PRIMA PAGINA- Pagina 321

Covid, il bollettino di sabato 29 gennaio

/

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 9.568 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 7.736 dopo test antigenico), pari al 10,5% di 91.558 tamponi eseguiti, di cui 81.615 antigenici. Dei 9.568 nuovi casi gli asintomatici sono 8.363 (87,4%).

I casi sono così ripartiti: 7.439 screening, 1629 contatti di caso, 500 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 865.407, così suddivisi su base provinciale: 70.693 Alessandria, 39.761 Asti, 32.797 Biella, 119.393 Cuneo, 66.975 Novara, 455.760 Torino, 30.649 Vercelli, 31.362 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.229 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 13.788 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 121 (-11 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.079 (-31 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 148.660

I tamponi diagnostici finora processati sono 14.166.331(91.558 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.572

Sono 26 (1 di oggi)i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.572deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.656 Alessandria, 766 Asti, 478 Biella, 1.553 Cuneo, 1.011 Novara, 6.002 Torino, 578 Vercelli, 406 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 122 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

701.975 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 701.975 (+15.224 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 59.681 Alessandria, 34.015 Asti, 26.238 Biella, 99.615 Cuneo, 57.755 Novara, 365.516 Torino, 24.927 Vercelli, 26.707 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.570 extraregione e 4.951 in fase di definizione.

Caselle registra oltre due milioni di passeggeri. Con Ryanair 19 voli internazionali

/

RECUPERATA PIÙ DELLA METÀ DEI VOLUMI PERSI DAL 2019 A CAUSA DELLA PANDEMIA.

 

A dicembre 2021 Torino Airport si attesta tra gli scali regionali con le migliori performance a livello europeo

 

Nel 2021 l’Aeroporto di Torino ha trasportato 2.066.106 passeggeri, registrando un aumento del traffico di 658mila passeggeri, pari al +46,7% sui dati del 2020 e al -47,7% sui dati del 2019, con un andamento migliore della media italiana (pari a -58,2%) nel raffronto con il periodo pre-pandemico.

 

Nonostante il perdurare della pandemia, infatti, l’Aeroporto di Torino nel 2021 ha saputo recuperare – soprattutto nel secondo semestre – una buona parte dei volumi persi nel 2020 a causa del Covid-19.

 

Significativa, in questo scenario, la ripresa del segmento nazionale, che nel 2021 ha registrato volumi pari a 1,4 milioni di passeggeri, attestandosi a un +68,1% sul 2020 e a un -21,9% sui dati del 2019. Il mercato nazionale, sviluppato principalmente sulle direttrici verso il Sud Italia e le isole, ha registrato per Torino Airport un andamento migliore della media italiana (pari a -35,1%) nel raffronto con il 2019 e dimostrato particolare vivacità nel periodo di picco estivo, riportando ad agosto 2021 addirittura il miglior dato di sempre, grazie alla ripresa della domanda di viaggio.

 

Il segmento internazionale ha fatto registrare 571mila passeggeri nel 2021, in crescita sul 2020 (+10,6%), ma ancora rallentato rispetto al 2019 (-71,9%). Il divario del segmento internazionale rispetto all’epoca pre-pandemica si è fortemente ridotto negli ultimi due mesi dell’anno: con l’avvio della stagione winter 2021/2022 a novembre sono partite le operazioni della nuova base Ryanair, che a Torino ha posizionato due aeromobili e lanciato 21 nuove rotte, di cui 19 internazionali. Ciò ha consentito a Torino Airport di posizionarsi fra i primi 15 scali in Europa che nella stagione winter hanno avviato il maggior numero di rotte. A questo si aggiunge inoltre la ripresa del traffico neve dai mercati del Nord Europa, dell’Irlanda e della Gran Bretagna, con la conseguente ripartenza dei voli charter degli sciatori.

 

Il sommarsi di questi fattori ha consentito inoltre all’Aeroporto di Torino di attestarsi a dicembre 2021 tra i primi 10 migliori scali regionali europei in termini di recupero del traffico: nel mese Torino Airport ha infatti registrato volumi complessivi pari all’86,4% rispetto a quelli di dicembre 2019.

 

Sul fronte del network, il 2021 ha fatto registrare diverse novità.

 

Per quanto concerne il segmento nazionale si è assistito all’apertura di nuovi collegamenti su destinazioni già servite, con l’ingresso di diversi vettori e un aumento di frequenze: si è quindi rafforzata in maniera significativa l’offerta verso il Sud Italia e le isole, con una più ampia possibilità di scelta per i passeggeri in termini di orari e di prezzi. Nel 2021 hanno inoltre preso il via tre nuove rotte: Pescara, Reggio Calabria e Trapani.

