CINEMA

Piero Chiara e il cinema

“Molte volte, rivedendo uno dei film tratti dai miei libri, mi sembra di sognare. È avvenuta, nel passaggio, un’alterazione cromosomica che ha dato vita a una creatura imprevista e imprevedibile, ma non più mia”

I romanzi di Chiara sono stati fonte di ispirazione per il cinema dai primi anni ’70. Alcuni dei più famosi registi della commedia all’italiana – da Dino Risi ad Alberto Lattuada –, tra le pagine dei racconti del narratore del lago Maggiore, scavando nelle storie della “provincia”, all’ombra dei campanili e nel vociare delle osterie, sono andati a scovare i soggetti e i tipi giusti per raccontare il costume italiano. A dire il vero, Piero Chiara nutriva un atteggiamento del tutto particolare, spesso incredulo se non addirittura critico verso il cinema. Riferendosi all’adattamento dei suoi testi sul grande schermo, lo scrittore non nascondeva una vena malinconica: “Molte volte, rivedendo uno dei film tratti dai miei libri, mi sembra di sognare. È avvenuta, nel passaggio, un’alterazione cromosomica che ha dato vita a una creatura imprevista e imprevedibile, ma non più mia“. In un altra occasione, commentando la cessione dei diritti dei suoi libri per le versioni televisive o cinematografiche, appare ancora più sconsolato: “Vendere un libro al cinema è come vendere un cavallo: si può sperare che il padrone lo tratti bene, non lo sforzi, lo nutra a dovere, ma poi non si può andare a vedere come sta. Il nuovo padrone lo può anche macellare“.

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Nonostante questo scarso entusiasmo, sono stati otto, salvo errori ed omissioni, i film tratti da Piero Chiara trasferiti sullo schermo. Ai quali vanno aggiunti almeno quattro riduzioni televisive. Spesso le ambientazioni hanno visto, come scenari naturali, i due laghi Maggiore e d’Orta. Il primo film, diretto da Lattuada nel 1970, è “Venga a prendere il caffè da noi”, tratto da “La spartizione”, con uno straordinario Ugo Tognazzi nella parte del ragionier Emerenziano Paronzini. Il protagonista, in cerca di “sistemazione”, incontra le tre sorelle Tettamanzi, di ognuna delle quali “coglie” il meglio. Interamente girato a Luino, paese natale di Chiara, sulla sponda lombarda del lago Maggiore, ebbe tra gli estimatori il maestro Luis Buñuel che, dopo averlo visto, scritturò l’altra protagonista, Milena Vukotic, per “Il fascino discreto della borghesia”. Un anno dopo, esce “Homo eroticus”, di Marco Vicario, con Lando Buzzanca, Rossana Podestà, Luciano Salce. La commedia di costume sceneggiata da Piero Chiara, anche interprete nel ruolo del “giudice”, riscosse un grande successo di pubblico e vide tra i protagonisti anche Nanni Svampa e Lino Patruno. “Il piatto piange” di Paolo Nuzzi (1974), è il più “felliniano” dei film tratti dai racconti di Chiara. Le interminabili partite a carte, il profumo delle donne, i sotterfugi sentimentali, gli amici, i coprifuochi dei fascisti. Le avventure del Càmola (Aldo Maccione) nella Luino degli anni ’30, venne adattato da Chiara per lo schermo insieme al regista, con Macario nei panni dello scemo del paese in una delle sue ultime apparizioni e una splendida Agostina Belli. Girato a Orta, con una incursione sopra Luino per le scene finali, è un film dove quasi si sente l’odore del lago.

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Nel 1976, firmata da Francesco Massaro, esce nelle sale “La banca di Monate”, tratto dall’omonimo racconto con Walter Chiari, Magali Noël e Vincent Gardenia, ambientato sulla sponda “magra” del Verbano venne girato ad Omegna, sul lago d’Orta. E il comune ci guadagnò la tinteggiatura del municipio che, nel film, era la sede della banca. Con la regia di Dino Risi, un anno dopo, nel 1977, ecco “La stanza del vescovo”, con Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Patrick Dewaere. Un giovane avventuriero in barca a vela, un libertino decadente e senza scrupoli, una fanciulla sposata per procura, tutti insieme sul Lago Maggiore, tra le due sponde, le isole e i castelli di Cannero. Tratto dal romanzo omonimo, il film si presenta come un gotico d’autore che gioca sulle atmosfere lacustri più inquietanti. Tre anni dopo è la volta de “Il cappotto di Astrakan”, per la regia di Marco Vicario con Johnny Dorelli, Carole Bouquet e Andréa Ferréol. Da Luino a Parigi, ospite dell’ambigua madame Lenormand (Andréa Ferréol) e innamorato di Valentine (Carole Bouquet), quella di Piero (Johnny Dorelli) è un’odissea surreale perché le due donne sono rispettivamente moglie e amante del suo sosia Maurice, temutissimo rapinatore che ama indossare un cappotto di astrakan. Il regista sfrutta in questo caso il tema del doppio così caro alla commedia italiana, sfruttando il composito cast internazionale. Con Nanni Svampa tra i protagonisti, è stato uno dei film che hanno incassato di più tra quelli tratti dai romanzi di Chiara. Devono passare quasi 35 anni per vedere nei cinema ( nell’aprile 2014 ) un film tratto da un racconto di Piero Chiara : è “Il Pretore “, diretto da Giulio Base e interpretato da Francesco Pannofino, trasposizione cinematografica di un racconto breve –Il pretore di Cuvio –pubblicato da Mondadori nel 1973, che divenne uno dei migliori successi dello scrittore luinese. Detto dei film, occorre anche menzionare gli sceneggiati per la tv, a partire da “I giovedì della signora Giulia” del 1970, diretto da Massimo Scaglione con un grande Claudio Gora, tratto dal romanzo di Chiara. Nel 1975 lo scrittore collabora alla realizzazione dello sceneggiato Rai “Un uomo curioso”, con Gabriele Ferzetti nella parte del protagonista, tratto dal suo racconto “L’uovo al cianuro” e ambientato sul lago Maggiore. Un altro film per la tv è “Il balordo”, uno sceneggiato di Pino Passalacqua del 1978, girato a Orta con un grande Tino Buazzelli e una straordinaria interpretazione ( nei panni del “ginetta”) di un giovane Teo Teocoli. Infine, la passione per il nobile veneziano Giacomo Casanova, spinge Piero Chiara a sceneggiare per Pasquale Festa Campanile il film per la Rai intitolato “ Il ritorno di Casanova” nel 1980, con Giulio Bosetti. Le storie di Piero Chiara, anche attraverso film e sceneggiati, sono arrivate così al grande pubblico. E con essere la “provincia” profonda, i laghi, i piccoli paesi. Insomma, quell’Italia “minore” che in realtà è il volto del paese vero.

