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Il Tour de France in Piemonte: attese ricadute fino a 15 milioni di euro

 

Presentata oggi a Parigi l’edizione 2024 del Tour de France con le Grand Depart dall’Italia e l’arrivo in Piemonte il 1 luglio. Il percorso piemontese toccherà le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino, per arrivare nel capoluogo il 1 luglio e ripartire da Pinerolo il giorno successivo direzione Francia. Alla presentazione ufficiale del Tour hanno partecipato a Parigi il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Il Tour de France è la principale competizione ciclistica al mondo e la terza competizione sportiva per interesse e ricavi dopo le Olimpiadi estive e i Mondiali di calcio. Un’occasione straordinaria di visibilità per la Regione Piemonte – ogni tappa del Tour viene seguita mediamente da 12 milioni di telespettatori sintonizzati da 200 Paesi – e, stando ai dati elaborati dal Ministero dello Sport Francese e dagli analisti del TdF, anche un volano di ricadute economiche per tutto il territorio.

«Il Tour de France partirà per la prima volta dall’Italia e sarà proprio la nostra città ad accogliere l’arrivo della terza tappa – ha dichiarato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo-. Un evento storico di cui andiamo molto orgogliosi e che avrà ricadute importanti su tutto il nostro territorio. Il Tour è uno degli appuntamenti sportivi più grandi e seguiti in assoluto in tutto il mondo e rappresenta una grande occasione per Torino, che sarà al centro dell’attenzione del mondo sportivo e non solo».

«Il Tour de France è un’occasione straordinaria di visibilità per la Regione Piemonte e anche un volano di ricadute economiche per tutto il territorio – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – Per la prima volta il Tour de France parte dall’Italia per poi arrivare in Piemonte ed è la prova di quanto questa amministrazione creda nei grandi eventi internazionali e di quanto questa terra sia attrattiva. Abbiamo scelto di puntare sull’eccellenza, e la determinazione messa in campo per la tappa del Tour de France lo dimostra, perché siamo convinti che se si ospitano eventi di eccellenza ne arriveranno altri e noi sapremo dare a questo territorio la visibilità e lo sviluppo che merita».

L’impatto sull’economia locale, partendo dall’analisi dei dati relativi alle Grandi Partenze organizzate in precedenza, è quantificabile con un moltiplicatore di 3 punti per ogni euro investito dalle istituzioni ospitanti (dato del Ministero Francese) e di un moltiplicatore di 9 punti se si guardano complessivamente gli investimenti messi in campo per l’evento (dato del Tdf). Questo, in Piemonte, si traduce con una ricaduta compresa tra i 5,1 milioni di euro e i 15 milioni. Parte di questo macro dato è dovuto all’impatto che il TdF ha sul compatto ricettivo locale: la carovana che segue il Tour, infatti, è composta da 4.500 persone (1.800 di essi solo appartenenti alle squadre in gara, il resto di addetti alla logistica e giornalisti). Questa importante mole di addetti ai lavori, da sola, nei giorni di gara andrà a occupare 1/3 della disponibilità delle camere d’albergo di Torino e cintura, per un valore stimato di circa 650mila euro. A questi andranno aggiunti turisti e appassionati che in quei giorni sceglieranno il Piemonte per le loro vacanze approfittando dell’arrivo della tappa del Tdf.