 

Nel segmento internazionale, in estate ha debuttato sul mercato italiano proprio da Torino Airport la compagnia aerea Binter con il collegamento inedito per Gran Canaria; inoltre sono state avviate tratte nuove verso Grecia e Baleari, con il Mykonos e il Minorca di Volotea e i nuovi voli Ryanair verso Chania (Creta), Corfù, Rodi e Palma de Mallorca; infine nuovi collegamenti si sono aggiunti anche per l’Est Europa, con il Leopoli, in Ucraina, con Ryanair e Bacau, in Romania, con Wizz Air.

 

La vera novità dell’anno è però stata l’apertura della base Ryanair che con due aeromobili è arrivata a servire 33 rotte, tra cui le nuove tratte internazionali verso Birmingham, Bristol, Budapest, Cracovia, Copenaghen, Dublino, Edimburgo, Kiev, Lanzarote, Londra Luton, Madrid, Malaga, Marrakech, Parigi Beauvais, Shannon, Siviglia e Tel Aviv. Infine, si ricorda la novità del volo verso Parigi Orly operato da Vueling.

 

Nonostante il perdurare della complessa situazione sanitaria, l’Aeroporto di Torino nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento di ACI Europe ‘The Voice of the Customer’ per aver monitorato anche in un periodo difficoltoso la voce dei passeggeri, garantendo che le loro istanze fossero sempre ascoltate.

 

Nel 2021 lo scalo ha inoltre ottenuto la certificazione ambientale rilasciata da ACI Europe ACA (Airport Carbon Accreditation) Level 2-‘Reduction’: tale riconoscimento si inserisce nell’ambito del progetto lanciato a luglio 2021 ‘Torino Green Airport’, che racchiude sotto un unico brand tutte le iniziative messe in campo dallo scalo orientate alla sostenibilità ambientale.

 

Sul fronte delle attività per contenere l’espandersi della pandemia da Covid-19, nel 2021 l’Aeroporto di Torino ha messo a disposizione della comunità la propria infrastruttura per la predisposizione di un hub vaccinale in cui sono state somministrate oltre 95 mila dosi di vaccino da aprile, mese di apertura, a dicembre.

 

L’Aeroporto di Torino, infine, nel 2021 ha conseguito il rinnovo della certificazione Airport Health Accreditation rilasciata da ACI Europe. La pulizia e disinfezione degli ambienti, il mantenimento delle distanze fisiche, la protezione del personale, le comunicazioni e le strutture per i passeggeri sono tra gli elementi esaminati e valutati da ACI per il rilascio di tale certificazione.

 

In Piemonte oltre i due terzi dei pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva non sono vaccinati

Dai dati aggiornati al 28 gennaio

In Piemonte oltre i due terzi dei pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva non sono vaccinati (ovvero si tratta di persone che non hanno aderito alla campagna vaccinale o hanno ricevuto soltanto una dose e quindi non hanno completato il ciclo primario).
In particolare, sui 132 ricoveri della giornata di oggi 99 riguardano pazienti non vaccinati (72 uomini e 27 donne), 33 sono invece pazienti vaccinati (22 uomini e 11 donne), ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse.

Muore schiacciato dal trattore Inutili i soccorsi

/

È la terza vittima sul lavoro in Piemonte da inizio anno. Si tratta di un pensionato di 86 anni  morto nel pomeriggio di oggi schiacciato dal trattore che stava guidando a Bagnolo Piemonte. Probabilmente il mezzo agricolo si  è inclinato su un fianco ribaltandosi e schiacciando  il conducente. A nulla è valso l’intervento del 118. La  dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri.

Manifestazione per Lorenzo, scontri con la polizia Studenti feriti

Scontri questa mattina in centro a Torino tra le forze dell’ordine e gli studenti che hanno manifestano per Lorenzo, il 18enne morto durante l’alternanza scuola lavoro

I manifestanti hanno cercato di trasformare il presidio in corteo, nonostante il divieto della zona arancione. È quindi intervenuta la  polizia con alcune cariche di alleggerimento in corso Siccardi. I duecento studenti  in piazza Arbarello hanno cercato di superare  gli sbarramenti anche con un furgone per dirigersi  verso il centro in corteo. Alcuni giovani sarebbero rimasti feriti.

Commercialista incinta al nono mese si uccide lanciandosi dal balcone

Era incinta di 9 mesi e avrebbe compiuto ieri 37 anni, la donna che mercoledì 26 gennaio si uccisa lanciandosi dal nono piano di un edificio di piazza Adriano a Torino.