Marco Travaglini

Job Film Days (JFD), il festival di cinema dedicato al lavoro

Tornano i Job Film Days (JFD), il festival di cinema dedicato alle tematiche del lavoro e dei diritti nato nel 2020 grazie a una felice intuizione dell’Associazione Sicurezza e Lavoro, che da oltre dieci anni opera per promuovere salute, sicurezza e diritti nei luoghi di lavoro.

L’edizione 2021 è organizzata dalla nuova Associazione Job Film Days in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e altri importanti partner. La manifestazione, forte del successo dell’anno passato, si prefigge nuovi obiettivi e guarda avanti. I JFD di quest’anno si svolgeranno infatti dal 22 al 26 settembre 2021, passando da una durata di 3 a una durata di 5 giorni e coinvolgeranno due delle sale del Cinema Massimo di Torino, per una programmazione più ampia e articolata. Per tutta la durata del festival inoltre, grazie alla sinergia con i partner della manifestazione, verranno organizzati eventi e proiezioni in altri luoghi della città.

Proprio in funzione di questo programma ricco di collaborazioni e di iniziative, l’associazione e il festival – diretto anche quest’anno da Annalisa Lantermo – stanno lavorando fiduciosi di poter offrire al pubblico un evento in presenza diffuso sul territorio cittadino che celebri al contempo la crescita della manifestazione e un felice ritorno in sala.

Primo atto ufficiale del festival è l’apertura delle iscrizioni alle due sezioni competitive: il concorso internazionale dedicato al cinema documentario che racconta i diversi aspetti del mondo del lavoro (Premio Cinematografico Internazionale “Lavoro 2021” JFD – INAIL Piemonte) e quello dedicato ai cortometraggi realizzati in Unione Europea da registe e registi under 40 che raccontano i lavori “emergenti” e le sfide del lavoro contemporaneo (Premio “Job for the Future” JFD – Camera di commercio di Torino).

Con la seconda edizione, Job Film Days lancia anche il nuovo logo, simbolo dell’incontro tra lavoro e cinema. Il logo celebra questo incontro trovando nel dinamismo la caratteristica principale della sua forma: proprio nello spazio multiforme e senza limiti del cinema, il lavoro trova infatti un luogo ideale per essere raccontato, problematizzato, indagato. Il logo simboleggia quindi la volontà della neonata associazione e del festival di interessare, stimolare e far riflettere il pubblico – attraverso la forza espressiva del linguaggio cinematografico – sulla continua trasformazione della realtà del lavoro e sull’urgenza di porsi sempre all’ascolto della contemporaneità fluida che viviamo.

Le opere selezionate per il Premio Cinematografico Internazionale “Lavoro 2021” JFD – INAIL Piemonte, istituito in collaborazione anche con il Museo Nazionale del Cinema, gareggeranno per i seguenti premi sostenuti dalla Direzione Regionale Inail: Premio al miglior documentario (4.000 Euro), Premio al miglior soggetto (2.000 Euro), Premio del pubblico (1.000 Euro).

Le opere selezionate per il Premio “Job for the Future” JFD – Camera di commercio di Torino, gareggeranno per i seguenti premi: Premio al miglior cortometraggio (5.000 Euro), Premio alla miglior regia (3.000 Euro), Premio al miglior soggetto sulla realtà italiana (2.000 Euro).

Job Film Days ringrazia tutti i partner che stanno lavorando a sostegno della nuova edizione del festival: Associazione Sicurezza e Lavoro, Museo Nazionale del Cinema, Cgil, Cisl e Uil Torino, Camera di commercio di Torino, INAIL Piemonte, Magistratura Democratica, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Archivio Nazionale del Cinema di Impresa, Ismel, Fondazione Vera Nocentini e Istituto Gramsci del Polo del ’900, Aiace Torino, Associazione Museo Nazionale del Cinema, Sistema Culturale Blanderate con il Comitato “Se 8 ore”, FabLab Pavone Torino, Pontificia Università Cattolica del Perù, Festival de Cine di Lima, Opera Torinese del Murialdo, CNA Torino, ILO Italia.

Leggi qui il bando e iscrivi il tuo film al Premio Cinematografico Internazionale “Lavoro 2021”.

Leggi qui il bando e iscrivi il tuo film al Premio “Job for the Future”.

“Con molto piacere lanciamo la seconda edizione dei Job Film Days – dichiara Annalisa Lantermo, direttrice JFD – che si svolgeranno dal 22 al 26 settembre 2021, speriamo in presenza, al Cinema Massimo e in altre location cittadine. Sono cresciute le partnership, le giornate e i premi. Stiamo lavorando, con un gruppo più ampio di collaboratori qualificati, per una nuova edizione più ricca di film e incontri per affrontare le tematiche più attuali sul lavoro. Vi invitiamo fin d’ora a seguirci e a partecipare numerosi, a partire dall’adesione ai Premi per documentari internazionali e cortometraggi a livello europeo, indetti grazie alla preziosissima collaborazione di Inail Piemonte e Camera di commercio di Torino”.

“Anche quest’anno l’Inail Piemonte sarà presente al festival cinematografico Job Film Days – annuncia Giovanni Asaro, direttore regionale dell’Inail Piemonte – confermando la fiducia nel progetto che abbiamo visto nascere e anzi rafforzando l’impegno dell’Istituto rispetto all’edizione 2020. All’Istituto sono stati attribuiti dal legislatore compiti di promozione della sicurezza sul lavoro: indire per la seconda volta il Premio Cinematografico Internazionale ‘Lavoro 2021’ JFD – INAIL Piemonte rappresenta una preziosa opportunità per diffondere valori come la prevenzione degli infortuni, il reinserimento lavorativo delle persone con disabilità, il rispetto delle diversità di genere, e sensibilizzare il pubblico, in particolare i più giovani, attraverso la potenza del linguaggio cinematografico, che entra nel vivo delle coscienze. Inoltre, con soddisfazione vediamo ampliarsi la rete delle qualificatissime collaborazioni rispetto all’anno passato (Museo Nazionale del Cinema, ILO Italia, Camera di commercio di Torino, Opera Torinese del Murialdo, solo per citarne alcune) ciascuna delle quali, grazie al suo angolo visuale, porta il suo specifico contributo al superamento delle ingiustizie e delle emarginazioni per esaltare i valori del lavoro legale e sicuro, al fine di concorrere al miglioramento delle condizioni di tutti gli attori del mondo del lavoro, dei lavoratori, dei datori di lavoro e anche di chi il lavoro l’ha perso o non lo ha ancora trovato”.

