Magnifica Torino / La Mole Antonelliana domina la città
Il farro e’ un cereale antico dalle elevate proprieta’ nutritive.
L’insalata di farro e’ un’ottima alternativa all’insalata di riso o di pasta, e’ un piatto estivo originale e fresco. Gusto di nocciola, giusta consistenza…una sorpresa di gusto, assolutamente da provare.
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Ingredienti
200gr. di farro perlato
80gr. di olive verdi denocciolate
1 confezione di wurstel di pollo
2 uova sode
150gr. di mais e piselli sgocciolati
2 filetti di peperone giallo e rosso in agrodolce
Olio evo
Lavare il farro e metterlo in una pentola con acqua fredda e salata. Cuocere a fuoco lento per 30 minuti dall’ebollizione. A cottura ultimata scolare e lasciar raffreddare. Tagliare i wurstel, le uova sode e i filetti di peperone, unire il mais e i piselli sgocciolati e le olive al farro, condire con un filo di olio evo, mescolare bene, aggiustare di sale e servire fresco.
Paperita Patty
Esistono numerose varianti della ricetta tradizionale che prevede esclusivamente l’utilizzo di pochi ingredienti di ottima qualita’: acciughe, aglio e olio
La Bagna Cauda e’ senza dubbio uno dei pilastri della cucina piemontese, ed ha origini lontane nel tempo. E’ una ricetta semplice ricca di gusto e passione che esalta la convivialita’, un rito simbolo di amicizia ed allegria poiche’ in genere la “bagna” si consuma in compagnia. Esistono numerose varianti della ricetta tradizionale che prevede esclusivamente l’utilizzo di pochi ingredienti di ottima qualita’: acciughe, aglio e olio. Vi propongo la mia variante modernizzata per “addolcire” l’intingolo.
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Ingredienti per 4 persone:
2 teste d’aglio intere
1 etto di acciughe “rosse” di Spagna sotto sale a persona
200ml di olio evo
200ml di latte intero
200ml di panna da cucina
acqua e aceto q.b.
Verdure fresche di stagione a piacere (cardo gobbo, cavolo verza, topinambur, peperoni arrostiti, patate lesse, cipolle al forno, barbabietola ecc.)
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Dissalare velocemente le acciunghe in acqua e aceto e ridurre a filetti. Preparare l’aglio eliminando il germoglio centrale di ogni spicchio poi, affettare sottilmente. Far cuocere a fuoco lentissimo l’aglio in 100ml di latte sino a quando e’ tenerissimo, scolare il latte e ridurre in poltiglia. In una terrina di coccio (“fojot” in piemontese) versare l’olio e quando e’ caldo mettere le aggiughe e la crema di aglio, rimestare con un cucchiaio di legno sino a quando e’ tutto sciolto infine, aggiungere la panna ed il rimanente latte. La salsa e’ pronta per essere servita bollente in ciotole di terracotta singole per ogni commensale. Abbinamento perfetto con un giovane barbera vivace.
Paperita Patty
Parte 2
Nel continuo intento di farci risparmiare tempo e fatica (ecco come nasce l’esperienza, ma purtroppo anche certi schemi mentali difficili da sradicare) il nostro cervello a volte sbaglia, nel suo tentativo di semplificarci la vita. Facendoci arrivare a determinazioni e conclusioni rapide.
In tal modo certamente risparmiandoci ogni volta un faticoso e lungo lavoro di ponderazione e di valutazione, ma talvolta semplificando eccessivamente la realtà. È certamente questo il caso dell’effetto alone. Nella nostra vita questa dinamica ci si ritorce contro a volte con conseguenze davvero molto gravi.
Conoscendo l’esistenza dell’effetto alone e le dinamiche che ne derivano, possiamo però anche essere in grado di sfruttarle a nostro favore, usandolo consapevolmente. Sia per valutare in modo più veloce e corretto le altre persone, o certi oggetti (pensiamo agli inganni da effetto alone di molta pubblicità…) in molteplici situazioni.
