Di Manuela Savini
Vittoria meritata per Venezia che, tranne nel secondo quarto, ha sempre condotto la partita. Gli infortuni hanno segnato la gara della squadra torinese anche se i ragazzi hanno cercato fino all’ultimo di recuperare la partita.

Prosegue la marcia, ormai in solitaria, di Milano che vola a quota 40 punti, mentre continua lo scontro per il secondo posto in classifica tra Avellino e Venezia (30 punti ciascuna). Battuta d’arresto, invece, per Capo d’Orlando che ha perso fuori casa contro Caserta. Tutte le dirette concorrenti di Fiat Torino perdono, ma dal fondo della classifica continuano a vincere Cantù e Varese che si portano, rispettivamente, a quota 20 e 18 punti.Sin dalla prossima giornata contro Cantù, Fiat Torino non deve abbassare la guardia se vuole mantenere la posizione nella parte medio alta della classifica.
Prossimo incontro in casa, domenica 26 marzo alle ore 18.15, per la sfida Fiat Torino vs Red October Cantù
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CLASSIFICA (23a giornata): Milano 40; Avellino e Venezia 30; Capo d’Orlando 28; Trentino 26; Sassari, Reggio Emilia 24; Brindisi, Torino 22; Brescia, Pistoia, Cantù 20; Caserta, Varese 18; Pesaro 14; Cremona 12.

Il coach Vitucci ha provato a compiere il miracolo contro una forte e determinata Venezia viste le assenze pre-gara di Dj White, ancora preso per problemi alla schiena, di Valerio Mazzola, infortunatosi ad una caviglia durante gli allenamenti di venerdì e con Gino Cuccarolo non al massimo della condizione. La sfortuna è, però, calata su Torino dato che a partire dal terzo quarto gli infortuni sono aumentati ed hanno causato, prima, l’uscita di Chris Wright per uno stiramento al polpaccio, poi, quella di Jamil Wilson per la terza slogatura alla caviglia destra ed, infine, quella di Deron Washington per crampi a seguito di una caduta a terra.Ciò nonostante, in un clima di comprensibile scoramento, i ragazzi del coach Vitucci hanno cercato fino alla fine di stare in gara dimostrando quella determinazione e quell’attaccamento alla maglia che, invece, è mancata in altre occasioni come a Cremona.Fiat Torino, scesa sul parquet del Taliercio con un quintetto inedito composto da Wilson, Harvey, Wright, Alibegovic e Washington, è partita bene portandosi avanti di due punti, ma dopo poco Venezia ha imposto il suo gioco e poco è valsa la scelta di Vitucci di fare entrare Poeta e Okeke per tamponare il brutto momento. Venezia ha chiuso il primo quarto con un ampio vantaggio (25-9). Nonostante il match sia sembrato volare via, nel secondo quarto Fiat Torino ha reagito facendo quasi pensare ad un epilogo di gara diverso da quello che invece è stato. L’ingresso di Cuccarolo ha consentito a Fiat di migliorare le percentuali al tiro e di portarsi a ridosso di Venezia prima dell’intervallo (36-35).Nel terzo quarto la reazione orgogliosa di Fiat Torino non ha retto alla sfortuna che ha visto la squadra perdere Wright, Wilson e Washington per infortuni, senza comunque nulla togliere alla prestazione di Venezia che è tornata a giocare come nella prima frazione di gioco. Il terzo quarto si è chiuso con un nuovo forte vantaggio di Venezia su Torino (71-47). Nell’ultimo quarto Torino è tornata ad essere grintosa ed ha provato a compiere il miracolo, ma il cuore non è bastato a compensare una panchina evidentemente troppo corta. A pochi minuti dalla fine, pur avendo prima ridotto a dieci punti lo svantaggio, la partita si è chiusa sul punteggio di 89-70 per Venezia.