“Il lavoro del futuro in tutte le sue accezioni, dall’innovazione tecnologica alla green economy, dallo smart working alla responsabilità sociale: questi i temi che faranno da sfondo alle opere che concorreranno al JFD – Job for the Future, il Premio che quest’anno – spiega Dario Gallinapresidente dell’ente camerale torinese – la Camera di commercio di Torino ha deciso di sostenere. I dati ci dicono che già oggi 35 imprese piemontesi su 100 fanno fatica a reperire sul mercato del lavoro i profili più innovativi. La velocità dei cambiamenti impone, quindi, una riflessione attenta che dal mondo del cinema si estenda all’intera società civile, per affrontare insieme trasformazioni inevitabili, ma anche ricche di opportunità”.

“È importante che il Museo Nazionale del Cinema torni a collaborare con i Job Film Days – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema – dal momento che il tema lavoro è uno dei più urgenti di questo momento. Sarà prezioso il contributo del festival per riflettere su come il cinema affronti questi argomenti dai punti di vista più diversi, mettendo a confronti i problemi che affrontano i lavoratori e le lavoratrici di tutto il mondo”.

Resistenza e Deportazione, otto film per il 50° dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza

Venerdì 16 aprile l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza  presenta Resistenza e Deportazione , un cofanetto digitale con otto film per il 50°anniversario dell’ente che ha sede a Torino in via del Carmine.  L’evento si terrà alle 18.00 sul canale youtube.com/Ancresistenza con  la partecipazione di Stefano Allasia, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Franco Prono (presidente dell’Ancr) , Bruno Gambarotta,  degli storici Giovanni De Luna e Bruno Maida, degli studiosi dell’Ancr Paola Olivetti e Corrado Borsa.

L’iniziativa è patrocinata e sostenuta dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte.

storia, cinemaSi tratta di un progetto di restauro e riedizione digitale di alcune produzioni documentarie sui temi della Resistenza e della deportazione scelte fra le molte realizzate dall’Ancr nel corso degli anni della sua storia. “Un cofanetto digitale che oltre a contenere otto dei diversi film realizzati, offre la possibilità di esplorare molti materiali di testo, sonori e foto-cinematografici legati ai nuclei storici rappresentati nei documentari”,ricorda Corrado Borsa, del comitato direttivo Ancr. L’obbiettivo è in primo luogo quello di mettere a disposizione delle scuole, on line, opere di sicura efficacia sul piano didattico, realizzate con molti materiali d’epoca, testimonianze di protagonisti, riprese e montaggio coinvolgenti, spesso per varie ragioni difficoltosamente reperibili da tempo.

Pensato inizialmente per le scuole l’Ancr si è reso conto quasi da subito dell’importanza dei materiali che stava organizzando per la pubblicazione online, destinandoli a tutta la cittadinanza. Certo per insegnanti e studenti avere a disposizione il materiale di ricerca e di documentazione storica insieme al film – sottolinea Paola Olivetti, direttrice dell’ Ancr – rappresenta un’opportunità per studiare la storia attraverso l’analisi critica dei film proposti e delle fonti messe a disposizione”. Il restauro e la riedizione delle opere potrà avviare la realizzazione di un ampio catalogo articolato per temi chiave della storia del Novecento italiano ed europeo, che potrà essere implementato di anno in anno con altre opere realizzate dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. I dossier di accompagnamento costituiti da materiali d’epoca, schede e indicazioni per ulteriori ricerche ne favoriranno la diffusione come risorsa didattica e divulgativa. E’ possibile esplorare il cofanetto dalla homepage del sito dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, www.ancr.to.it . Il banner “Resistenza e deportazione – Esplora i materiali e guarda i film” consente con un semplice ‘clic’ di entrare in uno spazio a sé con una sua identità e autonomia specifiche.

Ecco l’elenco di titoli che l’Ancr ha reso adeguatamente fruibili e disponibili:

Lotta partigiana, di Paolo Gobetti e Giuseppe Risso, Italia, 1975, 60′, B/N.Una raccolta viva e articolata delle migliori immagini raccolte durante la Resistenza. Il film offre immagini di vita e di lotta in diversi paesi d’Europa: dalle prime bande italiane e jugoslave ai maquis del Vercors in Francia, dalle lotte sulle Alpi e sugli Appennini alla liberazione di Parigi, Milano e Torino.

Le prime bande, di Paolo Gobetti , Italia 1984, 16mm, 60′, B/N e colore.Gli inizi della guerra partigiana vengono rievocati senza retorica né intenti celebrativi, discutendo soprattutto le difficoltà e gli entusiasmi di questi primi tentativi; indagando, al di là dei ricordi, i problemi di “apprendistato” di questa nuova forma di lotta, gli imprevisti della vita quotidiana, i risvolti anche dolorosi nell’esercizio della giustizia e la creazione di nuovi ideali. Attorno ai principali testimoni – Nardo Dunchi, Guido Quazza e Nuto Revelli – si muove tutta una serie di personaggi provenienti degli ambienti più diversi, le cui testimonianze arricchiscono il panorama degli eventi situati tra l ́8 settembre 1943 e il marzo 1944.

Storia di lotta e deportazione, di Giovanna Boursier e Pier Milanese, 2002, 711, colore. Questo film nasce dalla collaborazione con la Survivors of The Shoah Visual History Foundation di Los Angeles, costituita da Steven Spielberg, che ha raccolto in 57 paesi più di 50.000 interviste a testimoni che hanno vissuto l’esperienza della persecuzione nazista e fascista, della deportazione, dello sterminio. Per quanto riguarda l’Italia è questo il secondo video a essere realizzato e si occupa di vicende e situazioni riferite al Piemonte. Delle molte drammatiche storie, degli sconvolgenti destini raccontati davanti alla telecamera in moltissime ore di registrazione, si propongono solo alcuni frammenti, scelti fra quelli che meglio evocano l’esperienza generale. Dopo una premessa, sui ricordi di vita ebraica negli anni Venti e Trenta, irrompe il racconto della violenta, sorprendente e sconvolgente frattura rappresentata dalle leggi razziali del 1938, a cui segue il periodo incerto della guerra, fino agli anni 1943/45, in cui la persecuzione assume il volto della volontà di sterminio e i destini drammaticamente si divaricano: chi viene deportato, chi riesce in qualche modo a nascondersi e a fuggire, chi sceglie la strada della Resistenza, con tutti i rischi che anch’essa comporta. Esemplari i destini di Primo Levi e di Luciana Nissim, catturati come partigiani e deportati come ebrei.

Il dolore dei poeti, di Pier Milanese, 2005,42’, B/N, colore. Il dolore dei poeti parte da alcune liriche scritte da poeti che hanno perso dei cari nella guerra partigiana. Si tratta di Pier Paolo Pasolini, il cui fratello Guido morì è  nell ́oscuro episodio di Porzus; Corrado Govoni, padre di Aladino, morto alle Fosse Ardeatine; Nino Costa, il cui figlio Mario morìè nel corso di una battaglia in Val Chisone. Seguendo il filo rosso delle poesie, recitate da tre diversi attori, il video raccoglie molte testimonianze sulla Resistenza in tre diverse zone italiane: Roma, il Friuli e il Piemonte. Tra gli intervistati, Rosario Bentivegna, Mario Fiorentini, Vanni Padoan e Rodolfo Sacco.

Colonne sonore della Resistenza, di Corrado Borsa, Pier Milanese, Andrea Spinelli, Italia 2007, 43′, colore. Il documentario, mettendo in relazione una selezione rappresentativa di canti partigiani piemontesi eseguiti dallo storico gruppo folk torinese “Cantovivo” e considerazioni storico critiche, vuol essere un’introduzione alle matrici culturali e alle tipologie che spesso rimangono ignorate o non debitamente considerate come fonte di conoscenza del mondo partigiano nella pura e semplice tradizione di quel retaggio musicale. Aneddoti e brevi testimonianze di partigiani fanno da contrappunto a un ricco tessuto di immagini d́’epoca, ricavate dal pur limitato repertorio di film girati da cineamatori nell’ambito di varie formazioni partigiane del Piemonte, che riproducono nel film diversi contesti, quello della quotidianità è della vita in banda in montagna e in collina – quando appunto fra l’altro i canti vengono elaborati e poi cantati intorno al fuoco – e quello dei giorni dell’insurrezione e della liberazione, quando anche il canto e è un’affermazione di nuove idee e di nuovi valori che si affermano e che si vorrebbero realizzare.

Confini contesi – La frontiera delle Alpi occidentali 1940-47 di Alberto Signetto, 2013, B/N e colore. L’opera ripercorre le tappe salienti di sette anni, dal giugno del 1940, quando la regione alpina occidentale, che costituisce da sempre una realtà è culturalmente ed economicamente omogenea, viene investita dalla guerra voluta da Mussolini, fino alla firma della pace fra la Francia e la neonata repubblica italiana nel 1947. Si toccano le vicende dell’occupazione italiana in Francia, dell’occupazione tedesca delle valli italiane e francesi dopo l’8 settembre, della lotta di Resistenza, che si mostrerà capace di ricucire nella cooperazione fra partigiani italiani e francesi lo strappo doloroso determinato dall’aggressione dell’Italia di Mussolini alla Francia, per arrivare alla fine della guerra e alla liberazione dal nazifascismo, quando però , ancora una volta, emergeranno logiche di divisione e questioni di confine fra stati. Nel film si utilizzano testimonianze di partigiani, interventi di storici e un’ampia documentazione d’epoca, immagini cinematografiche, fotografie, carte e mappe, manifesti, documenti militari, partigiani e civili, e riprese video di vari luoghi chiave.

Cime e valli della 17a – La storia della 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima”,di Alberto Signetto, 2011, 65’, colore. L’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza ha realizzato un film documentario sulla Resistenza nell’area del Col del Lys, l’area della Bassa Val di Susa più vicina a Torino in cui operò la 17a Brigata garibaldina intitolata a Felice Cima (uno dei primi comandanti di bande partigiane valsusine subito dopo l’8 settembre). E’ un nuovo capitolo del percorso con cui l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, con la preziosa collaborazione, in questo caso, degli amici del Comitato Resistenza Col del Lys, punta a combinare i luoghi, le loro dimensioni naturali, sociali, memoriali, con gli eventi e i personaggi protagonisti della storia del Novecento, e, in primo luogo, della Resistenza, che in essi hanno lasciato dei segni in forme varie, lapidi, periodiche commemorazioni, musei locali, una toponomastica peculiare e quant’altro. Rispetto alle vicende della 17a, va detto che fin dall’immediato dopo guerra gli stessi protagonisti hanno espresso un preciso impegno a ricordare, assumendo come simbolo l’eccidio nazifascista del 2 luglio 1944, in cui furono furono catturati ventisei giovani partigiani disarmati poi brutalmente seviziati e abbandonati lungo la strada che dal Colle del Lys porta verso Colle San Giovanni. Da anni è stato elevato un grande cippo e costituito un museo proprio sul colle, fin dall’immediato dopoguerra si organizza una manifestazione che raccoglie molte adesioni da tutto il Piemonte e non solo.

I giorni di Torino. 18 aprile – 6 maggio 1945, di Pier Milanese, 2015, 60’, colore. Nel film si ripercorrono i giorni fondamentali dell’insurrezione e della liberazione di Torino, dallo sciopero  preinsurrezionale al giorno della sfilata per le vie cittadine dei partigiani in armi. E’ una grande vicenda corale, con i suoi eroi e i tanti decisivi atti di coraggio e di solidarietà che la città sa esprimere. Per raccontarla si sono scelti brani di racconti di tanti protagonisti che ricostruiscono gli eventi in un montaggio incalzante. I luoghi e il clima sono evocati da materiali cinematografici e foto d’epoca. Il livello dei rischi affrontati dai partigiani (e, di riflesso, dalla città), la durezza degli scontri, l’accurata predisposizione di un piano di guerra messo a punto dai comandi della Resistenza e il prodursi di imprevisti tali da mettere alla prova la capacità reattiva e la duttilità dei comandi, dei reparti armati e degli apparati di sostegno, la fuga notturna scelta a un certo punto dalle ingenti forze dell’occupante tedesco e dei fascisti di Salò che presidiavano Torino, il raggiungimento di tutti gli obbiettivi, compresa la salvaguardia delle strutture produttive e delle infrastrutture della città, senza alcun aiuto diretto da parte degli Alleati, rendono chiara e significativa la vittoria partigiana e degni di nota l’inquadramento, il controllo e l’autocontrollo dei combattenti nel corso delle operazioni, che impediscono quasi sempre inutili spargimenti di sangue e consentono subito dopo agli amministratori civili prescelti dal Cln piemontese di assumere ed esercitare pienamente le loro funzioni.

