Il presidente Cirio: “il Piemonte riparte con fiducia e cautela, perché vogliamo aprire tutto ma aprire per sempre»
RIEPILOGANDO
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E’ quanto dice oggi il presidente del Piemonte al quotidiano La Stampa, a proposito delle riaperture dilazionate di alcune tipologie di negozi e attività (come bar, ristoranti e ambulanti) oltre il 18 maggio.
“Quella di un Piemonte fermo perché malato è è un’immagine fuorviante – aggiunge Cirio – tanto è vero che al momento in tutto il Paese le tre regioni che il governo e il comitato tecnico scientifico ritengono sorvegliate speciali sono Lombardia, Umbria e Molise”.
Il Programma rientra nell’ambito del “Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi”, recepito con l’intesa Stato-Regioni nello scorso mese di gennaio.
Il programma prevede il co-finanziamento, per il 50% della spesa, dei progetti urbani presentati dai Comuni e contiene anche le linee di intervento regionale per la lotta alle zanzare per l’anno 2020.
Gli interventi sono adattati e allineati all’approccio indicato nel Piano nazionale Arbobvirosi per un’azione integrata di lotta contro i vettori, fondamentale per realizzare le attività di tutela della salute dei cittadini nei territori oggetto di infestazioni.
Negli ultimi anni il ruolo vettoriale assunto dalle zanzare nella diffusione di patologie umane ed animali è molto aumentato a causa dell’introduzione di zanzare in grado di diffondere malattie virali come Chikungunya, Dengue, Zika e West Nile.
Gli interventi riguardano principalmente attività di prevenzione, sorveglianza e risposta alle patologie umane e animali veicolate da zanzare e altri vettori che comprende:
prevenzione con attività di formazione e informazione e misure di contrasto ai vettori con il monitoraggio dei cosiddetti “siti sensibili”, ovvero tutte quelle aree di forte aggregazione o che per loro natura associano numerose persone, in cui viene accertata una situazione a rischio per la possibile insorgenza di focolai epidemici di malattie da vettore collegate alle zanzare, per garantire la sorveglianza sul territorio ;
sorveglianza entomologica e risposta ai virus West-Nile e Usutu e azioni di controllo;
sorveglianza entomologica e risposta ad arbovirosi trasmesse da zanzare invasive e azioni di controllo;
sorveglianza entomologica e risposta al Toscana virus e alla malaria e azioni di controllo;
sorveglianza di nuove specie invasive e potenziali vettori;
monitoraggio della resistenza agli insetticidi;
Il prossimo atto sarà l’individuazione del soggetto attuatore del Programma e l’approvazione dei progetti presentati dai Comuni. Poi partiranno le attività di contrasto alle zanzare sia nelle campagne che nelle aree urbane interessate dalla presenza di tali insetti.
DATI SULLE MALATTIE INFETTIVE NEL MONDO ED IN ITALIA
Le malattie infettive causate da vettori come le zanzare provocano ogni anno a livello mondiale 1 milione di morti1 e rappresentano circa il 17% dei casi di malattie trasmissibili.
Dati di sintesi delle malattie infettive da vettore* in Italia: mediamente si registrano quasi 150 casi d’importazione, oltre 310 casi autoctoni e una dozzina di decessi all’anno.
*comprendenti Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile virus (WNV), Encefalite da zecche (TBE) e Toscana virus (TOSV).
Le prime 3 hanno in Italia come principale vettore la zanzara tigre, il WNV la zanzara comune, la TBE alcune zecche e il TOSV alcuni pappataci.
Potrà però essere visitata da sabato 16 maggio e in anteprima il 15 anche su Facebook (alle 18) in preview esclusiva.
Grazie a un video-documentario sarà possibile visitare virtualmente l’allestimento spettacolare nella Citroniera juvarriana, accompagnati dalla guida vocale dei curatori scientifici, i professori Michela di Macco e Giuseppe Dardanello. Sarà visibile sul sito lavenaria.it e sul profilo YouTube della Venaria Reale. Il video è ricco di curiosità e particolari dell’attesa esposizione, con la descrizione dei principali capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni mondiali: le favole antiche nei quadri di storia, i racconti sacri nelle pale d’altare, la grazia nelle sculture e nei dipinti, la progettualità dei modelli di architettura e la raffinatezza di arredi e ornamenti. Il video è prodotto da PuntoRec Studios, realizzato dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura. La mostra è progettata dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura,con il sostegno della Compagnia di San Paolo, ed è organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Vede la partecipazione eccezionale del Museo del Louvre, la collaborazione di grandi musei di Roma, Torino e Parigi e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
(foto Mario Alesina)
Considerando l’intero periodo di emergenza, dal 22 marzo fino al 14 maggio, e senza considerare le attività che hanno beneficiato della deroga, il totale delle giornate perse ammonta a quasi 20 milioni, di cui circa la metà in provincia di Torino.
