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Coronavirus, in Piemonte altri 12 morti e 1548 contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

29.898 PAZIENTI GUARITI VIROLOGICAMENTE E 1259 GUARITI CLINICAMENTE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.898 (+83 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3633 (+3) Alessandria, 1675 (+2) Asti, 934 (+0) Biella, 3019 (+9) Cuneo, 2842 (+5) Novara, 15.095 (+56) Torino, 1426 (+1) Vercelli, 1064 (+7) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 210 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 1259 sono guariti clinicamente.

I DECESSI SONO 4248

Sono 12 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4248 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 695 Alessandria, 259 Asti, 220 Biella, 408 Cuneo, 398 Novara, 1863 Torino, 231 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 53.248 (+1548 rispetto a ieri) di cui 799 (52%) sono asintomatici.

I 1548 casi sono così ripartiti: per il motivo del tampone 491 screening, 419 contatti di caso, 638 con indagine in corso: per l’ambito: 159 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 177 scolastico, 1212 popolazione generale; 3 sono importati.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5543 Alessandria, 2759 Asti, 1705 Biella, 6321 Cuneo, 4668 Novara, 27.682 Torino, 2124 Vercelli, 1560 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 398 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 488 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 8(+rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1483 (+121 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 16.272.

I tamponi diagnostici finora processati sono 931.476 (+11.847 rispetto a ieri),di cui 502.873 risultati negativi.

La Regione ha deciso: coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino

La Regione Piemonte ha deciso  il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino a partire da lunedì 26 impedendo gli   spostamenti esclusi quelli  per lavoro o urgenze.

Il governatore Cirio ha convocato la giunta, gli  epidemiologi e  i direttori sanitari delle ASL per verificare la situazione negli  ospedali. La scelta è stata fatta in base anche al nuovo bollettino dei contagi, oltre 2000 nelle 24 ore, sentiti anche i sindaci e le associazioni economiche.

Ordinanza del ministro della Salute d’intesa con il presidente della Regione Cirio che spiega: “Gli ultimi dati ci costringono a questa decisione”

Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi della pandemia, su tutto il territorio della Regione Piemonte a partire da lunedì 26 ottobre sono vietati gli spostamenti dalle 23 alle 5 del mattino, ad eccezione di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e urgenza, motivi di salute oppure il rientro a casa o presso la propria dimora, che dovranno essere certificate attraverso una autodichiarazione.

Lo definisce l’ordinanza appena firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza d’intesa con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

«D’accordo con i sindaci del territorio, abbiamo cercato di evitarlo intervenendo con misure chirurgiche, ma gli ultimi dati ci costringono a questa decisione», spiega il presidente Cirio al termine di una lunga giornata di confronto in costante contatto con il Ministero della Salute e con il territorio.
Fin da stamattina il presidente e la Giunta sono stati impegnati nel dialogo con i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti delle Province, le Prefetture, i rappresentanti degli enti locali e delle forze economiche e produttive, per valutare la situazione e decidere le misure da adottare e tutti hanno condiviso questa decisione.

«Sono misure dolorose, ma condivise – sostiene il presidente Cirio -, perché l’aumento del contagio degli ultimi giorni impone regole più rigide. Il sistema sanitario regionale piemontese e tutto il personale stanno facendo il massimo. ll potenziamento dei posti letto, delle terapie intensive e dei laboratori ci permette di combattere questa battaglia con maggior forza, ma servono comunque misure di contenimento modulate sull’evolversi dell’epidemia. Per questo lavoriamo ogni giorno con gli altri Presidenti, il Ministero della Salute e i nostri epidemiologi, monitorando ora per ora la situazione, pronti ad assumere, con la prudenza che ci ha contraddistinto fin dall’inizio, ogni decisione si renda necessaria per tutelare la salute pubblica».

Il modulo dell’autodichiarazione per certificare il motivo degli spostamenti indifferibili e urgenti è scaricabile sul sito del Ministero dell’Interno o della Regione Piemonte.

