pubblicato il giornale, lui che con Torino non aveva nulla da spartire. Nell’ultimo anno “La Stampa“ prese sempre di più una linea politica molto netta di opposizione al primo governo Conte e di  aperto sostegno al Conte bis  che non era , a mio modo di vedere, nella cultura politica di Molinari,  sempre attenta a distinguere in modo critico le cose. Certi titoli di apertura assomigliavano a quelli di “Repubblica“. Adesso Molinari è arrivato a dirigere il giornale fondato da Eugenio Scalfari.
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C’è chi ha notato che il 25 aprile di quest’anno con Molinari direttore, la festa della Liberazione  abbia avuto molto meno spazio di un anno fa sul giornale , rilevando questa differenza come una discontinuità. Leggendo invece l’editoriale di insediamento dal titolo “La sfida di un giornale per il riscatto di un paese ferito”, si ha chiara l’idea della continuità del nuovo direttore con i precedenti che collocarono a mantennero decisamente a sinistra quel giornale che per tanti anni fu un giornale – partito ,fortunatamente in via di estinzione. L’idea espressa da Molinari è quella di coniugare la lotta alla pandemia con la lotta alle diseguaglianze economiche e sociali. Anzi, di cogliere l’ oppportunità di questa calamità disastrosa per sbaragliare le diseguaglianze. Chi è liberale non vede  le diseguaglianze sempre e solo in termini negativi,ma vede invece  le eguaglianze forzate come una gabbia che impedisce lo sviluppo delle qualità e dei meriti individuali. La lotta alle diseguaglianze è stata un’idea dei comunisti e di certa cultura radical- chic in disarmo che è rimasta ferma al giacobinismo. La delusione storica della Rivoluzione russa ha messo su queste utopie spesso assassine,come una volta le definiva Barbara Spinelli, una pietra tombale . Al di là delle diverse valutazioni, resta però un fatto drammatico: in Italia non ci saranno più diseguaglianze perché la pandemia lascerà in braghe di tela quasi tutti gli imprenditori piccoli e grandi.Ci sarà l’agognata eguaglianza nella povertà. Questa è la prospettiva che abbiamo di fronte, a cui si potrebbe forse porre rimedio liberalizzando totalmente l’economia, cioè percorrendo la strada inversa di quella proposta da “Repubblica“. Ma le  inossidabili, eppur obsolete, certezze ideologiche non si fermano neppure di fronte al virus e alle sue  conseguenze  drammatiche sul piano economiche.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

In Procura nasce il pool di pm “antivirus”

Sono quattro i pubblici ministeri che seguiranno le indagini riguardanti L’emergenza sanitaria a Torino e in Piemonte. 

Ad oggi gli esposti giunti  alla procura di Torino sono circa quaranta. L’obiettivo è di verificare anche  eventuali responsabilità amministrative. Le indagini sono affidate al nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza e dei carabinieri del Nas. Dicono in Procura: “Il nostro compito non è punire o fare cacce alle streghe, ma dare risposte ai cittadini di fronte a questa emergenza straordinaria”.

Sono arrivati gli infermieri militari per le Rsa

Venticinque nuovi marescialli infermieri in ferma annuale del Corpo sanitario dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare destinati alle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) del Piemonte, sono stati accolti questa mattina nell’aula magna del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, a Torino, dal generale di Divisione Salvatore Cuoci, comandante dell’Istituto di formazione, dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Vincenzo Coccolo e dall’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi, alla presenza del comandante della Brigata alpina Taurinense generale Davide Scalabrin, e del colonnello Fabio Zanichelli in rappresentanza dell’Aeronautica Militare.

Nel dettaglio, gli infermieri militari da domani saranno a disposizione delle Asl piemontesi di Alessandria, Asti, Cuneo 1, Alba (Cn2), Novara, Torino, Collegno-Pinerolo (To3), Ciriè-Chivasso-Ivrea (To4), Chieri-Carmagnola-Moncalieri (To5), Vercelli e Verbania, a supporto esclusivo delle case di riposo più in difficoltà sul territorio. 

«Siamo riconoscenti allo Stato maggiore della Difesa per il generoso e puntuale apporto offerto al Piemonte in questa drammatica emergenza del coronavirus – ha osservato l’assessore Icardi -, sappiamo che si tratta di un aiuto sul quale possiamo sempre contare, tempestivo, quanto altamente affidabile».

