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Torino e i suoi teatri: il Medioevo e i teatri itineranti

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Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

 

2  Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti

Cari lettori, il caldo e l’afa di questi giorni hanno notevolmente limitato le mie energie, di conseguenza non ho “escamotage” letterari da proporvi per l’abituale introduzione discorsiva che è solita precedere l’argomentazione vera e propria dei miei pezzi. Non mi attarderò dunque oltre, al contrario vi propongo di entrare subito “in medias res”, nel vivo del nostro discorso sulla storia del teatro, iniziato la settimana scorsa con una premessa sulle radici antiche di tale fenomeno rappresentativo.
L’unico augurio che mi preme rivolgervi è che possiate leggere questo mio scritto in un luogo strategico, magari su una panchina ombrosa e leggermente ventilata, oppure a casa, seduti sulla vostra poltroncina preferita, mentre il ventilatore vi fa roteare i pensieri estivi.
Lo ribadisco, la materia che mi sono proposta di trattare è pressoché infinita e alquanto complessa, ma vedrò di proseguire per sommi capi, proponendovi un racconto organico ma non eccessivamente specifico, tale da rispecchiare le caratteristiche delle letture che solitamente si fanno sotto l’ombrellone.
Oggi ci occupiamo delle forme teatrali tipiche dell’epoca medievale, uno dei momenti storici maggiormente estesi e variegati che compongono le vicende dell’Europa.
Solo per rispolverare nozioni che sicuramente già avete e per rendere accetta quell’attitudine da docente che ormai è parte integrante del mio essere, vi ricordo che stiamo prendendo in considerazione quell’esteso periodo di circa mille anni che va dal 476 d.C. (caduta dell’Impero Romano d’Occidente), al 1492 (scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo).
Il termine Medio Evo deriva dal latino “media aetas” o “media tempestas”. Per lungo tempo i dotti hanno considerato tale periodo come un’ epoca “buia”, priva di quegli ideali alti e luminosi tipici dell’Umanesimo e del Rinascimento. Bisognerà attendere l’Ottocento affinché l’atteggiamento degli studiosi cambi, e si inizi a considerare con attenzione i molteplici avvenimenti importanti che si susseguono a partire dalla caduta dell’Impero Romano fino all’inizio dell’epoca moderna.


Lungi da me propinarvi in questa sede una lezione di storia, sarebbe davvero troppo complesso e non opportuno, quello che posso invece fare è – per semplificare la questione- proporvi di richiamare alla mente immagini simboliche e, se vogliamo, stereotipate, di quei secoli, in modo da immedesimarci il più semplicemente e velocemente possibile in quel “guazzabuglio medievale”.
Vi invito dunque a pensare al capolavoro bergmaniano de “Il settimo sigillo” (1958), in cui il contrastato bianco e nero avvolge le melanconiche vicende dei personaggi, primo fra tutti Antonius Block (Max von Sydow), cavaliere di ritorno dalla Crociate, accompagnato dal fedele servo Jöns. Il film incarna con magistrale maestria la comune visione che si ha dell’epoca medievale: impregnata di religiosità opprimente, in cui la fede nella magia e nell’ultraterreno prendono il sopravvento sul raziocinio e in cui la violenza delle guerre si affianca alla povertà dilagante.
Iconiche e indimenticabili sono le emblematiche scene della processione dei guitti e dei flagellanti e quella finale, in cui le sagome dei protagonisti “danzano solenni allontanandosi dal chiarore dell’alba verso un altro mondo ignoto”. Ed ora che siamo pronti per proseguire, ormai pienamente contestualizzati in questi secoli lontani ma pur sempre affascinanti, prima di tutto occorre dimenticarci del concetto di teatro greco e latino. Con il crollo dell’Impero Romano l’antica istituzione teatrale viene surclassata da un’idea di teatro imprecisa e nebulosa e dai confini decisamente più labili rispetto all’antico. Rientrano infatti nel generale concetto di spettacolo teatrale svariati fenomeni, dai riti liturgici alle feste popolari, dall’esibizione di giullari e saltimbanchi, alle sacre rappresentazioni.
La memoria del teatro classico sopravvive grazie agli amanuensi, come testimonia la monaca Hroswita (935-973), la quale riporta che nei monasteri autori come Terenzio vengono ancora letti e trascritti, tuttavia si tratta appunto di semplici letture e non di rappresentazioni a tutti gli effetti.
In epoca medievale si parla di “teatralità diffusa”, espressione che si riferisce alla nascita e alla diffusione di diverse figure che differenziano i numerosi professionisti dello spettacolo, comunemente chiamati “histriones”. Accanto agli attori comuni, troviamo “joculatores”, “mimi”, “scurrae”, “menestriers” o “troubadours”; tra questi il ruolo più diffuso è sicuramente quello dello “joculator”, ossia “colui che si dedica al gioco”, ma lo “joculator” è anche – in senso lato- il chierico o il monaco incline al vagabondare, – il “gyrovagus”- che è senza fissa dimora e conseguentemente privo di un ruolo stabile all’interno della società.

