
Non che gli ammortizzatori sociali siano indice di particolare vivacità aziendale, ma questa era la premessa necessaria per la ripartenza della fabbrica torinese
Fiat, se ci sei ancora a Torino, batti un colpo. In molti sotto la Mole attendevano un segnale per il rilancio di Mirafiori. Se la finanziaria di casa Agnelli, la Exor, ha grandi progetti internazionali con l’acquisizione di quoter del prestigioso quotidiano The Economist e Sergio Marchionne sta andando alla grande in Europa e negli Usa, a piangere è sempre Torino, orfana della sua azienda principe. Ora Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno siglato l’accordo con Fca, nella sede dell’assessorato regionale al Lavoro, per un altro anno di cassa integrazione straordinaria a Mirafiori. Non che gli ammortizzatori sociali siano indice di particolare vivacità aziendale, ma questa era la premessa necessaria per la ripartenza dello storico stabilimento. La Fiom – più dura e più pura – incontrerà separatamente azienda e Regione dato che gli altri sindacati non hanno voluto un tavolo unico. La cigs per riorganizzazione, inizierà il 28 settembre, e consentirà all’azienda di completare l’allestimento delle linee per nuovo il suv Levante.




Con 30.6 milioni di ore richieste nel primo semestre 2015 (come informa la Uil) è la città più cassintegrata d’Italia. E d’accordo, per le ferie dei dipendenti il Polo Reale non resta aperto del tutto durante il mese di agosto. Ma, a fronte di problemi piccoli o grossi, la svolta in città è visibile



Alberto Costanzo, patrocinatore di parte civile per l’Ona – Osservatorio nazionale amianto così commenta a caldo la decisione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torino che ha stabilito, con propria ordinanza, di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale