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“Torino Respira”: Finalmente la politica si occupa di qualità dell’aria

Riceviamo e pubblichiamo – Finalmente la politica si occupa seriamente di come migliorare la qualità dell’aria delle nostre città

Il Comitato Torino Respira, dal cui esposto è scaturita l’indagine in tema di reato di inquinamento ambientale colposo, commenta la recente proposta di legge “salva sindaci”

Torino, 31 ottobre 2023. L’iniziativa giudiziaria del Comitato Torino Respira in materia di smog, recepita dalla Procura della Repubblica di Torino che ha deciso di contestare il reato di inquinamento ambientale colposo ai Sindaci della Città di Torino, al Presidente della Regione Piemonte e ai rispettivi assessori all’ambiente che si sono succeduti dal 2015 al 2019, è divenuta oggetto di attenzione addirittura del Parlamento, che ha approvato un singolare ordine del giorno presentato dall’onorevole Costa, avente il dichiarato obiettivo di bloccare questo processo.

L’ordine del giorno, dopo aver richiamato le sentenze pronunciate dalla Corte di Giustizia nel 2020 e nel 2022, con le quali l’Italia è stata condannata per i ripetuti sforamenti dei limiti di concentrazione nell’aria del biossido di azoto e delle polveri sottili e per la mancata adozioni di piani di qualità dell’aria che consentano di rientrare nei limiti di legge nel più breve tempo possibile (meno male che il Parlamento Europeo non ha tentato di imbavagliare la Corte di Giustizia…), richiama una narrazione desolante tipica di coloro che ritengono ineludibile lo smog che respiriamo nella nostra città: ” …la pianura padana è la regione più inquinata dell’Europa occidentale, a causa soprattutto delle sua particolare conformazione geografica: la presenza delle Alpi e degli Appennini su tre lati portano infatti a condizioni meteo sfavorevoli alla dispersione delle sostanzi inquinanti”.

Effettivamente ci eravamo accorti anche noi della presenza delle Alpi e degli Appennini, ma allorquando vi è situazione sfavorevole alla dispersione degli inquinanti la risposta a questa giustificazione, da sempre avanzata da color che in realtà nulla hanno fatto per combattere seriamente lo smog, non appare molto complicata: occorre fare di più, molto di più.

Questa giustificazione, rectius scusa, era stata già utilizzata in realtà dall’Italia nell’ambito dei contenziosi sovranazionali, che si sono conclusi con le richiamate sentenze di condanna, e alla stessa la Commissione Europea aveva risposto in questi termini: “la Commissione replica che l’obbligo di non superare detti valori limite è chiaramente un obbligo di risultato che incombe allo Stato membro rispettare ai sensi dell’articolo 13 della direttiva 2008/50. Eccepire l’esistenza di aspetti propri a detto Stato membro vorrebbe dire negare l’esistenza di detto obbligo”.

L’ordine del giorno, dopo aver poi richiamato espressamente il procedimento penale torinese, additato di voler valutare “l’adeguatezza e l’efficacia di scelte adottate dagli amministratori locali nella loro piena e legittima discrezionalità politica e di far discendere da tale valutazione conseguenze penali, in spregio alla separazione dei poteri”, impegna il Governo “ad adottare le iniziative normative di competenza volte ad escludere la responsabilità penale da “mera posizione” per gli amministratori locali di fronte ad eventi connessi a fenomeni di inquinamento atmosferico o cambiamento climatico di portata globale non direttamente prevedibili ed evitabili, configurando l’elemento soggettivo in modo tale da scongiurare interpretazioni giurisprudenziali creative”.

Sentire parlare di fenomeni imprevedibili a proposito di inquinamento atmosferico ci lascia tra lo sbigottito e il divertito, ma vogliamo assicurare il Parlamento che il procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Torino non ha nulla di particolarmente creativo, senonché il fatto di contestare un reato introdotto dallo stesso organo legislativo nel 2015, il reato di inquinamento ambientale colposo (artt. 452 bis e quinquies), riforma legislativa animata proprio dallo scopo di tutelare maggiormente l’ambiente.

In materia di responsabilità penale colposa, occorre principalmente rispondere a tre quesiti: esiste l’evento del reato, esiste una posizione di garanzia dei soggetti cui viene contestata una condotta inadeguata a proteggere il bene tutelato dalla norma, esiste un nesso causale tra la condotta inadeguata e l’evento?

A questo domande risponderà il Tribunale di Torino, ma appare evidente come la contestazione sia tutt’altro che manifestamente infondata: l’inquinamento dell’aria nel periodo 2015/2019 è pacifico, la posizione di garanzia degli amministratori in materia è prevista dalla legge, per quanto riguarda la condotta inadeguata – che ha quantomeno contribuito al mancato rispetto dei valori limite di concentrazione degli inquinanti nell’atmosfera – la stessa è stata puntualmente evidenziata nell’avviso di conclusione delle indagini dalla Procura della Repubblica. In tale senso sono altresì significative le plurime censure avanzate dalla Corte di Giustizia nelle richiamate sentenze di condanna, che hanno sempre riguardato anche l’agglomerato di Torino.