Ma le ricadute non si fermano solo ai giorni della competizione: da mettere in conto ci sono anche quelle a lungo termine, figlie di un turismo generato dalla grande visibilità internazionale che tocca tutte le location abbracciate dal Tour. In questo caso può essere d’aiuto osservare cosa è successo nelle città che hanno ospitato le Grand Depart in precedenza: secondo il report ufficiale del Tour de France sulle tre tappe iniziali in Danimarca del Tour 2022 l’impatto economico complessivo è stato di ben 102 milioni di euro (70 milioni dal turismo interno e 32 da quello estero); nelle cinque città interessate dal passaggio della corsa la spesa turistica è stata superiore alla media del periodo di ben 45 milioni; gli spettatori totali delle tre tappe danesi sono stati 1,7 milioni ancora in crescita rispetto ai 778 mila delle due tappe della Grand Depart da Bruxelles nel 2019. Notevoli sono state anche le interazioni media, sia tradizionali che digitali, con più di 80 mila articoli (il 60 per cento su giornali non danesi) che hanno rilanciato nel mondo il nome e l’immagine delle località attraversate. La visibilità principale è data dalla trasmissione televisiva: le tre tappe danesi hanno generato una visualizzazione totale di 203 milioni di ore nel mondo; le due in Belgio 180 milioni e un’audience media del 70%. Dal report danese si evince anche che le tre tappe sono state accompagnate da una grande serie di eventi collegati alla Grande Partenza organizzati in tutto il paese nel corso di un anno contribuendo ad aumentare l’impatto complessivo.




‘Torino, che cultura!’ Un bando triennale da oltre 4 milioni per finanziare attività culturali

Oltre 4 milioni di euro per finanziare progetti culturali sul territorio cittadino per il prossimo triennio. Questo in sintesi l’obiettivo dell’iniziativa “Torino, che cultura! – Sostegno all’economia urbana nel settore della cultura” approvata questa mattina dalla Giunta Comunale su proposta dell’assessora alla Cultura Rosanna Purchia.

Il finanziamento si inserisce nel piano delle attività programmate dalla Città con i fondi “PON METRO plus e città medie Sud 2021-2027”. Tra le priorità indicate dall’amministrazione nel Piano Operativo c’è infatti quella dedicata alla rigenerazione urbana che individua, come prima linea direttrice di sviluppo, la promozione di interventi finalizzati alla valorizzazione del patrimonio e dei servizi culturali.

L’avviso sarà pubblicato nei prossimi giorni nella sezione ‘bandi’ del sito della Città insieme alle coordinate per un incontro di presentazione aperto a tutte le realtà interessate a partecipare che servirà ad illustrare le linee di indirizzo, fornire indicazioni tecniche per la domanda e illustrare il percorso di accompagnamento alla progettazione con cui la Città intende supportare tutti gli enti e le associazioni culturali che parteciperanno. Per presentare la candidatura ci saranno tre mesi di tempo. Le proposte dovranno prevedere interventi su base triennale, 2024- 2026, co-progettati tra più enti che abbiano come obiettivo lo sviluppo di uno specifico settore culturale o di uno specifico territorio cittadino. Le proposte potranno essere articolate, in base alla sezione di candidatura, su uno o più ambiti di intervento tra arti performative (teatro, arte di strada, danza, circo contemporaneo, musica), arti visive, grafica, multimedia e design, cinema e audiovisivo, patrimonio culturale, promozione del libro e della lettura (compresi archivi, biblioteche e musei, patrimoni fotografici e audiovisivi), attività di promozione del dialogo interculturale.

Tra i criteri di valutazione, oltre alla qualità artistica della proposta progettuale, saranno tenuti in considerazione il coinvolgimento del territorio e la valorizzazione del percorso di co-progettazione, l’impatto sociale della proposta, con particolare riguardo all’inclusività, all’accessibilità e all’attivazione di percorsi di crescita nei confronti di giovani, giovanissimi e fasce deboli e all’attivazione e valorizzazione di presidi culturali.

 “In questi mesi – spiega l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia– abbiamo lavorato con le Circoscrizioni e con il territorio per individuare i bisogni e capire come costruire progettualità culturali di più ampio respiro dei singoli eventi, cui questo bando di durata triennale darà concretezza. L’offerta culturale di questa Città deve la sua varietà, ricchezza e qualità anche all’attività di una moltitudine di enti e associazioni che, promuovendo la cultura in ogni sua manifestazione e senza finalità di lucro, restituiscono ai cittadini i risultati di una creazione artistica connotata da un’alta professionalità e una scrupolosa attenzione ai loro bisogni. È a loro che ci rivolgiamo con questo bando, impegnandoci sin d’ora a supportarli in una progettazione partecipata nell’interesse comune di promuovere la cultura, elemento irrinunciabile di crescita della comunità oltre che strumento di aggregazione, inclusione sociale, contrasto alla solitudine, su tutto il territorio cittadino”.

