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Le più recenti acquisizioni della Galleria Aversa

È del pittore Luigi Crosio (nacque ad Acqui nel 1835 e morì a Torino nel 1915, per anni insegnante all’Accademia) la più recente acquisizione della Galleria Aversa di via Cavour, una poetica tela (olio, cm. 65 x 76) dove i giardini Lamarmora sono ancora ambientati tra le antiche architetture torinesi, un paesaggio innevato dove si allineano una carrozza e in cerca di riparo popolani e borghesi. Del 1924 è l’opera di Matteo Olivero, il realistico ritratto della madre rappresentata nel costume della Valle Po, immersa tra il verde dei frutteti e le nevi delle montagne sullo sfondo, autentico e affettuoso omaggio ad una terra e alla figura ritratta, come con altrettanta precisione e curiosità è posta dinanzi all’occhio dello spettatore la piccola folla che si muove dinanzi al “Palazzo del Khan”, una piccola tecnica mista di Carlo Bossoli, di gusto antico, pronta a tramandare al ricordo una variopinta realtà lontana. Conclude il gruppo dei nuovi arrivi la “Cittadina sulla costa bretone” del veronese Giuseppe Canella – morì a Napoli nel 1847, apprezzato rappresentante della pittura di paesaggio, onorato nella Parigi di Luigi Filippo, al culmine del successo nella Milano degli anni Trenta con l’esecuzione di belle vedute cittadine caratterizzate dalla perfetta resa della descrizione della vita contemporanea -, ravvivata in quelle minuscole ombre dei pescatori intenti sulla spiaggia alla cura delle loro barche, delle donne e dei bimbi che passano e certamente illuminata da uno splendido cielo che si riversa con la sua luce sulle case del porto.

 

Elio Rabbione

I parchi, patrimonio della montagna

Al Museo Nazionale della Montagna, 22 aprile – 28 maggio

Il Museo Nazionale della Montagna con il Parco Naturale Mont Avic, in collaborazione con la Città di Torino e il Club Alpino Italiano, presenta il progetto di documentazione che il Parco ha commissionato al fotografo Enrico Peyrot nel 2015, in occasione dell’Anno internazionale della Luce proclamato dalle Nazioni Unite. Il progetto testimonia la volontà del Parco di ribadire, con la concretezza della propria azione, il ruolo fondamentale che i parchi e le aree protette svolgono e devono svolgere non solo per la conservazione attiva del nostro patrimonio naturale, ma anche per lo sviluppo territoriale e la formazione delle giovani generazioni.Enrico Peyrot – fotografo di origini piemontesi che da anni vive e lavora in Valle d’Aosta, documentandone il patrimonio storico-artistico e naturale – presenta in mostra 12 stampe di grande formato (95×170 cm) selezionate tra il centinaio di soggetti realizzati durante la campagna fotografica, accompagnate da un video esplicativo del lavoro di rilevamento svolto.I soggetti in mostra esemplificano molto bene l’idea alla base del progetto pensato da Peyrot per la campagna di documentazione. Fotografare non solo lo spazio, ma anche il tempo. A partire da un attento studio del luogo e della sua storia, avendo ben presente l’eredità dei grandi fotografi paesaggisti dell’Ottocento e di inizio Novecento, Peyrot ha scelto di impiegare la tecnica a mosaico per fotografare il tempo. I luoghi individuati sono quindi scomposti in migliaia di inquadrature acquisite nello stesso giorno nell’arco di 15-20 minuti e successivamente, in postproduzione, accostate e sovrapposte in maniera seriale, in modo da restituire un’immagine unica; somma di tanti istanti diversi. Il risultato è costituito da un centinaio di soggetti ripresi con questa tecnica che consente di realizzare immagini ad altissima definizione, abbracciando campi visivi molto estesi che non potrebbero altrimenti essere ripresi. La campagna di documentazione e i suoi esiti offrono l’occasione per riflettere su quale rappresentazione della montagna sia possibile oggi in un mondo digitale, nella misura in cui quest’ultima moltiplica le domande e apre spiragli in molte direzioni dense di possibili conseguenze. Il lavoro di Peyrot, per l’appunto, non è una risposta, ma piuttosto la costruzione di una storia, di una narrazione che quasi trasforma la fotografia in una forma di letteratura.In occasione dell’esposizione sono in programma nella Sala degli Stemmi del Museomontagna due incontri di approfondimento e di riflessione più ampia sulla fotografia, la montagna e la sua rappresentazione, a partire dal lavoro di Peyrot.

