La Regione promette che l’aiuto al comparto “sarà ancor più forte con il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 del Piemonte, appena approvato dalla Unione Europea
La Regione e i vignaioli piemontesi parlano di una vendemmia storica. “Una annata da 110 e lode che promette vini importanti e longevi, a 5 stelle per i Nebbioli da Barolo e Barbaresco ma anche per Barbera, Cortese, Dolcetto, Erbaluce, Grignolino ed a 4 stelle per gli altri vitigni. Il 2015 si profila come un’annata storica, con un aumento del 2,7% della produzione rispetto al 2014 per un totale di 2.466.919 ettolitri, in quanto l’andamento climatico, dal tardo autunno-primavera piovosi al settembre con tempo stabile, ha favorito il ciclo dell’uva”. I dati sono stati presentati in occasione di Anteprima Vendemmia, tenutasi a Torino per iniziativa di Regione Piemonte, Piemonte Land of Perfection e Vignaioli piemontesi.
“Una vendemmia eccellente in un contesto virtuoso e di forti potenzialità per il comparto vitivinicolo che- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni Ferrero – per il suo peso economico-produttivo e per i suoi valori aggiunti si conferma un elemento di punta e di traino per il Piemonte. Ogni bottiglia di vino che va all’estero porta con sé, oltre alla qualità del prodotto, l’immagine di un territorio che viene così proiettata in Paesi lontani, portando la bellezza di paesaggi modellati dalla vite. Tutto ciò lo si deve al lodevole lavoro svolto dai nostri produttori vitivinicoli e dalle loro organizzazioni economiche e professionali. Ad essi va il ringraziamento della Regione Piemonte e l’impegno nel dare continuità all’opera di sostegno del comparto, in particolare con il programma 2014-2018 dell’ OCM Vino, che anche nella campagna 2016 prevede un intervento finanziario di oltre 20 milioni di euro”
La Regione promette che l’aiuto “sarà ancor più forte con il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 del Piemonte, appena approvato dalla Unione Europea, con una dotazione complessiva di 1.093 milioni di euro, che vedrà l’apertura di bandi sui quali potrà concorrere il comparto vitivinicolo, come quelli sulla qualità delle produzioni, sugli investimenti in immobiliazioni immateriali”, sui pagamenti agro-climatico-ambientali e sull’agricoltura biologica. Il primato del Piemonte viticolo ed il patrimonio dei paesaggi Unesco, che è stato costruito dal lavoro dell’uomo nelle colline, vanno mantenuti. Guai abbassare la presa”.
Parla anche il presidente del Consorzio Piemonte Land of Perfection, Giorgio Bosticco: “nel 2015 abbiamo ottenuto un importante risultato: tutti i consorzi del vino riconosciuti sono entrati a far parte di Piemonte Land. È un segnale di unione importante. Chiediamo ora di assumere un ruolo di cabina di regia di tutte le risorse pubbliche spese nel campo promozione”, mentre il presidente di Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio, ha sostenuto che “fare un vino è come fare un bambino: ci vogliono 9 mesi. S’inizia a gennaio con la potatura e si finisce a ottobre con la vendemmia. Bisogna tenerne conto per avere, alle fine, dei prezzi remunerativi. Non vanno dimenticati le piccole perle dell’enologia piemontesi, i vitigni minori come Grignolino, Erbaluce e Ruché, che si ritagliano una loro piccola ma significativa nicchia di consumo. Negli anni abbiamo perso ettari di vigneti: dobbiamo chiederci come sarà il patrimonio di vigne Unesco tra dieci anni e dobbiamo trovare gli strumenti da mettere in campo per creare reddito e far restare qui i giovani”.
Dati statistici sul comparto vitinicolo piemontese I vini docg e doc del Piemonte
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