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Tre arcieri piemontesi convocati per i mondiali indoor

CAMPIONATO REGIONALE INDOOR

Con gli occhi puntati sui Campionati Italiani Indoor, in programma sabato 24 e domenica 25 febbraio a Rimini, si svolgerà domani e domenica a Cantalupa il Campionato Regionale Indoor, organizzato dalla società Arcieri del Chisone in collaborazione con il Comitato Regionale FITARCO Piemonte. Saranno circa 350 gli arcieri in gara, suddivisi delle tre divisioni olimpico, compound e arco nudo e in rappresentanza di 29 società piemontesi. Da segnalare la presenza di Tatiana Andreoli e Aiko Rolando (Iuvenilia), convocate in nazionale per i Mondiali Indoor in programma a Yankton (Stati Uniti) a partire dal 15 febbraio; ci sarà anche Alex Boggiatto (Ar.Co. Arcieri Collegno), convocato come riserva a casa per la stessa manifestazione iridata. Presente Roberto Airoldi (Arcieri Cameri), arciere azzurro della nazionale paralimpica, bronzo ai recenti Campionati Italiani Indoor Para-Archery. In gara gli azzurri torinesi Marco Morello e Luca Melotto (Iuvenilia/Aeronautica Militare), che potranno prendere parte alle qualifiche e alla prova a squadre con la maglia della Iuvenilia ma saranno esclusi dagli scontri diretti individuali poiché tesserati anche per l’Aeronautica. In campo, infine, anche gli altri azzurri Lucilla Boari (Arcieri Gonzaga) e David Pasqualucci (Arcieri Diana/Aeronautica Militare), fuori classifica in quanto tesserati per società non piemontesi.
 
 
 
COPPA DEL MONDO INDOOR, Matteo Fissore a Las Vegas per le finali


Primo nella classifica generale di Coppa del Mondo Indoor dopo le prime tre tappe, Matteo Fissore si appresta a disputare la quarta e ultima prova, in programma a Las Vegas tra oggi e domani. In giornata sono previste le prime 30 frecce di qualifica; domani le qualifiche si completeranno con le altre 30 frecce, quindi i migliori 16 della classifica generale – considerando cioè anche i punteggi delle prime tre tappe – si giocheranno la vittoria di Coppa con gli scontri diretti dagli ottavi alle finali. Sono 67 gli iscritti alla prova finale di Coppa del Mondo nella divisione arco olimpico e tra questi c’è proprio Matteo Fissore, classe 1986, originario di Fossano e attualmente tesserato per l’ANPS – Associazione Nazionale Polizia di Stato. In stagione Matteo ha vinto la prima tappa di Coppa del Mondo Indoor, disputata a Marrakesh a novembre e ha conquistato l’argento nella seconda, a inizio dicembre a Bangkok. Nella terza prova di Nimes non si è qualificato per gli scontri diretti, raccogliendo comunque qualche punto utile per rimanere in testa alla classifica generale di Coppa. Ha 101 punti e precede l’olandese Steve Wijler e lo statunitense Brady Ellison rispettivamente di 1 e 16 lunghezze.

I link utili per seguire l’evento a questo link
 
 
MONDIALI INDOOR, 3 arcieri piemontesi convocati in nazionale


Il più importante evento agonistico indoor del 2018 è il Mondiale, in programma a Yankton (USA) a partire dal 15 febbraio. Il Responsabile Tecnico Wietse Van Alten ha diramato ieri le convocazioni – 18 atleti in tutto, divisi tra arco olimpico e compound e tra le classi Senior e Junior – e ben 3 arcieri piemontesi vestiranno la maglia azzurra. Nell’olimpico Junior l’Italia schiera Tatiana Andreoli e Aiko Rolando, classe 1999 e 2002, entrambe tesserate per l’Arcieri Iuvenilia. Nel compound senior ci sarà invece Irene Franchini, atleta emiliana tesserata per le Fiamme Azzurre e per gli Arcieri delle Alpi. Da segnalare anche la convocazione di Alex Boggiatto (Ar.Co. Arcieri Collegno) come riserva a casa nel compound Junior.