Giovedì 11 maggio alle ore 18,00 nell’incontro Sguardi e apparenze Peyrot dialogherà con lo storico della fotografia Pierangelo Cavanna.

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Giovedì 18 maggio alle ore 18,00 in occasione dell’incontro Tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Dispositivi ottici e paesaggi d’alta quota nel lavoro di Enrico Peyrot, l’autore si confronterà con Antonio De Rossi, professore ordinario presso la Facoltà di Architettura di Torino, e Corrado Binel, presidente del Parco, nonché fautore del progetto insieme al direttore Massimo Bocca.

 

VOYAGE AUTOUR DE L’AVIC

Fotografie di Enrico Peyrot

Torino, Museo Nazionale della Montagna, 22 aprile – 28 maggio 2017

Una mostra del

Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI-Torino

con

Parco Naturale Mont Avic

con la collaborazione di

Città di Torino

Club Alpino Italiano

 

TORINO, MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, 10131 Torino

Domenica al via la Mangialonga

Le pro loco di cinque comuni, in collaborazione con i rispettivi Comuni, della Valcerrina torinese sono al lavoro per l’organizzazione di una manifestazione che ormai è una classica non solo nella Città Metropolitana di Torino, ma anche dell’intera regione. Si tratta della Mangialonga, che è giunta alla diciannovesima edizione e si snoda su un percorso di sette chilometri e mezzo e con un dislivello di centosessanta metri, coniugando l’attività fisica della passeggiata, con i piaceri della buona tavola. “In campo” ci sono Lauriano, Monteu da Po, Cavagnolo, Brusasco e Verrua Savoia. Il ritrovo è a Lauriano nella piazza dell’ex stazione.Poi si parte su un percorso collinare che al 75% è in sterrato e per il restante 25% è su asfalto. La colazione è prevista alla Cascina Groppeto, poi si potrà prendere un succo di frutta alla borgata Moriondo, prendere l’aperitivo al Romitorio e tornare in piazza Risorgimento a Lauriano per il pranzo. Per partecipare il costo di iscrizione è di 19 euro per gli adulti e 8 per i ragazzi sino a 12 anni, e il ricavato della manifestazione verrà devoluto in beneficenza ad associazioni che seguono tematiche infantili. Il percorso potrà variare a seconda delle condizioni meteo della giornata: la manifestazione si terrà domenica 7 maggio, poichè per pioggia era stata rinviata il primo del mese.

Massimo Iaretti

“Anna che custodì il giovane mago”

