TORNA LA TERZA EDIZIONE DELL’EVENTO ORGANIZZATO DA GIRARROSTI SANTA RITA CONTRO IL BULLISMO. OBIETTIVO: DIVERTIRSI E RACCOGLIERE FONDI A FAVORE DI FONDAZIONE FORMA ONLUS
Con il patrocinio della città di Torino, quest’anno anche con il supporto di Just Eat con un simulatore di realtà virtuale per “volare” di generosità, e insieme all’iniziativa Ristorante Solidale per donare le eccedenze alimentari dell’evento contro lo spreco! Torna anche quest’anno il Generosity Day (G-Day), la giornata di festa e divertimento, che dal 2016 a Torino, raccoglie fondi a supporto di Fondazione Forma Onlus e sostiene la lotta contro il fenomeno del bullismo. Organizzata da Girarrosti Santa Rita – da oltre 50 anni un punto di riferimento della rosticceria all’italiana nel panorama torinese – la giornata all’insegna della generosità vede quest’anno anche la partecipazione di ragazzi e bambini che hanno preso parte al progetto A Cresta Alta contro il Bullismo, con l’obiettivo di dare un contributo importante in termini di formazione sul fenomeno del bullismo e avere un ruolo attivo vicino ai giovani per fare education in modo concreto, divertendosi e facendo anche del bene, tra musica, buon cibo e una camminata “a cresta alta”, ma anche integrando attività nelle scuole elementari e medie. Domenica 14 ottobre, Piazza Castello si animerà dalle 9.00 del mattino fino a sera, invitando tutti a partecipare alla grande raccolta fondi e a tutte le attività dedicate ai bambini, ma anche ai più grandi!
Tema centrale, il Volo. Perché? Perché chi prende parte alla grande crociata in favore di Forma Onlus, ha il merito di elevarsi sopra gli altri! Grazie a Just Eat infatti, l’app per ordinare online pranzo e cena a domicilio in tutta Italia e nel mondo, che quest’anno partecipa al G-Day per supportare la raccolta fondi, sarà possibile calarsi un’area esperienziale con simulatori virtuali VR, per provare il brivido del volo e superare i propri limiti in totale sicurezza, dimostrando davvero che chi dona vola!La giornata del 14 ottobre sarà quindi protagonista di questo impegno attraverso un programma di eventi, iniziative ed esperienze coinvolgenti che animeranno la piazza: una divertente battaglia dei cuscini, un’esposizione di lavori artistici dei piccoli, lanci con il paracadute, la distribuzione gratuita di prodotti tipici di Girarrosti Santa Rita, musica e una camminata veloce di 3km per le vie del centro città – senza vincitori si intende: sarà un momento di puro divertimento, per un riscatto collettivo contro il bullismo e per valicare i confini del pregiudizio. Disponibile per tutti, con una piccola donazione di 5 euro, ci sarà il “kit del generoso”: t-shirt, sacca e braccialetto ufficiale dell’evento, ma soprattutto il mitico cappellino con la cresta. Girarrosti Santa Rita e Just Eat puntano quindi con il Generosity Day, a una giornata di collaborazione e generosità dedicata ai bambini, con i bambini e soprattutto per i bambini dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino a cui sarà donato tutto il ricavato grazie a Forma Onlus.
Ristorante Solidale, no allo spreco
Se si parla di cibo, anche non sprecare diventa fondamentale! Con Just Eat, infatti, Generosity Day partecipa all’iniziativa Ristorante Solidale, il primo progetto di food delivery solidale contro lo spreco alimentare, attivo a Torino dal 2017 con 15 ristoranti partner di Just Eat che ogni mese mettono a disposizione le proprie eccedenze alimentari in favore delle comunità e case accoglienza di Caritas Diocesana Torino. Al termine del G-Day le eventuali eccedenze alimentari di arancini e specialità di rosticceria saranno infatti raccolte e consegnate, grazie anche alla collaborazione di Pony Zero, a due comunità e centri di accoglienza per i senza tetto della Caritas in città, come vere e proprie consegne di food delivery pronte da consumare. Ma non solo: Just Eat raddoppierà il numero di piatti derivanti dalle eccedenze della giornata, al fine di distribuire più piatti possibili e generare inclusione sociale, grazie alle bontà di Girarrosti Santa Rita, e all’insegna della generosità e della condivisione.