Sconfitta a parte, si prevede una settimana difficile per il coach Vitucci che dovrà verificare la situazione della lunga infermeria: notizie positive arrivano per Valerio Mazzola, cui è stata fatta una risonanza magnetica che parrebbe escludere lesioni legamentose od ossee per cui il giocatore potrebbe essere già a disposizione per iniziare la rieducazione funzionale della caviglia; Jamil Wilson è in fase di monitoraggio anche se, da domenica, si registrano continui miglioramenti quotidiani; mentre a Chris Wright è stata diagnosticata una distrazione di 2° grado al muscolo gemello-mediale della gamba destra che al momento vede in forse il suo rientro; a Deron Washington l’ecografia ha evidenziato la lesione muscolare di 1° grado dell’adduttore breve e starà fermo fino al prossimo controllo ecografico, previsto tra una decina di giorni; Gino Cuccarolo prosegue l’attivazione dinamica per recuperare dall’infiammazione dell’adduttore lungo; infine, DJ White continua nelle terapie di recupero per il suo problema alla schiena.E’ ufficiale, invece, l’ingresso in squadra del centro statunitense, Ryan Hollins, alto 2 metri e 13 centimetri per 104 Kg di peso. Trentaduenne nativo di Pasadena, Hollins ha al proprio attivo 526 partite in NBA (di cui 490 in regular season e 36 nei playoff) e con una media punti di 3.7, per un impiego medio di 11.7 minuti a match. Nel 2006/2007 ha esordito in NBA con Charlotte e, poi, ha giocato a Dallas, Minnesota, Cleveland, Boston e L.A. Clippers; nel 2014/2015 si è spostato nel Sacramento, quindi a Washington ed a Memphis. Prima di Fiat Torino, nella stagione 2016/2017 Hollins ha giocato in Europa con l’Herbalife Gran Canaria.
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Queste le formazioni:
FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Vitale 23; All. Vitucci.
VENEZIA: Haynes 4, Ejim 13, Peric 17, Stone 7, Bramos 10, Visconti, Battiston, Filloy 2, Ress 2, Ortner 8, Viggiano 10, McGee 16; all. De Raffaele
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Queste le dichiarazioni a fine partita:
Coach Vitucci: “Eravamo già in emergenza all’inizio del match e nel corso dello stesso siamo stati presi da un logico scoramento vedendo i nostri giocatori cadere come mosche uno dopo l’altro. In ogni caso male nel primo quarto anche perchè il primo quintetto era sicuramente inedito. Cuccarolo non era al meglio e non l’ho schierato subito. Bene nel secondo con una grande reazione che ci ha portati nuovamente in partita. Nel terzo Venezia è ripartita forte ma noi abbiamo dovuto rinunciare a Wright per uno stiramento al polpaccio, poi a Wilson che si è fatto male alla caviglia destra dopo due problemi accusati all’altra, Washington ha avuto i crampi dopo una ricaduta a terra. Dall’altra parte avevamo Venezia, formazione forte che ha vinto con merito. Anche nell’ultimo quarto siamo riusciti a risalire a -10 e questo è quanto mi è piaciuto di più. Ora cerchiamo di recuperare la difficile situazione infortunati e pensiamo alle prossime partite. Se conto i sani sono pochi, ovvero Okeke, Parente, Alibegovic, Poeta”.
Coach De Raffaele: “Intanto una vittoria importante per la striscia e meritata, nonostante si sia fatto rientrare troppe volte Torino. Per vincere in Turchia occorreranno maggior concentrazione e consistenza. Nel match di questa sera siamo stati bravi a giocare contro la zona. Nella parte finale un po’ troppa rilassatezza da togliere per il futuro.”.
Foto: Fiat Torino Auxilium


Medaglie d’oro anche per Sara Carli e Raffaele Zich

stia pensando a qualcuno che prenda il posto di White fino al suo rientro. Di fronte ad un Palruffini come al solito gremito di tifosi, il coach Vitucci ha schierato in campo Wilson, Harvey, Mazzola, Washington e Wright, mentre Trento si è presentata con Marble, Hogue, Gomes, Baldi Rossi e Craft. Nel primo quarto Torino non è partita benissimo, ma grazie alle triple messe a segno da Wilson e Harvey, ha chiuso il tempo con sei punti di vantaggio su Trento (22-16). Come era prevedibile, nel secondo quarto, dopo una partenza decisa di Fiat Torino, Trento non è stata più a guardare ed ha reagito riducendo le distanze a quattro punti (41-37), realizzando un parziale a favore di 21 punti contro i 19 di Torino. Nella prima frazione di gara, Torino ha meritato il vantaggio avendo giocato in maniera più equilibrata sia in attacco che in difesa. Solo Alibegovic è sembrato un po’ sotto tono. Dopo l’intervallo Torino è sceso in campo con Wilson, Mazzola, Washington, Wright e Harvey ed ha saputo gestire il vantaggio con una difesa solida e ben organizzata, realizzando 15 punti nel terzo quarto. Trento, invece, pur avendo giocato meglio della prima frazione di gara, non è riuscita ad andare oltre i 13 punti. Al termine del terzo quarto i padroni di casa hanno chiuso in vantaggio (56-50). Nell’ultimo e decisivo quarto, il coach Buscaglia ha provato a fare reagire i suoi ragazzi, ma Torino ha saputo tenere a bada la maggiore fisicità degli avversari, infrangendo una delle difese più solide del campionato. Uomo simbolo per Fiat Torino in questo quarto è stato il giovane Cuccarolo che dopo aver esordito domenica scorsa fuori casa, anche in questa occasione ha saputo dimostrare il proprio valore. Torino ha vinto (76-67) realizzando un parziale di venti punti (contro i diciassette degli avversari) ed ha fermato il cammino di Trento, riaprendo di fatto la corsa per i play off.
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Juve ai quarti senza problemi, ci pensa Dybala su rigore… stavolta senza polemiche!
di tanto il portierone dei lusitani. Il Porto prova a reagire, giusto per dare un senso al difficile tentativo di rimonta, ma le azioni si limitano a lunghi periodi di possesso palla senza mai affondare in maniera seria verso Buffon. Si va avanti così per tutto il primo tempo, con il Porto che tiene di più la palla e la Juve che però, quando attacca, dà sempre l’impressione di poter far male.

Nota di colore da sottolineare in un calcio troppo spesso pieno di veleni è la festa finale tra le due tifoserie che si applaudono reciprocamente, si abbracciano e si scambiano le sciarpe in un clima di amichevole complicità che suggella il legame tra due le squadre contro le rivali Benfica e Torino, da sempre unite e gemellate nel loro destino.
La Lazio ha vinto sul Toro per 3-1 nel posticipo della 28/a giornata di serie A.

formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).
numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B.
Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con
una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.
elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.
La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.
E’ sempre un piacere incontrare un sorriso, ed un sorriso timido ma sincero è qualcosa di più. Valerio Mazzola si presenta come un ragazzone forte e deciso, ma nei suoi occhi si illuminano sprazzi di una intelligenza di qualità differente dal comune corroborata da un’attenzione al mondo non comune.
Su Premium Sport il tecnico rossonero Vincenzo Montella si scusa per le intemperanze dei milanisti nel fine partita: