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La città in attesa della tredicesima edizione del Torino Jazz Festival, tra novità e grandi nomi

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La città in attesa della tredicesima edizione del Torino Jazz Festival, tra novità e grandi nomi

Dal 23 al 30 aprile prossimo, le note e l’energia del jazz invaderanno Torino in occasione della tredicesima edizione del Torino Jazz Festival. Un evento diffuso in tutta la città che ospiterà grandi nomi del panorama nazionale e internazionale, e che vedrà alternarsi concerti, incontri e workshop.

Questa tredicesima edizione, curata dalla direzione artistica di Stefano Zenni, conferma il festival come un momento importante per la cultura torinese, e quest’anno sarà focalizzato su progetti inediti che andranno ad affiancare le esibizioni dei jazzisti più affermati.

Il Torino Jazz Festival inaugurerà il 23 aprile al teatro Colosseo, dove il noto trombettista Enrico Rava, recente vincitore del Premio Top Jazz, si esibirà con un quintetto e ripercorrerà la storia di un repertorio attraverso il quale si è affermato come uno tra i più importanti jazzisti italiani. Durante il concerto, una rappresentanza della città di Torino gli consegnerà la targa Torri Palatine, a riconoscimento della sua opera di diffusione del jazz in tutto il mondo.

Gran finale all’Auditorium Giovanni Agnelli, in occasione della Giornata Internazionale Unesco del Jazz, con un’ultima serata che vedrà protagonista il grande Jason Moran, accompagnato dal suo trio e dalla TJF All Stars. La performance, multimediale, sarà incentrata su “Il Big Bang del Jazz. L’eroica storia di James Reese Europe”.

Il 15 aprile vi sarà un’anteprima del Torino Jazz Festival che si svolgerà nei più rinomati Jazz Club torinesi, un primo assaggio di ciò che il festival offrirà tra storia, innovazione e improvvisazione, cuore pulsante del jazz.

Il Torino Jazz Festival è promosso dalla Città di Torino, con il contributo della Fondazione per la Cultura Torino e il sostegno di Fondazione CRT, Intesa Sanpaolo e Iren.

Biglietti: www.torinojazzfestival.it

Mara Martellotta

PH Credit ©️ Enrico Rava Fearless Five by Riccardo Musacchio

Rock Jazz e dintorni a Torino: Elio e Fabio Treves & Alex Kid Gariazzo

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Alla Suoneria di Settimo suonano gli Almamegretta. Al Blah Blah si esibisce John Lee Bird & Fabrizio Modenese Palumbo.

Mercoledì. Al teatro Colosseo è di scena Naska. Al Blah Blah suonano i Nightstalker.

Giovedì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce Tad Robinson & The Ozdemirs feat Alberto Marsico. Allo Ziggy suonano i The Cloverheads+ Dirty Artichokes. Al Blah Blah sono di scena gli Helen Burns. Alla Divina Commedia suonano i Revenge. All’Osteria Rabezzana si esibisce il trio di Michael Rosen. 

Venerdì. Al teatro Colosseo recital di Elio. Al Folk Club suona Fabio Treves & Alex Kid Gariazzo. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce The Mama Bluegrass Band. Allo Ziggy è di scena Sant’Elia. Allo Spazio 211 suonano i Clan Of Xymox+ Newdress. Al Blah Blah si esibiscono gli October Tide. Alla Divina Commedia sono di scena i Sucker Punch.

Sabato. Al Blah Blah suonano i Radar Men From The Moon. Allo Spazio 211 si esibisce Marta Del Grandi+ Giulia Impache. Alla Divina Commedia suonano i Momenti di Gloria.

Domenica. Al Blah Blah sono di scena i TH Da Freak + Corvida. Alla Divina Commedia suonano gli In The name of Blues.

Pier Luigi Fuggetta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Seeyousound e Uri Caine Trio

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedi. All’auditorium del Lingotto 2 concerti consecutivi per Claudio Baglioni (il primo è andato in scena domenica 16).

Martedì. Per Vitamine Jazz all’ospedale Sant’Anna, omaggio a Pino Daniele a cura del chitarrista Max Gallo accompagnato dalla figlia Mirella.

Mercoledì. All’osteria Rabezzana musica argentina con Miguel e Lautaro Acosta. Al Capolinea 8 si esibisce Beppe Puso. Allo Ziggy suonano gli Actors+ Estetica Noir.

Giovedì. Al teatro Colosseo si esibisce Andrea Morricone. Al Blah Blah sono di scena i Sloks. Al Magazzino sul Po suonano i Lamita! Al Capolinea 8 si esibisce Gianluca Vigone. All’ Hiroshima Mon Amour suonano i LabGraal. Alla Divina Commedia sono di scena i Draft Impro NBA. Al teatro Bloom suona il gruppo di Giorgio Diaferia, che per l’occasione presenta il cd “A Planet to Save” con immagini e video sulla situazione dei cambiamenti climatici.

Venerdì. Comincia Seeyousound. L’inaugurazione al cinema Massimo è affidata al documentario “Blur: ToThe End”, dedicato a una delle band più famose del Britpop. Sarà presente in sala il regista Toby L. Verrà preceduto dall’esibizione live degli Sleap-E. Al Magazzino di Gilgamesh suona la Mike Sponza Band. Al Folk Club sono di scena Michele Gazich & Giovanna Famulari. Al teatro Colosseo si esibiscono i Break Free, una cover band molto quotata con “Long Live The Queen”. Allo Spazio 211è di scena Coca Puma. Allo Ziggy suonano Saam+ Gordonzola. Al Blah Blah si esibiscono gli SKW & AsThe Sun.

Sabato. Per Seeyousound da segnalare tra le varie proiezioni : “Misty- The Erroll Garner Story” alla presenza del regista Georges Gachot, “Imago” con in sala la regista Olga Chajdas, “BornTo BE Wild: The Story of Steppenwolf” alla presenza del regista Oliver Schwehm, “Soundtrack To A Coup D’ETAT” di Johan Grimonprez. Allo Ziggy si esibisce Davide Di Rosolini. Allo Spazio 211 è di scena Marta Del Grandi + Giulia Impache. Al Blah Blah si esibisce Umberto Maria Giardini in duo + Napodano+Manleva. Al Folk Club suona l’Uri Caine Trio. Al Capolinea 8 è di scena Beppe Golisano Post Jazz Project.

Domenica. Per Seeyousound “Guido Harari- Sguardi Randagi” . Alla presenza del regista Daniele Cini, di Guido Harari e Shel Shapiro, “Musicanti Con La Pianola” con la presenza del regista Matteo Malatesta, di Pivio e Aldo De Scalzi preceduti dal live Pivio & Aldo DE Scalzi, “Garland Jeffreys-The King Of Between” di Claire Jeffreys + “Joshua Idehen- Mum Does The Washing”, “Booliron- Hip Hop In Riviera” di Francesco Figliola alla presenza del regista, a seguire live “Tormento e Dj Mastafive e altri

Pier Luigi Fuggetta

Conto alla rovescia per il Torino Jazz Festival

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La tredicesima edizione del Torino Jazz Festival (la cui presentazione stampa avverrà lunedì 10 marzo 2025, ore 11.00, in Sala delle Colonne a Palazzo Civico) si svolgerà dal 23 al 30 aprile 2025, con un’anteprima diffusa nei jazz club della città a partire dal 15 aprile.

 

Il Torino Jazz Festival 2025, diretto da Stefano Zenni, nel corso degli anni ha riscosso grande successo e dedicherà per la sua tredicesima edizione sempre più spazio alle produzioni originali create appositamente per la rassegna, accanto alle esclusive delle star del jazz nazionali e internazionali.

 

Ad aprire il TJF 2025mercoledì 23 aprile alle ore 21 al Teatro ColosseoEnrico Rava con il suo quintetto, fresco del premio ‘Top Jazz’ assegnato dalla rivista Musica Jazz, con il quale si è aggiudicato i titoli per il miglior disco e formazione del 2024. Nel corso della serata, la Città di Torino consegnerà al trombettista la targa Torri Palatine con la dicitura “A Enrico Rava che ha portato il jazz di Torino nel mondo“.