Impianto sportivo Regaldi, via libera dalla Giunta ai lavori di manutenzione straordinaria

Questa mattina la Giunta, con una delibera proposta dall’assessore allo Sport Domenico Carretta, ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica per i lavori di manutenzione straordinaria dell’impianto sportivo Regaldi in via Monteverdi. Il costo complessivo sarà di 300 mila euro e gli interventi sono stati inseriti nel Programma Triennale dei lavori pubblici per l’anno 2024. La spesa sarà finanziata per 240mila euro con il contributo del bando regionale “Sport Missione Comune” e per i restanti 60mila euro dalla Città di Torino.

Il via ai lavori è previsto per la primavera prossima. Gli interventi riguarderanno il campo da calcio a 11 che sarà trasformato dall’attuale terreno sintetico ad erba naturale, la manutenzione dei campi a 8 e a 5, il rifacimento della pavimentazione del campo da tennis, della recinzione e della pavimentazione dello spogliatoio oltre a opere necessarie a garantire la sicurezza.

“Un ulteriore tassello – dichiara l’assessore allo Sport, Domenico Carretta – che va ad aggiungersi ai numerosi lavori di manutenzione straordinaria sugli impianti sportivi cittadini cui abbiamo dato avvio negli ultimi mesi, anche grazie alle risorse europee. Penso ad esempio alla ristrutturazione delle piscine Gaidano, Trecate, Lombardia, Colletta, Cecchi, Franzoj, alla manutenzione dello stadio di atletica Primo Nebiolo e di quello del Baseball di via Passo Buole. Il Regaldi rappresenta un importante punto di riferimento per chi pratica attività sportiva nella Circoscrizione 6 e questi interventi lo restituiranno più moderno e funzionale. L’obiettivo che ci prefiggiamo è ancora una volta quello di investire nello sport, come veicolo di integrazione, socialità e promozione della salute”.

Alla Cavallerizza il roadshow di Cassa Depositi e Prestiti

Cinque miliardi a favore di oltre 9.300 imprese e 330 enti pubblici del Piemonte, di cui 1,3 miliardi per progetti infrastrutturali di rilevanza strategica, operazioni di rinegoziazione dei mutui per oltre 1,3 miliardi in favore di 366 enti locali e attività di advisory sui fondi del PNRR per progetti dedicati allo sviluppo del territorio. Questi alcuni dei numeri dell’impatto generato da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) nella Regione Piemonte negli ultimi tre anni, illustrati oggi a Torino in occasione della sesta tappa del Roadshow di CDP.

Obiettivo dell’incontro, cui ha preso parte il Sindaco Stefano Lo Russo, è stato quello di presentare gli strumenti e i progetti del gruppo a favore di imprese e Pubblica Amministrazione per affrontare le sfide legate allo sviluppo sostenibile, all’implementazione del PNRR, alla rigenerazione urbana, alla digitalizzazione e al miglioramento della coesione sociale.

Il Roadshow è l’occasione di CDP per rinnovare la sua vicinanza al territorio e alle comunità locali. Un impegno confermato anche dall’operatività dell’ufficio di Torino, attivo da fine 2020, e da iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale locale.

Dopo le tappe di Napoli, Brescia, Venezia, Firenze, Palermo e Torino, il Roadshow di CDP proseguirà nei prossimi mesi toccando altre principali città italiane tra cui Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Genova e Verona.

Promozione della sicurezza stradale, Torino premiata all’Urban C-ITS Contest

Città pioniera nel miglioramento della sicurezza e dell’incolumità delle persone, Torino raccoglie all’Urban C-ITS Contest Award Ceremony – evento dedicato a promuovere e diffondere adozione di C-ITS (Cooperative Intelligent Transport Systems) nelle città europee – un riconoscimento al proprio impegno per migliorare la sicurezza stradale a beneficio di tutti coloro che si muovono in città.

