A PALAZZO MADAMA

Odissee: in mostra il cammino dell’umanità

 

FINO AL 19 FEBBRAIO 2018

Mostra decisamente da lode. Di grande interesse storico e culturale. Concepita e strutturata sulla base di un allestimento tanto funzionale quanto suggestivo, curato con minuta attenzione, genialità d’intuito e abilità di mestiere. “Odissee. Diaspore, invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi” è dunque appuntamento da non perdere il cui scopo, attraverso un centinaio di opere provenienti dalle raccolte di Palazzo Madama e da vari musei del territorio e nazionali (dipinti, sculture, ceramiche antiche, reperti etnografici e archeologici via via fino alle oreficerie longobarde e gote, alle armi e armature, agli avori e ai libri antichi, agli argenti ebraici e ai vetri e a tanto altro ancora), è quello di raccontare il “cammino dell’Umanità” sul pianeta Terra nel corso di una Storia plurimillenaria. Ospitata fino al 19 febbraio 2018 nella “Corte Medievale” di Palazzo Madama a Torino e ideata e curata dallo stesso direttore Guido Curto, insieme agli storici dell’arte operanti nel Palazzo di piazza Castello, la rassegna si caratterizza come “un viaggio schematicamente suddiviso in dodici sezioni, disposte non solo in rigorosa sequenza cronologica, ma anche in base a nessi di consequenzialità contenutistici”. Sezioni molto simili a “Vetrine” “ o meglio ancora ad Acquari’ – precisa Curto dentro ai quali ‘galleggiano’ i reperti artistici esposti in primo piano sullo sfondo di un diorama costituito da grandi carte geografiche e da mappe rielaborate graficamente in modo da mettere in massima evidenza le linee guida degli spostamenti”. Il lungo percorso narrativo prende il via dal lento processo di diffusione della specie umana sulla Terra, iniziato 60-70mila anni fa dall’Africa verso gli altri continenti, per proseguire con la “mitologia del viaggio” ben rappresentata nei racconti dell’“Odissea” e dell’ “Eneide”, per i quali meritano una particolare menzione il bellissimo “Vaso con accecamento di Polifemo”, ceramica a figure nere di pittore aquilano, risalente al 520 a. C. ca. e l’imponente vigoroso “Enea che fugge da Troia in fiamme”, olio su tela del lucchese Pompeo Batoni (databile 1754 – ’56), ispirato al secondo libro dell’Eneide e conservato ai “Musei Reali – Galleria Sabauda” di Torino. I passaggi successivi si focalizzano nello specifico sulla “diaspora ebraica” dall’antichità al XIX secolo d. C., sull’espansione dell’impero romano lungo le vie consolari (con lo scontro Romani e Barbari, la cui drammaticità è ben evidenziata in uno straordinario pettorale da cavallo in bronzo o “balteo”, del II secolo d. C.) e sulle successive “invasioni barbariche” testimoniate da alcuni reperti di arte ostrogota e longobarda rinvenuti in Piemonte e databili fra il V e il VII secolo d. C. Ben evidenziato in mostra é anche il confronto fra la grande tradizione della “cultura islamica” e le élites europee avvenuto con le “Crociate”, così come la pratica – comune a tutti i tempi e a tutte le religioni – del “pellegrinaggio”, fenomeno che porta ogni anno a spostamenti di milioni di fedeli alla ricerca di “un contatto più diretto con il sacro”. Il racconto prosegue poi con i “viaggi di esplorazione” verso l’Africa che portarono alla scoperta dell’America e, in seguito, a una massiccia politica di “colonizzazione” di nuovi territori da parte delle potenze europee: “vetrina” in cui ci piace ricordare il materico olio su tela “Pozzo al villaggio indigeno Armorin, Mogadiscio” del 1926, a firma del biellese Lidio Ajmone, che nella Somalia italiana ebbe l’incarico di decorare il Palazzo del Governo, il Circolo Coloniale e il teatro di Mogadiscio. Gli oggetti in vetro provenienti dal “Museo dell’arte vetraria” di Altare (Savona) e un prezioso “pianoforte meccanico a cilindro”, in legno scolpito e dipinto di inizio Novecento, prestato dal “Musée Savoisien” di Chambéry, vogliono invece rammentare l’emigrazione italiana a cavallo fra Otto e Novecento, direzione Francia e Sud America. A conclusione dell’iter espositivo, troviamo infine un accenno alle “migrazioni di oggi” emblematicamente rappresentate da un’opera del 2002 di Michelangelo Pistoletto intitolata “Love Difference”, smalto acrilico su   lastra d’acciaio lucidata a specchio che raffigura il bacino del Mediterraneo sullo sfondo di una bandiera immaginaria. Bellissima, al centro dell’allestimento l’antica “Piroga di Panama orientale” ante 1887, proveniente dai depositi del “Museo Civico di Arte Antica di Palazzo Madama” ed emblema di forte spessore emotivo (per gli occhi e per il cuore) del viaggio nei secoli. A corollario della mostra, è anche previsto un fitto calendario di conferenze, laboratori per le scuole, con stranieri aderenti ai “Centri Provinciali Istruzione Adulti” e di educazione alla cittadinanza in collaborazione con “Onlus” del territorio.

