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Un corso per comprendere lo yoga

L’organizzazione del corso è a cura della Scuola Yoga Contemporaneo, Associazione sportiva dilettantistica associata al CONI e Affiliata a CSEN

https://yogacontemporaneo.it/formazione-insegnanti-yoga/

Il Corso Formazione Insegnanti Yoga è riconosciuto a livello nazionale dall’Ente Sportivo CSEN. Alla fine del corso i partecipanti possono avere la certificazione e conseguire il diploma nazionale di istruttore di yoga. Di 300 ore di pratica e Teoria (250 ore di istruzione a tempo pieno delle quali 120 ore di pratica) + 50 ore di studio individuale sui testi consigliati e sui materiali forniti. Il programma del corso soddisfa i requisiti delle organizzazioni internazionali di Yoga

L’essenza di 5000 anni di conoscenza: la scienza dei Veda

Questo corso è indicato non solo per chi vuole diventare un insegnante di yoga professionale, ma anche per chi vuole comprendere meglio lo yoga, da diversi punti di vista. L’apprendimento si sviluppa attraverso l’integrazione di diverse metodologie didattiche: lezioni frontali, pratica dello yoga, e-learning e studio individuale. Il corso ti insegna a gestire l’energia dell’intero gruppo. Al corso oltre la filosofia yogica si illustra non solo come costruire le sequenze delle asana e marketing dello yoga, ma anche a capire di cosa hanno bisogno gli studenti che parteciperanno  e offrire quello che  serve per il loro sviluppo. Si spiega realmente come rigenerarsi  continuamente, quali pratiche personali dobbiamo usare per gestire le energie.

Irina

INFORMAZIONI

A Chieri, da Novembre 2018 a giugno 2020, le lezioni si terranno un weekend al mese. La frequentazione del corsi permetterà di migliorare significativamente il livello della pratica personale, acquisire importanti conoscenze teoriche e fare esperienza nella conduzione di lezioni del gruppo di yoga. È previsto un colloquio preliminare.

SEDE DEL CORSO

Presso lo  Studio 5 C.so Matteotti, 8, Chieri (TO).  Alcune lezioni potranno essere svolte in altre sedi.Al termine del corso per conseguire il diploma di istruttore di yoga è necessario superare l’esame, teorico-pratico e la conduzione di una lezione in una classe o di una parte della stessa. L’Accesso agli esami finali è consentito solo agli studenti ammessi ai corsi per insegnanti di yoga, che non avranno superato il 10% delle assenze e avranno eseguito i compiti assegnatigli. E’  possibile conoscere gli insegnanti alle  lezioni. Il calendario completo è sul sito www.yogacontemporaneo.it/calendario 

E’ previsto aiuto continuo anche dopo il corso, supervisione e consultazioni, assistenza garantita 3 anni dopo il corso.

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INFO E ISCRIZIONI
Tel.+39 335.474980
Email: yogacontemporaneo.it@gmail.com

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PROGRAMMA E ORARI

Il corso prevede cinque sezioni di insegnamento: – Pratica di hatha yoga – Metodologie didattiche di insegnamento – Anatomia e fisiologia dello yoga – Filosofia ed etica – Pratica dell’insegnamento Le lezioni si svolgeranno una volta al mese (sabato e domenica) con orario 9,30 – 16,30 Il programma per ogni giorno 9:30 – 11:30 Pratica di hatha yoga 11:30 – 13:30 Lezione teorica 14:00 – 16:00 Lezione teorica 2 Sono previsti 16 incontri complessivi, otto week end da Novembre 2018 a Giugno 2019 e otto da Ottobre 2019 a Giugno 2020. SEDE DEL CORSO: Presso lo Studio 5 C.so Matteotti, 8, Chieri (TO) Alcune lezioni potranno essere svolte in altre sedi Calendario del 1° anno: 17-18 Novembre 8-9 Dicembre 19-20 gennaio 16-17 Febbraio 16-17 Marzo 20-21 Aprile 25-26 Maggio 15-16 Giugno