La distribuzione per settore vede la perdita di giornate concentrata nel terziario e nell’industria manifatturiera, che da soli totalizzano i ¾ delle perdite.
È quanto emerge dal primo rapporto dell’”Osservatorio Ripartenza” dell’Ires, illustrato al “Gruppo di Monitoraggio Fase 2” coordinato dal vicepresidente Fabio Carosso, cui partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo e un rappresentante dell’Unità di crisi, che ha il compito di monitorare l’andamento della situazione socio-economica del territorio in relazione alle misure assunte per l’epidemia e il loro graduale allentamento.
I mancati ricavi – si legge ancora nel rapporto Ires – sempre calcolati sulla stima massima di fermo lavorativo, hanno colpito soprattutto il terziario (fra cui: commercio, alberghi, ristorazione, attività editoriali): -43%. Seguono i servizi privati finanziari (fra cui: agenzie di viaggio e immobiliari): – 33%. Forte perdita anche per le costruzioni. Infine, l’industria manifatturiera e i servizi alla persona (fra cui: istruzione, assistenza sanitaria, biblioteche, attività sportive). La geografia regionale dei mancati ricavi segue la concentrazione territoriale delle società e la distribuzione per province è sostanzialmente proporzionale alla popolazione residente. La provincia più penalizzata è Biella, con 5 giornate di lavoro perse per abitante e la meno penalizzata Asti, con 3,9.
Le iscrizioni di nuove attività presso le Camere di Commercio a marzo 2020 sono state soltanto 1.875, mentre nello stesso mese del 2019 erano state 2.814. Ad aprile la forbice si è ampliato ulteriormente: solo 919 contro le 2.384 nello stesso mese del 2019. I settori che più hanno contribuito al rallentamento delle iscrizioni sono state il commercio ed il comparto delle costruzioni.
Per quanto riguarda il prestito alle imprese, il Piemonte, rispetto alle altre regioni d’Italia, vi ha fatto ricorso in maniera pressoché proporzionale alla propria popolazione: è 4a in graduatoria per numero di operazioni (7.555). Metà del finanziamento totale è assorbito da operazioni inferiori a 25.000€.
Per quanto concerne, invece, la mobilità, le norme previste dai diversi DPCM succedutisi dall’8 marzo in poi hanno determinato una contrazione, conseguente alla chiusura di molti stabilimenti produttivi, al ricorso allo smart working per gli uffici amministrativi ed enti pubblici, nonché alle limitazioni di movimento dei cittadini. La quota di personale della pubblica amministrazione in smart working a fine aprile era pari al 77,3% del totale.
Gli spostamenti dei cittadini piemontesi verso i parchi e le aree verdi, già diminuiti durante i primi quindici giorni di lockdown, hanno subito un’ulteriore flessione, in seguito alle misure previste dall’ordinanza del Ministro della Salute del 20 marzo. Già nell’ultima settimana di aprile, prima dell’allentamento delle restrizioni, si è assistito a una ripresa degli spostamenti verso aree verdi, che, nei giorni, successivi al 4 maggio, sono tornati quasi ai livelli medi del periodo precedente. Gli spostamenti sono avvenuti in prevalenza utilizzando il mezzo di trasporto privato, sia per la riduzione delle corse di trasporto pubblico locale, sia per il timore di contagio dei cittadini nell’usufruire dei mezzi di trasporto collettivi. I dati indicano che la mobilità privata ha raggiunto nella fase di lockdown una media che supera il -75% rispetto al periodo pre-crisi, più accentuata nel week end. Dal 4 maggio in poi la mobilità con mezzo privato riprende, ma è sempre ridotta del 50% rispetto al pre-crisi.