Il programma del G-Day nel dettaglio:
- H. 9.00 ultime iscrizioni
- H. 10.30 – 12.30 apertura giornata, inizio della distribuzione di vivande al pubblico: somministrazione gratuita con offerta libera di prodotti Girarrosti Santa Rita e delle attività di raccolta fondi in piazza: distribuzione gadget e materiale promozionale
- H. 12.30 – 13.00 da Piazza Castello partenza e arrivo della camminata; battaglia di cuscini per bambini e adulti; simulatore virtuale di volo (per i maggiori di 12 anni), per adulti e bambini con Just Eat simulatori VR (unici in Italia) per esperienze da brivido con realtà aumentata;
- H. 13.00 – 14.00 pranzo con prodotti Girarrosti Santa Rita
- H. 14.00 – 15.00 prosecuzione delle attività promozionali e raccolta fondi, animazione bambini, spettacolo: presentazione e dichiarazione d’intenti, introduzione della raccolta fondi per Forma ONLUS ed esposizione dei lavori artistici dei bambini
- H. 16.30 – 17.30 lancio da paracadute da parte di professionisti
- H. 17.30 – 19.00 attività ricreative per i bambini, prosecuzione della raccolta fondi a beneficio della Fondazione Forma ONLUS. Musica live con gruppi emergenti del panorama torinese
La camminata A Cresta Alta contro il Bullismo, che ha avuto molto successo già alla sua prima edizione, raccoglierà il 14 ottobre alle ore 12:30 tutti coloro che stanno sostenendo il progetto, dai ragazzi ai genitori, dagli psicologi agli atleti professionisti, dal comitato scientifico al tavolo di lavoro, per camminare fianco a fianco e portare un messaggio di unione e amicizia, seguendo questo percorso: partenza da piazza Castello, Via P. Micca, Via Cernaia, P.zza XVIII Dicembre, C.so San Martino, P.zza Statuto, Via Garibaldi, arrivo di nuovo in P.zza Castello. Con A Cresta Alta il Gruppo Santa Rita ha raccolto nel 2017 ben 11.000 euro, che ha devoluto interamente a Forma Onlus, l’associazione dei bambini dell’ospedale Regina Margherita di Torino.








Nella penombra della soffitta, accanto ad un grande armadio tarlato, un vecchio e impolverato baule da viaggio era colmo di vecchie riviste del Touring, cartoline illustrate e libri che parlavano di viaggi, esplorazioni, avventure.
usando come passeggeri una pecora, un gallo e un’anitra. Riuscirono a volare dentro ad un canestro legato ad un pallone ad aria calda per circa tre chilometri“. I due fratelli, Joseph Michel e Jacques Étienne , nati da una famiglia di ricchi fabbricanti di carta ad Annonay, un paese della Francia a sud di Lione, erano convinti che accendendo un fuoco sotto la bocca del pallone si sarebbe prodotto un gas molto speciale, più leggero dell’aria, che loro ribattezzarono il ”gas dei Mongolfier”. Il loro gas – che Joseph, il più anziano dei due, credeva dotato di una specifica proprietà che definì “lievità” – salendo verso l’alto, gonfiava l’aerostato e così il rudimentale pallone s’ alzava in volo tra stupori e incredulità. In realtà, “questo gas non aveva nessuna proprietà magica, ma era solamente aria che al calor del fuoco diminuiva il suo peso specifico e saliva all’interno dell’involucro portando con sé in alto il pallone aerostatico“. Il 4 giugno del 1783 la loro invenzione venne fatta volare nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay, di fronte a un gruppo di notabili degli “etats particulars“. Il volo coprì la distanza di un paio di chilometri, durò una decina di minuti e raggiunse un’altitudine stimata poco al di sotto di duemila metri.” E così“, riflettevo sfogliando le pagine del vecchio libro, “si era avviata la conquista del cielo“. Anche se, a dire il vero, pure gli italiani ci misero lo zampino. Pare infatti che un toscano di Lucca, Vincenzo Lunari , nello stesso periodo delle imprese dei due fratelli francesi, compì un’ascensione in Inghilterra su un pallone gonfio di idrogeno.