La figura del teatrante, sia esso un “histrione” o un giullare, è da subito considerata negativamente, tant’è che la storia degli attori può considerarsi parimenti come la storia della loro condanna.
Certo, anche nell’antichità gli attori non godevano di particolari riconoscimenti, ma è proprio in epoca medievale che la situazione si inasprisce.
Se tra voi lettori vi è qualche disneyano convinto, avrà sicuramente presente, ne “Il gobbo di Notre Dame”, il disprezzo che prova il malvagio giudice Frollo nei confronti non solo del popolo gitano, ma degli umili parigini che partecipano alla “Festa dei Folli”. Il cartone del 1996 altro non fa che sottolineare quel lunghissimo conflitto che nasce proprio in epoca medioevale, tra il mondo ecclesiastico e i teatranti. Di tale dissidio oggi chiaramente non si percepisce più nulla, ma fateci caso: quanti tendoni viola avete visto ancora adesso all’interno dei teatri? (il viola è il colore dei paramenti liturgici usati in Quaresima). Per comprendere appieno questo contrasto è opportuno pensare alla rivoluzione culturale attuata dal Cristianesimo, i cui primi scrittori, gli apologisti, pur accogliendo la tecnica letteraria e la retorica della civiltà classica, rifiutano la società pagana e la sua concezione della vita. Della cultura classica in genere il teatro era considerato l’espressione più terrena e diabolica. I giullari e i teatranti sono visti come “instrumenta damnationis” e condannati senza pietà per le turpitudini a loro attribuite. Moltissimi sono i documenti che attestano le accuse mosse contro gli uomini di spettacolo, ma sono proprio tali condanne a essere le migliori fonti a cui attingere per studiare l’attività giullaresca di tale periodo.
Le motivazioni di biasimo sono riducibili a tre termini specifici: l’attore è “gyrovagus”, “turpis” e “vanus”. Con il primo termine si sottolinea il “porsi ai margini” e lo stare al di fuori dell’organizzazione sociale; in seconda istanza l’arte del giullare è priva di contenuto, cioè “vana”, ma ciò che è vano è mondano e ciò che è mondano è diabolico; infine, l’attore è “turpis”, perché è colui che stravolge (“torpet”) l’immagine naturale delle cose, intervenendo e modificando la natura, così come Dio l’ha creata, sublime e perfetta.

Tale condanna riguarda tutti i tipi di travestimenti, attività specifiche anche di altri contesti, quali la festa popolare e la grande festa carnevalesca.
Non di meno i giullari sono un elemento costante della vita quotidiana, come ben dimostrano le arti figurative: essi compaiono numerosi, raffigurati con sembianze animalesche e bestiali in particolar modo nei codici miniati e nei capitelli delle chiese. La figura del giullare è tuttavia molto complessa e ricopre diversi ruoli. Uno degli incarichi a lui affidabili, ad esempio, è quello di diffamare determinati individui, di qui la “satira contro il villano”, – il contadino è sempre il bersaglio più gettonato – particolarmente diffusa dall’anno Mille nelle “chouches” aristocratiche e borghesi. Egli è però anche un narratore, un cantastorie, autore sia delle amate “Chansons de geste”, sia di favolette o “fabliaux”, brevi storie in cui i protagonisti si muovono nella sfera del quotidiano, avvicinandosi alla “farsa”. L’acerrimo dissidio tra Chiesa e Teatro non si esaurisce nel solo svilire e condannare la figura dell’attore, vi è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: il rito purificatore e spirituale che si contrappone alla festa mondana.
Il rito cattolico è in effetti ricco di elementi spettacolari e trova il suo culmine nella Santa Messa, in quanto rappresentazione simbolica di un avvenimento: “Fate questo in memoria di me”. Nell’assistere al rito, inoltre, il fedele non si limita alla mera contemplazione del mistero che lo trascende ma partecipa attivamente al rituale che lo coinvolge.
Rimanendo in ambito religioso, si diffonde nel Medioevo il “tropo”, una particolare cerimonia ottimamente esemplificata dal “Quem quaeritis?”, le cui battute sono tratte direttamente dai testi evangelici. In questo caso specifico la vicenda rappresentata descrive la visita delle pie donne al sepolcro di Gesù, esse lo trovano vuoto e subito assistono alla discesa di un angelo che annuncia loro l’avvenuta resurrezione.

Dal “tropo” si sviluppa il dramma liturgico, che può svolgersi in una piccola parte della chiesa o investirla totalmente, avvalendosi in questa circostanza di allestimenti scenici ben determinati e con precisi valori simbolici. Nel dramma liturgico troviamo per la prima volta l’idea della scena “simultanea”, caratteristica prima dei “misteri”. Si tratta di particolari sacre rappresentazioni allestite fuori dalle mura delle chiese e prive di connessioni con il cerimoniale liturgico ma dirette da chierici o preti, la rappresentazione era solitamente accompagnata da didascalie in latino, vero e proprio elemento che fa da “trait d’union” con il recinto sacrale. Uno dei “misteri” più tipici e apprezzati è lo “Jeu d’Adam” – spettacolo composto da un autore normanno, e particolarmente diffuso nel XII – secolo in cui per la prima volta vengono allestiti dei “luoghi deputati”, atti a rappresentare la globalità dell’Universo, costituito da Terra, Paradiso e Inferno.
I luoghi deputati, anche chiamati “mansiones” (case), sono costruzioni in legno e tela che delimitano zone circoscritte in cui avviene una determinata azione.
Tali spettacoli – dramma liturgico e “misteri”- vengono realizzati e allestiti da laici, ma appartengono nondimeno alle diverse forme di teatro cristiano, poiché il tutto è incentrato sulla visione, semplificata e drammatizzata, delle Sacre Scritture e della vita dei Santi, o in altre parole, sull’eterna lotta tra Bene e Male.
Vi sono poi i “grandi misteri”, che si svolgono in più giornate ma che non differiscono di molto dalle rappresentazioni più semplici.
Queste manifestazioni sono essenziali per il credente, poiché rappresentano e sintetizzano con semplicità tutto ciò che il buon cristiano deve sapere, la funzione culturale dei “misteri” non differisce poi molto da quella della “Biblia pauperum”, ossia la “Bibbia dei poveri”, una raccolta di immagini che rappresentano scene della vita di Gesù e le figure e le vicende dell’antica storia di Israele.

Siamo dunque arrivati al termine, vi ho grossomodo raccontato delle principali manifestazioni teatrali che fioriscono in epoca medioevale; esse nascono in quei secoli lontani ma perdurano nel tempo, soprattutto laddove gli spettacoli assumono cadenza annuale e finiscono per tramutarsi in ricorrenze tradizionali.
Sottolineo ancora che gli spettacoli religiosi non sono altro che il rovescio cristiano degli antichi riti carnevaleschi e pagani della fecondità, tanto che a volte si fondono con essi.
Ancora una volta spero di avervi invogliato ad approfondire l’argomento, magari cercando qualche festività o ricorrenza tradizionale a cui partecipare. Il teatro ha molti volti, dall’aspetto tradizionale dello spettacolo in prosa fino alla festa popolare, tale sua peculiare natura ci offre l’opportunità di scegliere quale tipologia di stupore vogliamo vivere, qualcosa di più intimo o un’esperienza condivisa con la comunità, sta a noi decidere che maschera indossare.