Nell’ordine del giorno si parla di violazione del principio di separazione dei poteri: sarebbe forse il caso che il Parlamento italiano dedicasse tutte le proprie energie ad un’efficace lotta all’inquinamento atmosferico e alla crisi climatica, piuttosto che tentare di impedire alla magistratura di adempiere al compito assegnatole dalla Costituzione.

“Diversamente da quanto pensa l’On. Costa, le contestazioni elevate agli imputati nel processo torinese, non derivano semplicemente dalla loro “posizione”, ma da una serie di evidenti omissioni. Credo che intendere la discrezionalità delle scelte politiche come una libertà degli amministratori di non rispettare le leggi dello Stato e così facendo di provocare danni alla salute dei cittadini sia una aberrazione da respingere con forza.”, commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

 

Chi siamo

Torino Respira è un comitato di cittadine e cittadini, nato per promuovere iniziative finalizzate a migliorare la qualità dell’aria nella città di Torino e nell’area metropolitana torinese.

Il Comitato persegue il proprio scopo mediante attività di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini, organizzazione di incontri con esperti, sollecitazione delle istituzioni all’adozione di misure dirette alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni che ne sono causa.

Si può sostenere l’impegno di Torino Respira, aderendo al comitato: https://www.torinorespira.it/aderisci/

 

Informazioni

Comitato Torino Respira

www.torinorespira.it/

Da Torino ai comuni della cintura in bicicletta. Da dicembre tre nuove piste ciclabili

Tre nuove piste ciclabili collegheranno Torino a Nichelino, Venaria e Mappano a partire da dicembre. Finanziati in gran parte con fondi ministeriali e PNRR, questi tre assi costituiranno il primo tassello di un vero e proprio sistema ciclabile metropolitano che permetterà a pendolari e studenti di spostarsi in modo sostenibile e sicuro tra casa, scuola e lavoro.

Le tre ipotesi di ampliamento della rete ciclabile e di raccordo con il sistema delle ciclovie di Torino sono nate nell’ottobre del 2020, a seguito di una serie di incontri tra la Città metropolitana, responsabile della gestione dei fondi ricevuti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della realizzazione delle opere, la Regione Piemonte, la Città di Torino e i comuni della cintura torinese.

Chiara Foglietta, assessora alla Mobilità, commenta così la delibera approvata questa mattina, su sua proposta, in Giunta comunale: “Rafforzando e ampliando l’offerta di mobilità alternativa, favoriamo una cultura di mobilità sostenibile e un’accessibilità più inclusiva. L’intento è quello di promuovere lo sviluppo della ciclabilità urbana quale sistema di mobilità congruente per gli spostamenti sistematici, quelli di tutti i giorni, che incidono maggiormente sul traffico cittadino e sul sovraffollamento dei mezzi pubblici.”

L’intervento, per i tratti che interessano il territorio del comune di Torino, è in continuità con i nuovi assi ciclabili di via Lanzo e strada Cuorgnè realizzati dalla Città e funzionali al collegamento con Venaria e Mappano, e con l’asse che sarà realizzato in via Artom per il collegamento con la città di Nichelino.

L’importo complessivo delle opere ammonta a 4.104.311 euro finanziato per euro 2.398.323 dalla Città Metropolitana con fondi ministeriali, 1.303.537 euro dalla Regione Piemonte, 322.450 euro per la parte di competenza dal Comune di Nichelino e 80.000 euro dal Comune di Venaria. L’intervento non comporta spese per la Città di Torino, ma saranno a suo carico, nei tratti realizzati sul territorio comunale, la gestione e la manutenzione di infrastrutture e arredi e le spese di energia elettrica per l’illuminazione delle ciclovie.

Approvata la sperimentazione del rimborso per l’affidamento a connazionali di minori stranieri non accompagnati

La Città di Torino avvierà la sperimentazione del rimborso per l’affidamento a parenti e connazionali di minori stranieri non accompagnati (MSNA) che hanno un’età superiore ai 14 anni. Lo ha deciso questa mattina la Giunta comunale licenziando il provvedimento proposto da Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare. Il periodo della sperimentazione avrà la durata di un anno.

Si tratta di una delibera innovativa che introduce un nuovo modello di ospitalità, l’affidamento a connazionali per far fronte al significativo aumento di minori stranieri non accompagnati accolti a Torino, che si affianca alla rete di accoglienza residenziale.

I dati della Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero dell’Interno al 31 dicembre 2022 registrano in Piemonte un totale di 885 presenze: la sola Città di Torino, dunque, con le sue 720 presenze, ha assorbito l’81,36 per cento dell’intero flusso migratorio MSNA regionale.

Data la perdurante assenza di posti nelle strutture di accoglienza, nel corso del 2022, sono stati affidati a propri connazionali o parenti, in modo definitivo o temporaneo, circa 115 minori stranieri non accompagnati a cui se ne aggiungono oltre 60 a fronte dell’accoglienza di altri 414 minori a settembre 2023.

A differenza di altri comuni del Nord Italia, Torino spesso non è solo città di transito, ma di arrivo. Infatti sul territorio cittadino sono presenti reti collaborative e solidali di connazionali o familiari. Dalle osservazioni effettuate è emerso che i parenti e i connazionali offrono relazioni affettive, esempi di positiva integrazione e l’autorevolezza necessaria ai percorsi di crescita dei minori, ragazzi che presentano biografie complesse, con processi evolutivi realizzati all’interno di condizioni di violenza strutturale che non si interrompono con la migrazione dal paese d’origine, ma si nutre di nuove forme di insicurezza e incertezza.

Tutti i Comuni registrano crescente difficoltà ad affrontare il forte afflusso di minori stranieri non accompagnati, una situazione che ha di fatto portato a esaurire i posti mettendo Torino e molte Amministrazioni locali nelle condizioni di dover utilizzare strutture provvisorie e di emergenza, al di fuori del circuito ordinario – sottolinea Rosatelli -. Con questo progetto vogliamo aprire a nuove forme di sperimentazione, anche su impulso e indicazione del Consiglio Comunale, che propongono un’accoglienza rispettosa dei legami culturali e familiari e un percorso di formazione e di sensibilizzazione per coloro che accolgono questi ragazzi all’interno di un disegno cittadino di governance con il coinvolgimento della Prefettura”.

La sperimentazione terrà conto del parere espresso dalla famiglia d’origine, quando possibile, nonché l’esistenza di un precedente positivo legame di conoscenza nel paese di provenienza; la regolarità della presenza dell’affidatario sul territorio nazionale (titolo di soggiorno) e un contratto di locazione/possesso dell’immobile di domicilio abituale; i colloqui di conoscenza da parte dei Servizi Sociali; il parere del minore.

In quest’ottica la Città definisce un rimborso mensile a persona di 150 euro per le spese di mantenimento tra cui quelle scolastiche, per i trasporti, sanitarie e per la regolarizzazione. A oggi gli affidatari sostengono tutti gli oneri relativi al mantenimento del minore e alle sue necessità di salute, istruzione e socializzazione, pur potendo usufruire del supporto del Servizio Sociali. È previsto un sistema di controllo da parte degli uffici sulle spese sostenute.

La spesa relativa all’erogazione delle quote affido è stimata in 135mila euro per tutta la durata della sperimentazione e sarà interamente rendicontata alla Prefettura di Torino la richiesta di rimborso a valere sul Fondo Nazionale per l’Accoglienza di Minori Stranieri non Accompagnati.

Al fine di potenziare il modello di affido di connazionali è stato strutturato un sistema cittadino di governance attraverso l’adesione al supporto professionale in collaborazione con Unicef/CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)  e le Università di Torino e del Piemonte orientale per la formazione, che saranno rivolti agli affidatari, così come prevede la convenzione tra la Garante Regionale per l’infanzia e l’adolescenza, la Regione Piemonte, l’ANCI Piemonte e l’Università degli Studi di Torino. In particolare sono previsti percorsi formativi di accompagnamento e sensibilizzazione rivolti a famiglie affidatarie e tutori, in collaborazione con l’Università di Torino e del Piemonte Orientale anche al fine di consolidare la collaborazione in rete tra famiglie, servizi, tutori e ufficio minori.

La famiglia affidataria viene dunque sostenuta da un tutoraggio per garantire la buona riuscita dell’accoglienza e a tal fine sarà aperto uno sportello informativo per tutori, famiglie e ragazzi affidati negli spazi della Città di Torino con due accessi settimanali di ascolto, supporto e monitoraggio. I dati raccolti affluiranno in una banca dati appositamente costituita, in condivisione con i tutori volontari sulle risorse del territorio. Sarà inoltre messo a punto materiale informativo su orari, luoghi e funzionamento dello sportello.

Al tema dell’affido la Città sta riservando grande attenzione e in quest’ottica ha aderito al nuovo bando FAMI (Fondo asilo migrazione e integrazione) presentazione di progetti da finanziare sulla promozione dell’accoglienza familiare dei minori non accompagnati.

A Torino un comitato per l’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale

La Città di Torino si doterà, per prima in Italia, di un comitato etico per l’intelligenza artificiale. Lo ha stabilito una delibera approvata questa mattina dalla Giunta Comunale su proposta dell’assessora all’Innovazione e alla Transizione Digitale Chiara Foglietta che stabilisce la costituzione di un “board sull’uso etico per le tecnologie emergenti”.

