SPORT- Pagina 225

La scomparsa di Antonio Forni, l’unico presidente con cui Torino ha vinto qualcosa nel basket

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È purtroppo mancato il presidente dell’Auxilium Torino di basket.

In questi momenti chi ha buona e sana educazione sa che deve solo comprendere il dolore dei famigliari e compatirne il lutto.
Ma, anche in queste occasioni, è bene ricordare cose belle delle persone che non sono più con noi.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di conoscerlo bene, fuori e dentro al campo da gioco. E posso solo dire che è sempre stato una persona emotiva, passionale e come tutti coloro che vivono con questo stato d’animo, pronti alla gloria come all’errore, ma sempre in prima linea.
A parlare con i tifosi ai cancelli di ingresso così come a spiegare loro i motivi di decisioni “impreviste” ma mai dietro una vetrina e sempre mettendoci faccia e anima.
Folle il giusto per portare Torino a vincere l’unico trofeo nazionale nel basket contro tutto e tutti, in quel miracolo sportivo di quella finale di Coppa Italia del 2018.
Sognatore e disposto a spese proprie pur di portare in alto quell’amore per il basket che tutta la famiglia aveva.
Non tutti erano con lui, ma tanti gli volevano bene.
Il momento finale della storia Auxilium non farà mai parte di questo articolo.
Questo è solo un saluto per te Antonio, ricordando i momenti a cena e i momenti belli vissuti insieme a te e alla tua famiglia a cui va il mio cordoglio e di tutti i tifosi veri del basket a Torino.
In quegli anni, sono pochi ma sembra già passato un secolo, Torino ha gioito, ha vinto, ha sognato e ha sofferto vedendo il basket delle tue squadre.
Ma ha vissuto emozioni uniche. Grazie Presidente, grazie Antonio e, ovunque tu sia, segna da tre per noi…

Paolo Michieletto

Boniperti, 90 anni in bianconero

Vi riproponiamo un articolo di Paolo Maria Iraldi pubblicato tempo fa dal “Torinese” in occasione dei 90 anni di Boniperti

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Giampiero Boniperti nasce il 4 luglio 1928 a Barengo, un borgo arroccato sulle prime ondulazioni delle colline novaresi dominate dal massiccio del Monte Rosa. Il padre Agapito, podestà del paese, gli dà questo nome come esige la moda del momento

Il pallone tra i piedi è presto suo, ma il fratello Gino pare portato per il calcio più di lui. Il destino deciderà altrimenti. A diciassette anni Giampiero fa un primo provino con una squadra dilettantistica di Novara. i genitori tentennano: prima gli studi, dicono, e lui sta faticando a diplomarsi come geometra. Il ragazzino è però consapevole dei propri mezzi e ritenta con la Juventus. Si mette al centro dell’attacco di una formazione giovanile ed entusiasma i talent scout: dribbling, stop, tiro con entrambi i piedi. Il trasferimento a Torino è cosa fatta.Nel 1947, a diciotto anni, esordisce in serie A contro il Milan e viene subito convocato in Nazionale. Il giovanotto è tanto fortunato quanto talentuoso. Intorno a lui gli Agnelli costruiscono una grande squadra che ha l’obiettivo di ripetere le imprese dei cinque campionati consecutivi vinti tra il 1930 e il 1935. Quello che si conclude nel 1950 ricuce lo scudetto sulla casacca bianconera dopo qualcosa come quindici anni. È la Juventus degli scandinavi John Hansen e Praest, di Parola e Muccinelli. Boniperti, poco più che ventenne, è già un idolo indiscusso. Si narra – ma pare sia storia vera – che quando Gianni Agnelli parla di premi, lui non chieda denaro, ma di poter scegliere alcune vacche frisone di proprietà della Famiglia. Vacche, vedi caso, sempre giovani e gravide.