Ma anche di esprimere al meglio noi stessi attraverso il modo in cui ci presentiamo nei vari ambienti, in modo da suscitare le reazioni a noi più favorevoli… Specialmente negli ultimi tempi il fenomeno dell’Effetto Alone è stato analizzato anche relativamente al settore commerciale e del marketing dei prodotti, poiché esso condiziona il nostro giudizio.
È la percezione che abbiamo anche sui prodotti, in special modo quelli appartenenti a uno specifico brand (o marchio o linea di prodotti). Per via di questa ingannevole distorsione mentale, le case produttrici più famose e prestigiose in genere godono di un sostanziale vantaggio. Nel senso che che beneficiano del fenomeno Effetto Alone quando lanciano un nuovo prodotto.
Nel caso in cui la marca venga percepita con un giudizio positivo dai consumatori. Se in precedenza la casa produttrice ha commercializzato un prodotto di successo, gli acquirenti tenderanno ad estendere il giudizio positivo dato al prodotto precedente anche sul nuovo prodotto, pur non sapendo ancora nulla delle sue caratteristiche.
(Fine della seconda parte)
Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”
Le discussioni con Arturo, fascista tutto d’un pezzo, erano spesso animate e a volte molto dure. Lui era convinto della bontà delle scelte del Duce, entusiasta del regime e profondamente legato alla politica nazionale e autarchica. Non era mai stato un violento anche se non ammetteva nessun tipo di errore per quanto veniva imposto in quegli anni ed era pronto a giustificare quasi tutto. Quasi perché su un punto s’incrinavano le sue certezze: chi non la pensava come i fascisti andava convinto, ragionando con tutta la passione necessaria ma mai si doveva usare la violenza. Le squadracce e le loro bravate, non godevano del suo plauso. S’arrabbiava, diventavano rosso in volto. Tutta quella violenza, le botte e le bevute d’olio di ricino imposte ai dissidenti, andavano non solo criticate ma anche condannate. Arturo sosteneva che il vero fascismo non fosse quello. La rivoluzione sociale non poteva degenerare e il riscatto del popolo non doveva affermarsi con imposizioni e discriminazioni. Le nostre discussioni, all’osteria davanti all’imbarcadero di questo piccolo paese sul lago Maggiore, assumevano toni molto forti ma non degeneravano mai in uno scontro vero e proprio. Arturo portava rispetto per chi non condivideva il suo punto di vista e concludeva i suoi ragionamenti con una frase precisa, sempre la stessa: “Sei più testardo di un mulo e non vuoi vedere più in là del tuo naso. Ti convincerai che le cose andranno per il verso giusto. E chi sgarra, come questi matti che interpretano le direttive del partito con arroganza e violenza, pagherà per i suoi torti”. In realtà era lui, povero Arturo, a non persuadersi di ciò che stava accadendo attorno a noi, al clima sempre più pesante e opprimente, alla paura che induceva al silenzio, al clima di sospetto. Eravamo agli inizi ma già si intuiva che le cose sarebbero peggiorate, che il regime avrebbe mostrato il suo volto peggiore anche nei piccoli centri, nella provincia più profonda. Ogni dissenso era considerato tradimento, e come tale andava represso. Arturo se ne andò una mattina. Aveva trovato un impiego dalle parti di Castellanza come contabile in una manifattura tessile. Sembrava invecchiato precocemente. Parlava poco, non mostrava più l’ardore di un tempo. Qualcuno disse che un giorno, sul finire del 1938, ebbe uno scontro durissimo con alcune camicie nere che avevano prelevato dalla fabbrica due giovani operai accusandoli di essere ebrei e che, come tali, dovevano essere allontanati dalla produzione. Arturo li difese, gridando che il fascismo era nato per difendere il popolo e i lavoratori, che nessuno doveva essere discriminato, che quei metodi gli facevano schifo, ribrezzo. Venne malmenato e, una settimana più tardi, licenziato dalla direzione del cotonificio. Tornò da sua zia, l’unica parente che gli era rimasta dopo la morte, avvenuta molti anni prima, dei genitori. Era avvilito, provato. Mangiava poco e vagava a lungo, senza meta, tra i boschi e lungo le rive del lago. Un giorno sparì. E di lui non si seppe più nulla. Solo dopo la liberazione, venimmo a conoscenza della sua morte. La delusione profonda verso il tradimento dei suoi ideali l’aveva portato ad aggregarsi ad un gruppo di partigiani del varesotto e, durante un rastrellamento, era stato catturato e fucilato dai suoi ex camerati. Ci dissero che non aveva armi per sua precisa scelta: la violenza gli faceva orrore e si occupava solo di tutto ciò che poteva consentire alla banda di resistere tra quei monti, dal recupero del vettovagliamento alla logistica. Morì senza aver mai sparato un colpo. Vittima di quel regime che gli aveva acceso in cuore una speranza per poi spegnerla con l’arbitrio e la violenza.