A pochi giorni dall’annuncio del Governo della scelta di Torino come futura sede per la Fondazione Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, l’amministrazione compie un passo avanti verso una transizione digitale “responsabile”, con il compito di accompagnare e monitorare i nuovi processi all’interno di un quadro tecnologico e normativo in costante evoluzione.

“Le tecnologie emergenti – spiega l’assessora Chiara Foglietta – sono parte integrante della nostra società, che vi è ormai sempre più immersa in ogni aspetto della quotidianità, e rappresentano un volano di sviluppo in grado di offrire notevoli benefici sia a livello economico che di impatto concreto nella vita delle persone, ma attorno al quale occorre prestare al tempo stesso particolare attenzione e sensibilità. La Città di Torino con l’istituzione di questo “board” vuole quindi continuare il grande lavoro che sta portando avanti nel processo di transizione digitale, ma guidandola secondo principi etici e di responsabilità che la accompagnino in questo percorso di trasformazione”.

Big data, algoritmi e intelligenza artificiale sono elementi la cui rilevanza va crescendo tanto nell’economia digitale, quanto nella società in generale. Le nuove tecnologie sono sempre più pervasive delle scelte e dei diversi aspetti che compongono la quotidianità, dall’informazione alla mobilità, dagli acquisiti all’organizzazione del lavoro e i servizi pubblici non fanno eccezione. L’intelligenza artificiale in particolare, intesa come la riproduzione di percezione, interazione, ragionamento e apprendimento compiuta attraverso algoritmi di programmazione e nuove tecnologie, sarà quindi un potente catalizzatore attorno a cui ruoteranno investimenti e sperimentazioni in tutti i settori. In quest’ottica di futuro sviluppo, in cui l’IA sarà protagonista della transizione digitale e verrà integrata nella maggior parte di attività, sarà pertanto fondamentale saper cogliere le opportunità, ma anche poter garantire ai cittadini che i dati raccolti vengano utilizzati in modo sicuro e inclusivo.

Il comitato sarà costituito da esperti multidisciplinari (GDPR, cybersecurity, esperti di tecnologie emergenti), sia interni all’amministrazione comunale che esterni, individuati tramite una specifica call tra esponenti di istituti di ricerca, organizzazioni di advocacy, imprese e altri enti, in grado di apportare le conoscenze tecniche, giuridiche e di governance necessarie. Sarà lo strumento a disposizione dell’amministrazione comunale per rendere coerenti i progetti in tema di innovazione, oltre che per analizzare l’impatto che le nuove tecnologie stesse possono avere rispetto alle politiche della Città, in coerenza con le linee guida emanate dagli organismi nazionali, europei ed internazionali, e grazie al quale Torino vuole continuare a giocare un ruolo da protagonista nell’abilitare processi di transizione digitale “responsabile”. Opererà quindi a titolo di indirizzo consultivo per la Città, occupandosi di analizzare i diversi aspetti che potranno riguardare, per fare qualche esempio, l’aggregazione algoritmica dei dati, sorveglianza, profilazione, privacy e diritti digitali dei cittadini. Il tutto individuando policy e linee guida per una corretta governance e fornendo pareri mirati quando richiesti, oltre alla possibilità di raccordarsi e collaborare con i “comitati etici” presenti sul territorio, come quelli istituiti presso gli atenei torinesi.

Per il perseguimento degli obiettivi preposti, il “board” opererà in stretta connessione con l’Assessorato alla Transizione ecologica e digitale e all’Innovazione della Città, al quale resta in capo un ruolo di iniziativa, e con il Servizio Innovazione e Fondi Europei, il quale avrà invece funzione di segreteria e coordinamento tecnico e in sinergia con le attività di ricerca e sviluppo sulle nuove tecnologie già avviate con CTE Next, la Casa delle Tecnologie Emergenti.

Un nuovo piano tariffario per i Servizi cimiteriali

La Giunta comunale, su proposta dell’assessora con delega ai Servizi Cimiteriali Chiara Foglietta, ha approvato le nuove tariffe relative ai Servizi Cimiteriali.

Si tratta di un progetto di revisione dell’impianto tariffario cimiteriale cittadino, redatto in stretta collaborazione con AFC Torino, la società competente alla gestione dei servizi cimiteriali, che prevede la razionalizzazione delle tariffe, nell’ottica di renderle più facilmente leggibili e comprensibili per il cittadino, nel rispetto degli equilibri finanziari dell’ente gestore. La nuova impostazione è frutto, da un lato, della raccolta e dell’analisi delle esigenze manifestate dai cittadini e, dall’altro, della valutazione dei trend di scelta delle sepolture e dall’analisi dei costi.

