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Scuola e Lavoro, ecco “Obiettivo Orientamento Piemonte” per i giovani tra i 12 e i 22 anni

salone 12E’ il progetto a regia regionale che si propone di coordinare le diverse azioni di orientamento realizzate sul territorio, finanziata con 4.5 milioni di euro provenienti dal Fondo sociale europeo. L’iniziativa è rivolta a  circa 378mila giovani tra i 12 e i 22 anni, che frequentano istituti scolastici o enti di formazione professionale, sono in cerca di lavoro oppure in dispersione scolastica. Grazie a una rete di 169 sportelli pubblici gratuiti, che offrono servizi di accoglienza, colloqui individuali o di gruppo, incontri negli istituti scolastici, si intende aiutare gli adolescenti e i giovani tra i 12 e i 22 anni a proseguire o riprendere il proprio percorso di studi e, in generale, a orientarsi nelle fasi di passaggio tra studio e lavoro.
“Gli sportelli sono gestiti da raggruppamenti territoriali che riuniscono enti accreditati per le attività di orientamento – spiegano alla Regione – e lavorano in collaborazione con scuole, Università, centri per l’impiego, servizi per il lavoro, Comuni, associazioni, organizzazioni sindacali e datoriali. Gli attuatori sono stati individuati, con procedura a evidenza pubblica, dalla Regione Piemonte per le province diAlessandria e Asti, Cuneo, Vercelli, Novara, Biella e VCO, e da Città Metropolitana di Torino per l’area del Torinese“.

Classe studentiPoi ci sono le guide multimediali scaricabili dalsito della Regione Piemonte: una per i ragazzi in uscita dalla scuola secondaria di primo grado, che illustra tutte le scelte possibili nel campo dell’istruzione e formazione professionale; un’altra per gli studenti in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado e dai corsi di qualifica, che presenta l’ampio ventaglio di opportunità previste da Università, formazione, mondo del lavoro.

Gianna Pentenero,  l’assessora regionale all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale, osserva che “l’orientamento svolge un ruolo fondamentale nella vita di adolescenti e ragazzi, perché consente loro di acquisire le competenze necessarie per decidere consapevolmente il proprio percorso di vita, studio e lavoro. “Obiettivo Orientamento Piemonte” consente infatti di mettere a sistema e uniformare buone prassi sperimentate con successo negli anni passati e rappresenta un investimento concreto, da parte della Regione, in politiche di contrasto alla dispersione scolastica e a favore del successo formativo”. Il fatto che anche i centri per l’impiego siano coinvolti nelle attività orientative permette di rendere ancora più stretto il collegamento tra mondo dell’istruzione-formazione e mondo del lavoro.

www.regione.piemonte.it

Avigliana, le opere di Alfredo Levo nella Chiesa di Santa Croce

levo1Il disordine delle periferie, la magia del circo, l’infanzia offesa: tra lirismo e realtà la grandezza di un artista

 

Di Alfredo Levo – nasce nel ’21 a Ribordone Canavese, alla fine del conflitto mondiale, già fatti propri appieno il talento e la professionalità nel disegno e nella pittura, intraprende la strada della grafica pubblicitaria che lo porterà a seguire le pagine della “Gazzetta del Popolo” e a inventare la testata di “Tuttosport” viva ancora oggi, a metà degli anni Cinquanta approda alla Rai per diventare uno degli scenografi più apprezzati, con la gestione dell’ufficio grafico che faceva capo al telegiornale ma che di fatto supportava tutti i programmi, trent’anni di carriera che non lasciarono escluso neppure il festival di Sanremo, lunghi anni intervallati dalla partecipazione a collettive e personali che sfociarono in riconoscimenti e premi di primaria importanza – ricordo nel maggio di due anni fa una preziosa retrospettiva alla Promotrice torinese, ad un anno dalla scomparsa, una sala mozzafiato in cui si poteva riflettere ancora una volta sulla grandezza di un artista che, con tratti allo stesso tempo lirici ed estremamente realisti (“la salda tempra espressionista”, scriveva Angelo Mistrangelo), rivisitava le proprie passioni, dalla classicità allo sport, guardava con ironia al mondo e al sogno cinematografico di Charlot, rendeva omaggio a Picasso, sottolineava con eccellente acutezza i propri personaggi, immersi nel disordine delle periferie o trasportati da un mondo antico al nostro stesso quotidiano.levo2