Gianni Colonna in mostra a Moncalvo

Dal 6 ottobre al 16 dicembre sarà aperta al pubblico la mostra dedicata a Gianni Colonna artista torinese, che ora vive in Monferrato, organizzata da Aleramo Onlus nel Museo Civico di Moncalvo con la presentazione di Giuliana Romano Bussola e Maria Rita Mottola. Gianni Colonna è singolare interprete del paesaggio monferrino  trattato attraverso il tema giorno notte in senso metafisico e di realismo magico. La collina, fissata in immagini di essenziale purezza spaziale, è silente, immobile e incontaminata nell’eterno ripetersi dei cicli e ricicli della natura dove gli opposti si riuniscono di continuo nel tempo; non compare figura umana a cui allude solamente la luce che esce dalla porta di casa. Ogni opera, qualunque sia il tema o il soggetto , ha il titolo giorno notte riportando alla memoria il Giorno e La Notte di Michelangelo artista da lui amato. Legato al figurativo, cultore della Bellezza di immagini durature nel tempo, sovrappone sue creazioni su precedenti dipinti dei grandi del passato come “Il riposo nella fuga in Egitto” di Caravaggio, La “Flagellazione di Cristo” di Piero della Francesca ed altre di Rembrandt, Velasquez, Gentileschi ma  anche di artisti più vicini a noi quali Morbelli, De Chirico, Balthus, Max Ernst. Per la prima volta in assoluto, è esposto nel Museo di Moncalvo un suo dipinto giovanile col tema del circo del periodo Blu e Rosa di Pablo Picasso.

Moretti con “Santiago, Italia” chiuderà il Tff

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Il film di chiusura della 36.ma edizione del Torino Film Festival (23 novembre – 1 dicembre 2018) sarà “Santiago, Italia” di Nanni Moretti. Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema. Il film uscirà al cinema giovedì 6 dicembre 2018 distribuito da Academy Two.  