Da diversi anni, insieme alla società partecipata 5T, la Città di Torino ha iniziato ad anticipare il futuro mediante progetti di innovazione sulle cosiddette smart roads (strade intelligenti), che consentono alle strade della città di comunicare con i veicoli in viaggio, scambiando informazioni cruciali come le condizioni del traffico, i lavori in corso e la sicurezza stradale.

“Le tecnologie evolvono, così come le automobili e le abitudini di mobilità. In questo contesto di cambiamento, anche la nostra città si innova – spiegano da 5T che gestisce la Centrale della Mobilità e dell’Infomobilità cittadina – A Torino, da sempre, disponiamo di uno dei sistemi di controllo del traffico più avanzati in Europa, costituito da semafori intelligenti, sensori, telecamere. Strumenti che cooperano in modo sinergico per aiutare la città a muoversi, a pulsare e a vivere. Oggi anche questi sistemi devono evolvere per potersi adeguare a una mobilità fatta di automobili e di veicoli sempre più connessi e intelligenti e che, in un futuro neanche troppo lontano, potranno guidare da soli”.

Scelta insieme a Trento e Verona dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture come partner per la sua consolidata esperienza nella gestione di servizi e sistemi intelligenti di trasporto per la mobilità urbana, Torino ha affidato il coordinamento tecnico e operativo del progetto strategico “C-ROADS ITALY 2” a 5T.

E proprio in riconoscimento dei notevoli risultati conseguiti con questo progetto, Torino è stata premiata come ‘Frontrunner on improving safety and security’ dell’Urban C-ITS Contest. La cerimonia di premiazione ha visto una delegazione di 5T ritirare il premio in qualità di City ambassador e deployer delle soluzioni.

I C-ITS sono sistemi in grado di garantire diversi vantaggi: una migliore sicurezza stradale, maggiori efficienze nei trasporti, consumi energetici ridotti e minori effetti negativi sull’ambiente.

La promozione della sicurezza stradale è un obiettivo prioritario che può essere raggiunto non solo attraverso l’applicazione di misure di enforcement e con l’adeguamento delle infrastrutture fisiche stradali, ma anche grazie alla diffusione di servizi cooperativi C-ITS, il cui sviluppo rivestirà un ruolo sempre più significativo nel promuovere l’innovazione tecnologica in questo settore.

Il Sindaco incontra i lavoratori del Goethe Institut

Il sindaco Stefano Lo Russo ha incontrato oggi insieme alla Vicesindaca Michela Favaro una delegazione di lavoratori e studenti del Goethe Institut, riuniti sotto Palazzo civico insieme ai sindacati per protestare contro la decisione dell’Istituto di chiudere la sede torinese. Il Sindaco ha spiegato loro di aver firmato oggi una lettera insieme alle assessore a Lavoro e Cultura, Gianna Pentenero e Rosanna Purchia, indirizzata al presidente del Goethe, all’ambasciatore tedesco e alla ministra degli Esteri tedesca in cui si chiede di riconsiderare questa scelta.

“Proveremo – ha detto – a scongiurare, per quanto possibile, la chiusura. La notizia ci ha colti di sorpresa e combatteremo per tenere aperto il Goethe a Torino. Non dipende direttamente dalla Città – ha aggiunto Lo Russo-, ma facciamo quello che possiamo. Come amministrazione siamo attenti alla questione del tedesco a Torino, per il ruolo culturale e per la collaborazione internazionale”.

A sostegno dell’ente culturale si è mobilitata tutta la città, quasi 17 mila le firme raccolte finora.