Felicemente l’Associazione “Arte per Voi” ripropone fino al 16 ottobre presso la chiesa di Santa Croce, in piazza Conte Rosso ad Avigliana, a cura di Giuliana Cusino, la bellezza del percorso artistico di Levo, una quarantina di opere suddivise in acrilici e tecniche miste, in chine su carta e acquetinte, dove in un antico e suggestivo contesto ancora una volta riappaiono l’originalità di certi soggetti e la sincerità dello svolgimento, i sentimenti di umanità che certi angoli impressi nella memoria dell’artista o catturati da una precisa occasione trasmettono a chi guarda. Levo non descrive soltanto con immensa bravura, Levo partecipa con il cuore ancor prima che con la mente a quanto va rappresentando. Lo fa con i chiaroscuri (colpisce “Vietnam” del 1968, in tutta la propria tragedia) che esplodono nei “Pupi” o nei ricami perfetti che inquadrano i “Girasoli dalla finestra” (2000); lo fa con l’uso del colore, a tratti con la sua esplosione o il concreto intersecarsi, a fermare una suggestione, a sottolineare un motivo, a sprigionare uno stato d’animo. C’è il mondo delle giostre colorate che hanno appena stazionato al limite del paese, quasi un sogno, di cui il cavallo bianco in primo piano è il levo3manifesto (“Piccolo circo di periferia”, 1965/75; “ Ti sogno sempre, Luna Park”, 1982), c’è l’immagine delle città, possono essere Venezia o Firenze, intrise di ricordi cubisti, spezzate nei propri panorami, visioni cartellonistiche che diventano pittura e che, dalla bellezza dei grandi centri, si spostano nelle periferie che crescono storie diverse. La bellezza del mondo, traumatizzata, si frantuma, ingloba le sagome spezzate e sofferenti degli adulti, vuoti manichini accumulati lì quasi a voler testimoniare l’indifferenza e la povertà e l’inutilità che riempiono ormai strade e piazze (“Uomini vinti”, 1967), il dolore che anche l’infanzia inevitabilmente prova, intristita, grigia, sperduta (“Infanzia, 1968). In qualche angolo restano i colori squillanti degli sportivi che lottano per un trionfo, vecchi campioni chiamati a essere baluardo e difesa, ma su tutto pare prendere peso, nell’universo pittorico di Levo, una modernissima quanto dolorante “Deposizione” (1969), chiusa nel suo corpo sfatto, ancora una volta vinto, e in quei carnefici che vestono armature di oggi o la solitudine del “Poeta” dell’anno precedente, schiacciato contro l’albero beckettiano che unico spettatore, dentro il vuoto minaccioso del panorama, ascolta versi senza memoria.

Elio Rabbione

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Barriere architettoniche, Torino è la città più accessibile d’Italia. Prima in classifica, voto: 8

park disabilidivietoIl titolo di città più accessibile d’Italia va a Torino. Lo stabilisce un’indagine realizzata dall’Anmil e dalla Fand, la Federazione delle associazioni di disabili. Prendendo in esame i trasporti, gli uffici, le chiese, e’ stata stilata una classifica che prevede un punteggio da uno a dieci, che riguarda oltre cento province italiane. E’ stata analizzata la presenza di barriere architettoniche, la possibilità di accedere ai luoghi turistici, la condizione di negozi, caffe’, ristoranti, palestre e supermercati. Perché in fondo nel pubblico certe cose dovrebbero essere garantite per legge: un altro discorso è il privato. Grazie al bel voto – un 8 pieno – la città della Mole e’ riuscita a diventare la prima in Italia. I portici di via Roma, per fare un esempio, sono un percorso del tutto accessibile ai disabili. Ok anche il parco del Valentino. Molto si deve alle  Olimpiadi invernali del 2006 che hanno trasformato in meglio Torino. L’amministrazione ha fatto la sua parte modificando i regolamenti comunali con l’obiettivo di cancellare le barriere architettoniche. Dicono i promotori della ricerca;  “Una città realmente accessibile deve consentire ai suoi abitanti e ai turisti servizi variegati: la possibilità di andare a fare la spesa, bere qualcosa con gli amici o andare al cinema”.