Torino, segni templari da 900 anni

1118-2018. Prepariamoci, questo è l’anno dei Templari, come se su di essi mancasse ancora qualcosa che non è stato detto o scritto nonostante la miriade di libri, romanzi, leggende, fumetti e film esistenti sul tema, anche se spesso frutto di storie inverosimili e grottesche. In realtà, dei Templari non sappiamo tutto poiché, di tanto in tanto, spuntano nuove rivelazioni, scoperte e nuovi insediamenti. Il 2018 è l’anno giusto per fare il punto della situazione, attraverso convegni, conferenze e altre iniziative rievocatorie perchè il celebre Ordine religioso-guerriero compie 900 anni di vita. Nove lunghi secoli che hanno lasciato tracce e segni anche sotto la Mole. Le gesta eroiche dei Cavalieri del Tempio in difesa dei cristiani e della fede e la ricerca continua e ossessiva del Santo Graal che spunta all’improvviso in chiese, monasteri e abbazie (anche nel duomo di Genova c’è un sacro Catino che, secondo la tradizione popolare, sarebbe il Graal autentico) ci lasciano confusi e perplessi. Così come le stesse origini dell’Ordine del Tempio non sono ben chiare perchè non esistono documenti da cui si possa risalire con esattezza all’anno di nascita della confraternita, né risultano testimonianze dirette degli eventi. Gli storici dell’epoca annotarono i primi appunti dopo la comparsa della congregazione, come fece l’arcivescovo-cronista Guglielmo di Tiro, secondo cui “nel 1118 alcuni pii nobili timorosi di Dio, del rango di cavalieri e devoti al Signore, professarono di voler vivere perpetuamente in povertà, castità ed obbedienza, secondo le consuetudini delle regole dei canonici”. Sul sigillo dell’Ordine due cavalieri sullo stesso cavallo simboleggiano l’ideale di povertà evangelica dei Templari. In quell’anno nove cavalieri si misero al servizio di Dio in una specie di associazione laica, di fronte al patriarca di Gerusalemme, con il compito di difendere i pellegrini diretti in Terra Santa, sorvegliare strade e sentieri percorsi da ladri e briganti e fronteggiare gli assalti dei nemici arabi. E così, nel 1118, diciannove anni dopo la prima crociata, (anche se alcuni storici indicano il 1119 come data di fondazione) Hugues de Payns, cavaliere di Champagne, fondò l’Ordine dei poveri compagni di Cristo e del Tempio di Salomone che nacque a Gerusalemme in un’ala del Palazzo di re Baldovino II, a pochi metri dalla moschea di al-Aqsa e dalle rovine del Tempio di Salomone. Furono poi riconosciuti ufficialmente nel 1139 con la bolla pontificia di Innocenzo II. Potenti, temuti e rispettati, dal Mediterraneo orientale alla penisola iberica, protagonisti della storia delle Crociate, processati e condannati per eresia, i Cavalieri del Tempio non sono diventati famosi solo per il coraggio e la devozione dei suoi soldati in difesa della Terra Santa. Le loro ricchezze, che facevano gola a molti, ne fecero il più importante potere finanziario della Cristianità. Con una pioggia di donazioni da parte di persone ricche e aristocratiche divennero una potenza economica, quasi dei banchieri. A tal punto che il re di Francia, Filippo IV il Bello, strangolato dai debiti e dalla crisi economica, li attaccò duramente per impossessarsi dei loro beni accusandoli di eresia, adorazione di animali diabolici e divinità pagane nonchè di essere attratti dall’islam. Papa Clemente V ordinò l’arresto dei Templari che furono imprigionati e torturati in modo da confessare colpe inesistenti. Clemente V soppresse l’Ordine ma non lo condannò mai. La storica Barbara Frale, studiosa dei Templari, trovò, quindici anni fa, nell’Archivio Segreto Vaticano la pergamena di Chinon che si credeva perduta, un prezioso documento che dimostra come il Pontefice non considerava eretico l’Ordine e intendeva salvare i monaci-guerrieri dalle infamanti accuse loro rivolte. All’inizio del Trecento la fama e la grandezza dei monaci crociati si spense, cancellata da un Re che temeva la loro potenza e ambiva a possedere le loro ricchezze. Re Filippo (nessuna parentela con il sottoscritto..) li condusse al rogo nel 1314. Dal Sacro Graal al mistero del tesoro del Tempio, dalla Sindone all’Arca dell’Alleanza, settecento anni dopo, il fascino per i Templari è vivo più che mai e l’interesse per il mitico Ordine cavalleresco continua ad essere diffuso in tutto il mondo. A Torino i Cavalieri del Tempio avrebbero posseduto, secondo documenti del secolo XII, diverse proprietà in borgo Vanchiglia e in Val San Martino. Le prime sedi si trovavano nell’area tra via Giolitti e via Lagrange dove compariva la “domus” templare di Santa Margherita del Tempio, meta dei pellegrini europei. Nella piazza della Consolata spicca invece il campanile di Sant’Andrea, disegnato dal monaco architetto Bruningo mentre in via San’Agostino sorgeva la chiesa dei Santi Giacomo e Filippo e in piazza IV Marzo alcune case medievali e la locanda dei Templari.

Filippo Re

 

Le undici isole del lago Maggiore

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Flaubert: “il luogo più voluttuoso che io abbia mai visto al mondo”

 

Ma quante sono le isole del lago Maggiore? Una domanda all’apparenza banale, alla quale però nemmeno chi vive sulle sponde del “Verbano”, spesso, sa rispondere correttamente. Così, istintivamente, si pensa subito alle più famose, le Borromee. Ma, in realtà, le isole del lago Maggiore sono ben undici! Nel “conto” vanno messe, infatti, partendo dalle acque svizzere a nord, le due “dei Conigli o di St. Legér”, a Brissago, e le tre dell’arcipelago Malaga, più conosciute come i Castelli di Cannero (l’isola grande, lo scoglio delle Prigioni, e lo scoglietto del Melgonaro, poco fuori la torre verso Maccagno, su cui cresce solo una solitaria ma tenace pianta che ha affascinato poeti e incisori). C’è poi, il solitario e fascinoso isolino di San Giovanni, a Pallanza, dove il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, dal 1927 al 1952 , scelse di risiedere, godendone “la pace e d’ospitalità”, circondato solo da una stretta cerchia di amici. Più avanti, il  golfo Borromeo, incastona in un diadema ben quattro perle: Isola Madre, Isola Bella, Isola dei Pescatori, e lo scoglio della Malghera, l’isolotto  “degli innamorati”, collocato a metà strada tra quest’ultime due isole.

