Conclusi gli Assoluti, allo Stadio del Nuoto di Riccione si è disputata la finale del Campionato a Squadre di serie A1 e A2 – Coppa Caduti di Brema. Manifestazione che ha visto il Centro Nuoto Torino sul podio della serie A1 maschile, terzo alle spalle di Circolo Canottieri Aniene e Imolanuoto. Soltanto mezzo punto ha separato la formazione torinese dalla medaglia d’argento. Al termine della giornata di gare Alessandro Miressi, Matteo Senor, Emanuel Fava, Stefano Saladini, Samuele Menchini, Simone Ponzio e Giona Mainardis hanno totalizzato 96,50 punti, 0,5 in meno rispetto all’Imolanuoto guidato da Fabio Scozzoli. Sul gradino più alto del podio è salito l’Aniene (109 punti), al decimo scudetto consecutivo in campo maschile e vincitore anche in serie A1 femminile.
Oltre ai ragazzi del Centro Nuoto Torino, hanno partecipato alla finale della Coppa Brema anche le squadre femminili di Centro Nuoto Torino e Rari Nantes Torino, in evidenza nella finale di A2. Francesca Fresia, Rebecca Frontera, Roberta Calò, Chiara Felisso, Cecilia Chini Balla e Maria Chiara Girardi (Centro Nuoto) hanno chiuso al secondo posto con 103 punti, due soli in meno rispetto alle vincitrici della Gestisport. Terza piazza per la Rari Nantes (84,50 punti), con Luisa Trombetti, Francesca Cristetti, Giulia Carofalo, Carlotta Gilli, Ginevra Molino, Giulia Quarà, Martina Nata, Emma Bulgarelli e Paola Lanzilotti.
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Breve regolamento della Coppa Brema
La Coppa Brema si disputa in vasca corta, con programma di gare analogo a quello olimpico con l’unica esclusione della 4×200 stile libero. 16 le squadre impegnate in serie A1 – 8 maschili e 8 femminili – e altrettante in serie A2. Secondo regolamento le gare sono a serie unica e la classifica è a punti. Nelle prove individuali il primo atleta classificato ottiene 9 punti, il secondo 7, il terzo 6 e così via fino all’ottavo; nelle staffette la prima formazione classificata guadagna 18 punti, la seconda 14, la terza 12 e così via. La classifica finale è naturalmente per squadra e il punteggio di ogni squadra è dato dalla somma di tutti i punteggi dei suoi atleti o staffette.
Classifiche complete sul sito della FIN https://www.federnuoto.it/?view=featured
Standing ovation bianconera per capitan Buffon
La Juve vince 3-0 con la Samp e si posiziona a +6 sul Napoli. Standing ovation all’Allianz Stadium per capitan Buffon. Dopo l’eliminazione in Champions, i bianconeri sono ora a quota 84, sei punti di vantaggio sul Napoli (a 78 punti) che ha pareggiato con il Milan. I gol juventini sono di Mandzukic, al 45′ del primo tempo, di Howedes al 15′ e di Khedira al 30′ del secondo tempo. “Grazie ragazzi, avanti a testa alta”, così lo striscione dei tifosi che ha accolto la squadra di Allegri.
Vivicitta’ ha messo in moto il Piemonte

Allegri: “Qui alla Juve sto bene”
“Se mi fermerò per un po’? Certo, dal 20 maggio al 9 luglio, quando la Juve riprenderà gli allenamenti. Qui sto bene, ho un contratto fino al 2020 Stimoli ne ho, sono ancora giovane e voglio allenare. E poi nella vita non si sa mai, per vicissitudini potrei stare fermo, smettere . Massimiliano Allegri smentisce ai giornalisti un suo anno sabbatico dopo la delusione di Champions.