L’ordinanza sarà valida fino al 13 novembre 2020.

Ascoltiamo l’appello dei cento uomini di scienza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’appello del presidente dell’Accademia dei Lincei e di un centinaio di uomini di scienza che invitano il Governo ad assumere provvedimenti immediati e più stringenti per evitare il dilagare del contagio assume un valore molto particolare in un momento di sbando e di incertezza 

Chi scrive è stato bene attento negli scorsi mesi alla difesa dei diritti e delle garanzie costituzionali dei cittadini durante la clausura imposta dal Governo, ma la gravissima situazione in cui ci dibattiamo rende prioritaria la tutela del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
C’è chi in modo improvvido ha ironizzato sui cento “vecchietti”  che dovrebbero essere rinchiusi in una RSA, sottovalutando il valore di una denuncia tanto grave e del tutto inedita . Benedetto Croce diceva che  l’onestà degli uomini di scienza è una risorsa paragonabile alla pudicizia delle donne. Comprendo che oggi parlare di pudicizia faccia sorridere perché siamo in una società desertificata priva di ogni riferimento morale, ma l’appello di cento scienziati non può cadere nel vuoto. Non si tratta di persone che vogliono approfittare della pandemia per apparire in Tv a pontificare. Si tratta di persone serie che possono essere considerate, come diceva Luigi Firpo, dei monaci del sapere. Occorrono provvedimenti drastici subito, per salvare la vita degli italiani. Gli appetiti  delle corporazioni economiche passano in secondo piano. Anche la riapertura delle scuole che ha portato alla decuplicazione dei contagi va rivista e ripensata in modo rapido perché essa segna il netto fallimento del Governo sul piano della sicurezza. Il gravissimo problema dei trasporti non affrontato nei mesi scorsi è un altro elemento che provoca l’innalzamento dei contagi.   Quei cento scienziati che si rivolgono al Presidente della Repubblica non devono essere una voce nel deserto di una politica che non sa o non vuole decidere. Quando la casa brucia, le mezze misure non servono e sono necessari interventi adeguati al caso. I tempi degli assessori che vanno in viaggio di nozze durante la pandemia sono davvero finiti. Occorre severità, coraggio e decisione, abbandonando le incertezze di questi giorni che hanno già provocato troppi contagi e troppe morti. L’Accademia dei lincei, che è il più alto consesso scientifico italiano, va ascoltata e va ascoltata subito e non derisa. Scrivere che essa è la “terza età della scienza“ appare un’affermazione tanto offensiva quanto infondata. Se io penso al livello di alcuni miei amici  accademici come il microbiologo di fama internazionale  Giorgio Cavallo o il giurista sommo Giovanni Conso che fu presidente dell’Accademia, mi sorge spontaneo un moto di indignazione per i livelli bassissimi a cui siamo  giunti.

Coronavirus, oltre 2000 nuovi contagi e nove morti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.00

 

29.815 PAZIENTI GUARITI E 1187 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.815 (+ 107 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3630 (+12) Alessandria, 1673 (+3) Asti, 934 (+1) Biella, 3010 (+28) Cuneo, 2837 (+33) Novara, 15.039 (+20) Torino, 1425 (+3) Vercelli, 1057 (+7) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 210 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 1187 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4236

Nove decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4236 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 694 Alessandria, 258 Asti, 220 Biella, 405 Cuneo, 396 Novara, 1859 Torino, 230 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 51.700 (+ 2032 rispetto a ieri) di cui 1036 (51%) sono asintomatici.  

Dei 2032 casi: 628 screening, 817 contatti di caso, 587 con indagine in corso. Ambito: 293 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 273 scolastico, 1466 popolazione generale. I casi importati sono 6.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5435 Alessandria, 2671 Asti, 1655 Biella, 6037 Cuneo, 4616 Novara, 26.869 Torino, 2060 Vercelli, 1528 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 386 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 443casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 84(+5 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1362(+136 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 15.016

I tamponi diagnostici finora processati sono 919.629 (+ 12665),di cui 495.464risultati negativi.