Oltre a tariffe di più semplice comprensione tra i vantaggi per i cittadini ci saranno la maggior flessibilità per i ricongiungimenti familiari nelle sepolture e per gli avvicinamenti, per i quali sono stati anche ampliati i gradi di parentela ammessi e introdotto il rinnovo anticipato della concessione per un numero di anni sufficiente a garantire, al nuovo defunto in ingresso, una permanenza minima (fissata in 20 anni per le salme e 10 anni per le ceneri); la riduzione del 20% dei canoni dei manufatti meno appetibili (ad esempio loculi sotterranei). Nuove regole anche per quanto riguarda le urne cinerarie e tariffe onnicomprensive per le operazioni di esumazione ed estumulazione.

“Si tratta – spiega l’assessora Chiara Foglietta– di una revisione tariffaria che questa città attendeva da decenni, volta non soltanto ad un necessario adeguamento dei costi ma ad una complessiva semplificazione, nell’ottica di un servizio ancora più efficiente e comprensibile per il cittadino, nel difficile momento del commiato da uno dei propri cari”.

Rispetto all’impianto precedente, le voci tariffarie saranno suddivise in quattro raggruppamenti: autorizzazioni, assegnazioni/concessioni, forniture/servizi, operatività. In sintesi di seguito le principali novità per ciascun raggruppamento.

Autorizzazioni

Assorbono, in tutto o in parte, le spese amministrative di istruttoria delle varie pratiche, coi relativi importi che vengono sottratti a quanto attualmente compreso nei canoni concessori, cosa che ne motiva l’apparente aumento rispetto a quanto attualmente applicato. Tuttavia diverse voci di spesa sono invece diminuite, alcune anche in modo considerevole.

Assegnazioni/concessioni

Dedotte le voci relative alle autorizzazioni, le assegnazioni o concessioni vengono incrementate del 6% rispetto a quelle applicate ora, sia per le sepolture in terra che per le concessioni di manufatti. L’aumento assorbe in parte gli adeguamenti ISTAT, sospesi ormai da anni, e permette di bilanciare la riduzione del 20% dei canoni dei manufatti meno appetibili (ad esempio i loculi sotterranei). Vengono, poi, introdotte le tariffe per i cosiddetti cellari (manufatti di capienza maggiore rispetto a quella di loculi e cellette) e si introduce una nuova tariffa per gli aumenti di capienza -ad ogni nuovo ingresso in sepoltura viene cioè previsto il pagamento di una quota aggiuntiva per rendere conto dell’effettivo utilizzo del manufatto e non solo della sua capienza teorica -.  Accanto a queste modifiche, di maggiore rilievo, vengono poste in essere alcune semplificazioni come la definizione della quota da rimborsare in caso di recesso anticipato e modifiche, anche operative, volte a permettere la corretta applicazione delle novità introdotte.

Forniture/servizi

Tra le principali novità introdotte si segnala la previsione di erogare gratuitamente il servizio di giacenza in deposito di salme/ceneri, così come quello di approntamento delle fosse destinate all’interramento di salme inconsunte. Con riferimento alla cremazione, si introduce una differenziazione tra cremazione con cassa in cellulosa e cassa con zinco, con una tariffa superiore in questo secondo caso. Si introduce anche una novità riguardo all’eventuale scelta di essenze ornamentali per le tombe, con la previsione di poter scegliere tra diverse tipologie di piante a prezzi differenti.

Operatività in corso di sepoltura e/o alla scadenza

Si conferma l’obbligo di corrispondere, al momento del funerale, gli importi relativi agli oneri di dismissione, che verranno considerati come comprensivi di spese di reinterro ove necessario. Per quanto riguarda l’estumulazione vengono equiparate le tariffe per le operazioni straordinarie con quelle ordinarie.

‘Corpi in movimento, menti in evoluzione’, si conclude il Social Festival delle Comunità educative