(foto Claudio benedetto www.fotoegrafico.net)
Il vero campione, Valerio Mazzola
E’ un momento in cui chi grida di più di solito si afferma come qualcuno di alta importanza, dove chi si inalbera un giorno di una cosa, dimentica quanto aveva detto tempo prima contraddicendo sé stesso e dove chi non sa più perdere attacca per non accettare una sconfitta giusta o immeritata che sia. E invece, nascosto nell’ombra dell’eleganza, nei fotogrammi che vedrete in questo articolo, vedete un vero campione,
umile ma nobile, meno noto ma reale compiere un gesto inaspettato quanto unico in un campo di gioco. Siamo in un momento concitato della partita di domenica scorsa tra FIAT TORINO e Milano di serie A di Pallacanestro. Dopo un’azione confusa il pivot avversario cade a terra (senza fallo e senza colpi né situazioni di pericolo) e Valerio Mazzola (ala-pivot di Torino) invece di correre verso l’area avversaria per avvantaggiarsi della situazione, si ferma e solleva l’avversario prima di tornare a giocare con i suoi compagni. Molti diranno “scemo, perché non ne hai approfittato” e varietà di questo
genere di improperi. Ma il campione va oltre il momento, ha il cuore nella testa e non approfitta dell’avversario caduto, e l’istinto dell’uomo gentile e nobile non calpesta tutto in nome di una vittoria. E l’educazione morale è qualcosa che supera il risultato e va oltre quello che la gente pensa. L’animo nobile non si guadagna con i soldi, il rispetto non lo si compra urlando, e il prestigio non nasce grazie a degli improperi. Ma sono i piccoli gesti, quelli che nessuno ormai più considera a fare la differenza: quel silenzio assordante del gesto buono che nasce dall’istinto e da una educazione
che ormai sembra di altri tempi. E tutto questo non ha un eco, non rimbomba e non rimbalza, ma vale più di una vittoria. E se tutti insieme, invece solo di inveire, lottassimo nella vita quotidiana come Valerio accettando gli avversari e aiutandoli se necessario, forse faremmo tutti un salto di qualità. Io stesso come tifoso ho quasi inveito contro un gesto di insana generosità: e poi ci ho ripensato. E’ grazie a gesti come questi che lo sport non è ancora morto, a persone come Valerio Mazzola che al primo posto hanno l’educazione e una morale. Ruvide gomitate e lotta allo sfinimento: ma insulti e scorrettezze no, non fanno per chi vuole pensare che lo sport sia scuola di vita oltre che macchina da soldi per pochi. Grazie Valerio Mazzola, grazie della lezione: un applauso dal cuore di tutti i tifosi dello sport del basket e non solo.
Paolo Michieletto
Torino, Italia, Europa e mondo: è un autentico poker d’assi quello che tiene stretto fra le mani Massimo Re, 57 anni, presidente del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino e detentore di prestigiose nomine anche a livello nazionale, continentale e, addirittura, internazionale.
Massimo Re, da quanto tempo è presidente del GSPM Torino? Qual è finora il bilancio della Sua esperienza alla guida della compagine sabauda?
«Sono presidente del GSPM Torino dal dicembre del 2009 e, quindi, sto vivendo il mio terzo mandato. I miei predecessori, quelli più vicini a me, Valter Bouquiè prima e Ivo Berti poi, avevano già conferito un’impronta dinamica e moderna, facilitando il mio compito. Il bilancio è assolutamente positivo: i rapporti che ho instaurato con il Consiglio Direttivo sono sicuramente mirati a spronare i suoi componenti a dare sempre il massimo per tutti gli atleti e i soci del Gruppo Sportivo stesso, nel tentativo non celato di accrescere in ognuno di loro quel senso di appartenenza al Corpo che, purtroppo, sta gradatamente svanendo nella nostra attività lavorativa».
Prima consigliere, ora vicepresidente vicario dell’ASPMI: il Suo cursus honorum a livello nazionale è di tutto rispetto. Qual è l’aspetto più stimolante del Suo ruolo? E quali sono gli obiettivi che intende perseguire?
«Diciamo che da consigliere-vicepresidente prima (con una modifica epocale dello statuto ASPMI, tra queste l’introduzione di una figura unica nella carica di vicepresidente, in passato sdoppiata), il passo successivo è stato una presa di posizione del presidente Antonio Barbato, che ha così voluto dimostrare la sua fiducia nei miei confronti. Più che stimolante, il mio ruolo si rivela quotidianamente faticoso e difficile, vista anche la situazione nazionale che ci vede invecchiare (bene, poiché facciamo sport attivo), ma senza avere la possibilità di registrare l’ingresso di colleghi più giovani. Sino a quando non disporremo di una configurazione giuridica più forte e non ci sarà data la possibilità di fare nuove assunzioni, non avremo la possibilità di assistere a quel ricambio generazionale che tutti auspichiamo, io per primo».
Dal 2014 il Suo impegno si è spostato anche sul fronte continentale, con l’ingresso nella Commissione Tecnica USPE: quante soddisfazioni Le sta regalando quest’avventura? E quali sono le difficoltà maggiori che Le ha riservato sin qui?
«Tantissime, soprattutto quando si ricevono attestati di stima sinceri da parte dei colleghi di altre nazioni che riconoscono gli sforzi compiuti per porre gli atleti nelle condizioni di gareggiare ad alto livello, senza vanificare il frutto di tanti anni di duri allenamenti. Questo non significa che tutto sia rose e fiori, in quanto sono richiesti molto impegno e molto tempo: basti pensare che soltanto nel 2017 ho visitato otto nazioni europee più gli Emirati Arabi Uniti. Chiaramente, per far tutto questo è indispensabile avere una buona collaborazione da parte del proprio Comando di appartenenza e, nel mio caso, posso davvero ritenermi fortunato, dal momento che il vicario Ivo Berti prima e il comandante odierno Emiliano Bezzon non mi hanno mai fatto venir meno il loro sostegno in quest’avventura. Soprattutto l’attuale Comandante Bezzon mi ha più volte rammentato il suo passato sportivo e, come tale, è più semplice per me rappresentare le nostre necessità o progetti. Non ho incontrato grosse difficoltà, ad essere onesto; sono stato accolto in USPE come se fossi uno di famiglia e sono sempre stato supportato nelle mie proposte od osservazioni. Gli aspetti che più mi hanno colpito sono la serietà e il rispetto dei ruoli in determinate circostanze, ma anche la complicità e la voglia di far bene insieme. Siamo davvero un bel gruppo».
Infine, da poche settimane il Suo nome compare anche nel Comitato Esecutivo USIP (Unione Sportiva Internazionale delle Polizie), organismo riconosciuto anche dal Comitato Olimpico Internazionale. In cosa consisterà il Suo operato? E quanto conterà per l’Italia e per il GSPM Torino avere un proprio rappresentante nell’organigramma del sodalizio più importante del mondo in materia di polizia?
«Questa è stata la sorpresa più grande: i vertici USIP mi hanno contattato pochi giorni prima della chiusura del termine per la presentazione delle domande, chiedendomi di candidarmi. Capirete la mia sorpresa e, soprattutto, il pensiero di avere altri impegni da assolvere! Tuttavia, dopo averne parlato con mia moglie, il comandante Bezzon e il presidente ASPMI Barbato, ho deciso di vivere anche quest’esperienza. Ed è andata bene: sono stato eletto nel Comitato Esecutivo con il maggior numero di preferenze. Il mio è un compito prevalentemente decisionale sulla vita, sia tecnica che amministrativa, dell’USIP. Un ruolo più politico che tecnico, al quale mi dovrò abituare. Penso che qualsiasi sia il contesto, europeo o mondiale, avere un incarico all’interno di questi consessi sia un segnale di grande fiducia nei confronti della nostra associazione ma anche del Comando di Torino in quanto, e questo è il mio parere personale, a determinati livelli la forma e le competenze contano più di ogni altro aspetto».
Juventus eliminata, Buffon espulso
Juventus eliminata ai quarti di finale di Champions League dal Real Madrid, nonostante la vittoria per 3-1. La squadra spagnola si qualifica in semifinale con il rigore di Cristiano Ronaldo, al 96′. Il Real Madrid aveva vinto 3-0 all’Allianz Stadium all’andata. Alla Juve è toccato un calcio di rigore al 93′ dopo il dubbio fallo di Benatia su Vazquez. Buffon è stato espulso per le proteste. Alla fine Ronaldo ha segnato consegnando la qualifica al Real Madrid.
(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)
Milano – FIAT Torino: una impresa mancata
Peccato, questo è l’unico vocabolo che può risultare significativo in merito alla partita persa negli ultimi due minuti dalla FIAT Torino contro la squadra globale che è Milano.
Milano non ha riserve: ha solo giocatori di alto livello che a turno entrano in campo e non necessariamente in ordine di abilità. Torino, purtroppo, è una squadra con rotazioni ridotte tra infortuni e cali di forma, ma nonostante tutto fino all’ultimo ha sfiorato quello che in ambito unicamente sportivo potrebbe definirsi un miracolo, ma sembra che gli dei del basket abbiano un pochino dimenticato di guardare verso i colori gialloblù… . Sottotono alcuni, in forma splendida altri: se la FIAT Torino potesse avere tutti solo sopra la media avremmo i playoff già in tasca da tempo… .Garrett continua a giocare in maniera continua, con canestri “geniali” sottovalutati da tanti che ritengono forse semplice giocare contro corazzate patentate come Milano e “irriderli” sportivamente con canestri al volo rovesciati o crossover a centro area e step back contro i migliori difensori, oltre alla solita quantità di assist. Sicuro che se avesse a disposizione migliore continuità nei suoi compagni la sua classe potrebbe anche salire non dovendo forzare talvolta conclusioni che ai più superficiali sembrano inutili e avventate scelte, ma bisognerebbe vedere bene il contesto. Trevor Mbakwe sembra tornare ai suoi tempi migliori e si vede l’impatto in campo.Il migliore dal punto di vista tecnico e di coraggio lo si trova in Valerio Mazzola, che si sta ricordando di essere necessario e se giocherà come sa Torino potrebbe avere un “nuovo” straniero migliore di quanto possa immaginare. E’ un tiratore notevole e sa lottare: Torino deve pensare anche al futuro e lottare per tenerlo anche nei prossimi anni.