Alessia Cagnotto

Rock Jazz e dintorni a Torino. Il duo Mannoia-Rea e i Modena City Ramblers

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts suonano gli ZiroBop di Enzo Zirilli. Al Teatro Alfieri lo show “Mania-The Abba Tribute”.

Martedì. Allo Ziggy si esibiscono i Boogamen. Al Teatro Colosseo Canta Fiorella Mannoia accompagnata al pianoforte da Danilo Rea. Al Magazzino sul Po è di scena Dj Gruff. A El Paso suonano gli Anti System. Per “Movement” alle OGR si esibisce The Blessed  Madonna e i WhoMadeWho.

Mercoledì. Per “Moncalieri Jazz” all’Osteria Rabezzana, suona il quartetto Dido’s Brazilian.

Giovedì. All’Off Topic è di scena il duo Legno. Per “Moncalieri Jazz” al Centro Commerciale suona l’Orchestra I Vitelloni mentre al Gelato Artigiano si esibisce il Duo Sole. Alle OGR per C2C” sono di scena i Model/Actriz e Rackika Nayar. Al Cap 10100 si esibisce il rapper Mattak.

Venerdì. All’Hiroshima Mon Amour suonano i Modena City Ramblers. Per “ Moncalieri Jazz” è di scena il quintetto Jazz Ladies alla Famija Moncalereisa.  Al Blah Blah si esibisce Kid Congo Powers. Al Folk Club è di scena la cantante Lucia De Carvalho. Per “C2C” al Lingotto vede esibirsi Caroline Polachek con Marina Herlop , Evian Christ, Lucrecia Dalt, Overmono mentre allo Stone Island Stage sono di scena Space Afrika, Avalon Emerson, e Tiga.

Sabato. Per “Moncalieri Jazz” suona la “Marching band” JST di Diego Borotti  e in serata l’A26 Quintet. Al Blah Blah suonano i Five Ways To Nowhere. Allo Ziggy gli Spiritual Front rivisitano “The Queen is Dead” degli Smiths. Per “C2C” alle OGR si esibiscono i King Krule, Flyng Lotus , Moodymann e Yves Tumor mentre sul palco secondario sono di scena Bill Kouligas, Bambi e il trio Sangre Nueva.

Domenica. Per “Moncalieri Jazz” al centro commerciale Le Porte suonano i Dixie Six. Conclusione di “C2C” con Gang Of Ducks, Azu Tiwaline, Cinna Peyghami , Upsammy. Al Blah Blah suona il duo Gotho. Allo Ziggy è di scena Ellende. Al Magazzino sul Po suonano gli Escuela Grind.

Pier Luigi Fuggetta

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Negrita e Marcus Miller

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club serata blues con il Fretstrings Duo.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Bombino.

Giovedì. Al Peocio di Trofarello è di scena Gus. G. Al Cafè Neruda  suona il sassofonista Luca Biggio con l’M.K . Project.All’Hiroshima si esibisce il rapper Johnny Marsiglia. Allo Spazio 211 suona la band di Atlanta Algiers.

Venerdì. Allo Ziggy è di scena Klasse Kriminale e Il Complesso. Al Concordia di Venaria suonano i Negrita. All’Imbarchino si esibisce Vera Di Lecce. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Giulia Bi. Al Blah Blah suonano i Peter Kernel. Al Folk Club si esibisce Paolo Capodacqua. Al Circolo Sud suona il trio “Manouche” di Elias Prinz. Al Bunker è di scena il duo Walker- Violot. All’Hiroshima si esibisce Giorgio Canali con i Rossofuoco. Al Magazzino sul Po sono di scena gli Iside.

Sabato. Al Supermarket suonano gli Impaled Nazarene. Si inaugura “Moncalieri Jazz” con la “Notte nera” in varie sedi del centro con : il sestetto “Nica” Fabbrini, il quintetto di Camilla Rolando, il quartetto di Carmen Ferrante, la violinista Anais Drago con gli Accordi Disaccordi, il trio di Eleonora Strino. Sempre a Moncalieri è di scena la portoghese Biia.

Domenica. Al Blah Blah suonano i Raein. Al teatro Colosseo si esibisce il bassista “fusion” Marcus Miller.

Pier Luigi Fuggetta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Vinicio Capossela e i Calibro 35

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Il trio del batterista Alessandro Campobasso suona al Cafè Des Arts.

Martedì. Raiz con i Radicanto si esibiscono al Teatro Vittoria per la stagione dell’Unione Musicale.

Mercoledì. Al Lambic è di scena Roberta Di Lorenzo. All’Hiroshima si esibisce Giuse The Lizia.

Giovedì. Al Cap 10100 suonano i Savana Funk con il Cosmic Dub Trio. Al Dash si esibiscono The Blues Against Youth e Phill Reynolds. Al teatro Colosseo arriva Vinicio Capossela con lo spettacolo “Con i tasti che ci abbiamo”. Al Blah Blah Bunna degli Africa Unite rende omaggio a Bob Marley accompagnato da Martin Craig &The Black City. Allo Ziggy si esibisce Leo Pari con Roberto Angelini. Angelina Mango è di scena all’Hiroshima Mon Amour.

Venerdì. Allo Spazio 211 suonano i Liquami con gli Anna Ox. Alla Piazza dei Mestieri si esibisce il trio della vocalist e pianista Olivia Trummer.

Sabato. Al Peocio di Trofarello suona Pino Scotto. Al Teatro Colosseo sono di scena Francesco Renga e Nek. Al Magazzino sul Po suonano i Tanz Akademie. Al Folk Club si esibisce il trio del sassofonista Gabriele Coen con la cantante Barbara Eramo. Al Blah Blah suonano i HypNoge0 e Ambusar. Al Cap 10100 si esibisce il chitarrista Gennaro Porcelli con Joe Bastianich. Allo Ziggy suonano i White Skull e gli Hounds. A El Paso si esibiscono Eu’s Arse, Overcharge e Fukuoka.