(foto: il Torinese)

Un Sindaco, non un Messia. I problemi di 23 anni non si possono risolvere in due mesi

AVVISTAMENTI  / di EffeVi

C’è la diffusa tentazione di alzare irragionevolmente l’asticella per giudicare la performance del Sindaco Appendino: non si può pretendere che i problemi incancreniti in 23 anni ininterrotti di formula PD vengano risolti in due mesi. E i perdenti dovrebbero elaborare il lutto e rendersi utili, invece di rosicare dalle tribune

fassino appendino sky2

A differenza della Raggi, non ha firmato il patto leonino con la Casaleggio e associati; non ha subito il balletto di nomine, polemiche, rimozioni o spostamenti di personaggi ingombranti legati a gestioni precedenti (a Torino non c’è un Daniele Frongia): anzi, gli assessori sono tutti (nel bene e soprattutto nel male) quelli annunciati prima delle elezioni. Chiara Appendino, sta cercando obbiettivamente di barcamenarsi, traballando vistosamente su una barca piena di falle, con la quale rischia di affondare precocemente.
Ma i problemi che stanno venendo clamorosamente alla luce in questi giorni vengono da lontano, e non dipendono certo dalle qualità amministrative di un Sindaco sulla sedia, per essere precisi, da due mesi e mezzo.
La perdita del Salone del Libro, per esempio, riflette la caduta verticale del potere di trazione (economica, culturale) di Torino, nascosta da anni di retorica dell’eccellenza: pomposa, falsa, provinciale. E poi certo non ha aiutato la circostanza che la Fondazione abbia firmato un contrattoappendino-preteroti capestro con un operatore privato, forse non senza l’intervento dei massimi vertici dell’Amministrazione (sono indagati i vertici della società e l’ex assessore alla cultura, in attesa – dicono gli spifferi – di sviluppi clamorosi). Il pasticciaccio delle aziende comunali, nei cui bilanci è stata occultata una fetta di debito del Comune, talmente grande da determinarne- se accertato – il fallimento tecnico, è stato creato e alimentato in decenni da amministratori nominati da Palazzo Civico e da cosiddetti “tecnici” sempre troppo compiacenti, con rarissime eccezioni. Gli scarsi investimenti produttivi da parte di privati e i livelli record di disoccupazione e disagio sociale sono il prodotto dell’incapacità ventennale di promuovere un progetto che non fosse il debole doping fondato sulla moltiplicazione disordinata di festival e rassegne, spesso cialtrone ed elitarie a un tempo, quasi sempre pagate dal contribuente più che da sponsor e biglietti. Persino l’invasione delle alghe del Po, pure affrontata dalla nuova amministrazione con leggerezza fondata sul velleitarismo ecologico, è improbabile che sia il castigo fulmineo di Dio su una Torino che ha osato voltare le spalle al PD, quanto forse la conseguenza di disattenzioni da parte delle Giunte degli ultimi anni (Regione e Comune), dell’Arpa, dell’Autorità di bacino. Ricordiamo peraltro che il PD subalpino non ha mai avuto un buon rapporto con il Dio Po, dai battelli che si incagliavano alle spiagge artificiali che finivano fassino23sommerse al primo temporale estivo.
Colpisce leggere sui giornali cittadini, per non dire sui social, l’alluvione di commenti non costruttivi, velenosi e talvolta francamente sciocchi, di ex assessori degradati a consiglieri comunali, di vecchie glorie del PD subalpino, di ex amministratori che, puntando il dito contro questi problemi come se fossero frutto di una maledizione della Appendino, in realtà si autodenunciano, nel migliore dei casi, per disattenzione. Non sarebbe ora di elaborare il lutto, di cogliere le opportunità di un azzeramento dell’antico regime per studiare una nuova proposta di governo, più fresca, più convincente, che non sia espressione pura di una macchina di potere? Se ne facciano una ragione: se i Torinesi avessero voluto votare un politico di razza con grande esperienza, come nel PD ne restano pochi, Fassino sarebbe stato perfetto.
Siamo onesti: sulla giunta Appendino non mancano le ombre: c’è un vicesindaco che ha apertamente dichiarato una crociata contro l’intero settore industriale delle costruzioni; la maggioranza è sostenuta da consiglieri amministrativamente acerbi e in molti casi piuttostocomune municipio eclettici; gli assessori sono un’incognita o una scommessa azzardata. I nodi stanno venendo al pettine tutti insieme, e sarà inevitabile commettere errori, oscillando tra rotture  ideologiche (come l’idea di rinunciare al tunnel di Corso Grosseto o denunciare la TAV) e continuità (come il mancato ricambio in molti ruoli chiave, o gli ammiccamenti a Chiamparino), anche per antiche fedeltà a un establishment che comprendeva il PD ma non si esauriva in esso: certi ambienti associativi, imprenditoriali, circoli famigliari e amicali.
Ma vogliamo lasciare al Sindaco almeno uno-due anni di lavoro in proprio, vogliamo concederle la possibilità di scegliere, assumendosene la responsabilità, segno e direzione della sua gestione, prima di maturare un giudizio? Un sindaco non è un Messia.