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Il ciclo è tuttavia breve, le milanesi prendono a vincere per buona parte del decennio. Quando gli Agnelli decidono di tornare a fare sul serio, gli acquisti si chiamano John Charles e Omar Sivori. È il 1957: Boniperti smette i panni del centravanti, arretra e nasce il grande regista che i vecchi tifosi bianconeri ancora ricordano. Ma anche chi non l’ha mai visto calcare i campi da gioco ha sentito descrivere almeno una volta il suo innato senso del gol, la classe purissima, il carattere forte e risoluto. La palla passa inesorabilmente tra le sue scarpette bullonate e va a Sivori, estroso opportunista d’area o a Charles, colpitore di testa micidiale. Quando oggi si nominano grandi attaccanti quali Messi, Neymar e Ronaldo, bisognerebbe conservare la memoria storica di quel trio che segnò un’epoca. La Juventus torna a dominare il campionato italiano: dal 1957 al ’61 ne mette in fila tre. Boniperti è il capitano, la bandiera. L’ennesima sequela di successi termina quando il Nostro, giunto a trentatré anni, sente che la carriera sta imboccando la fase discendente. Ha chiuso in bacheca cinque scudetti, un paio di Coppe Italia, e dopo 443 presenze e 178 reti decide di smettere. Si dice che abbia fatto voto di non toccare più un pallone e manterrà la parola. La Juventus ha, però, ancora bisogno di lui. Nel 1971 viene eletto presidente e, in queste vesti, sarà l’artefice di una lunghissima stagione di trionfi che durerà quasi ininterrottamente fino alla prima metà degli anni Novanta.

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Nell’Era Boniperti la Juventus vince tutti i trofei cui una squadra di calcio può ambire: nove scudetti, coppe nazionali ed internazionali (Uefa, Coppa delle Coppe, dei Campioni, Supercoppa Europea e Intercontinentale). Una squadra che, indossata la maglia azzurra della Nazionale, sarà il blocco su cui erigere il monumentale titolo mondiale del 1982 in Spagna. I nomi dei calciatori che la composero restano scolpiti a caratteri d’oro nella memoria di ogni tifoso: Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Paolo Rossi. E lui è sempre in prima linea, competente come pochi, a dettare le regole di uno stile sobrio ed educato, dedito interamente al lavoro, dentro e fuori dal campo di gioco. Per tutti i tifosi bianconeri Boniperti resta il Presidente per antonomasia. Quello che si allontanava dallo stadio durante l’intervallo e ascoltava alla radio il resto della partita. Quello che, di fronte alle avversità, stirava un sorriso a salvadanaio e scuoteva il capo con aria sorniona. Quello che, prima che il calcio prendesse la piega commerciale ed affaristica che sappiamo, prima che la Juventus provasse l’onta dello scandalo Calciopoli e la serie B, scelse di ritirarsi a vita privata. Stavolta per sempre.Giampiero Boniperti ha fatto il suo tempo, non prima di aver fatto la storia del calcio.

Paolo Maria Iraldi

Messias vuole una big Morata resta alla Juve

Cominciamo dal Toro perché l’acquisto del trequartista Messias sta diventando una telenovela.

Al di là dell’elevata valutazione fatta dai calabresi, il giocatore,appena saputo dell’interesse atalantino,ha messo i granata in pausa.Vuole giocare in Europa.
Il Toro sta virando sul trequartista bolognese Orsolini in cambio di Lyanco e Zaza,entrambi chiesti e graditi dal tecnico rossoblù Mihajlovic.Sirigu andrà al Cagliari perché partirà Cragno.Mirante non verrà al Toro perché anche lui richiesto da una big che giocherà in Europa.
Dal Chievo potrebbe arrivare il centrocampista Garritano,nipote del celebre Salvatore campione d’Italia 1976 col Toro di Radice
In casa Juve Morata prolunga il prestito fino al 30 giugno del 2022.Costerà 10 milioni di euro il riscatto dall’Atletico di Madrid.Se Ronaldo andrà via la Juve prenderà Dzeko dalla Roma e Vlhaovic dalla Fiorentina.Completeranno il reparto delle 4 punte composto anche da Morata e Dybala.
Se salterà l’affare Locatelli a centrocampo per l’elevato costo la prima alternativa è il ritorno di Pjanic dal Barcellona.Così ha deciso mister Allegri.