“E’ stata davvero un’esperienza emozionante. Non avrei mai immaginato che il mio vestito avrebbe potuto fare il giro d’Italia con un libro”. A parlare è Marisa Giachero, pinerolese doc. Suo, infatti, è l’abito che la graziosa Maria Vittoria Amelotti, la studentessa casalese che interpreta Anna d’Alencon, indossa nella copertina del libro di Maura Maffei, scrittrice monferrina che ha come filo conduttore di tutti i suoi romanzi l’Irlanda, ad eccezione dell’ultimo ambientato lontano dall’Isola di Smeraldo, ma tra Casale Monferrato, il Sacro Monte di Crea, con un finale a Curtatone (Mantova) al tempo del passaggio della signoria monferrina, da Paleologo, la cui linea maschile si era ormai estinta ed i Gonzaga di Mantova. “Anna che custodì il giovane mago” è stato presentato a Casale Monferrato, sabato 30 aprile, in modo itinerante, il Palazzo intitolato alla Marchesa, cugina del Re di Francia, e la chiesa di Santa Caterina che insiste su piazza Castello. Al centro della trama letteraria c’è un 15enne, che proviene dall’Irlanda, con una lettera di Francesco I di Francia: è Gearçid Mac Gearailt, figlio dell’ultimo vicerè irlandese d’Irlanda, da anni braccato dai sicari di Enrico VIII Tudor. L’iniziativa è andata al di là della semplice presentazione libraria, con una contaminazione di danza e musica, che hanno fatto rivivere le atmosfere di corte. Nel cortile dello storico palazzo che porta il nome della marchesa, sul sagrato della chiesa ed all’interno della stessa, l’autrice, stimolata dalle domande dei giornalisti Luigi Angelino e Massimo Iaretti e con il supporto di Manuela Meni, archivista della Diocesi di Sant’Evasio, ha anticipato, senza svelarne la trama, la struttura dell’opera, evidenziando che il racconto si articola soprattutto tra Casale e Crea, dove si svolge il momento culminante della storia. “Ho dovuto curare con molta attenzione l’ambientazione – ha detto – cercando di ricostruire la Casale e la Crea del tempo di Anna, una donna sicuramente di temperamento e di ingegno nel secolo difficile in cui viveva. Potrà apparire paradossale ma mi sono mossa con meno difficoltà nello scrivere cose d’Irlanda”. Alla “prima” ufficiale del romanzo, che ha avuto il patrocinio dell’associazione Santa Caterina Onlus hanno assistito una novantina di persone, tra cui il vice sindaco di Casale, Angelo Di Cosmo ed il past sindaco, oggi consigliere, Giorgio Demezzi. “Anna che custodì il giovane mago”, Edizioni della Goccia di Davide Indalezio, farà anche da “ambasciatore” del Monferrato in terra mantovana. “Il 28 maggio prossimo, nell’ambito delle iniziative del Comune di Curtatone, in cui è stato edificato dai Gonzaga il Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, con cui è stato siglato lo scorso novembre un protocollo d’intesa dal parte dell’Unione dei comuni della Valcerrina – spiega il consigliere delegato al turismo dell’Unione, Massimo Iaretti – avremo un spazio dedicato alla Valcerrina ed ai suoi prodotti. Accanto a questo ci sarà la presentazione del libro di Maura Maffei perché è proprio basandoci da questo che si sta lavorando a costruire un percorso devozionale e turistico che colleghi l’Irlanda e le terre dei Gonzaga passando attraverso Casale ed il Monferrato”.

 

 

 

La terra e l’agricoltura simbiotica

Nella splendida cornice della “Sala da pranzo” del Castello Reale di Racconigi si è svolto nei giorni scorsi il convegno “La terra e l’agricoltura simbiotica” evento interclub organizzato dal Lions Club Scarnafigi Piana del Varaita e dal locale Lions Club Racconigi. Presente all’evento, in rappresentanza del Governatore del Distretto 108Ia3 Mauro Bianchi, il primo vice presidente Giovanni Costa ed autorità lionistiche della zona. Tra il pubblico l’ex Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano Antonio Miglio, la Consigliera delegata all’agricoltura del Comune di Racconigi Ines Ghigo, rappresentanti dell’associazione “Octavia” che raggruppa molti comuni del saluzzese, Sindaci ed Amministratori comunali dei comuni della zona, oltre numerosi addetti del settore agricolo ed agroalimentare. Dopo la lettura di alcuni passi del codice lionistico da parte del Cerimoniere Lion Adelina Asselle, i saluti del Presidente LC Racconigi Michele Tropini e del Presidente del LC Scarnafigi Piana del Varaita Pietro Rabbia che ha presentato i relatori il Primo Vice Presidente del Distretto Lions 108Ia3   Giovanni Costa nel suo saluto ha evidenziato l’importanza dell’argomento del Convegno. E’ tra i compiti e gli scopi dei Lions la salvaguardia dell’ambiente, la prevenzione e la salute dell’uomo La relazione è stata tenuta da Sergio Capaldo veterinario ed agronomo, tra i fondatori del consorzio LA GRANDA attualmente impegnato a tempo pieno per sviluppare l’associazione e promuovere la piemontese nel mondo, collabora con Slow Food e segue altri Presìdi che tutelano razze autoctone, responsabile della qualità della carne per tutti gli Eataly d’Italia. Nel suo intervento Sergio Capaldo ha affermato che l’Agricoltura simbiotica è un miglioramento, è un’evoluzione ormai necessaria per rendere le pratiche agricole più sostenibili sotto il punto di vista economico e per salvaguardare l’ambiente e la salute dell’uomo. L’Agricoltura Simbiotica ha come primo punto cardine l’utilizzo delle micorrize. Recenti studi hanno confermato che inoculando nel terreno dei composti microbici le radici si sviluppano molto di più con conseguenti risultati anche per i frutti della terra e poi per l’uomo. Il nome simbiotico indica proprio questo profondo legame di simbiosi che si trova in natura. La scommessa è quella di fare in modo che venga sviluppata tra gli agricoltori della nostra pianura questo nuovo modo di coltivare la terra che avrà positive conseguenze sull’allevamento del bestiame che godrà di una alimentazione naturale, sulla coltivazione di frutta e ortaggi e di conseguenza sull’uomo che potrà cibarsi di prodotti genuini e naturali. E’ indubbio che una sana alimentazione migliora la salute, fa vivere bene ed abbatte i costi sociali e potrà essere l’inizio di una nuova filiera che potrà garantire uno sviluppo economico ai giovani del nostro territorio. E’ intervenuto successivamente il Dr. Giusto Giovannetti, direttore scientifico del CCS Aosta, che ha spiegato che il brevetto consente di migliorare le condizioni di crescita e di sviluppo delle piante destinate all’alimentazione umana ed animale “per incrementare la quantità di sostanze antiossidanti, ridurre la quantità di sostanze cancerogene, micotossine e nitrati accumulati nelle piante ed aumentare la qualità degli alimenti in funzione della tutela della salute del consumatore”. Le piante, per assorbire dal terreno le sostanze nutritive necessarie per vivere, hanno bisogno dei microrganismi della rizosfera che cooperano con l’apparato radicale. La radice delle piante stabilisce unioni simbiotiche con i funghi micorrizici e collaborazioni con batteri, attinomiceti e funghi saprofiti, che coadiuvano la funzione di assorbimento delle sostanze nutritive e del l’acqua dal terreno; essi amplificano le capacità esplorative della radice di circa 600/800 volte, moltiplicando la normale estensione dell’apparato radicale, cambiando anche la fisiologia della pianta stessa. Il ricercatore ha inoltre fatto presente che “l’utilizzo delle micorrize e dei batteri della rizosfera costituisce uno strumento sorprendentemente vantaggioso per ridurre il passaggio degli inquinanti chimici nella catena alimentare grazie al lavoro metabolico dei citocromi P450 e degli enzimi di coniugazione presenti nei funghi micorrizici e nei batteri della rizosfera”.