Fin qui, sommandole, fanno dieci. E l’undicesima? Dove sarai mai “l’undecima isola”?” A sud-est del lago, al centro del golfo di Angera, unica isola situata in territorio lombardo, nascosto dalle canne e dalle brume, c’è l’’Isolino Partegora (Isulin per gli angeresi). Su questo lembo di terra, secondo tradizione, si sono fermati i santi fratelli Giulio e Giuliano, originari dell’isola greca di Egina, oramai stanchi del loro girovagare per l’Italia a edificare chiese, volevano costruirvi una casa ed attendere la chiamata di Dio. Un mattino, Giulio, pervaso da spirito profetico, chiama Giuliano e gli dice: ” Un lupo ed una volpe qui faranno strazio di carni innocenti. Allontaniamoci!“. E così, abbandonarono Angera per portarsi sul lago d’Orta, dove Giulio diede il suo nome all’unica isola del più occidentale fra i grandi laghi prealpini. Ma l’isolino di Partegora è anche noto per un’importante scoperta scientifica risalente al 1776. Su quel lembo di terra, il 4 novembre di quell’anno, Alessandro Volta, ospite della famiglia Castiglioni, rovistando con un bastone nella palude che circonda la parte nord dell’isola, notò la fuoriuscita di bolle di gas dal fondo della melma: le raccolse in alcune bottiglie, e, nei giorni seguenti, durante alcuni esperimenti, riuscì a provocare la combustione del loro contenuto. Chiamò “aria infiammabile” quel gas, che in seguito venne classificato come “metano”.

Le undici isole condividono un’altra particolarità : sono un pò “ballerine” e “flottanti”. Almeno nelle riproduzioni pittoriche che hanno visto all’opera numerosi artisti. Non vi è mai stato uno di loro che abbia scelto di rappresentarle senza rinunciare a dare una propria interpretazione, un tocco personale, spostandole a piacimento, secondo le convenienze al fine  di ottenere i migliori effetti prospettici per stupire e deliziare il potenziale turista. Ma,di fronte ad un lago così, si può anche chiudere un occhio. Del resto basterebbe questa frase di Stendhal per  “farsene una ragione” : Se per caso si ha un cuore sensibile, bisogna vendersi anche la camicia pur di vedere i dintorni del Lago Maggiore”. E se proprio non vi basta, aggiungiamo l’altrettanto autorevole parere di Gustave Flaubert: “E’ il luogo più voluttuoso che io abbia mai visto al mondo. La natura incanta con mille seduzioni sconosciute e ci si sente in uno stato di rara sensualità e raffinatezza”. Ogni parola in aggiunta, stonerebbe. Arrivederci, allora, sulle isole del lago Maggiore.

 

Marco Travaglini

 

 

Marcorengo in festa

Dal 31 agosto al 2 settembre, Marcorengo, frazione di Brusasco, ospita la festa patronale che coincide con la sedicesima edizione della “Sagra del Biru”. L’evento è organizzato dalla Pro loco Pro Marcorengo con il patrocinio del Comune di Brusasco e dell’Unpli. Si parte venerdì 31, dalle ore 22, con “Muzik Night – Last XX Century decaleva”, riunione delle leve dal 1990 al 2000 e una serata animata, oltre che dalla musica, anche da hotdog, birulin, patatine e tanto altro ancora. Sabato 1 settembre lo stand gastronomico apre alle 19.30 con grigliata e menù del biru (in particolare le specialità a base di agnolotti del biru ed altri prodotti tipici) seguiti, alle 21.30, dalle note dell’Orchestra del Canavese. Domenica, alle 11, verrà celebrata la Santa Messa solenne in occasione della festa patronale, seguita da una bicchierata per festeggiare la ricorrenza dei quarant’anni del coro. Alle ore 17 ci sarà il Colormob, evento ad ingresso gratuito, con aperitivi alcolici ed analcolici. Alle ore 20 ci sarà un’abbuffata con tipicità locali e le festa continuerà con animazione serale.