 

Gran finale all’Auditorium Giovanni Agnelli Lingottomercoledì 30 aprile in occasione della Giornata Internazionale Unesco del Jazz, in esclusiva europea, con una star internazionale: Jason Moran, il suo trio e la TJF All Stars, un ampio gruppo di grandi interpreti del jazz italiano, nella produzione multimediale “Il Big Bang del Jazz. L’eroica storia di James Reese Europe”.

 

Il Torino Jazz Festival 2025 è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno di Fondazione CRT, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren.

PH Credit ©️ Enrico Rava by Giorgio Luzi

Torino e i suoi teatri. Dal Rinascimento ai giorni nostri

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Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri

Cari lettori, eccoci arrivati alla conclusione di questa brevissima storia del teatro. Quello che tenterò di fare, con la medesima disposizione d’animo che ho mantenuto fino ad ora, è di raccontare nel pezzo di oggi ciò che avviene dall’epoca rinascimentale al Novecento; nello scritto che – spero -vi apprestate a leggere sfiorerò il teatro erudito, accennerò al teatro elisabettiano, poi al melodramma, fino ad arrivare a D’Annunzio per poi concludere con autori decisamente recenti come Ronconi. Mi auguro di guidarvi il più chiaramente possibile in questo dedalo di informazioni, nomi, titolazioni ed avvenimenti, affinché sia possibile arrivare con una certa prontezza alle prossime letture, specifiche della storia dei teatri torinesi.

Ora, come si suol dire, “bando alle ciance!”, il discorso è lungo e complesso, sarà meglio iniziare. L’età d’oro per il teatro moderno è senza dubbio il Rinascimento, termine con cui si intende un “rinascere” dell’uomo, del suo impegno sociale e culturale, nozione riferibile a tutta la civiltà italiana dei secoli XV e XVI. Nel più generale contesto della “rinascita del mondo antico”, il teatro viene riscoperto nella sua globalità, e ne vengono presi in considerazione l’aspetto letterario, architettonico, scenografico e scenico.
Per quel che riguarda l’ambito letterario, i dotti si interessano alla riscoperta, alla pubblicazione e all’imitazione delle opere degli antichi: a tal proposito ricordiamo gli studi di Lovato Lovati (1241-1309) e Nicolò di Trevert ( 1259-1329) su Seneca tragico e l’impegno di Nicolò da Cusa che nel 1425 porta alla luce nove commedie di Plauto (il grande autore latino del II secolo a.C., di cui ci sono giunte ventuno commedie). Analogamente si assiste alla ricostruzione dell’antico edificio teatrale, sulla base dell’esame archeologico dei resti monumentali. In questo contesto è doveroso ricordare Leon Battista Alberti, impegnato non solo nell’empirica ricerca archeologica, ma anche nell’analisi serrata del trattato latino “De architectura”, scritto nel 15 a.C. da Marco Vitruvio Pollione, il cui quarto libro è quasi interamente dedicato all’edificazione dei teatri. Alberti propone uno schema teatrale assai preciso nel suo “De re aedificatoria”, (“Sull’edilizia”), ove sostiene che la struttura teatrale necessita di una gradinata (cavea), conclusa da una loggia aperta interiormente e chiusa dietro, di un palcoscenico e di un’area mediana (orchestra), attorno alla quale si organizzano gli altri elementi. Nel XVI secolo si va delineando una trattatistica dedicata all’analisi degli scritti di Aristotele, in particolar modo della “Poetica”, testo in cui viene esaminata la struttura della tragedia. Proprio grazie a questi studi viene normata, in Italia e in Francia, una produzione drammaturgica basata sull’uso delle tre unità aristoteliche di tempo, luogo, azione. I personaggi sono tutti coinvolti in un unico problema e agiscono all’interno di un solo ambiente per un periodo di tempo fittizio che non supera le ventiquattro ore. In seguito, però, la struttura e i personaggi mutano, come accade ne “La mandragola” di Niccolò Machiavelli, considerata il capolavoro del Cinquecento. Siamo ormai di fronte alla “commedia erudita” o “regolare”, come per esempio “La Cassaria”, scritta nel 1508 da Ludovico Ariosto. Proprio in coincidenza della rappresentazione di tale commedia si hanno le prime notizie dell’innovativa forma di allestimento tipica del Rinascimento, ossia la scenografia prospettica.

Il Seicento è invece il secolo del melodramma, forma scenica particolarmente apprezzata negli ambienti aristocratici e di corte, che dall’Italia si diffonde in tutt’Europa. In questo periodo attori, cantanti, scenografi e autori sono la componente fondamentale delle feste, soprattutto in Austria e in Germania. Da elemento complementare e secondario, gli intermezzi diventano il vero momento centrale dello spettacolo, l’azione scenica non è più subordinata alle parole, al contrario tutto è giocato sulla visione di un movimento sempre più grandioso e complesso. Il melodramma moderno nasce dalla volontà di un gruppo di dotti fiorentini raccolti nella Camera dei Bardi, desiderosi di recuperare nella loro integrità le forme della tragedia greca, il cui testo si riteneva venisse interamente cantato. Tipici elementi del melodramma cortigiano sono il frequente cambio di scena, che può addirittura diventare frenetico sul finale della rappresentazione, e l’impiego di meccanismi con lo scopo di suscitare meraviglia e ammirazione nel pubblico, per i trucchi che vengono eseguiti sul palco. Sarà tuttavia nel secolo seguente che la scenografia a tema architettonico toccherà il suo culmine, in particolare grazie all’opera della famiglia Galli Bibiena. Rimaniamo ancora al Seicento, di cui tipiche sono le “masques”, spettacoli diffusi principalmente in Inghilterra, incentrati sul personaggio del monarca che trionfa, si tratta di allegorie in cui il Bene, il Bello ed il Buono, sconfiggono il Male. Dato l’ambito anglofono, menzioniamo l’insuperabile Shakespeare (1564-1616), uno degli autori più noti a livello mondiale e principale esponente del teatro elisabettiano; la sua opera poetica e drammaturgica costituisce una parte fondamentale della letteratura occidentale ed è oggi ancora studiata e rappresentata come insuperabile punto di riferimento. Con l’espressione “teatro elisabettiano” si indica in realtà un periodo storico, che va dal 1558 al 1625, e segna la fase di massimo splendore del teatro britannico. Alcuni studiosi tendono a distinguere la produzione postuma al 1603, parlando di teatro dell’età giacobina, che in effetti presenta caratteristiche differenti. È opportuno ricordare e sottolineare che sotto la regina Elisabetta I esistevano anche spettacoli economici, il dramma era considerato un’espressione unitaria rivolto a tutte le classi sociali, di conseguenza la corte assisteva – in luoghi e in tempi diversi – alle medesime rappresentazioni a cui il popolo presenziava nei teatri pubblici. Dopo la morte della sovrana illuminata i teatri privati tornano ad avere il monopolio della cultura e le rappresentazioni si orientano verso i gusti di un pubblico di ceto alto.


