Che spazio ha un settore come quello florovivaistico sui social media, e facebook, twitter o linkedin, con tutte le specificità che hanno possono veramente essere quel qualcosa che fa la differenza per un’azienda che opera in questo ambito ? Probabilmente è stato questo interrogativo a spingere Asproflor, l’Associazione dei produttori florovivaistici ad organizzare un corso per la comprensione e l’utilizzo, consapevole e produttivo, dei social network. Così, in collaborazione con Mediolanum Corporate University è nata la giornata di apprendimento, rivolta ai soci ma non solo, che si è tenuta lunedì 19 settembre nella sede di Confcooperative Piemonte, in corso Francia a Torino. Relatore, e protagonista assoluto dell’evento è stato Umberto Macchi, speaker, coach ed esperto di social media, comunicazione e marketing. Con una serie di interventi nell’arco dell’intera giornata, riuscendo sempre a tenere alta l’attenzione dei presenti, ha esposto quali sono le caratteristiche dei tre social più diffusi – appunto facebook, linkedin e twitter – quali le loro potenzialità e limiti, offrendo anche alcuni interessanti stimoli alla discussione. “Il settore florovivaistico è de sempre il settore di punta dell’agricoltura italiana e non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di capire, interpretare ed usare a fini produttivi il mondo del sociale media – dicono Renzo Marconi e Sergio Ferraro, presidente e vice presidente di Asproflor – in collaborazione con la Mediolanum Corporate University, abbiamo organizzato un corso full immersion per capirli, utilizzarli, renderli utili alla nostra profesione”. E questo ragionamento viene supportato dai dati: nel mondo sono un miliardo e mezzo i soli utenti di facebook, “Obiettivo del corso – dichiarano Marcone e Ferraro – è stato quello di riuscire, con l’utilizzo di questi strumenti e tecniche, di riuscire a convincerne qualcuno a comprare i fiori prodotti nelle nostre aziende o ad entrare nei nostri punti vendita”. All’incontro ha preso parte, nella prima parte, anche il vice presidente di Uncem Piemonte, Marco Bussone.
Massimo Iaretti
(foto: il Torinese)