 

Bollettino Covid: 11 morti e 1550 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17,30

 

29.708 PAZIENTI GUARITI E 953 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.708 (+ 95 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3618 (+15) Alessandria, 1670 (+0) Asti, 933(+2) Biella, 2982 (+19) Cuneo, 2804 (+9) Novara, 15.019 (+46) Torino, 1422 (+4) Vercelli, 1050 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 210 (+0) provenienti da altre regioni. Altri 953 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4227

Undici i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4227 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 693 Alessandria, 258 Asti, 218 Biella, 404 Cuneo, 395 Novara, 1855 Torino, 230 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 49.668 (+ 1550 rispetto a ieri) di cui 799 (52%) sono asintomatici.  

Dei 1550 casi: 564 screening, 515 contatti di caso, 471 con indagine in corso. Ambito: 94 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 194 scolastico, 1262 popolazione generale. I casi importati sono 6 su 1550.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5330 Alessandria, 2593 Asti, 1601 Biella, 5683 Cuneo, 4400 Novara, 25785 Torino, 1466 Vercelli, 2014 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 377 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 419casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 79 (+5 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1226 (+115 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.475

I tamponi diagnostici finora processati sono 906.964 (+ 11.565),di cui 487.794 risultati negativi.

 

Covid 19, al via in Piemonte l’uso dei test rapidi

Il presidente Alberto Cirio: “siamo la prima Regione in Italia ad aver predisposto un programma così strutturato”

In Piemonte inizia da oggi l’utilizzo dei test rapidi per individuare le persone positive al Coronavirus: a renderlo noto è stato il presidente della Regione, Alberto Cirio, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche gli assessori alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e alle Politiche sociali, Chiara Caucino, e il commissario dell’area Giuridico-Amministrativa dell’Unità di Crisi, Antonio Rinaudo.

La dotazione complessiva è di 2,4 milioni di test, frutto di una gara indetta in estate insieme alla Regione Veneto: 1 milione è stato già acquistato (600 mila dal Dirmei e 400 mila dalle aziende sanitarie), il resto è stato già ordinato.

La consegna della prima fornitura da un milione si concluderà la prossima settimana e 164.000 test sono già stati consegnati in queste ore sul territorio (50.000 alla Città della Salute di Torino, 19.000 all’Asl Città di Torino, 2.000 alla TO5, 900 alla TO3, 1.000 al San Luigi di Orbassano), 59.000 a Cuneo, 15.000 ad Asti, 13.500 ad Alessandria, 2.000 a Biella, 1.600 a Novara, 300 a Vercelli, mentre i primi quantitativi per il VCO sono in consegna nei prossimi giorni.

“Saranno impiegati – ha illustrato il presidente Cirio – per testare casi sospetti di Covid, negli ospedali e nei pronto soccorso, per screening nelle scuole e nella Rsa e residenze per anziani, oltre che sul personale sanitario, sulle forze dell’ordine, negli uffici giudiziari e nelle Prefetture. Se qualcuno risulterà positivo entrerà in isolamento e sarà sottoposto al tampone molecolare per la conferma della positività, con tempi più veloci perché il sistema dei laboratori, grazie ai test rapidi, dovrà analizzare meno tamponi. Chi otterrà esito negativo potrà invece riprendere la sua normale attività e il risultato sarà inserito sulla piattaforma Covid. Posso dire con orgoglio che siamo tra le prime Regioni in Italia ad aver predisposto un programma così strutturato”.

Il test rapido potrà essere richiesto anche da ogni cittadino che voglia sottoporsi a questo accertamento: dalla prossima settimana potrà essere prenotato in farmacia (a un costo fra i 30 e i 45 euro), che poi invierà un infermiere al domicilio, o presso i laboratori pubblici e privati riconosciuti dalla Regione.

Particolare attenzione sarà dedicata alle Rsa e residenze per anziani: “È stato concluso un lavoro di cui sono orgoglioso – ha dichiarato il presidente Cirio – che ha ottenuto l’assenso delle rappresentanze datoriali e costituisce l’ossatura di questo piano, insieme alla scuola, per la parte pubblica: da domani alla fine di gennaio ogni 15 giorni i 60.000 ospiti e dipendenti di ogni struttura saranno sottoposti al test rapido, grazie al supporto operativo dei distretti sanitari e della Protezione civile”.
“Queste strutture – ha sottolineato l’assessore Caucino – devono sentirsi protette e tutelate, e il piano conferma l’attenzione che abbiamo nei loro confronti”.

L’assessore Icardi ha invece affermato che “si sta chiudendo anche un accordo per dare ad ogni medico la possibilità di effettuare, a spese del sistema sanitario regionale, il test rapido in studio, in ambulatori distrettuali, nelle Case della Salute o negli ambulatori aggregati”.

Coronavirus, i nuovi contagi a quota 1800. Sette vittime

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17,30

 

29.613PAZIENTI GUARITI E 854 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti sono 29.613 (+ 171rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3603 (+14) Alessandria, 1670 (+2) Asti, 931 (+6) Biella, 2963 (+43) Cuneo, 2795 (+21) Novara, 14.973 (+67) Torino, 1418 (+12) Vercelli, 1050 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 210 (+6) provenienti da altre regioni. Altri 854 sono “in via di guarigione”.

 

I DECESSI SONO 4216

Settei decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4216 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 692 Alessandria, 258 Asti, 215 Biella, 402 Cuneo, 393 Novara, 1853 Torino, 229 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 48.118 (+ 1799 rispetto a ieri) di cui 967 (54%) sono asintomatici.  

Dei 1799 casi : 583 screening, 662 contatti di caso, 554 con indagine in corso. Ambito: 108 RSA, 259 scolastico, 1432 popolazione generale. I casi importati sono 8 su 1799.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5228 Alessandria, 2555 Asti, 1545 Biella, 5429 Cuneo, 4308 Novara, 24856 Torino, 1990 Vercelli, 1439 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 371 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 397casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 74 (+12 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1111(+74 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.250

I tamponi diagnostici finora processati sono 895.399 (+ 13.621),di cui 481.163 risultati negativi.

 

 

Covid, tampone rapido antigenico alle forze dell’ordine

L’attività di screening sierologico sulle Forze dell’Ordine, già avviata in primavera, prosegue con l’aggiunta di un nuovo strumento, il cosiddetto tampone rapido antigenico, per assicurare modalità di tracciamento del virus sempre più complete e aggiornate a chi è più esposto al contagio.

Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, dopo aver incontrato, ieri sera, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine per concordare le modalità dell’operazione, con il coordinamento dell’Asl Città di Torino.

L’iniziativa coinvolgerà complessivamente circa 20 mila operatori su base volontaria, tra appartenenti a Forze dell’Ordine, Forze Armate, Polizia Locale, Vigili del Fuoco e lavoratori dei Tribunali ordinari, amministrativi e contabili.

«Come nel caso del personale sanitario – commenta l’assessore Icardi – è importante prestare la massima attenzione al tracciamento del contagio tra gli agenti, gli operatori delle Forze dell’ordine e del Sistema giudiziario che agiscono a diretto contatto con la popolazione, in qualsiasi situazione di emergenza. Un’iniziativa che rientra a pieno titolo nei piani strategici della prevenzione attuati dalla Sanità regionale per arginare il contagio».

I primi test verranno eseguiti sul personale dei Carabinieri e della Polizia di Stato, compresa la Polizia penitenziaria, a cominciare da inizio novembre.

Contagi in salita, centri commerciali chiusi nel weekend

Le piazze della a movida di Torino saranno chiuse dalle 21 o dalle 22,   e chiuderanno anche i  centri commerciali nei weekend, tranne i supermercati alimentari presenti al loro interno

Prevista anche la didattica a distanza per le scuole superiori. Da lunedì, le classi dalla seconda alla quinta superiore alterneranno lezioni in presenza e a distanza per diminuire l’affluenza sui  sui mezzi pubblici.