Massimo Iaretti

 

GATTO PANCERI, ECCO IL VIDEO DI BOMBAY

Il cantautore lombardo lo ha girato interamente da solo, affidandosi alla tecnologia della ‘Apple’

 

Gatto Panceri continua a stupire. Dopo aver pubblicato un intenso album di ben 19 inediti, dal titolo ‘Pelle d’oca e lividi’ per l’etichetta ‘Hit Rainbow’ (distribuzione ‘Artist First’) di Roby Facchinetti dei Pooh e del produttore ed editore Athos Poma, arriva ora il video di ‘Bombay’, secondo singolo estratto dall’album per l’estate. Pubblicato da pochi giorni su YouTube (qui il link: https://www.youtube.com/watch?v=5vzWGqZOBVY), l’originalissimo videoclip è destinato a non passare inosservato. Prodotto, girato e montato dallo stesso Gatto Panceri con il meglio della tecnologia Apple in circolazione – con cui il noto artista lombardo si è ‘spontaneamente gemellato’ per quest’occasione – a partire dal telefonino sino alle ultime App per filmaker, il filmato proprio per questo è stato battezzato ‘Official App Video’. Un risultato clamorosamente colorato, ritmato, divertente. Dice Panceri: “Vorrei con questo videoclip far sorridere, magari anche ridere ma con sentimento e gioia, inscenando una realtà aumentata tra sapori di avanguardia e cinema muto“. Le comparse nel video sono, per così dire, ‘attori’ spontanei: amici veri, fan che hanno spedito a Gatto i loro filmati amatoriali e persone prese al volo in bar e supermercati. Continua Gatto: “La gente ha bisogno di realtà. Nel mio videoclip la mamma che allatta il suon neonato lo sta facendo veramente, e il panettiere che balla e canta con il pane in mano è davvero il mio panettiere abituale!”. Ciò che colpisce – a primo occhio, è proprio il caso di dirlo – è la maestria del montaggio, la perfetta sincronia tra immagini e musica, la varietà dei personaggi che interpreta Gatto Panceri: e, soprattutto, il fatto che ha fatto tutto, ma tutto da solo col suo telefonino e relative App della ‘Apple’.

I girasoli di Mario Mazza

La campagna piemontese che si sta ricoprendo di un giallo manto di girasoli attrae, come ogni estate, l’attenzione di Mario Mazza pittore calabro-monferrino sensibile ad ogni manifestazione della natura mentre si trasforma di stagione in stagione.

Al posto delle ovattate e silenti nevicate invernali, delle prime timide fioriture primaverili ora ad interessarlo è la calda vitalità e l’opulenza di questi fiori che sembrano rincorrere ininterrottamente il sole dall’alba al tramonto. Con una fresca immediatezza affine all’impressionismo, Mazza non perde mai il senso della realtà e, con abilità compositiva e coloristica, ritrae oggettivamente ciò che il suo occhio vede senza idealizzarla, assolutamente libero da condizionamenti culturali.

La sua è una presa diretta della realtà che non tiene conto di riferimenti letterari a cui tanti pittori non hanno saputo resistere creando atmosfere che riportano al mito, ricordato nelle “Metamorfosi” di Ovidio, della ninfa Clizia trasformatasi in fiore dopo aver seguito per molti giorni con lo sguardo gli spostamenti del sole trasportato in carro da Apollo che disdegnava il suo amore.

E neppure tratta i girasoli come omaggio o come asservimento al complesso simbolismo di Vincent Van Gogh e di Paul Gauguin o allo splendente decorativismo di Gustav Klimt, artisti che pure egli adora ma di cui non vuole disturbare l’assoluta inimitabile grandezza: gli basta essere se stesso e dichiararsi sincero e puro cantore della bellezza della natura che gli si offre generosamente come meravigliosa occasione d’arte che egli coglie a piene mani con grande maestria tecnica e stilistica.

Giuliana Romano Bussola

 

In lotta contro le banche inique

Il noto professionista bresciano Serafino Di Loreto salva gli italiani anche dagli abusi del Fisco ingiusto

 

Nel 2010 ha fondato SDL CENTROSTUDI SPA, la prima società italiana – divenuta ben presto leader nazionale di settore – che, in soli 7 anni, ha assistito quasi 160mila soggetti in crisi (privati e aziende), difendendoli dagli abusi di banche e Fisco ingiusti. “Perché solo in Italia, se a fallire una banca, lo Stato la salva con soldi pubblici. Se, invece, a colare a picco è un cittadino o un’impresa, gli portano via tutto, dignità compresa. E’ giustizia, questa? E’ Stato civile, questo?Parola di Serafino Di Loreto, già tenace e competente avvocato bresciano divenuto famoso in tutta Italia anche come imprenditore per essere stato il pioniere che ha sconfitto banche inique, giocando sul loro stesso terreno “quello delle perizie econometriche e contrattuale, fatto di dati di analisi grazie ai quali mettono spesso e volentieri in ginocchio gli ignari e inconsapevoli correntisti“, spiega. Ecco che cos’ha raccontato ai nostri microfoni.