Vincenzo Grassano

 

Mercato bloccato: prima vendere poi comprare!

Sembra che le 20 società di serie A si siano messe d’accordo: vendere prima d’acquistare.Peccato che così agendo il mercato rimane bloccato!

In casa Juve quasi certo è l’arrivo dal Sassuolo del centrocampista Locatelli, magari in coppia con Pogba dal Manchester United in cambio di Cristiano Ronaldo.Sarebbe un colpaccio di mercato eccezionale per entrambi i club.Si cerca anche un terzino sinistro di riserva: avviata la trattativa col Monza per prendere Fabio Augusto brasiliano del ’99.Costa 15 milioni, il club bianconero propone lo scambio col trequartista della Juve U23 Rafia. Come secondo portiere oltre al granata Sirigu viene valutato il bolognese Skorupsky.
In casa granata continua il tormentone Messias. Riepilogo dell’ultima offerta del ds granata Vagnati:7,5 milioni + 1 di bonus + il difensore Dijdij. Prendere o lasciare. Il ds del Crotone Ursino chiede 12 milioni cash. A queste condizioni non si farà. Il Bologna vuole Lyanco in prestito con diritto di riscatto. Il Toro chiede 10 milioni. Chissà…Belotti dopo la telefonata con Juric, neo tecnico granata, potrebbe anche rimanere,anche perché le pretendenti si stanno sfilando poco a poco. I trequartisti Orsolini ed Ounas piacciono ma costano troppo quindi non arriveranno. Sirigu andrà via: la società e Juric non faranno nulla per trattenerlo. Zaza, Meitè ed Aina al momento sono considerati possibili rinforzi perché Juric vuole valutarli in ritiro.

Vincenzo Grassano

Meravigliosa Italia Travolta anche la Svizzera!

Italia-Svizzera 3-0

RETI: 26′ e 52′ Locatelli (I), 89′ Immobile (I).

E l’Italia va!qualificazione agli ottavi di finale già ottenuta,secondo 3-0 consecutivo al termine di un’altra gara perfetta,senza sbavature,esprimendo un gioco arioso ed a tratti spettacolare.La nazionale italiana vince e convince.Non è utopia pensare alla finale.Intelligente e redditizio anche il cambio di modulo passando dal 4-3-3 al 3-5-2  il ct Mancini che dimostra,per l’ennesima volta,intelligenza e grande acume tattico senza fissazione per un unico modulo.
Ora sotto con il Galles domenica prossima alle ore 18 per ottenere anche il primo posto nel girone.

Vincenzo Grassano

Pump Track, competizione per millenials

PUMP TRACK PIANEZZA, IL 19 E 20 GIUGNO UNA COMPETITON PER I MILLENIALS

L’iniziativa rivolta ai giovani sull’avveniristico circuito ciclabile frutto dell’estro creativo del Comune di Pianezza e della generosità di Cristiano Bilucaglia e uBroker Srl.

Dopo la felice apertura del 24 aprile scorso con tanto di coinvolgente bike-show mozzafiato affidato alle due ruote esperte del campione mondiale italiano Torquato Testa, torna a far parlare di sé l’ambito circuito Pump Track Pianezza riservato a bici, monopattini, roller e skate, frutto dell’estro creativo del comune dell’hinterland torinese e della generosità dell’imprenditore e mecenate pianezzese Cristiano Bilucaglia.

Al via nell’area attrezzata di Via Musinè 26 il 19 e 20 giugno l’attesa ‘Speed Race’, una due giorni con tanto di torneo ad eliminazione riservato a quattro categorie di partecipanti ad età crescente:

Bunny nati dopo il 2011 in possesso di attestato ‘baby rider’
Piatto nati tra il 2007 e il 2010
Giro nati tra il 2003 e il 2006
Backflip nati prima del 2002

Dopo un anno e mezzo di blackout pandemico, cresce in noi la voglia di offrire un’offerta ludico-sportiva sempre più ampia, ricca e variegata ai nostri giovani, in un’ottica tesa a misurarne e alimentarne le capacità sulla base dei valori di sana lealtà, agonismo e competizione, fondamentali per fare la differenza anche nella vita e nel lavoro”, afferma soddisfatto Cristiano Bilucaglia, Fondatore e Presidente di ‘uBroker’, la solida multiutilities company italiana con sede a Collegno, prima al mondo ad azzerare le bollette di luce e gas, Canone Rai e accise incluse, garantendo risparmio e benessere a oltre 150mila affezionati clienti fidelizzati distribuiti in tutta Italia.