Il grande basket visto dalla curva: Fiat Torino – Zenit San Pietroburgo

Sembra aprirsi uno spiraglio di luce in questo lungo tunnel oscuro che ha ammantato il mondo del basket torinese dopo la partita con lo Zenit.

Una partita persa, quindi, in teoria (e anche in pratica), non è sicuramente una nota così positiva, ma i segnali di risveglio sembrano essere buoni, e potremmo paragonarlo a quando dopo un’influenza con la febbre a 40° avere solo il raffreddore possa essere sintomo di miglioramento, ma non di piena salute. E così pare essere per la FIAT Torino, e dopo la febbre può cominciare la convalescenza.

E così   anche sugli spalti, dove nonostante il poco pubblico, chi c’era “è” un “vero febbrile” tifoso di Torino, chi critico chi ottimista ma comunque pronto a “patire” con la squadra le sensazioni di una serata che si spera possa essere di rinascita. “Finalmente una Torino che lotta, perde contro una squadra forte, ma lotta. La passione, la grinta e la voglia del coach si vedono eccome. I giocatori lo seguono e finalmente si sono tornate a vedere le ginocchia sbucciate per recuperare palloni a terra. Speriamo sia l’inizio della risalita!!!” . Questo è il commento di Simone dei Rude Boys che, tra l’altro, sottolinea ed ha una ragione assoluta, che l’allenatore del basket è il Coach e non il Mister, come nel calcio, e solo il basket ha il Coach ed è sempre stato un piacere per chi allena sentirsi chiamato così e credo che il nostro nuovo Coach Paolo Galbiati, e anche il suo co-head coach Stefano Comazzi (l’unico da sempre con Torino!) se lo meriti, anche solo per il coraggio dimostrato per prendere al volo un’occasione unica, ma comunque molto impegnativa. Da tutta la curva e non solo la sua volontà di fare da “collante” tra i giocatori, da sprone per ciascuno di loro è stata platealmente visibile ed apprezzata. Le emozioni vissute hanno fatto “sperare” nel miracolo sportivo dei primi due quarti dove la Fiat Torino ha rasentato la perfezione tattica, ma, come altre volte anche con squadre meno preparate dello Zenit, il terzo quarto ha presentato “il conto”, e la rimonta russa ha purtroppo avuto corso, e nel finale la stanchezza propria e la fisicità degli avversari hanno avuto la meglio anche se il risultato non è proprio giusto in termini di punteggio. Sicuramente la nostra squadra dovrà rivedere qualcosa in termini di preparazione fisica: visto che molti indizi danno una prova, l’arrivo sempre con difficoltà a fine partita deve essere un segnale di attenzione in previsione della fine dell’anno con tante partite che saranno “tirate” fino all’ultimo. “Sembra quasi di essere tornati ad inizio anno, anche se abbiamo perso un po’ il sorriso generale della squadra”, il commento da Francesco via mail che ha visto la partita dall’alto del Palaruffini, ed è chiaro che non sarà semplice ripristinare l’entusiasmo generale di poco tempo fa. Però dovrebbe essere chiara una cosa per tutti: gli errori sono commessi da chiunque e le colpe è raro che siano da un lato solo, ma rivangare sempre il passato non conduce altro che alla nostalgia e non porta alcun beneficio. Tutti coloro che si ritengono tifosi di questa squadra difficilmente dimenticheranno quanto successo, ma passare oltre è un dovere per continuare a sperare in un grande basket di livello altissimo nella nostra città. “La dirigenza ha fatto sicuramente qualche errore, così come i giocatori e anche gli allenatori, ma bisogna andare oltre: noi siamo qua per la maglia gialloblu, e non molleremo fino alla fine”; queste sono le parole di Giovanni poco prima della partita e i fatti hanno corrisposto agli intenti. E i tifosi di Torino hanno dimostrato un attaccamento alla maglia che poche altre squadre avrebbero incontrato in situazioni simili. E i giocatori sembrano rispondere. Ora, di giocatori, ne arriveranno altri due nuovi (e credo che meriterebbero di essere accolti con fiducia per sentirsi a “casa” e non sotto esame) e cambiamenti ce ne saranno anche in campo, ma è anche il bello della vita dove le novità creano sempre interessanti emozioni. A Torino ne abbiamo già “viste” tante in questi anni, e crediamo che se solo un po’ di buona sorte e una saggia condotta da adesso in avanti di tutto il “campo” e “fuori campo” ci accompagneranno, il finale di questa stagione potrà essere migliore di quanto oggi si pensi.