Non si conoscono ancora le motivazioni del gesto, ma la donna ha lasciato un biglietto di addio ai colleghi del suo studio, sequestrato dagli agenti della polizia. Prima di  gettarsi nel vuoto, era al telefono con una collega di studio, che quando non l’ha più sentita parlare ha dato l’allarme. I colleghi parlano del forte stress e dicono che fosse stanca anche per la gravidanza. Per queste ragioni avrebbe scelto di compiere il tragico gesto.

ZTL Centrale, le telecamere si riaccenderanno ad aprile

Entro il 28 febbraio sarà possibile richiedere i permessi

 

Visto il perdurare dell’emergenza pandemica, la sospensione delle limitazioni per l’area ZTL Centrale continuerà fino al 31 marzo 2022. Fino a tale data si potrà quindi continuare ad accedere liberamente al centro cittadino con il proprio veicolo e senza limitazioni di orario, come stabilito dall’ordinanza firmata  dal Sindaco Lo Russo, dalla quale restano escluse le ZTL “Trasporto Pubblico, Pedonale e Area Romana”.

Dal 1 aprile 2022 sarà nuovamente regolato l’accesso alla ZTL Centrale, dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 10.30, con la riattivazione delle telecamere sui varchi per l’ingresso nelle aree interessate.

Le domande per il rilascio e il rinnovo dei permessi e delle autorizzazioni, per i veicoli aventi i requisiti necessari, dovranno essere inoltrate tassativamente entro e non oltre il 28 febbraio 2022, per favorire il regolare svolgimento dell’istruttoria ed evitare di trovarsi senza autorizzazione alla riattivazione delle telecamere, con la possibilità di incorrere nelle sanzioni previste per l’accesso abusivo. I permessi per i veicoli con i requisiti necessari, per cui verrà presentata domanda entro il 28 febbraio 2022, avranno tutti validità dal 1 aprile 2022. Le richieste inviate oltre il termine del 28 febbraio, così come quelle cui non farà seguito il pagamento nei tempi indicati, seguiranno l’iter e le tempistiche previste dal normale processo di autorizzazione, pertanto non verrà garantita l’evasione entro la data prevista per la riapertura.

Si ricorda che è prorogato al 1 aprile 2022 l’inizio della validità dei permessi di circolazione in ZTL di categoria “Blu_A”, rilasciati dalla Città dal 1 luglio 2020, e dei permessi “ZTL Arancione” e “ZTL Blu”, rilasciati da GTT S.p.A. dal 1 giugno 2020.

I permessi “ZTL scuola” rilasciati da GTT per l’anno scolastico 2020/2021 saranno ritenuti validi per l’anno scolastico 2021/2022.

Tutte le informazioni sui permessi rilasciati dalla Città sono reperibili all’indirizzo http://www.comune.torino.it/trasporti/ztl/permessi-3.shtml e le istanze con la relativa documentazione dovranno essere inviate alla mail dedicata: ZTLpermessi@comune.torino.it.

Le informazioni sui permessi rilasciati da GTT sono reperibili all’indirizzo https://www.gtt.to.it/cms/ztl/permessi-di-circolazione-ztl e le istanze con la relativa documentazione dovranno essere inviate alla mail dedicata: ZTL@gtt.to.it.

Il Piemonte resta arancione ma migliorano i dati dei contagi e delle terapie intensive

Pre-Report settimanale Ministero Salute – Istituto Superiore di Sanità

Il presidente Cirio e l’assessore Icardi: “Superato il momento di picco, la curva è finalmente in discesa”

Nella settimana 17-23 gennaio in Piemonte il numero dei nuovi casi risulta in lieve riduzione rispetto alla settimana precedente.

Si abbassa sotto la soglia di 1 l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi, che scende da 1.07 a 0.9, e migliora anche l’incidenza, che passa a 2.064,12 casi ogni 100 mila abitanti (era 2.259,10). La percentuale di positività dei tamponi resta del 29%.

Migliora anche il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva, che si abbassa di un punto dal 22,8% al 21,8%, mentre quello dei posti letto ordinari sale dal 30,3% al 31,1%.

“I dati ospedalieri sono ancora sopra soglia e questo mantiene la nostra regione in zona arancione, ma registriamo il miglioramento nelle terapie intensive e anche nella situazione epidemiologica generale – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. Significa che il virus continua a circolare, ma abbiamo ormai superato il momento di picco e la curva, per la prima volta dall’inizio di questa quarta ondata, è finalmente in discesa. L’augurio è che questo possa tradursi al più presto anche in un alleggerimento della pressione ospedaliera, su cui come sappiamo incidono molto i ricoveri di chi ha scelto di non vaccinarsi. La nostra speranza è che coloro che sono ancora indecisi superino la paura e si vaccinino proteggendo loro stessi, i loro cari e la nostra comunità”.