Il programma della manifestazione prevede il sabato la registrazione dei riders alle ore 9.00, per proseguire poi alle ore 11.00 con prove libere ed esercitazione e alle 13.00 con le qualificazioni mediante la selezione di 2 Run per ciascuna categoria di gara.

Si continua la domenica alle ore 11.00 con nuove prove libere, mentre a partire dalle ore 13.00 avrà luogo la disputa del Torneo vero e proprio con i migliori 32 di ogni fascia competitiva. Le premiazioni finali con le coppe destinate ai riders vincitori si terranno invece a partire dalle ore 15.00, con tanto di premi a estrazione fra tutti i partecipanti.

A coronare l’esperienza la presenza di una rampa di oltre 5 metri di altezza su cui prendere velocità per sperimentare le proprie acrobazie atterrando sul Big Air Bag, l’enorme cuscino utilizzato dai freestyler professionisti di tutto il mondo per allenarsi su performance sempre più estreme in totale sicurezza.

Il torneo Speed Race, a cui è già possibile prenotarsi sul sito Pump Track, darà il via ufficiale alla stagione estiva che porterà presto con se interessanti novità rendendo Pianezza il principale punto di riferimento del Pump Track in Italia.

La pista, che già oggi vanta il primato di più tecnica d’Italia,avrà infatti presto un ampliamento separato dalla prima ma ad essa adiacente. La possibilità quindi di allenarsi su due circuiti separati agevolerà tutti i riders diminuendo i tempi di attesa per tutti e aumentando la libertà di movimento.

A corredo, inoltre, di una già inarrestabile popolarità si renderanno disponibili ai tesserati nuovi fantastici servizi come il noleggio bici, utilissimo per testare le proprie abilità su ‘ruote di qualità’, e un punto ristoro in cui potersi finalmente riunire e riprendere tra un salto e l’altro. Un vero centro sportivo all’aperto in cui riscoprire la socialità perduta.

Tante trattative, nessun affare concluso

La Juventus sta trattando il difensore Milenkovic dalla Fiorentina, costa 30 milioni, i bianconeri offrono 20,prime schermaglie, si vedrà.

Col rientro di Rugani il difensore centrale non è una priorità. A centrocampo se salta Locatelli è pronto Tonali,a rischio il suo riscatto da parte del Milan perché reduce da un’annata poco brillante. Cellino presidente del Brescia vuole monetizzare subito, almeno 20 milioni. Per quanto riguarda il Torino la novità di giornata è il rinnovo triennale per il portiere gigante Milinkovic Savic.Cairo,Vagnati e Juric credono in lui. Partirà come titolare e come secondo portiere sarà acquistato a parametro zero Mirante dalla Roma, una garanzia. Terzo portiere il giovane ex primavera Gemello che rientrerà dal prestito. Capitolo trequartisti: si allontana Messias, il Crotone gioca al rialzo per alimentare un’asta che non giova a nessuno. Per quel ruolo I granata puntano sugli svincolati Eysseric e Vasquez. Zaza piace al Verona e sarà scambiato col difensore centrale Gunter.

Vincenzo Grassano

Volpiano, inaugurati i nuovi campi da calcio in erba sintetica


Il sindaco De Zuanne: “Abbiamo investito molto nelle strutture sportive”

Il nuovo campo in erba sintetica “Bertolotti“, a Volpiano, è stato inaugurato domenica 13 giugno prima della partita Torino-Juventus del campionato Primavera; erano presenti amministratori comunali di Volpiano, i rappresentanti delle società calcistiche e il viceparroco di Volpiano, don Manuel Lunardi, che ha benedetto l’impianto.

L’opera è stata realizzata dal Comune di Volpiano tramite un partenariato pubblico-privato che ha visto il rifacimento del campo a 11 e del campo a 7, la predisposizione di un’area di allenamento, la sostituzione delle porte, dei pali del calcio d’angolo e delle panchine, e l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione a led. Nella stagione 2020/2021 il campo ha ospitato le partite della Primavera del Torino, fino al 30 giugno, e dalla stagione 2021/2022 verrà utilizzato dalla Juventus Academy per la formazione di giovani calciatori e calciatrici, in base agli accordi stipulati con il Gsd Volpiano.

«Il fatto che questo impianto sia stato scelto da squadre così importanti – ha sottolineato il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne – dimostra che è stato realizzato un intervento di qualità. Questo lavoro prosegue quanto fatto dall’amministrazione per le strutture sportive di questo complesso, con il rifacimento del manto erboso e la sostituzione, a breve, dell’illuminazione a led dello stadio Goia. Sotto il mio mandato sono già stati inaugurati il campo da rugby e la pista di atletica, dove è prevista l’installazione di nuove e luci a led e la manutenzione della pista che è anche base per gli atterraggi notturni dell’elisoccorso; inoltre, accanto a questo complesso è stata realizzata la piastra per il basket, aperta a tutti. Grazie al protocollo d’intesa con la parrocchia, nell’area adiacente della “Colonia Mossetto” è previsto il rifacimento della piscina e la costruzione di campi da tennis, padel e beach volley, per dar vita a un centro sportivo che ci auguriamo, con il ritorno alla normalità, possa essere utilizzato soprattutto dai giovani».

Il presidente del Gsd Volpiano, Massimo Gariglio, ha detto: «Ringraziamo l’amministrazione comunale per questo importante intervento; è raro trovare impianti di questo livello in realtà come la nostra e come società abbiamo curato alcune finiture per dare un’immagine adeguata a questa struttura».

«Il Gsd Volpiano – ha concluso il sindaco De Zuanne – ha dovuto limitare, a causa della pandemia, i festeggiamenti per il centenario previsti per la stagione 2019/2020; finalmente, a distanza di un anno, possiamo inaugurare questo campo. Ringrazio la società per l’attività che sta svolgendo, nonostante il periodo difficile, e che gestisce questo impianto comunale rispettando la sua vocazione, legata alle scuole calcio e alle squadre giovanili».

Torino e i suoi musei. Il museo della Juventus

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Torino e i suoi musei
Con questa serie di articoli vorrei prendere in esame alcuni musei torinesi, approfondirne le caratteristiche e “viverne” i contenuti attraverso le testimonianze culturali di cui essi stessi sono portatori. Quello che vorrei proporre sono delle passeggiate museali attraverso le sale dei “luoghi delle Muse”, dove l’arte e la storia si raccontano al pubblico attraverso un rapporto diretto con il visitatore, il quale può a sua volta stare al gioco e perdersi in un’atmosfera di conoscenza e di piacere.

1 Museo Egizio
2 Palazzo Reale-Galleria Sabauda
3 Palazzo Madama
4 Storia di Torino-Museo Antichità
5 Museo del Cinema (Mole Antonelliana)
6 GAM
7 Castello di Rivoli
8 MAO
9 Museo Lomboso- antropologia criminale
10 Museo della Juventus

10 Museo della Juventus

I goliardici Gem Boy cantavano –E tutti si faceva il coretto- “Ma in Holly e Benji tutto è normale anche il Giappone vince il mondiale”, ridendo sia per la non eccessiva bravura della nazionale nipponica, sia perché “cosa c’entra il calcio con il Paese del Sol Levante?” Ed ecco l’errore: nell’ XI sec. a.C, proprio in Giappone si praticava il “Kemari”, simile al “cuju” cinese, un gioco militare che fungeva da addestramento e il cui scopo era quello di mandare un pallone ripieno di capelli e piume in una zona definita da due canne di bambù, utilizzando solamente i piedi. Un manoscritto del 50 a.C. attesta le dispute tra Cina e Giappone giocate attraverso lo “Ts’u-Chu”, (altro nome per “Cuju”).