Dall’ospedale di Verduno all’Area sanitaria temporanea delle Ogr a Torino, dai servizi logistici e di movimentazione sul territorio alle operazioni di sanificazione nelle case di riposo, fino alla rete di 120 posti letto nelle caserme per l’isolamento domiciliare fiduciario, l’assessore Icardi e il commissario Coccolo hanno ricordato i principali fronti di impegno dei militari in Piemonte. Un intervento straordinario che sta coinvolgendo stabilmente oltre 700 uomini, tra Esercito, Aeronautica, Marina Militare e Arma dei Carabinieri, senza contare le mobilitazioni per le necessità occasionali.

L’ESERCITO IN PIEMONTE

Nello specifico, in Piemonte il contributo dell’Esercito nell’ambito delle tre linee operative (sicurezza, supporto sanitario e concorsi operativi) coordinato dal Comando Truppe Alpine, è garantito dai Comandi presenti su tutto il territorio regionale. In particolare, il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito e il Comando militare Esercito Piemonte hanno messo a disposizione della Regione rispettivamente i padiglioni della caserma “Riberi” e l’intera Base logistico addestrativa di Bardonecchia, per un totale di 120 posti letto, per alloggiare persone che non hanno possibilità di isolamento domiciliare, mentre gli alloggi del ex circolo ufficiali di corso Vinzaglio vengono utilizzati per ospitare i medici e gli infermieri civili che lavorano nei reparti Covid, arrivati anche da fuori Regione, e che ne hanno fatto richiesta.

La Brigata alpina Taurinense ha poi integrato, su richiesta della Prefettura di Novara, con 53 Dragoni del 1° Reggimento Nizza Cavalleria di Bellinzago Novarese, il dispositivo già in atto di “Strade Sicure” per l’attività di controllo sul territorio assicurato dai due Raggruppamenti presenti, su base rispettivamente del Reggimento Artiglieria a Cavallo di Vercelli e del 5° Reggimento Lancieri di Novara di Codroipo (UD).

In termini di concorsi operativi, la Brigata ha garantito il trasporto di materiali (DPI, tute protettive) e attrezzature sanitarie dagli aeroporti di Torino-Caselle e Milano-Malpensa ai magazzini regionali della Protezione civile di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, oltre che la movimentazione interregionale e la distribuzione di materiale sanitario a favore della Protezione civile piemontese, compresa l’area sanitaria presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.

Infine, a seguito della richiesta avanzata dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, a partire dalla giornata del 25 aprile, la Brigata “Taurinense” al comando del generale di Brigata Davide Scalabrin, ha iniziato le operazioni di sanificazione nelle case di riposo maggiormente colpite dall’emergenza e che, entro il 10 maggio, prevede l’intervento su oltre 30 Rsa e circa 2.700 posti letto in tutto il Piemonte.

L’attività del personale medico e infermieristico militare di tutte e quattro le Forze Armate in supporto alla Regione, coordinata dal tenente colonnello Antonio Liguori (direttore del Poliambulatorio del Comando Militare Esercito Piemonte), è già in atto da settimane in molte province, a partire dal nuovissimo ospedale di Verduno e dal circostante territorio di Alba-Bra, dove già un nucleo di medici militari è impegnato nel sostegno ed nell’organizzazione delle Residenze sanitarie assistenziali, in forte sofferenza in questo periodo.

Inoltre, medici e infermieri con le stellette sono impiegati anche in altri nosocomi regionali come l’ospedale di Cuneo, presso cui opera un neurochirurgo, gli ospedali di Rivoli, Pinerolo, Vercelli, Alessandria, Saluzzo e l’Ospedale Oftalmico di Torino.

L’attuale dispositivo sanitario militare finora costituito da 19 medici e 29 infermieri, si è quindi potenziato ulteriormente da oggi, a seguito della richiesta di supporto da parte dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, con l’arrivo dei nuovi 25 marescialli infermieri da impiegare nelle Rsa del territorio regionale.

La giustizia a Torino ai tempi del Coronavirus

Per fornire ai lettori un quadro di sintesi della situazione attuale nelle aule di giustizia torinesi durante il periodo emergenziale in corso e per discutere delle prospettive prossime e future in questo importante e delicato settore, la redazione del Torinese ha interpellato l’avvocato Paolo Alberto Reineri, che si occupa prevalentemente di diritto civile e diritto amministrativo.

 

“Presso il Tribunale di Torino, come in quelli di tutta Italia – spiega l’avvocato torinese Paolo Alberto Reineri – hanno trovato ovviamente applicazione il rinvio delle udienze e la sospensione del decorso dei termini processuali decisi intorno a metà marzo dal Governo, a seguito dell’aggravamento dell’emergenza Covid in Italia.

 

Tuttavia, nelle ultime settimane, la situazione è in parte cambiata ed oggi risulta molto articolata.

 

Abbiamo fatto fatica anche noi avvocati a dipanare la matassa normativa, tra decreti legge, decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ordinanze regionali, provvedimenti dei presidenti di Tribunale, protocolli tra Consigli dell’Ordine e Uffici Giudiziari…”

 

“Un primo problema che è apparso subito evidente – spiega l’avvocato Paolo Alberto Reineri – è   stato quello della nostra mobilità, che si riflette sulla tutela dei clienti.

 

A livello nazionale, l’attività degli studi legali è tra quelle consentite (per codice AT.ECO.) dal D.P.C.M. del 22 marzo 2020, ma in alcune Regioni  come Lombardia e Piemonte  gli studi professionali sono stati chiusi (sino, per ora, al 3 maggio) con decreto del Presidente regionale. In Piemonte rimane consentito il cosiddetto “lavoro agile” mentre, presso lo studio, è possibile solo lo svolgimento delle attività urgenti. La valutazione dell’urgenza è rimessa all’avvocato ed è coperta da segreto professionale (così è specificato nei chiarimenti resi dalla Regione Piemonte). È però avvenuto che alcuni avvocati milanesi siano stati “multati” mentre si recavano in studio per ritirare fascicoli, come segnalato dal Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano. Non conoscendo i casi in questione nello specifico, non posso esprimermi in maniera tranchant, ma è probabile che si tratti di verbali illegittimi”.

 

“Per quanto riguarda la sospensione dei termini processuali civili – prosegue l’avvocato Paolo Alberto Reineri – dopo quasi dieci giorni di incertezze interpretative, dovute all’ambigua formulazione del decreto legge n. 11/2020 dell’8 marzo, la sospensione dei termini è stata disposta dal decreto legge n. 18/2020 del 17 marzo scorso, salvo che per limitate materie aventi ad oggetto la tutela di diritti fondamentali della persona (ad esempio, ordini di protezione contro abusi familiari, convalida di espulsioni ecc.), la cui trattazione è stata considerata urgente dal legislatore. In ogni caso, in qualsiasi materia il giudice è tenuto a dichiarare l’urgenza se la sospensione può gravemente pregiudicare le parti del processo. La sospensione dei termini è stata, quindi, prorogata dal decreto legge n. 23/2020 fino all’11 maggio prossimo.

Tuttavia, sebbene le previsioni di legge riguardino l’intero territorio nazionale, per determinate attività non vi è stata e non vi è ancora piena uniformità applicativa. Molti Tribunali, d’intesa con i Consigli dell’Ordine degli Avvocati, hanno adottato dei protocolli; a Torino, ad esempio, è stato stabilito il divieto (salvo che per i pochi procedimenti non sospesi) di depositare atti sino all’11 maggio prossimo per i giudizi in Corte d’Appello e – a seconda del tipo di atto – sino al 19 aprile, 26 aprile o 3 maggio per i giudizi al Tribunale. Diversamente il Tribunale di Cuneo ha continuato ad accettare depositi di atti introduttivi di nuove cause. Tali difformità dipendono –  è stato detto – dall’impossibilità, per il personale, di “scaricare” i depositi lavorando da casa in modalità smartworking. A Torino non vi sarebbe sufficiente personale presso il Palagiustizia, anche in considerazione del numero di vertenze, sicché si è preferito vietare tout court i depositi. I tribunali più piccoli hanno, invece, minori difficoltà da questo punto di vista”.

 

“Le udienze civili – prosegue l’avvocato Reineri – non si terranno sino all’11 maggio prossimo (salvo quelle urgenti);

poi, almeno sino a fine giugno (ma potenzialmente anche oltre, fino alla fine della fase emergenziale), la gran parte delle udienze civili si terrà mediante scambio di note scritte (se si tratta di udienze che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori), oppure mediante collegamento da remoto tramite l’applicativo Microsoft Teams (se le udienze non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori e dalle parti).

