Nuova stagione alle porte per l’Ice Club Torino asd, diretto da Claudia Masoero
I pattinatori del club torinese affilano le lame e si preparano all’esordio nelle prime gare della nuova stagione sul ghiaccio che si presenta ricca di appuntamenti e di emozioni e che culminerà con le Olimpiadi invernali in Corea.Il 24 settembre a Minsk esordirà, nel prestigioso circuito di Grand Prix junior la talentuosa Lucrezia Beccari, 13 anni, allenata e coreografata da Edoardo De Bernardis, che presenterà un programma corto sulle musiche di Alien e su un brano dei Chemical Brothers e un intenso e commovente omaggio alle vittime dell’Olocausto nel programma lungo sulle musiche di Schindler’s List. L’11 ottobre sarà, invece, il turno della due volte campionessa italiana nella categoria senior, la torinese Giada Russo, allenata da Claudia Masoero ed Edoardo De Bernardis, che scenderà sul ghiaccio di Nizza nell’appuntamento internazionale della Coupe de Nice. Giada Russo, che ha svolto la preparazione estiva con Claudia Masoero e con Joanna Sczypa, allenatrice olimpionica a Vancouver 2010, pattinera’ un programma corto, coreografato da Edoardo De Bernardis, sulla
colonna sonora di Eyes Wide Shut di Kubrik. “Per il programma corto di Giada – ha affermato De Bernardis – ho voluto scegliere una musica forte, intrigante, con un’atmosfera sensuale e, allo stesso tempo, tenebrosa. Per il lungo ho optato per le musiche di un film che ho amato molto, “Parla con lei” di Pedro Almodovar, ma ho deciso di affidare la coreografia ad Andrea Vaturi perché ho voluto che Giada lavorare con altri professionisti per avere nuovi input”. Seguiranno gli esordi di altri atleti in tutte le categorie e nuove sfide per Russo e Beccari. L’Ice Club Torino asd, uno dei club di pattinaggio artistico più importanti d’Italia, si conferma come una scuola di grandi talenti e inaugura i nuovi corsi della stagione 2017-2018, aprendo le porte a grandi e piccoli e consentendo a tutti di prenotare una lezione di prova. L’Ice Club ha, inoltre, organizzato per il 23 settembre un open day sui pattini, presso il Pala Tazzoli di Torino, appuntamento aperto a tutti gli appassionati che vogliono avvicinarsi al mondo del pattinaggio artistico.
Barbara Castellaro
Si è conclusa a Bruges la prima parte dei Campionati Europei di nuoto per salvamento, quella dedicata alle gare in vasca
Nel 2019 tornano sotto la Mole, dopo il successo dell’edizione 2013, gli European Master Games, le Olimpiadi degli over 35
Si può leggere un libro al ritmo frenetico di una corsa ai tempi del ciclismo eroico, dove la fatica si misurava su strade polverose e sterrate?
aggiunsero il Mondiale nel ’30 e nel ’32, il Giro di Lombardia (4volte), la Milano-Sanremo (2) e il Giro del Piemonte (2). Binda, nel mondo faticoso e bello dei “forzati della strada”, si trovò a rivaleggiare con un mostro sacro come Costante Girardengo. Come scrive Rosso, la parte più rilevante della carriera di Binda “si compie in un Paese ormai soffocato dalla miope grandeur della dittatura”; e sarà proprio il regime, insoddisfatto di quel campione troppo tiepido dal punto di vista politico, a
contrapporgli un asso dalla maglia nera e il cognome tristemente profetico: Learco Guerra. Unico tra tutti gli sport, il ciclismo vanta un rapporto del tutto particolare con il suo pubblico, con quelli che lo amano e lo seguono sulle strade in ogni stagione, sfidando intemperie e rovesci. Pier Paolo Pasolini diceva che “il ciclismo è lo sport più popolare perché non si paga il biglietto” ma forse lo è anche perché
carriere – il fascino del ciclismo resta lo stesso e non tramonta. Edoardo Rosso fa divorare le pagine di “Binda l’ Invincibile” come fossero tappe di una corsa epica, racconta Alfredo Binda mescolando dati e fotogrammi della vita del campione che dava battaglia spingendo sui pedali con forza, agilità e un’idea innovativa delle strategie di gara e della preparazione atletica che l’ha – a buon merito –posto tra gli innovatori di questo sport negli anni ruggenti. Alfredo Binda è morto, ottantaquattrenne, nel 1986. Riposa ora nel cimitero di Cittiglio e sulla tomba campeggia una bella foto in maglia iridata.