Si è concluso sabato 28 settembre il Social Festival delle Comunità Educative, ‘Corpi in movimento, menti in evoluzione’, promosso e organizzato dal Comune di Torino e dalla Città Metropolitana, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la direzione scientifica della rivista Animazione Sociale, con un confronto sul tema ‘educare soggetti attivi’. Francesco d’Angella, direzione Animazione Sociale, che ha aperto i lavori della seconda seduta plenaria, ha spiegato che “Oggi, a scuola come in ogni altro luogo dell’educare, il compito è dedicarci a formare ‘teste ben fatte’, capaci di giocare un ruolo attivo nella vita propria e in quella sociale. Per questo i luoghi dove si cresce e si impara devono essere luoghi dove si nutre il piacere della scoperta, dove
si assapora il gusto dell’apprendere”.
Una manifestazione ricca di appuntamenti e confronti di esperienze anche con altre città italiane, come l’incontro che di venerdì 27 ottobre, sul tema ‘Le comunità delle città come laboratorio di politiche educative’. Un focus per capire in quale modo città simili cercano di apprendere, realizzare scambi per arricchire la vita dei loro abitanti a cominciare dalle bambine e dai bambini. Vi hanno partecipato assessora all’istruzione della Città di Torino Carlotta Salerno, gli omologhi colleghi dei Comuni di Bergamo, Loredana Poli; di Bologna, Daniele Ara; di Padova, Cristina Piva, e la vicesindaca della Città di Milano Anna Scavuzzo.
Per rinnovarsi davanti alla società e alla necessità di conciliazione della famiglie la Città di Torino ha ampliato la propria offerta formativa per i più piccoli con i ‘Poli per l’infanzia 0-6’, strutture che accolgono, in un unico plesso o in edifici vicini nidi e scuole dell’infanzia per bambine e bambini fino a sei anni di età. La sperimentazione è iniziata a settembre con la riconversione di tre strutture che già ospitavano nidi e scuole dell’infanzia in via Paoli 75, via Braccini 75 e via Roveda 35/1, altre due nasceranno ex novo, in via Pietro Giuria e in via Verolengo, grazie ai fondi del PNRR.
“Nell’ambito di queste nuove sperimentazioni stiamo lavorando anche con le ludoteche che si trasformano in spazi eterogenei e multidisciplinari aperti alle famiglie con una serie di servizi a disposizione.” ha spiegato l’assessora. In tutto questo percorso sono coinvolte anche le insegnanti. Altra novità di questi ulti mesi è l’ambientamento partecipato dei genitori in 23 nidi e 20 suole dell’infanzia. È una pratica importata dai Paesi nord europei e adattata al territorio italiano, che prevede in fase di inserimento, la presenza continua del genitore che accompagna e affianca il proprio bambino nella scoperta di un mondo nuovo al quale il piccolo dovrà presto abituarsi. Entrambi, per tre giorni, sono immersi nella quotidianità del nido o della scuola dell’infanzia e partecipano a tutti i momenti che scandiscono la giornata (giochi, pranzo, cambio e sonno), con ingresso dalle 9:30 ed uscita alle 15:30.
Il Comune di Bergamo ha inserito all’interno del Piano Urbanistico i piani di servizio. Il territorio cittadino è stato diviso in cinque quadranti dentro cui è stato individuato un insieme di servizi. Al centro di ciascun cluster sono state inserite le scuole e i servizi educativi. Qui le scuole primarie di secondo grado sono aperte il pomeriggio e le ragazze e i ragazzi possono mangiare in mensa, un servizio fornito in collaborazione con il terzo settore. Il nostro obiettivo è “la promozione della crescita individuale degli adolescenti, gli studenti fanno i compiti insieme ad altre attività ludiche scelte da loro in uno spazio chiamato ‘il club’ ha spiegato Loredana Poli. “C’è un patto di corresponsabilità tra dirigenti e famiglie in cui è stabilito che le ragazze e i ragazzi possono entrare e uscire liberamente. Naturalmente la governance di questo modello è replicabile”. Per la fascia di età dai 0 ai 6 anni in Lombardia sono stati costituiti i coordinamenti pedagogici territoriali e, nel loro ambito, i tavoli per minori e famiglie a cui partecipano servizi sociali e socio-sanitari. Negli ultimi mesi sono stati coinvolti anche i pediatri di base “Sono un filtro efficace perché possono incrociare le difficoltà delle famiglie fin da subito e avere una panoramica della salute delle bambine e dei bambini nei primi 2000 giorni di vita” ha concluso l’assessora.
La vicesindaca di Milano ha illustrato il progetto ‘Labzerosei’, uno spazio sperimentale di innovazione in ambito educativo e culturale dedicato ai bambini e alle bambine da 0 a 6 anni. L’iniziativa arricchisce l’offerta educativa per i più piccoli nel padiglione ex cucine del Parco Trotter la cui ristrutturazione è stata possibile grazie a un investimento da parte del Comune di quasi 900mila euro, e un finanziamento europeo REACT-EU. “La città deve interagire con le famiglie per questo nidi e scuole dell’infanzia svolgono le loro attività al mattino e nel pomeriggio si aprono alle famiglie, mentre nel fine settimana si aprono a tutti gli altri quartieri cittadini” ha spiegato Anna Scavuzzo. Il progetto è stato realizzato da MUBA-Museo dei Bambini Milano, COMIN, Università degli Studi di Milano Bicocca (Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione), Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (CREMIT) e BAMBINI Bicocca SRL, con il coordinamento della Direzione Educazione del Comune di Milano.  In questo spazio i bambini lavorano sulla narrazione, stimolando la fantasia e la creatività, sono coinvolti nel laboratorio di robotica, e nell’atelier arte e bottega per sviluppare la manipolazione, uno stimolo molto importante questa fascia di età.
Anche il Comune di Bologna ha attuato alcune sperimentazioni nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Per quanto riguarda i nidi le famiglie entrano in una comunità che le accompagnerà da 0 a 18 anni, fino alle superiori. Nella fascia 0-3 anni è stato introdotto un ‘ambientamento partecipato’ come a Torino. Anche qui i genitori per 3 giorni sono presenti nei servizi. “Qui si inserisce un tema delicato – precisa Daniele Ara – quello della relazione tra genitori e insegnanti, deve passare l’idea che c’è una dimensione pubblica dell’educare. Si crea una relazione di fiducia in cui ognuno deve
cambiare il suo punto di vista”.
La scuola come contenitore per le attività pomeridiane nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. E’ questa la sperimentazione a cui avevano aderito 13 istituti comprensivi purtroppo conclusasi a causa della pandemia, presentata da Cristina Piva, assessora della Città di Padova, “I dirigenti scolastici avevano compreso che questo progetto era un buon modo per ‘tenere la socialità’ del quartiere in cui ci sono molti migranti. Avevamo rotto lo schema delle classi per consentire agli studenti di aggregarsi a seconda degli interessi. Una scelta vincente perché aveva creato coesione tra le ragazze e i ragazzi. Per questa ragione vogliamo riprendere in mano il progetto, ma mancano i fondi, che stiamo cercando di reperire”.