Certamente Shakespeare sovrasta per fama e bravura praticamente tutti gli altri nomi che fanno parte della storia del teatro, ma trovo ingiusto non rammentarne almeno altri due: Christopher Marlowe (1564-1593) e Thomas Kyd (1558-1594). In Francia i massimi esponenti sono Molière (1622-1673) per la commedia e Jean Racine (1639-1699) per la tragedia.
Molière (pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin) è un acuto osservatore dei meccanismi sociali e psicologici che definiscono la società; il suo spirito critico e anticonformista, influenzato da Rabelais e Michel de Montaigne ma anche dal pensiero libertino, lo porta a realizzare opere uniche, brillanti e pungenti. Per Molière, artista di franca e serena risata, il compito della commedia è quello “di correggere gli uomini divertendoli, presentando i vizi e i difetti in modo anche esagerato”. Anche Racine porta avanti una fredda critica al mondo e alle condizioni dell’uomo, la sua visione si concretizza in personaggi che sono antieroi a tutti gli effetti: governati da passioni primitive, incapaci di volontà e travolti dai propri dissidi interiori. Racine si è formato nell’ambito giansenistico dominato dalla drammatica e severa coscienza della finitezza e inadeguatezza dell’uomo, della sua impossibilità di realizzarsi moralmente senza l’intervento imperscrutabile della grazia divina. In Spagna troviamo invece Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) con le sue vette poetiche immerse nella realtà, nel sogno e nella finzione.
Non si può né concludere il paragrafo sul Seicento, né proporre una seppur breve storia del teatro, senza soffermarsi almeno per un poco sulla commedia dell’arte. I fenomeni che vanno sotto tale dicitura nascono nella seconda metà del Cinquecento, in piena epoca rinascimentale. Base essenziale della commedia dell’arte è l’abilità tecnica, la capacità di movimento degli attori, l’uso di un ricco e costante repertorio di situazioni comiche; lo schematismo delle figure e dei tipi viene portato all’estremo, si creano personaggi fissi, e tale fissità è resa più colorita dalla trasformazione di queste figure in vere e proprie “maschere”. La commedia dell’arte è quella commedia affidata ad attori professionisti che offrono i loro spettacoli a un pubblico vario, vivendo del proprio mestiere; la prima compagnia di comici di mestiere si forma a Padova nel 1545, e ad essa ne seguono moltissime. In questi spettacoli gli attori non imparano a memoria la loro parte ma la improvvisavano. Si tratta comunque di una tecnica recitativa, “l’improvvisazione non si improvvisa”, al contrario prevede che il teatrante si prepari non “la” parte ma “per” la parte.
Prima di essere definita tale, le rappresentazioni della commedia dell’arte venivano indicate come “Commedia degli Zanni” o “Commedia all’Italiana”. Il termine “Zanni” deriva dal nome di figure di servi nelle prime commedie cinquecentesche, “Zan”, forma veneta per “Giovanni”, da cui “Zanni”. Le caratteristiche di questa tipologia di teatro sono due: l’improvvisazione e l’utilizzo di maschere.

Tali maschere finiscono poi per identificarsi con dei personaggi specifici, veri e propri “tipi fissi”, figure comiche che si ritrovano sempre uguali da una commedia all’altra, con lo stesso formulario di gesti e di linguaggio. I personaggi che si vengono via via creando sono assai numerosi, ma vanno tuttavia inscritti in strutture drammaturgiche rigide e che rispondono a canoni ben definiti, succede dunque che esse vengano raggruppate in poche categorie funzionali: due vecchi e due servi, poi confluiti rispettivamente nelle figure di Pantalone, del Dottore bolognese, Arlecchino e Brighella. Questi ultimi derivano in realtà da un unico personaggio, Zanni, il facchino bergamasco che compare fin dalle prime commedie.
Per circa due secoli tale tipologia di spettacolo rappresenta il Teatro “tout court” in tutta Europa, la sua influenza è chiara, soprattutto se si hanno presenti alcuni personaggi non italiani, come ad esempio Punch, versione inglese di Pulcinella, o Pierrot, Pedrolino o Petruška, tutti derivanti da Arlecchino. Nel Settecento si assiste ad alcuni importanti cambiamenti: lo sviluppo teorico della recitazione e della funzione dell’arte teatrale per la società. Il maggiore studioso dell’epoca è Diderot, filosofo illuminista autore di testi teatrali che si inseriscono nel nuovo filone del dramma borghese; egli pone i fondamenti dottrinali della “tragédie domestique” anche detta “genre serieux”. In Francia si sviluppa infatti una nuova tipologia di opera, definita “dramma”. Il “dramma” tuttavia trova la sua massima definizione sul piano teorico in Germania, grazie all’opera di Gotthold Ephraim Lessing (1728-1781). Sempre in Germania nasce in questo periodo l’innovativa figura del “Dramaturg”, ossia una persona che svolge l’importante ruolo di proporre il repertorio, di allestire i testi per la scena, di rielaborarli o di produrli egli stesso.
In Italia i grandi nomi sono Pietro Metastasio (1698-1782) per il melodramma, per la commedia Carlo Goldoni (1707-1793). Metastasio esalta l’importanza del libretto, a discapito della musica e del canto, semplifica il linguaggio poetico e migliora la caratterizzazione dei personaggi. Da grande uomo di teatro, Metastasio affida al proprio testo poetico una fortissima carica scenico-musicale, senza preoccuparsi dell’organicità di tutti gli aspetti dello spettacolo. Goldoni è uno dei drammaturghi più prolifici, la sua intera opera offre una più che diversificata serie di situazioni che si svolgono attraverso un “quotidiano parlare” e si basano su un’attenta rappresentazione del reale. Goldoni critica gli schemi della commedia dell’arte, la banalità delle sue convenzioni, la comicità volgare e plebea. La “riforma” del teatro goldoniano afferma la preminenza del testo scritto sulla caoticità dell’improvvisazione; il suo elemento determinante è il richiamo alla “natura”, che impone un continuo confronto con la realtà quotidiana. I libri su cui l’artista si è formato sono il “mondo” e il “teatro”, il primo di questi gli ha mostrato i “caratteri naturali” degli uomini, il secondo gli ha insegnato la tecnica della scena e del comico, e i modi per tradurla in comunicazione pubblica.
Dopo Goldoni e il suo “teatro” che attinge dal “mondo”, dopo il fascino e la ricchezza dell’opera del più grande commediografo del nostro Settecento illuminista, eccoci arrivati all’Ottocento.
Discorrendo per sommi capi, possiamo dividere il secolo a metà: nella prima metà si diffonde il dramma romantico, collegato agli ideali dello “Sturm und Drang”, tipicamente esaltati in Germania, da autori come Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller; nella seconda metà invece predomina il dramma borghese, vicino agli ideali veristi e del naturalismo, che trovano in Verga e in Hugo i massimi esponenti.
Agli ideali romantici si rifanno anche autori come Manzoni, con l’ “Adelchi” e Silvio Pellico con la sua “Francesca di Rimini”.
L’Ottocento è però anche il secolo degli artisti anticonformisti, ben esemplificati dalla figura di Oscar Wilde, che nel suo “society drama” porta in scena i sentimenti di chi non vuole sentirsi parte della società.