Paolo Michieletto

Allegri: “Contento per le 200 panchine in bianconero”

Massimiliano Allegri dice di essere “contento delle 200 panchine con la Juve, speriamo di farne ancora tantissime; dipende dai risultati. Devo dire grazie ai risultati che i ragazzi mi hanno regalato in questi tre anni e mezzo, al lavoro fatto con la società. I risultati ci sono stati, ora bisogna continuare e  dobbiamo vincere una partita difficile e importante, per  prendere i 3 punti con la Fiorentina e restare sulla scia del Napoli”.

 

(foto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Giada Russo in Corea con la spedizione olimpica degli azzurri

Giada Russo, pattinatrice artistica dell’Ice Club Torino Asd, è partita ieri per PyeongChang (Corea) dove parteciperà ai suoi primi Giochi Olimpici. L’atleta azzurra, allenata da Claudia Masoero e da Edoardo De Bernardis, scenderà sul ghiaccio mercoledì 21 febbraio nel programma corto e venerdì 23 febbraio nel programma lungo, rappresentando l’Italia insieme a Carolina Kostner. La pattinatrice torinese, 20 anni, campionessa italiana nel 2015 e 2016, medaglia d’argento alle spalle della Kostner ai Campionati di Milano 2018, è pronta e determinata a farsi valere nella sua prima esperienza olimpica. “E’ un grande onore rappresentare l’Italia davanti a tutto il mondo nella competizione più importante della mia carriera e ne avverto anche tutta la responsabilità”, ha dichiarato Giada Russo. I programmi di gara che presenterà alle Olimpiadi sono stati preparati e coreografati da Edoardo De Bernardis e Andrea Vaturi. Nel corto Giada Russo pattinerà sulle note della colonna sonora del film di Stanley Kubrick “Eyes Wide Shut”, mentre nel lungo, volteggerà sul ghiaccio sulle musiche di un film di Pedro Almodovar “Parla con lei”. A noi non resta che augurare a Giada Russo un grande “in bocca al lupo”!

 

M.Tr.