Regione, Comune e Atenei: al via la Cabina di regia per la nuova città della Salute

Primo incontro in Regione ieri con la nuova amministrazione di Torino nella Cabina di monitoraggio per il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione, convocata e presieduta dall’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.

Erano presenti il Presidente della Regione, Alberto Cirio, in collegamento da Roma, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo con gli assessori comunali Paolo Mazzoleni e Jacopo Rosatelli, il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, il rettore del Politecnico, Guido Saracco, il direttore generale della Città della Salute e della Scienza, Giovanni Lavalle.

 

“Il senso di questa cabina di regia è quello di lavorare fianco a fianco, perché le cose importanti si fanno insieme e il Parco della Salute sarà per il Piemonte la più grande infrastruttura sanitaria di tutti i tempi” ha sottolineato il presidente della Regione Alberto Cirio.

 

“Abbiamo rappresentato al neo-sindaco di Torino Lo Russo la situazione del progetto aggiornandolo sulle attività attualmente in corso per la realizzazione del Parco della Salute. Il cronoprogramma che la Città della Salute, stazione appaltante dell’opera, ha portato avanti anche nel periodo Covid, prevede l’aggiudicazione dei lavori entro la fine dell’estate di quest’anno, contestualmente alla fine della bonifica dell’area avviata lo scorso mese di settembre. Dal momento di aggiudicazione, i lavori dovranno essere conclusi entro cinque anni, cioè nel 2027.

E’ importante ragionare sulla nuova viabilità a servizio del progetto ed avviare una riflessione sul riutilizzo dell’area in cui attualmente sorgono le Molinette, un tema sul quale occorre muoversi per tempo per evitare di ritrovarci con il problema degli edifici dimessi come successo in altre zone della nostra regione. Il Parco della Salute è l’opera più importante per la città di Torino e per il Piemonte, non solo dal punto di vista sanitario ma anche per le attività di ricerca, di formazione e di attrazione di imprese. Confido che vi sia collaborazione istituzionale per un progetto che ha una grande valenza strategica” – ha detto l’assessore Icardi.

 

“Il progetto della città della Salute e della scienza è un progetto ambizioso che va ben oltre la costruzione di un nuovo ospedale, rappresenta un’operazione che introduce a Torino una nuova vocazione scientifica e innovativa”. ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

“Buona parte degli attuali spazi degli ospedali – continua – ha più di cent’anni, dobbiamo ripensare non solo l’assistenza  ma anche altre funzioni che includano ricerca, trasferimento tecnologico e scientifico. La città della salute – sottolinea – sarà al centro di una nuova visione di Torino, dove introdurremo nuove vocazioni legate alla ricerca e all’innovazione. L’obiettivo non è solo sanitario e assistenziale. La Città  – rimarca – è partner strategico in questa operazione, vogliamo essere  accanto alla Regione in tutto il processo decisionale. E intendiamo reinserire nel progetto gli spazi delle Arcate Moi. Esiste un cronoprogramma del progetto – conclude – la cabina di regia ha il compito di seguire e monitorare il rispetto dei tempi”.

 

“Il Politecnico di Torino sostiene convintamente la creazione di un Parco della Salute della Ricerca e dell’Innovazione dove gli studenti di medicina condividano corsi ed esperienze formative con quelli di ingegneria biomedica, i ricercatori di queste discipline diano corso a ricerca interdisciplinare su nuovi farmaci, prodotti biomedicali, robot per chirurgia di precisione, supporti digitali alla medicina in remoto, ecc. Dove nascano start-up a fianco di sedi di gruppi industriali attratti sul territorio dalla eccezionale circostanza di avere in un fazzoletto di terra formazione ricerca e trasferimento tecnologico all’avanguardia. non semplicemente un luogo dove praticare cure avanzate, ma un vero e proprio motore di sviluppo della nostra città, della nostra regione.”- ha detto il rettore Guido Saracco.

 

“Parco della Salute della Ricerca e dell’Innovazione è una grande opportunità per il nostro territorio e per l’Ateneo torinese. Siamo fermamente convinti che il progetto, oltre a rappresentare un grande passo in avanti per la cura e la salute pubblica, possa essere il luogo ideale per far crescere ancora il livello della nostra ricerca, grazie alla sinergia e integrazione tra ricerca e impresa. Il capitale umano della nostra medicina è già un’eccellenza internazionale di altissimo livello. Lavorare in uno spazio che promuove l’innovazione, la farà crescere ancora.