Marco Travaglini
Le foto scattate in occasione dell’evento nella maestosa residenza sabauda sono di Roberto Droghetti.
Sarà capitato a tutti noi di incontrare una persona di bell’aspetto e di avere avuto una sorta di illusione che ci ha portati a pensare e credere che quella persona avesse tutta un’altra serie di qualità positive. Magari l’abbiamo percepita più intelligente, simpatica, professionale, ecc. di quanto in effetti fosse.
E di quanto poi il tempo ci abbia rivelato… Ebbene, in quel caso siamo stati vittima del cosiddetto “Effetto Alone”, o, in inglese “Halo Effect”. Questo effetto fa parte di quelli che vengono definiti “bias cognitivi”. Bias è un termine inglese (la cui pronuncia è baias), che sta ad indicare una disposizione.
Cioè una inclinazione, una tendenza a creare una propria realtà soggettiva, non necessariamente corrispondente alla effettiva realtà e all’evidenza, e sviluppata sulla base di una distorta interpretazione delle informazioni in nostro possesso, che ci porta a errori di valutazione e a mancanze di oggettività di giudizio.
Mettiamo in atto questo meccanismo mentale molto più spesso di quanto pensiamo, e naturalmente senza rendercene assolutamente conto. In conseguenza di questa distorsione cognitiva siamo portati a generalizzare una singola qualità di un soggetto, ma anche di un oggetto o di un luogo.
In tal modo estendiamo la nostra percezione e valutazione di una singola caratteristica alla totalità della persona, dell’oggetto o della situazione. Siamo perciò portati, ad esempio (e quasi sempre erroneamente) a pensare che un luogo paesaggisticamente gradevole sia abitato da persone migliori, e viceversa.
Finiamo quindi con il dare un giudizio complessivo in linea con l’impressione che ci ha dato una singola caratteristica. Anche se degli altri aspetti conosciamo poco o nulla. Naturalmente l’effetto alone si estende anche alle caratteristiche negative. Ad esempio siamo spesso inclini a credere che una persona brutta sia anche poco intelligente, fastidiosa e poco simpatica…
(Fine della parte)
Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.
SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO



Rubrica a cura de La Cuoca Insolita
Dedicato a chi pensa che fare un buon risotto sia difficile, a chi lo ama ma pensa che sia un piatto troppo calorico, a chi non se lo concede perché ha qualche problema con burro e parmigiano. Questa è una ricetta facilissima e veloce, che richiede solo cinque minuti di cottura: un risotto delicato e cremoso, con una verdura invernale, i broccoli. E c’è un trucco anche per non avere mai il riso scotto.
Tempi: Preparazione (10 min); Cottura (5 minuti). Per cottura riso leggere sulla confezione (circa 1 h) | ||
Attrezzatura necessaria: Pentola da 2 L con coperchio, colino, tegame da 24 cm, minipimer con il suo bicchiere per frullare, cucchiaio di legno, tagliere e coltello a lama liscia | ||
Ingredienti per 4 persone:
Per cuocere il riso: · Riso integrale cotto – 750 g (si ottengono da circa 300 g) · Acqua – circa 750 ml · Alga kombu – 3 cm · Sale grosso integrale – 1,5 cucchiaini Per il risotto: · Broccoli – 250 g · Fagioli cannellini in scatola – 180 g · Acqua – 500 ml · Olio e.v.o. – 5 cucchiai · Sale fino integrale di Sicilia – 2 cucchiaini scarsi · Cipolla – 1 grande · Fecola di patate – 15 g (1 cucchiaio non pieno) · Crema di mandorle bianca – 50 g Per la decorazione del piatto: · Noce moscata Mandorle – 4 a testa (30 g circa in totale) |
Difficoltà (da 1 a 3): 1 | Costo totale: 4 €/kg) |
Perché vi consiglio questa ricetta?