“Lavori in Corto. Restiamo umani”

Lancio del bando del concorso cinematografico nazionale, con proiezione del film-documentario “#387”
Giovedì 15 aprile, online su Streen.org

18 aprile 2015. Al largo della costa libica nel naufragio della nave-barcone fantasma che li trasportava verso il nostro Paese, perdono la vita inghiottiti dalle acque – che per loro dovevano essere strada salvifica da indicibili violenze, da anni di guerre, fame e miseria – oltre mille migranti, in gran parte, provenienti dalla Mauritania meridionale, dal Senegal e dal Mali. Fu quella la tragedia con il più alto numero di vittime nel Mediterraneo dal secondo conflitto mondiale ad oggi. Impressionante il numero dei dispersi per la cui identificazione, attraverso i poveri oggetti ritrovati (una lettera, qualche foto, una felpa, una cintura o un semplice paio di pantaloni) hanno lavorato per anni missioni umanitarie internazionali attraverso ricerche minuziose nei Paesi d’origine, dove spesso null’altro si trovava se non ferite profonde mai emarginate. A raccontarle e a descriverle nitidamente è il film-documentario del 2019, “#387” di Madeleine Leroyer, coprodotto da Enrica Capra di “GraffitiDoc”, che verrà trasmesso gratuitamente e online su Streen.org, giovedì 15 aprile, dalle 18 e per ventiquattro ore. Evento scelto non a caso dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” (ANMC) per lanciare, lo stesso giorno, in occasione anche del decimo anniversario della scomparsa dell’attivista per i diritti umani e reporter Vittorio Arrigoni, il bando dell’ottava edizione del concorso cinematografico nazionale “Lavori in Corto”, sottotilato quest’anno “Restiamo umani”, per ricordare il motto con cui Arrigoni era solito concludere i suoi articoli dalla Palestina.


“Da sempre – commenta Vittorio Sclaverani, Presidente dell’AMNC – lo spirito che accompagna il concorso è quello di lavorare sui temi più urgenti del nostro presente con il doppio obiettivo di documentare e denunciare ingiustizie da una parte e, allo stesso tempo, di raccontare esperienze positive e buone pratiche da diffondere tra la cittadinanza e nelle nostre comunità. Restiamo umani è il titolo scelto per questa edizione, in omaggio a Vittorio Arrigoni, con la speranza di stimolare giovani registi a condividere le loro opere e i loro sguardi alle molteplici forme di solidarietà che si sono attivate dal basso, in particolare negli ultimi mesi, in un mondo in cui si acuiscono e si accrescono le disuguaglianze e dove i diritti sembrano essere sempre più messi ai margini. Riteniamo quindi necessario porre l’attenzione ai più fragili, agli ultimi e ai penultimi come i migranti, i minori, le donne, i detenuti, i poveri, le persone con disabilità, le minoranze anche di genere e tutti coloro che chiedono maggiori diritti in ambito politico, civile, sociale, educativo, culturale, lavorativo, religioso, e ambientale”.


Il bando resta aperto due mesi fino al 15 giugno ed è rivolto a tutti i registi under35 italiani e stranieri operanti sul territorio nazionale. Saranno accolti film, cortometraggi di finzione, documentari brevi, animazioni e docu fiction non superiori ai 30 minuti, realizzati in una data non antecedente al 1° gennaio 2019. I film che non rispettano questi parametri potranno essere valutati come “opere fuori concorso”. L’iscrizione è gratuita e la selezione sarà curata dallo staff dell’“AMNC”. Nel corso dell’estate avverrà la restituzione dei lavori presentati con la premiazione dei vincitori decretati da una giuria composta da professionisti del settore cinematografico, da attivisti dei diritti umani e dai rappresentanti delle realtà partner del progetto. Tre i Premi in palio: il Primo dedicato al regista indipendente e militante Armando Ceste, scomparso nel 2009, offerto da “Nova Coop” per un valore di Mille Euro; il Gran Premio della Giuria, dedicato quest’anno a Vittorio Arrigoni, con un valore di 600 Euro e il Premio assegnato dalla “Fondazione Montessori Italia” al miglior film che tratterà i diritti dell’infanzia, con un valore di 600 Euro.
Il film “#387” sarà disponibile anche dal 16 al 18 aprile su OpenDDB, con una donazione libera responsabile.

gm

“Riporta il cinema a Racconigi!”

Ha fatto centro la campagna di crowdfundingorganizzata dall’Associazione “Progetto Cantoregi”

Racconigi (Cuneo)

Non più solo una chimera. Il desiderio annoso di gran parte, è pensabile, dei racconigesi – cinefili e non – si sta pian piano avverando. A Racconigi sta infatti prendendo forma e concretezza il sogno di serate cinematografiche e di cineforum presso la sede della Soms (ex Società Operaia di Mutuo Soccorso) al civico 23 di via Carlo Costa.

Grazie ai fondi raccolti con la campagna di crowdfunding “Riporta il cinema a Racconigi!”(realizzata nei mesi scorsi nell’ambito del progetto “Crowdfunding 2020. Nuove risorse per dare fiducia al Terzo Settore”, promosso dalla Fondazione CRC, in collaborazione con Rete del Dono), l’Associazione Culturale “Progetto Cantoregi ha finalmente acquistato il nuovo proiettore video e il nuovo telo daproiezione. E alla “Soms” s’assiste, in questi giorni, a un gran fermento per i lavori di montaggio, così daessere pronti a ripartire non appena l’emergenza sanitaria lo permetterà, offrendo ai cittadini la possibilità diimmergersi nella magia del cinema su grande schermo.

La valutazione delle migliori apparecchiature al miglior prezzo è stato effettuata grazie alla consulenza e collaborazione di Luca Marengo, esperto nel settore.

L’acquisto del proiettore e del telo è stato possibile grazie alle donazioni di 200 persone che hannopermesso di arrivare alla cifra di 7.500 euro, a cui si aggiungono 5mila euro di sostegno della Fondazione CRC.

Intanto è sempre aperto il sondaggio cinematografico sulle pagine Facebook e Instagram di Progetto Cantoregi” per capire quali siano i film più amati dai racconigesi e dai cittadini del territorio, in modo da proiettare alcuni di quelli più richiesti non appena teatri e cinema potranno riaprire.

Con una particolare e lodevole attenzione alla comunità, Progetto Cantoregi sta anche coinvolgendo le associazioni locali nella pianificazione delle proposte cinematografiche: le proiezioni di film per bambini e famiglie saranno organizzate in collaborazione con l’Associazione Goccia dopo goccia, mentre le rassegne di pellicole più adatte al pubblico dei giovani saranno realizzate in collaborazione con l’Associazione Tocca a noi.

Info: 335.8482321 – www.progettocantoregi.it – info@progettocantoregi.it – Fb Progetto Cantoregi – Tw@cantoregi – IG Progetto Cantoregi.

g. m.

