"Ci interessa parlare solo del futuro dell’auto a Torino e in Italia"

FCA, Grimaldi (LeU): “Abbiamo scelto il silenzio nei giorni del lutto”

“Abbiamo, in estrema solitudine, denunciato gli esiti nefasti della strada apolide del gruppo FCA. Lo abbiamo sempre fatto per segnalare le ingenti entrate fiscali (IRAP in primis) che abbiamo perso in Piemonte in questi anni.

Siamo stati attenti, provando a non accontentarci degli annunci. Fabbrica Italia ci aveva già mostrato quanto “il referendum ricatto” e l’uscita dai contatti collettivi nazionali non avessero portato alla piena e buona occupazione. Successivamente, nel Piano industriale FCA 2014/2018, furono annunciati ventisette nuovi modelli fra FIAT, Alfa Romeo, Jeep e Maserati. Tuttavia a oggi ne sono stati realizzati solo 12. Nel 2017 FCA ha realizzato utili da record, 3,5 miliardi di euro, cui i lavoratori e la lavoratrici hanno partecipato in minima parte. L’obiettivo per il 2014 era una produzione di 6 milioni di auto, mentre si è passati dai 4,6 milioni del 2011 a 4,8 milioni a oggi. Nel gennaio 2018 FCA ha ribadito che entro giugno avrebbe presentato un Piano che includesse la piena occupazione e la cessazione della cassa integrazione a fine anno.  Tuttavia, allo stato attuale, da Mirafiori a Pomigliano ci sono 5.508 addetti al lavoro su 10.092, e anche negli Enti Centrali è tornata la Cig (non avete mica creduto alla favola che FCA non prende più un euro dallo stato. Fca ha poi chiarito a Balocco che il gruppo stava azzerando l’indebitamento, che avrebbe presto dato l’addio alle macchine utilitarie (tra i 19 nuovi modelli nessuna è di segmento A, tutti sono Premium) e che avrebbe comunicato, modello per modello, i lanci e le allocazioni produttive. Qualche suggestione sull’elettrico, l’addio al diesel nel 2021 e – unica certezza del piano per Torino – la fine a inizio luglio della produzione dell’Alfa Romeo Mito alla Carrozzeria di Mirafiori.

 

In questi ultimi giorni non siamo voluti intervenire, non siamo soliti prendere parola sulla vita o addirittura sulla malattia di una persona, né tantomeno avremmo potuto schierarci fra i nuovi agiografi o fra i malauguranti. Non avremmo mai scritto “Ciao Sergio”, così come, per rispetto verso il lutto della famiglia Marchionne, non ci sembrava il caso di tornare sulle ragioni che hanno portato alle divisioni, che tutti ben ricordano, nel mondo del lavoro.

 

Ci interessa invece dire la nostra sul futuro della produzione in questo paese. Per questo, insieme a Eleonora Artesio, ho chiesto (due mesi fa) e ottenuto un consiglio congiunto straordinario (a settembre) di Città e Regione con i sindacati e i vertici di Fca. All’incontro doveva essere invitato il responsabile delle attività europee del Gruppo, Alfredo Altavilla. A maggior ragione, dati i cambiamenti ai vertici del Gruppo, riteniamo urgente che il Governo e le istituzioni, a partire dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte, chiedano a Mike Manley di essere presente a quell’incontro. Crediamo che sia venuto il momento di verificare se le forze politiche, proprio su questa sfida, hanno ancora voglia di ribadire che in Italia si progettano e si producono auto. Quelle di oggi e quelle di domani: elettriche, senza pilota, condivise.  Abbiamo l’impressione che senza guida, sia sempre e solo la politica industriale del paese”.

 

Marco Grimaldi, Capogruppo Liberi e Uguali, Consiglio Regionale del Piemonte