· Valori nutrizionali: rispetto alla ricetta tradizionale preparata con burro e parmigiano, questo risotto ha -30% di calorie e -80% di grassi saturi. · Il riso integrale ha proprietà dimagranti e non fa alzare velocemente la glicemia perché è ricco di fibre. · 80% di grassi saturi in meno rispetto ad un risotto fatto con il burro · Una porzione di questo risotto assicura quasi un quarto delle fibre raccomandate giornalmente.
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Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link).
In caso di allergie…
Allergeni presenti: Frutta a guscio (mandorle)
Come preparare il risotto verde con crema di mandorle
I TRUCCHI PER VELOCIZZARE IL LAVORO
Potete cuocere il riso anche qualche giorno prima e conservarlo in frigorifero fino a 5 giorni. Consiglio anche di tenere in frigorifero anche qualche cipolla già sbucciata e in parte a cubetti (in contenitori ben chiusi). Le potrete usare nella settimana più velocemente, sporcandovi le mani e piangendo una volta sola! Se decidete di scolare i fagioli prima, non fatelo più di 24-48 h prima.
Tenete sempre nella dispensa qualche mandorla già a pezzetti (potrà servirvi per tante ricette diverse).
FASE 1: LA COTTURA DEL RISO
Mettete in ammollo l’alga kombu per 5 minuti in poca acqua. Sciacquatela e mettetela nella pentola con il riso (che avrete nel frattempo sciacquato sotto l’acqua corrente, con l’aiuto di un colino) e il sale grosso. Aggiungete l’acqua nella pentola (in genere il doppio di acqua rispetto al volume del riso) e cuocete, coperto e a fuoco molto basso, per il tempo indicato in etichetta (potrebbe essere anche di 1 h). Lasciate riposare in pentola, chiuso, per circa 40 minuti, in modo che l’acqua eventualmente rimasta sul fondo finisca di essere assorbita dal riso. Se non vi ricordate come cuocere i cereali, andate a vedere anche la ricetta del miglio stufato sul blog.
FASE 2: IL RISOTTO IN MENO DI 10 MINUTI
Scolate i fagioli cannellini e risciacquateli sotto l’acqua corrente. Poneteli nel bicchiere del mixer insieme ai broccoli crudi tagliati a pezzetti, l’acqua, l’olio e il sale e frullate fino ad ottenere una crema liquida. Per soffriggere la cipolla, tagliatela a cubetti e versateli nel tegame dove avete già fatto scaldare bene un poco di olio a fuoco vivo. Dopo un paio di minuti di cottura, versate 2 cucchiai di acqua e fatela evaporare velocemente (servirà per rendere più digeribile il soffritto). Ora aggiungete la crema liquida di broccoli, mescolate e lasciate insaporire a fuoco medio per 3 minuti. Unite il riso integrale cotto e amalgamate con la crema, mantenendo il calore moderato. In una tazzina sciogliete la fecola di patate con un dito d’acqua fredda e poi versate nel tegame del risotto. Mescolate subito: in meno di un minuto il risotto sarà diventato cremoso. Spegnete e aggiungete la crema di mandorle, che andrà a creare la mantecatura che di solito si ottiene con il burro. Tenete coperto per un paio di minuti e poi girate.
FASE 3: IL PIATTO FINALE
Versate nel piatto (meglio piano) e distribuite il risotto inclinando leggermente e dando dei colpetti. Spolverate generosamente con la noce moscata e qualche pezzetto di mandorla.
CONSERVAZIONE
Riso integrale cotto: in frigorifero fino a 5 giorni
Il risotto pronto si può conservare in frigorifero una volta pronto, ma quando verrà riscaldato (meglio se in microonde) potrà risultare un po’ scotto. Potete comunque ravvivarlo aggiungendo un po’ di brodo.