Un progetto per la valorizzazione dei giovani cestisti

Per mettere in piedi un progetto bisogna che si regga su delle fondamenta. Il Grantorino Basketball Draft queste basi sembra averle, partendo da valori come l’appartenenza, la condivisione e il rispetto, senza dimenticare la crescita dei migliori cestisti del territorio. Proprio i giovani atleti sono i protagonisti principali di questa idea nata dal presidente Gianni Vitale e alcuni amanti del basket di farli giocare nei migliori campionati nazionali e nei tornei più importanti a livello internazionale. Le due categorie interessate al progetto sono la Under 19 (ragazzi nati tra il 2004 e il 2006) e la Under 17  che comprende i nati nel 2007. A guidare entrambe le compagini un allenatore esperto come Stefano Comazzi che fino all’anno scorso è stato sulla panchina di Casale Monferrato in A2.

Due grandi squadre in campo, ma anche tanto lavoro fuori dal parquet come quello fatto dalle società che hanno aderito al progetto. Parliamo di Collegno Basket, Pallacanestro e Libertas Moncalieri, Kangaroos Sport. Alter 82 Piossasco, Eridania Basket, Venaria Reale Pallacanestro, Grugliasco Basket e Campus Piemonte. Anche l’amministrazione comunale ha voluto contribuire alla buona riuscita dell’iniziativa mettendo a disposizione il Pala Gianni Asti. “Quando qualche mese fa il presidente Vitale è venuto a presentarmi il progetto – ha sottolineato l’assessore allo Sport Domenico Carretta – mi è sembrato subito una bella idea perché metteva in risalto la valorizzazione di giovani cestisti. Siamo partiti mettendo a disposizione il Pala Gianni Asti, una struttura a cui recentemente abbiamo rifatto l’impianto luci. Spero la nuova società riesca a raggiungere gli obiettivi desiderati e che si possa avere due squadre di eccellenza”.

Festival Internazionale dell’Economia, dal 30 maggio a Torino la terza edizione

Chi possiede la conoscenza: è questo il tema della 3° edizione del Festival Internazionale dell’Economia che si svolgerà a Torino dal 30 maggio al 2 giugno 2024.

Un argomento di straordinaria attualità che coinvolge ogni singolo settore della vita pubblica: dalle imprese al commercio, dalla salute alle politiche urbane, dai trasporti alla comunicazione oltre, naturalmente, al mondo della ricerca e della formazione.

Dopo il successo delle prime due edizioni, che si sono occupate rispettivamente di “Merito, diversità e giustizia sociale” (2022) e di “Ripensare la globalizzazione” (2023), il Festival tornerà in
alcune delle più belle sale del centro del capoluogo piemontese, ospitando i più grandi economisti del mondo che su questo tema lavorano alla frontiera, oltre che ricercatori che lo studiano in tante altre discipline.

Il Festival Internazionale dell’Economia è ideato, progettato e organizzato dagli Editori Laterza con la direzione scientifica di Tito Boeri. La manifestazione è promossa dal TOLC (Torino Local
Committee), che riunisce Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Unione Industriali Torino e Legacoop, coordinati dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto.

Il digitale ha completamente trasformato il modo con cui prenotiamo un aereo, scegliamo un ristorante, guardiamo un film o ascoltiamo la musica. Ha rivoluzionato il modo con cui ci
informiamo, comunichiamo, facciamo acquisti, troviamo lavoro e incontriamo nuove persone. Tutte queste scelte generano informazioni, ossia conoscenza. Ma chi controlla e sfrutta queste immense fonti di dati? E a che scopo?

Le economie di scala raggiungibili con l’aggregazione delle informazioni hanno aumentato la concentrazione del potere economico. Basti pensare alle piattaforme che tutti ormai conosciamo: Netflix, Spotify, Airbnb, Amazon etc.  In maniera simile, i social media − Instagram, TikTok, X e le altre − hanno reso possibile a miliardi di persone comunicare quasi a costo zero.