Film Fund, la Regione sostiene cinema e tv

La Regione ha confermato anche per quest’anno il sostegno al programma «Piemonte Film Tv Fund» dedicato alle imprese di produzione audiovisiva, cinematografica e televisiva con una dotazione di 1,5 milioni di euro. La delibera, approvata questa mattina dalla Giunta, porta la firma degli assessori alle Pmi, Andrea Tronzano e alla Cultura, Vittoria Poggio: entro metà aprile sarà pubblicato sul sito della Regione l’avviso con i criteri e i requisiti per partecipare alla selezione.

L’ASSESSORE ALLA CULTURA, VITTORIA POGGIO: «SEGMENTO IN ESPANSIONE CHE HA PRODOTTO RICADUTE DI 21 MILIONI NEGLI ANNI PRECEDENTI»

«In questi anni il consumo di prodotti televisivi e cinematografici da parte delle famiglie è aumentato moltissimo – ha sottolineato l’assessore Poggio – In questo periodo sono presenti in Piemonte numerose troupe impegnate nella realizzazione di riprese per il cinema e per la tv. Si tratta, quindi, di un segmento in grande espansione da sostenere come industria a cui dare valore per aiutare le aziende e allo stesso tempo per mantenere viva la cultura audiovisiva e cinematografica nata proprio a Torino assieme con la Rai».

«Un comparto quello delle attività audiovisive – aggiunge l’Assessore Tronzano – che esprime, come ho potuto verificare di persona nel corso delle visite alle aziende, professionalità eccellenti nel nostro territorio, con un numero multiforme di micro piccole e medie imprese che operano con grande qualità. Piemonte Film Tv Fund si conferma uno strumento valido per favorire lo sviluppo economico e professionale del settore della produzione cinematografica e televisiva.

Il provvedimento rientra nel pacchetto di misure a sostegno del comparto della Cultura. Il progetto «Piemonte Film Tv Fund» già avviato negli anni precedenti ha dato origine a ricadute economiche di 21 milioni di euro a fronte dei 4 assegnati dalla Regione a titolo di contributo.

«L’esperienza di “Piemonte Film Tv Fund” – ha aggiunto l’assessore Poggio – nel triennio 2018-2020 è stata molto positiva: a fronte di 27 opere finanziate e di 4 milioni di euro di contributi a fondo perduto concessi alle imprese, vi è stata una ricaduta in termini complessivi sul Piemonte tra personale, beni e servizi e strutture ricettive superiore ai 21 milioni di euro».

Questo settore, soltanto per quanto riguarda la filiera cinematografica tra produttori, distributori, industrie tecniche, esercenti, produttori di apparecchi cinematografici genera un giro d’affari di circa 4 miliardi di euro in Italia e vede attive oltre 2.000 aziende, in prevalenza di piccole dimensioni il 97% delle quali è sotto i 10 milioni di fatturato.

“Venaria in corto” seconda edizione

21.0 GIOVANI E TECNOLOGIA. IL MONDO DEL DIGITALE È IL TEMA DELLA SECONDA EDIZIONE DI “VENARIA IN CORTO”

Pubblicato il bando per la partecipazione al concorso di cortometraggi

“Venaria in corto” lancia la sua seconda edizione, dal titolo “Giovani 21.0”. Quest’anno, il concorso di cortometraggi, promosso dalla Città di Venaria Reale in collaborazione con la Factory della Creatività, è infatti dedicato al rapporto fra giovani e tecnologia nella dimensione del web e della comunicazione. La partecipazione è rivolta agli under 35, sia italiani sia stranieri.

Dopo la prima edizione vinta dal regista Marco Mingolla con “Dalia”, a cui hanno partecipato 29 cortometraggi provenienti da tutta Italia, l’obiettivo della rassegna 2021 è di dare ai partecipanti la possibilità di confrontarsi con il tema del digitale, nelle sue molteplici forme, raccontando come le giovani generazioni vi si relazionano.

Dichiara il sindaco di Venaria Reale, Fabio Giulivi: «Gli elaborati dovranno avere come tema il rapporto tra i giovani e il digitale, tema molto attuale, soprattutto nell’anno della pandemia che ha sconvolto il mondo nella modalità dello svolgimento delle lezioni attraverso la DAD, ma anche nella modalità di svolgimento del lavoro attraverso lo smart working. È cambiato il rapporto dei giovani per quanto riguarda la socializzazione: i nuovi mezzi di comunicazione oggi possono unire, ma sappiamo anche che possono dividere. Quindi il rapporto fra giovani e digitale diventa un tema all’attenzione anche dalle cronache, con tutto quello che riguarda il cyber-bullismo e gli altri problemi che abbiamo visto in questo periodo».

L’assessore alle Politiche giovanili, Paola Marchese ha inoltre sottolineato il ruolo di centralità che la Città di Venaria Reale dà ai giovani attraverso questa iniziativa: «Gli strumenti tecnologici hanno modificato sostanzialmente la quotidianità di tutti noi, per questo vogliamo sapere cosa pensano e qual è il punto di vista dei giovani di questo processo di cambiamento. A loro chiediamo di partecipare a questo concorso perché per noi è importante che i giovani del nostro territorio, ma non solo, si possano confrontare con queste iniziative».

Importante novità di quest’anno in tema di partecipazione giovanile, è la scelta di aprire il concorso anche alle scuole. Gli studenti appassionati di cinematografia sono infatti chiamati a confrontarsi con la telecamera attraverso il supporto di un docente di riferimento che ne coordinerà le attività di regia.

A seconda dell’età dei candidati a “Venaria in corto”, si potrà concorrere per la sezione riservata agli studenti delle scuole superiori di secondo grado in qualità di gruppo classe o inter-classe, oppure per la sezione riservata ai giovani registi fra i 18 e i 35 anni che potranno partecipare anche nella forma di gruppo come regia collettiva. Chi adotterà la Città di Venaria Reale come ambientazione del cortometraggio, inoltre, avrà la possibilità di concorrere anche per il premio “Menzione Città di Venaria Reale”.

I premi saranno così suddivisi:

•    Miglior cortometraggio – buono acquisto di € 750 e targa celebrativa;
•    Menzione scuole – buono acquisto di € 250 e targa celebrativa (premio riservato alle scuole superiori di secondo grado);
•    Menzione Città di Venaria Reale – buono acquisto di € 250 e targa celebrativa.

Il concorso è aperto a cortometraggi della durata massima di 20 minuti, in lingua italiana o straniera con sottotitoli in italiano. I lavori presentati devono essere stati realizzati da non più di tre anni e non aver ricevuto premi o menzioni in altri concorsi. Il termine ultimo per poter inviare i propri lavori è previsto il 31 maggio 2021, l’iscrizione è gratuita.