Considerata l’importanza e l’attualità del tema entrambi i direttivi dei Lions Club Scarnafigi Piana del Varaita e Racconigi sono intenzionati a riproporre nel prossimo anno lionistico l’argomento coinvolgendo anche il Distretto e le associazioni agricole.

 

Bruciare calorie in palestra: che fare?

Arriva il caldo e si avvicina anche la prova costume!!! Scopriamo qualcosa da fare per…la nostra salute estetica! Attività prevalentemente aerobica o solo esercizi?

E’ da molto tempo che la letteratura contemporanea dibatte il tema di cosa sia meglio svolgere ai fini della propria salute estetica e… mentale. Nonostante quello che si pensa, non è ancora stato stabilito cosa possa essere meglio tra le due proposte, e chi vi da’ una risposta certa è probabilmente qualcuno che conosce molto poco e che proprio per questo “ignora” la realtà effettiva, o che, ancora peggio, ha qualche suo tornaconto per fornire una risposta così precisa.

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ESISTONO STUDI: ALCUNI VERI, ALTRI…FORSE…

In virtù proprio dei numerosi studi accertati e “fittizi” è possibile stabilire l’impossibilità di fornire una graduatoria di merito dell’esercizio sportivo senza associarla alla persona che la pratica, considerando l’età, la condizione fisica, il pregresso sportivo e tanti altri parametri.Esistono molteplici attività sportive che rientrano nel mondo del fitness sotto il termine “scorretto” ancorché di uso comune, di tonificazione.

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TONIFICAZIONE: STRANO MONDO CHE NON ESISTE…

Infatti, tale termine non ha significato dal punto di vista scientifico in quanto non esiste una qualsiasi proposta sportiva che aumenti il tono muscolare in maniera permanente. Quello che comunemente si indica in questo modo è la modificazione della composizione corporea con un aumento o una definizione migliore dell’apparato muscolare, ma il tono è solo uno stato momentaneo di tale apparato. Esplicate però le parti “accademiche”, soffermiamoci un attimo sul tipo di proposte che possono essere considerate e proverò a fornire un’attenta valutazione di quello che i propositori di tali lezioni forniscono ai propri allievi.