In linea di massima, durante il XIX secolo, tutto è incentrato sul nuovo gusto di rappresentare Shakespeare, dilatando tutte quelle parti che si prestano ad azioni di massa.
In Inghilterra il teatro ottocentesco è caratterizzato da un’estrema povertà di testi drammatici, le opere di questo periodo sono in realtà semplici occasioni per fare spettacolo, si tratta di testi classificati in base al genere d’appartenenza, non importano più gli autori o il contenuto. Così accanto al “gotich drama”, incentrato su storie di fantasmi, troviamo addirittura il “dog drama” dove i protagonisti altri non sono che cani ammaestrati. Lo spettacolo non è più il momento comunicativo del testo, ma il testo diventa mera funzione dello spettacolo, fino ad arrivare allo “spoken dramas”, una sceneggiatura in pura e semplice prosa. È opportuno ricordare che una comune serata teatrale inglese durava in realtà circa cinque ore; tuttavia, dopo la prima parte della recita, il costo dell’ingresso veniva dimezzato e ciò comportava che lo spettacolo stesso si modificasse per trasformarsi in una serie di pantomime, balletti o altre tipologie di intrattenimento.
Diversa è la situazione a Parigi, dove nei primi anni dell’Ottocento si assiste ad un enorme sviluppo dell’apparato spettacolare dei melodrammi, soprattutto da un punto di vista specialistico. Molti tecnici infatti criticano l’impianto scenografico all’italiana e propongono una struttura scenica più complessa, con elementi tridimensionali praticabili e l’apertura di spazi utili alla sperimentazione scenografica e illuminotecnica. Importantissime in tal senso sono le innovazioni di Louis Jacques Daguerre, il quale, attraverso il sapiente uso di macchinari specifici, propone stupefacenti scene paesistiche in movimento, con fenomeni naturali, o scenari cittadini in cui è esaltato il fervore della vita animata. Daguerre chiama questa tipologia di spettacolarizzazione “diorama”, studi che saranno alla base delle ormai prossime scoperte fotografiche. A partire dalla metà del secolo i gusti cambiano e iniziano a diffondersi spettacoli le cui tematiche spesso rappresentano inquietanti realtà, vicende opprimenti, ambientate in una Parigi tenebrosa e formicolante di quella stessa umanità di cui il pubblico è parte integrante.
Il Realismo si impone sul Romanticismo, sul palco le scene ricalcano ambientazioni quotidiane, ma filtrate attraverso una lente che ne accentua le tinte, rendendole lontane e quasi surreali. Il nuovo repertorio si basa sulla rivisitazione del dramma borghese, che assume come luogo privilegiato il salotto, dove si svolge la vita sociale.
La contro-risposta al teatro verista di fine Ottocento è data dalle forme spettacolari che si diffondono a partire dagli inizi del Novecento, fenomeni che possono rientrare nella denominazione “teatro contemporaneo”. Con tale definizione si intendono le rappresentazioni teatrali che si sviluppano nel corso del XX secolo, segnate da una comune ricerca di superamento della semplice figurazione della realtà; in seguito, con l’avvento del cinema e della televisione, si giunge a un’ulteriore linea di demarcazione tra il quotidiano e la verità teatrale, resa possibile dagli strumenti propri del teatro, quali la suggestione, l’affabulazione e il gioco immaginifico che si instaura tra attore e pubblico. Si parla anche di “teatro di narrazione”, quando gli spettacoli si fanno particolarmente vicini agli antichi modelli dei cantastorie e nel contempo prendono notevolmente le distanze dal teatro verista ottocentesco.

La più grande rivoluzione del Novecento – dal punto di vista della storia del teatro – è la centralità dell’interprete. Da teatro della parola si passa al teatro dell’azione, del gesto, della “performance” interpretativa dell’attore, come sostiene il celebre teorico Konstantin Sergeevič Stanislavskij. Tale approccio metodologico porta, nel 1931, alla nascita del Group Theatre, che rimarrà attivo per circa una decina d’anni; il gruppo fondatore finisce per sciogliersi, ma la ricerca prosegue e personalità come Stella Adler, Lee Strasberg e Sanford Meisner continuano a portare avanti gli ideali dei primordi. Strasberg dirigerà poi dagli anni Cinquanta agli Ottanta l’ Actor’s Studio, forse la migliore fra le scuole di recitazione di tutti i tempi, in cui si sono formati anche Marlon Brando, Al Pacino, Robert De Niro. L’affermarsi delle avanguardie storiche apre la via alla sperimentazione di nuove forme di teatro, come il “teatro della crudeltà” di Antonin Artaud, la drammaturgia “epica” di Bertolt Brecht, e, successivamente, il teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e Eugène Ionesco.
Da non dimenticare anche il dramma psicologico di Pirandello, che domina le scene del teatro italiano e non solo. I caratteri dei suoi personaggi si scompongono in uno scontro tra le forme paradossali e distorte che ciascuno di essi è costretto ad assumere: la rappresentazione teatrale rivela come ogni essere umano sia insidiato dalla duplicità, dalle maschere, da ciò che lo sguardo degli altri proietta su di lui. I personaggi scavano nelle pieghe dei loro rapporti con un cerebralismo incontenibile.
Altro nome da annoverare è Gabriele D’Annunzio, uno dei massimi esponenti del Decadentismo, il quale utilizza nelle sue tragedie, dal mondano gusto liberty, un linguaggio aulico e forbito, invaso dall’onda della parola preziosissima. Una importante considerazione va rivolta ad Achille Camapanile, geniale anticipatore del teatro dell’assurdo.
In Germania spiccano nomi come Vladimir Majakovskij e Erwin Piscator direttore del Teatro Proletario di Berlino e Ernst Toller il principale esponente teatrale dell’espressionismo tedesco.
Due parole sono dovute al rapporto tra il regime dittatoriale e il teatro. Gli studiosi concordano nel ritenere che non esista un “teatro fascista”, ma di fatto il fascismo “intuì subito l’importanza (o la pericolosità) del palcoscenico” (Biondi), soprattutto per ottenere il consenso dell’opinione pubblica borghese, quello stesso ceto medio a cui piaceva assistere alla commedia di costume, chiamata poi “delle rose scarlatte”. Altra tipologia di spettacolo che in quel periodo riscuote notevole successo è quello di Aldo De Benedetti, detto teatro “dei telefoni bianchi”, poiché in scena vi era sempre un telefono bianco, simbolo di adesione alla modernità; si tratta di rappresentazioni stereotipate, dalle trame abbastanza banali, tutte giocate sul classico triangolo amoroso, il cui fine è solamente quello di intrattenere e far divertire – “panem et circenses” direbbe qualcuno.

Quello che non è riuscito ad ottenere il fascismo, ossia un teatro di massa, riesce a raggiungerlo il teatro di varietà che, con le scene pompose, le musiche irruenti, le ballerine ammiccanti e le irriverenti battute dei comici, ottiene la partecipazione del grande pubblico. Caratteristica del varietà è la sua nota estemporanea, il copione si adatta all’attualità e agli avvenimenti politici, rendendo impossibile un controllo censorio sull’agire degli attori; non solo, il varietà comporta il trionfo dell’uso del dialetto, come ben esemplificano le farse di De Filippo.
Nel secondo dopoguerra arrivano nuovi stimoli a pungolare l’evoluzione del teatro. Gli anni Sessanta e Settanta sono le decadi della filosofia hippie, dell’avvicinamento a certe discipline del mondo orientale per far riemerge la natura istintiva dell’uomo, intrappolata e resa dormiente dalla moltitudine di regole che disciplinano la vita in società. Il nuovo sentire si riflette nel teatro, l’esibizione davanti al pubblico non è più solo un semplice spettacolo teatrale ma un’occasione di crescita personale. Il nuovo approccio si fa evidente in diverse realtà, basti pensare all’Odin Teatret di Eugenio Barba, al teatro povero di Jerzy Grotowski, al teatro fisico del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina. Le avanguardie italiane non sono altro che una sfilza di grandi nomi, ciascuno meritevole di un inchino nel mentre che li si legge: Eduardo De Filippo e Dario Fo, Carmelo Bene (uno dei principali esponenti del teatro sperimentale), Leo De Berardinis, o ancora Luchino Visconti, (più noto forse in ambito prettamente cinematografico). Ovviamente anche il resto del mondo ha i suoi nomi da giocare, in Germania troviamo ad esempio Rainer Werner Fassbinder, in Francia Jean Genet e in Svizzera Friedrich Dürrenmatt (1921-1990). Degno di nota è ancora il polacco Tadeusz Kantor (1915-1990) pittore, scenografo e regista teatrale tra i maggiori teorici del teatro del Novecento. Il suo spettacolo “La classe morta” (1977) è tra le opere fondamentali della storia del teatro.
Molte altre figure meriterebbero di essere annoverate, così come numerosissime altre correnti, avanguardie e sperimentazioni, ma dato che sto scrivendo un articolo e non un saggio, mi trovo costretta, seppur con cuore pesante, a fare una selezione. Eccoci dunque arrivati al termine della nostra riassuntiva storia del teatro e con l’usuale speranza di avervi allietato e incuriosito mi accingo a salutarvi. Prima però mi tolgo un piccolo sfizio personale, perché desidero ricordare due personaggi tra i miei preferiti del Novecento in ambito teatrale. Il primo è Luca Ronconi, un grande innovatore, il suo modo di fare teatro e regia non ha termini di paragone. È un attore che è anche regista e ciò comporta un’attenzione tutta nuova sulla messa in scena. Per Ronconi il teatro implica la definizione di spazio, ma uno spazio completamente nuovo, che assume le forme degli stati d’animo dei personaggi delle storie rappresentate. Molto spesso si tratta di spazi tormentati, pregni di elementi simbolici che gli spettatori colti dovrebbero intendere – soprattutto dopo aver letto un esaustivo commento dal carattere didascalico di quello che si è andati a vedere – Altra peculiarità del teatro ronconiano è il tempo: ciò che avviene sul palcoscenico non ha ordine cronologico, le azioni si sovrappongono e si succedono come in una straniante dimensione onirica in cui lo spazio-tempo non esiste. Il regista pare lanciare un’ancora di salvezza agli spettatori utilizzando molto spesso delle didascalie, ma noi -pubblico attento – sappiamo che non ci si deve mai fidare troppo degli artisti contemporanei. Tali didascalie, infatti, altro non sono che parole chiave per aiutarci a capire la messa in scena, ma, diciamo la verità, per comprendere appieno uno spettacolo di Ronconi serve qualcosa di più che qualche termine sparso qua e là.