Domenica. Al Magazzino sul Po suonano Still Charles, Sami River, Cali e Itto. Al Teatro Sociale di Pinerolo sono di scena i Calibro 35.

Pier Luigi Fuggetta

La stagione di Torino Spettacoli ricomincia da Agatha Christie

Da giovedì 5 ottobre nella sala del Gioiello

Torino Spettacoli inaugura alla grande la nuova stagione. Il luogo, il teatro Gioiello. Il titolo, “Un delitto avrà luogo”, sesto appuntamento del sodalizio firmato dalla compagnia con il teatro di Agatha Christie, dopo il sempiterno “Trappola per topi”, “La tela del ragno”, Assassinio sul Nilo”, “Caffè nero per Poirot” e “L’ospite Inatteso”. Dal 5 all’8 ottobre una nuova avventura per Miss Marple su un palcoscenico che, come quello dell’Alfieri, è passato dalla scorsa stagione sotto lo sguardo attento e per molti versi rivoluzionario della Fabrizio Di Fiore Entertainment (da giovedì a sabato alle ore 21, ultima replica domenica alla ore 16).


Ma davvero si può annunciare la programmazione di un delitto? Pare proprio di sì. È quel che succede il venerdì 29 ottobre 1950 nel tranquillo villaggio di Chipping Cleghorn: alle 18,30 a Little Paddocks, il villino della signora Blacklock, avrebbe avuto luogo il delitto. “Si prega di prender nota di questo avvertimento che non sarà più ripetuto” è il tocco d’intimidazione. Pettegolezzi, curiosità, un pizzico di terrore attraversa i cuori e le menti degli abitanti del piccolo e sino ad allora tranquillo paese, tutti puntuali all’ora stabilita per un tè e un pasticcino, per due chiacchiere più o meno tranquille: fino a che, allo scoccare della mezz’ora, la corrente salta e un urlo e tre colpi di pistola riempiono l’aria e le stanze. Con tanto di vittima che ci guardiamo bene dal rivelare: dicendo soltanto quanto la polizia brancoli nel buio e sia auspicabile l’arrivo dell’arzilla e risolutiva detective, pronta ad analizzate con la solita perfezione della propria lente le situazioni e i vari e coloriti personaggi, da Patrick eterno studente a sua sorella Giulia, da un’orgogliosa vedova di guerra alla svampita Bunny, grande e sfortunata amica della padrona di casa, dalla cuoca che se n’è dovuta fuggire dall’est Europa ad un aspirante scrittore ancora parecchio lontano da un (forse) dovuto successo. Colpi di scena, momenti ingarbugliati che arrivano dal passato, un’eredità contesa, una malattia e un soggiorno all’estero che presenta parecchi dubbi, il fascino e l’abilità della Christie nel manovrare il tanto materiale, con l’abituale chiodo fisso secondo cui il male è proprio dell’uomo e la cattiveria ne è l’effetto, di qui le nere azioni che ne conseguono. Ma anche momenti di elegante divertimento, secondo le pagine a cui la Christie ci ha abituato nei suoi romanzi.

La traduzione è di Edoardo Erba, la scena di Gian Mesturino, la regia di Girolamo Angione, interpreti tra gli altri Carlotta Iossetti, Elia Tedesco, Andrea Beltramo, Elena Soffiato e Barbara Cinquatti. Il teatralissimo manifesto è dovuto agli accattivanti pastelli di Eva Mesturino.

Poi la compagnia proseguirà, sino ad aprile, la propria stagione sul palcoscenico del teatro Erba, con produzioni proprie e con varie ospitalità. Tra le prime, oltre a riprendere “Un delitto avrà luogo” dall’1 al 9 dicembre e “L’ospite inatteso” (dal 23 al 26 novembre), ecco nel mese di ottobre i sei titoli pronti per il 25° Festival di Cultura Classica, da Plauto a Molière all’Odissea di Omero, ancora una volta (6 ottobre) Gianluca Ferrato in “Tutto sua madre”, per la regia di Roberto Piana, autentico successo di critica e pubblico la passata stagione, testo parigino adattato in casa nostra: la storia di un ragazzo e poi di un uomo che cerca, attraverso non poche peripezie, di affermare la propria eterosessualità in una famiglia che al contrario lo ha catalogato come omosessuale. A seguire Marco & Mauro con “Tüt a post” (10 e 11 novembre). Altri appuntamenti “La locandiera” goldoniana con Miriam Mesturino, “Il fidanzato di tutte” con un vulcanico Elia Tedesco a far girare la testa, tra parole e musiche e canzoni, a un nutrito numero di belle ragazze che lo accompagnano nello spettacolo. Tra gli ospiti,  Il successo di Maurizio Colombi, per la regia di Teo Teocoli, “Caveman”, punto d’obbligo di ogni stagione da quattordici anni, da quel 2009 in cui per la prima volta il titolo venne inserito in cartellone, il tributo ad Astor Piazzola del Magasin du Cafè, “Il diario di Anna Frank”, una produzione del Teatro Belli di Roma e della Compagnia Mauri Sturno per la regia di Carlo Emilio Lerici, Giorgio Lupano a riproporre dopo l’exploit dell’anno scorso “La vita al contrario” dal “Curioso caso di Benjamin Button” di Fitzgerald, la presenza dei Trelilu con “Mai a basta” e “Fantasmi sotto sfratto”, dal 13 al 15 aprile, per la regia di Gioacchino Inzirillo, un gustoso connubio di musiche e divertimento. Da non dimenticare il 30 novembre il Galà d’autunno dei “Germana Erba’s Talents”, ospitato sul palcoscenico del teatro Colosseo, autentica sinergia tra due “rivalità” che si spera possa portare ad altre collaborazioni.