del ciclismo eroico. Tutti conoscono il grande Fausto Coppi e la tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia 1949, in cui rilegò ad oltre 12 minuti di ritardo grandi corridori come Gino Bartali ed Alfredo Martini, ma queste terre hanno anche dato i natali a corridori come Giovanni Valetti (vincitore del Giro d’Italia nel 1938 e nel 1939) e Francesco Camusso (vincitore del Giro del 1931 e di numerose tappe al Tour de France) e ad altri corridori come i fratelli Bartolomeo e Pietro Aimo e Luigi Barral. Tutti questi grandi corridori del passato verranno come da tradizione onorati mediane l’intitolazione dei numerosi premi che verranno assegnati nell’ambito della manifestazione. La Classica di Pinerolo si svolgerà Domenica 17 Settembre, ma già nel giorno precedente (Sabato 16 Settembre) è previsto un prologo molto particolare. Gli iscritti sempre dotati di biciclette d’epoca, avranno infatti la possibilità di misurarsi in una prova di regolarità a cronometro denominata “Crono Senza Tempo” che porterà i partecipanti a confrontarsi lungo i viali sterrati del centro città, dove un tempo avvenivano il passaggio e gli arrivi dei corridori nelle corse ciclistiche dagli anni ’30 agli anni ’50.



realizzare poco, e anche se fosse quello di aver vinto una gara o un torneo allenandosi da soli…senza coloro che organizzano gare e tornei anche il campione non saprebbe né dove né con chi né quando gareggiare, e quindi… .Lo sport è una comunione di intenti talvolta opposti che sinergicamente si combinano spingendo vettorialmente in una sola direzione. Quando le direzioni sono più di una l’evento si complica e di solito fallisce. Chi vuole vincere, chi vuole guadagnare, chi vuole avere visibilità, chi vuole vedere uno spettacolo, …, sono vari aspetti apparentemente slegati, ma la mente “superiore” che coordinerà qualsiasi momento sportivo dovrà tenerne conto in simultanea, affinché tutto accada nel modo giusto per tutti o, almeno, quasi tutti… .
guardiamo i giocatori impegnati in una partita di calcio o basket, quando osserviamo una gara ciclistica o di canottaggio, un gruppo di gente che nuota-pedala-corre… e tanti e tanti altri ancora, date un sorriso a loro, ci mancherebbe altro, ma rivolgete anche un pensiero a tutti coloro che, da dietro le quinte oscure e nell’ombra talvolta totale, permettono a tutti gli atleti di svolgere attività sportiva.E, a dirla tutta, questo consiglio è diretto anche a tutti gli atleti che è proprio solo grazie alle tante persone “oscure” che hanno più o meno coscientemente incrociato nella loro carriera che possono sperare di raggiungere se non proprio “fama e gloria”, almeno le proprie soddisfazioni personali e perché no, qualche volta anche economiche. L’arte di riconoscere le abilità altrui richiede uno sforzo di una qualità ormai quasi dimenticata: l’umiltà. Ma anche dove non arrivasse tale qualità, proprio dallo sport dovrebbe rinascere quella cosa chiamata “educazione sportiva” che tanto serviva e serve nella competizione quanto, come scuola di vita, servirebbe nella quotidianità di tutti i giorni.