I locali potranno restare aperti oltre le 18 solo  in presenza di  posti a sedere.

Così ha deciso il Cosp,  il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza di Torino. Il governatore Cirio vorrebbe provvedimenti più stringenti, a fronte dei 1400 contagi registrati nelle ultime 24 ore.

Le nuove ordinanze della Regione Piemonte:

MISURE ANTI COVID: IN PIEMONTE DIDATTICA A DISTANZA AL 50%

ALLE SUPERIORI PER LE CLASSI DALLE SECONDE ALLE QUINTE

E CHIUSURA DEI CENTRI COMMERCIALI NEL FINE SETTIMANA

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha firmato due nuove ordinanze per intensificare le misure di contenimento della pandemia, al termine di una lunga giornata di confronto con le Prefetture, i sindaci, i presidenti di Provincia, il mondo della scuola e le organizzazioni di categoria.

Da lunedì 26 ottobre le Scuole Secondarie di Secondo Grado (Statali e Paritarie) dovranno alternare la didattica digitale a quella in presenza, per una quota non inferiore al 50%, in tutte le classi del ciclo, ad eccezione delle prime.

“Questo ci consentirà di garantire la nostra priorità – precisa il presidente Cirio -, cioè di mantenere le scuole sempre aperte, evitando che ogni settimana 75.000 ragazzi si affollino sui mezzi di trasporto per recarsi a scuola, con un notevole rischio di contagio. Parliamo di ragazzi che hanno più di 14 anni e che, quindi, possono stare in casa anche da soli, senza creare disagio al lavoro dei genitori”.

“Le lezioni nelle scuole dell’infanzia, elementari, medie si svolgeranno invece sempre in presenza – sottolinea l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino – si tratta di una forma educativa fondamentale e irrinunciabile e anche per chi frequenta il primo anno delle superiori verrà consentito di continuare ad apprendere con continuità il nuovo metodo di studio e di sviluppare il senso di appartenenza al gruppo tra compagni e con gli insegnanti. Se dovesse essere necessario proseguire anche più avanti nell’anno con questa modalità valuteremo una attenzione analoga anche per i ragazzi che si avvicinano alla maturità”.

L’ordinanza nasce da un lavoro di condivisione con tutto il mondo della scuola e di stretta collaborazione tra la Regione e la sua Unità di crisi, con il commissario dell’Area giuridico amministrativa Antonio Rinaudo e l’Ufficio scolastico regionale, con il direttore Fabrizio Manca.

Le scuole, nella loro autonomia, individueranno le misure che riterranno più idonee per l’organizzazione della didattica a distanza, tenuto conto dell’organico e del contesto organizzativo interno.

Una seconda ordinanza della Regione Piemonte prevede inoltre a partire già da questo weekend la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica, ad esclusione degli esercizi di vendita di generi alimentari, farmacie e studi medici, locali di ristorazione e tabaccherie.

L’ordinanza conferma inoltre la chiusura notturna, dalla mezzanotte alle 5, di tutte le attività commerciali al dettaglio (ad eccezione delle farmacie) e il divieto di vendita di alcolici dopo le ore 21 in tutte le attività commerciali (anche attraverso apparecchi automatici), escluso il servizio di consumazione al tavolo negli esercizi di ristorazione.

“Sono scelte di rigore, prudenza e buon senso – evidenzia il presidente Cirio -. Quello che possiamo fare oggi ci permette di non chiudere tra qualche settimana bar, ristoranti, parrucchiere, centri estetici e negozi”.

“Siamo perfettamente coscienti che l’intero comparto del commercio abbia già subito pesanti conseguenze – sottolinea l’assessore al Commercio Vittoria Poggio -, ma le restrizioni di oggi sono purtroppo una scelta necessaria per prevenire provvedimenti futuri ancora più restrittivi, che rappresenterebbero un danno ancor più grave per tutto il settore”.

Entrambe le ordinanze sono valide fino al 13 novembre