 

La sospensione dei termini nel processo amministrativo si è, invece, già conclusa il 15 aprile scorso, salvo che per la notificazione dei ricorsi (per questi ultimi la sospensione vige sino al 3 maggio prossimo . Tuttavia, le udienze nei giudizi amministrativi sono sostituite (sino a fine giugno) da brevi note che gli avvocati possono depositare fino a due giorni prima dell’udienza (che non è partecipata dai legali e dalle parti nemmeno da remoto). In questa fase i giudici del TAR decidono le cause previo collegamento tra loro in videoconferenza. Quanto, invece, ai termini di tutti i procedimenti amministrativi (quali, per esempio, le istanze di accesso ai documenti amministrativi, le pratiche edilizie, …), sono sospesi sino al 15 maggio prossimo”.

 

“Non mi occupo – spiega l’avvocato Paolo Alberto Reineri – se non marginalmente, di diritto penale e non posso, pertanto, esprimermi in merito con sufficiente competenza; è in atto, tuttavia, un acceso dibattito relativamente alla possibilità che una consistente parte delle udienze penali si tenga mediante collegamenti da remoto. Tale possibilità è stata prevista, sino (per ora) al 30 giugno, dalla legge di conversione del decreto legge n. 18/2020 (che è stata approvata dal Parlamento il 24 aprile ma non è ancora entrata in vigore).

Per alcuni l’udienza penale tramite collegamento da remoto è, in questa fase, necessaria e, comunque, rappresenta un elemento di importante innovazione; per altri (tra questi, le Camere penali) determina la violazione di alcuni principi (oralità e immediatezza su tutti), può ledere la privacy e – soprattutto –  limita la piena esplicazione del diritto di difesa, che si esercita anche osservando appieno il comportamento in aula delle parti e dei testimoni.

 

Il timore è che l’avvocato difensore possa essere messo in un angolo – relegato in un “quadratino” di Skype o Microsoft Teams – anche quando sarà terminata l’emergenza.

Considerando che nei processi penali è in gioco la libertà delle persone, vanno a mio avviso attentamente valutati tutti i pericoli di una smaterializzazione del giudizio”.

 

“A proposito di questioni che lambiscono il penale – aggiunge l’avvocato Paolo Alberto Reineri – ho ricevuto, insieme all’avvocato Daniele Labbate, mandato difensivo da un cliente a cui è stato notificato a metà aprile un DASPO (divieto di accesso a manifestazioni sportive), con obbligo di firma presso l’ufficio di polizia in occasione degli incontri sportivi. Poiché, in tal caso, la legge prevede che la memoria difensiva al GIP vada depositata entro 48 ore dalla notifica del DASPO (ed il relativo termine non è sospeso), sono stato costretto ad incontrare in studio il cliente per la sottoscrizione della procura, con tutte le complicazioni del caso. Questo è avvenuto in relazione a fatti dell’ottobre scorso e, soprattutto, in un momento in cui le competizioni sportive sono tutte sospese; occorrerebbe, forse, più ragionevolezza anche nelle prassi applicative, per scongiurare rischi di contagio quando possono essere evitati.

In generale, il quadro è estremamente composito, e comunque in evoluzione. Vi è il rischio che i prossimi mesi siano particolarmente caotici e che la “macchina della giustizia”, già precedentemente difettosa, possa gravemente sbandare.

A maggior ragione, noi avvocati dovremo essere in grado di essere un punto di riferimento per i cittadini, tutelando al meglio i loro diritti in un momento così difficile per tutti”.

Mara Martellotta

Mascherine lavabili distribuite dal 4 maggio. Ancora nuovi contagi e vittime

“Saranno lavabili i cinque milioni di mascherine che la Regione si appresta a distribuire gratuitamente ai cittadini piemontesi. Realizzate da aziende del territorio, potranno essere riutilizzate: un’iniziativa che fa del Piemonte la prima regione a dotare la cittadinanza di mascherine non monouso”

Lo ha annunciato l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi nel corso dell’informativa sull’approvvigionamento dei dispositivi di protezione e sulle caratteristiche delle mascherine acquistare dalla Regione, svolta nella seduta congiunta della prima e della quarta Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti e Alessandro Stecco.