 

Gianni Milani

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“Odissee. Diaspore, invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi”

Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino, tel. 011/4433501; www.palazzomadamatorino.it

Fino al 19 febbraio 2018

Orari: lun. – dom. 10/18; chiuso il martedì

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Le foto:

– Pittore dell’Aquila: “Vaso con accecamento di Polifemo”, ceramica e figure nere, 520 a.C.

– Pompeo Batoni: “Enea che fugge da Troia in fiamme”, olio su tela, 1754-56
– Una “Vetrina”
– “Astrolabio Planisfero Latino”, ottone inciso, Italia, XV secolo
– “Piroga di Panama Orientale”, ante 1887
– “Piano meccanico a cilindro”, Manifattura di Buisson-Rond, 1913 – ’30

 

 

L'arte di imbandire la tavola

madama tavola 

Un affascinante viaggio nei secoli tra le tavole imbandite nella Sala del Senato

 

 Il tema della tavola imbandita attraverso i secoli rappresenta il fil rouge della mostra ospitata dal 24 giugno al 18 ottobre prossimo nelle Sala del Senato di Palazzo Madama, a Torino. L’esposizione vuole rappresentare un viaggio nel tempo alla scoperta della convivialità,  dei riti sociali e dei piccoli e grandi momenti della vita quotidiana. Seguendo le parole della celebre scrittrice inglese Virginia Woolf, secondo cui “Un buon pranzo giova molto alla conversazione. Non si può pensare bene, né amare bene, se non si è pranzato bene”, la mostra dal titolo “Time table” consente al visitatore di viaggiare attraverso le tradizioni delle tavole dai tempi di re Artù fino a oggi. Evoca, a partire dal gioco di parole del titolo, tempo e spazio della condivisione, che, nelle società occidentali, sono rappresentati dalla tavola imbandita. Il percorso, ricco di spunti particolari, si articola in sei tavoli principali, disposti radialmente intorno a un nucleo centrale, proprio come le lancette di un orologio, che scandisce il tempo della memoria e della storia. Su ogni tavolo sono disposti gli oggetto ideati e creati in ogni tempo da artisti e artigiani per accompagnare la quotidianità nei riti conviviali,  dalle umili ciotole graffite del Quattrocento alle sofisticate allegorie dipinte della maiolica rinascimentale, fino a approdare al trionfo della porcellana e al colorato design della tavola borghese del Novecento.

 

Sono presenti in totale 180 opere, per lo più appartenenti alle collezioni permanenti di arte decorativa di Palazzo Madama, tra cui piatti, tazze, zuppiera,  fiasche e  bottiglie, ma anche gallerie di manufatti meno noti, come i rinfrescatoi e il vasellame “a sorpresa”, o quelli destinati alla sacra mensa, in cui si celebrava il rito della rigenerazione dell’anima.  Accanto alle stoviglie, sui tavolini cosiddetti di servizio, altre opere evocano aspetti della quotidianità di ogni tempo, momenti diversi da quelli strettamente legati al cibo, quali strumenti musicali, giochi di società,  abiti, elementi di arredo. Sempre presente un orologio che scandisce il flusso del tempo.L’allestimento è stato progettato da Roberto Piana con Studio2Fashion e i tavoli scelti, gli Air Table,  sono di un’innovativa azienda di arredamento, Lago, in cui il concetto di tavolo è ripensato invertendo l’ordine dei fattori e dando vita a un nuovo tipo di leggerezza.

 

Palazzo Madama, Piazza Castello, Tel.  0114433501.

Mara Martellotta