La concentrazione, l’esistenza di poche reti dominanti, il fatto di poter fare tutto su una sola piattaforma: sono tutti elementi che facilitano la nostra vita. Più scelta, più comodità, più
informazioni, a prezzi spesso più bassi. Eppure la concentrazione riduce anche la concorrenza e l’innovazione e può lasciare molti indietro. E c’è il rischio che le diseguaglianze nell’accesso e nella
capacità d’uso della tecnologia aumentino le tensioni sociali già esistenti.

Le piattaforme guadagnano vendendo alle aziende spazi pubblicitari ma anche parte dell’enorme mole di informazioni raccolte sui comportamenti di chi le utilizza. Fin dove è lecito l’utilizzo della
conoscenza socialmente prodotta? In che misura è possibile esercitare diritti di proprietà su quest’ultima? Quali restrizioni occorre imporre per tutelare la privacy?

Altri interrogativi fondamentali riguardano gli aspetti etici e l’origine delle informazioni generate da macchine (fra i casi più celebri ChatGPT) e dunque l’autenticità nell’era digitale.
Il problema di fondo è governare, anziché subire, il progresso tecnologico e regolamentare l’accesso a questa immensa fonte di dati. Ma come farlo? E hanno i governi la forza necessaria?

A questi e a molti altri argomenti saranno dedicati gli incontri in programma al Festival Internazionale dell’Economia, che si terranno nei luoghi più suggestivi di Torino, con i più
autorevoli studiosi di questi temi. Economisti, internazionali e italiani, ma come sempre anche storici, sociologi, giuristi, informatici, scienziati e studiosi dei media. Con loro al Festival si
confronteranno i protagonisti del mondo economico, esponenti di spicco del mondo dell’impresa, del commercio e delle professioni, insieme ad esponenti di istituzioni e associazioni.

Il Festival, come sempre, si strutturerà attraverso lezioni magistrali ma si articolerà poi in tanti diversi formati: dalle parole chiave ai dialoghi, dagli interventi di grandi ‘testimoni del tempo’ ai
forum tra studiosi e protagonisti della vita economica. Nel processo di avvicinamento al Festival saranno coinvolti le università e il mondo delle scuole e saranno organizzati incontri sul territorio,
a Torino e in diverse città del Piemonte.

Maggiori informazioni e aggiornamenti: www.festivalinternazionaledelleconomia.com

 

Inaugurate le Luci d’Artista. Tante novità per l’edizione 26. Accese fino a gennaio

Con l’accensione da parte del Sindaco Stefano Lo Russo della nuova opera _Orizzonti_ del maestro Giovanni Anselmo, in piazza Carlo Alberto, prende ufficialmente il via la XXVI edizione di Luci d’Artista, progetto della Città di Torino, affidato per la realizzazione alla Fondazione Torino Musei.

Un’anteprima c’era già stata ieri sera, in concomitanza con la riapertura della biblioteca Geisser, con l’attivazione della luce di Luca Pannoli,’L’amore non fa rumore’, installata per la prima volta al Parco Michelotti.

Altre novità sono la curatela di Antonio Grulli, il sito ufficiale di Luci d’Artista, 4 itinerari di trekking urbano che abbinano natura e Luci d’Artista, e il public program ‘Accademia della Luce’. Un programma con tema ‘Luce e parola poetica’ che prolungherà l’esperienza con uno speciale appuntamento nel mese di giugno che coinvolgerà 6 poeti italiani e stranieri che lavoreranno sul tema della luce attraverso performance, reading e incontri.

Novità di quest’anno è poi la collaborazione con Torino 2025 per realizzare una Luce d’Artista che sarà posizionata su una delle sedi di gara delle Universiadi Invernali, per poi entrare a far parte della collezione delle Luci della città. Infine, una delle opere, ‘Palomar’ di Giulio Paolini, si trasferisce quest’anno alle Scuderie del Quirinale per la mostra dedicata a Italo Calvino.
Le 27 installazioni a cielo aperto illumineranno la città fino al 14 gennaio.

A Mattia Aguzzi il premio Coraggio

Due mesi fa il coraggio e la prontezza di un passante, il giovane Mattia Aguzzi, furono determinanti per salvare la vita della piccola Frida, la bimba di 4 anni precipitata dal quinto piano di un palazzo. Oggi quel gesto è stato ricordato con il premio Coraggio 2023 della Fondazione Quarto Potere. A premiare Mattia Aguzzi, nella Sala delle Colonne di Palazzo Civico, sono stati il direttore del quotidiano CronacaQui Beppe Fossati, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.

“Sono orgoglioso – ha detto il primo cittadino – di essere il Sindaco di una città dove vivono persone come Mattia, che col suo gesto di coraggio ci ha ricordato l’importanza dell’altruismo e del senso di comunità”