Il secondo personaggio che vorrei indicarvi è il visionario regista lituano Eimuntas Nekrošius, i cui spettacoli sono tanto affascinanti quanto intellettualmente complessi. Spiegare la poetica di Nekrošius è davvero complicato, la difficoltà è la medesima di cui parla Kafka ne “Un digiunatore”: “Si provi a spiegare a qualcuno l’arte del digiuno! Chi non la conosce, non può neanche averne l’idea”. Il regista lituano dimostra come sia possibile attingere dalla tradizione e al contempo rileggerla alla luce di nuove prospettive critiche ed estetiche. La messinscena è un organismo vivente che racconta storie, muove i personaggi come fossero burattini e determina l’avvio di meccanismi passionali che sfuggono al naturalismo psicologico e non è mai intaccato “dal morbo dell’autoriflessività che si è impadronito totalmente del teatro occidentale” (Valentini). Le opere di Nekrošius sono un’estrema sintesi di opposti, astratto e concreto, tragico e comico, descrizione e narrazione, uniti dalla fusione dialettica dei contrari in una caratterizzazione dinamica che richiama alla memoria l’idea del “montaggio delle attrazioni” teorizzata da Ejzenštein.
Se non avete mai visto uno spettacolo di Nekrošius, probabilmente non avrete capito granché di ciò che ho appena detto, ma l’ho fatto apposta, per invitarvi ad andare su youtube, digitare il suo nome e lasciarvi perdere nel suo mondo onirico e allucinato, così tanto lontano dalla nostra visione spocchiosamente eurocentrica. Un ultimo consiglio, se non sapete da dove iniziare cercate una registrazione del suo “Makbetas”, che marcia inesorabile verso la morte mentre il mantello gli diviene pesante, e nel contempo basculano sul palco delle enormi travi di legno, simbologie di metronomi che scandiscono l’azione che precipita e il destino che si compie. Con quest’ultimo consiglio enigmatico vi saluto davvero, cari lettori, e vi invito a trascorrere un po’ del vostro tempo libero in compagnia di personaggi bislacchi, al limite dell’umana comprensione, che, come i matti, sproloquiano la verità, mentre il resto del mondo finge di non udirli.

Alessia Cagnotto

I Lions donano oltre 4800 euro per il Centro Diagnosi HPL

Venerdì 31 gennaio alle ore 11 presso l’Educatorio della Provvidenza, i Lions International del distretto 108I A1consegneranno al centro diagnosi HpL di Torino la somma di 4860 euro raccolti grazie alla generosità dei soci dell’organizzazione internazionale e dei loro amici che, con la partecipazione allo spettacolo “Puccini Dance Circus Opera”, portato in scena dal CirKo Vertigo al teatro Colosseo lo scorso dicembre, su direzione di Paolo Stratta, hanno contribuito al progetto stesso.

I Lions affiancano le famiglie per superare gli ostacoli derivanti dalle difficoltà di apprendimento realizzando pienamente il motto “ Dove c’è un bisogno c’è un Lions”. Il centro HPL mette a disposizione interventi psicologici, pedagogici, logopedisti e psicomotori per dare supporto a famiglie di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che presentano difficoltà legate alle funzioni esecutive e cognitive.

Un progetto unico per il nostro territorio che ci consente di dare un futuro a ragazzi che altrimenti avrebbero difficoltà ad inserirsi in una società sempre più selettiva” ha dichiarato Giovanna Sereni, primo vice governatore del Distretto Lions 108IA1

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Giovanni Allevi e gli Skiantos

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Per l’apertura delle Universiadi All’Inalpi Arena, si esibisce Giovanni Allevi.

Martedì. Al Jazz Club suona il quartetto di Andrea Scagliarini. Al teatro Colosseo è di scena Amedeo Minghi.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour in ricordo di Gigi Restagno, concerto dei musicisti torinesi. All’Inalpi Arena si esibisce Lazza. Al Jazz Club The Chicago Blues Jam!.

Giovedì. All’Hiroshima Mon Amour suonano gli Atlante. Al Jazz Club concerto dei Sentimental Mood. Al Blah Blah si esibiscono i Popforzombie.

Venerdì. All’Hiroshima Mon Amour suonano gli Skiantos. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena la Rob Tognoni Band. Al Jazz Club si esibiscono i Bluescreen. Al Magazzino sul Po suona la Funky*Club Night. Allo Ziggy sono di scena i Rhesina+ Breathe Me In +Emo Kills.

Sabato. Al Magazzino di Gilgamesh suona la Marjorie Martinez Blues Band + il trio Meltin’ Colors. Al Jazz Club si esibiscono gli Eterea. Al Folk Club suona Riccardo Tesi & Giua + special guest Vincent Boniface.

All’Inalpi Arena è di scena Il Volo. Al Magazzino sul Po suonano My Thelephone Number + Skinny Peachfuzz. Al Blah Blah si esibiscono i Dune Aurora + Holygiant.

Domenica. Al Jazz Club suona il Jonnie Duo.

Pier Luigi Fuggetta

I concerti di inizio anno. Rock Jazz e dintorni a Torino: Roberto Vecchioni e Luca Barbarossa

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Gli appuntamenti musicali della settimana

Martedì. Al Jazz Club si esibisce Davide Alemanni.

Mercoledì. Sempre al Jazz Club performance dei The Chicago Blues Jam!

Giovedì. Al teatro Colosseo è di scena Roberto Vecchioni. Al Jazz Club si esibiscono i Perchè Concato. Alla Divina commedia suonano i So What Jazz Ensemble.

Venerdì. Al teatro Colosseo si esibisce Luca Barbarossa. All’Hiroshima Mon Amour  è di scena Dottor Lo Sapio e Trio Marciano. Al Jazz Club suonano i Bella Mbriana. Al Folk Club si esibisce Jesper Lindell & Scarlet Rivera. Al Magazzino sul Po è di scena il cantautore Marco Castello con 2 concerti (alle 20 e alle 22.30). Al Blah Blah è di scena Claudia Buzzetti.

Sabato. All’Hiroshima suona La SAD. Al Jazz Club si esibisce il Marco Betti Trio. Al Blah Blah suonano i Dievel.

Domenica. Alla Divina Commedia è di scena la Alchemya City Band. Al Jazz Club suonano gli Only Pop- e De Gruttola Duo. Allo Ziggy si esibisce Aux Animaux.

Pier Luigi Fuggetta

Natale in città, i musei sono aperti

Riapre in occasione delle festività di Natale uno dei luoghi di riferimento per la storia dell’automobilismo. Il Centro Storico Fiat, sede delle prime officine di produzione dell’azienda torinese, con la sua ricca collezione una collezione di modellini, manifesti pubblicitari e cimeli, torna ad accogliere i visitatori nell’edificio liberty di via Chiabrera 20 grazie a un accordo tra Stellantis e il Museo dell’Automobile.