Elio Rabbione

Nelle immagini, il disegno di Eva Mesturino, Carlotta Iossetti (Miss Marple) con Andrea Beltramo e Elia Tedesco; gli attori della Compagnia con il regista Girolamo Angione

Rock Jazz e dintorni a Torino: I Dinosauri e Louis Tomlinson

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts suona l’Underbar Trio. Al Blah Blah si esibiscono gli Atomic Bitchwax. L’orchestra ucraina Lords Of The Sound esegue al teatro Colosseo musiche composte  per il cinema  da Hans Zimmer.

Mercoledì. Nella chiesa di Santa Pelagia suona il pianista Remo Anzovino. Al Blah Blah si esibiscono i Datura4  di Dom Mariani con il gruppo Friarbirds King.

Giovedì. Al Blah Blah suonano gli Exbats. All’Of Topic si esibiscono : Xylema con Davide Toffolo  il “Ragazzo Morto”, Alberto Moscone, Aimone Romizi( Fast Animals And Slow Kids), Alessandro Ragazzo con Davide Auteliano (Ministri). Al Bunker si esibisce Tito Sherpa e Pufuleti.

Venerdì. Al Blah Blah sono di scena i Bad Bones. Inaugurazione della stagione del Folk Club con i Dinosauri (ex Modena City Ramblers, Cisco, Alberto Cottica e Giovanni Rubbiani). Allo Spazio 211 suonano i Set Fall, Ready e If I Die Today. Allo Ziggy  suonano i Pilgrims of Yearning.

Sabato. Al Peocio di Trofarello si esibisce Vinnie Moore  chitarrista degli UFO. Al Bunker concerto in solidarietà ai Rider con Medusa, Magazzino San Salvario, Fratelli di Soledad, Rimozione. Allo Ziggy si esibiscono i Darkend. Al Blah Blah suonano i Screamin’ Demons. Al Magazzino sul Po musica trap con The Deep, Alfmob, Torso, Around, Ozone.

Domenica. Al Blah Blah sono di scena i Zounds. Al Pala Alpitour si esibisce Louis Tomlinson, celebre per la sua appartenenza alla “boy band” One Direction.

Pier Luigi Fuggetta

Il mistero del dopo e la memoria degli assenti: torna Torino Spiritualità

Sono il mistero del dopo e la memoria degli assenti a rendere enigmatica la fine; nella sua certezza è però possibile trovare il senso della presenza, di quel cammino che è la vita. In occasione della sua 19. edizioneTorino Spiritualità dedica cinque giorni «Agli assenti. Della morte ovvero della vita», un’opportunità per scrittori, pensatrici, filosofi, artisti e per il pubblico del festival di provare a riflettere sul nostro rapporto con la morte. Il festival, ideato e organizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori, in programma da mercoledì 27 settembre a domenica 1 ottobre tra il Circolo dei lettori, teatri, cinema e luoghi della cultura di Torino, sarà un’occasione d’incontro con la nostra finitezza, tanto necessaria quanto “scomoda” e arricchente.

 

Anteprima e inaugurazione, The biggest Death Café ever

 

Torino Spiritualità si è aperta con l’anteprima di domenica 17 settembre al Teatro Carignano: l’attore e doppiatore Francesco Pannofino legge e interpreta Le intermittenze della morte del Nobel José Saramago accompagnato da un ensemble di musicisti diretti da Simone CampaL’inaugurazione vera e propria della 19. edizione, in programma mercoledì 27 settembre, trasforma la chiesa di San Filippo Neri, la più grande di Torino, in un Death Caféthe biggest Death Café ever. Nati e diffusi nei paesi anglosassoni, i Death Café sono occasioni per riflettere insieme sulla morte e sul morire. Non sono sedute terapeutiche né sessioni di mutuo aiuto ma momenti di limpida condivisione di un’atmosfera informale, in cui i tabù cedono il posto alla convivialità e alla consapevolezza che essere mortali è quanto di più umano ci sia. A introdurre il Death Café di apertura di Torino Spiritualità, il monaco e tanatologo Guidalberto Bormolini; dopo il suo intervento, il pubblico della chiesa di San Filippo Neri viene diviso in 60 gruppi: 600 potenziali persone, 10 per ogni tavolo, guidate da un facilitatore, danno vita a una discussione comune sul perché la morte faccia parte della vita. L’evento è realizzato con la collaborazione di Fondazione Fabretti OnlusFondazione FAROOrdine Psicologi PiemonteScuola Capitale Sociale. Main sponsor SOCREM – Società per la Cremazione Torino.

Dopo l’inaugurazione, alle 21 al Cinema Massimo, Guidalberto Bormolini incontra l’attore e artista Alessandro Bergonzoni; moderati dall’antropologa Cristina Vargas, i due danno vita all’incontro Difficile non morire tutti quando muore qualcuno; sempre alle 21, al Circolo dei lettori, lo storico della scienza Francesco Paolo de Ceglia conversa con la scrittrice Chiara Valerio sul mito dell’immortalità nel dialogo Vampyr. La vita per sempre. Alla stessa ora nella sala Gioco del Circolo il sacerdote, scrittore e cappellano del carcere di Padova Marco Pozza riflette sull’esperienza dell’uccidere: La mia anima è triste fino alla morte.

Dopo aver inaugurato con il più grande Death Café mai realizzato, il Circolo dei lettori ospita altre sessioni di Death Café: giovedì 28 settembre con la tanatologa Marina Sozzi, venerdì 29 con lo psicologo Andrea Bovero, sabato 30 con il tanatologo Davide Sisto, domenica 1 ottobre con Natalia Pazzaglia, fondatrice di una piattaforma online di sostegno al lutto.