“Insieme alla collega Rosanna Purchia – aggiunge l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero- abbiamo incontrato più volte nelle ultime settimane i vertici torinesi del Goethe, i lavoratori e le rappresentanze sindacali i perché l’esperienza culturale e formativa del Goethe a Torino non si può perdere. Come città ci stiamo attivando attraverso i contatti con le altre realtà sede dell’istituto, con la direzione centrale e la rappresentanza diplomatica tedesca per trovare una soluzione a questa chiusura. Noi vogliamo sottolineare come la perdita dell’istituto potrà pesare sull’offerta culturale della città e sulle risorse da fornire al tessuto economico” .

“Sarebbe una grande perdita per la città dal punto di vista culturale, a maggior ragione senza una reale motivazione se non quella dovuta a un piano di tagli lineari.  Metteremo in campo tutto il nostro impegno e le nostre energie  per evitare che questo accada in maniera definitiva” conclude l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia.

Nuovi modi di fare scuola e pensare l’educare, dal 26 al 28 ottobre il Social Festival Comunità Educative

Tre giorni di lezioni, dibattiti, workshop, atelier diffusi a Torino, Grugliasco, Nichelino, Rivoli, e Settimo Torinese dedicati ai mondi della scuola e dell’educare.

Dopo una prima edizione sperimentale, dal 26 al 28 ottobre torna il Social Festival Comunità Educative ‘Corpi in movimento, menti in evoluzione’, promosso e organizzato dal Comune di Torino e dalla Città Metropolitana, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la direzione scientifica della rivista Animazione Sociale. 185 relatori e un ricco programma per esplorare i nuovi modi di fare scuola e pensare l’educare con le bambine, i bambini, le ragazze e i ragazzi per rendere i luoghi della didattica e dell’educazione sempre più capaci di accendere la mente, far fiorire l’umano, stare un po’ meglio insieme, adulti, insegnanti, educatori e nuove generazioni.

Il focus di quest’anno è il corpo, la fisicità e lo spazio intesi in diverse sfaccettature: studi neuroscientifici dimostrano, infatti, che per mettere in moto la mente bisogna attivare anche il corpo e che, in questa prospettiva, è necessario interrogarsi su quali siano le condizioni migliori, sia cognitive sia ambientali, per favorire l’apprendimento.

Il Social Festival metterà insieme soggetti, enti, associazioni, studiosi e tutti coloro che hanno a cuore il benessere e l’educazione delle nuove generazioni, non solo per ribadire la centralità della scuola come perno della comunità, ma anche più nello specifico riflettere su come rendere l’esperienza scolastica ed educativa il più efficace e inclusiva possibile.

Questi saranno i temi che verranno affrontati in 2 plenarie (giovedì 26 e sabato 28 mattina), dedicate all’ascolto delle idee e delle proposte; nei 17 workshop (giovedì 26 e venerdì 27 pomeriggio) in cui si entrerà nei ‘mille cantieri’ dove ogni giorno, a scuola come nei territori, la comunità educativa si sperimenta; nei 10 atelier dove educatori, insegnanti e genitori utilizzeranno strumenti e tecniche che attivano l’interazione corpo/mente/ambiente. E poi nelle 9 conversazioni per dialogare su grandi temi che interrogano insegnanti, studenti, famiglie e chiunque sia interessato alle sfide dell’educare e dell’insegnare e nei 2 dialoghi sulle politiche (due sessioni venerdì 27) in cui gli amministratori locali si confronteranno su come rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti.

Gli incontri con i giovani (nel pomeriggio di giovedì 26 e nella mattina di venerdì 27) saranno dedicati all’ascolto del loro punto di vista, di chi si trova a vivere la propria adolescenza dopo la pandemia. Sempre venerdì gli studenti assisteranno alla proiezione di due film ‘Io Capitano’ di Matteo Garrone, con la partecipazione di don Luigi Ciotti e 450 studenti di scuole superiori e ‘La nostra bellezza quotidiana’ di Gabriele Vacis.

Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.socialfestival-comunitaeducative.it

Abbiamo voluto fortemente proporre un nuovo appuntamento del Social Festival Comunità Educative perché abbiamo percepito proprio dalle e dai partecipanti la necessità di continuare l’esperienza dello scorso anno. La prima edizione sperimentale ha raccolto oltre mille adesioni, segno che la comunità educante ha colto l’intento della Città e della Città Metropolitana di fissare un momento per ritrovarsi e riflettere insieme sulle sfide dell’apprendimento. La seconda edizione ‘Corpi in movimento, menti in evoluzione’ accenderà i riflettori sull’importanza della connessione tra contenuto e contenitore, tra mente, corpo e spazio, perché l’educazione nel suo complesso deve anche tener conto degli spazi di apprendimento. Un ringraziamento enorme va al comitato scientifico e alla rivista animazione sociale per l’organizzazione di tutte le attività e alla Fondazione Compagnia di San Paolo, per il suo costante interessamento a queste tematiche” sottolinea Carlotta Salerno, Assessora alle Politiche educative della Città di Torino.

Il concetto di apprendimento e coinvolgimento attivo degli studenti deve ridefinire l’educazione. Questa trasformazione non riguarda solo la didattica, ma coinvolge anche l’ambiente scolastico e l’innovazione tecnologica. L’innovazione tecnologica offre strumenti potenti per l’apprendimento, ma richiede un maggiore impegno da parte degli studenti nell’uso critico delle risorse digitali. Gli insegnanti sono chiamati a essere guide e facilitatori, piuttosto che semplici trasmettitori di informazioni. In questo contesto, l’educazione diventa un processo attivo, in cui gli studenti sono coinvolti in modo più profondo e partecipativo. Questo cambiamento mira a preparare gli studenti per un mondo in continua evoluzione, in cui la capacità di apprendere in modo autonomo è essenziale per il successo” dichiara Caterina GrecoConsigliera delegata all’Istruzione della Città metropolitana di Torino.

L’idea che anima questo festival è quella di farne un appuntamento a cui chi si occupa di scuola, di educazione, di politiche per l’apprendimento guardi come occasione  di riflessione, di confronto e condivisione  di idee e di esperienze  per fare della città tutta un luogo di crescita e miglioramento. La politica ha essa stessa una forte vocazione pedagogica nel fare crescere le persone come cittadini all’interno di comunità educative alla ricerca del senso delle proprie azioni e delle necessarie connessioni” afferma Lorenza Patriarca, Presidente V Commissione Istruzione del Comune di Torino.

Tanti segnali spingono insegnanti ed educatori a ripensare come fare scuola ed educazione. Non solo i dati della dispersione scolastica e il malessere adolescenziale, ma anche il fatto che in classe entrano generazioni native digitali cresciute con sollecitazioni veloci. Non si può fare scuola come un tempo, gli insegnanti questo lo sanno. La sfida è rendere le ore di lezione momenti attivanti, coniugando obiettivi di apprendimento e di benessere, che non sono cose scollegate perché la mente si apre se si apre il cuore” sostiene Francesco D’Angellarivista Animazione Sociale.

Il Torinese… con la coda. Ecco la nuova rubrica sui nostri amici a 4 zampe

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IL TORINESE… CON LA CODA

Primo appuntamento di una nuova rubrica sul Torinese, e speriamo di una bella avventura.  Ci presentiamo, siamo medici veterinari, dottoressa Federica Ferro e dottor Stefano Bo, titolari dell’omonimo ambulatorio veterinario, ovviamente a Torino. Con noi lavorano vari colleghi che spero avremo modo di presentarvi nel tempo. Ci conosciamo e lavoriamo insieme da più di 20 anni e incredibilmente andiamo ancora d’accordo, vorremmo trasmettervi la nostra passione e la nostra competenza riguardo ai vostri animali. Abbiamo “interrogato” amici, parenti e clienti, su quelle che possono essere le curiosità e le notizie che piacerebbe leggere sul Torinese e ne abbiamo fatto tesoro. Sappiamo quanto i nostri animali siano diventati parte integrante della vita di ognuno di noi, quanto sia di moda l’argomento, e per questo spesso si leggono cose non corrispondenti alla realtà, ci auguriamo di fugare dubbi e di screditare le cosiddette “fake news”. Sarà nostra cura proporvi vari argomenti sul benessere, la storia e alcuni aspetti clinici dei vostri cani e gatti, e ascoltare le vostre richieste in merito. Se ci piaceremo, potremo approfondire vari argomenti, anche rispondendo a vostre specifiche richieste. Quindi, partiamo!