Fu il primo ampliamento (1907) delle officine di corso Dante nelle quali nacque l’azienda e fin dall’inizio teatro di momenti importanti nella storia della Fiat. Al suo interno custodisce le automobili più significative della storia dell’azienda: la 3 ½ HP, prima vettura prodotta dalla FIAT, la Eldridge Mefistofele del 1923 con la sua silhouette slanciata e la sua mole possente, il trattore Fiat 702 del 1919, l’autocarro 18BL che motorizzò le truppe italiane nella prima guerra mondiale, la Littorina, protagonista del trasporto ferroviario a partire dagli anni Trenta e il caccia G91, disegnato da Giuseppe Gabrielli e poi adottato dalla NATO. Lo stesso edificio ospita l’archivio aziendale, consultabile su appuntamento, con oltre 9mila metri lineari di documenti cartacei, 400mila disegni tecnici, 5mila tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, più di 6 milioni di immagini tra stampe, diacolor, lastre e negativi e 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse è il fondo del progettista Dante Giacosa, il “papà” delle utilitarie – la Topolino, la 600, la 500 – che hanno motorizzato l’Italia.

Fino a domenica 4 maggio al Centro Storico Fiat sarà possibile visitare anche il progetto espositivo Memoria e conflitti,  spin off della mostra 125 volte FIAT. La modernità attraverso l’immaginario Fiat ospitata al Mauto. In mostra immagini e documenti legati al tema della conflittualità – scioperi, manifestazioni, vertenze, volantini, comunicati aziendali – che coprono tutto il corso del Novecento.

I visitatori potranno accedere al Centro Storico Fiat dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) acquistando il biglietto online sul sito del MAUTO o alle biglietterie del MAUTO in corso Unità d’Italia 40 o del Centro Storico Fiat in via Chiabrera 20.

Nel periodo natalizio, il Centro Storico Fiat osserverà i seguenti orari nei giorni di festa:
Martedì 24 dicembre dalle 10 alle 14 (ultimo ingresso alle 13)
Mercoledì 25 dicembre dalle 14 alle 19 (ultimo ingresso alle 18)
Martedì 31 dicembre dalle 10 alle 14 (ultimo ingresso alle 13)
Mercoledì 1° gennaio dalle 14 alle 19 (ultimo ingresso alle 18)

INIZIATIVE IN CITTÀ

Il 18 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Colosseo propone Dream Gospel Choir from Harlem.

Dal 23 dicembre al 7 gennaio il Museo Nazionale del Cinema propone la salita a piedi sulla cupola della Mole Antonelliana e visite guidate “alla scoperta del museo” e alla mostra “Movie icons”.

Il 23 dicembre alle ore 21 al Teatro Monterosa l’associazione Avvalorando propone il Concerto di Natale con cori gospel, a cura dell’Academy Choir di Torino, a ingresso libero per i cittadini di Barriera di Milano

Nei giorni dal 24 al 31 dicembre, a eccezione del 25, sarà possibile visitare il Museo della Sindone alla tariffa ridotta di 6 euro.

Il 26 e il 27 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Colosseo propone Disney Tim Burton’s The Nightmare before Christmas.

Dal 26 dicembre al 6 gennaio la Fondazione Accorsi-Ometto propone visite guidate alla collezione permanente tutti i giorni, alle ore 10.30 e 16.30 (comprese nel costo del biglietto) e visite guidate al costo di 6 euro alla mostra Giorgio De Chirico: 1924 tutti i giorni, alle ore 11.30 e 17.

Il 26 dicembre a partire dalle ore 18.30 alla Reggia di Venaria, la Fondazione TRG propone alle famiglie con bambini una “caccia al regalo”: percorso teatrale e musicale dal sapore natalizio. Dal 26 dicembre al 6 gennaio la Reggia apre i suoi spazi anche in orario serale con la possibilità di visita alle mostre con biglietto dedicato.

Il 26 dicembre dalle ore 16 alle 17, Gallerie d’Italia Torino propone Museum collage Christmas edition: una visita per famiglie e bambini per poi creare un elaborato speciale sulla propria idea di museo… ma aggiungendo un tocco natalizio. Prenotazione obbligatoria entro il martedì precedente alle ore 16 scrivendo a torino@gallerieditalia.com. Dalle ore 14.30 alle 15.30 verrà invece proposta la visita guidata alla mostra Mitch Epstein. American Nature, al costo di 5 euro in aggiunta al prezzo del biglietto.

Il 26 dicembre alle ore 16 al Teatro Monterosa, la Compagnia dei Saltapasti propone lo spettacolo per famiglie “La streghetta rapita”, adattamento in due atti della “Regina delle Nevi”, una delle più famose fiabe dello scrittore danese Hans Christian Andersen.

Il 27 dicembre alle ore 16, nell’ambito del programma “Natale in Reggia”, la Reggia di Venaria ospita nella Galleria di Diana il concerto “Le seduzioni del Barocco”, di Lingotto Musica in collaborazione con De Sono Associazione per la Musica. Maggiori informazioni al link https://lingottomusica.it/evento/duo-zaglia-guarneri.

Il 27 dicembre alle ore 21 alle Fonderie Limone di Moncalieri la Fondazione Cirko Vertigo propone “Coppelia un ballet mécanique” di Compagnia blucinQue. Maggiori informazioni al link  coppelia-un-ballet-mecanique.

Il 28 dicembre alle ore 18, nell’ambito del programma “Natale in Reggia”, la Reggia di Venaria ospita nella Galleria di Diana il concerto “Ai confini del Classicismo”, di Lingotto Musica in collaborazione con Fondazione Accademia di Musica. Maggiori informazioni al link https://lingottomusica.it/evento/antonia-de-pasquale.

Il 28 e il 29 dicembre il Mufant – Museo del Fantastico propone “Fa’ Natale Fantasy”, grande Festa di Natale Fantasy. Per maggiori informazioni e il programma dettagliato: https://www.mufant.it/2024/11/26/fa-natale-fantasy/.

Il 29 dicembre alle ore 18 CulturalWay, organizzazione che propone e conduce tour in città, realizza una visita guidata alla scoperta delle Luci d’Artista. Informazioni al link https://www.culturalway.it/tour/luci-dartista-5/.

Il 29 dicembre alle ore 18, nell’ambito del programma “Natale in Reggia”, la Reggia di Venaria ospita nella Galleria di Diana il concerto “Mitteleuropa romantica”, di Lingotto Musica in collaborazione con Fondazione Accademia di Musica. Maggiori informazioni al link https://lingottomusica.it/evento/trio-severini-zuo-garzillo/.

Il 30 dicembre alle ore 16, nell’ambito del programma “Natale in Reggia”, la Reggia di Venaria ospita nella Galleria di Diana il concerto “Ai confini del Classicismo”, di Lingotto Musica in collaborazione con De Sono Associazione per la Musica. Maggiori informazioni al link https://lingottomusica.it/evento/duo-capretti-momo/.

Il 31 dicembre a partire dalle ore 21 la Città di Torino saluta il nuovo anno e dà il benvenuto al 2025 con il grande concerto in piazza Castello. Sul palco si esibiranno i Morcheeba, band simbolo della musica europea, con 10 album registrati in studio e il singolo Rome wasn’t built in a day che nel 2000 diventò una hit mondiale; Rose Villain, fresca di nomina a Sanremo 2025, stella del panorama musicale italiano e internazionale, cantante, autrice e regista, con all’attivo milioni di stream grazie ai suoi due album di successo e alle hit che hanno conquistato l’Italia intera; e Malika Ayane, artista poliedrica e dalla voce inconfondibile, vincitrice di numerosi premi e con all’attivo 13 certificazioni di platino e 2 d’oro per singoli e album, che salirà sul palco nella doppia veste di interprete e presentatrice. Insieme a lei condurranno la serata Marco Maccarini, presentatore, autore televisivo e speaker radiofonico, e Davide D’Urso, comico e content creator torinese.