Il “Kemari”, ancora praticato in alcuni luoghi, è più antico di circa cinquecento anni rispetto al “Cuju” e consiste nel passarsi tra giocatori un involucro di cuoio contenente una vescica d’animale gonfiata, senza che questo tocchi terra. A nostra discolpa possiamo dire che anche in Grecia, a partire dal IV sec. a.C., era praticato uno sport, antenato del calcio e del “rugby”, chiamato “episkiros”. Il gioco, che a Sparta seguiva modalità abbastanza violente, non faceva parte delle discipline olimpiche dell’epoca, ma era comunemente diffuso su tutto il territorio. Ad Atene, presso il Museo Archeologico, è conservato un bassorilievo raffigurante un uomo che gioca all’“episkyros”, l’immagine non ha nulla a che invidiare alle figurine collezionabili, è forse solo leggermente più pesante. A Roma il gioco si trasforma nell’ “harpastum”, (da “arpazo”, che in greco significa “strappare con forza”. È il noto letterato latino Marziale, (I sec. d.C.) che ci descrive le due tipologie di palloni usati nell’Impero, “pila paganica”, utilizzata perlopiù dai contadini e la “fillis”, prediletta dai legionari. È probabile che proprio i soldati che si trovavano nei “limes” abbiano importato lo sport nei territori dominati da Roma, fino a diffonderlo anche in Inghilterra.

In epoca medievale, nella Francia del nord, si afferma la “soule”, vero e proprio antenato dello sport che oggigiorno guardiamo in TV.  Alla “soule” si giocava di domenica, dopo la liturgia; le squadre vedevano contrapporsi villaggi rivali o diversi status sociali, (sposati contro celibi, ad esempio) e lo scopo era lanciare la palla all’interno di un edificio del villaggio avversario, in genere una chiesa, la grandezza del campo era variabile e poteva in alcuni casi comprendere fossati e zone paludose.  È dunque ben più antico degli anni Sessanta il ritornello di Rita Pavone, e forse già allora le fidanzate dei giocatori si lamentavano. Tale sport, la “soule”, è descritto dalle fonti come un gioco troppo violento, secondo quanto attestano le varie “lettere di remissione”.

È arrivato il momento di gongolare: il Rinascimento italiano “docet” anche in questa situazione. Nella Firenze medicea si praticava il “calcio fiorentino”, attività ludica decisamente prediletta dalla comunità toscana. Si tenevano, infatti, incontri ufficiali tra i partiti dei Verdi e dei Bianchi, nel campo prestabilito della Piazza di Santa Croce, al termine dello “scontro” i vincitori si appropriavano delle insegne avversarie. Ogni squadra era formata da 27 giocatori: coloro che stavano sulla linea degli “innanzi” avevano il compito di attaccare, vi erano poi gli “sconciatori”, i “datori innanzi” e, infine i “datori indietro”. Questa la definizione della Crusca risalente al XVIII secolo: “È calcio anche nome di gioco, proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata con una palla a vento, somigliante alla sferomachia, passata dai Greci ai Latini e dai Latini a noi.” Ogni anno la città di Firenze ricorda quelle partite antiche attraverso una fedele ricostruzione storica in costume. Ho finito la mia premessa e ora , come si suol dire, “per me sono dolori”, perché già so che i lettori granata chiuderanno la pagina immantinente. L’excursus storico mi è servito come larga scusa per invitarvi allo Juventus Museum di Torino.

Il Museo si colloca tra la curva Nord e la Tribuna Est dell’Allianz Stadium, siamo in via Druento, vicino all’area della Continassa tra Vallette e Barriera di Lanzo.
La monumentale opera, coordinata dall’architetto torinese Benedetto Camerana, è stata concepita secondo moderni standard tecnologici e interattivi. L’esposizione, insieme multimediale e classica, venne inaugurata il 16 maggio 2012. Al suo interno è raccontata e documentata la storia della Juventus, che però viaggia in parallelo con le vicende di Torino e i fatti storici italiani, con focus sugli avvenimenti del XIX secolo. Tutta l’esposizione è bilingue, in modo da garantire una semplice fruizione autonoma ai visitatori, che hanno a disposizione non solo un’eventuale spiegazione in inglese ma anche l’universale uso della multimedialità. Il complesso museale è diviso in cinque aree. “La Juve segna”, come ci suggerisce il nome, è un salotto ellittico alle cui pareti sono proiettati i video dei “gol” segnati dalla squadra; la “Sala principale” invece è suddivisa a sua volta in più zone, una dedicata alla fondazione e all’evoluzione storica del club, un’altra dove sono visibili i modelli degli stadi, quello del Campo Juventus, lo Stadio Comunale e l’Allianz Stadium. Vi è poi una simpatica sezione costituita da ologrammi interattivi degli storici allenatori della squadra, come Trapattoni e Lippi. In quest’area si trova anche un totem dedicato alle vittime della strage di Heysel, ed è sempre qui che vengono allestite le mostre temporanee.

“Il tempio dei Trofei” è il luogo dove sono esposti, sotto luci stroboscopiche, i trofei ufficiali vinti dalla squadra. “La sfera”, complementare alla mostra “Fratelli d’Italia”, presenta immagini di giocatori juventini convocati alla Nazionale A. “La squadra”, invece, è la sala storica, tutta dedicata al primo club bianconero; chiude il Museo la sala “Fino alla fine” dove è visibile una video installazione della durata di sei minuti che mostra il tragitto dei giocatori dagli spogliatoi al campo. Al Polo della Juventus è consigliabile andare in compagnia di altri juventini, in modo che ognuno possa incrementare e scambiare le più vivide emozioni con l’amico di squadra del cuore. Se vi sentite coraggiosi, andateci pure con la vostra fidanzata, sappiate però che quest’ultima potrebbe vendicarsi portandovi nei negozi di moda vicinissimi al Museo. Come concludere questo pezzo propriamente di parte, forse con un intramontabile cliché. Diciamolo allora: “Ah come gioca Del Piero!”

Alessia Cagnotto

Pochi soldi: obiettivo giocatori svincolati

Prima la crisi economica mondiale,poi il Covid,hanno messo in ginocchio il grande calcio,soltanto la serie A ha perso 1 miliardo di euro negli ultimi 15 mesi.

Juve e Toro cercano nuovi giocatori nel mercato dei tanti svincolati a parametro zero dal 30 giugno.Per far abbassare il costo dei calciatori seguiti non svincolati si cerca d’inserire almeno una contropartita,ma non è semplice perché tutti vogliono trarre il maggior profitto dalla vendita di ogni singolo atleta.
In casa bianconera come secondo portiere spunta il nome nuovo Navas del Paris Saint Germain,nazionale del Costarica.Il centravanti Morata rimarrà ancora un anno con il rinnovo del prestito.Allegri vuole Gabriel Jesus dal City ma solo in prestito con diritto di riscatto.Locatelli dal Sassuolo piace sempre ma non per 40 milioni.Controproposta 20 milioni + il regista Fagioli.
In casa granata sta sfuggendo Messias,prezzo salito a 12 milioni e senza contropartite.Il Toro non ci sta e sta trattando i 2 centrocampisti svincolati  Eysseric e Vazquez.Entrambi richiesti da Juric Eventuali investimenti saranno effettuati per il difensore Gunter ed il terzino sinistro Dimarco.Capitolo portieri:Strakosha e Mirante se andrà via Sirigu,con M.Savic confermato saranno i 3 portieri per la prossima stagione.
Per l’attacco abbandonata la pista Petagna.Se andrà via Belotti, Sanabria sarà titolare e arriverà l’attaccante Piccoli,dallo Spezia ma di proprietà Atalanta.Un giovane gigante dalle grandi potenzialità.

Vincenzo Grassano