trasformarsi in fattore di moda. La mongolfiera non era soltanto un insolito modo di spostarsi, ma anche un simbolo dei tempi, magari da indossare sotto forma di cappellino o da sfoggiare all’ora del tè stampato su porcellana”. Incredibile. Questo libro mi stava solleticando una certa idea che avrei senz’altro sottoposto al mio amico Roland Duprè, un ingegnere nautico svizzero. Giravo le pagine voluttuosamente, come se in ogni riga si nascondessero fantastiche scoperte. Non avrei mai pensato che uno come me, dotato di buona fantasia ma al tempo stesso abituato a esser realista, subisse con tanta forza il fascino del volo. “Nell’800 l’aerostatica ebbe il suo punto di svolta consolidandosi in poco tempo si diffuse in tutto il mondo. Scienziati e studiosi si misero al lavoro, compiendo ascensioni per migliorare i propri progetti e verificare le loro teorie . Il volo che in assoluto fece più scalpore fu quello di Charles Green che nel Novembre 1836 volò per 18 ore coprendo una distanza di 768 chilometri da Londra a Weilburg, nel ducato di Nassau. Questo aerostato fu costruito utilizzando 1800 metri di seta bianca e rossa e l’involucro conteneva 1981 metri cubi di gas illuminante“. Riposi il libro nel baule e mi allungai sulla vecchia poltrona di cuoio, chiudendo gli occhi. Sì, dovevo proprio parlarne con Roland. Forse lui avrebbe saputo dare una risposta alle mie fantasie.
Massimiliano Bruno, sulla strada dei cinquanta, uno dei reucci del nostro cinema d’intrattenimento (è sceneggiatore e regista nonché a tratti attore, ha calcato il palcoscenico, a lui si devono titoli come “Notte prima degli esami” e “Nessuno mi può giudicare”, “Gli ultimi saranno gli ultimi” e “”Beata ignoranza”, certe incursioni in tivù con “I Cesaroni” o con “Boris”
carattere già bello che codificato. E allora fiato alle trombe, con tutta l’atmosfera di baccano possibile, al limite del rock, di luci che confondono, di azzurri intensi che sfacciatamente prendono il posto della pallida luna, di annebbiamenti che scendono in platea, fastidiosi, a reinventare il sogno, di voci che non essendo più capaci ad arrivare anche al pubblico che sta a fondo sala s’appiccicano quei microfoni sulla guancia che livellano urla e sospiri. (Anarchia?). Poi vivaddio c’è anche una buona dose di comicità (ed è questa che la vince sui tre aggettivi legati alla “dimensione” di cui
sopra) che a Bruno regista va riconosciuta e che ci arriva (più nel secondo tempo, il primo s’è parecchio stiracchiato sino al sipario) da un quintetto squinternato e folle capitanato dal Bottom di Stefano Fresi (di gran peso, e non vuol essere una banale battuta fisica), impadronitosi di un linguaggio da componimento poetico stropicciato e ammodernato come meglio non si potrebbe.
in divisa), maestro di cerimonie in giacca azzurra chissà perché virato verso un’indole “cripto-gay”, pronto a saggiare le parti intime di quei maschietti che gli possano capitare a tiro. Come convincono le invenzioni circensi e fatate messe addosso a tutti gli altri, pantalonacci quadrettati, minuscole chitarre, cappellini e piume. In questa accelerata “anarchica” che il regista ha immesso in questo Sogno, male s’adattano Giorgio Pasotti (Teseo/Oberon) e Violante Placido (Ippolita/Titania), chiusi in un anonimato da cui per l’intero spettacolo non riescono ad uscire. Funzionano al contrario gli innamorati Alessandra Ferrara/Tiziano Scrocca e Claudia Tosoni/Antonio Gargiulo, il quintetto della recita con una sottolineatura in più per la filiforme Tisbe di Dario Tacconelli. Lode incondizionata al Puck di Paolo Ruffini, al ralenti e ragionatore, flemmatico e divertito, dispensatore di massime e della preghiera finale (“Se noi ombre vi abbiamo tediato non prendetela a male…”), che sa giocare con la voce in modo perfetto e che quasi diviene l’ossatura della commedia, costruendosi i vari personali interventi ogni volta come meglio conviene.