 

Ospiti, dialoghi, spettacoli 

 

Tanti gli incontri, le conversazioni, le lectio e gli spettacoli per riflettere. Lo scrittore svedese Björn Larsson conversa con Martino Gozzi, scrittore e AD della Scuola Holden, su orfanità e mancanza, sul rapporto tra autodeterminazione e legami di sangue. Al Teatro Gobetti il drammaturgo Stefano Massini esplora la paura dell’annientamento a partire dalle pagine del suo Manhattan Project (Einaudi, 2023). Lo scrittore e drammaturgo belga Éric-Emmanuel Schmitt, autore tra i più rappresentati sui palchi di tutto il mondo, ragiona sulle contraddizioni materiali e la profondità spirituale di Gerusalemme, a partire dal viaggio in Terra Santa che ha raccontato nel recente La sfida di Gerusalemme (Edizioni e/o, in coedizione con Libreria Editrice Vaticana, 2023). Il filosofo francese François Jullien intreccia pensiero orientale e occidentale per riflettere sulla smisuratezza dell’evento del morire nella lezione La morte: tra comprensione e incommensurabile (al MAO Museo d’Arte Orientale, venerdì 29 settembre, in collaborazione con Unione Buddhista italiana) e conduce, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, un seminario di introduzione al suo pensiero. In Non ai morti si addice la tristezza, la poetessa Chandra Livia Candiani riflette con il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto sui veli oscuri con cui abbiamo reso la morte un’estranea (sabato 30.9 al Teatro Gobetti), mentre il teologo Vito Mancuso tiene una lezione fornendo le Istruzioni per arrivare vivi alla morte (giovedì 28.9 al Cinema Massimo). Domenica 1 ottobre lo psicoanalista Massimo Recalcati è atteso per due appuntamenti: un’indagine sul mistero della resurrezione di Gesù (al Cinema Massimo, ore 15) e una lezione/spettacolo a partire dal celebre Diario di un dolore di C.S. Lewis, con la partecipazione dell’attore Sax Nicosia, in collaborazione con SOCREM – Società per la Cremazione Torino (Teatro Colosseo, ore 18.30). Sulle vite di chi è venuto prima di noi ragiona l’autore islandese Jón Kalman Stefánsson, a partire dal romanzo La tua assenza è tenebra e dalla nuova raccolta di poesie Quando i diavoli si svegliano déi (entrambi Iperborea, rispettivamente 2022 e 2023), insieme al libraio Davide Ferraris. Della sopravvivenza di noi negli oggetti dialogano Massimo Mantellini, esperto di tecnologia e web, Emanuele Trevi, Premio Strega 2021 e autore del recentissimo La casa del mago (Ponte alle Grazie, 2023), e Chiara Alessi, storica del design e voce del podcast del Post Cosa c’entra?. Mantellini incontra inoltre il tanatologo Davide Sisto e la scrittrice Giulia Muscatelli per una conversazione sui social e l’elaborazione del lutto. Al rapporto tra morte e digitale è dedicato anche l’incontro a cura di AFC Torino S.p.A con il giornalista Sergio BellucciAndrea Ciucci della Fondazione Vaticana RenAIssance e la sociologa Maria Giovanna Musso. Nell’incontro Ispirati dalla fine, il fondatore e leader dei Marlene Kuntz Cristiano Godano racconta il sodalizio tra rock e morte (giovedì 28.9 ore 18.30, Circolo dei lettori) mentre lo scrittore Paolo Nori, insieme al clarinettista Mirco Ghirardini, presenta Essendo capace di intendere e di volere, reading a partire dai testamenti olografi dell’archivio notarile di Napoli (giovedì 28 al Teatro Gobetti); lo scrittore e studioso di letteratura russa tiene anche una lezione sulla morte nelle opere di Tolstoj (Circolo, venerdì 29.9). Gabriele Vacis e Roberto Tarasco presentano il progetto teatrale dedicato alla Bibbia (Antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale Torino, giovedì 28.9), insieme alla compagnia PEM Potenziali Evocati Multimediali. Ubbikaai. La madre Muerte è invece lo spettacolo di narrazione dell’antropologo e storyteller Marco Pollarolo, con il suggestivo live painting dell’artista Stefano Giorgi. Il dialogo interreligioso tra il pastore protestante Paolo Ribet e il rabbino Alberto Somekh, moderato dal filosofo Federico Vercellone, si concentra invece sui diversi modi con cui ebraismo e protestantesimo guardano all’esperienza del morire (giovedì 28.9, Circolo dei lettori). Di spettri, medium e case infestate discutono lo studioso Massimo Scotti, la fotografa Nadia Pugliese e il giornalista Luca Castelli, mentre lo psichiatra Vittorio Lingiardi si sofferma sulla dimensione del sogno come aldilà e Gabriella Caramore, in dialogo con il direttore della Fondazione Circolo dei lettori Elena Loewenthal, riflette sulla vecchiaia, ultima stagione dell’esistenza (sabato 30.9, Teatro Gobetti). In La vita succede. Anatomia della restanza, l’antropologa e micologa norvegese Long Litt Woon dialoga con lo scrittore Matteo B. Bianchi di lutti dei propri amati e di vie per superare la perdita, insieme al libraio Giorgio Gizzi. Di attraversamento del lutto parlano anche la copywriter Giulia Andreani, la belonging designer Donatella Caggiano, l’illustratore Gianluca Folì e Natalia Pazzaglia, fondatrice della piattaforma online Lasae, nata per sostenere chi sta facendo i conti con la perdita. Il fondatore della Comunità di Bose e della Casa della Madia Enzo Bianchi tiene una lezione a partire dalla riedizione del suo Vivere il morire (EDB), mentre il sacerdote Luigi Maria Epicoco rilegge La strada, capolavoro di Cormac McCarthy, presentando le riflessioni sulla fine che danno corpo al suo imminente Custodire il fuoco. Vademecum dopo l’Apocalisse (Einaudi, 2023). Il sacerdote e saggista Luca Peyron conversa con il presidente della Fondazione Circolo dei lettori Giulio Biino su astronomia e stelle morte, cieli sereni e luce dal nero. La storia del suicidio vista attraverso filosofia, letteratura e cinema è il fulcro della conversazione Tanto vale vivere, tra la filosofa Ilaria Gaspari e Guido Vitiello, docente di linguaggio cinematografico; la filosofa dialoga anche intorno alla perdita degli animali amati insieme alla psicologa Barbara Alessio e al veterinario Franco Fassola, autori del saggio L’ultima carezza, in collaborazione con Tyche Pet. Sulla morte spiegata ai bambini si confrontano la docente ed esperta di pedagogia Chiara Scardicchio e il neuropsichiatra Stefano Benzoni; Scardicchio discute anche insieme allo psichiatra e scrittore Paolo Milone, autore di Astenersi principianti (Einaudi, 2023), di come si possa guardare la morte con gli occhi degli altri, con letture di Antonella Delli Gatti (sabato 30.9 al Teatro Gobetti). L’attrice Rita Pelusio porta in scena La felicità di Emma, spettacolo delicato, surreale e commovente tratto dall’omonimo romanzo di Claudia Schreiber (Teatro Gobetti, venerdì 29 ore 21), mentre lo scrittore Daniele Aristarco, accompagnato dal musicista Roberto Billi, racconta storie di vittorie e sconfitte, di lotta per la giustizia e sacrificio di sé nel reading Una bella R-esistenza, dedicato agli studenti delle scuole superiori. Don Paolo Scquizzato dialoga con il medico chirurgo Stefano Manera in Ho fatto pace con la morte (Aula Magna Cavallerizza Reale, domenica 1 ottobre). Intorno ai riti dell’ultimo viaggio ragionano il tanatologo Davide Sisto, lo scrittore e cerimoniere funebre Ade Zeno (Stefano Colavita) e la tanatoesteta e scrittrice Simona PediciniDerio Olivero, vescovo e saggista, esplora alcune importanti rappresentazioni pittoriche della morte mentre il latinista Nicola Gardini sviluppa una lezione sul potere necromantico della letteratura, capace di far rincontrare i vivi e i morti, e il filosofo e studioso del pensiero orientale Marcello Ghilardi ripercorre tradizioni e racconti popolari in cui i defunti lasciano tracce nel mondo dei viventi (in collaborazione con Unione Buddhista Italiana, al MAO Museo d’Arte Orientale). La Comunità Religiosa Islamica Italiana esplora il rapporto tra Islam e morte e omaggia la figura di René Guénon in occasione del trentennale della sua fondazione, mentre gli insegnamenti delle antiche fonti indiane sulla morte sono al centro della riflessione dell’indologo Gianni Pellegrini. Sulle scelte di fine vita si confrontano il teologo e bioeticista Carlo Casalone e il vicepresidente della Società Italiana di Cure Palliative Luciano Orsi insieme alla tanatologa Marina Sozzi (in collaborazione con Fondazione Fabretti). Il docente di religioni e filosofie dell’Asia Matteo Cesari dialoga con i monaci zen Dario Doshin Girolami e Elena Seishin Viviani. Il linguista Federico Faloppa e il medico Oscar Bertetto, con la psicologa e terapeuta Monica Seminara, si confrontano sulla difficoltà di dire la morte e sulle parole che aiutano nelle situazioni di crisi; la neuropsichiatra Pia Massaglia tiene una lectio su come sostenere i bambini e i ragazzi nell’esperienza di perdita, mentre la tanatologa Marina Sozzi ci accompagna tra I doni della morte (i tre incontri sono in collaborazione con Fondazione FARO). Resti di umanità. Dialogo sul corpo e la fisicità della morte è invece l’incontro che Frame – Divagazioni scientifiche, Fondazione Benvenuti in Italia, Fondazione Fabretti e SOCREM organizzano con gli storici Giovanni De Luna e Manfredi Merluzzi e la storica delle religioni Maria Chiara Giorda (sabato 30.9, Off Topic) mentre il Polo Culturale Missionario CAM – Cultures And Mission propone una riflessione sul culto degli antenati con l’antropologo Alessandro Gusman, la suora missionaria in Bolivia Stefania Raspo, l’antropologo e sacerdote missionario in Brasile Corrado Dalmonego.

