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Domenica si celebrano 10 anni di Metrò, ecco il programma della festa nelle fermate

Per tutta la giornata si potrà viaggiare con un solo biglietto di corsa semplice da € 1,50 sull’intera rete urbana e suburbana
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Domenica 21 febbraio si festeggia il decimo compleanno della metropolitana di Torino. Al mattino sarà possibile visitare il posto di comando e controllo e le officine tecniche del Comprensorio di Collegno, cuore pulsante della metro. Al pomeriggio grande festa nelle stazioni con musica, animazione e spettacoli. Per tutta la giornata si potrà viaggiare con un solo biglietto di corsa semplice da € 1,50 sull’intera rete urbana e suburbana. In occasione della ricorrenza è stata realizzata un’edizione celebrativa speciale del biglietto urbano che sarà in distribuzione a partire dai prossimi giorni. Ecco un timelapse di 2 minuti con una giornata di servizio della metropolitana.

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www.gtt.to.it

La cultura si conferma regina di Torino: a migliaia sotto la pioggia per visitare i musei

CODA REALE MATISSE MUSEIIl Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) ha offerto, come di consueto, ogni prima domenica del mese, l’ingresso gratuito in numerosi musei e aree archeologiche statali

 

Nonostante la pioggia ieri migliaia di persone hanno fatto la coda per visitare i musei e le mostre a Torino.  Segno che la cultura e il turismo rappresentano i due motori per lo sviluppo dell’economia cittadina. Del resto i recenti dati sui vent’anni di Abbonamento Musei Torino Piemonte, che consente il libero ingresso in oltre 100 musei, è cresciuto fino a  145 mila tessere  nel 2015. Gli abbonamenti sono stati 118.500 con un incremento di oltre il 16%. Complessivamente gli ingressi con tessera sono stati 753 mila:  una media di 6,3% per abbonato.

 

I musei più visitati  la Reggia di Venaria e la Gam, con oltre 102 mila ingressi. E ieri il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) ha offerto, come di consueto, ogni prima domenica del mese, l’ingresso gratuito in numerosi musei e aree archeologiche statali. I monumenti e musei statali (e non) visitabili gratuitamente a Torino sono stati: Polo Reale di Torino, Galleria Sabauda, Museo Archeologico, Palazzo Carignano , Villa della Regina  In Piemonte il Mibact ha reso fruibile anche il Parco e Castello Ducale di Agliè. Numerosi i visitatori anche alle mostre si Matisse a Palazzo Chiablese e di Monet alla Gam. Quest’ultima chiuderà il 14 febbraio.

 

(Foto: Musei Reali Torino)

Nomadi sgomberati in lungo Stura lazio, indagini Gdf su case senza requisiti

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 La Corte europea di Strasburgo lo scorso marzo aveva sospeso lo sgombero

 

Si torna a parlare della vicenda dei nomadi sgomberati dal maxi campo abusivo di lungo Stura Lazio: sarebbero stati  sistemati in case senza requisiti, tema oggetto dell’l’inchiesta di procura e guardia di finanza da cui sono scaturiti tre avvisi di garanzia e una serie di perquisizioni a Torino, a Cuneo e a Roma. Gli inquirenti stanno esaminando  le aziende che, come raggruppamento temporaneo di imprese, gestirono il servizio del Comune nel 2013. 

 

Ipotizzato il reato di turbativa d’asta. La vicenda riguarda l’uso di alloggi in affitto dall’immobiliarista Molino, noto come il “ras delle soffitte”. Sono sotto la lente le associazioni che si sono aggiudicate la gara da 5 milioni di euro: Aizo, Valdocco, Terra del Fuoco, Stranaidea, Liberi tutti oltre alla Croce rossa. Due i presidenti delle associazioni indagati: Paolo Petrucci, della coop Valdocco, e Oliviero Alotto presidente di Terra del Fuoco, mentre Molino è sotto inchiesta  per abusi edilizi.

 

 La Corte europea di Strasburgo lo scorso marzo aveva sospeso lo sgombero. Alla luce delle spiegazioni fornite  dalle autorità locali, le operazioni alla baraccopoli erano riprese e oggi sono pressoché terminate. Maurizio Marrone, di Fratelli d’Italia, presentò una denuncia, e ora parla di “una forte picconata a un sistema di potere”.

Il Piemonte vara i "semafori antismog", quattro codici contro l'inquinamento

smog regione“Il protocollo – ha precisato Chiamparino – rappresenta la base minima da seguire per evitare decisioni a macchia di leopardo, e nessuno vieta alle singole amministrazioni di stabilire misure più consistenti”

 

Arrivano sotto la Mole e in  tutto il Piemonte i semafori contro lo smog, ovvero quattro codici che vanno dal giallo al rosso vivo, corrispondenti a sforamenti crescenti nei limiti ammessi di Pm10. Saranno  in grado di indicare quali misure adottare. La decisione è stata assunta nel corso del Tavolo sullo smog convocato a Torino dal presidente della Regione, Sergio Chiamparino. Non si tratterà di provvedimenti imposti, ma lasciati alla discrezione dei sindaci. I Comuni hanno concordato di volerli adottare. La Regione coinvolgerà anche  i siti meteo delle tv locali, in modo che segnalino il livello di smog.

 

 Il colore giallo segnala  il blocco dei veicoli Euro 3, la diminuzione di un grado del riscaldamento degli edifici pubblici, il divieto di bruciare scarti vegetali, di usare caminetti aperti, di spargere letame. Con l’arancione, blocco degli Euro 4 e un ulteriore calo di un grado di riscaldamento. Con il rosso cinabro (che era, tra l’altro il colore delle Olimpiadi invernali), blocco totale dei diesel e limite di velocità a 90 km/h. Infine, il rosso vivo:  stop alle auto private nei giorni feriali in aree urbane, blocco totale nelle extraurbane, e bus gratuiti.

 

“Il protocollo – ha precisato Chiamparino – rappresenta la base minima da seguire per evitare decisioni a macchia di leopardo, e nessuno vieta alle singole amministrazioni di stabilire misure più consistenti. Nei prossimi giorni verranno messi a punto i dettagli a livello tecnico. Per facilitarne la diffusione chiediamo alla tv piemontesi di segnalare l’eventuale applicazione di queste gradazioni durante le previsioni del tempo. I dati di lungo periodo – ha aggiunto – mostrano che il Piemonte è in miglioramento da 15 anni. Stiamo gradualmente rientrando nelle medie, e questo si deve soprattutto alle azioni strutturali che sono state realizzate”.

 

(foto: www.regione.piemonte.it)

Il Piemonte brucia per gli incendi e la siccità: mille volontari per 200 interventi

INCENDIO FUOCOL’assenza di neve a quote medie sta ad indicare che la prossima stagione irrigua è compromessa

 

Il forte vento e la carenza di precipitazioni, dall’inizio del 2016 hanno fatto moltiplicare gli interventi in Piemonte per incendi boschivi. In tutto sono stati 220, con l’impiego di oltre 1.100 Volontari del Corpo AIB Piemonte e oltre 300 automezzi. Lo comunica la Regione Piemonte, sottolineando che nella sola giornata del 4 febbraio, le squadre antincendio sono state impegnate su svariati fronti nelle province di Cuneo a Bagnolo e Sampeyre, Torino (Lessolo), VCO (val Vigezzo, dove si è sviluppato un vasto rogo) Vercelli (Varallo Sesia). Ben 30 interventi, con l’impegno di 320 volontari e  100 automezzi, mentre permane sul Piemonte lo stato di “massima pericolosità”. La Regione rammenta che l’incendio boschivo è un reato punito severamente dal Codice penale e chi lo provoca, anche per colpa, rischia da uno a cinque anni di carcere.

 

E’  anche allarme siccità sul territorio regionale. L’ Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente) segnala che  il suolo ha il 70% in meno di umidità rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Il Lago Maggiore è un metro sotto del livello medio di fine gennaio nel lungo arco temporale dal 1942 al 2015. L’assenza di neve a quote medie sta ad indicare che la prossima stagione irrigua è compromessa. Le precipitazioni nevose d’ora in avanti determinerebbero accumuli destinati a rapido scioglimento.

Caso Murazzi, il pm chiede 13 condanne. Richiesta assoluzione per l'ex assessore Altamura

murazzi xxmurazzi 47MURAZZI 1Al processo sulla vicenda dei presunti favori ai gestori dei locali

 

Sono 13 le condanne  chieste dal pm Andrea Padalino al processo sulla vicenda dei presunti favori ai gestori dei locali dei Murazzi. Due anni di reclusione, la pena più elevata, è stata proposta per l’ex city manager Cesare Vaciago. Le altre richieste  variano fra un anno e 4 mesi e un anno, per il vicedirettore generale del Comune Giuseppe Ferrari. Il pm ha poi chiesto l’assoluzione per l’ex assessore Alessandro Altamura. Il suo avvocato difensore Gian paolo Zancan ha dichiarato all’Ansa “Meglio tardi che mai: ma quando uno ha visto la propria vita rovinata personalmente e politicamente a fronte di prove che fin dall’inizio dimostravano la sua innocenza, non ci si accontenta. Il risarcimento è d’obbligo. A chi chiederlo, lo decideremo poi”. Secondo il pubblico ministero alcuni dirigenti e funzionari del Comune avrebbero di fatto consentito una “illegalità diffusa nella zona dei Murazzi”.

 

(Foto: il Torinese)

Berlusconi e Salvini hanno detto sì: l'anti-Fassino (o anti-Appendino?) è Osvaldo Napoli

napoli osvaldo Il notaio Alberto Morano, altro possibile candidato del centrodestra, convocherà probabilmente una conferenza stampa nelle prossime ore – una volta ufficializzata la notizia della scelta su Napoli – per decidere se correre comunque con una sua lista

 

Dopo il derby Inter-Milan, alla cena milanese tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, si è finalmente parlato concretamente della candidatura a sindaco di Torino per il centrodestra. salvo sorprese dell’ultimo minuto l’anti – Fassino (o l’anti – Appendino, viste le quotazioni al rialzo della candidata a 5 stelle?) sarà l’immarcescibile Osvaldo Napoli, parlamentare di lungo corso del Pdl e di Forza Italia, già sindaco di Giaveno e oggi primo cittadino di Valgioie, e vicepresidente dell’Anci,  da sempre nelle grazie di Berlusconi. Fino a ieri  Salvini non aveva dato il via libera, ma potrebbe  cedere il candidato per Palazzo Civico a Forza Italia in cambio del via libera per dei nomi leghisti a Canelli e Novara e Lucia Borgonzoni a Bologna. Il notaio Alberto Morano, altro possibile candidato del centrodestra convocherà probabilmente una conferenza stampa nelle prossime ore – una volta ufficializzata la notizia della scelta su Napoli – per decidere se correre comunque con una sua lista.

 

 

 

Campagna elettorale al via, anche i grillini si affidano ai manifesti "tradizionali"

rosso robertoLA GANGAappendino2LA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia

 

In questo week-end di gennaio due episodi hanno chiarito come si metterà la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Torino.

 

   Sono comparsi i manifesti (piccoli e grandi) della candidata del Movimento 5 Stelle.   In genere l’uso dei manifesti, soprattutto a molti mesi dall’evento elettorale, era abitudine soprattutto dei candidati di centrodestra (recente la riapparizione del faccione di Roberto Rosso), che, potendo disporre di molte risorse, si portavano avanti con la propaganda in anticipo rispetto ai tempi normali. La scelta dei Cinque Stelle di fare altrettanto induce a qualche considerazione.  Innanzitutto che ci credono e cominciano a investire. In questo non c’è nulla di male, naturalmente.

 

Salvo la contraddizione con la loro sempre dichiarata avversione a queste modalità “tradizionali” di comunicazione, contro le quali scagliavano anatemi, in nome della “democrazia del web”, che poteva coinvolgere ad uno ad uno i singoli elettori, resi così protagonisti attivi e non spettatori. Ma cosa c’è di più passivo che contemplare facce più o meno gradevoli (e Chiara lo è) proposte come un modello di auto o come un detersivo?   Confesso che questa polemica grillina a me non dispiaceva, perché contrastava la tendenza a trasformare la lotta politica a semplice marketing, sulle orme del più grande nel settore, Silvio Berlusconi.

 

Vedere quindi che anche i Cinque Stelle si vanno omologando mi ha sorpreso e colpito. Confermandomi nell’opinione che, come tutti gli altri “cavalli di battaglia” (dagli scontrini alle spese elettorali), anche questo si vada sbiadendo, man a mano che il movimento diventa un partito come gli altri.

 

 Ma il secondo episodio è quello più significativo.  Quando un assessore comunale ha messo in evidenza tali questioni su Facebook, in forme educate e legittime, apriti cielo! E’ venuto giù il web. Repliche piccate (e ci sta), irritazione e fastidio (comprensibili quando si è punti sul vivo), ma anche aggressioni verbali e polemiche dai toni eccessivi ( e questo va meno bene, soprattutto se fossero l’inizio di una campagna tutta così).

 

I social networks sono strumenti magnifici, ma non devono essere un luogo senza regole.  Serpeggia in Italia, e i grillini ne sono parte rilevante, una sorta di squadrismo del web, dai toni ultimativi e minacciosi, che non è accettabile. Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia.

 

 Chiara, che, al di là delle diverse posizioni, non ho mai nascosto di stimare e apprezzare, non può essere la foglia di fico, sorridente e perbene, che nasconde uno stile politico inaccettabile, che trasforma tutto in rissa e che tratta quelli che non la pensano come noi, come oggetti del pubblico disprezzo.

 

(Foto: il Torinese)

Family Day, i politici torinesi a Roma: "Una piazza così non si è mai vista, va ascoltata"

ruffino family 2ruffino familyCentinaia i rappresentanti del Piemonte, molte associazioni religiose e singoli cittadini giunti nella Capitale

 

“Una piazza così non si è mai vista: la politica non può non ascoltarla. Sarebbe sorda e cieca”. Sono le parole della vice presidente del Consiglio Regionale, Daniela Ruffino, (nelle foto)  che ha preso parte al Family Day di Roma, dove ha accompagnato un pullman di oltre 70 persone, partite ieri sera dal Torinese per partecipare alla giornata. Centinaia i rappresentanti del Piemonte, molte associazioni religiose e singoli cittadini giunti nella Capitale.

 

“Quando un atto si ripete tre volte diventa consuetudine ha detto il Rabbino Capo di Roma al Papa – prosegue Ruffino – Vale anche per questa piazza, che riempie il cuore e dice #renziciricorderemo. La famiglia non può essere l’istituto ultimo e negletto, in Italia. Il popolo che crede in essa, un popolo dato per disperso, oggi si è manifestato. Per me, essere qui è una delle tappe del mio percorso di vita. Da sempre difendo le politiche a favore della famiglia. L’ho fatto da sindaco, prima, e continuo a farlo ora nel mio nuovo ruolo, lavorando a una legge regionale sulla famiglia, che ancora manca in Piemonte. Perché la famiglia è il luogo in cui si realizzano le personalità e non c’è nulla di più bello, al suo interno, del dono di una creatura. Il ddl Cirinnà, però, vuole mettere un prezzo ai nostri figli. Ma non si può mercificare il corpo di una donna. I figli non si pagano”.

 

A Roma anche Massimo Introvigne, presidente di Alleanza Cattolica e Silvio Magliano, vicepresidente del Consiglio comunale.