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PROPOSTA AEROBICA-MUSICALE: IL TOP PER DIMAGRIRE

Esiste un tipo di lezione dinamica, con caratteristiche aerobiche dal punto di vista metabolico, che risulta essere molto efficace per quel che riguarda un arduo lavoro dedicato al dimagrimento generale.

Questo tipo di lezione, composta in maniera ingegnosa in modo tale da non impedire mai lo svolgimento delle esercitazioni proposte, è sicuramente musicata (cioè, i movimenti seguono le battute musicali imposte dalla musica) e appositamente costruita. Non viene usata sempre la stessa base musicale ma variata in funzione della parte muscolare interessata.

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SEMBRA FACILE MA NON LO E’

E’ molto complessa e patrimonio solo di istruttori attenti e bisognosa anche di… allievi competenti. Infatti la scelta degli esercizi non è casuale e il “finto” caos (caratterizzato dalla sapiente alternanza tra lavori per la parte bassa – gambe – e alta – tronco- coordinato con un lavoro per la pancia e la bassa schiena – muscoli addominali e lombari – quasi senza soluzione di continuità) è organizzato in funzione degli obiettivi previsti, anche se ai più potrebbe sembrare “improvvisazione”, ma il risultato, seguendo con costanza le lezioni, è quasi… garantito. E’ faticosa e impegnativa, ma riuscire a svolgerla e capirla…potrebbe portarvi gradite sorprese.Se avete però dei dubbi che l’insegnante stia “improvvisando” fate quello che suggerisco sempre agli insegnanti che partecipano ai miei corsi di formazione… chiedetegli il motivo delle sue scelte: se se le ricorda è ok, se non ne è capace o balbetta, o non è così abile a descrivere ciò che ha proposto… beh, a voi le giuste considerazioni del caso.

LA FATICA COME OBIETTIVO…

L’altro tipo di lezione è quella più semplice costruita sulla struttura di serie e ripetizioni (talvolta alte e alcune volte troppo alte come numero) che lasciano anche un segno sulla stanchezza fisica delle persone, molte volte erroneamente associata all’efficacia della lezione stessa. La musica a volte c’è e altre volte è lasciata come sottofondo. Unica importante attenzione è sempre capire se ci sia un filo conduttore che lega la lezione stessa e che la lezione non sia frutto di “geniali” improvvisazioni “reali” degli insegnanti.

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MENO MUSICA PIU’ FATICA? FORSE…MA ANCHE QUALCOS’ALTRO.

Il vantaggio sovente può identificarsi nella assenza di concentrazione richiesta durante la lezione; può essere più semplice impegnarsi nell’esecuzione corretta degli esercizi, mentre con la mente si viaggia verso i propri pensieri scaricando tensioni con i pesi e il movimento. I risultati possono anche arrivare, ma sarebbe bene pensare anche ad associare alcune sedute di cardio – fitness in modo da recuperare, o meglio bruciare, le calorie in eccesso che tale lezione, a parte le prime frequentazioni, dopo non permette più di incenerire… .

 

A CHI SERVE? CUI PRODEST?

Questi due tipi di lezione conducono a risultati diversi, rappresentabili in un’accezione generale come una di tipo aerobico e l’altra muscolare. La prima sarebbe ottima per le ragazze che vogliono un “tono” dolce ma atletico e la seconda per chi ricerca masse più pronunciate. Non esiste un meglio o un peggio: sono due cose parzialmente diverse. Scegliere una lezione è anche una questione di istinto e di piacere personale; ma anche in questo caso, come sempre, seguire la testa potrebbe essere una piacevole sorpresa, anche per il nostro corpo…

 

Paolo Michieletto

 

Amianto, che fare?

Il Centro di incontro del quartiere Borgo Uriola di via Tommaso Negro 12 a Rivoli si tiene, lunedì 10 aprile, alle ore 21, la seconda serata informativa sulle modalità di rimozione e confezionamento di manufatti in amianto, organizzata da Cidiu Servizi. La serata è dedicata ai soggetti che hanno presentato la domanda per il servizio di raccolta e smaltimento manufatti in amianto, scegliendo di provvedere in proprio alle attività propedeutiche al ritiro. L’invito a partecipare alla serata è esteso anche a tutti gli interessati a smaltire piccole quantità di amianto (max 30mq e/o 450 kg) presenti negli edifici di proprietà situati in uno dei comuni aderenti  (Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno, Druento, Giaveno, Grugliasco, Pianezza, Reano, Rivoli, San Gillio, Sangano, Trana, Venaria Reale e Villarbasse). Nel corso della serata varranno messi a disposizione per l’acquisto, al costo di € 75 iva inclusa, i kit per la rimozione, da prenotare entro il 9/4/2017 scrivendo una email a amianto@cidiu.to.it