Buongiorno, Serafino: oltre mezza Italia è in contenzioso con almeno una banca. Come comportarsi?

Risale al 1999 la prima significativa sentenza storica di condanna di un Tribunale sul versante anatocismo e usura. A ottenerla Piero Calabrò, il famoso magistrato che, oggi, presiede la ‘Fondazione SDL per l’Educazione Finanziaria delle Imprese e per gli Studi Aziendali’ fondata dal Sottoscritto. Oggi, SDL CENTROSTUDI SPA è il primo polo italiano in grado di garantire assistenza di comprovata esperienza a 360° ai correntisti in difficoltà. L’unica che, in caso di soccombenza in Tribunale, dispone di una polizza assicurativa – oggi, addirittura, con i Lloyd’s di Londra – che copre interamente i costi e le spese legali: e, quindi, il tutto è senza rischio. senza alcun rischio per il titolare di conto corrente stesso.

Avete salvato conti correnti, imprese, ma anche posti di lavoro: e, soprattutto, vite. Vite umane. Quali le migliori frecce al vostro arco?

Combattiamo giornalmente la buona battaglia, come si suol dire, giocando la partita della giustizia con le stesse armi che le banche e il Fisco usano contro consumatori, correntisti, contribuenti e cittadini: un metodo in continuo aggiornamento e perfezionamento di analisi documentale che, molte volte, rivela che il vero debitore non è affatto l’italiano in crisi, bensì gli istituti di credito: e, a volte, lo Stato con cui, spesso, fanno pappa e ciccia. In tutti i sensi.

Lei è Presidente dell’Osservatorio Europeo per l’Educazione Finanziaria. Che cosa pensa delle banche italiane?

Che pensano solo agli affari loro, e spesso sono responsabili della morte civile di milioni di persone, sfregiate dal marchio di cattivo pagatore e messe all’indice dalle azioni esecutive sui beni familiari e personali. E, in molti casi, anche di quelle fisica: per causa loro persi un amico imprenditore, che difesi a titolo postumo. Si dimostrò che il creditore era lui, non la banca. Da qui nasce SDL CENTROSTUDI SPA. Una realtà solida e affidabile che ha recuperato oltre 250 milioni di euro da banche e Fisco ingiusti, rimettendoli nelle tasche dei loro legittimi proprietari: gli italiani. Nel nostro caso, quasi 160mila persone a cui abbiamo fornito assistenza legale e fatto ottenere giustizia.

Quale, secondo Lei, il male degli istituti di credito nazionali?

La regola dei ‘due pesi, due misure’: quando fallisce un cittadino, tutto è lecito, compreso il lasciarlo senza niente portandogli via tutto. Perché, si sa, i debiti vanno pagati. Se il debitore, invece, è la banca, poco male: lo Stato la salva con i soldi pubblici dei contribuenti, dichiarando che l’operazione va fatta nell’interesse pubblico! Una vergogna intollerabile.

Oggi sono milioni gli italiani afflitti dai debiti. Come uscirne?

Sul sito www.sdlcentrostudi.it sono disponibili tutti gli strumenti di legge per rinascere a nuova vita, azzerando e componendo in maniera corretta le pendenze pregresse. Siamo stati tra i primi a mettere in pratica la cosiddetta Legge 3/2012, altresì nota come ‘Legge salva-suicidi’, nata per volontà del Presidente Emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano proprio per restituire dignità e vita ai soggetti giuridicamente non fallibili, quali le ditte individuali, consumatori e privati, ma pieni di debiti e senza più pace e dignità. Noi, con un check-up gratuito, valutiamo le reali possibilità di accesso, per chi ce ne fa richiesta, alla procedura di esdebitamento. E’ bene evitare il ricorso a tutte le inutili – e, spesso, fraudolente – pseudo strutture di gestione debiti pubblicizzate a spron battuto sul web da fantomatici consulenti improvvisati: che, anziché risolvere, creano solo ulteriori danni e problemi.