 

Laboratori, itinerari, esperienze 

 

Torino Spiritualità propone anche laboratori, itinerari cittadini e appuntamenti di riflessione anche giocosa intorno al tema degli assenti. Il laboratorio esperienziale Le assenze, gli assenti è un’esplorazione psicodrammatica sulla perdita e sul limite, condotto dall’antropologa Cristina Vargas e dalla psicoterapeuta Caterina di Chio (Circolo dei lettori, giovedì 28 settembre, in collaborazione con Fondazione Fabretti). Un giorno morirai, ma tutti gli altri no è un gioco interattivo di gruppo sull’imprevedibilità dell’evento che più temiamo, organizzato da Libreria Therese e condotto da Giulia Muscatelli e Davide Ferraris (Circolo dei lettori, domenica 1 ottobre). La filosofa Laura Campanello conduce il laboratorio Una è la medesima arte del vivere e del morire, mentre lo scrittore Ermanno Cavazzoni presenta un seminario di scrittura di epitaffi, necrologi e coccodrilli. L’artista Stefano Faravelli conduce un laboratorio di contemplazione di ex-voto, lo scrittore Martino Gozzi guida i partecipanti in un’esperienza di scrittura delle proprie catastrofi, il disegnatore Alessandro Bonaccorsi porta al festival un laboratorio di “disegno brutto” a tema funebre, la coreografa Monica Secco dà vita a un’esplorazione fisica del vuoto, mentre è dedicato alle scelte di fine vita il laboratorio proposto dalla tanatologa Caterina Giavotto e dall’avvocato Manuela Ferrari, in collaborazione con l’Unione Buddhista Italiana. Tra le camminate cittadine, gli itinerari condotti dalla storica dell’arte Federica Tammarazio presso il Cimitero monumentale di Torino, la visita artistico-simbolica condotta da Pietre Vive Torino, l’itinerario tra i padiglioni dell’Ospedale Mauriziano a cura del gruppo Stanza del Silenzio e il percorso Memoria d’assenza, marmorea presenza condotto dallo storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa tra i monumenti del centro di Torino. Alle antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale di piazza della Repubblica, don Paolo Scquizzato propone una meditazione guidata con sonorizzazione dal vivo, mentre il polistrumentista Simone Campa e la cantante Irene Rotondale si cimentano nella performance di ascolto e sound healing De profundis. Suoni dal ventre della terra.

 

L’immagine guida del festival, realizzata dall’illustratrice Laura Giorgi, si sofferma sugli “assenti” per tradurre in stravagante visione la loro lontananza e la nostra nostalgia, il loro appartenere a un altrove che non conosciamo ma al quale non smettiamo di volgere gli occhi.