 

Massimo Iaretti

“Partizani”, la Resistenza italiana in Montenegro

Inizierà da Condove (To), giovedì 6 aprile ( ore 21.00, Biblioteca Comunale “Margherita Hack”) il ciclo di proiezioni del docufilmPartizani. La Resistenza italiana in Montenegro”. Alla serata parteciperà il Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti. Il secondo appuntamento, venerdì 7 aprile, sempre alle 21.oo, con la proiezione a Casale Monferrato ( Cappella del Castello- piazza Castello). Realizzato dallo storico Eric Gobetti con il supporto dell’Istoreto e del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, il documentario ha ottenuto la qualifica di film d’essai, aggiudicandosi il premio Opera prima  al 22° San Giò Verona Video Festival. Il documentario si avvale di moltissime immagini di repertorio del tutto inedite, ritrovate presso le famiglie dei reduci e conservate oggi all’Archivio cinema d’impresa di Ivrea oltre ai materiali dell’Archivio della televisione di stato della Serbia (Rts) e dell’ Associazione nazionale veterani e reduci garibaldini (Anvrg). La colonna sonora originale è stata realizzata dal noto chitarrista (ex-CSI), Massimo Zamboni. Il cuore del film è rappresentato dalle testimonianze di reduci, in gran parte piemontesi, che hanno vissuto l’esperienza straordinaria della Divisione partigiana italiana Garibaldi. Si tratta di circa ventimila soldati italiani che, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, decisero di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava. Un’esperienza eroica e drammatica, che si concluse nel marzo 1945 con il rientro a casa di meno della metà dei primi partigiani. Questo film contribuisce dunque a dare il giusto riconoscimento alla vicenda della divisione Garibaldi, una storia in gran parte caduta nell’oblio, mai entrata veramente nella memoria pubblica italiana. Le proiezioni – in tredici località della Regione – saranno a ingresso libero e gratuito. Sarà sempre presente l’autore per presentare il film e condurre il dibattito dopo la proiezione.

 

Il calendario delle proiezioni

 

data

CITTA’

06/4

CONDOVE (TO)

7/04

CASALE MONFERRATO (AL)

24/4

OMEGNA (VB)

24/4

BAVENO (VB)

25/4

TRINO  (VC)

26/4

ALESSANDRIA

26/4

IVREA (TO)

27/4

BORGOSESIA (VC)

29/4

BOBBIO PELLICE (TO)

2/5

CUNEO

3/5

CANDELO (BI)