Torino, non c’è pace per il basket

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto

Anche Carlo Recalcati ha dato le dimissioni. In tre settimane si è consumata la sua esperienza. E allora perché accettare di sostituire Luca Banchi? Misteri del parquet. Eppure il nostro Chiarli ha avuto e ha dato molto al basket italiano. Nelle sue innumerevoli imprese é riusciuto a far giocare  la squadra e contenere la formica atomica, il mitico Pozzecco. Impresa non da poco. Eppure anche lui non ci è riiscito nell’ impresa di rilanciare Pms.Gia forse non tutti sanno che Auxilium non c’entra nulla con la squadra che gioca al palasport Ruffini, Pms che dieci anni fa comincia la sua corsa da Moncalieri per arrivare in seria A. E i dirigenti che hanno l’indubbio merito di aver riportato ai fasti passati il basket torinese riempiendo gli spalti di appassionati e tifosi. Dirigenti che hanno un altro merito, si ” mangiano ” un allenatore ogni 6 mesi. E nelle dimissioni di Recalcati Luca Banchi trova una ulteriore conferma nel voler alzare i tacchi. Situazione ingestibile, Chiarli non era più lui. Fiacco sia negli allenamenti sia nella gestione della panchina. Rusultato finale: una serie di sconfitte.Diciamolo in altri modi, non sufficientemente motivato. E allora ripetiamo la domanda: perché imbarcarsi in quest avventura? Forse la “mancanza dell’odore del parquet”, l’adrenalina delle scelte dei cambi. Insomma il governo di una squadra, una squadra fatta da campioni. Vero, come si dice, panchina corta ed infortuni hanno complicato. Ma si aspettavano i rinforzi.Non sembrava tutto compromesso…e forse tutto non é compromesso. Il campionato é ancora lungo.Ma mi sa che il problema non è solo la prima squadra. Mi senbra che sia la società che va a tentoni, senza un progetto – come si diceva una volta –  di lungo respiro. Cambiano allenatori come i giocatori con troppa frequenza. Sintomo di instabilità. Qualcosa che  fa acqua da tutte le parti .E ora i tifosi si stanno trasformando in nemici della società. Le vittorie sportive unificano. Le sconfitte disgregano. La promozione del vice allenatore , scelta interna, ha l’indubbio pregio di risparmiare non aggiungendo costi. E tutto passa dai futuri risultati delle partite.Almeno per ora. Poi la differenza, sia in positivo che in negativo, dipenderà dalle capacità di gestione societaria. Vi assicuro che non desidero essere un uccello del malaugurio.Come tutti i torinesi sono contento se una squadra di Torino si afferma e viene conosciuta in tutta Europa. Purtroppo continuo ad essere pessimista sperando però che la realtà mi dia torto.

Juve straripante, 7-0 al Sassuolo!

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di Claudio Benedetto

Poco da dire, poco da aggiungere: Juventus batte Sassuolo 7 a 0! La Juve, già parsa in gran forma contro l’Atalanta in Coppa Italia, si prepara al periodo decisivo della stagione, la Champion’s si avvicina e non si può proprio sbagliare. Higuain, finalmente in palla, segna tre gol e si porta a casa il pallone, la difesa sembra tornata impenetrabile e soprattutto il gioco ritrova quella fluidità che, aldilà dei positivi risultati, era andata un po’ smarrita negli ultimi tempi… quindi tutto bene, tutto perfetto! Più o meno!Purtroppo c’è da fare i conti con qualche acciacco di troppo. Barzagli si ferma durante il riscaldamento, Rugani viene sostituito a cavallo dell’intervallo ma in particolare preoccupa Matuidi, vero perno del modulo di Allegri, costretto ad uscire e con molte probabilità non utilizzabile per la partita di andata con il Tottenham. Se in più si considera le pesanti assenze pesanti di Dybala, Douglas Costa e Cuadrado la situazione, pur non grave, comincia ad essere un po’ al limite.Per la cronaca chiudo ricordando i gol, oltre alle tre marcature del Pipita, la doppietta di Khedira e i gol di Alex Sandro e Pjanic, con una gran botta da fuori area.

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Di seguito il tabellino dell’incontro:

JUVENTUS (4-3-3): Buffon; De Sciglio, Rugani (46’ Benatia), Chiellini, Alex Sandro; Khedira (46’ Sturaro), Pjanic, Matuidi (26’ Marchisio); Bernardeschi, Higuain, Mandzukic. All. Allegri

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Lemos, Acerbi, Peluso; Missiroli, Magnanelli, Duncan; Berardi (59’ Matri), Babacar (81’ Ragusa), Politano (64’Biondini).   All. Iachini

Marcatori: 9’ Alex Sandro, 25’ e 27’ Khedira, 38’ Pjanic, 63’, 74’ e 83’  Higuain

Arbitro: Giacomelli di Trieste

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Campionati Italiani Indoor Para-Archery, medaglia d’oro per Elisabetta Mijno. Bronzo per Roberto Airoldi


Foto Augusto Bizzi

Titolo tricolore assoluto, oro di classe e record del mondo sulle 60 frecce (in attesa di omologazione). Elisabetta Mijno è grande protagonista ai Campionati Italiani Indoor Para-Archery, disputati tra ieri e oggi a Palermo. La 32enne arciera torinese tesserata per le Fiamme Azzurre si è laureata campionessa italiana nell’arco olimpico superando 6-0 in finale la calabrese Vincenza Petrilli (Aida). Con analogo punteggio aveva superato nella semifinale di ieri la giovane modenese Francesca Morselli (Arcieri Aquila Bianca), oggi battuta nella finale per il bronzo da Kimberly Scudera (Arco Club Gela). Sempre ieri, al termine delle qualifiche, Elisabetta aveva conquistato il titolo di classe (Senior) con 569 punti, score che rappresenta il nuovo record mondiale sulle 60 frecce, sebbene non ancora convalidato.