(foto: il Torinese)

Ultimi giorni per ammirare le due Veneri

AI MUSEI REALI PER LA MOSTRAVENERE INCONTRA VENERE 

VENERE BOTTICELLI

Ultimi giorni per Venere incontra Venere, la mostra-confronto che presenta due delle affascinanti Veneri dipinte da Sandro Botticelli oggi esposte insieme per la prima volta in Italia fino al 18 settembre, presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino. Numeroso il pubblico che in queste settimane ha affollato le sale della Sabauda per ammirare le due opere.

I dipinti, molto simili ma allo stesso tempo differenti, sono stati realizzati intorno al 1490 dal maestro fiorentino con la collaborazione della sua bottega. A ispirarlo fu Simonetta Vespucci, considerata la donna più bella dell’epoca, amante di Giuliano De’ Medici e morta tragicamente a soli ventitré anni. Oltre alla celebre Nascita di Venere conservata presso gli Uffizi a Firenze, solo altre tre Veneri sono giunte sino a noi: una si trova in una collezione privata in Svizzera, una appartiene alla Gemäldegalerie di Berlino e la terza rientra nel patrimonio dei Musei Reali. Grazie a Venere incontra Venerel’opera berlinese è giunta per la prima volta nel nostro Paese.

Per coloro che volessero scoprire affinità e differenze dei due quadri i Musei Reali propongono due visite guidate domenica 11 e 18 settembre, entrambe alle 16 (partenza all’ingresso della sala; ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali).

La Venere “di Torino” proviene dalla collezione Gualino. La prima traccia dell’opera risale al 1844 quanto fu acquistata da un reverendo inglese, che in seguito la cedette a un barone. L’opera si pensava perduta nell’incendio della casa di quest’ultimo ma fu ritrovata dagli eredi da cui la acquistò il grande collezionista biellese Riccardo Gualino. Nel 1930 la Venere realizzata da Botticelli con la collaborazione dei suoi allievi divenne patrimonio della Galleria Sabauda.

In mostra anche il modello di bellezza classica a cui Botticelli si ispirò, quello della Venere pudica, rappresentata dalla statua in marmo di Afrodite Anadiomene (cioè nascente dal mare), di età romana (II secolo d.C.) realizzata da un originale di età ellenistica e sormontata da una testa epoca rinascimentale. L’opera appartiene al patrimonio della Soprintendenza Archeologia del Piemonte ed è normalmente conservata a Palazzo Chiablese, sempre a Torino. Completa l’allestimento una riproduzione del dipinto fiorentino.

In precedenza la Venere di Torino è stata esposta in Cina (Pechino, Hong Kong e Macao), in Giappone (a Tokyo) e insieme all’opera berlinese anche a Londra e Berlino. Oggi è richiestissima nelle grandi mostre internazionali ed è una delle ambasciatrici dei Musei Reali nel mondo.

Venere incontra Venere ha inaugurato lo Spazio confronti della Galleria Sabauda, dedicato ad allestimenti di ridotte dimensioni ma di grande efficacia, che metteranno due o più opere talvolta a confronto, talvolta in dialogo, per far scoprire al pubblico i tanti parallelismi e legami dell’arte attraverso le epoche.