“I dati presentati da IRES – commenta il vicepresidente Fabio Carosso – ci mostrano quanto abbia sofferto il nostro territorio a causa dell’epidemia. Ma evidenziano anche come il Piemonte abbia la forza e l’energia per tornare a respirare, visto che la produzione economica risulta ripresa già all’86%, con 1.183.167 addetti al lavoro, su un totale, prima della crisi, di 1.370.759. Anche la mobilità dei piemontesi è pari al 40,8%. Un dato che misura la ripresa del lavoro e della vita sociale. E non è detto che si debba tornare al 100%, visto che il ricorso massiccio in questi mesi al lavoro agile ha ridotto gli spostamenti e se, all’inizio, è questa stata una scelta forzata, ora può essere vista come una risorsa”.
Sul posto il nucleo Nbcr, specializzato nel rischio batteriologico, chimico e radioattivo, dei vigili del fuoco, che hanno avviato il protocollo di sicurezza previsto in questi casi. Allertati anche il 118 e gli artificieri.
“A nome del Gruppo del Partito Democratico esprimo la più viva e profonda solidarietà al Presidente Cirio. La nostra condanna nei confronti di queste intimidazioni è netta. In momenti così difficili le Istituzioni e chi le rappresenta vanno difese da chi cerca di destabilizzarle” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.
«Attuiamo il cronoprogramma stabilito – sottolinea l’Assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi – e, senza aspettare le indicazioni del Governo, continueremo a potenziare progressivamente il servizio. Fin dall’inizio dell’epidemia abbiamo lavorato di concerto con i gestori dei servizi ferroviari per poter assicurare un servizio coerente con l’aumentare del flusso di passeggeri, passando da una fase iniziale di 245 treni al giorno (28% rispetto alla normale offerta di 859 treni), ad una seconda di 405 (47%), per giungere ai 457 (54%) di questa nuova implementazione. In corrispondenza con la riapertura delle attività stiamo gradualmente reinserendo gli orari dei treni, tenendo conto delle necessità di ogni territorio e dell’analisi delle richieste che ci stanno arrivando. Continueremo ad aumentare il servizio, puntando a ripristinare il 100% dei treni quando apriranno le scuole e ci sarà una richiesta decisamente superiore a quella attuale».
I nuovi orari, in vigore a partire da lunedì 18, sono disponibili sui siti Trenitalia e GTT, gestori dei servizi ferroviari regionali.
Nel dettaglio, per i treni Regionali Veloci (RV) vengono reintrodotti i due Asti-Milano diretti (3983 in partenza da Asti alle 6.45 e 3971 in partenza da Milano alle 18.30), mentre sulla linea Torino-Alessandria-Genova i treni 2502 (in arrivo a Torino alle 8.30) e 2529 (in partenza da Torino alle 19.30) saranno prolungati nella tratta Alessandria-Novi Ligure. Ad entrambi i treni sarà assegnata una fermata straordinaria a Frugarolo Bosco Marengo. Sulla linea Torino-Cuneo saranno aggiunti il treno 10211 (Torino 15.25 – Cuneo 13.36) e il treno 10218 (Cuneo 17.24 – Torino 18.35). Sulla linea Torino-Savona sarà attivato al mattino un bus sostitutivo nella tratta Ceva-Mondovì-Fossano in modo da permettere la coincidenza con il treno RV 10206 da Cuneo in arrivo a Torino alle 8.35
Per quanto riguarda le linee Regionali (R) viene ripristinato il servizio ferroviario Arona-Novara con 12 treni al giorno e Asti-Acqui con 14 treni al giorno. Sono inoltre riattivati ulteriori treni sulle linee Ivrea-Chivasso-Novara (tra cui il treno 20006 in partenza da Ivrea alle 7.48), Alessandria-Asti e Novara-Alessandria. Sulla tratta Fossano-Cuneo-Limone riprende a circolare il treno 22965 (Fossano 7.25 – Limone 8.30).
Anche il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) viene potenziato: sulla linea sfm1 Chieri-Torino-Rivarolo (GTT) sono riattivati i treni del mattino 4154/5 (Rivarolo 6.46 – Chieri 8.11) e 4104/5 (Chieri 7.50 – Rivarolo 9.15). Sulla linea sfm3 Torino-Susa/Bardonecchia circoleranno 6 treni in più tra Torino e Bardonecchia e 3 tra Torino e Susa. Riprende anche il treno 4328 Bussoleno (7.08) – Torino (8.01). Sulla linea sfm4 Torino-Alba è riattivata la coppia di treni serali 4478 (da Torino Stura alle 18.27) e 4487 (da Alba alle 20.07). Infine, sulla linea sfm7 Torino-Fossano riprende a circolare il treno 4734 in partenza da Fossano alle 17.01.