4/5

TORINO

06/5

ASTI

La scuola di piazza del Popolo

Roma. Anni Sessanta. In piazza del Popolo, intorno ai tavolini del celebre Caffè “Rosati” o del “Canova”, così come negli spazi della “Galleria della Tartaruga” di Plinio De Martiis (vero “collettore” di giovani promesse dell’arte italiana) o in quella vicina de “La Salita” di Gian Tomaso Liverani – in un clima di grande euforia da boom economico e da felliniana “dolce vita”- era solito ritrovarsi il gotha dell’intellighenzia capitolina, ma non solo. Un po’ come succedeva in quegli anni nella migliore tradizione artistica parigina, quegli spazi divennero il salotto ideale, i punti di incontro preferiti per artisti, letterati, ma anche attori, registi e gente del mondo dello spettacolo di levatura internazionale. Luoghi di eccezionale vitalità che vedevano gomito a gomito – insieme a scrittori e intellettuali come Moravia, Pasolini, Arbasino, Parise e Flaiano – artisti nostrani stregati dalle scuole in voga d’oltreoceano e gli stessi loro “idoli” americani di passaggio a Roma (alcuni presentati in mostra dallo stesso De Martiis): dai vari Raushenberg ai Cy Twombly -che nel ’57 si trasferì definitivamente nella capitale- fino ai Rothko, all’italoamericano Scarpitta (che poi tornerà a New York con il gallerista Castelli), ai Franz Kline e ai De Kooning. E proprio qui, in questo clima di vulcanica ebollizione e contaminazione artistico-culturale, nasce la cosiddetta “Scuola di piazza del Popolo”, la cui esperienza (fatta di individualità e creatività operative assai diverse) viene, forse un po’ troppo semplicisticamente, catalogata sotto la voce generica di “Pop Art italiana”. Definizione da approfondire, come appare ben chiaro nella bella mostra che alla “Scuola” dedica, fino al prossimo 8 aprile, la Galleria “Accademia” di Torino. Curata da Francesca e Luca Barsi, che dal padre Pietro – raffinato gallerista, mancato nel ‘92- hanno ereditato tutta la passione per l’arte insieme alla storica Galleria aperta nel ’69 in via Accademia Albertina 3/e, la rassegna ospita una ventina di opere a firma di un poker d’artisti ritenuti i veri iniziatori dell’importante “sodalizio” romano: dalle celebri “Finestre” e “Persiane” di Tano Festa ai singolari “paesaggi anemici” di Mario Schifano, fino agli “argenti” di Giosetta Fioroni (oggi 84ennne, la sola in vita del Gruppo) e alle tele di forte carica politico-simbolica di Franco Angeli. Figure eccentriche, “artisti maledetti”, grazie ai quali – dopo l’ubriacatura dell’informale – alla Biennale di Venezia del ’64 si ufficializzò la nascita della Pop Art italiana. Con tratti assai diversi e autonomi per specificità culturale rispetto alle similari esperienze americane, poiché “la capitale italiana – per dirla con De Martiis – durante gli anni Sessanta è una città aperta sul palcoscenico del mondo, che intrattiene una sorta di rapporto ‘eroico’ con l’America”. Concetto ben chiaro nei contenuti evidenziati in mostra, che superano i semplici fini estetici o banalmente provocatori propri di certa parte della Pop Art americana, per diventare “schermi” – come i quadri di Angeli – attraverso i quali abiurare le immagini del potere, delle dittature (aquile romane, svastiche e quant’altro), così come del più generico consumismo e della violenza. Spesso mediante quella tecnica della “reiterazione” delle immagini che troviamo anche nei quattro “ritratti argentei” della Fioroni (sue anche le bellissime maioliche policrome di recentissima produzione), progetto per opera unica esposta alla Biennale di Venezia del ’64. Più “oggettuale” in genere la progettualità di Tano Festa, di cui la rassegna presenta anche una suggestiva rivisitazione in chiave pop – sulle orme del mitico Warhol – de “La primavera” del Botticelli. Davvero interessante, infine, il “Paesaggio”, smalto su tela del ’70, di Mario Schifano, leader del Gruppo: paesaggio “appiattito” (altro dalle prime prove pop di “Koka-Kola” del ’61), dove la memoria pare evocare con voluta parsimonia cromatica la rappresentazione di un’inquieta e inquietante natura. Degli stessi anni anche i primi film in 16 mm del “piccolo puma” (così Parise definiva Schifano per la sua eleganza felina), che ne faranno una delle figure centrali del cinema sperimentale italiano.

Gianni Milani

“La Scuola di piazza del Popolo”

Galleria “Accademia”, via Accademia Albertina 3/e, Torino, tel. 011/885408 – info@galleria-accademia.com

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Fino all’8 aprile

Orari: dal mart. al sab. 10,30-12,30 e 16,30-19,30

 

Le immagini, dall’alto:

I)  Franco Angeli: “Senza titolo”, spray su tela, Anni ’80
II) Mario Schifano: “Senza titolo”, smalto su tela, Anni ’70
III) Tano Festa: “La primavera-Omaggio a Botticelli”, olio su tela, 1970
IV) Giosetta Fioroni: “Le gemelle”, maiolica policroma con finitura in oro, 2015

 

Fiorinfiera, primavera a Orbassano

Domenica 2 aprile a Orbassano si svolgerà la Fiera di Primavera “Fiorinfiera”. L’iniziativa avrà luogo nel centro cittadino dove saranno allestiti stand di esposizione e vendita di fiori e piante, mentre sia nel centro cittadino che in piazza Umberto I sarà presente un’area giochi bimbi. In occasione della Fiera di Primavera inoltre si terrà la Manifestazione Scacchistica con la partecipazione di giocatori F.S.I. di 1^ categoria a disposizione per una simultanea su dieci scacchiere. La partecipazione all’evento è gratuita e prevede premi per i primi tre classificati.