Il prossimo allestimento sarà Storie di bambini. Giovanni Boldini incontra Antoon van Dyck. In mostra il noto I figli di Carlo I d’Inghilterra, olio su tela del 1635, di Antoon Van Dyck, dalle collezioni della Sabauda, che dialogherà con Ritratto del piccolo Subercaseaux, dipinto da Giovanni Boldini nel 1891, in prestito dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, per la prima volta a Torino.

www.museireali.beniculturali.it

Nuovi servizi e nuove reti a Ronco Canavese

INTERNET WEB“Nuovi servizi e nuove reti per i cittadini e le imprese” è il titolo dell’incontro che si tiene venerdì 16 settembre, alle ore 17, alla Casa digitale delle Valli Orco e Soana, in piazza del Municipio a Ronco Canavese. I lavori verranno introdotti da Danilo Crosasso, sindaco di Ronco Caanavese, dal presidente dell’Unione montana Valli Orco e Soana Marco Bonatto , dal vice presidente Uncem Piemonte Marco Bussone e da Silvio Varetto, presidente dell’Unione montana Gran Paradiso. I relatori sono entrambi di Csi Piemonte. Stefano Drago interverrà su “Il ruolo del Csi Piemonte ed in servizi on line a cittadini e imprese”, mentre Roberto Bellocchio illustrerà il “Progetto banda ultra larga e spid”.

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Porta Nuova si svela dopo i restauri e torna “tricolore” come alle origini nel 1865

porta nuova1porta nuova3Dopo anni di lavori si stanno finalmente rimuovendo le impalcature che coprono la facciata e i lati della stazione di Porta Nuova. Uno degli edifici simbolo di Torino, che nacque come tappa finale della linea Torino-Genova, inaugurata nel 1853. La costruzione fu realizzata tra il 1865 e il 1868 dopo l’unificazione nazionaleporta nuova2  dall’ingegnere Alessandro Mazzucchetti e dall’allievo Carlo Ceppi. Nel corso della  Seconda Guerra Mondiale fu centro di raccolta dei deportati ai campi di raccolta e concentramento e  venne colpita da due bombardamenti nel  1942 e nel 1943. Negli  anni più recenti la terza stazione per grandezza in Italia, è stata riqualificata da Grandi Stazioni, per porta nuova 4rendere un migliore servizio ai 70 milioni di viaggiatori che la frequentano annualmente. Sono 510 mila i metri quadrati  riqualificati, 15mila dedicati ai servizi, allo shopping e a bar e ristoranti (orario 8/21), 13mila di superfici restaurate tra facciate, marmi e controsoffitti. In questo periodo si stanno ultimando gli importanti interventi di restauro che interessano porticati,  facciate, illuminazione (a led) e coperture che restituiranno a Porta Nuova l’immagine originale del 1861, a partire  dal colore: rosso, grigio, bianco-avorio, con gli infissi verdi.

(foto MM / il Torinese)

 

Sui restauri ecco alcune delle opinioni dei lettori del Torinese postate sulla nostra pagina Facebook.

 

 

Alessandro Casigli

Alessandro Casigli ma nella hall centrale d’ingresso hanno almeno risistemato la parte di tinta che si stava staccando? … comunque a me piace, e molto!

 

Caterina Bonzi

Caterina Bonzi Un pezzo ! Chissà quanto dovremo aspettare per “LA STAZIONE2

 

Marco Scozzarella

Marco Scozzarella Ammazza quasi 10 anni per fare un pezzo di facciata…ma quanti ci dovevano mangiare!?

 

Gianluca Calderoni

Gianluca Calderoni Sono stati davvero veloci e poi cosa vuoi che sia costato solo di occupazione di suolo il ponteggio! Questa città cambia con una velocità incredibile, tanto che mi sento stordito….. O è il torpore? 🙄

 

Cinzia Alfe'

Cinzia Alfe’ Catapultati dritti dritti in un paesino del sud Tirolo. Eleganza sabauda addio

Giuseppina Costa

Giuseppina Costa Era anche ora che la finissero. Speriamo che tolgano l impalcatura presto….