Nel corso del proprio intervento l’assessore ha sottolineato che al momento le forniture di dispositivi sono sufficienti e che i camici, di cui un arrivo è previsto intorno al 5 maggio, sono al momento quelli di cui la regione ha maggior carenza.

Rispondendo a Paolo Ruzzola (Fi) e ad Andrea Cane (Lega) sui tempi della distribuzione delle mascherine l’assessore ha affermato che “i primi due milioni di mascherine saranno distribuite entro il 2 maggio e il resto a cavallo del weekend successivo. Oltre che per i cittadini, è prevista una fornitura per le aziende del trasporto pubblico, dal momento che con il passaggio alla fase 2 saranno obbligatorie sui mezzi pubblici”.

Alla domanda di Mauro Salizzoni, intervenuto per il Pd con Domenico RavettiDomenico RossiRaffaele GalloDaniele Valle e Diego Sarno, sulle modalità di distribuzione l’assessore ha dichiarato che “nella maggior parte dei casi avverrà porta a porta attraverso volontari incaricati dai Comuni. E, ove non sarà possibile, si procederà alla spedizione tramite Poste italiane”.

Sull’analisi dei dati sui contagi nelle Rsa, chiesta da Marco Grimaldi (Luv) l’assessore ha affermato che essa andrà fatta quando si disporrà di risultati definitivi a fine pandemia, soprattutto per affrontare eventuali nuovi focolai che potrebbero verificarsi nel corso della fase 2.

Sarah Disabato, intervenuta per il M5s con Ivano Martinetti, infine, ha suggerito all’assessore l’opportunità che la Regione prenda in considerazione la possibilità di mettere a disposizione dei cittadini mascherine dotate di copertura trasparente all’altezza della bocca per consentire ai sordomuti di leggere le labbra.

 

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di lunedì 27 aprile

4.442 PAZIENTI GUARITI E 2.355 IN VIA DI GUARIGIONE
Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 4.442 (187 in più di ieri): 417 (+33) in provincia di Alessandria, 166 (+10) in provincia di Asti, 218 (+19) in provincia di Biella, 483 (+16) in provincia di Cuneo, 369 (+10) in provincia di Novara, 2.246 (+86) in provincia di Torino, 228 (+7) in provincia di Vercelli, 257 (+5) nel Verbano-Cusio-Ossola, 58 (+1) provenienti da altre regioni.
Altri 2.355 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 2.913
Sono 54 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 15 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 2.913 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 542 ad Alessandria, 152 ad Asti, 157 a Biella, 230 a Cuneo, 250 a Novara, 1.287 a Torino, 156 a Vercelli, 109 nel Verbano-Cusio-Ossola, 30 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Sono 25.216 (+306 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.300 in provincia di Alessandria, 1.465 in provincia di Asti, 952 in provincia di Biella, 2.407 in provincia di Cuneo, 2.220 in provincia di Novara, 12.401 in provincia di Torino, 1.094 in provincia di Vercelli, 998 nel Verbano-Cusio-Ossola, 228 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 151 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 214 (-3 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.689 (- 138 rispetto a ieri)
Le persone in isolamento domiciliare sono 12.603
I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 140.996, di cui 74.630 risultati negativi.

Legenda del bollettino allegato

E’ allegata al bollettino la tabella riassuntiva dei dati di oggi.
Per agevolarne la lettura, si riporta qui di seguito la legenda.
Totale test processati: sono tutti i test effettuati, compresi quelli ripetuti sulla stessa persona, ad esempio per accertare la guarigione virologica, e quelli processati ma in fase di refertazione
Totale casi negativi: sono le singole persone con una diagnosi negativa
Totale casi positivi: sono le singole persone con una diagnosi positiva
Legenda dei grafici allegati

Grafico 1. Riportate le positività Covid-19 in Piemonte per giorno di diagnosi fino al 26 aprile 2020. La parte di istogramma colorata in blu rappresenta il numero di casi positivi riscontrati nelle Residenze sanitarie assistenziali per anziani (pari al 30% del totale delle diagnosi del 26 aprile 2020).

Grafico 2. Nel grafico sono riportate le positività Covid-19 in Piemonte per giorno di diagnosi fino al 26 aprile 2020 esclusi i casi delle Residenze sanitarie assistenziali per anziani.