 

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Il programma completo di Torino Spiritualità 2023 Agli assenti. Della morte ovvero della vita è su torinospiritualita.org

 

La biglietteria è su Vivaticket

 

Biglietteria il Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino) 

Da lunedì a sabato ore 9.30 – 19.30

Domenica 1 ottobre ore 9.30 – 20.30

 

Vivi la 19. edizione di Torino Spiritualità anche sui siti e sui social media di Torino Spiritualità e Fondazione Circolo dei lettori.

 

#ToSp23 #TorinoSpiritualità

 

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Rock Jazz e dintorni a Torino: Martin Craig e Paolo Benvegnu.

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Lambic Morgan replica per 2 sere consecutive.

Martedì. Al Blah Blah suonano gli svedesi Baby Jesus. Per il festival “To Listen To” a Villa della Regina è di scena Jèrome Noetinger.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Paolo Benvegnu. All’Osteria Rabezzana suona Martin Craig & The Black City.

Giovedì. All’Hiroshima è di scena Giuliano Dottori. Per “To Listen To” al Conservatorio suona la The Orchestra Of Futurist Noise Intoners diretta da Luciano Chessa.

Venerdì. Al Circolo della Musica Rivoli si esibisce il cantautore Gnut. Al Museo Storico Reale Mutua suonano Giorgio Li Calzi e Paolo Dellapiana. All’Hiroshima è di scena la cantante Lidiya Koyccheva e la Balkan Orchestra. Al Cap 10100 per “La Postura del consenso” si esibiscono le Bambole di Pezza.  Al Conservatorio per “To Listen To”suonano: l’Ensemble Elettroacustico SMET, Tomoko Sauvage e i percussionisti Stanislas Pili, Nicholas Remondino, Sebastiano De Gennaro in duo con Andrew Quinn.

Sabato. Al teatro Colosseo sono di scena gli Scott Bradlee. Al Magazzino sul Po suonano i Xiu Xiu. Al Cap 10100 sono di scena Elasi e I’m Not a Blinde. All’Imbarchino si esibiscono Monopoly  Child Star Searchers con i Wow. Allo Ziggy suonano i The Foreign Resort. Al Conservatorio conclusione di “To Listen To” con James Dashow e il chitarrista Paolo Angeli. Al Blah Blah si esibiscono gli Hollywood Killerz.

Domenica. Alla bocciofila Rami Secchi è di scena Amantes Del Futuro. Al Bunker  “Krisma Tv Day” con Andy dei Bluvertigo, Johnson Righeira e Milano 84.

Pier Luigi Fuggetta

Rock Jazz e dintorni a Torino. Morgan e l’Ukulele Turin Orchestra

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Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il trio del chitarrista Luks Russo.

Martedì. Al Blah Blah si esibiscono i Downtown Boys. Al teatro Colosseo ad aprire la nuova stagione arriva Marco Masini in coppia con Giorgio Panariello.

Mercoledì. A Nichelino in piazza per la festa patronale è di scena Cristina D’Avena. Al Blah Blah suona il gruppo punk A Giant Dog.

Giovedì. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i God Is An Astronaut. Al Massimo Midori Takada sonorizza le immagini di “Japan On Film”. A San Pietro in Vincoli per il “Festival delle Migrazioni”, Domenico Castaldo con il percussionista Ady Thioune, presenta “Drums Dreams”.

Venerdì. Al Castello Visconteo di Novara l’Ukuele Turin Orchestra esegue “The Dark Side of The Moon” dei Pink Floyd. Alle Gallerie d’Italia inaugurazione della seconda edizione del festival “To Listen To “con la The Orchestra Of Futurist Noise diretta da Luciano Chessa.

Sabato. A Gozzano il trio del sassofonista Francesco Bearzatti rilegge in chiave jazz la musica dei Led Zeppelin. Alle Gallerie d’Italia si esibiscono gli Esecutori di Metallo con il dj Balli.

Domenica. Chiusura per il “Festival delle Migrazioni” a San Pietro in Vincoli con l’esibizione dei Bandaradan. All’Hiroshima sono di scena Lepre e Makepop. Per “To Listen To” alle Gallerie d’Italia performance di Nicholas Remondino. Al Lambic concerto e cena con Morgan.

Pier Luigi Fuggetta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Sam Smith e gli Inti Illimani

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Blah Blah  suonano i Valley Of The Sun.

Mercoledì. Allo Ziggy si esibisce Osvaldo Schwartz. Al Teatro Colosseo arriva lo storico gruppo cileno degli Inti Illimani con Giulio Wilson. All’Osteria Rabezzana sono di scena i Powerillusi. Al teatro Alfieri si esibisce Anna Oxa.

Giovedì. Al Peocio di Trofarello suona il trio del chitarrista Michael Angelo Batio. Al Blah Blah si esibisce il gruppo Rockabilly dei Meteors. Alle Gallerie d’Italia musica d’improvvisazione con il produttore Vittorio Cosma affiancato da Whitemary, Gianluca Petrella e Damir Nefat. Al Cap 10100 è di scena Jake Smith. Al Le Roi suonano i Loschi Dezi.

Venerdì. Al Blah Blah sono di scena gli Estetica Noir. Al Folk Club si esibisce Amy La Vere accompagnata dal chitarrista Will Sexton. Allo Ziggy è di scena Vespertina con Petrolio. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono gli Extraliscio con il “ragazzo morto” Davide Toffolo. Allo Spazio 211 suonano i Bohren & Der Club Of Gore. All’Off Topic si esibisce la cantautrice Debora Petrina.

Sabato. Allo Ziggy sono di scena gli Ataraxia. Al Blah Blah suona il gruppo punk Rappresaglia. All’Off Topic si esibiscono i Mai Mai Mai.

Domenica. Al Lambic suonano i L’Orage. Allo Ziggy si esibisce il trio del cantautore Gnut. Al Pala Alpitour è di scena il britannico Sam Smith.

Pier Luigi Fuggetta