Domenica 14 gennaio 2018, alle ore 15.30, sarà presentato l’atteso volume Chiese e vita religiosa a Cocconato. Storia, arte, tradizioni in un territorio di confine del Piemonte centrale, curato dall’antropologo Gianpaolo Fassino e da Franco Zampicinini
Tra i pochi svegli mattinieri non c’era nessuno che pareva intenzionato a mettere fuori il naso dall’uscio di casa. Il freddo era pungente ma non nevicava più. Per tutta la notte, dal cielo erano state distribuite delle generose pennellate di bianco che, a poco a poco, avevano coperto tutto: tetti, strade, alberi




Domenica al Raduno sarà possibile vedere ed acquistare, a fronte di donazione, una delle 150 Mole, frutto del lavoro di 260 classi del Piemonte, come idea natalizia. Le opere vincitrici (le prime tre classificate della sezione Infanzia e della sezione Primaria) saranno premiate durante la manifestazione “Un Babbo Natale in Forma”. Le prime due saranno esposte nell’atrio della Museo Nazionale del Cinema durante il periodo Natalizio. La Commissione Giudicatrice è composta dai rappresentanti delle seguenti realtà: Iren SpA, Truly Design, Museo del Cinema, Centrale del Latte di Torino, BCC di Casalgrasso e Sant’Albano Stura, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, La Fattoria del Gelato e l’azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza. Sempre per i più piccoli: bolle di sapone, magia, giochi con la Protezione Civile degli Alpini e i Trampolli! E poi ulteriore Novità: la competizione Solidale tra Aziende
STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
colpito una frase del campione Luca: prima dei petali di Rose dopo le vittorie bisogna prendere sberle nel sacrificio dell’ allenarsi. Poi i campioni junior Nik Follina ed Elisabetta Leccardi. Una iniziativa che mi ha galvanizzato. Del resto Milano mi è sempre piaciuta, criticato degli amici torinesi…appunto troppo sabaudi. Sono convinto della collaborazione tra le due città. Noi torinesi abbiamo magari da insegnare ma anche da imparare dal dinamismo che ho respirato in questa conferenza stampa.Presenti le autorità della federazione del ghiaccio nazionale, Hochey Milano Rossoblù. E chi si ricorda i mitici scontri con i Torinesi. Chi Introduce è Pompeo Guarnieri. “Sono venti anni che lavoro nel
settore e desidero lavorarci per altri 20 anni. La nostra forza è il vivaio ed il nostro pubblico. Non vogliamo fermarci a Milano e a Torino.Per questo siamo speranzosi che l’offerta presentata per la gestione del PalaVela sia accolta dal Parco Olimpico. Torino ha un nutrito vivaio e belle strutture dal 2006 purtroppo sottoutilizzate”. Al rinfresco Marilu precisa. “Quest’ estate sono stata a Torino.Bella realtà piena di giovani”. Io: come mai non nascono dei campioni? Solo un problema di organizzazione e noi di Agorà vorremmo essere utili.” La loro passione è contagiosa. E spero veramente che sia contagiosa anche per la nostra città. Per la nostra Torino.

stabile. Così – prosegue – ho incominciato a ricamare, a confezionare accessori in maglia e cotone lavorando con i ferri e l’uncinetto. La domenica mattina partivo con i miei borsoni di merce e passavo la giornata alle feste di quartiere a cercare di vendere quanto realizzato durante la settimana”.
Immediatamente siamo stati sommersi di ordini: tutti volevano un cappellino come quello”.