 

“Nell’ultimo periodo mi sto allenando bene e sto tirando altrettanto bene” spiega l’azzurra torinese, plurimedagliata a Olimpiadi, Mondiali ed Europei, “ho cambiato qualcosa a livello tecnico e di materiali e ho disputato la mia miglior stagione indoor degli ultimi anni”. In preparazione ai Tricolori appena conclusi, Elisabetta ha preso parte a diverse gare; dopo le prime due andate “così così”, il 6 gennaio a Cameri ha stabilito il proprio record personale sulle 60 frecce, ma il punteggio di 571 non è stato omologato come primato mondiale poiché fatto registrare in una gara interregionale e non nazionale. Ha quindi partecipato ad altre due competizioni, sfiorando il record personale nella prima (568), e oggi ha messo in bacheca l’ennesimo titolo italiano.

 

Dopo la laurea in medicina e l’inizio della specializzazione di ortopedia a Parma, Elisabetta Mijno è tornata a Torino per completare i suoi studi. Lavora a tempo pieno al CTO di Torino e dopo la giornata in ospedale sfrutta gran parte del tempo libero per allenarsi. Nel 2017 ha vinto il titolo mondiale mixed team insieme a Stefano Travisani e il bronzo iridato a squadre con Annalisa Rosada e Veronica Floreno. Da ricordare, inoltre, che nel 2016 aveva conquistato a Rio la seconda medaglia olimpica personale dopo l’argento di Londra 2012, cioè il bronzo nel mixed team in coppia con l’altro piemontese Roberto Airoldi, portacolori degli Arcieri Cameri.

 

Ai Campionati Italiani Indoor Para-Archery ha vinto una medaglia proprio Roberto Airoldi, bronzo nell’arco olimpico grazie alla vittoria nella finale per il terzo posto contro il padrone di casa Giuseppe Arcieri (Dyamond Archery Palermo). L’azzurro si è imposto allo shoot off (6-5/10-9) e ha completato il podio alle spalle di Fabio Tomasulo (Gruppo Sportivo Paralimpico della difesa) e Stefano Travisani (Fiamme Azzurre). In precedenza Roberto Airoldi aveva perso in semifinale contro lo stesso Travisani, dopo aver battuto agli ottavi e ai quarti Cataldo Torella e Maurizio Mancini (ASCIP).

 

Il 2018 di gare nazionali proseguirà con i Campionati Italiani Indoor, in programma il 24 e 25 febbraio a Rimini, cui Elisabetta Mijno parteciperà. Il 26 e 27 maggio a Cologno Monzese si terranno invece i Campionati Italiani Targa Para-Archery. Per quanto riguarda il calendario internazionale la nazionale paralimpica sarà impegnata nell’European Cup e ai Campionati Europei, dall’11 al 19 agosto a Pilsen (Repubblica Ceca).