 

La prima visita

Essendo il nostro primo articolo su “Il Torinese”, vogliamo dedicarlo alla prima volta che il vostro nuovo cucciolo, o gattino, va dal veterinario, ovvero la prima visita. Innanzitutto, quando arriva a casa un piccoletto, non precipitatevi dal veterinario, a meno che, ovviamente, non stia male. Dategli il tempo di abituarsi al nuovo ambiente, alle nuove persone, ai nuovi stimoli. Questa fase è molto stressante, il cucciolo, o il gattino, è stato allontanato dalla mamma e una visita dal veterinario gli procurerebbe ulteriore stress. Dategli una o due settimane per ambientarsi. La prima cosa da fare sarà poi quella di raccogliere un campione di feci e far fare un esame coprologico. In questo modo sarà possibile rilevare l’eventuale presenza di parassiti intestinali. Questo anche se sono già stati somministrati dei farmaci antiparassitari per la cosiddetta “sverminazione” da parte dell’allevatore, del proprietario della mamma, o del canile/gattile. Esistono infatti dei parassiti che non rispondono a questo tipo di terapie e che non sono visibili ad occhio nudo, per cui è necessario, se identificati, somministrare farmaci specifici. Una volta fatto ciò, si prenota una visita clinica, che dovrà essere molto accurata, in particolare nella spiegazione di tutte le fasi della gestione del nuovo arrivato. Si procederà con quello che si definisce esame obbiettivo generale, con particolare attenzione ad eventuali sintomi riconducibili ad alcune malattie infettive, si deciderà quando e come cominciare la profilassi vaccinale e si valuterà il tipo di alimentazione da scegliere. Non fatevi problemi a chiedere più informazioni possibili, si deve creare un rapporto di fiducia con il vostro veterinario. Il primo anno di vita è molto impegnativo, il cucciolo/gattino può mettere a dura prova la nostra pazienza. Sporca in giro, distrugge tutto, spesso ingerisce cose non idonee, è richiedente e spesso i proprietari non hanno gli strumenti per gestirlo al meglio. Ricordatevi anche che ci saranno dei costi da sostenere, le spese veterinarie da mettere in conto il primo anno prevedono tre vaccinazioni, esame coprologico, eventuali test ematici, eventuale sterilizzazione/castrazione ed imprevisti vari. Da alcuni anni esiste la possibilità di sottoscrivere delle polizze assicurative per la salute dei pet, vale la pena informarsi e valutare le varie proposte. Nei prossimi articoli parleremo nel dettaglio di alimentazione, degli obblighi di legge, della profilassi vaccinale, quando iniziarla, perché e come affrontarla. Parleremo del comportamento del nostro nuovo amico e di come imparare a gestire le varie fasi di ambientamento e di crescita. L’etologia è stato infatti uno degli argomenti che più ci sono stati segnalati.

 

La vicesindaca accoglie una delegazione dalla Guinea Conakry

Questa mattina a Palazzo civico la vicesindaca Michela Favaro ha incontrato una delegazione proveniente da Yendè-Millimou, un comune della Guinea Conakry.

All’incontro, chiesto dalla sindaca del Comune di Almese Ombretta Bertolo, già in relazione col comune guineaiano tramite due bandi di cooperazione decentrata della Regione Piemonte, hanno partecipato il Sindaco di Yendè, Saa David Yombouno, due donne scelte tra le contadine del villaggio, un rappresentante dell’ONG locale Réseau d’Appui au Développement Local (RESADEL) e uno per la Ong italiana “A Proposito di Altri Mondi” (APDAM), interfaccia nel rapporto tra il comune italiano e quello guineaiano.