Il 31 dicembre alle ore 22.30 al Teatro Café Müller di Torino Fondazione Cirko Vertigo propone “Che bello café”, un immaginario e immaginifico incontro fra Domenico Modugno e Fabrizio de André per celebrare due importanti ricorrenze: il trentennale della scomparsa di Domenico Modugno e i venticinque anni da quella di Fabrizio De Andrè. Maggiori informazioni al link https://www.blucinque.it/date/che-bello-cafe/

Il primo gennaio alle ore 16 in piazza Castello si festeggia il nuovo anno all’insegna della grande musica classica, della cultura e della storia, con il concerto di Capodanno della Città di Torino. Sul palco l’Orchestra Filarmonica di Torino si esibirà in una selezione di pagine musicali popolari, tra ouverture, arie, duetti e pagine orchestrali dal repertorio operistico italiano, da Rossini a Puccini, passando per Bellini, Verdi, Ponchielli e Giordano, oltre a un’incursione in ambito cinematografico con il grande Nino Rota.

Il primo gennaio alle ore 21 nella Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria si terrà invece il Concerto di Capodanno alla Reggia, con possibilità – a partire dalle 18.30 – di visitare la Reggia e le mostre con lo stesso biglietto.

Dal 3 al 6 gennaio alle ore 17 al al Teatro Café Müller, la Fondazione Cirko Vertigo propone “Piccolo circo Charivarial”, un’ora di puro divertimento accompagnato dalle squisitezze di Alberto Marchetti (cioccolata calda e nocciolini di Chivasso). Maggiori informazioni al link https://www.blucinque.it/date/piccolo-circo-charivari/.

Il 5 gennaio il Mufant propone “Epifania. Giochi fantasy, Intelligenze artificiali, marziani e monsignori”, con sessioni di giochi fantasy e due conferenze.

Il 6 gennaio alle ore 10 nella Cappella dei Mercanti avrà luogo un concerto organistico organizzato dalla Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti.

Il 6 gennaio il Museo civico Pietro Micca offre visite guidate alle ore 10.30, 14.30, 15.30 e 16.30.

Il 6 gennaio il Museo Nazionale del Cinema propone “Vola vola la befana!”, laboratorio di trucchi ed effetti speciali.

Il 6 gennaio dalle ore 16 alle 18 il Museo A come Ambiente propone il laboratorio “La Befana vien di notte: giochi curiosi e dove trovarli”, per realizzare bellissimi giochi e oggetti sostenibili. Prenotazione obbligatoria sul sito https://www.acomeambiente.org/.

Inoltre, fino al 2 febbraio 2025 OGR Torino ospita due eventi a ingresso gratuito: nella @Corte Est la visita alla nuova opera di Rebecca Moccia “Cold As You Are” commissionata all’artista in occasione della 27esima edizione di Luci d’Artista e new entry della sezione Costellazioni del progetto della Città di Torino, informazioni al link https://ogrtorino.it/events/rebecca-moccia-cold-as-you-are; al @Binario1 la mostra “Cyprien Gaillard, Retinal Rivalry”, informazioni al link  https://ogrtorino.it/events/retinal-rivalry.

Fino alla fine di gennaio, nella sala da pranzo del Museo Accorsi-Ometto sarà possibile ammirare la tavola di Natale realizzata dall’associazione per la valorizzazione delle tradizioni storico-nobiliari VIVANT, con servizi in porcellana dell’Ottocento. Visita compresa nel biglietto d’ingresso al museo.

fino al 29 dicembre l’associazione culturale Mythos propone Natale Insieme 2024, un calendario di concerti e spettacoli a ingresso gratuito presso diverse chiese. Il calendario è scaricabile al link https://www.assmusto.org/images/NataleInsieme2024_locandina.pdf.

MUSEI APERTI IN CITTÀ

Sono tantissime le occasioni per cittadini e turisti di visitare i musei torinesi nel periodo delle festività natalizie.

24 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Archivio Storico della Città di Torino con orario 8,30-16,30
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-14
  • Musei Reali con orario 9-16
  • Giardini Reali con orario 9-16-Ingresso Libero
  • Sale Chiablese-Mostra La Grande Arte Italiana con orario 9.30-17.30
  • Biblioteca Reale con orario 8.30-16-con Prenotazione
  • Museo Egizio con orario 9-14
  • Museo Dell’Auto con orario 10-14
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-18
  • Museo Nazionale Della Montagna con orario 10,30-14
  • Gallerie D’Italia con orario 9,30-18
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Reggia Di Venaria con orario 9,30-15
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30-18,30
  • Fondazione Mario Merz con orario 11-16
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-15
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

25 dicembre

  • Sale Chiablese – Mostra La Grande Arte Italiana con orario 12-19,30
  • Museo Nazionale del Cinema con orario 14-20
  • Museo Dell’auto con orario 14-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18 e dalle 23:00 alle 01:00 per la celebrazione della S. Messa di Natale alle ore 24:00

26 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Museo Civico Pietro Micca con orario 10-18
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Musei Di Anatomia, Lombroso, e della Frutta con orario 10-18
  • Musei Reali con orario 9-19
  • Museo Egizio con orario 9-18.30
  • Museo Dell’Auto con orario 10-19
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-20
  • Museo Del Risorgimento con orario 10-18
  • Museo Nazionale Della Montagna con orario 10,30-18
  • Gallerie D’Italia con orario 9,30-19,30
  • Basilica Di Superga con orario 10 Alle 18
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 10-20
  • Mufant – Museo Del Fantastico con orario 15,30-19
  • Reggia Di Venaria con orario 9,30-22
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30 -18,30
  • OGR TORINO con orario 10-20
  • Pinacoteca Agnelli con orario 10-18
  • Fondazione Mario Merz con orario 11-19
  • CAMERA – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-21
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

27 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Museo Civico Pietro Micca con orario 10-18
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Musei di Anatomia, Lombroso e della Frutta con orario 10-18
  • Musei Reali con orario 9-19
  • Museo Egizio con orario 9-20
  • Museo Dell’Auto con orario 10-19
  • Museo del Risorgimento con orario 10-18
  • Museo Nazionale del Cinema con orario 9-20
  • Museo Nazionale Della Montagna con orario 10,30 -18
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 9,30 -19,30
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 10-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Mufant – Museo Del Fantastico con orario 15:30-19
  • Reggia Di Venaria con orario 9,30-21
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30-18,30
  • Ogr Torino con orario 10 – 22
  • Pinacoteca Agnelli con orario 10 -18
  • Fondazione Mario Merz con orario 11-19
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-19
  • Museo Della Sindone con orario 15 -18

28 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Museo Civico Pietro Micca con orario 10-18
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Musei Di Anatomia, Lombroso, e Della Frutta con orario 10-18
  • Musei Reali con orario 9-19
  • Museo Egizio con orario 9-20
  • Museo Dell’Auto con orario 10-19
  • Museo Del Risorgimento con orario 10-18
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-20
  • Museo Nazionale Della Montagna con orario 10-18
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 9,30- 19,30
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 10-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Mufant – Museo Del Fantastico con orario 15:30 -19
  • Reggia Di Venaria-con orario 9,30-22
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai-con orario 9,30-18,30
  • Pinacoteca Agnelli con orario 10-18
  • Fondazione Mario Merz con orario 11-19
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-19
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

29 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Museo Civico Pietro Micca con orario 10-18
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Musei Reali con orario 9-19
  • Museo Egizio con orario 9-20
  • Museo Dell’auto con orario 10-19
  • Museo Del Risorgimento con orario 10-18
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-20
  • Museo Nazionale Della Montagna – con orario 10-18
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 9,30-19,30
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 10-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Mufant – Museo Del Fantastico con orario 15:30-19
  • Reggia Di Venaria con orario 9,30-22
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai Dalle orario 9,30- 18,30
  • Ogr Torino con orario 10-20
  • Pinacoteca Agnelli con orario 10-18
  • Fondazione Mario Merz con orario 11-19
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-19
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