Sasha, Peppe, Deron: un terzetto d’onore che lotta anche quando non sembra. La fatica a volte si vede e negli ultimi due minuti i tiri lasciati a campo aperto agli avversari forse sono dovuti a stanchezza imposta anche dalle poche rotazioni e ad una preparazione che dovrebbe essere orientata a reggere a lungo visto che si è in “pochi”.
Per il resto… poco pervenuti, anche se Pelle ha iniziato alla grande, ma è poi sparito, mentre mai apparso è Vander Blue: anche per lui, il commento è la parola di inizio… peccato, sembrava un fenomeno, ma forse il problema non è la qualità, ma la volontà di applicarla qua a Torino. La speranza è l’ultima ad andarsene, ma il tempo è ormai tanto poco… .
Siamo quasi alla fine, Torino deve affrontare i “simpatici” di Bologna: per i tifosi, per la società, per la città, per i colori Gialloblù, per gli sponsor e per tutti coloro che soffrono per questa squadra, tutti i giocatori hanno un solo dovere che è lottare fino in fondo, ma vincere non è solo consigliabile, ma obbligatorio. Si può ancora “fare” ad arrivare ai playoff, ma si deve dare tutto e forse di più contro chi difende “a mani basse e alte” e normalmente addosso, ma questo è il basket moderno, dove si tutela la difesa e non l’attacco, e Torino che ha tanta qualità patirà molto questo particolare.
Sarà il cuore a dover fare la differenza, perché l’altra parte è forte e “cattiva”. Giocare ad alta frequenza o a ritmi bassi? Difesa a zona o a uomo? Tirare molto da sotto o tentare da tre? Non importa: questa volta si vuole vincere, ed è l’unica cosa che conta in questo momento. Al coach Paolo Galbiati e ai suoi adepti il compito di provarci. Tutta Torino cestistica è con Voi.
Paolo Michieletto
Arriva la ‘Tutta Dritta’
“La ‘Tutta Dritta’ del 15 aprile è il primo evento della Biennale dello sport e della salute, due anni nei quali grazie a una fitta programmazione di eventi e di proposte suggerite da enti di promozione sportiva e istituzioni locali, sarà possibile promuovere il benessere la salute le buone pratiche, lo sport e la corretta alimentazione. Un evento che costituisce per il Piemonte un primato a livello nazionale”. Così si è espresso il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, portando il saluto, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, nel corso della conferenza stampa di presentazione della 16esima edizione della “Tutta Dritta”, prima tappa di Tcs – Torino Care & sport biennale della salute e dello sport. Laus ha sottolineato come “il saluto di tutta l’Assemblea non è formale: insieme a colleghi provenienti dalle diverse aree politiche, abbiamo promosso attraverso gli Stati generali dello sport e del benessere la visione secondo la quale investire nel connubio prevenzione e attività fisica porta con se anche enormi risparmi per la sanità pubblica”. L’iniziativa del 15 aprile sarà arricchita dal Medical village che offrirà consulenze e visite gratuite.
www.cr.piemonte.it
Mazzarri: “Abbiamo sofferto troppo”
“Abbiamo imposto il nostro gioco nel primo tempo, ma siamo stati un po’ timidi inizialmente, e nel secondo potevamo chiudere la partita e soffrire meno. Non l’abbiamo chiusa, ma siamo stati bravi a resistere alle incursioni degli avversari. Sono preoccupato perché dopo aver giocato così contro l’Inter sono curioso di vedere come reagiremo la settimana prossima con il Chievo”. E’ il commento di Walter Mazzarri rilasciato all’Ansa dopo la vittoria sull’Inter grazie alla rete di Adem Ljaijc al 36′ del primo tempo.