Il vicepresidente del Consiglio regionale e celebre chirurgo Mauro salizzoni interviene sulla vicenda dei tamponi per il covid: “Che vi siano pazienti sottoposti a numerosi tamponi per accertarne la negativizzazione non mi stupisce e pone interrogativi su come, dall’inizio dell’emergenza, si sia gestito l’impiego dei tamponi nella nostra Regione. Credo che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi debba fornire chiarimenti approfonditi ed esaustivi sulle modalità di utilizzo dei tamponi, sul numero (e sulle cause) dei tamponi andati persi, sui tempi di analisi e di refertazione”.
“Nella settimana dal 15 al 22 aprile, il Piemonte ha effettuato 35.900 tamponi. Di questi, si stima che i tamponi effettivamente refertati per attività di diagnostica, di tracciamento contatti e prevenzione su categorie a rischio (incluse le RSA) siano stati 22.100 (il 62% del totale), mentre 13.800 (il 38%) sono stati utilizzati per certificare guarigioni o, addirittura, sono andati perduti. Nella settimana successiva, i tamponi effettuati sono aumentati, arrivando a 38.500 unità. Tuttavia, quelli ‘effettivi’ sono diminuiti sia in numero sia in percentuale – vale a dire 20.600 tamponi pari al 53% del totale – e quelli refertati per accertare guarigioni o andati perduti sono arrivati a 18.000 (il 47%)”.
“I notevoli ritardi nell’analisi dei tamponi e l’elevato numero dei tamponi andati persi rappresentano fatti gravi, che hanno compromesso l’efficacia dell’attività di tracciamento – spiega Salizzoni – eppure solo un tracciamento efficace ci permetterebbe di capire le reali dimensioni del contagio, il numero dei soggetti positivi liberi di muoversi, e ridurre l’ospedalizzazione dei pazienti. Per questo è fondamentale aumentare i tamponi ‘effettivi’ e ottimizzare l’impiego di quelli disponibili”.
“Più tamponi, non generalizzati ma selettivi, concentrandoci sulla ricerca dei nuovi contagiati e dei positivi asintomatici, evitando di dare solo priorità alle stesse persone per certificarne la negativizzazione – aggiunge – Inoltre, tamponi specifici ovvero a determinate categorie di lavoratori, quelli maggiormente a contatto con il pubblico”.
Mauro SALIZZONI, vice presidente Consiglio Regionale del Piemonte
10.596 PAZIENTI GUARITI E 3.229 IN VIA DI GUARIGIONE
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 10.595 (+655) rispetto a ieri): 975 (+ 116) in provincia di Alessandria, 433 (+9) in provincia di Asti, 497 (+9) in provincia di Biella, 1098 (+68) in provincia di Cuneo, 940 (+94) in provincia di Novara, 5541(+305) in provincia di Torino, 471 (+18) in provincia di Vercelli, 546 (+31) nel Verbano-Cusio-Ossola, 95 (+9) provenienti da altre regioni.
Altri 3229 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3493
Sono 33 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di Crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 3493 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 609 Alessandria, 211 Asti, 167 Biella, 308 Cuneo, 300 Novara, 1.564 Torino, 179 Vercelli, 121 Verbano-Cusio-Ossola, 34 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Sono 29.209 (+151 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3769 in provincia di Alessandria, 1711 in provincia di Asti, 1022 in provincia di Biella, 2666 in provincia di Cuneo, 2543 in provincia di Novara, 14.807 in provincia di Torino, 1226 in provincia di Vercelli, 1099 nel Verbano-Cusio-Ossola, 254 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 112 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 116 (-6 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 1775 (-83 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 10.000
I tamponi diagnostici finora processati sono 232.682, di cui 128.729 risultati negativi.
L’iniziativa è stata promossa da 54 associazioni di via in rappresentanza di più di 6.000 attività del territorio.
Dicono i commercianti: “Riaprire non significa ripartire, ci saranno tanti costi e ci manca la liquidità”. Li ha ricevuti il governatore Alberto Cirio.
(foto archivio il Torinese)