30 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Archivio Storico della Città di Torino con orario 8,30-16,30
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Musei Di Anatomia, Lombroso, e Della Frutta con orario 10-18
  • Musei Reali con orario 10-19
  • Giardini Reali con orario 10-17-Ingresso Libero
  • Sale Chiablese – Mostra La Grande Arte Italiana orario 9.30 -19.30
  • Biblioteca Reale – Consultazione con orario 8.30-18.30
  • Museo Egizio con orario 9-18.30
  • Museo Dell’Auto con orario 10-19
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-20
  • Museo Del Risorgimento con orario 10-18
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 9,30-19,30
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 10-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Reggia Di Venaria con orario 9,30-21
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30-18,30
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-19
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

31 dicembre

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-14
  • Archivio Storico della Città di Torino con orario 8,30-16,30
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-14
  • Musei Reali con orario 9-18
  • Giardini Reali con orario 9-17-Ingresso Libero
  • Sale Chiablese – Mostra La Grande Arte Italiana orario 9.30-17.30
  • Biblioteca Reale – Consultazione con orario 8.30 -18.00
  • Museo Egizio con orario 9-18.30
  • Museo Dell’auto con orario 10-14
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-18
  • Museo Del Risorgimento con orario 10-18
  • Museo Nazionale Della Montagna con orario 10,30-14
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 9,30-18
  • Mufant – Museo Del Fantastico con orario 15.30-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Reggia Di Venaria con orario 9.30-17
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30-18,30
  • Fondazione Mario Merz con orario 11-16
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-15
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

1 gennaio

  • GAM, MAO con orario 14-18
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Museo Egizio Dalle con orario 9-18.30
  • Museo Dell’Auto con orario 14-19
  • Sale Chiablese – Mostra La Grande Arte Italiana con orario 12-19.30
  • Museo Del Risorgimento con orario 15-20 e Ingresso a € 2 Per Tutti
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 14 -20
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 14,30-19,30
  • Basilica Di Superga con orario 10 -18
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 14-19
  • Reggia Di Venaria Dalle con orario 11-22
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30-18,30
  • Pinacoteca Agnelli con orario 10-18
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 15-19

5 gennaio

La maggior parte dei musei cittadini rispetta il normale orario di apertura.

Ai Musei Reali è Domenica al museo, con ingresso gratuito su prenotazione, da effettuare esclusivamente online sul sito https://www.coopculture.it/it/poi/musei-reali-di-torino/.

Ingresso gratuito anche alle Gallerie d’Italia Torino, aperte in orario 9.30-19.30.

6 gennaio

  • GAM, MAO, PALAZZO MADAMA con orario 10-18
  • Museo Civico Pietro Micca con orario 10-18
  • Museo Diffuso Della Resistenza con orario 10-18
  • Musei Di Anatomia, Lombroso e Della Frutta con orario 10-18
  • Musei Reali con orario 9-19
  • Giardini Reali con orario 9-17-Ingresso Libero
  • Sale Chiablese – Mostra La Grande Arte Italiana orario 9.30-19.30
  • Museo Egizio con orario 9-18.30
  • Museo Dell’Auto con orario 10-19
  • Museo Nazionale Del Cinema con orario 9-20
  • Museo Del Risorgimento con orario 10-18
  • Museo Nazionale Della Montagna con orario 10,30-18
  • Gallerie D’Italia – Torino con orario 9,30-19,30
  • Fondazione Accorsi-Ometto con orario 10-19
  • Basilica Di Superga con orario 10-18
  • Reggia Di Venaria con orario 9,30-22
  • Museo Della Radio E Della Televisione Rai con orario 9,30-18,30
  • Museo A Come Ambiente-Maca con orario 14-19
  • Ogr Torino con orario 10-20
  • Pinacoteca Agnelli con orario 10-18
  • Camera – Centro Italiano Per La Fotografia con orario 11-19
  • Museo Della Sindone con orario 15-18

NATALE IN BIBLIOTECA

Numerosi gli appuntamenti nelle biblioteche civiche della Città di Torino.

Sabato 14 dicembre
ore 11 Biblioteca Guidetti Serra: Incontri di lettura, canzoni e marionette in lingua francese
ore 10 Biblioteca Marchesa: Sabato in famiglia aspettando il Natale

Mercoledì 18 dicembre
ore 17 Biblioteca Bonhoeffer: Fiaba di Natale
ore 17 Biblioteca Primo Levi: Magie impossibili
ore 17 Biblioteca Ginzburg: Un giardino di storie…a Natale

Giovedì 19 dicembre
ore 16 Biblioteca Italo Calvino: Il Natale alla Calvino
ore 17 Biblioteca Italo Calvino: Speciale Natale! Letture, laboratorio, sorprese per piccini
ore 17 Biblioteca Cognasso: Regalo di Natale
ore 17 Bibliobus: Storie di Natale in arrivo

Sabato 21 dicembre
ore 10.30 Biblioteca Cesare Pavese: Magiche storie di Natale
ore 10.30 Bibliobus: Storie di Natale in arrivo

Venerdì 20 dicembre
ore 17 Biblioteca Villa Amoretti: Aspettando il Natale

Lunedì 23 dicembre
ore 16.30 Biblioteca Alberto Geisser: I racconti di Babbo Natale
ore 17 Bibliobus: Il lunedì dei libri

Lunedì 30 dicembre
ore 17 Biblioteca Luigi Carluccio: Storie da regalare a Natale

Giovedì 2 gennaio
ore 17 Biblioteca Cesare Pavese: Tombola della Befana
ore 16 Biblioteca Passerin d’Entrèves: Storie che prendono vita
ore 16 Biblioteca Primo Levi: Bibliogicando

Sabato 4 gennaio
ore 10.30 Biblioteca Luigi Carluccio: Storie per liberare la fantasia
ore 10 Biblioteca Primo Levi: Bibliogiocando Edizione della Befana

TORINO CLICK

Rock Jazz e dintorni a Torino: Antonello Venditti e Ute Lemper

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. All’Inalpi Arena arriva Gianna Nannini. Al teatro Colosseo si esibisce Giovanni Allevi.

Martedì. Al Jazz Club è di scena il Fabrizio Florio Duo. All’Inalpi Arena si esibisce Antonello

Venditti. Al teatro Colosseo l’ Ensemble Symphony Orchestra presenta “Alla scoperta di Morricone.”

All’Hiroshima Mon Amour concerto evento di raccolta fondi a favore del rifugio Massi con :Africa United, Gran Bal Dub, Luca Morino e Tate Nsongaw, Modena City Ramblers, Punkreas, Persiana Jones, Willie Peyote, Yo Yo Mundi.

Mercoledì. Al Conservatorio G. Verdi recital di Ute Lemper. Al Jazz Club “The Chicago Blues Jam!”.

Al teatro Colosseo il Dream Gospel Choir.

Giovedì. Al Blah Blah suonano gli Est Egò. Al Magazzino sul Po si esibiscono Santoianni+ Dimaggio.

Al Jazz Club è di scena il Gerotto Viviani Duo. Alla Divina commedia i Limentra rendono omaggio a Francesco Guccini. All’Osteria Rabezzana si esibisce il Vana Gierig Trio.

Venerdì. Al Jazz Club è di scena Viale Mazzini. Al Circolo Sud suonano i Mao Funk. All’Hiroshima si esibiscono i Dov’è Liana. Alla Divina Commedia sono di scena i Frankie & friends. Al Folk Club suonano Stefano Valla , Daniele Scurati e Fabio Rinaudo. Al Blah Blah è di scena Morino De West Combo3 (Mau Mau).

Sabato. Alo Ziggy suonano Ozone Dehumanizer + Golem of Gore. Al Blah Blah si esibiscono i Fucktotum. Al teatro Colosseo sono di scena i Nomadi. Al teatro Concordia di Venaria arriva Vinicio Capossela. Al Jazz Club suonano i Godfather of Soul. Alla Divina Commedia si esibiscono i QUEENtessenza. Allo Spazio 211 sono di scena i Three Second Kiss.

Domenica. Alla Divina Commedia suonano i RMN-Risonanza Magnetica. Al Jazz Club suona Enzo Ferraro Band.

Pier Luigi Fuggetta