Il bando è pubblicato sul sito www.comune.venariareale.to.it
Per maggiori informazioni è possibile scrivere a venariaincorto@comune.venariareale.to.it
La prima edizione è visibile su  www.venaria.tv . Altre informazioni sulle pagine Facebook Città di Venaria Reale e Factory Venaria Reale.

Cinema al femminile Incontro con la regista Alice Filippi

Sulla pagina facebook della Biblioteca civica Arduino

Serata d’eccezione, a Moncalieri, per celebrare la giornata dei diritti della donna. La biblioteca civica Arduino festeggia l’8 marzo insieme ad Alice Filippi, giovane e già affermata regista, presentandola in dialogo con l’assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità Laura Pompeo e con Valerio Vigliaturo, direttore del premio Inedi-To-Colline di Torino. L’appuntamento è lunedì 8 marzo alle ore 18 in diretta streaming sulla pagina facebook della biblioteca: @bibliomonc. L’evento è a cura dell’associazione Il Camaleonte. 

Alice Filippi è nata a Mondovì nel 1982. Diplomata alla New York Film Academy in regia, ha lavorato con Carlo Verdone come aiuto regista in molte pellicole del regista romano. Tra le altre: “Il mio miglior nemico”, “Grande Grosso e Verdone”, “Posti in piedi in Paradiso”, “Cenerentola – una favola in diretta”, “Sotto una buona Stella”. E’ stata anche collaboratrice alla regia su set imporanti, al fianco tra gli altri di registi del calibro di Ron Howard, Sam Mendes, Clint Eastwood. La sua opera prima, “Sul più bello”, ha spopolato nelle sale italiane, in particolare tra i più giovani, nel 2020. E’ stata anche candidata con un suo documentario al David di Donatello. 

Dall’inizio del nostro mandato, ormai 6 anni fa, abbiamo dato priorità assoluta e continuativa alle politiche di genere e al tema delle pari opportunità – dichiara soddisfatta l’assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità Laura Pompeo – Un lavoro che parte quindi da lontano, un passo dopo l’altro, per superare gli stereotipi di genere e aiutare la comunità a elaborare questi temi sul piano culturale. Anche e soprattutto così si superano le condizioni alla base di tanti episodi, anche recenti e gravi, di violenza sulle donne. Episodi purtroppo in aumento anche per il difficile contesto sociale ed economico determinato dalle misure di contenimento del virus”. Su questi temi il sesto anno di mandato è partito alla grande lo scorso autunno: “Abbiamo proposto in streaming due rassegne, entrambe partecipatissime – traccia un bilancio Pompeo – ‘Il 25 Novembre è tutti i giorni’ in collaborazione con Artemixia e ‘Donne di valore’ con il Rosa e il Grigio”. Infine, la biblioteca offrirà diversi spunti di riflessione sui diritti della donna, proponendo ai suoi lettori una selezione di libri e film sul tema, da prendere in prestito.

Ciak! Piemonte che spettacolo!

Fino al 24 marzo aperto il bando per registi e videomaker

AL VIA IL PROGETTO CHE UNISCE CINEMA E PERFORMING ARTS PER VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE

Dalle OGR al Castello di Rivoli, dal Planetario InfiniTo al Museo di Scienze Naturali di Torino, da Bene Vagienna nel Cuneese al Broletto di Novara e al Parco Paleontologico Astigiano. E ancora: da Villa Giulia sul lungolago di Pallanza nel Verbano al Museo Borgogna di Vercelli, dal Ricetto di Candelo nel Biellese al Castello di Casale Monferrato nell’Alessandrino. Alcuni dei più importanti luoghi-simbolo d’arte e cultura del Piemonte diventeranno set cinematografici d’eccezione per dieci compagnie di teatro, musica, danza e circo contemporaneo, grazie a “CIAK! Piemonte che Spettacolo”.

Questo progetto innovativo è stato ideato e messo in campo da Fondazione CRTFilm Commission Torino Piemonte e Fondazione Piemonte dal Vivo, per promuovere le eccellenze del patrimonio storico, architettonico, paesaggistico e i talenti delle performing arts, attraverso la realizzazione di dieci clip e cortometraggi d’autore destinati alla diffusione locale, nazionale e internazionale. Un’iniziativa che unisce il valore culturale a quello economico-occupazionale, con l’obiettivo di rilanciare il territorio anche in chiave turistica, e far ripartire i comparti dello spettacolo e delle produzioni audiovisive messi a dura prova dalla pandemia. Un segnale forte e concreto, realizzato grazie alla rinnovata sinergia tra Fondazione CRT e le due Fondazioni partecipate della Regione Piemonte.

Fino al 24 marzo è aperto il bando che selezionerà registi e videomaker. Le dieci location, diffuse in tutte le province del Piemonte, saranno individuate all’interno di una rosa che comprende: le OGR, il Museo di Scienze Naturali, Palazzo Madama, l’Armeria Reale, il Planetario InfiniTo, Stupinigi, il Castello di Rivoli (Torino); il Parco Paleontologico Astigiano e il complesso di beni gestito dalla Fondazione Asti Musei (Asti); il Castello di Casale Monferrato (Alessandria); il Castello di Racconigi, il Castello di Govone, Bene Vagienna con Casa Ravera, Palazzo Lucerna di Rorà e la Confraternita dei Disciplinati Bianchi (Cuneo); il Broletto di Novara; il Museo Borgogna (Vercelli); Villa Giulia (Verbania), il Ricetto di Candelo (Biella).

A ognuna delle dieci sedi sarà abbinata una compagnia di performer dal vivo e una produzione cinematografica, che “abiteranno” gli spazi d’arte e cultura con progetti site-specific, parte integrante della narrazione video.

Il bando e i documenti per partecipare sono disponibili sul sito di Piemonte dal Vivo alla pagina dedicata: www.piemontedalvivo.it/ciak.

 

Entro maggio saranno pronte le dieci opere, ognuna in tre formati diversi (59 secondi, 2 minuti e 59, cortometraggio). A partire dalla tarda primavera, quindi, clip e cortometraggi rappresenteranno una nuova opportunità di valorizzazione e promozione sia dei luoghi sia dei talenti della creatività (performer e videomaker), catalizzando l’attenzione di un pubblico ampio ed eterogeneo attraverso il mercato nazionale e internazionale cinematografico e televisivo, i circuiti indipendenti, i festival.