 

Natascia Verdone

Natascia Verdone Sono solo 7 anni

 

Giovanna Mare

Giovanna Mare Tutto sto tempo per due mani di rosso e bianco

 

Cancedda Lalla

Cancedda Lalla E fu così che dopo quasi 10 anni, si vedono i risultati 😱😭😜

 

Parodi Franco

Parodi Franco tempi non sospetti?

 

Anna Maria Baiocco

Anna Maria Baiocco Che meraviglia

 

Alberto Franzin

Alberto Franzin dai scherzo ma per trovare lavoro bisogna essere mafiosi o lavorare in subappalto o esiste qualcosaltro , ladri

 

Gerardo Delponte

Gerardo Delponte Peccato che sta pagoda cinese dentro sembri un supermercato di periferia….

 

Roberto Paolillo

Roberto Paolillo Che bella

 

Franca Congiu

Franca Congiu Davvero ? Non ci credo!

 

Marinella Forte

Marinella Forte Rossa! Che bella!

 

Anna Rita Piras

Anna Rita Piras Ho visto il rendering: dovrebbe diventare fra le più belle stazioni d’Italia. Peccato per i tempi di realizzazione troppo lunghi e per i costi più che raddoppiati. In Italia le opere pubbliche dovrebbero essere sottoposte a costi e tempistiche molto più controllate e vincolanti.

 

Lucia Paratore

Lucia Paratore wwuuoooo che spettacolo lo vedrò presto ciao

 

Beatrice Boucly

Beatrice Boucly Era ora …Si po dire vergogna tutti questi anni x ristrutturare …e li mangia mangia x gli appalti..siamo in italia!

 

Daniela Mariglioni

Daniela Mariglioni bella!!! 😃😃😃

 

Franco Landi

Franco Landi C’è qualcuno che ha la possibilità di mostrarci il rendering: molti sono interessati a vederlo. Questo è un progetto coraggioso e temerario ed è bello che un gran numero di persone partecipino…

 

Jc Espinoza

Jc Espinoza Neanche en il terzo mondo ci mettono tanto a restaurare un stazioni comunque almeno si vede un pezzo finito 👍😎

 

Maria La Scala

Maria La Scala Hai ragione Anna

 

Antonietta Cassanelli

Antonietta Cassanelli Era ora

 

Charlie Vedelagentescema Brown

Charlie Vedelagentescema Brown ma che è sta cafonata???

 

Matilde Pozzo

Matilde Pozzo Abbiamo aspettato tanto. Speriamo in bene.

 

Alberto Franzin

Alberto Franzin in otto anni con calma la pittavo anchio ma se per avere un lavoro onesto bisogna erssee per forza di qualche cricca perche’ mi chiamano italiano???? EH ? perche’ allora ho diritto a la remunerazione non ricevuta o se divento un mafioso non mi possono proprio dire niente perche’ il lavoro no mi e’ stato offerto se non sotto “ricatto “

 

Alberto Franzin

Alberto Franzin 8 anni , l’aska c’ha messo 1 mese

Gianni Melli

Gianni Melli Beh hanno fatto in fretta

 

Marina Ghiano

Marina Ghiano Deve essere bellissima!

 

Mariacristina Frigero

Mariacristina Frigero Bellissima 

 

Angela Lo Giudice

Angela Lo Giudice AUDACEEE!!!

 

Elsa Gay
Elsa Gay Onoziata prima delle olimpiadi del 2006 
Ma è proprio tutta senza più transenne Nell.’interno durante tutti questi anno i negozi hanno avuto tempo di aprire e poi chiudere.speriamo bene!!

 

Maurizio Sanza

Maurizio Sanza bellissima

 

Angelo Liberatore

Angelo Liberatore Quasi 10 anni per una facciata….aspettiamo cittadini aspettiamo

 

Paolo Paolo

Paolo Paolo Ma ci avranno messo meno a fare le piramidi

 

Paolo D'angeli

Paolo D’angeli Un carretto siciliano.

 

Sergio Valle

Sergio Valle Bella!

 

Vona Nadia

Vona Nadia Davvero??????