“JUST THE WOMAN I AM”, UISP PARTECIPA CON LA CARTA DEI DIRITTI

Venite a iscrivervi in Uisp per ritirare la “Carta” e la maglietta personalizzata con il logo UISP o della vostra società o comitato o sda: basta raggiungere i 20 iscritti. Formazione e ricerca universitaria, attività fisica e alimentazione sono le parole chiave di Just the Woman I Am: lo sport universitario è infatti ancora una volta in prima linea con lo scopo di comunicare i propri valori formativi, di strumento di prevenzione e salvaguardia della salute dell’individuo e soprattutto, grazie alla propria componente aggregativa, di sensibilizzare l’opinione pubblica diventando veicolo di cultura a sostegno dell’eliminazione della violenza di genere. Il 4 Marzo aprirà con un fitto programma di eventi in Piazza, non esclusivamente sportivi. Animeranno la giornata lezioni aperte, fitness e danze, verrà allestita un’area stand dedicata alle associazioni femminili che vorranno partecipare, sarà attiva sulla piazza un’area radio e DJ/set fino a chiusura dell’evento. Il costo di iscrizione è di 15 euro a persona, che comprende la maglietta, la welcome bag e il pettorale personalizzato. Il vostro contributo in qualità di supporter ci aiuterà a sostenere la raccolta fondi a favore della ricerca universitaria sul cancro. ISCRIVETEVI ENTRO IL 12 FEBBRAIO in UISP PIEMONTE  Vi ricordiamo che oltre alla maglietta sarà possibile personalizzare il pettorale di ogni partecipante con un NICKNAME di MASSIMO 10 caratteri, esclusi caratteri speciali (es. disegno cuore).

Lichtsteiner nella lista Uefa

Howedes è fuori dalla lista Champions, mentre ritorna Lichtsteiner, escluso da Massimiliano Allegri nella fase a gironi. La Juve ha comunicato l’elenco dei giocatori che parteciperanno alla seconda fase della Champions League, sono 23: Buffon, De Sciglio, Chiellini, Benatia, Pjanic, Khedira, Cuadrado, Marchisio, Higuaín, Dybala, Douglas Costa, Matuidi, Alex Sandro, Barzagli, Pinsoglio, Mandzukic, Asamoah, Szczesny, Rugani, Lichtsteiner, Sturaro, Bentancur e Bernardeschi.

Giada Russo, i sacrifici di una vita sui pattini e il sogno a cinque cerchi dell’Olimpiade

“Penso che la vittoria della medaglia d’argento alle spalle di Carolina Kostner mi abbia consentito di ricevere la convocazione da parte della Federazione italiana Sport Ghiaccio”

Giada, quando ti sei resa conto che il sogno olimpico poteva diventare realtà?

L’Olimpiade è il sogno che tutti gli atleti accarezzano durante la loro carriera. Nella prima parte di questa stagione sono riuscita a crescere e ad ottenere buoni risultati nelle competizioni internazionali, ma penso che il momento della svolta siano stati i Campionati italiani a Milano. Dopo il programma corto ho sentito, dentro di me, che poter essere convocata per le Olimpiadi forse non era più soltanto un sogno, ma una realtà che volevo con tutta me stessa afferrare. Penso che la vittoria della medaglia d’argento alle spalle di Carolina Kostner mi abbia consentito di ricevere la convocazione da parte della Federazione italiana Sport Ghiaccio.

Qual è stato il tuo pensiero quando hai ricevuto la convocazione?

Mi sono passati davanti agli occhi tanti momenti, soprattutto quelli difficili nei quali non ho mai pensato di smettere o di lasciare tutto, ma mi sono rialzata e ho ricominciato da capo… poi ho abbracciato i miei allenatori Claudia Masoero e Edoardo De Bernardis che con me hanno costruito questa bellissima opportunità e ho pianto per la gioia. Ho pensato anche che mi sarebbe piaciuto avere accanto il Presidente Franco Masoero, il papà di Claudia, che fondò l’Ice Club Torino e che mi ha sempre sostenuta nel mio percorso. Lo porterò nel mio cuore e so che sarà sempre con me.

A Roma, insieme agli altri atleti, hai incontrato il Presidente della Repubblica Mattarella. Ci parli di questo momento? Qual è il tuo rapporto con le Istituzioni?