Allo stesso tempo, i filmati contribuiranno al rafforzamento delle strategie di promozione turistica e di marketing territoriale del Piemonte, attraverso molteplici canali quali, ad esempio, siti web e social media, stazioni ferroviarie, metropolitane, aeroporti, enti pubblici e privati orientati al rilancio del turismo culturale.

Il 5 marzo alle ore 11 è in programma un webinar di approfondimento sul bando, dedicato a registi, videomaker, società di produzione e tutti gli interessati, che potranno così rivolgere domande specifiche sulle modalità di partecipazione. Per segnalare il proprio interesse a seguire il webinar, è necessario scrivere una mail a eventi@fctp.it.

Il logo e l’immagine coordinata del progetto “CIAK! Piemonte che Spettacolo” sono stati ideati dallo studio torinese IKIGAI Media.

“Il progetto che ha saputo unire cinema e performing arts per valorizzare il nostro territorio dal punto di vista culturale e turistico, non solo è innovativo e originale, ma riesce ad attivare il settore economico-occupazionale in un momento in cui far ripartire i comparti dello spettacolo e delle produzioni audiovisive, messi in ginocchio dalla pandemia, è fondamentale. La bellezza delle dieci location che verranno scelte, spaziando in tutte le province del Piemonte, non farà che rafforzare la promozione turistica del nostro territorio attraverso le seduzioni dell’arte cinematografica. A tutti l’augurio di grandi successi”, commenta Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte.

Riaccendiamo i riflettori sulle molte eccellenze culturali del territorio, con un progetto anticiclico in collaborazione con le istituzioni: un segnale concreto per far fronte alla crisi e accelerare la ripresa, per costruire una nuova normalità fondata sulla fiducia”, dichiara il Presidente di Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

Anche se teatri, cinema e spazi per concerti sono temporaneamente chiusi al pubblico, le Istituzioni sono chiamate – per loro stessa mission – a sostenere il comparto della cultura, immaginando forme di intervento che valorizzino il ruolo di artisti, tecnici e maestranze dello spettacolo nell’ottica di una auspicabile ripartenza. Lavoriamo dunque affinché i Beni e le Attività culturali siano, al tempo stesso, un presidio da tutelare nel presente ma anche uno straordinario strumento per costruire il futuro”, dichiara la Presidente di Piemonte dal Vivo Angelica Corporandi d’Auvare.

 

Secondo il Presidente di Film Commission Torino Piemonte Paolo Damilano “questo progetto sintetizza al meglio la naturale connessione tra cultura e turismo, tra audiovisivo e valorizzazione del territorio. Il rilancio turistico di luoghi e architetture passa e parte spesso proprio dal cinema, che ne enfatizza egregiamente la bellezza e l’unicità. Siamo orgogliosi di essere parte attiva di questa iniziativa grazie alla quale la nostra regione si fa ancora una volta pioniera, mettendo a sistema tre asset di eccellenze: arti performative, cinema e luoghi simbolici del territorio”.

Arti performative, il coordinamento raddoppia

A un mese dalla presentazione al Cineteatro Baretti, tantissime le richieste di adesione arrivate al nuovo coordinamento delle arti performative di Torino che vede salire a 55 il numero di associazioni e compagnie teatrali aderenti. Venerdì 26 febbraio il primo webinar in collaborazione con Torino Arti Performative

 

 Prosegue e si rafforza la rete dello spettacolo dal vivo a Torino. Ventinove nuove realtà – fra associazioni, compagnie e singoli professionisti – hanno deciso di unirsi a C.Ar.Pe., entrando a far parte del Coordinamento torinese che mette in sinergia la galassia delle realtà che promuovono le Arti Performative sul territorio, un solido gruppo informale nato spontaneamente nella primavera del 2020, composto da soggetti professionali, eterogeni tra di loro, tutti operanti nello spettacolo dal vivo: spazi teatrali, compagnie di produzione, associazioni di danza e formazione, festival, stagioni, singoli professionisti e presidi culturali di prossimità.

Raddoppia e sale a 55 il numero totale dei membri che, nell’ultimo mese, si sono incontrati online regolarmente per progettare e realizzarle nuove attività in calendario. Dal confronto è emersa l’urgenza di dedicare le energie, in questa prima fase, alla formazione interna per dare a tutti i membri le informazioni e gli strumenti necessari per affrontare i prossimi mesi, decisivi per chi opera nello spettacolo dal vivo. Ne è nato quindi un ciclo di webinar formativi, gratuiti per coloro che hanno aderito al Coordinamento, in collaborazione con i professionisti del settore, per favorire il trasferimento delle competenze e agevolare l’aggiornamento in vista delle nuove erogazioni del Fondo Unico per lo Spettacolo, della riforma del Terzo Settore e dei continui aggiornamenti normativi dovuti al perdurare dell’emergenza sanitaria.

Si parte venerdì 26 febbraio con un incontro sulle Nuove Istanze al FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo erogato dal Ministero a sostegno del settore, in scadenza il prossimo 25 marzo. Il webinar, organizzato in collaborazione con T.A.P. – Torino Arti Performative – ha lo scopo di affrontare criticità e dubbi sul bando ministeriale, fornendo alle compagnie validi strumenti per orientarsi nella compilazione delle pratiche e per capire in che modo soddisfare al meglio i criteri di accesso a questo importante finanziamento.

Il secondo appuntamento, previsto per martedì 9 marzo e condotto da Carlo Mazzini, consulente sulla legislazione e sulla fiscalità degli enti non profit (Quinonprofit.it), sarà dedicato a una formazione puntuale sulla riforma del Terzo settore e alle nuove ottemperanze amministrative che riguarderanno, a partire dal 31 marzo prossimo, tutte le imprese culturali.

Il terzo appuntamento è in programma giovedì 11 marzo: nel corso della mattinata Alberto Cuttica, esperto di fundraising, racconterà come rendere efficaci le attività di pianificazione e raccolta fondi, illustrando strategie, obiettivi e metodi per raggiungere al meglio gli obiettivi. Sempre Alberto Cuttica, nel quarto incontro in programma il 1° aprile, farà chiarezza sui tipi di attività possibili per mettere in atto campagne di crowdfunding produttive.

Continuano inoltre per C.Ar.Pe i momenti di dialogo e confronto con l’Amministrazione cittadina, e i progetti per sviluppare e valorizzare l’eterogeneità, l’ampiezza e le competenze che sempre di più stanno emergendo come identità del coordinamento: in cantiere la mappa degli spazi e dei professionisti dello spettacolo presenti a Torino, destinata ai cittadini e alle istituzioni, e una Banca del tempo e dei servizi per mettere in rete risorse e competenze degli aderenti.

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