Confronto tra due generazioni. Anna Rossomando da 40 anni è in politica. Sara Tosetto di 21 anni è al secondo anno di Scienze politiche

Una giornata al Senato

Entrando al Senato si entra dentro ad un’altra dimensione. Una certa emozione ci pervade, ci si lascia dietro il caos di una Roma solare. A due passi Piazza Navona piena di turisti. Gentilezza ed attenzione dei commessi e forze di polizia. Diventa naturale il rispetto per il silenzio che non prevede minimamente il rumore, meno che mai la voce alta. Sembra quasi di non essere in Italia. A parte le battute si respira aria di serietà. Sapete, le istituzioni sono sempre le istituzioni. Terzo piano e siamo arrivati: appuntamento alle 15 30 con la vice Presidente del Senato, Anna Rossomando. Puntualissima ci fa entrare, non abbiamo molto tempo. Alle 16,30 iniziano i lavori d’aula. Inizia il confronto tra due generazioni. Anna Rossomando da 40 anni è in politica. Sara Tosetto, di 21 anni, è al secondo anno di Scienze politiche indirizzo internazionale, Università 3 di Roma.Passione comune, appunto, la politica. Più che confronto è Sara (emozionatissima) che fa mille domande tra curiosità e voglia di conoscere per capire.

Presidente, da quanto è in politica e perché si è appassionata alla politica?

Verso i 15 16 anni, per passione, ero al liceo classico Massimo Dazeglio, anni di fortissime tensioni e contrasti. La famiglia mi ha instradato,  mio padre avvocato e mia madre insegnante. Elemento unificante era ed è credere nella democrazia. Anni contro il terrorismo di destra e di sinistra, gli anni del rapimento Moro come gli anni dei 35 giorni alla Fiat per la difesa del posto di lavoro. Anni in cui il conflitto ti formava, ti  temprava.

A Che cosa non ha mai rinunciato?

A studiare. Dammi pure del tu, Sara. Per me conoscere e soprattutto approfondire è sempre stato un imperativo categorico. E mi sono sempre trovata bene. Un consiglio che ti do Sara, è quello di studiare e poi ancora studiare.

Orgogliosa e contenta d’essere stata eletta Vicepresidente del Senato?

Eletta.  Ecco la parola ” magica “. E’ un momento complesso questo, per il mio partito (il PD) e per la stessa tenuta democratica del nostro Paese. Essere eletta in un momento così delicato mi dà una grande responsabilità verso chi mi ha eletto e soprattutto verso il Paese. Ti assicuro non è retorica. Desidero assolvere appieno le mie funzioni istituzionali, una delle quali è quella di garantire la piena dialettica tra le parti politiche in Parlamento.

E per la carriera politica?

Non ho mai inteso la politica come carriera.

Il PD ti aiuta nel tuo lavoro?

Come Vice presidente no e non sarebbe neppure logico farlo. Come senatrice cerco io di aiutarlo, ammesso che si voglia far aiutare. Il mio partito sta vivendo uno dei momenti più difficili della storia della sinistra nel nostro Paese, dobbiamo darci tutti, politici e non, da fare. Ci sono ancora militanti che con la loro passione possono rivendicare con ragione di tornare ad essere protagonisti. Ripeto, io non voglio lasciare nulla di intentato.

Prima hai parlato di questione democratica. Spiegati meglio…

Ho esagerato? Non penso proprio. Le dichiarazioni di Casaleggio contro l’attuale sistema parlamentare sono un esempio, Grillo che un giorno e l’altro pure attacca il Presidente della Repubblica ne è un altro. Poi, Salvini e Di Maio che attaccano i poteri di garanzia democratica dello Stato. Quando si levano critiche, queste sono rimandate al mittente con la motivazione: “si facciano eleggere!” Affermazione in contrasto con la concezione liberal democratica della nostra Democrazia.

Ultima domanda: sei ottimista o pessimista?

Realista. Non voglio cadere e non cado nel cinismo, ma trovo nel lavoro le risposte possibili ai problemi.

Anna Rossomando è  stata molto esaustiva. Ci congeda.

“Vi chiedo scusa ma ora vi debbo proprio lasciare. Ma voi continuate il vostro giro al Senato”.

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Mi dice Matteo (suo strettissimo collaboratore) che possiamo assistere all Seduta. Così una commessa d’aula ci scorta non prima d averci invitato a lasciare i dispositivi elettronici. Per il pubblico è vietato. Come sono altre le regole da rispettare. Come silenzio, cravatta ed abbigliamento adeguato. Inizia la seduta. E i nostri occhi inseguono l insieme dell emiciclo.  Come si comportano i senatori mentre “scorrono” i vari interventi? Non tutti sono attenti. Anzi direi la maggioranza particolarmente distratta. Ma si sa, anche le democrazie hanno difetti. Sara mi guarda decisamente stupita. Ma obbediente al silenzio rimanda le eventuali domande usciti. Usciti Roma come al solito è bellissima. È il tempo delle risposte. Camminiamo molto, diverse le domande. Le risposte sono riassunte nella famosa frase del Presidente partigiano Sandro Pertini. Preferisco la più imperfetta democrazia, alla più perfetta delle dittature. Ci accorgiamo di transitare sotto la casa dove visse Giacomo Matteotti, me lo fa notare Sara. Matteotti ucciso dai fascisti. Casuale forse l’incontro con la Storia. Ma non casuale la difesa anche morale di questa Storia. E Roma è ancora più bella.

 

Patrizio Tosetto