Alle radici del pensiero filosofico presocratico. Mostra all'Archivio di Stato

Viaggio tra filosofia e pittura nelle opere di Demarchi

“Alle radici. L’origine del pensiero in astrazione” è il titolo della mostra dell’artista torinese Roberto Demarchi, che sarà ospitata dal 7 novembre prossimo presso le sale dell’ Archivio di Stato, nella centrale piazza Castello. L’esposizione vuole creare un fil rouge tra la pittura ed il pensiero filosofico, in particolare quello presocratrico, quando, tra il VII ed il IV secolo a.C, in diverse piccole isole del bacino del Mediterraneo, alcune delle quali arroccate sulle coste dell’attuale Turchia, della Sicilia e dell’Italia meridionale, uomini sapienti incominciarono a cercare di spiegare e capire il significato delle cose, facendo luce sul mistero dell’esistenza. La mostra propone nove tavole di grandi dimensioni che interpretano, con un linguaggio pittorico astratto, l’essenza del pensiero di altrettanti filosofi presocratici. All’Archivio di Stato saranno presenti tre opere dell’artista per sala corredate di didascalie inerenti la vita ed il pensiero di questi antichi sapienti. Queste opere non sono mai state esposte in precedenza e si ricollegano al ciclo “Peri Physeos” che nasce nel 2001, il cui primo catalogo venne presentato a Roma nel 2003, in Campidoglio, ed a Torino a Palazzo Bricherasio.

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Le opere sono state realizzate tutte su tavole in legno, a tecnica mista; convivono materiali tradizionali quali l’acrilico, l’olio, le tempere con altri più “eretici”, quali cementi, colle, gessi, scelti a seconda delle loro potenzialità espressive. Nella prima sala sarà esposto un grande pannello con un testo introduttivo ed una cartina geografica del bacino medio-orientale del Mediterraneo in cui saranno evidenziati i luoghi dove vissero i nove filosofi trattati. L’intento di questi sapienti, “sophoi”, che iniziarono ad indagare non più secondo il modo poetico e favolistico del mito, ma seguendo un metodo logico-razionale, era la ricerca della “aletheia”, vale a dire “verità” sul mistero delle cose. D’altronde in greco la parola “luce”, “phaos”, ha la stessa radice di “phainomai” ( apparire), la stessa che ritroviamo in “sophia”, “sapienza”. Talete, Anassimandro, Anassimene, Pitagora, Parmenide, Eraclito, Empedocle, Anassagora e Democrito furono alcuni dei più importanti filosofi che, per primi, filosofarono e furono impropriamente definiti “presocratici”, capaci di aprire la strada alla speculazione di Platone ed Aristotele, che avrebbero condizionato il modo di pensare fino ad oggi dell’Occidente. In questo modo di pensare l’Europa contemporanea formalmente “unita” ma, in realtà, così divisa e conflittuale si possono ritrovare le proprie comuni radici.

Mara Martellotta