 

Immancabile la polemica: per partecipare alla manifestazione i consiglieri di Forza Italia Vignale e Porchietto avevano inoltrato all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale una richiesta di missione istituzionale, non concessa dal presidente dell’Assemblea Mauro Laus che commenta: “contrariamente a quanto affermano la missione  non solo prevede un rimborso spese, ma prevede anche un pronunciamento ufficiale che da nessuno è stato richiesto. Sull’adesione al Family Day non si è mai discusso in nessuna sede e forse proprio questo ha indotto i colleghi a cercare, negli ultimi giorni, una scorciatoia per guadagnarsi un titolo sui giornali. Non ho poi timore di dire che avrei avversato l’ipotesi di una adesione istituzionale. Il motivo è semplice: il Gay Pride che abbiamo patrocinato a giugno è una manifestazione volta a invocare diritti di cui alcune persone dispongono e altre no, nel Family Day invece non c’è l’elemento del torto da riparare. E mi sembra davvero un giudizio visionario identificare quella manifestazione come il “sindacato della famiglia tradizionale”

 

Regione e Sanità privata insieme per la Città della Salute e la riduzione delle liste d'attesa

molinettemolinette2Il  prossimo 4 marzo, negli uffici dell’assessorato, si svolgerà la prima riunione operativa tra l’Ente regionale e un settore, quello della sanità privata, in cui lavorano 16.200 persone

 

Soni quattro i macro temi di comune interesse tra Regione Piemonte e Confindustria settore sanità che, dopo momenti di incomprensioni reciproche,  avviano un tavolo tecnico per lavorare insieme. Si tratta dei grandi progetti di edilizia sanitaria (le Città della Salute di Torino e di Novara, gli ospedali unici della TO5 e del Verbano Cusio Ossola, il polo sanitario della Valle Belbo), e della rete di assistenza territoriale, ma c’è anche superamento delle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche,  e il recupero della mobilità passiva  verso le altre Regioni ed il rafforzamento della mobilità attiva. Il  prossimo 4 marzo, negli uffici dell’assessorato, si svolgerà la prima riunione operativa tra l’Ente regionale e un settore, quello della sanità privata, in cui lavorano 16.200 persone.

 

“Il nuovo corso dei rapporti,  che consente di superare la fase critica dei tagli ed apre ad una nuova sinergia”, – questa la terminologia indicata nel comunicato stampa della Regione – , ha avuto inizio presso la sede di Confindustria Piemonte dove il presidente Gianfranco Carbonato con i due copresidenti della commissione sanità di Confindustria Piemonte Luigi Bocchiotti e  Paolo Spolaore, ha incontrato il presidente della Regione Sergio Chiamparino, l’assessore alla sanità Antonio Saitta e il direttore della sanità regionale Fulvio Moirano. Presenti anche il segretario generale di Confindustria Piemonte Paolo Balistreri, Carlo Digiambattista vicepresidente Aiop e Nicola Ditroia in rappresentanza del Gruppo Policlinico Monza SpA.

 

Regione e Confindustria hanno deciso che punteranno a desettorializzare il tema della sanità,  fondamentale per la qualità della vita e della cura della popolazione del Piemonte, ma anche come leva strategica di investimenti ed innovazione: “dopo i sacrifici e l’azione a tempo di record messa in campo dalla Regione Piemonte per riportare in ordine i conti della nostra sanità – hanno detto Chiamparino e Saitta – ora lavoriamo perché già il 2016 sia l’anno degli investimenti e della ripartenza dell’intero comparto. Abbiamo bisogno della collaborazione degli imprenditori, della loro capacità progettuale in risposta alle esigenze del sistema nel suo complesso: nessun pregiudizio verso la sanità privata, che deve guardare nella nostra stessa direzione, in linea con le richieste reali che il Piemonte esprime”. Confindustria Piemonte chiede di “discutere di programmazione e di prospettive, oltre all’avvio di controlli sulla qualità per i soggetti accreditati ed un sistema premiante su chi si impegna e realizza investimenti”.

 

(Foto: il Torinese)