La delegazione, in visita in questi giorni ad Almese, è stata accolta nella Sala Congregazioni, dove si è parlato in particolare del progetto RISO-rse in COMUNE che, messo in campo da un paio d’anni tra le due municipalità con l’obiettivo di contrastare la malnutrizione e migliorare le condizioni della donna in Africa, si è finora concretizzato col miglioramento della filiera di coltivazione di riso e ortaggi presso alcuni villaggi del comune guineaiano, con la costruzione di piccoli impianti, l’acquisto di attrezzature in loco e la formazione agricola ed economica da parte di esperti guineaiani.

Oltre alle realtà presenti, tra le Ong torinesi attualmente attive in Guinea figurano anche le associazioni LVIA, con quattro progetti attivi tra i quali un programma di sensibilizzazione per la registrazione alla nascita dei bambini e diverse azioni nel campo della “cultura e sviluppo” per contribuire a modificare i comportamenti dei cittadini nel settore della salute pubblica, e CISV, che lavora invece su azioni orientate verso il rafforzamento della resilienza, delle capacità produttive, nonché della trasformazione e commercializzazione nelle varie filiere produttive.

 

Christian Ruggeri

Ascoltare la città per costruire il nuovo Prg. Tre giorni di appuntamenti in tutte le circoscrizioni

Chi abita o lavora a Torino potrà dire la sua su come immagina la città del futuro, contribuendo alla redazione del nuovo piano regolatore.

Succede oggi, domani e domenica in otto sedi in contemporanea (una per ciascuna Circoscrizione), dove la Città e Urban Lab, in collaborazione con le otto Circoscrizioni cittadine, organizzano un programma di informazione, ascolto, dialogo e coinvolgimento sulla città di domani.

L’iniziativa si inserisce nella fase di ascolto del territorio prevista dalle linee guida per il nuovo piano regolatore della Città approvate lo scorso mese di giugno. L’intenzione è quella di rendere corale il processo di redazione del nuovo strumento urbanistico, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e della società civile nel suo insieme: portatori di interesse sociale ed economico, abitanti e utenti della città, associazioni e corpi intermedi, enti pubblici ed esperti.

Il primo appuntamento aveva riguardato gli addetti ai lavori mentre ora, a poter suggerire traiettorie di lavoro per la costruzione del nuovo piano, saranno i cittadini di ogni quartiere.

Il programma della tre giorni prevede un incontro pubblico di presentazione del percorso per il nuovo Piano Regolatore, durante il quale i presidenti delle Circoscrizioni e i rappresentanti delle organizzazioni locali illustreranno punti forza e problemi di ciascun territorio. Dalle 12 alle 19 sarà poi aperto uno sportello dedicato, dove cittadine e cittadini potranno proporre progetti, segnalare suggerimenti e criticità e ricevere informazioni sulle trasformazioni in corso nella città.

Proposte, idee e suggerimenti potranno essere inviati all’amministrazione anche on line compilando un questionario (https://survey123.arcgis.com/share/f6660fca4af74833879f9ecfc4957bb2) rivolto a chiunque abiti, studi o lavori a Torino e voglia raccontare come vorrebbe la città.

Il Piano regolatore è il principale strumento dell’amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Quello ad oggi in vigore fu adottato nel lontano 1991 e approvato nel 1995, opera di Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi.

“L’ultimo piano regolatore che Torino ha avuto– spiega l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni– ha consentito negli anni la trasformazione di molte sue parti ma è evidente che oggi uno strumento pensato negli anni ‘90 non risponde più alle esigenze delle città. Serve un nuovo piano, costruito a partire dai temi che caratterizzano la specificità del tessuto urbano ma anche da una oggettiva esigenza di contemporaneità, ovvero di un atteggiamento capace di trattare, al tempo stesso, la consistenza dei luoghi da trasformare, la transizione energetica e ambientale, l’aspetto demografico. E per costruirlo servono l’ascolto, la condivisione e i suggerimenti di tutti coloro che vivono la città e vogliono contribuire a migliorarla”.