Una grande opportunità che ci permetterà di iniziare a pensare anche ad una strategia per l’attuale ospedale Molinette, chiave per il modello futuro del nostro territorio.”- ha affermato il rettore Stefano Geuna.

La Shoah e il dovere della memoria

Il giorno della Memoria ci ricorda che 77 anni fa si aprirono i cancelli di Auschwitz-Birkenau, rivelando l’orrore del genocidio nazista.

Quel campo di concentramento e sterminio in Polonia è diventato un simbolo
che ci ricorda e insegna ogni giorno di quali orrendi crimini può
essere capace il genere umano quando applica i principi di
discriminazione con fanatismo, odio razziale e violenza. Le
persecuzioni naziste avevano come obiettivo un progetto di società basato su di un
nazionalismo esasperato che si basava sul progetto di un nuovo ordine
dove non trovavano posto la diversità, il dialogo, l’accettazione
dell’altro, immaginando una società di puri ariani senza ebrei,
dissidenti politici, omosessuali, disabili mentali, testimoni di Geova,
zingari come i Rom e i Sinti, le popolazioni slave. Il processo che
aveva portato allo sterminio degli ebrei in Europa e alla nascita del
sistema concentrazionario nazista era iniziato molto tempo prima con le
campagne di stampa, gli episodi e i comportamenti discriminatori e
razzisti, legalizzati da diverse disposizioni normative che resero la
popolazione ebraica facile preda del nazifascismo che fondava i suoi
principi su discriminazione, insofferenza e intolleranza. “Il mondo non
vi crederà mai”, dicevano i carnefici di Hitler ai prigionieri dei
campi di sterminio. Alcune vittime, sopravvissute a quell’esperienza,
sentirono la necessità e trovarono la forza di portare la testimonianza
di quanto accaduto. Tra questi ci fu Primo Levi. Nel capitolo
conclusivo de I Sommersi e i Salvati scrisse che la testimonianza era percepita
“come un dovere, e insieme come un rischio: il rischio di apparire
anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al
di sopra delle nostre esperienze individuali siamo stati collettivamente
testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, non previsto da
nessuno. E’ avvenuto contro ogni previsione; è avvenuto in Europa […]
è avvenuto, quindi può accadere di nuovo, questo è il nocciolo di
quanto abbiamo da dire”. Il 5 Giugno 2018 la senatrice a vita Liliana
Segre intervenendo a Palazzo Madama disse: “Si dovrebbe dare idealmente
la parola a quei tanti che, a differenza di me, non sono tornati dai
campi di sterminio, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere
nati, che non hanno tomba, che sono cenere nel vento. Salvarli
dall’oblio non significa soltanto onorare un debito storico verso quei
nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a
respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le
sofferenze che ci circondano. A non anestetizzare le coscienze, a
essere più vigili, più avvertiti della responsabilità che ciascuno ha
verso gli altri”. L’indifferenza, quella che Gramsci considerava “il
peso morto della storia”, è il grande problema. Ieri come oggi. E il
negazionismo, allora come adesso, è un virus pericolosissimo e
presente. Per fare davvero i conti con la Shoah non può bastare lo
sguardo rivolto al passato. Non basta perché il virus della
discriminazione, dell’odio e della sopraffazione, del razzismo continua
a diffondersi, non è confinato in una dimensione storica ma riguarda in
maniera concreta i comportamenti di molte persone oggi come nel caso
della negazione della pandemia da Covid 19, dei problemi climatici,
delle sofferenze e dei diritti dei popoli migranti. Come ricordò il
compianto David Sassoli al Parlamento Europeo, “per impedire
negazionismi e amnesie bisogna sentire tutti l’impegno per una lucida e
vigile coscienza storica, capace non solo di rendere testimonianza, ma
anche di capire, prevenire e intervenire ogni qualvolta si diffondono i
semi del male assoluto”. E’ il dovere civile delle memoria,
l’intransigente disciplina repubblicana che deve ispirare le azioni
delle istituzioni democratiche, delle realtà che si occupano di storia
e memoria, di associazioni come l’Anpi. Nella prefazione del 1947 a Se
questo è un uomo, Primo Levi scriveva: “A molti, individui o popoli,
può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni
straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo
agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti
saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di
pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa
premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena,
sta il Lager”. Le parole di Primo Levi appaiono quanto mai significative e
attuali di fronte alle situazioni che si riscontrano oggi in Europa e
fanno temere che la memoria del periodo nazifascista e la conoscenza
della storia non rappresentino ancora un vaccino efficace contro questa
infezione latente.
Marco Travaglini