Ho incontrato il Presidente della Repubblica insieme agli altri altri atleti per la consegna della bandiera italiana che la nostra nazionale degli sport invernali porterà in Corea. E’ stato un momento molto bello, una festa dello sport. Penso di avere capito, proprio in quegli istanti, la responsabilità e la bellezza di rappresentare la mia Italia in un appuntamento tanto importante come le Olimpiadi. Per quanto riguarda il mio rapporto con le Istituzioni, posso parlare di quelle piemontesi. Lo scorso anno il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus mi ha ricevuta prima che partissi per le Universiadi di Almaty e abbiamo potuto parlare di una passione che ci unisce, quella per lo sport. In occasione di quell’incontro, il Presidente Laus mi ha chiesto di intervenire alla manifestazione “Just the woman I am”, la corsa in rosa a favore della ricerca sul cancro, portando un mio saluto al pubblico. E’ stato un momento molto emozionante parlare davanti ad una piazza San Carlo gremita di persone.

La tua carriera di pattinatrice è partita da Torino e a Torino continui ad allenarti. Ci racconti come è iniziato tutto?

Il mio sogno è iniziato quando il pattinaggio ha fatto incontrare i miei genitori, entrambi iscritti ad un corso per adulti dell’Ice Club Torino. Era nel mio destino che indossassi i pattini. A 4 anni papà e mamma mi hanno iscritta all’Ice Club Torino e la mia prima insegnante è stata Claudia Masoero. Successivamente, a noi si è unito Edoardo De Bernardis. Sono stata campionessa junior a Courmayeur nel 2012, terza a Milano nel 2013 all’esordio in categoria senior alle spalle di Carolina Kostner e di Valentina Marchei, campionessa italiana senior nel 2015 e nel 2016, ancora terza ai Campionati italiani 2017 di Egna e quest’anno ho vinto l’argento, alle spalle di Carolina Kostner. Ho preso parte a due Campionati Europei, ai Giochi Olimpici della Gioventù Europea, ai Mondiali di Shangai 2015 e alle Universiadi di Almaty 2017.

Sei stata flower a Torino 2006 e hai visto pattinare grandissimi campioni come Plushenko, Lambiel. Che cosa pensavi mentre li guardavi? Sognavi la tua gara sotto i cinque cerchi?

Anche per diventare flower ho dovuto affrontare una selezione. In quei momenti ho potuto vedere sul ghiaccio campioni immensi che hanno scritto la storia del pattinaggio ed è stata un’esperienza bellissima. Tuttavia, non ho mai pensato alla mia gara a cinque cerchi fino a quest’anno, fino al momento in cui si è diventata realtà.

Le coreografie dei tuoi programmi sono realizzate da un altro torinese, un coreografo apprezzato a livello internazionale, Edoardo De Bernardis. Ci parli del vostro rapporto e di come nascono i tuoi programmi?

Edoardo De Bernardis e Claudia Masoero sono le persone che mi hanno seguita fin dai miei primi anni sui pattini. Edoardo ha creato per me programmi straordinari e questo è stato riconosciuto a livello internazionale da nomi di spicco nel panorama del pattinaggio come Tatiana Tarasova. Anche ai recenti Campionati Europei di Mosca 2018 ho ricevuto molti complimenti per le coreografie dei programmi di questa stagione. Edoardo è un coreografo raffinato, una persona che non lascia nulla al caso, che ama giocare sulle contrapposizioni e che sceglie accostamenti di musiche straordinari. Lavorare con lui è impegnativo, ma anche appagante.

Giada Russo e la sua allenatrice, Claudia Masoero…

Claudia è una seconda madre per me. Con lei ho mosso i primi passi sui pattini, ho affrontato le prime competizioni e ho condiviso vittorie e sconfitte. Non potrei immaginare le mie giornate senza di lei.

Giada, tu sei uno dei talenti che ha deciso di rimanere in Italia e di crescere qui nella tua Torino. Ci parli del rapporto con la tua città?

Torino è una città bellissima, una città tutta da scoprire, ricca di bellezze artistiche e culturali incredibili. Sono stata fortunata a potermi allenare qui, seguita da un gruppo fantastico e preparato. Molti ragazzi, sia nel mondo dello sport che, in generale, in quello lavorativo, hanno dovuto trasferirsi all’estero e lasciare la propria casa, la propria famiglia e l’Italia rappresenta un grande sacrificio.

Marco Travaglini