 

Servizi di pulizia e sanificazione, arresti per corruzione

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Guardia di Finanza di Torino che sta eseguendo 3 ordinanze di custodia cautelare per corruzione legate all’aggiudicazione dei servizi di pulizie e sanificazione per l’emergenza “Coronavirus”.

Perquisizioni in corso a Torino, Venezia e Bari. L’operazione, denominata “LINDA”, è condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo piemontese e coordinata dalla locale Procura della Repubblica.

Gli arresti, disposti dal G.I.P. del Tribunale di Torino, riguardano uno dei due soci di un’impresa di pulizie con sede a Bari, assegnataria di appalti nei confronti di numerosi enti pubblici sull’intero territorio nazionale nonché nell’area torinese; un’ex dipendente della stessa società, emissario per il pagamento di una presunta “mazzetta” e un dipendente di un’altra impresa di pulizia con sede in provincia di Torino, che aveva svolto il ruolo di mediatore.

La vicenda di quest’oggi è l’ulteriore sviluppo delle indagini che lo scorso marzo hanno visto i Finanzieri arrestare il Presidente della Commissione della gara regionale centralizzata per l’affidamento dei servizi di pulizia per enti della Regione Piemonte e la responsabile tecnica della stessa azienda pugliese.  

In tale circostanza erano anche stati sequestrati 8mila euro in contanti, suddivisi in 2 mazzette da 3 e 5mila euro posti in una scatola di cartone.

Le misure restrittive a loro carico sono state recentemente confermate anche dal Tribunale del Riesame di Torino, che ha disposto inoltre la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per la durata di 1 anno, a carico del pubblico dipendente.

La prosecuzione delle indagini ha, come ricordato, permesso di raccogliere ulteriori elementi di colpevolezza nei confronti dei soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari odierni, in quanto si chiarivano le rispettive responsabilità nella vicenda corruttiva per gli appalti di sanificazione legati all’emergenza COVID-19 e il tentativo di inquinamento probatorio in corso.

L’operazione della Guardia di Finanza ha visto coinvolte le province di Torino, Bari e Venezia, dove sono in corso numerose perquisizioni presso le varie sedi della società di pulizie pugliese, abitazioni private degli arrestati e studi di consulenti fiscali e aziendali.

L’attività costituisce un’ulteriore testimonianza della costante attenzione rivolta dalla Guardia di finanza alla lotta alla corruzione, che altera le regole della sana competizione tra imprese, danneggia gli onesti e fa aumentare i costi dei servizi pubblici, in un momento, tra l’altro, di particolare emergenza per il Paese.

Controlli della Polstrada sulla Torino-Milano

Proseguono i controlli della polizia stradale sull’autostrada A4 Torino-Milano

All’altezza dell’area di servizio di Novara Nord, per  scoraggiare chi volesse recarsi nelle zone montane o lacustri, o presso le seconde case, in violazione delle disposizioni anti coronavirus, gli agenti hanno chiuso l’autostrada con sei pattuglie, con uscita obbligatoria dei mezzi nell’area di servizio. Sono state  controllate una sessantina di persone, quattro di loro sanzionate perché in viaggio senza comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre è stato  denunciato un cittadino colombiano che, pur essendosi messo in viaggio per fondati motivi di lavoro, si è rifiutato di esibire il proprio  permesso di soggiorno.

Prove di ripartenza, Mirafiori riapre a 250 lavoratori

Oggi, lunedì 27 aprile, tornano in fabbrica 250 lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori. Tutti disporranno di un kit di due mascherine e guanti monouso 

Obbligatorie le misure di sicurezza anti coronavirus. Si entra  uno alla volta e solo dalla Porta 2 attraverso  una tenda nella quale verrà controllata a ciascuno la temperatura con una telecamera termica e  il termo-scanner. Se qualcuno avrà più di 37,5  gradi di febbre, dovrà passare un secondo controllo e se la febbre sarà confermata, il lavoratore dovrà tornare  a casa.

Le misure di sicurezza sono state stabilite nell’accordo  con i sindacati Fim, Fiom e Uilm.

Il turno sarà soltanto uno: dalle 8 alle 16. I lavoratori  si dedicheranno alla 500 elettrica e alle relative le pre – serie, oltre all’attività di ricerca e sviluppo

 

Il virus cambia il mercato immobiliare