 

Marouen Chebbi

Marouen Chebbi Seif Leader finalmente hhhhh

 

 
Mario Pinducciu

Mario Pinducciu Così sembra l’askatasuna ahahahaha

 

“SangonFest” al via dal 15 luglio

OSPITE D’ONORE MATTEO SALVINI

salvini giaveno

Anche quest’anno viene organizzata la “SangonFest”, festa della sezione Lega Nord di Giaveno ormai giunta alla sua quattordicesima edizione. Quest’anno si svolgerà il 15 – 16 – 17 Luglio. I promotori della Lega dicono che ” come ormai consuetudine sarà possibile gustare un’ottima cucina ed apprezzare l’intrattenimento musicale dal vivo. Sarà un’edizione particolarmente ricca di ospiti e di temi importanti da affrontare. Noi crediamo sia un’occasione importante per confrontarci con i cittadini e per spiegare le cose dal vero, senza filtri di sorta. Un’occasione per ascoltare con le proprie orecchie le proposte del nostro movimento che sta vivendo una nuova fase di crescita e sviluppo. Non mancheranno, come ovvio, numerosi interventi politici: siamo lieti di annunciare la presenza di Matteo Salvini nella serata di apertura di venerdì 15 alle ore 20.30. La presenza del segretario federale va a completare un già interessantissimo parterre di ospiti che vedono tra gli altri: On. Borghezio, On. Allasia, On. Simonetti, il segretario nazionale Molinari, il consigliere regionale Benvenuto ed inoltre il coordinamento del Movimento Giovani Padani con Gastaldi e Crippa rispettivamente coordinatore nazionale e federale, i quali aggiungeranno il punto di vista dei giovani alle nostre discussioni” Per i militanti della lega Nord e non solo, proseguono gli organizzatori “Sarà un’occasione per confrontarsi su temi di grande interesse. Continueremo il nostro percorso informativo sui temi più importanti di attualità: dal referendum costituzionale, il TTIP, immigrazione e molti altri. Sarà un’occasione anche per la sezione per confrontarsi su quanto fatto finora e raccogliere nuovi spunti e nuovi stimoli. Insomma un programma interessante e ricco che speriamo sia apprezzato da tutti gli avventori”.

(foto: il Torinese)

Quale futuro per il mercatino di Casale?

mercatino casaleQuale futuro attende il Mercatino dell’Antiquariato di Casale Monferrato , meta da sempre di tanti appassionati torinesi? La domanda è lecita perché il mercato antiquario più datato in Piemonte, essendo partito nel lontano 1974, e tra i più vecchi in Italia, cambia gestione. Monferrato Eventi srl in liquidazione, la società inhouse del Comune di Casale Monferrato, cessa il suo cammino a partire della fine di luglio e la palla tornerà all’amministrazione comunale, che è ne è la proprietaria. Ma, allo stato, non è ancora stato emesso alcun bando per l’assegnazione del nuovo gestore della manifestazione casalese e i tempi amministrativi, si sa, non sono certamente brevi. La domanda che molti degli espositori che nell’ultima edizione estiva (il Mercatino si svolge nell’ex foro boario del Mercato Pavia in piazza Castello, a un passo dal centro della città di Sant’Evasio, la seconda domenica di ogni mese ed il sabato che la precede) si sono rivolti è: che cosa succederà, chi verrà dopo lo staff organizzativo guidato da Beppe Balbi, memoria storica dell’evento, avendolo organizzato per decenni e quale sarà l’impostazione, la stessa che si è avuta sinora o verrà mutata, e come. Una cosa è certa: il Mercatino non cesserà di esistere, anzi, ma intanto l’edizione di agosto che lo scorso anno si era svolta, in via sperimentale, e aveva dato dei buoni risultati, nonostante la calura estiva ed periodo, per il 2016 non ci sarà. In attesa di sapere cosa riserva a pubblico ed espositori che arrivano ogni mese da tutto il Nord Italia, l’ultima targata Monferrato Eventi in liquidazione, nonostante il caldo, ha registrato un buon afflusso come sempre arricchita dalla splendida esposizione di ceramiche all’interno del Mercato Pavia. Tutte considerazioni che chi prenderà in mano la manifestazione dovrà tenere in debito conto

Massimo Iaretti